1. L'intervista a Prodi di cui è sopra riportata un'estrapolazione ritenuta significativa, recita, più estesamente: "La disonestà pubblica peggiora le
cose, ma la radice è la diseguaglianza. Ci siamo illusi che la gente si
rassegnasse a un welfare smontato a piccole dosi, un ticket in più, un
asilo in meno, una coda più lunga... Ma alla fine la mancanza di tutela
nel bisogno scatena un fortissimo senso di ingiustizia e paura che porta
verso forze capaci di predicare un generico cambiamento radicale"
E poi:
Una politica uniformata fa nascere i populismi?
"No, lo fa una politica uniformata quando
occupa tutto il campo, ma non sa dare soluzioni. Allora la rabbia della
gente crea un altro campo. Se il voto diventa liquido, è per questo.
Quando tu vedi che solo il centro storico delle città è rimasto ai
partiti della sinistra... Vogliamo chiederci perché Trump è odiato a
Wall Street e osannato dai metalmeccanici del Michigan? È un leader più
europeo di quel che pensiamo, non è semplicemente reazionario ma tocca,
certo in modo sbagliato, le paure reali del ceto medo".
Quindi..."Un problema di questa classe politica di governo?
4. Eppure non sarebbe difficile, per lui, indicare l'origine e la volontà che ha portato a questa situazione.
6. Lo smontaggio del welfare a piccole dosi, dunque, era uno strumento politico-economico considerato indispensabile.
7. E tutto questo ci riporta all'ipotesi frattalica. E alle linee, che definiscono lo svolgersi degli eventi, che descrivono figure "simili o similmente poste, cioè disposte in modo tale che segmenti corrispondenti siano paralleli; sono cioè figure che si corrispondono in un’omotetia".
7.1. Prospettata la questione in questi termini, ho rinvenuto una testimonianza irresistibile, confessoria come solo può esserla quella di un insider fiero di esserlo:
9. Anche il 25 novembre 1922, allorché Mussolini ricevette i pieni poteri con voto della Camera (!), la classe politica e la stessa base popolare italiana non realizzano la piena portata dell'evento: cioè, nessuno si preoccupa veramente di prevedere gli ulteriori esiti della situazione politica, nel momento in cui viene ufficializzato il passaggio ad una forma di governo che non si cura più di rispettare la sostanza (elettivo-parlamentare dell'investitura del presidente del consiglio) dell'ordinamento "costituzionale" albertino, lasciandone in piedi solo le forme (l'incarico del Re e la compartecipazione di altri partiti al primo governo Mussolini), con qualche aggiunta (il "formale" Gran Consiglio, che non fu destinato, poi, ad assumere effettive decisioni, tranne l'ordine del giorno Grandi nela fatidica conclusione del 25 luglio 1943).
10. Assunta questa ricostruzione sul piano fenomenologico, - cioè quel che conta è la segnalata essenza del rapporto tra un certo evento politico, i suoi riflessi sulla "effettività" della legalità costituzionale "sostanziale" e la mancata resistenza "socio-politica" all'evento stesso-, le date sono dotate di un elevato grado di ricorrenza frattalica oltre che, appunto, di significatività fenomenologica.
11. Insomma, trasposto tutto questo materiale sul piano, suo proprio, della sovranità monetaria e fiscale e del loro essere contenuti essenziali della sovranità popolare costituzionale tout-court, la situazione extra-ordinem che oggi viviamo in nome dell'€uropa, potrebbe subire notevoli scossoni nei prossimi mesi: tra bail-in, ESM, default bancari sempre più probabili, tentativi di aggirare queste pesanti ipoteche su qualsiasi speranza di ritorno alla crescita, manovrone aggiuntive imposte dall'€uropa e loro inevitabili effetti recessivi, e, soprattutto, malcontento popolare crescente che spingerà per arrivare finalmente a un voto...
"Non si tratta di cambiare i politici ma di cambiare politiche. Cambiare i politici è condizione necessaria ma non sufficiente".
Be', i politici di governo li abbiamo cambiati da poco.
"Se non cambi le politiche, il politico
cambiato invecchia anche in un paio d'anni... C'è sempre un'usura, e
corre veloce. La mancanza di risposte efficaci logora. E al momento si
sente la mancanza di risposte che affrontino il problema delle paure e
delle cause reali delle paure".
2. Inutile dire che ne emerge una consapevolezza ben superiore di quella dell'intervistatore, che tradisce la sua immutabile visione mainstream (e neppure aggiusta le domande preparate una volta che Prodi lo "spiazza", rispondendo diversamente da quel che il giornalista continua a dare per scontato).
In fondo, Prodi, commentando gli esiti delle amministrative di giugno 2016, stava dando un avvertimento che, sul successivo referendum costituzionale, è rimasto inascoltato.
La cosa più grave, però, è che, oggi, nonostante il risultato del referendum, - che definire inaspettato o "clamoroso" è segno di miopia ormai imperdonabile-, la reazione istituzionale alla crisi di governo derivatane, risulta improntata allo stesso ostinato atteggiamento di rimozione delle cause del disagio sociale indicate da Prodi.
3. Noi sappiamo molto bene che gli "indicatori macroeconomici" italiani che partono dall'asservimento al "vincolo esterno" e cioè dall'inizio della cessione - e non mera "limitazione"- della sovranità, risultano avere un forte ed inevitabile impatto socio-politico, cosa che la Corte costituzionale si ostina a ignorare da decenni: dunque, proprio questi indicatori individuano nell'adesione alla "costruzione europea" e, specialmente, alla moneta unica, la effettiva radice di queste cause di disagio sociale montante.
Ma la pragmatica indicazione di Prodi sulla perdita di credibilità e di consenso che investe ogni possibile classe politica finchè, come sottolinea, permangano "queste politiche", - cioè il "Ci siamo illusi che la gente si
rassegnasse a un welfare smontato a piccole dosi"-, manca di un'indicazione relativa all'assunzione di responsabilità sul "chi" e "perché" si è illuso.
4. Eppure non sarebbe difficile, per lui, indicare l'origine e la volontà che ha portato a questa situazione.
Gli antecedenti diretti della sua (tardiva) presa di distanza sono ben chiari:
5. E non sono antecedenti dagli esiti sorprendenti: perché gli effetti oggi esattamente ottenuti, e che porterebbero a questo dissenso dalla classe politica €uropeista, sono programmatici e specificamente caratterizzanti il federalismo europeo (come ci conferma Streeck).
D'altra parte, ridotto nella sua estrema sintesi, il meccanismo era stato enunciato dal più €uropeista dei politici italiani: Einaudi (La politica di armonizzare, uguagliare, compensare è (p. 208): quanto
mai pericolosa... Lo sviluppo tendenzialmente inflazionistico in alcuni
paesi (con rigidi corsi dei cambi!) è da riferire, non da ultimo, anche
alla concessione di prestazioni sociali superiori alle possibilità di rendimento dell’economia nazionale...).
6. Lo smontaggio del welfare a piccole dosi, dunque, era uno strumento politico-economico considerato indispensabile.
Tutto si incentra sulla politica di taglio della spesa pubblica (v.p.9.1), in particolare del welfare, reclamata a gran voce dalla grancassa mediatica italiana anche e proprio subito dopo l'esito del referendum (!):
a) una volta instaurato un vincolo di cambio (o, ancor più intensamente, avendo aderito a una "moneta unica") viene meno progressivamente, e in modo crescente, il sostegno pubblico alla domanda interna, cioè al reddito e, di conseguenza, al livello di occupazione;
b) la compressione, ovverosia il taglio nominale, o quantomeno reale (cioè al netto dell'inflazione), della spesa pubblica è essenzialmente rivolto ad abbassare l'inflazione e a rendere più competitiva l'economia sui mercati esteri, SUL PRESUPPOSTO che chi svolge questa politica sa che l'inflazione diminuisce a causa dell'aumento della disoccupazione e quindi della diminuzione dei salari. Chi cerca lavoro, in accesso sul relativo mercato o perché disoccupato, è disposto a lavorare per "meno", sempre meno, se molti altri, e sempre di più, sono nella sua stessa condizione: e questi molti altri, per accelerare l'intero processo, possono opportunamente essere...importati.
b) la compressione, ovverosia il taglio nominale, o quantomeno reale (cioè al netto dell'inflazione), della spesa pubblica è essenzialmente rivolto ad abbassare l'inflazione e a rendere più competitiva l'economia sui mercati esteri, SUL PRESUPPOSTO che chi svolge questa politica sa che l'inflazione diminuisce a causa dell'aumento della disoccupazione e quindi della diminuzione dei salari. Chi cerca lavoro, in accesso sul relativo mercato o perché disoccupato, è disposto a lavorare per "meno", sempre meno, se molti altri, e sempre di più, sono nella sua stessa condizione: e questi molti altri, per accelerare l'intero processo, possono opportunamente essere...importati.
7. E tutto questo ci riporta all'ipotesi frattalica. E alle linee, che definiscono lo svolgersi degli eventi, che descrivono figure "simili o similmente poste, cioè disposte in modo tale che segmenti corrispondenti siano paralleli; sono cioè figure che si corrispondono in un’omotetia".
Nel precedente post ho proposto alcune indicazioni su come rideterminare il punto di partenza della questione nel parallelismo o ricorrenza omotetica con l'inizio del fascismo, cioè con la Marcia su Roma: "La
vera concretizzazione della rottura dell'ordinamento, rispetto all'analogia con la
(labile) legalità dello Statuto albertino, va riferita alla
reintroduzione del vincolo monetario in senso concreto, cioè come
decisione normativa, prodromica all'adesione all'euro; infatti, a
mio parere (che pongo come base della discussione), l'effettiva
disapplicazione extra-ordinem della Costituzione (mantenuta cioè solo
formalmente in vita, come già accadde per lo Statuto albertino), va
logicamente posta in relazione con questo evento".
7.1. Prospettata la questione in questi termini, ho rinvenuto una testimonianza irresistibile, confessoria come solo può esserla quella di un insider fiero di esserlo:
"Questa era
la situazione quando, nel settembre 1996, il nuovo governo annunciò la
decisione dell'Italia di partecipare all'Unione monetaria fin dall'inizio:
sorpresa, stupore, incredulità, scetticismo e preoccupazione furono le reazioni
a questa notizia, infatti l'Italia era vista come un rischio per l'Unione, come
un pericolo, piuttosto che come un'opportunità…
…La
decisione di tentare il tutto per tutto fu presa alla fine di settembre in una
riunione a Palazzo Chigi cui parteciparono, oltre a Prodi, il vice
Presidente del Consiglio, Veltroni, il sottosegretario alla Presidenza,
Micheli, e i ministri economici Treu, Ciampi e Visco. L'incontro fu breve e
non ci fu nessun disaccordo, del resto l'unico che poteva dissentire ero io
stesso.
E infatti, dopo aver scartato la possibilità di un sostanziale taglio della
spesa pubblica per ragioni sia politiche che temporali, e aver preso atto della
possibilità di intervenire con non meglio specificate misure di tesoreria",
l'unica alternativa realistica che restava era un aumento delle tasse, e questo
era compito mio.
Il "lavoro sporco" che doveva essere fatto per entrare
in Europa fu così interamente consegnato a me. Personalmente
non mi resi neanche conto che in caso di fallimento, sarei stato il primo e l'unico
a pagare. Tornai al ministero, convocai una riunione dei
miei collaboratori e li informai delle decisioni prese: tutti reagirono con un
silenzio carico di preoccupazione, ma al tempo stesso con assoluta
determinazione, che era una conferma della forza unificante che aveva
l'obiettivo europeo e del suo essere condiviso senza riserve da parte del Governo
e della coalizione di maggioranza..."
8. Vediamo di rinvenire un precedente specifico di tipo frattalico. La "Marcia" ebbe luogo com'è noto il 28 ottobre 1922 ma fu lungamente preparata, con una prova generale ad Ancona (2 agosto) e la famosa riunione della camicie nere di Napoli (24 ottobre).
"Pronti a rientrare nello Sme. Secondo informazioni non ufficiali Prodi avrebbe deciso di passare ai fatti. Avrebbe cioè dato incarico ai funzionari del Tesoro di avviare le consultazioni e, soprattutto, gli studi sul livello che deve avere la lira per rientrare nell' accordo di cambio europeo, abbandonato quattro anni fa..."
Berlusconi dichiara di averne già sentito parlare e di considerarla una buona notizia: solo che il problema è "restarci in €uropa". L'identificazione UE= euro ha già preso il sopravvento nello spin mediatico che viene propinato agli italiani. Nessuno si rende conto a cosa si possa realmente andare incontro, ma la cosa viene accettata come un meritorio atto di governo.
Inizia il "balletto" del cambio di parità sul marco: "L'Unità" lo ipotizza a 1010 £, Confindustria punta a 1050 £ (giustamente), la City a quota 1000, la Francia "stranamente" a 950 (per quelli che non avessero capito 'sta faccenda, a tutt'oggi, credo non ci sia più nulla da fare). Ma Ciampi chiude ogni discussione:
Da notare che una timida resistenza, totalmente al di fuori del richiamo a principi costituzionali, anzi basata sul suo opposto teorico-economico, nella precedente discussione del 27 novembre (su una mera interrogazione parlamentare), la imbastisce l'on Marzano: lamenta che il cambio fissato a £ 990 risultasse penalizzante e che il governo si era impegnato a concordare 1020. Ma, al tempo stesso, ritiene comunque l'adesione (ndr; allo Sme e quindi all'euro) non mantenibile perché non abbiamo proceduto al previo taglio "strutturale" della spesa pubblica e saremmo stati "in ritardo" nel "processo delle privatizzazioni"...Basta con i sospetti, i dubbi, le in-terpretazioni capziose, le guerre guerreggiate à la Bundesbank. L’Ita-lia, ha detto Ciampi, intende essere tra i fondatori della moneta unica europea rispettando i parametri di Maastricht «senza vie traverse, senza aggirarne le condizioni.
9. Anche il 25 novembre 1922, allorché Mussolini ricevette i pieni poteri con voto della Camera (!), la classe politica e la stessa base popolare italiana non realizzano la piena portata dell'evento: cioè, nessuno si preoccupa veramente di prevedere gli ulteriori esiti della situazione politica, nel momento in cui viene ufficializzato il passaggio ad una forma di governo che non si cura più di rispettare la sostanza (elettivo-parlamentare dell'investitura del presidente del consiglio) dell'ordinamento "costituzionale" albertino, lasciandone in piedi solo le forme (l'incarico del Re e la compartecipazione di altri partiti al primo governo Mussolini), con qualche aggiunta (il "formale" Gran Consiglio, che non fu destinato, poi, ad assumere effettive decisioni, tranne l'ordine del giorno Grandi nela fatidica conclusione del 25 luglio 1943).
Ci ragguaglia la stessa fonte appena citata: "Nel dibattito parlamentare che dieci giorni prima si era concluso con la
concessione della fiducia al governo formato da Mussolini, si erano
levate voci autorevoli di consenso, nonostante il capo del fascismo
avesse pronunciato un discorso spavaldo e oltraggioso:
«Potevo», disse
in quell’occasione, «fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di
manipoli. Potevo sprangare il parlamento e costituire un governo
esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo
tempo, voluto».
Avevano ottenuto incarichi di governo due popolari
(Cavazzoni e Tangorra, Giovanni Gronchi ebbe un posto da
sottosegretario), due giolittiani (Carnazza e Teofilo Rossi), un
nazionalista (Federzoni), due alti ufficiali (il generale Armando Diaz e
il duca del Mare Paolo Thaon de Revel), un democratico sociale (Colonna
di Cesarò) e un filosofo considerato a quei tempi indipendente
(Giovanni Gentile).
Giovanni Giolitti disse che quel governo poteva
ristabilire la pace sociale.
Giovanni Amendola espresse il parere che
l’opera del governo dovesse essere assecondata per restaurare l’ordine.
Francesco Saverio Nitti auspicò che i fascisti si rivelassero in grado
di rendere un servizio al Paese.
Anna Kuliscioff invitò tutti, per
agevolare il «ritorno graduale alla vita normale», a non molestare il
governo «con punzecchiature inutili».
10. Assunta questa ricostruzione sul piano fenomenologico, - cioè quel che conta è la segnalata essenza del rapporto tra un certo evento politico, i suoi riflessi sulla "effettività" della legalità costituzionale "sostanziale" e la mancata resistenza "socio-politica" all'evento stesso-, le date sono dotate di un elevato grado di ricorrenza frattalica oltre che, appunto, di significatività fenomenologica.
A questo punto, rifissato il "dies a quo", quel che ci interessa maggiormente, è la scadenza del termine: se dobbiamo computare a partire da un periodo che si svolge lungo il fine settembre-fine novembre del 1996 il periodo frattalico corrispondente alla durata del fascismo, ci si ritrova ad avere un'identica scadenza tra il luglio (il Gran Consiglio che si risveglia e vota l'o.d.g. Grandi) e il settembre del 2017 (collocazione temporale dell'Armistizio e del "la guerra continua"...).
E teniamo conto che i componenti delle camere maturano il vitalizio conseguente al primo mandato legato a questa legislatura il 15 settembre 2017.
10.1. Circa il fondamentalissimo "fattore esogeno" (nella prima situazione storica: lo sbarco in Sicilia e il bombardamento di Roma), ne abbiamo già segnalano uno particolarmente frattalico: l'elezione di Trump, avvenuta l'8 novembre 2016. Ed infatti:
Rammento che, guarda il caso della Storia, "L'8 NOVEMBRE 1942 ebbe inizio l'operazione Torch, lo sbarco in Algeria e Marocco".
Poi:
"Alla fine del 1942 Churchill e Roosevelt decisero di incontrarsi nuovamente, stavolta a Casablanca, con l'obiettivo di pianificare la strategia globale nei mesi a venire[12]. Fin da subito si palesarono le divergenze di opinioni tra i due stati maggiori americano e britannico...
...Il generale Marshall non poté non riconoscere che un attacco in Sicilia - assai meglio che in Sardegna - avrebbe comportato due evidenti vantaggi: impegnare a fondo per la difesa dell'isola le numerose forze dell'Asse e, conquistandola, rendere più navigabile il Mediterraneo velocizzando le comunicazioni navali tra il Pacifico e l'Atlantico. Il 22 gennaio 1943, nella riunione conclusiva, si decise che a partire dal mese di giugno era autorizzata l'invasione anfibia della Sicilia".
Attuata poi, com'è noto, il successivo 10 luglio 1943.
Nel frattempo, mentre si aggrediva il nord-Africa, anche la battaglia di Stalingrado volgeva verso un ribaltamento contrario agli invasori tedeschi: fino alla resa della 6a armata tedesca il 2 febbraio 1943.
...
Ma a parte queste giocose similitudini, (frattaliche), è chiaro che Trump non sarà in una immediata posizione di realizzare il suo programma (ammesso che abbia le idee chiare), senza "trattative" con l'establishment bipartisan".
Poi:
"Alla fine del 1942 Churchill e Roosevelt decisero di incontrarsi nuovamente, stavolta a Casablanca, con l'obiettivo di pianificare la strategia globale nei mesi a venire[12]. Fin da subito si palesarono le divergenze di opinioni tra i due stati maggiori americano e britannico...
...Il generale Marshall non poté non riconoscere che un attacco in Sicilia - assai meglio che in Sardegna - avrebbe comportato due evidenti vantaggi: impegnare a fondo per la difesa dell'isola le numerose forze dell'Asse e, conquistandola, rendere più navigabile il Mediterraneo velocizzando le comunicazioni navali tra il Pacifico e l'Atlantico. Il 22 gennaio 1943, nella riunione conclusiva, si decise che a partire dal mese di giugno era autorizzata l'invasione anfibia della Sicilia".
Attuata poi, com'è noto, il successivo 10 luglio 1943.
Nel frattempo, mentre si aggrediva il nord-Africa, anche la battaglia di Stalingrado volgeva verso un ribaltamento contrario agli invasori tedeschi: fino alla resa della 6a armata tedesca il 2 febbraio 1943.
...
Ma a parte queste giocose similitudini, (frattaliche), è chiaro che Trump non sarà in una immediata posizione di realizzare il suo programma (ammesso che abbia le idee chiare), senza "trattative" con l'establishment bipartisan".
11. Insomma, trasposto tutto questo materiale sul piano, suo proprio, della sovranità monetaria e fiscale e del loro essere contenuti essenziali della sovranità popolare costituzionale tout-court, la situazione extra-ordinem che oggi viviamo in nome dell'€uropa, potrebbe subire notevoli scossoni nei prossimi mesi: tra bail-in, ESM, default bancari sempre più probabili, tentativi di aggirare queste pesanti ipoteche su qualsiasi speranza di ritorno alla crescita, manovrone aggiuntive imposte dall'€uropa e loro inevitabili effetti recessivi, e, soprattutto, malcontento popolare crescente che spingerà per arrivare finalmente a un voto...
La logica (di preservazione della democrazia sovrana e del relativo benessere del popolo italiano), almeno, lo farebbe pensare: quanto può reggere una linea politica all'evidenza del suo crescente fallimento?
Ma la realtà, e lo sappiamo fin troppo bene, è in genere un'altra cosa.
Questo è solo un divertimento...
[Ma intanto...FLASH! LA BCE AVREBBE RESPINTO LA RICHIESTA DI MPS DI CONCEDERE PIÙ TEMPO PER L'AUMENTO DI CAPITALE - SIENA AVEVA CHIESTO 20 GIORNI IN PIÙ VISTO IL MUTATO CONTESTO PER L'ESITO DEL REFERENDUM]
[Ma intanto...FLASH! LA BCE AVREBBE RESPINTO LA RICHIESTA DI MPS DI CONCEDERE PIÙ TEMPO PER L'AUMENTO DI CAPITALE - SIENA AVEVA CHIESTO 20 GIORNI IN PIÙ VISTO IL MUTATO CONTESTO PER L'ESITO DEL REFERENDUM]
Divertimento dunque sia.
RispondiEliminaPensa se Mattarella viene travolto dalla necessità del bomba di non essere rosolato a fuoco lento dal suo stesso partito e comincia a soffiare sul fuoco delle elezioni subito alimentato dalle opposizioni.
Elezioni politiche qui da noi (dopo un tale referendum), in Francia e Germania nel 2017.
(però non ci credo che il colle cederà ad uno scenario di elezioni subito)
Se finiamo sotto esm, prepariamoci alla resistenza armata o resteranno solo ceneri e macerie.
RispondiEliminaRammento che a questo giro la Storia si ripeterà in farsa, cioè senza tragici spargimenti di sangue: tanto più che il fatto che la nostra Costituzione del 1948 sia riuscita a rimanere indenne al tentativo di avviarne la distruzione formale, pone nella legalità chi vuole difendere la sovranità democratica e nell'illegalità che si ostina a volerla violare a favore di opachi interessi privati e prevalentemente non italiani.
EliminaIn realtà, mai come in questo caso, è sufficiente un risveglio di massa (evidentemente spinto da eventi che non si possono ignorare), con , da un lato, la finale perdita di credibilità di un sistema mediatico grottescamente anti-italiano, mentitore, e sfacciatamente neo-liberista, e, dall'altro, l'esercizio di quella partecipazione di tutti alla vita politica, economica e culturale del Paese.
@Quarantotto10 dicembre 2016 08:12
RispondiEliminaUno di questi fatti potrebbe essere già avvenuto: la BCE che nega proroga al MPS.
Non sono riuscito a capire se c'è stato un preavviso al governo italiano o se hanno colpito a freddo.
Se noti, la notizia è già riportata nell'addendum finale.
EliminaIn pratica, ratifica, o spinge, per una legittimazione del fatto che "il contesto mutato per l'esito del referendum" non sia tale.
In sostanza è un invito pressante alla continuità in senso €uropeista.
Avevo notato l'addendum. Mi era solo venuto in mente lo sciamare in strada dei pensionati che protestano per i loro risparmi confiscati dalle procedure europee di "salvataggio" della banca.
RispondiEliminaPurtroppo non abbiamo ancora visto nulla. Si prepara un prelievo forzoso sui c/c di tutti: non si vede come possano altrimenti dare copertura a intervento di cui non si conosce ancora l'entità (crescente perché sistemica)
EliminaCarissimo 48, la sua ipotesi Frattalica o Vichiano-frattalica è talmente intrigante che provo a concedermi il lusso di una nota su cotanto blog -e non scherzo. Un blog che nasce su questa idea, che è un modello di previsione vero e proprio (e poi vabbeh è difficile e per me impossibile solo elencare tutti gli altri contributi ed effetti su di me ecc.). Tra l'altro è geniale il modo in cui spiega il frattale, un paragrafetto e un plot, che dicono tutto bene e rigorosamente...vabbè se lo facci dire lei è un Genio.
RispondiEliminaIl fatto che si possano accoppiare fatti di ieri con fatti di oggi e quindi andarsi a estrapolare il prossimo accadimento è enormemente intrigante. E anche rassicurante perché si riesce immaginare la fine di questo strazio. La mia nota-domanda-proposta? è questa, forse nel datare le cose bisogna considerare che ieri c'era la guerra mentre oggi la guerra viene anche essa diluita a piccole dosi... introducendo uno sfasamento temporale a nostro svantaggio. Adesso il terrorismo, l'immigrazione e ovviamente lo smantellamento dello stato e del patto sociale vanno più lentamente e quindi è più lenta l'irritazione e la consapevolezza dei popoli. Anche la elite, in fondo, son sicuro che nella WWII si divertiva meno di oggi. Se è così (purtroppo) il tempo tra le vittorie successive potrebbe esser più lungo, soprattutto all'inizio.
Sono del tutto d'accordo.
EliminaAnzi, grazie per aver aggiunto questa precisazione che avevo già fatto oggetto di riflessione, ma che era rimasta fuori (per stanchezza mentale...lo confesso).
I frattali, in effetti, non postulano l'identità ma l'omotetia, che può anche riprodurre linee parallele appartenenti a figure simili tra loro ma poste "in scala"...
Stavo pensando all'effetto Trump, come evento esogeno. Ma le notizie odierne sono poco confortanti : ancora si sta procedendo a un ricalcolo dei voti , Obama che parla per voce della CIA di un'ipotesi di hacker russi infiltratisi nei comitati elettorali , l'enorme game del dopaggio degli atleti russi ( indagini che partono dal 2012) ,Cina che protesta per la telefonata a Taiwan , eccc. Mi viene di pensare sempre più spesso alll'enorma massa da americani armati, perchè puntare a una guerra civile ? Mi sembra ancora tutto in divenire , nel senso che non scorgo la meta finale ( a parte la conquista del mondo come diceva Mister Mind ). Per quanto riguarda L'Italia mai si erano viste consultazioni contemporanee di un PDR e di un PDC , non vedo come possa il " Ducetto " di Rignano scavallarsi dalle sue responsabilità , soprattutto se dovrà sostenere un governo isituzionale , dopo l'esperienza Monti le altre forze politiche si guarderanno bene dal farlo.Se la TROIKA entrerà in Italia solo un nuovo CLN riuscirà a liberarcene, non mi rimane che aderire all'ipotesi di Bagnai :http://goofynomics.blogspot.it/2016/09/fantapolitica.html , l'unica che mi pare ragionevole . dopo ci lasceranno andare per manifesta inferiorità ( come nel pugilato )
RispondiEliminaObama fa tutto l'avvelenamento possibile dei pozzi, finché può. Ma non è nulla di destinato ad ottenere alcun risultato (se non quello di eccitare la grancassa di paesi pre-colonizzati dal globalismo, come l'Italia).
EliminaIl governo sarà tutto meno che istituzionale, ammesso che ormai abbia senso parlare di governo per il cda di una controllata che deve essere ristrutturata a favore del bilancio della controllante estera
Nel 1998, a Costituzione ormai disattivata, furono ufficialmente adottati i tassi irrevocabili di conversione delle prime undici divise partecipanti all’UEM in forza del Regolamento (CE) n. 2866/98 del Consiglio del 31 dicembre 1998 (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:1998:359:0001:0002:IT:PDF). Per l’Italia, lo avremmo imparato a nostre spese, l’€uro si presentò come una lira sopravvalutata, mentre per la Germania un marco sottovalutato, con tutte le nefaste conseguenze del caso.
RispondiEliminaGiornata, storica e simbolica “… Il Grande sogno che sembrava un'utopia oggi è realtà", ha detto con un po' di emozione il ministro italiano dell'Economia (NdF: C.A.Ciampi), ricordando che si tratta di un traguardo raggiunto grazie agli sforzi di tutti gli italiani "al di là delle divisioni politiche". "La nuova moneta - ha poi aggiunto - è comunque un inizio, l'inizio per risolvere i problemi nostri e dei Paesi europei", primo fra tutti quello del lavoro: "Sulla stabilità dell'euro dobbiamo creare anche nuova occupazione” (http://www.repubblica.it/online/speciale/risultati/risultati/risultati.html)
“… Alle 12,53 del 31 dicembre Jacques Santer e Yves Thihault de Silguy hanno scoperto a Bruxelles il pannello luminoso con i valori dell’euro nelle undici monete nazionali che lo compongono. Nessuna sorpresa: la procedura era stata fissata nei minimi dettagli sin da maggio. Salvo alla sesta riga dove si leggeva: 1 EUR=1936,27 ITL. Appena qualche ora prima, alla vigilia, la Banca d’Italia aveva ipotizzato un valore compreso fra 1,938 e 1,940 lire. La differenza era davvero marginale ma tanto bastava per far nascere un piccolo giallo smontato subito dallo stesso Ciampi “Non c’è nessun significato né politico né economico. Io stesso quando mi sono state chieste previsioni sulla quotazione della nostra moneta ho arrotondato di qualche punto calcoli previsionali, appunto, quindi per loro natura approssimativi”. E’ stata eccezionale per molti versi la giornata del 31 dicembre brussellese che ha visto i ministri finanziari europei proclamare la nascita della moneta unica; tanta retorica e molta commozione sincera; CIAMPI, CON GLI OCCHI UMIDI CHE SPRIZZAVANO FELICITÀ…” [News Europa, Commissione Europea, n. 12/1998, 49].
Dal 1925 al 1928 Giuseppe Volpi, allora Ministro delle Finanze, fu la persona che si incaricò di portare a compimento l’operazione di rivalutazione della lira a quota 90, operazione annunciata da Mussolini durante il discorso di Pesaro del 18 agosto 1926. “… La battaglia per la difesa della Lira comportò la riduzione dei salari e dei prezzi, diminuzione del denaro circolante tramite la conversione forzosa dei Buoni del Tesoro, raccolti nel famoso Prestito del Littorio… La rivalutazione privilegiò i lavoratori a reddito fisso, ed aumentò di conseguenza il consenso della media e piccola borghesia verso il Regime. D’altro canto danneggiò l’industria manifatturiera, per la diminuzione dell’esportazioni e della domanda interna, mentre si profilava un calo della produzione industriale in seguito al crollo dei consumi interni…” [http://www.lintellettualedissidente.it/storia/la-difesa-fascista-della-lira-quota-90/]. (segue)
Nella mia “personale” tabella di marcia di liberazione, ho quindi fissato il dies a quo al dicembre 1998 (ripeto, come mera data simbolica). Nella prospettazione frattalica, la fine del vent€nnio verrebbe a scadere tra il mese di novembre ed il mese di dicembre 2018 (siamo quindi a fine 2018).
RispondiEliminaConvergono, in tal senso, due date significative: una – importantissima - quella del 4 dicembre 2016 (referendum costituzionale sovranista) e l’altra, rammentata nel post, quella dell’8 novembre 2016 (elezione di Trump), quest’ultima assunta propriamente come “fattore esogeno”.
Ebbene, proprio il 4 DICEMBRE 1942 Napoli fu oggetto di uno dei più massicci bombardamenti degli Alleati nell’intera Campagna d’Italia. Un periodo terribile che si sarebbe concluso con l’insurrezione delle Quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943), avvenimento che sarebbe valsa alla città la medaglia d’oro al valor militare. Mi piace ricordare questa città come simbolo di quel Sud Italia (con troppa ignoranza spesso bistrattato, v. quel galantuomo di Chicco Testa http://goofynomics.blogspot.it/2016/12/la-semplice-economia-del-referendum.html) e che ha votato compattamente NOO !!
L’8 NOVEMBRE 1943 l’aviazione americana (USAAF) inizia la terza fase di bombardamenti sulla città di Torino. Dall’estate del 1943 (dopo lo sbarco in Sicilia e poi a Salerno) l’aviazione americana ebbe infatti a disposizione aereoporti anche sul territorio italiano. Gli attacchi avvennero con un’unica formazione di bombardieri scortati da caccia. I bombardieri avevano un obiettivo preciso: la distruzione sistematica degli impianti industriali o della via di comunicazione.
Aggiungo altresì che, se l’ultimo colpo di coda di Hitler sul fronte occidentale, cioè l’offensiva delle Ardenne, iniziò il 16 DICEMBRE 1944 e si concluse il 28 gennaio 1945 con la vittoria degli Alleati, da fine 2018 la data potrebbe spostarsi in avanti sino ai primi mesi del 2019.
Spero di essere sonoramente smentito e che la tortura finisca prima. Tuttavia, €SSI sanno che la battaglia è cruciale e venderanno cara la pelle. Noi però non arretreremo nemmeno di un centimetro :-)
La tua datazione è basato su argomenti interessanti.
EliminaMa non è cronologicamente coerente e "frattalica".
Infatti, se fai coincidere il dies a quo del dicembre 2018, - prospettiva in sè terrificante per tutto quello che possono fare in questi prossimi due anni (ma non per questo irrealistica)-, il dies ad quem (di un periodo di 20 anni e circa 9 mesi fino al 25 luglio-->8 settembre 1943), si colloca nel settembre 2019.
E non potrebbero in tale anno, ma solo nel 2020, accadere eventi ascrivibili al 1944 (che diventa appunto il 2020, per di più più inoltrato, con una sfasatura frattalica di circa tre mesi di ritardo rispetto agli eventi corrispondenti del 1944).
Non dimentichiamo che l'ipotesi frattalica si basa, allo stato, sulla serie di eventi collocati tra l'estate e la fine del 1943, cui seguì circa un anno e mezzo di guerra civile e di avanzata degli Alleati nella penisola.
Francesco, ripensandoci "oggi"...potresti essere stato l'unico ad averci ragione
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