domenica 15 settembre 2013

PRODI E "LO STATO DI DIRITTO"

Noncurante delle lievi imprecisioni con cui si è manifestato, in una delle sue recenti "uscite", insiste.
Comincia col dire che la ripresa può essere agganciata, anche se deve ammettere che non ce n'è traccia degli indicatori minimamente significativi, e, ovviamente, che ciò può essere fatto se si seguono le pressanti indicazioni "europee" (e che altro poteva essere?): "spendere meno e mettere in atto le riforme per camminare stabilmente al di sotto del fatidico 3%".
Nel far ciò ci dice, necessariamente, in partenza, che:
a) la recessione - e comunque la mancata crescita (che peraltro dura da venti annetti, in termini di output-gap)- sarebbe dovuta all'eccesso di spesa pubblica (...!!!?);
b) eliminato ciò, rispettando un deficit pubblico al di sotto del 3%, si potrebbe "dare una spinta all'economia"! (Cioè, limitando il deficit in situazione recessiva...si stimola l'economia);
c) il "pareggio di bilancio", che l'UE, inderogabilmente ci chiede a partire dal 2015, non è...pervenuto (cioè è "rimosso"). E proprio mentre l'aggiornamento, previsto in settimana, del DEF, ricalibra il deficit per il prossimo anno dall'1,8% al 2,5%.
Sorvoliamo, per carità di patria, sulle ragioni che giustificherebbero questo aggiustamento 2014, ma esso implica, tranne improbabilissimi ripensamenti filosofici di Olli Rehn, e compagnia belante anti-italiana, già ad oggi (prima del riscontro dell'effettivo rispetto di questo livello, cosa che appare molto difficile), una manovretta fine 2014 di almeno 2 punti di PIL (facciamo 30 miliardi perchè il PIL nominale, per la prima volta nel II dopoguerra, è diminuito anch'esso a seguito di una recessione superiore al tasso di inflazione).
Dico "almeno" 2 punti, perchè in realtà, se si avrà, ora, nel 2013, una imminente manovra di "stabilità" per 15-18 miliardi (come auspica Cisnetto, pur criticando che non sia realizzata mediante la geniale "svendita" degli assets pubblici), la recessione 2014 non sarà uno scherzo neppure essa: e quindi, sempre ricordando una pressione fiscale effettiva del 45 e rotti % in rapporto al PIL, i conti del deficit non torneranno.
Ipotizziamo: per mantenere al 2,5 il deficit 2014, ci tolgono, con la manovra a fine 2013, almeno un punto di PIL con "tagli e tasse" vari, che col moltiplicatore almeno a 1,4, se non 1,6 - secondo FMI e Sapir-, vale una "recessioncina" 2014, (che potremmo dire "aggiuntiva" rispetto all'incidenza 2014 delle misure già prese, che Dio solo sa come si vanno a sovrapporre e intersecare), di almeno 1,5 punti di PIL.
Nella migliore delle ipotesi.
E quindi, data quella pressione fiscale, i conti che non tornano, ciò si rifletterà, come al solito, in un deficit aggiuntivo 2014 di almeno (sempre nella migliore delle ipotesi) di 1,5x0,45= 0,675. Quindi circa 0,7 punti di peggioramento del deficit 2014 - per un totale di...-3,2 e manovra 2014 per l'irrevocabile "pareggio di bilancio", a valere nel 2015, fissata in circa 3 punti di PIL, grazie alla "stabilità di governo" (che non si farà fatica a raggiungere).
Il tutto, a cominciare dal peggioramento sempre più evidente dei conti, da registrare progressivamente nel corso del 2014, punteggiato dal solito orribile balletto di bollettini UEM, colpevolizzatori dell'Italia: anno in cui, senza essere profeti, (ma "praticoni"), il tema centrale sarà un continuo richiamo dell'Europa a seguire le sue ricette e, contemporaneamente, a rimproverarci per averlo fatto. Unici in UEM. Che monotonia!

Questi "problemini" non sfiorano Prodi, grande economista "industriale", che ci propina la sua "ricetta" per la ripresa:
"Nell'urgenza di oggi la misura più efficace sarebbe una riduzione degl oneri sociali dedicata all'aumento dei consumi dei lavoratori dipendenti, di cui avremmo tanto bisogno per "rafforzare (!) la ripresa interna. Tuttavia...mancano le risorse per farlo (chissa perchè?).
Resta quindi la riforma più importante, più urgente e che, invece di costare, porta solo vantaggi, ed è la riforma della Pubblica amministrazione. Essa soffoca ormai la nostra economia,con le incertezze e i ritardi del sistema giudiziario, con la sovrapposizione (inesistente in ogni altro ordinamento), fra giustizia ordinaria e amministrativa, con al moltiplicazione formale dei controlli in moo che nessuno abbia la responsabilità dei controlli stessi, con la duplicazione de ruoli fra amministrazione locale e centrale, con il debordare di ogni settore dell'amministrazione nel campo di competenza delle altre, e con un sistema fiscale che, da un lato, permette evasioni inammissibili e, dall'altro, opprime il contribuente con procedure e costi soffocanti".

Di fronte ad affermazioni di questo tipo, rigorosamente NON sorrette da dati e analisi macroeconomiche "credibili", viene da chiedersi come abbia fatto Prodi a governare l'Italia e se si sia accorto del significato delle misure che adottavano i suoi governi e, comunque, quelli espressi dalla maggioranza e dalle forze in cui si è sempre riconosciuto.
I controlli preventivi di legittimità (registrazione) della Corte dei conti sugli atti dell'amministrazione statale, sono stati abrogati da varie leggi la prima delle quali del governo Ciampi (n.19 del 1994), poi ulteriormente ampliata e potenziata (nel ridurre al minimo tale forma di controllo) dal suo governo, con la legge n.639 del 1996.
Quindi, gli atti di spesa più importanti (ad es; bandi, assunzioni, e procedure di appalto), non sono soggetti alla forma più incisiva ed efficace di controllo e da un bel pezzo.
Lo stesso può dirsi per i controlli preventivi sugli atti delle regioni e degli enti locali, prima limitati all'osso dalla legge Bassanini n.127 del 1997, e poi del tutto abrogati dalla riforma costituzionale del Titolo V dell'inizio del 2001.
I controlli preventivi di legittimità sono gli unici che riescano a garantire una qualche certezza nel prevenire spese illegittime e, sicuramente, "non virtuose", in violazione delle leggi che impongono il rispetto di procedure e di obiettivi di interesse generale.
Quello che rimane in piedi, è un sistema farraginoso "a posteriori" (rispetto ad atti e decisioni già operativi), esercitato da organi interni (non indipendenti dai vertici politici), che non hanno praticamente alcuna misura da applicare quando ormai la "frittata è fatta", tranne presunte sanzioni sugli amministratori che hanno dato causa alle disfunzionalità
. Che sono, per lo più, applicative di norme che...le autorizzano!, in quanto dovute alla privatizzazione delle forme, tanto efficientista, per cui, senza alcun limite di diritto pubblico, si può "esternalizzare", creare società pubbliche e di comodo, ricorrere a prestiti di istituti bancari "amici", grazie alle fondazioni, rette dai compagni di partito di quelli che chiedono l'erogazione dei prestiti...che si tramutano in sofferenze e buchi di bilancio degli istituti bancari.

Ora Prodi non ci dice come e perchè la "riforma della p.a." (di cui si parla invariabilmente, da circa 30 anni, come di una misura risolutiva, e pur in assenza di un livello di spesa pubblica corrente superiore alle famose medie UEM, mentre quest'ultima continua a gravare di nuove complesse norme i compiti della deprecata burocrazia, che non li ha certo richiesti: "lo vuole l'Europa"), non costerebbe: ma, ragioniamo un pò, caro Prodi, se pensa che la (ennesima) riforma, sia da fare per "reperire le risorse" non significa, necessariamente, che bisogna tagliare?
Insomma, lo si dica: bisogna tagliare la spesa pubblica perchè è inutile e dannosa.
Ma lo studio di Giarda che, tra mille reticenze e difficoltà, studia funditus il problema e si accorge che c'è rimasto ben poco da tagliare, non lo ha letto?
Intanto sono in corso tagli lineari a ogni piè sospinto, per cui a prendere la misure che auspica ci hanno già pensato. E con effetti ormai di semiparalisi delle funzioni pubbliche principali. Ma poco importa: Prodi dice che "porterebbe solo vantaggi". E quindi, non basta mai.

Ma poi, cosa c'entra la giustizia, su cui continua ad accanirsi, con la pubblica amministrazione?
Basta controllare la Costituzione (non dico i principi generali sui Poteri dello Stato di diritto, comuni alle nazioni civili di tutto il mondo). Il potere giudiziario non è, e non deve essere, "pubblica amministrazione", apparato al servizio del governo e che esegue le regole che questo propone al Parlamento (facendosele approvare: questa è la "stabilità").
Le "incertezze" del diritto derivano proprio dalla complessità delle norme, volute dall'UE, che costituiscono circa il 90% del carico delle norme di nuove introduzione: ma, poi, non è evidente che ormai, da circa 20 anni (almeno), si legifera perchè "lo vuole l'Europa"?
Anche l'abolizione dei controlli e la complessità dei livelli di governo stratificati a centrale e locale, sono state introdotte in nome della "europea" sussidiarietà.
A cosa si rifesice Prodi, quando continua a prendersela, con oscuri quanto generici anatemi, alla sovrapposizione tra giustizia ordinaria e giustizia amministrativa? Individuasse bene il fenomeno, altrimenti si rischia la confusione coi toni dello sfogo poco trasparente di un qualsiasi cittadino che protesta contro un giudice che gli ha dato torto (il giudizio, per sua fisiologia, dà torto almeno al 50% dei contendenti; e certo che dà fastidio). Ovviamente, sarebbe meglio che la controversia non insorgesse affatto, ma mi sa tanto che a Prodi sfugga che la "incertezza" del diritto, nell'applicazione di norme complesse, scritte in Europa in maggioranza schiacciante, PRECEDE LA CONTROVERSIA E IL RICORSO AI GIUDICI. Forse Prodi vorrebbe che un investitore, solo perchè tale, potesse darsi ragione da solo. Ma magari ha contro, nella controversia, un altro investitore...e allora, come si dovrebbe fare?

E poi si rassicurasse; lo hanno informato male, ma veramente male.
Quella che lui chiama "sovrapposizione" tra giustizia civile e giustizia amministrativa (sindacato sugli atti e sulle "manifestazioni" del potere amministrativo burocratico), esiste in tutti gli ordinamenti civili. E ha ragioni storiche apprezzate come essenziali da alcuni secoli.
Da quando esiste lo Stato di diritto, che si caratterizza per il fatto che ANCHE I PUBBLICI POTERI, I GOVERNI, DEVONO RISPONDERE DEL L0RO OPERATO IN FUNZIONE DELLE NORME VOTATE DAI PARLAMENTI, possibilmente democraticamente eletti.
Ma gli diremo di più: non solo in Germania e in Francia, e in Spagna, esiste questa "sovrapposizione", per lo più, come in Italia, per previsione costituzionale, ma persino nel Regno Unito sono ormai attivi gli "special administrative Tribunals", proprio per colmare quella che è, altrimenti, una lacuna dello Stato di diritto. E negli USA, si è sviluppata, per prassi irresistibile una diffusa "quasi-giurisdizione", relativa agli atti delle amministrazioni, gestita da quelli che, guarda caso, sono detti "administrative judges" (al punto che, periodicamente, si chiedono se non sarebbe stato meglio seguire il modello francese di giurisdizione speciale creando un proprio "Consiglio di Stato").

A proposito; la Corte di Giustizia dell'Unione Europea funziona essenzialmente come un giudice amministrativo. Altrimenti le "imprese" (gli investitori che, nella visione prodiana, sono i soggetti di diritto unici e privilegiati) non saprebbero come tutelarsi di fronte agli atti delle istituzioni europee...Ma ora non voglio complicare troppo le cose.
Mi rendo conto che lo Stato di diritto è un peso insopportabile: un concetto in sè arrogante e obsoleto. Specialmente se lo Stato debba essere "minimo" e occuparsi solo di come favorire gli investitori (stranieri). Senza disturbare, così, in punta di piedi, chiedendo ogni tanto umilmente scusa...

25 commenti:

  1. E non hai tenuto conto della riduzione del debito pubblico al 60% previsto nel fiscal compact, un salasso di 40 o piu miliardi all' anno per 20 anni
    Andiamo bene !!

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    1. NOn è che non è tenuto conto. E' che "loro" ritenevano che fosse un effetto automatico insito nel pareggio di bilancio. Siccome i calcoli non stanno tornando in nessuna parte d'Europa, per ora si limitano a "fare i vaghi" sul pareggio stesso. Tanto il conto (in termini di sovranità definitivamente espropriata) possono presentarlo in qualunque momento...

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    2. riduzione del debito pubblico ottenuta con pareggio di bilancio. neanche con avanzo.
      probabilmente attraverso un moltiplicatore fiscale al contrario: +1,6% di PIL per ogni punto di spesa pubblica tagliata e +1,1% per ogni punto di tasse aumentate.

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    3. Quando presenteranno il conto, allora vedremo se siamo governati da italiani o da collaborazionisti.

      Per fare una metafora, infatti, se l'oste (l'UE), è un disonesto, il cliente ha anche il DIRITTO di non pagare.
      E quando a un cliente viene fatto lo sconto (Francia che sfora il deficit come vuole, Spagna che beneficia di disciplina speciale), e ad un altro avventore, invecem si fa pagare il doppio (Italia, che non può sforare di una virgola), di fatto, l'oste è manifestamente in mala fede.

      Anche perché il listino prezzi (metaforicamente: i trattati), è affisso alla parete del locale, e non potrebbe essere disatteso.
      Per quelli alla Letta, per quelli che "lo stato è come una famiglia": quale padre di famiglia si farebbe raggirare così? La risposta è: nessuno. Rifiuterebbe di pagare e chiamerebbe i Carabinieri.

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  2. PRODI E LO STATO DISSOCIATIVO

    Siamo in buone mani! Secondo il mio modesto parere, l'articolo di
    Prodi andrebbe letto direttamente dal suo sito, dove si può meglio
    comprendere (grazie ai link) lo stato dissociativo in cui egli versa.
    Tralasciando la prolusione sull'uscita dalla procedura di deficit eccessivo, sull'abolizione dell'IMU e altro blablà, le parti succose dell'articolo arrivano nel momento in cui egli fornisce le ricette per il paziente; cliccando su "mercato del lavoro" (Il Messaggero 26 agosto 2012) nel finale leggiamo:[...]"Si continua invece ad affrontare il problema del lavoro sotto l'aspetto del costo orario o della mobilità, rifiutando di ammettere che tale costo è inferiore a quello dei nostri maggiori concorrenti europei e che la mobilità è talmente spinta da essere, soprattutto attraverso il precariato, la regola dominante della nostra economia"[...].
    E allora? Di che riforme si straparla se ad agosto dell'anno scorso si ammette che siamo già "al tappo"?
    Si continua quindi a dar aria alla bocca, a sparare fesserie,
    contando sulla smemoratezza delle persone.
    Si prosegue con la confusione in "riforme di lungo periodo" (Il Messaggero 8 aprile 2012) dove c'è una frase gravissima che sembra
    passata sotto silenzio: [...]"Ci troviamo quindi in un quadro in
    cui le ombre sono più delle luci ma nel quale TUTTO E' GIA' STATO
    PROGRAMMATO CON ESTREMA LUCIDITA' DA UNA POLITICA EUROPEA sempre
    meno comprensibile. Le decisioni dell'UE impongono bilanci restrittivi e, a parte le aperture di credito della BCE, la strategia imposta dalla Germania non offre sollievo nemmeno a chi
    ha fatto tutti i compiti a casa. L'aggiustamento viene lasciato
    interamente sulle spalle dei paesi in difficoltà"[...].
    Avete capito bene, cari Floris, Telese, Formigli e tutto il circo
    dei "Freaks"? Chi ha dichiarato questo non è un'economista "eretico" o un qualche cyber-complottista!
    E quindi Prodi, dopo avere biasimato il mercantilismo crucco, cosa
    fa? Be', considerato che "le esportazioni, con tutti i loro limiti,
    rimangono di fatto l'unico elemento propulsivo dell'economia", si
    gioca - deflazionando - al MercantiRisiko, la "carta su cui scommettere", con buona pace della maggior parte delle nostre
    aziende, piccole e a conduzione familiare, uno dei mali italiani
    secondo l'insigne statista. (Linkiesta.it 26 marzo 2012).
    L'altra brillante idea per le "riforme di lungo periodo" (ci sarebbero anche i pagamenti della PA verso i fornitori: Lui li
    considera riforma) dovrebbe arrivare dalla politica LTRO della BCE;
    peccato che Salvatore Rossi (allora vicedirettore generale BI) ad
    aprile 2012 l'abbia sbugiardato dicendo che "era stato illusorio
    pensare che la liquidità immessa dalla BCE potesse servire a
    sostenere il credito all'ecomomia."
    Sembra che molte imbeccate al blagueur bolognese arrivino dalla
    fucina Prometeia (Prodi è nel comitato scientifico), l'associazione
    per gli studi econometrici fondata nel 1974 a Bologna da B. Andreatta. Tra i fondatori e attuale vicepresidente vi è Paolo Onofri, consigliere economico da maggio '96 a maggio 2001 per Prodi (Pres.Cons.), Ciampi (Min.Tesoro) e Amato (prima Min.Tesoro
    poi Pres.Cons.).
    Con decreto del Presidente della Repubblica C.A. Ciampi (05 aprile
    2001) Onofri è stato nominato Grande Ufficiale della Repubblica per
    meriti connessi al disegno della politica economica per l'adesione
    dell'Italia alla moneta unica europea.
    Sì, siamo proprio in buone mani.

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  3. Le parole di Prodi valgono quanto vale lui cioè :
    Svendita dell'Iri
    Ingresso nell'euro,
    Confessioni (che non saprei se definire stolte o arroganti, di certo importanti per la memoria storica).
    Tutto parla per lui.

    http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=jcKSAFzT56k&feature=endscreen
    http://www.finanzaonline.com/forum/arena-politica/1504809-qualcuno-che-conosce-bene-linglese-puo-fare-un-servizio-alla-nazione-di-ap-2.html

    Che senso ha costringerci a non sforare il 3% ? Francia Germania, Spagna sono andati oltre il 3%. Quindi? Quindi i trattati sono stati violati, non ci resterebbe che recedere, ma qualcuno preferisce vendersi e vendere noi.
    La gente viene stordita con teatrini patetici, sta decadendo un paese e tutti parlano solo della decadenza di Berlusconi: si può essere più stupidi? No. Non credo. Si registrato anche un nutrito gruppo di banditi e, duole notarlo, una folta rappresentanza di sprovveduti (cifrare la sottile differenza in Allegro ma non troppo di C.M. Cipolla).
    A parte un continuo lamentarsi e recriminare non vedo vere reazioni d'indignazione o di rabbia, tutto è sedato, sopito , stagnante .

    Come i due straccioni di Beckett vedo folle in mezzo alla strada ma tutto ciò che riescono a fare è : attendere.

    Estragon. Let’s go.
    Vladimir. We can’t.
    Estragon. Why not?
    Vladimir. We’re waiting for Godot.

    Dobbiamo dedurre purtroppo che qualcuno (non noi) se lo meriti Prodi.
    Questo è uno Stato di assedio, ma non di diritto.
    Io come dicevo in post precedente, credo che la crisi di valori, che è anche crisi di senso, non permetta di decifrare quanto sta accadendo, tutto sembra ammissibile: ma non lo è.
    Se siamo qui è perché siamo convinti che si stiano verificando situazioni ed eventi non più tollerabili, che vanno contrastati, censurati , respinti.

    Ciao 48, in quest'epoca dove l'urlo e la pantomima rubano spazio alla verità, ti ringrazio per il garbo con cui porti avanti questo blog, e per l'ospitalità che riservi sempre ai viandanti stanchi, che hanno deciso di andare incontro a Godot, più che di attenderlo.

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    1. "Tutto sempbra ammissibile" e, a sentire e vedere i media, non c' praticamente alcun limite...ho appena visto un'intervista a Bombassei (Scelta civica) in cui ripete "la via è difficile e dobbiamo ancora sacrificare...": non ha avuto il coraggio di completare e dire "chi" e cosa". L'intervistatore di rainews24 annuiva visibilmente soddisfatto...

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    2. ma poi sentire le dichiarazioni di Letta e Saccomanni e compagnia cantante che rassicurano ai tg nazionali che:

      "Non c'è da preoccuparsi: la soglia del 3% verrà rispettata."

      davvero è surreale. cioè siamo ormai in una realtà in cui non importa la disoccupazione, non importa la produzione industriale, non importa cosa accada in questo paese, la prima preoccupazione di chi ci governa è rispettare dei numeri fissati discrezionalmente.

      incredibile. medioevo. neomedioevo lo chiamerei questo momento storico.

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    3. Soddisfatto... io non so più come esprimere il disgusto.
      Rischio di ripetermi e a volte mi annoio da sola, a forza di sentire dischi rotti si rischia il loop anche nelle risposte.
      Questa cosa non mi diverte, anzi mi inquieta, sembra un incubo pavloviano.

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    4. Rifletteci: se il limite del 3% fosse almeno stato imposto simultaneamente, negli ultimi 2 anni, a Francia e Spagna, probabilmente il livello di recessione europea sarebbe stato tale che questa storia sarebbe già finita. O in agonia.
      L'Italia, si conferma come il vero agnello sacrificale. La Grecia è stato l'esperimento: ma L'Italia è sempre stato il bersaglio grosso per l'instaurazione operativa della "grande società"...

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    5. riguardo alla Spagna più che altro direi che è matematicamente impossibile anche solo avvicinarsi a soglie del genere...hanno un debito estero spaventoso e un deficit alle stelle. se si impegnassero secondo i precetti europei a perseguire l'obiettivo del 3% finirebbero in recessione da 5-6% annuo facile facile...e con deficit sempre maggiori. troppo come tu dici.
      per cui in Spagna può essere semplicemente che non sia stato applicato proprio per manifesta impossibilità. non necessariamente per una miglior negoziazione dei loro politici o per preferenza di Bruxelles.

      il perchè del caso francese invece è molto più ovvio come hai già spiegato.

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    6. cioè non so se mi sono spiegato, quel che intendevo è che le condizioni attuali paiono sufficienti per il processo di deindustrializzazione in Spagna...per cui che bisogno c'è di esagerare?

      qui in Italia invece si deve stringere al 3% altrimenti le nostre aziende potrebbero anche farcela.

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    7. "L'Italia, si conferma come il vero agnello sacrificale. La Grecia è stato l'esperimento: ma L'Italia è sempre stato il bersaglio grosso per l'instaurazione operativa della "grande società""

      Sottoscrivo, in toto.
      Ma se è così, ed è così, allora quale agnello sacrificale, l'Italia non ha e non avrà alcuna simpatia né solidarietà in terra europea.
      Se non ci trovassimo in un tempo di depressione economica globale (più o meno grave del precedente del 1929), allora qualche possibilità in più di vedere gli U.S. come salvatori (again) ci sarebbe.

      Ma che sto dicendo mai.....oggi è il giorno della Concordia e poi c'è Berluscone che si sta giocando il suo grande avvenire dietro le spalle.

      Duri i banchi.

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    8. @Luca: la Spagna la stanno riempiendo di IDE, perchè ha calato il costo del lavoro più di noi. Ma era, in partenza, una realtà industriale estero-dipendente. Dunque non ha mai costituito un obiettivo (o meglio, serviva per fare tosarba con i rendimenti dei capitali prestati).

      @El Svissero: certo che l'Italia non riceve solidarietà europea; par excellence. L'accordo delle oligarchie prevede la massima colpevolizzazione (da decenni), perchè è il "capolavoro" del "nuovo ordine v.H.": rendere una grande democrazia sorretta da un vitale capitalismo "interventista" e contrassegnata dal benessere edall'export, un mercato periferico con lavoro-merce, soggetto in tutto ai "mercati"

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    9. però pure avendo tagliato il costo del lavoro in spagna la disoccupazione non accenna a diminuire...

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    10. Gli Dei della Sovranità Nazionale abbiano in gloria Quarantotto e tutti gli altri 'carbonari' (sarà così che mercoledì Paragone tratteggerà Borghi in studio?).

      By the way, ho appena finito di imparare una cosa nuova, ed è Zurlo (il Giornale) che devo ringraziare. In pratica, dopo aver sentito Zipponi (ex-sindacalista ed ex-IDV) dire che gli italiani devono imparare la cultura del lavoro dai tedeschi, adesso il 'giornalista' mi suggerisce di imparare la cultura d'impresa dai francesi (gli unici loro a saperla far funzionare e per questo benvenuti al posto degli autoctoni inetti).

      Non amo il genere splatter-punk, ma il botto sarà tremendo. Senza fine (ancora).

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    11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    12. Ma dai no, è un odio che travalica il senso delle cose. Tutti gli esseri umani sono destinati alla morte. Anche noi stessi. Rammentarlo sempre, anzi, ci dà la saggezza per mettere nella giusta prospettiva gli eventi della politica e della Storia. I potenti della nostra epoca raggiungono la loro vittoria nel renderci uguali a loro, sospettosi, vendicativi e incapaci di scorgere le altrui sofferenze. Esiste un'aritmetica misteriosa nell'Universo, nel Multiverso, che fa sì che ognuno abbia il proprio timing. Nessuno può sottrarsi al confronto con l'Infinito. Cerchiamo di arrivarci leggeri...

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    13. Commento che ho provveduto giustamente a rimuovere. Nel frattempo, mi accontenterò di un'indignazione appena esagitata, in crescita esponenziale da quando sono diventata una lettrice assidua di questo prezioso blog. Rimango in riconoscente attesa del libro.

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    1. Sì, sì, con Galloni ne abbiamo proprio parlato... E sì: abbiamo pure concordato che siamo in grossi guai

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  5. NATIXIS (pdf di 5 pagine) stima per l'Italia un deficit 2013 al 3,2% e 2014 al 3%. E buona ripresa a tutti.

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    1. Il primo dto ci darebbe la sicurezza del commissariamento two packs a cavallo tra 2013 e 2014. Il secondo, mi pare errato per difetto, data anche la notoria incisività (intenzionalmente) recessiva (e deindustrializzatrice) della scontata azione dei commissari UEM che ci allieteranno...

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Cos'è uno scherzo? Qui no si fa pubblicità a nessuno meno che mai a società finanzarie

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