martedì 9 aprile 2013

PORTOGALLO: I DANNI COLLATERALI E LA RESISTENZA COSTITUZIONALE

Della sentenza non si conoscono ancora (in Italia) le esatte motivazioni.
Quello che è certo è che la Corte costituzionale portoghese, su rimessione da parte del Presidente della Repubblica, ha stabilito la illegittimità costituzionale di 4 (su 9) delle norme della legge finanziaria "lo-vuole-l'europa" che doveva servire al consolidamento (l'ennesimo) di bilancio, come misura imposta dalle istituzioni UEM in termini di austerity espansiva.
Inutile ribadirlo, quel tipo di austerity che serve a garantire essenzialmente i crediti delle banche straniere che contano sui soldi dei contribuenti (reddito e patrimonio) di una paese debitore all'interno dell'area UEM, perchè: 1) sia ripagato il capitale investito nel debito pubblico del paese debitore che, come tale, è obbligato a corrispondere, sul mercato di collocamento, un alto interesse,  ben superiore a quello che gli stessi creditori percepirebbero, su un eguale capitale nella stessa valuta comune, (cioè l'euro) nel loro paese UEM di residenza; 2) sia ripagato il debito contratto dal sistema bancario del paese debitore - tramite il credito interbancario una volta esistente all'interno dell'UEM e poi attraverso le erogazioni della BCE- e ciò attraverso fondi pubblici di ricapitalizzazione e rifinanziamento di tale sistema bancario del paese debitore.
Inutile anche ribadire che tale austerità espansiva ha il "piccolo" inconveniente di aggravare la situazione del debitore in un inesorabile morsa di recessione e insolvenza, poichè impoverisce  sistematicamente i cittadini, che vedono drasticamente contrarsi i redditi disponibili, aumentare la disoccupazione e, pertanto, non sono in grado di ripagare mutui e finanziamenti al consumo comunque contratti e, in aggiunta, neppure di provvedere ai propri bisogni essenziali, innescandosi un calo di consumi portatore di nuovi fallimenti di imprese e ulteriore disoccupazione. Con una spirale di peggioramento dei conti pubblici, provati da riduzione delle entrate e aumento della spese di assistenza alla disoccupazione (che le norme cassate in Portogallo volevano comunque ridurre!).
Che la Corte costituzionale portoghese lo potesse fare è pacifico: è principio comune a tutti i paesi aderenti all'UE, e anche all'UEM (che della prima è una forma più stringente ma non difforme, sul piano della fonte del vincolo, cioè un vincolo di diritto internazionale dei trattati) che le norme interne dettate dall'adempimento di tali obblighi derivanti dai trattati possano essere sindacate alla stregua dei parametri costituzionali di diritto interno che abbiano il carattere di principi fondamentali.
Questi ultimi possono essere variamente definiti, in ciascun ordinamento, ma tendono con una certa uniformità condivisa - in base al comune patrimonio di civiltà democratica che caratterizza le Costituzioni successive alla seconda guerra mondiale- a coincidere con i diritti fondamentali della persona e con la concreta applicazione del principio di uguaglianza sostanziale, nel pieno dei suoi corollari della ragionevolezza e della proporzionalità.
Quegli stessi diritti fondamentali che pacificamente non costituiscono compiti e competenze che la UE assume come finalità caratterizzanti la sua azione e essenza di potere sovranazionale, che non ammette dunque alcuna mediazione tra tali diritti e le finalità di stabilità dei prezzi (cioè politiche deflattive di protezione dell'economia finanziaria), stabilità finanziaria (cioè garanzia dei crediti degli operatori bancari e finanziari in genere nei reciproci rapporti all'interno dell'UEM) e, in generale, l'obiettivo del raggiungimento di una forte competizione interna al mercato unico.
E se una mediazione fosse stata ipotizzabile dalle norme dei trattati che imponevano un coordinamento delle politiche fiscali, sociali e del lavoro, queste enunciazioni sono rimaste sulla carta, essendosi inteso ciò come concettualmente ricompreso nei meri parametri di convergenza su debito e deficit pubblico, tralasciando, in base a un fortissimo orientamento ideologico, ogni serio tentativo di armonizzare nella sostanza le norme in materia tributaria, previdenziale e di tutela dell'occupazione.

Di questi problemi in questo blog abbiamo parlato fin dall'inizio.
E i punti qui riassunti sono stati trattati nel post "Focus 3- Redux" e in "Focus-3 Costituzione, Trattati e internazionalismo" versione "espansa".
In quelle sedi abbiamo, riagganciadoci ai post in cui le varie questioni sono state ulteriormente trattate, definito il concetto corretto di "principi fondamentali" sia in termini di teoria generale, sia nella versione datane da Mortati, illustrando come: a) l'UE sia esplicitamente estranea al perseguimento dei diritti fondamentali della persona nell'ambito delle sue competenze; b) "stabilità dei prezzi" e "piena occupazione" UE-UEM non abbiano nulla a che vedere con le clausole che normalmente concretizzano i principi fondamentali nelle varie Costituzioni che, infatti, ammettono vari gradi di filtro alla incondizionata prevalenza del diritto europeo.

A quella trattazione del problema, vorremmo ora aggiungere le parole di Giuseppe Tesauro, illustre conoscitore del diritto europeo, per essere stato Avvocato Generale presso la Corte di giustizia delle comunità europee, nonchè per essere, attualmente (dal 2005), giudice della Corte costituzionale:
"...Il principio della prevalenza della norma dell'Unione incontra il solo limite dei principi strutturali del nostro sistema e dei diritti fondamentali della persona, limite di fatto fino ad oggi rimasto sulla carata, risolvendosi in una ipotesi di scuola" ("Diritto dell'Unione europea", cap. II, pag. 223).
Se ovviamente concordiamo con la prima parte dell'affermazione (che ricalca, con minor rigore, quanto comunque già affermato da Mortati e dalla stessa Corte costituzionale italiana), abbiamo invece qui già dissentito dalla seconda parte, dimostrando come, da parte dei vincoli europei, la violazione ampia, sistematica e reiterata di "principi strutturali e diritti della persona", quali espressi dalla nostra Carta costituzionale, sia ben lungi dall'essere un "caso di scuola".
Ma se qualche dubbio poteva sussistere, - e peraltro permane, attesa la difficoltà di definire e stimare correttamente l'impatto socio-economico dell'euro e di Maastricht da parte della nostra Corte costituzionale-, la decisione della Corte costituzionale portoghese smentisce nettamente l'idea che si possa trattare di un "caso di scuola".
Il Portogallo, e la sua civiltà giuridica della democrazia vivente, hanno battuto un colpo sulla campana della Storia. Un battito di ali della farfalla della libertà democratica che, speriamo, possa innescare il travolgimento della follia distruttiva, dell'"odio per l'umanità" che pervade l'Europa.
Un odio che ha la stessa matrice di quello che aveva caratterizzato i totalitarismi che hanno messo a ferro e fuoco l'Europa, in un passato non abbastanza lontano da meritare un oblio sempre più inquietante: come quello che gli riserva una governance UEM, che sarebbe più degna di sedere a fianco dei grandi tiranni della Storia, solo in una versione più grigia, squallidamente burocratica, ammantata di una lucida follia distopica, proprio come i "contabili" di "Cuore di Tenebra".

A conferma di questa lucida follia incapace di mediazioni e di autocritica (caratteristica delle psicosi collettive che frantumano ogni senso razionale della condizione umana), la reazione della Commissione Europea alla sentenza della Corte Costituzionale portoghese ha avuto il seguente tenore:
"The European Commission welcomes that, following the decision of the Portuguese Constitutional Court on the 2013 state budget, the Portuguese Government has confirmed its commitment to the adjustment programme, including its fiscal targets and timeline. Any departure from the programme's objectives, or their re-negotiation, would in fact neutralise the efforts already made and achieved by the Portuguese citizens, namely the growing investor confidence in Portugal, and prolong the difficulties from the adjustment.
The Commission therefore trusts that the Portuguese Government will swiftly identify the measures necessary to adapt the 2013 budget in a way that respects the revised fiscal target as requested by the Portuguese Government and supported by the Troika in the 7th review of the programme.
Continued and determined implementation of the programme offers the best way to restore sustainable economic growth and to improve employment opportunities in Portugal. At the same time, it is a precondition for a decision on the lengthening of the maturities of the financial assistance to Portugal, which would facilitate Portugal's return to the financial markets and the attainment of the programme's objectives. The Commission supports that such a decision be taken soon.
The Commission will continue to work constructively with the Portuguese authorities within the parameters agreed to alleviate the social consequences of the crisis.
The Commission reiterates that a strong consensus around the programme will contribute to its successful implementation. In this respect, it is essential that Portugal's key political institutions are united in their support."
L'unica cosa che conta è che l'impegno sia ripreso nella misura e nei tempi programmati e che la "fiducia degli investitori" sia ripristinata nei termini che possano dare un senso agli "sforzi" (!) dei cittadini portoghesi: altrimenti non sarà garantito il prolungamento dell'assistenza finanziaria che possa consentire al Portogallo il "ritorno ai mercati finanziari". Naturalmente questo al fine di ottenere una "crescita economica sostenibile".
La totale cecità di queste parole, che ignorano che sussista una drammatica recessione e che il loro "programma" non sia altro che il mezzo per garantirne la prosecuzione a danno dei cittadini portoghesi, i cui diritti sono così massicciamente violati, non ha bisogno di commenti. Non una parola è detta sulla violazione della Costituzione: è un piccolo danno collaterale della "crescita sostenibile" e della "fiducia dei mercati finanziari".
Insomma, non è successo nulla: la guerra finanziaria totale contro i popoli e le Costituzioni "continua". E già il governo portoghese annuncia, in sostituzione agli 1,3 miliardi non più rastrelllabili per via della sentenza della Corte Costituzionale, nuovi tagli a sanità, pubblica istruzione e servizi pubblici: "non abbiamo scelta: è un'emergenza nazionale".



33 commenti:

  1. Sapevo che ne avresti parlato, e condivido tutta la drammaticità del momento, trovo assurdo e colpevole che non se ne parli, come se tutto fosse una semplice fatalità, un evento naturale cui è impossibile ed inutile opporsi.
    Non è così non è così non è così Non è così non è così non è così.
    La resistenza non è futile è solo momentaneamente disorganizzata.
    Surrender? Per me Mai!
    (credo la tua sia solo un'amara constatazione, e visti gli eventi sano realismo, ma non può finire così...)

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    1. La decisione della Corte portoghese è una cosa importantissima: per il suo valore di rivendicazione dei limiti della tradizionale sovranità degli Stati di fronte a un'organizzazione sovranazionale a carattere economico-finanziario. Praticamente ridotta a notizia minore, incidente di percorso un pò pittoresco, dalla informazione italiana.
      La mancata sollevazione di tutti i paesi direttamente o indirettamente interessati, specie di fronte alla reazione della Commissione, è la dimostrazione dell'alterazione della scala di valori che segna lo stesso fondamento delle comunità democratiche.
      Non so come dirlo più chiaramente di così: dire queste cose non sembra scuotere più nessuno.
      Le coscienze paiono inaridite e rassegnate a una distruzione irreversibile, alla fine accettata pure con senso di colpa e quindi vista, in fondo, come "giusta".
      Ovviamente non è tutto così; altrimenti la rimessione alla Corte e la stessa pronuncia di quest'ultima non ci sarebbero state.

      Ma forse è l'inizio di qualcosa.
      Magari l'Italia si accoderà....dopo

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    2. Continuare a fare informazione è importante. Ma senza un ulteriore schock che, per fortuna o purtroppo (come cantava Gaber), arriverà non ci sarà risveglio di quelle coscienze che paiono inaridite.

      Il numero delle persone non colpite, o colpite solo marginalmente, dalla crisi è ancora troppo piccolo. Io stesso, ancorché precariamente, riesco a sopravvivere a costo di rinunciare a qualsiasi progetto di vita.

      Come dice la signora vocidallestero, "ogni cosa vuole il suo tempo". Un commento essenziale ed efficace.

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    3. Ma vedi: per gli italiani lo shock è invariabilmente quello da infliggere ad altri italiani. Sono 500 anni che non riuscendo a fare altro che questo (e ora sarà fatto, come ai tempi di tangentopoli, perseguitando la corruzione e tralasciando le cause effettive della crisi), non reagiamo come popolo a nessuna forma di oppressione e dominazione straniera. In genere, anzi, la invochiamo, e, se va male, al massimo ce la prendiamo con chi l'ha invocata.
      Al di là della invettiva classica "antiitaliana", temo che non ci sarà mai il "suo tempo".
      Piuttosto ci accoderemo a forze straniere che contrasterano, per i propri interessi, le altre forze straniere che ora ci opprimono...

      Il vero danno di questa crisi, comunque non è il calo del benessere, evidentemente sopportabile dalla maggioranza finora e chissà quanto a lungo: il danno sta nella deprivazione delle risorse aggintive che sarebbero state prodotte in assenza dell'euro e della distruzione dell'intervento publbico, risorse che ci avrebbro forse consentito di costruire una società "sostenibile" per le generazioni future...

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    4. Allora bisognerà che tutti gli italiani comincino a diventare un po' toscani :
      «... Non può essere, infatti, per un puro caso che i toscani siano sempre stati un popolo libero, il solo, in Italia, che non abbia mai sofferto schiavitù straniera, e si sia sempre governato da sé, con la propria testa o con le proprie palle : s'intende con le sei palle dei Medici, che eran tiranni ma avevano le palle toscane. ...» (Curzio Malaparte - Maledetti toscani)

      Ora ritorno serio.

      Art. 11.

      ... consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; ...

      Ora la Corte portoghese.
      Prima il Bundesrat ha bloccato il fiscal compact.
      E prima ancora le togherosse (Corte costituzionale tedesca) hanno modificato (ad esclusivo uso tedesco) il MES.

      Noi non siamo ancora riusciti a bussare alla porta della Consulta (ma con la modifica dell'art. 81 Cost in tempi brevi, forse, qualche ente locale porterà i libri in tribunale).
      Ma la parità con gli altri stati è già annullata. O mi sbaglio?

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    5. Era annullata in partenza, per il solo fatto che si partiva senza che la inflazione fosse identica, e senza che ciò fosse stato effettivo da un numero significativo di anni e, peraltro, nemmeno correttamente registrato nei cambi iniziali ancorati al 1996 (se non erro: comunque si trattò di sòla autoinflitta)

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  2. Più passa il tempo, più penso che la forza delle istituzioni europee risieda anche in un fattore meta-giuridico, ossia quello di aver generato una coscienza collettiva sull'ineluttabilità delle cose e della primazia degli organismi comunitari (e qui si inserisce il dibattito sul ruolo dell'informazione nella cementificazione di questa coscienza, che rende drammaticamente attuali le parole di Goethe: non c'è cosa peggiore di colui che, essendo schiavo, si crede libero).
    La sentenza della Corte costituzionale portoghese, da sola, non poteva bastare. Può rappresentare, però, una fine o un inizio. Una fine, se ad essa non farà seguito nulla, nè in ambito parlamentare, nè nella società civile. Un inizio, se accadrà il contrario. La "palla", è, ancorché si possa stentare a crederlo, anche nella coscienza di chi siede nel Parlamento di quel paese. Perché anche un deputato di destra può e deve delegittimare il governo, ancorché voluto dal suo partito, se quel Governo tradisce gli interessi e la costituzione del Paese.
    Dalla Commissione europea, ma in generale da tutte le istituzioni UE, non mi aspetto nessuna presa di coscienza. Sono organismi di natura profondamente anti-liberale, con ambizioni anti-democratiche e che operano con metodi staliniani. E quindi per definizione incapaci di comprendere le istanze di giustizia e di democrazia. I liberali che credono in buona fede in questa Europa (ammesso che ce ne siano), cadono nello stesso errore in cui, a suo tempo, caddero quelli come Salandra, quando appoggiarono il fascismo.
    Questo è il verdetto dei fatti, che il monoblocco ideologico dei media potrà nascondere, ma non cambiare.

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    1. Hai ragione il corto circuito ideologico tra elites oligarchico-finanziarie alla guida totalitaria dell'UE e versione alterata della realtà fornita dai media (e in realtà dall'intera classe "culturale": università in testa), è il perno della nuova tragedia europea.
      Direi, parafrasando: "non c'è peggior cosa di colui che essendo libero si crede schiavo" (e perciò accetta supinamente di essere terrorizzato, senza lottare per i diritti che ancora le Costituzioni gli riconoscono)

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  3. Scusate ma stiamo assistendo al più grande furto di democrazia e di conquiste sociali mai visto: la costituzione viene costantemente tradita con la complicità di chi ci governa, in nome di questa UEM. Quello che mi scandalizza di più è il silenzio e il
    quasi totale asservimento a queste politiche delle classi dirigenti dei paesi coinvolti, parlo soprattutto dell'Italia.
    Nessuno o quasi mette in discussione questa mostruosa costruzione
    che sta distruggendo lentamente interi paesi. E' solo fanatismo
    o ci sono ragioni,(a parte quelle che già conosciamo),che non possono essere dette?
    Sono per la resistenza, ma al momento siamo credo in pochi ad aver
    individuato il nemico da combattere.
    Grazie per questo blog.

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    1. E lo sai qual'è il paradosso? Che l'Italia soffre delle più massicce violazioni della Costituzione (essendo la sua quella più avanzata) e al tempo stesso è quella che aveva meno necessità e convenienza ad assumere questi vincoli (come è detto nel post di ieri:http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/europa-disinformatja-linganno-infinito.html)

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  4. ma certo che è l'inizio di qualcosa!
    la storia ci insegna che lo spirito rivoluzionario /di resistenza trova sempre il modo di riemergere. A partire dalla rivoluzione americana e francese de 18° secolo è stato posto in essere nella vita dei popoli il nuovo principio per cui gli uomini non dipendono giuridicamente da autorità alcuna se non quella che essi liberamente accettano ed investono del potere. Insomma la sovranità appartiene al popolo, questo consente di distinguere un suddito da un cittadino. E non posso credere che questi cittadini non si riapproprino (spero prima, che poi) di esercitare la propria sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione.

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    1. Oddio non possiamo crederci...ma lo stanno facendo. Altrimenti il PUD€ non sarebbe almeno all'80% in parlamento

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  5. ma certo hai ragione. ma il restante 20% è "l'inizio di qualcosa" di cui parlavo.
    credimi, 48, questo blog e i (numerosi) altri che si dedicano ad una informazione lucida e responsabile stanno aprendo molte coscienze. Ed è già qualcosa. Ed io sono d'accordo con Giovanni, il numero delle persone colpite marginalmente è evidentemente ancora basso. Molti hanno attinto ai risparmi, molti hanno ridotto il tenore di vita, ma c'è necessariamente un limite a tutto questo. E quando si inizieranno a toccare in maniera più incisiva le pensioni? e la sanità non potrà essere più sostenuta? e il livello di tassazione supererà la soglia della tollerabilità e sostenibilità? certo la lentezza con cui va avanti il processo di consapevolezza non lascia presagire gran che di buono, su questo sono d'accordo. ma occorre proseguire nel lavoro di diffusione, divulgazione e informazione per alimentare la rabbia, come tu giustamente fai, anche se a volte si rischia di cedere al pessimismo e alla rassegnazione

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  6. "US urges Europe to focus on growth amid concerns of more bailouts ahead"...forse è questo che intende dire 48...al posto di US, 48 (ma pure io) vorremmo che ci fosse scritto "Italy"... Perchè è giunta la stra-ora che l'Italia faccia prima gli interessi suoi esprimendosi attraverso non un desiderata qualunque, ma con quanto affermato nella propria Costituzione, che ha valore internazionale fino a prova contraria.
    Niente c'è da aspettarsi dagli pseudo-economisti prostrati al volere dei big players mondiali, quanto piuttosto da chi la Costituzione, nella propria sede giuridica di competenza, dovrebbe difenderla nei modi e nei tempi che il mandato prescrive loro. Fa notevolmente e quantomai pensare il niet imposto dalla Corte Costituzionale portoghese al confronto con l'assordante silenzio dei pari italiani. E' questa la vera resa, dello Stato di diritto che tutela il popolo "sovrano" della nostra nazione... Il silenzio assordante dei custodi del "diritto" italiano è reso palese da queste mancate prese di posizione che facilitano la destrutturazione dello stato di diritto stesso e quindi del pieno sviluppo di una società sovrana e finalizzata al benessere sociale diffuso e sostenibile. Spero di interpretare bene il pensiero anche se non di mia compentenza...

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    1. Jack Lew si vedrà con Schauble (mentre Obama deve individuare i tagli da apportare dopo l'attualizzazione del fiscal cliff: cosa che acuisce l'interesse di Obama a una ripresa veloce della domanda mondiale). Insomma, speriamo che Schauble si dimostri l'arrogante intransigente che è. E che Lew sia veramente di un'altra pasta rispetto a Geithner (quasi quasi ti manderei a caccia dei possibili gustosi risvolti del Lew's trip, ma solo se ti diverte :-)).
      Quasi, quasi, l'incidente diplomatico è la nostra unica speranza

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    2. Oggi come all'ora, l'errore tedesco sarà la "dichiarazione di guerra agli Stati Uniti".......

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    3. Se hai tempo, in velocità ho trovato questo . Il titolo sembra promettente, ma non posso ascoltare il contenuto... ;)

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    4. E' ancora un pò presto per stimare le ricadute dell'incontro e in generale della missione di Lew. Bisogna vedere cosa è accaduto veramente e come commentenranno effettivamente negli USA, anche tra le righe. Come e quanto verrà downsized la notizia in UEM e in Italia specialmente.
      Insomma, un bel post, se e quando sarai pronto, seguendo queste tracce laddove non arriverebbero i media italiani (ma solo se ti diverte, ripeto e senza ansie:-))

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    5. "We need to balance policies of growth and investment in the future with polices of fiscal consolidation...THE RIVER FOR ECONOMIC GROWTH WILL BE CONSUMER DEMAND AND POLICIES THAT HELP TO ENCOURAGE CONSUMER DEMAD IN COUNTRIES THAT HAVE THE CAPACITY would be helpful.". Ogni riferimento alla Germania ed alle Sue politiche suicide è puramente casuale... ;)

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    6. il contenuto è il solito che sappiamo. Lew dice che è ora di concentrarsi sulla crescita e che non ha senso un paese con un surplus del genere che non dà una mano aumentando la propria domanda. mentre il grande aguzzino risponde che crescita e consolidamento fiscale van di pari passo, l'europa è sulla strada giusta.

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  7. “We have an immense stake in Europe’s health and stability,” Mr. Lew said. “I was particularly interested in our European partners’ plans to strengthen sources of demand at a time of rising unemployment.”
    http://www.nytimes.com/2013/04/09/business/global/us-treasury-chief-talks-of-growth-in-europe.html?ref=business&_r=1&

    Si accontenterà di una supercazzola su austerità espansiva? (o era annessione espansiva?)
    Questa parte mi piace meno (sempre NYtimes):

    Though Mr. Lew will travel to Europe with a familiar message from Washington, it may not be delivered as urgently as in the past. The European crisis continues to weigh on American growth, cutting into exports, but many economists believe that the United States has entered a cycle of self-sustaining economic growth driven by a turnaround in housing and improving household budgets.

    Moreover, American companies have over the last few years steeled themselves against Europe’s financial woes, and the risk of contagion is perceived to be relatively low.

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    1. Super-cazzola assicurata.
      Ma quello che dice il NY Times è vero a metà: la crescita della domanda nell'immobiliare e del reddito delle famiglie dipende dagli interventi della spesa pubblica USA (messi comunque in pericolo, quanto al livello necessario, dal fiscal cliff), che non possono consolidare la domanda interna in assenza di un certo grado di ritorno sostenuto all'export. Vecchia storia (inutile comprare case a debito se poi non lo posso restituire perchè non disporrà sempre del livello di reddito atteso)

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  8. NON SI UCCIDONO COSI ANCHE I CAVALLI

    Come un tempo, coppie nuove a danzare sino alla sfinimento per un “premio” e, prima ancora, per il "vitto&alloggio" di un istante organizzato dal (in)solito Rocky.
    (In)solite “glorie” sfiorite che partecipano con gli altri, sempre “a loro insaputa” e con consapevolezza dei “senza coscienza”, al derby dell'eliminazione diretta per conoscere l’inganno finale: Rocky, lo "scaltro" organizzatore, chiede il "conto" anche ai "vincitori".
    QUell'(in)solito epilogo di realtà “aumentate” che superano la fantasia di un “potere”?

    That’s all, folks!

    ps: necessitano e servono “poche cose ma chiare” nel considerare i Q Tarantino degli “Inglorius Bestards”.

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    1. Bei tempi quelli della crisi del '29! :-)
      Almeno a quel tempo i "mostri" furono sconfitti, prima nei paesi liberal-democratici e poi militarmente.
      Oggi speriamo in Jack Lew (non so perchè ma il nome "ispira")

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  9. A proposito di informazione (sono OT almeno per questo post, perdonate), spulciando nel web mi sono imbattuto in questo:
    Camera dei Deputati 2005
    Che mi prenda un colpo, mi sono detto! A parte l'azione velleitaria, il dibattito su certi temi c'è (o c'è stato)!!!

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    1. Beh dal tenore degli interventi, si capisce che non sapevano di che stessero parlando. E' una specie di wishful thinking contro la speculazione cattiva, condito da Soros e svalutazione e riferimenti a Bretton Woods che la ponevano su un piano di internazionalismo (certo quello buono), completamente avulso dalla questione centrale dell'adozione, in Europa, di un'area valutaria priva di qualunque governo federale e che applicava la liberalizzazione dei capitali e la dottrina della BC indipendenti nel modo più estremo.

      Una sorta di mumbo jumbo ipocrita: sarebbe bastato parlare di banche universaliste, in quella circostanza (scandalo parmalat); come era del tutto inutile invocare una nuova Bretton Woods se si rimaneva nell'euro. Un misto di ignoranza e velleitarismo, mentre intanto la Germania, grazie alle Hartz e ai tassi di cambio reale senza rete, ci preparava un pacco ben peggiore di quello del 1992.
      Ma tutti sti babbacioni stavano lì a sbrodolarsi di grandi principi, senza volerci capire una emerita cippola

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  10. La shock economy procede spedita, perché la maggioranza è convinta, grazie alla manipolazione di massa che "non abbiamo scelta: è un'emergenza nazionale".
    Eppure i portoghesi hanno manifestato in massa, con oltre metà della popolazione in piazza numerose volte, contro la troika, e il PdR ha chiesto il parere della corte costituzionale. Ma non riescono ad uscirne. Come la Grecia, Cipro, Spagna, Irlanda....
    Sembra di essere vittime di un malefico incantesimo che sta uccidendo tutti i popoli europei (dell'€Z) assieme alla breve "civiltà europea delle Costituzioni democratiche", nata per noi dopo la seconda guerra mondiale, ma in tempi molto recenti invece per Spagna Portogallo e Grecia, incantesimo dal quale non ci sveglierà il bacio di una principessa.

    Mi sento come fossimo gli uomini-libro di Farenheit 451, siamo gli uomini-costituzione che stanno cercando di salvare la democrazia dalla distopia del presente.
    E' necessario coltivare e diffondere la conoscenza, il pensiero razionale, la verità e l'informazione corretta. Per quanto difficile, ci riusciremo.

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    1. Guarda qui e dimmi se questa situazione può durare ancora a lungo:
      http://www.euractiv.com/euro-finance/portugal-long-painful-path-auste-analysis-518995?utm_source=RSS_Feed&utm_medium=RSS&utm_campaign=EurActivRSS
      http://www.iol.co.za/business/international/portugal-pushes-on-with-austerity-1.1497907
      I portoghesi erano anzi presi ad esempio come popolo che accettava l'austerity "affondando sull'attenti, senza fiatare".
      Ma il problema rimane: il baraccone della distruzione di massa dei diritti umani rimane intatto e in qualsiasi momento possono accelerare. Se non lo fanno con la Francia è perchè sanno che porre fine al gioco è troppo rischioso. Ma noi invece siamo i più volenterosi: suicidi a gogo pur di non mollare e non ottenere ciò che ci dovrebbero concedere senza battere ciglio. Basta vedere la logica dell'ultimo DL sui crediti alle imprese: un aggravio pluriennale a carico di tutti i livelli di amministrazione che saranno costrette a ridurre investimenti e livelli dei servizi in misura corrispondente. UNa macelleria di cui stiamo appena vedendo l'inizio: aggravata dalla recessione perpetuata in questo modo, mentre il pareggio di bilancio si rivela sempre più irraggiungibile.
      E i piddini che blaterano di trattative e di più europa per tutelare il lavoro. Viene da vomitare

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    2. Sil-viar, se non ricordo male gli uomini-libro si proponevano semplicemente ricordare senza opporsi attivamente al regime sapendo che alla fine della guerra avrebbero potuto offrire la loro memoria all'umanità. Lavoriamo per ricordare allora pensando già al dopoguerra, macheccavolo, almeno avessimo un PdR o una Corte come la loro! possibile che noi ci siano solo baccelloni? Certo, forse per i portoghesi il '74 è ancora vicino così come la memoria del PVDE! (Polícia de Vigilância e Defesa do Estado istituita da Salazar).

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  11. Credo sia utile riepilogare le direttrici di azione della (perversa) etica del PUD€:

    1) affermazione del concetto che la crisi economica abbia origine dalla cattiva gestione delle finanze pubbliche e dall'inadeguatezza/corruzione delle classi politiche dei governi periferici (presupposto delle misure di privatizzazione e dell'applicazione selvaggia della formula "meno stato, più mercato");

    2) delegittimazione politica delle istituzioni democratiche attraverso una campagna mediatica portata ormai avanti da anni. Ebbene sì: quando conviene, anche il PUD€ sa essere "populista"! Vedasi le campagne sui costi della politica, contro il pubblico impiego (attraverso l'artifizio retorico volto a conferire natura generale a singoli episodi che, per quanto moralmente riprovevoli, si configurano come responsabilità individuali), e sulla corruzione, quest'ultima dipinta non per quella che è -un reato ascrivibile ad una singola persona fisica- bensì assurta a "vizio sistemico" che giustifica "per definizione" la delegittimazione della politica italiana (e la conseguente rimessione della sovranità di cui è titolare agli ordinamenti sovranazionali europei:);

    2.1) a prescindere dalla contraddizione secondo cui un politico "più povero" dovrebbe essere per ciò solo meno corruttibile (sicuro?), l'affermazione della visione della "democrazia come inutile costo da tagliare", può peraltro tradursi in iniziative volte a comprometterne il funzionamento effettivo. Siamo sicuri, ad esempio, che il "taglio" sui gruppi parlamentari (tanto strombazzato dai media), non vada ad inficiare la capacità di esame critico da parte degli stessi delle proposte di legge del Governo e della predisposizione degli emendamenti? Siamo sicuri che l'assenza di un finanziamento pubblico non farà prevalere "de facto" quei partiti che possono permettersi -grazie alla generosità dei loro finanziatori- di pagare gli spazi offerti dall'informazione? O anche semplicemente accaparrarsi il personale di supporto più qualificato semplicemente pagando di più? Problematiche di questo tipo, i "puristi" del M5S, se le pongono?

    3) utilizzo manifestamente pretestuoso e sofistico delle ragioni ecologiste e delle correnti di pensiero critiche sulla società dei consumi solo per imputare al cittadino medio dei paesi periferici tanto i suoi passati consumi, quanto il suo presente patrimonio e giustificarne pertanto una feroce escussione senza che la maggior parte delle persone ponga gli occhi sui reali destinatari del beneficio (che configura un trasferimento verso l'alto delle ricchezze sotto l'egida del "povero=ecologico" e del "consumocattivobrutto");

    4) utilizzo dei media in qualità di agit-prop al fine di dividere il ceto medio e popolare italiano attraverso campagne populiste che esasperano l'odio sociale (i dipendenti pubblici tutti fannulloni, i professionisti tutti ladri, i commercianti ed i piccoli imprenditori tutti evasori...... è la classica tattica del "divide et impera"!);

    5) conferimento di un carattere "sacro" ed "infallibile" alle decisioni ed alle analisi politiche dell'UE, che sono prevalenti non solo giuridicamente ma prima ancora eticamente per il solo fatto di provenire da quella fonte (e se non è un a-priorismo questo. L' "illuminista" Scalfari, cosa direbbe?).

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  12. "...tale austerità espansiva ha il "piccolo" inconveniente di aggravare la situazione del debitore in un inesorabile morsa di recessione e insolvenza, poichè impoverisce sistematicamente i cittadini..." E puntualmente, l'Istat: potere d'acquisto delle famiglie ridotto rispetto al 2011 del 4,8% - http://www.ilmessaggero.it/ECONOMIA/istat_bankitalia_potere_acquisto_crollo_reddito_disponibile_consumi_crisi/notizie/264047.shtml

    "...che la UE assume come finalità caratterizzanti la sua azione e essenza di potere sovranazionale, che non ammette dunque alcuna mediazione tra tali diritti e le finalità di stabilità dei prezzi [...] stabilità finanziaria (cioè garanzia dei crediti[...])"
    A conferma, la delirante intervista di Weidemann riportata da Voci dalla Germania.

    Una notiziola, quella della Corte Costituzionale portoghese. Se non sbaglio non è stata nemmeno menzionata dai nostri TG o discussa negli innumerevoli talk show. Vero è che se troppo pubblicizzata potrebbe indurre qualcuno a fare un confronto - non lusinghiero - fra il nostro presidente e quello portoghese, che insieme agli auguri di fine anno aveva comunicato ai cittadini l'intenzione di sottoporre al vaglio della corte il budget 2013, stante i fondati dubbi sull'equità dello stesso.
    Interrogativi che né Napolitano né altri, a casa nostra, si pongono. Anzi, ricordo che a fine 2011 Re Giorgio - in appoggio alle misure di macelleria sociale che Monti aveva apprestato - dichiarò che “il Paese chiede sacrifici agli italiani di tutti i ceti sociali, anche agli italiani dei ceti meno abbienti”.
    Costatare che fra tutta la nostra classe dirigente non ci sia uno che nonostante l'evidenza dei fatti senta la necessità di denunciare lo scempio democratico e la devastazione dello stato sociale, è davvero avvilente: il pensiero unico presidia il Paese con massiccia efficacia goebelliana, e i nostri esigui spazi di contro-informazione sembrerebbero al confronto del tutto inadeguati. Però vedo che sta crescendo il numero delle persone che, incalzate da una crisi che risparmia solo i privilegiati, cercano risposte non più PUD€isticamente preconfezionate; sempre più gente capisce che "qualcosa non torna" nella narrazione teo-europeista. E da qui traggo buon motivo per non farmi prendere dallo sconforto.

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    1. Non posso che rinviarti a quanto detto nell'ultimo post. Specie quanto all'ultimo ordine di argomenti...

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