giovedì 5 settembre 2013

L'EQUIVOCO MERKEL- 2

E dopo dice che si astengono sempre quando c'è da stare a fianco agli USA:

"La rigidità che contraddistingue il rapporto che Berlino ha instaurato con l’Europa mal si concilia, tuttavia, con il dinamismo attraverso cui la Germania sta avvicinandosi a Cina, Russia ed India, che rappresentano i pilastri del BRICS. La visita di Angela Merkel a Nuova Delhi nel maggio 2011 corona la collaborazione con l’India, soprattutto per quanto concerne il campo dell’alta tecnologia. L’interscambio tra Germania e Cina nel 2011 tocca i 144 miliardi di dollari ed è destinato a raddoppiare entro il 2015, quando si stima che raggiungerà i 280 miliardi. Queste cifre permetteranno ai tedeschi di assestarsi in cima alla classifica dei paesi esportatori verso la Cina, surclassando gli Stati Uniti, e a Berlino di stringere ulteriormente il rapporto strategico con Pechino. Nell’aprile 2012, il primo ministro cinese Wen Jibao si reca a Wolfsburg allo scopo di siglare un accordo che prevede l’installazione di una nuova fabbrica della Volkswagen nella regione dello Xinjiang. Si prevede che ciò attenuerà l’alto tasso di disoccupazione locale, che finora ha contribuito primariamente ad alimentare le pulsioni centrifughe delle popolazioni indigene.

Questa intensificazione dei rapporti con la Cina costituisce la parte integrante e maggioritaria di un processo che prevede il riposizionamento dell’economia tedesca in direzione dei mercati emergenti. Secondo un rapporto redatto dall’European Council on Foreign Relations, «La Germania è portata a considerare se stessa come una forza credibile in un mondo multipolare, il che alimenta a sua volta l’ambizione di divenire “globale” con le sue forze».

Il maestoso incremento dell’interscambio con la Cina è tuttavia dovuto al ruolo svolto dalla Russia, con la quale la Germania è legata da una cruciale alleanza strategica. Oltre alla realizzazione del gasdotto Nord Stream – che permette al metano russo di confluire verso i terminali di Greifswald, alimentando la crescita economica tedesca – e alle 6.000 imprese tedesche che operano in territorio russo, va evidenziato l’allestimento di una linea ferroviaria moderna capace di trasportare 400.000 tonnellate di merci dalla Cina alla Germania grazie a un accordo raggiunto tra le ferrovie tedesche (Deutsche Bahn) e quelle russe (Rossiyskie Zheleznye Dorogi).

Si tratta di un successo fondamentale, che garantisce cruciali prospettive strategiche. Il fine ultimo dell’accordo è rappresentato dalla nascita dalla società mista Eurasia Rail Logistics, attraverso cui le ferrovie tedesche sono chiamate ad occuparsi dell’ammodernamento delle linee russe, fornendo servizi di ingegneria tecnica – sussidiati ad aziende come la Siemens – allo scopo di sostituire migliaia di km di vecchi binari con nuovi percorsi ad alta velocità. Ciò riguarda principalmente la Transiberiana – il ponte eurasiatico per antonomasia –, la cui costruzione – cominciata nel 1890 ed ultimata 1916 – è dovuta alla volontà del grande premier russo Segej Witte, che intendeva collegare lo sterminato spazio territoriale coperto dall’impero russo. La Transiberiana, con oltre 9.000 km di tragitto, rimane la più lunga linea ferroviaria al mondo. Essa allaccia il porto russo di Vladivostok a Mosca.

Il tratto che congiunge Mosca al porto olandese di Rotterdam – allungando di altri 3.000 km circa il tragitto – venne costruito in seguito. I problemi di manutenzione e la ridotta velocità massima avevano limitato notevolmente le potenzialità di questo colossale corridoio eurasiatico, ma l’intervento della Deutsche Bahn rovescia drasticamente la situazione. L’ammodernamento delle strutture della Transiberiana da parte delle ferrovie tedesche fa sì che, nel gennaio 2008, il servizio di trasporto ferroviario merci Pechino-Amburgo Container Express – che si aggancia alla Transiberiana presso lo snodo russo di Ulan Ude – giunga a destinazione nell’arco di appena 15 giorni (il trasporto via mare richiede il doppio del tempo come minimo), dopo aver percorso oltre 10.000 km transitando per Mongolia, Russia, Bielorussia e Polonia.

In tal modo, la Russia ha modo di ammodernare le proprie vie di comunicazione strategiche, apprendere dai tedeschi come costruire ferrovie ad alta velocità con traffico gestito da computers e di rivendere la tecnologia tedesca ai paesi asiatici, come Iran ed India.
La Germania ha invece ottenuto l’accesso diretto, attraverso l’immenso territorio russo, alla Cina. La Deutsche Bahn, attraverso questa portentosa espansione ad est, potrà diffondere all’intera Eurasia gli standard stabiliti dall’Unione Europea contenuti nel Trans-European Transport Network (TEN), il progetto volto a favorire i traffici europei verso l’Estremo Oriente e, sulla rotta di ritorno, trasportare carichi di materie prima alle industrie europee. Il TEN – che prevede stanziamenti per 400 miliardi di euro – non prevede solo la costruzione di ferrovie, ma intende agevolare la realizzazione di strade e altri “corridoi transcontinentali”.
La Germania cerca quindi di ritagliarsi il proprio lebensraum (lo “spazio vitale”, concetto elaborato dal geopolitico tedesco Karl Ernst Haushofer prima che se ne impossessassero indebitamente i nazisti) ripristinando il drang nach osten, (la “spinta verso est”) attraverso una serie di corridoi strategici che solcano la rotta ovest-est. E’ sufficiente un’occhiata alla mappa geografica per constatare che la “spinta verso est” rappresenta la naturale inclinazione tedesca. Essa è capace di far ricadere enormi benefici, sia politici che economici, su tutti gli Stati coinvolti poiché accelera l’ineluttabile integrazione fra la Russia ricca di materia prime e la Germania, che dispone di un poderoso comparto industriale e di un invidiabile know-how tecnologico.
Proprio per impedire la nascita di questo formidabile blocco economico integrato – che avrebbe assicurato l’egemonia russo-tedesca sull’intera Eurasia –, gli Stati Uniti sferrarono l’attacco alla Serbia di Slobodan Milosevic. Nel 1999, i primi bersagli distrutti dai bombardieri NATO furono i ponti sul Danubio e sulla Sava, poiché l’obiettivo fondamentale era quello di in sbarrare la strada al traffico fluviale tedesco (come illustrato in precedenza) verso il sud-est europeo"

E si capisce dunque molto bene come la Merkel sia "pessimista" sul raggiungimento di un accordo sulla questione Siria, dichiarando che, in ogni modo, la Germania è contraria ad ogni intervento militare; tanto più che, alla luce di quanto sopra, in margine al G20, Putin e Xi abbiano dichiarato che, presi come sono dalla conclusione di svariati contratti di fornitura di gas dalla Gazprom (38 miliardi di metri cubi all'anno), Novatek (3 milioni di tonnellate all'anno) e altre quisquilie, "non hanno avuto tempo per parlare della crisi siriana". E intanto la Cina si rende più autonoma dalle forniture di Arabia Saudita e Qatar (e molto più "vicina" alla Russia).

Più tardi, da un lato, Putin dichiara che una nuova crisi finanziaria è un rischio incombente, data specialmente la persistente situazione di debolezza UEM, ma pure propone la modifica all'agenda del G20 per affrontare la crisi siriana stessa, mentre la Cina, comunque, si dice contraria ad ogni forma di intervento militare (e te credo!).

Ora: Merkel (con transiberiana, transmanciuriana, transmongolica)+ interscambio Cina+ Putin+ Gazprom+ posizione sulla Siria=...Stati Uniti d'Europa? (con disimpegno USA dalla Germania e "riarmo" tutti insieme degli europei???).

Solo Saccomanni, vede tutto rosa (Italia in ripresa), e Letta pure (!) ma sanno benissimo che finanziare nuove missioni militar-umanitarie non è proprio aria.
Mister Obama, questo G20 rischia di trasformarsi in un disastro: sveglia!

18 commenti:

  1. sì. sveglia è proprio la parola giusta.

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    1. Forse, ad essere più desto ed attento alla Storia (diciamo nei suoi tratti essenziali e non nella vulgata aggiustata da troppi "analisti" arruffoni), potrebbe rammentarsi che la legittimazione USA alla primazia nella comunità internazionale, discende dal fatto di aver obiettivamente sciolto, per altre due volte nell'ultimo secolo, l'Europa dal tentativo di assoggettamento tedesco. E non dalla mera supremazia industriale (un tempo) e militare.
      Ma per ora non pare proprio che si rendano conto di questo non trascurabile "dettaglio"...

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    1. Ma infatti il solo pensarlo, dopo che, non a caso, sia risultata un'idea franco-tedesca (in cui la posizione di Sapir, apparentemente adesiva, focalizza il problema ma appare alquanto trascurata), è un pò...eccentrico (quantomeno).
      Però, non darei troppa corda ai suoi sostenitori italiani. Anche perchè li si rafforza e gli si consente di usare toni virulenti e di incaponirsi per "amor di tesi"; laddove il discorso va fatto tranquillamente cadere, lasciando, piuttosto, che se la vedano tra di loro nel precisare i dettagli sugli irrisolvibili problemi che pone questa cervellotica e molto "politica" soluzione compromissoria.
      Vedrai che, a parte Brancaccio, che alla fine però ipotizzerebbe (e razionalmente) delle condizioni tali da renderla realisticamente inaccettabile ai "forti" dell'UEM, gli altri non sapranno uscirsene dalle contraddizioni

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    2. Beh Chang è un grande. Ad avercene :-)!
      Sullo sfondo, se ci pensi bene, il problema, giunto al suo punto...di rottura, è quello delle banche centrali indipendenti, ben soggette alla capture di cui parla Stiglitz, della politica monetaria come unica risposta, rigorosamente in funzione di visioni finanziarie degli investimenti, dell'inflazione come unica nemica e del tentativo di sanatoria di una capitalismo finanziario, in libertà di circolazione, giunto al capolinea ma ancora politicamente troppo forte per essere disciplinato.
      Ne vedremo delle belle. Ha ragione Chang: la lotta di sopravvivenza del capitalismo (in superamento di quello finanziario) è appena cominciata e pure la nostra...

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    3. Beh, non per nulla è eterodosso e proviene da Cambridge!! Ed a proposito di un altro mito del capitalismo, il libero mercato e lo "spiazzamento" dato dalla spesa pubblica...leggi qui come smonta i due "presupposti fondanti" degli attuali governi al potere... ad avercene... ma, come dicevamo tempo fa, viene data voce solo a chi è funzionale al sistema... Cmq sulla BC indipendente: io credo il vero problema sia dato dal quartetto inconciliabile, come descritto da Padoa Schioppa nel 1982, dato dal libero commercio estero, perfetta mobilità di capitali, politica monetaria indipendente e regime di cambi fissi. Secondo me è l'interconnessione di questi fattori, assieme a quello che tu ben esplichi, che porta al disastro l'economia reale globale. Come dice bene Chang: "It is time that we dispensed with the myth that the market is a force of nature that should not be meddled with. Markets are social creations that can be, and have been, modified for social purposes.". Che sa molto di art. 41 della Costituzione!!! :)

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    4. ecco, quindi abbiamo conferma che ritornare alla nostra Costituzione non vuol dire andare indietro ma avanti: entrando nell'euro siamo regrediti dal punto di vista di civiltà, uscirne e ridare vigore alla Costituzione è ritornare alla Civiltà.

      P.S.: che sulla moneta comune ci abbiano ripensato ?

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    5. Ma ti sei proprio appassionato a quei lidi!
      Ora, come già l'idea di moneta comune, anche il seguire eccessivamente "l'interessato" dibattito tra Habermas e Streeck è in fondo un limite: troppa attenzione a quel che si pensa altrove. E magari poca attenzione a quel che dice veramente la nostra Costituzione...

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    6. @ g.b. : certo, con l'entrata nell'Euro siamo regrediti, e non solo noi...vogliamo dare un occhio al modello per eccellenza, la Germania? O a come, nel lungo periodo, le riforme strutturali ci faranno bene... Chi dice che la Costituzione è obsoleta è perchè essa vuole "contenere" la concorrenza, vuole un'economia al servizio della società, vuole il lungo termine, ed il discredito che le gettano addosso i vari penZatori o rottamatori che la vogliono modificare è perchè essi credono nel dio (minore) libero mercato e nel libero scambio...

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    7. @ Flavio : concordo, e come non potrei?
      @ Quarantotto : è vero, mi ci sto appasionando ma solo perchè constato come sia facile cadere "nell'errore" di valutazione anche da parte di chi ritengo che abbia più strumenti di me per prevenirli.

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  3. Mi tocca dover dar ragione al (secondo il main stream) mostro Putin. Chissà perchè ma la sua idea di una probabile prossima crisi non si discosta molto da questo ultimo arrivato qui che ben fotografa l'attuale guerra delle valute...

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    1. Flaviuccio la risposta a te è finita qui sopra (ma credo si capisca...almeno tra di noi)

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  4. HEY JUDY

    Judy Dempsey è una giornalista irlandese da lungo tempo in Germania per il Financial Times e columnist dell'International Herald Tribune; ora scrive per il think tank Carnegie Europe.
    Laureata in Storia e Scienze Politiche, la Dempsey ha seguito molto spesso la Cancellierona in numerosi viaggi all'estero.
    Credo che il paper sia un sunto derivato dal libro-elegia "Das Phaenomen Merkel", tomo uscito intorno alla metà di maggio 2013.
    Come hai argutamente sottolineato in un precedente commento, gli studi conseguiti non permettono all'autrice una visione economicamente corretta e coerente, poiché nelle 11 pagine riportate non si parla minimamente degli squilibri di debito estero causati dall'adozione dell'euro; solo in un'occasione - riguardo alla situazione greca - ella coglie nel segno stigmatizzando il comportamento della Merkel e Schaeuble che "giocano" ai sordi riguardo agli studi FMI sull'impagabilità del debito ellenico, rimarcando altresì la reticenza dei due "attivisti civili" riguardo ai benefici ottenuti dalla Germania: [...]"the euro crisis has cost Germany nearly nothing because Berlin has not yet had to pay a cent of the huge guarentees that it pledged to the indebted countries. In fact, the German state has greatly benefited from historical low interests rates on its debt".[...].
    Il resto dello spazio destinato all'euro-crisi è un peana per l'abilità della callipigia nel tenere insieme i cocci e sull'ira funesta nei confronti dei Piigs, colpevoli di rappresentarla in camicia bruna, svastica e baffetti (quelli li hai, meine liebe).
    Anche in geopolitica la Nostra sembra "prenderci" poco.
    I rapporti politico-diplomatici con la Russia sono - questo è vero - abbastanza freddi, soprattutto dopo i controlli di polizia a Mosca a fine marzo alle ONG tedesche - tra cui Transparency International - e ai think tank Konrad Adenauer e Friedrich-Ebert Stiftung: questa stretta sulle ONG straniere (considerate, non a torto, fomentatrici di disordini) è la vera causa delle critiche tedesche ai diritti civili negati, altro che Pussy Riot o le sgallettate Femen.
    Al di là delle "beghe di condominio" gli affari tra Germania e Russia viaggiano spediti (come da link), soprattutto per le forti pressioni della lobby OST-AUSSCHUSS DER DEUTSCHEN WIRTSCHIFT, il potentato delle grandi industrie tedesche che, fin dalla fondazione nel 1952, guarda alla Madre Russia come il mercato di riferimento.
    I timori di Kissinger riguardo a uno stretto legame politico-commerciale Germania-Russia si sono evidentemente ridestati nell'amministrazione USA e nei think tank di riferimento, soprattutto sulla scorta della crisi cipriota, con le navi da guerra russe alla fonda davanti a Cipro.
    Quindi cara Judy l'aneddoto del cagnolino, regalato da Putin alla Merkel (non gradito: Angela non ama i cani) in occasione della prima visita ufficiale in Russia nel 2006 e causa dell'astio reciproco, lasciatelo per le amiche quando vai dal parrucchiere.

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  5. 48, ti ricordi? Ne avevamo parlato tempo fa dell' abbraccio Putin-Merkel, in riferimento alle frizioni (o gioco di ruolo?) che mi parevano strane sulle vicenda Cipro.

    Segnalo lettura di questo vecchio articolo di Blondet. Si va bè è "antisemita" (termine comunque improprio), "gomblottista", mitomane (ed è anche lontanissimo da me sotto altri 1000 punti politici), MA, al netto delle "ridondanze", è un giornalista coi controcatsi -avenne! (e usa una prosa anche molto efficacie e scorrevole, tra l' altro) :

    http://www.rischiocalcolato.it/2012/11/merkel-ama-putin-con-reciproco-interesse-di-maurizio-blondet.html

    Praticamente è l' articolo da te qua sopra citato "alla buona" e pubblicato con un annetto di anticipo, però. Blondet, al di la di tutto, è un giornalista coi controcatsi, tanto è vero che non lavora più sulla stampa main-stream da quel di......(fu il primo a parlare della crociera del Britannia, tra le altre cose, se non ricordo male).

    Parla della visita della Kulona in Russia del 2012:

    " Il parlamento tedesco le aveva dato come viatico l’incarico di deplorare Vladimir per “le tendenze antidemocratiche e repressive” del nuovo Zar.
    Certo, come no. Angela Merkel è partita con otto suoi ministri e un’aeroplanata strapiena di industriali, che appena atterrati si sono precipitato a firmare contratti miliardari con le controparti russe. Il contratto di Loescher per fabbricare 695 (seicentonovantacinque) locomotrici elettriche è solo il più grosso. Ai colloqui partecipavano i capi della Gazprom, dal cui gas tutti noi europei dipendiamo, e che non manca mai negli incontri russo-tedeschi. Anche perchè Gazprom ha assunto il precedente Cancelliere, il socialista Gerard Schoreder , come presidente della North Stream AG, ossia la pipeline che porta il gas dalla Russia alla Germania senza dover transitare per Polonia e Ucraina, la cui ostilità all’epoca (2005) non piaceva a Mosca: niente transito, niente royalties e assolutamente niente più ricatti chiudendo il gasdotto sul territorio nazionale.

    Già la Siemens s’è aggiudicata il rammodernamento delle decrepita rete ferroviaria russa, sbattendo fuori la francese Alstom che aveva proposto i suoi TGV (Trains Grand Vitesse). Sulla tratta Mosca-San Pietroburgo corrono a 250 all’ora i treni di Siemens-VelaRus (il socio russo), e gli stessi modelli di treno hanno cominciato a viaggiare tra Mosca e Nizny-Novgorod.

    La Merkel, che ha fatto contratti solo per la Germania, però ha rappresentato l’Europa tutta: “L’Europa parla con una sola voce”, ha detto a Putin. “E’ quel che si chiama un cartello”, ha chiosato il cinico Vladimir. Ma le punzecchiature non hanno impedito ai due governanti nel procedere all’abbraccio reciproco più stretto: è questo il “destino manifesto” della Germania, di integrare il suo potente apparato industriale con le risorse e l’immane territorio russo. “Destino” già prefigurato dal Patto Ribbentrop-Molotov. Varrà la pena di ricordare che proprio per impedire tale integrazione, il Council on Foreign Relations (think tank dei Rockefelle) consigliò il presidente Roosevelt di entrare in guerra contro il Reich, “altrimenti le nostre multinazionali non avranno più niente da vendere lì”.




    Evviva l' Europa a guida tedesca.... (scusate; come si dice "guida" in tedesco?) :-(

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    1. Intanto Putin sta già operando la disinfestazione della banca centrale dai membri del board che rispondono al sistema bancario tedesco...Voglio dire: gli USA, a un certo punto, mancando di lungimiranza (sono ossessionati dall'antiamericanismo-anticomunismo ma non fanno nulla per non generarli, dico almeno nei toni), si troveranno clamorosamente a sostenere gli sforzi russi di limitare il giogo tedesco (parliamo di posizioni di potere contrattuale, sorte dalle attuali commesse, che porteranno a offerte congiunte di beni e servizi, con eccessiva dipendenza dai crucchi).
      Si ha come l'impressione che la Storia (memoria) sia resettata e azzerata ogni 30 anni (circa) e si possa, perciò, reinventare ogni possibile soluzione come se nulla fosse (vedi la proposta della moneta comune)...

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  6. Direttamente da Marte, scende dal disco volante Ugo Bertone:
    "La nuova missione di Draghi? Salvare le nostre banche dalla Merkel". (IlSussidiario.net)
    Saccomanni e Letta, a confronto, sono due disfattisti.

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    1. Forse ci sono delle implicazioni "sessuali" che sfuggono a noi profani e che permettono di comprendere il concetto compiutamente...

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