lunedì 5 gennaio 2015

I MISTERI DEGLI APPALTI E LE POLITICHE INDUSTRIALI...DISOCCUPAZIONALI DELLA DOMANDA PUBBLICA -1







Vi offriamo l'analisi di Sofia sulle vicende degli italici appalti. Certamente ci offre spunti interessanti; che sarebbero anche divertenti, se non fossero in realtà eloquenti testimonianze di una situazione drammatica, ammantata dal bis-linguaggio.


1. Su "Il Messaggero" di oggi (ma un sunto è rinvenibile anche on-line qui) è riportata a grandi titoli la notizia dei rotoloni di carta acquistati a 17 euro, dopo una gara di appalto non bandita da Consip ma dal Ministero della Difesa, e a cui avrebbe partecipato, secondo l'articolo, una sola impresa:  secondo l’autore dell’articolo, il rotolone costerebbero 2 euro al supermercato o, al massimo, circa 10 euro per il tipo "professionale".
La notizia è, come da prassi del commento dell'espertologo, accompagnata da un'intervista a Domenico Casalino amministratore delegato della Consip: questi sostiene che di casi di “rotoloni d’oro” nelle PA ve ne sono molti perché, nonostante sia stata creata la Consip come centrale d’acquisto delle PA, (avendo già allo stato attuale abbia fatto risparmiare molto denaro pubblico), il ricorso ad essa continua a trova molte resistenze: la gestione delle gare da parte di Consip sarebbe ostacolata sia dalle imprese che dalle amministrazioni pubbliche.

Insomma il sistema mediatico continua a solleticare le frustrazioni della gente comune - esasperata da disoccupazione, abbassamento dei salari, carenza di servizi pubblici, aumento generalizzato o comunque insostenibilità delle tasse, nonchè il senso di indignazione di fronte alle tante promesse delle varie spending review-, per reclamizzare l’ennesimo caso di spreco di spesa pubblica (che allude, immancabilmente, alla corruzione).
Il sistema dell'informazione, anche nella questione esaminata in questo caso, tende strenuamente a convincere della presenza generalizzata di sprechi e di eccessi di spesa pubblica tutti coloro che non hanno dimestichezza con tematiche come quelle degli acquisti pubblici, le gare di appalto e le centrali di committenza (ossia la maggior parte delle persone comuni).
Proprio per questo mi pare corretto un tentativo di bilanciare, con alcuni approfondimenti, questo attacco mediatico (rimandando, semmai, ad un momento successivo un'analisi tecnico-normativa più dettagliata).

2. Occorre però fare una breve premessa generale, visto che si esalta, nell’articolo, la necessità di ricorrere alla Consip (centrale di committenza per gli acquisti pubblici) come risoluzione di tutti i mali delle gare di appalto e strumento per evitare gli sprechi.
Il fatto che si parli di Consip come unica centrale di committenza, che si parli di ridurre le centrali di acquisto delle amministrazioni pubbliche per ridurle a poche, conferma una consolidata tendenza a prediligere forme di concentrazione sia sul lato della domanda (pubblica) che su quella dell'offerta, perché, si implica ossessivamente, pochi operatori e grandi funzionerebbero meglio.

Con riferimento all'offerta, cioè alle imprese, la concentrazione, avviene automaticamente nelle dinamiche dei mercati nei vari settori produttivi, per effetto delle cause già qui esposte
Ma, ed è questo il punto che, ancora una volta, emerge nella vicenda mediatica che stiamo esaminando, questa tendenza è velocizzata dalla spinta (o "spin", mediatico) di un sempre più frequente modo di porgere notizie, accuratamente selezionate: un modo che, oggettivamente, risulta agevolare l’affermarsi di forme sempre più diffuse di oligopoli.  
"La concentrazione dell'offerta in pochi soggetti porta a un significativo potere di mercato con ampia capacità di determinazione o influenza sul prezzo, spesso espresso dall’impresa (o dalle imprese) considerata leader; il contesto economico può essere considerato calmierabile solo parzialmente in virtù della possibile concorrenza da parte di altre imprese già presenti o comunque desiderose di entrare nel lucroso mercato. 
Ma la strategia seguita da queste imprese per controllare la concorrenza - o mantenerla all’interno della cerchia degli oligopolisti presenti e non accrescerne il numero- è quella di concordare tra gli interessati, in molte e sfuggenti forme, (e quindi in modo connaturalmente occulto), un prezzo superiore a quello c.d. marginale in danno del consumatore.  
L’oligopolio tende quindi a presupporre e rafforzare, in molti modi strutturali, una forma di "cartello", che equivale, negli effetti economici, alla più insidiosa forma di monopolio: quello raggiunto attraverso intese occultate ai consumatori…. 
Specialmente una volta che si tenda a vietare, per via di trattati di libero scambio, il sistema dell'impresa di proprietà pubblica, o ad imporne, più "strategicamente", la privatizzazione, le multinazionali - ovvero le grande imprese finanziarizzate- finiscono per operare in regime monopolistico-oligopolistico al posto degli enti pubblici esponenziali degli interessi generali..." 

3. Queste potenti entità economiche private concepiscono il mondo come un illimitato luogo di espansione del loro potere di mercato (e quindi di certezza di profitti non comprimibili) tendendo, ad istituzionalizzare la propria posizione attraverso l'influenzamento del livello politico.
In altri termini esse ottengono, per mezzo dell'azione della politica, che finanziano ed influenzano direttamente o indirettamente, e proprio tramite la pressione (parallela al finanziamento) dei mezzi di informazione di cui hanno il controllo, leggi e norme, compresi i trattati liberoscambisti, tra cui va annoverato quello UE-UEM, che consentono di privilegiare una rendita di posizione che non solo influisce sui prezzi, la cui fissazione non corrisponde affatto al libero gioco di domanda e offerta, ma che garantisce il controllo istituzionale di cui parlava Lelio Basso già negli anni '60.

Anziché generare benessere, le privatizzazioni della pubblica industria finiscono per produrre nuove esclusioni, espulsioni e maggiore povertà: esse privano i popoli dei propri fondamentali diritti  sotto la copertura di slogan che contrabbandano fantomatici "benessere ed efficienza" (qui.par.5), ma al solo fine di monopolizzare, in poche mani private, ogni risorsa.
Quindi, maggiori sono le forme concentrazione dell'offerta, maggiore sarà la probabilità che il prezzo offerto sia più alto e che tale meccanismo sia agevolato da norme ad hoc.

4. Le gare indette per pubblici contratti, in effetti, tenderanno inevitabilmente ad essere sempre di più aggiudicate alle imprese di grosse dimensioni, piuttosto che alle piccole e medie imprese.
Ciò dipende dalla circostanza che le stazioni appaltanti, anzitutto per non discostarsi dalle istanze comunitarie che, non casualmente, lo impongono, sia, di conseguenza, per obbedire a questa impellenza istituzionalizzata a preferire le imprese più grandi perché ritenute più efficienti, stabiliscono nei bandi di gara requisiti di partecipazione (entità del fatturato di anni precedenti, capacità tecniche, garanzie bancarie…) sempre più stringenti, che solo poche e grandi imprese potranno possedere.

A tutto quanto finora evidenziato va aggiunto il verificarsi di un effetto ulteriore, del diffondersi degli oligopoli in un ambiente ordinamentale di tipo liberista internazionalizzato: questo tipo di organismi economici imprese saranno sempre meno legati al territorio. Ciò risulta antitetico al "modello di specializzazione"  tradizionale di un paese come l’Italia, "generalista" quanto alle filiere su cui era in grado di competere, ma frammentato, circa le dimensioni delle imprese.

5. Il tessuto industriale, cioè, è sempre stato composto da piccole e medie imprese, di cui a torto si è contestata l'efficienza, almeno finchè la moneta utilizzabile è stata adeguata a tale "modello"; ma esso era straordinariamente vitale. 
Il sistema italiano delle PMI, in condizioni di fisiologica sovranità monetaria e fiscale, era stato capace di portare il paese ai vertici mondiali delle capacità manifatturiere, coprendo una vasta serie di "filiere" che, sotto la spinta dei vari SME-Maastricht-euro, si sono poi irrevocabilmente perdute
Come in tutte le aree liberoscambiste vale la irresisitibile tendenza alla specializzazione produttiva sui "vantaggi comparati" che estingue interi settori industriali e privilegia solo quei pochi che i paesi dominanti dell'area di liberoscambio, a maggior ragione se dotata di una moneta unica,  lasciano ai paesi c.d. periferici, strutturalmente indeboliti.
6. Questo produce due conseguenze anche nel settore delle gare pubbliche:
a) queste tendono a essere proposte come "efficienti" se vengono centralizzate - sia affidando a stazioni appaltanti "nazionali uniche" la gestione della gara, sia vietando, come deriva dalla normativa UE, la riserva della partecipazione a imprese situate nella "regione"-  e, conseguentemente, vengono bandite su importi di gara sempre più alti: ovviamente prescindendo sempre più dal territorio ove svolgono la loro vita produttiva le piccole e medie imprese;
b) la crescita degli importi e delle dimensioni economiche degli appalti da aggiudicare, innalza in proporzione, come accennato, le soglie dei requisiti preventivi di partecipazione alla gara, e le offerte affluiscono quasi esclusivamente da soggetti oligopolisti che, per tutto quanto esposto in precedenza, non sono più, prevalentemente, operatori nazionali
E proprio perchè i "bisogni" e le esigenze di acquisto di beni servizi e lavori da parte della p.a.  corrispondono sempre meno a filiere esistenti sul territorio: essendo queste ormai disarticolate dagli effetti della moneta unica e della circolazione liberalizzata dei capitali, nonchè dall'impedimento, determinato dai vincoli monetari e fiscali (essenzialmente incentrati sulla svalutazione interna del prezzo del lavoro), a svolgere qualunque tipo di politica industriale. Se non altro, perchè l'industria pubblica viene resa il principale oggetto delle privatizzazioni e la spesa in investimenti pubblici tagliata per corrispondere ai ben noti limiti fiscali.
Ne consegue che l'aggiudicazione centralizzata "efficiente", in modo ancor più accentuato, si risolve prevalentemente in un'operazione economica di importazione: cioè in un sistematico peggioramento del saldo delle partite correnti - addirittura sussidiato dal denaro pubblico!- nonchè di ulteriore svuotamento dei segmenti di mercato rimasti per le PMI nazionali, in quanto affette in radice dalla preclusione a partecipare alle gare oltre che dalla minor competitività esclusivamente dovuta al fattore €-monetario (cioè all'andamento comparato dei costi attribuibile in modo decisivo alla presenza dell'euro).

7. Quanto poi alle concentrazioni dal lato delle centrali di acquisto, al di là di alcune forme di risparmio che attengono a personale e spese amministrative e organizzative per la predisposizione e la gestione delle gare - risparmi che certamente sono annullati dai maggiori prezzi imposti per effetto delle concentrazioni delle imprese e dal potenziale e crescente peggioramento del saldo delle partite correnti nazionali- , non si vede come queste forme di concentrazione possano portare ad una eliminazione degli sprechi.
Concentrare in una sola centrale di committenza tutti gli acquisti non ha alcun senso perché presupporrebbe (a livello teorico) che tutti gli operatori economici che ambiscono ad aggiudicarsi un appalto con Consip, offrano prezzi particolarmente vantaggiosi
Invece questo non avviene proprio in ragione dell’affermarsi di aggiudicazioni naturalmente indirizzate a soggetti in posizione oligopolistica, che quindi offriranno comunque prezzi più "alti", cioè che incorporano la frazione di rendita oligopolistica propria della struttura dell'offerta inevitabile in tale assetto. Per di più, appunto, un oligopolista internazionalizzato o "esterofilo", rispetto ad una situazione di, solo ideale e meramente presunta, competizione più libera ed ampia, di cui si è detto.
8. Potrebbe invece mostrarsi  più efficace (ad esempio) prendere come campioni di riferimento una molteplicità di centrali di acquisto; quindi verificare il prezzo più basso effettivamente ottenuto, in un certo periodo, nel complesso delle aggiudicazioni precedenti, attraverso opportune rilevazioni statistiche costantemente aggiornate. 
Il  prezzo rilevato (e pubblicato) in base alla "offerta effettiva" sull'intero territorio nazionale, nelle varie categorie di maggior frequenza ed incidenza, - scontati, secondo il caso, eventuali costi aggiuntivi di trasporto-, può essere utilizzato come base d’asta per gli acquisti di tutte le future gare di appalto di tutte le altre amministrazioni. 
E può simultaneamente prevedersi - come alcune leggi, hanno iniziato a fare, non si sa bene con quali effetti applicativi- che l'aggiudicazione a un prezzo superiore al prezzo del "miglior decile" sia verificata da un'autorità centrale di controllo che proceda all'annullamento preventivo dell'aggiudicazione "antieconomica", ponendo in alternativa la facoltà di riconduzione dell'aggiudicazione al prezzo di riferimento entro un congruo e breve termine.
Certo, il sistema può funzionare solo laddove il prezzo sia un criterio decisivo di aggiudicazione (essendo spesso i criteri di selezione dell'offerta più articolati e compositi), e sempre che esista, e sia adeguatamente strutturata e finanziata, una sede di controllo centrale che abbia il potere di effettuare l'annullamento preventivo "condizionato" alla ricontrattazione secondo il prezzo ottimale rilevato (e correttamente aggiornato).

24 commenti:

  1. Ma guarda che già è così: Consip e le Centrali regionali degli acquisti costituiscono il Sistema a Rete. Partecipano PMI, raggruppamenti, consorzi, subappalti. Fatturano il 40% delle gare aggregate. E altro che monopolio... Il monopolio si ha quando grandi imprese affrontano le 32.000 stazioni appaltanti polverizzate. In gare competitive Consip, che prima vengono approvate dall'Antitrust, la competizione c'è ed è forte. Lo dimostrano gli 8 miliardi€ di risparmi annui.

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    1. Attenzione qua l'autrice parla di struttura oligopolistica non di monopolio. Quest'ultimo non si registrebbe, nemmeno in assunto, nella situazione di frammentazione da lei richiamata.
      Non c'entra proprio nulla.

      Che poi si siano avuti risparmi per 8 miliardi è dato tutto da dimostrare: occorrerebbe che fondi di spesa e, specialmente, tipo e volume delle prestazioni fossero eguali nel tempo, per poter fare una comparazione omogenea.
      Ma così non è: se gli oggetti dei contratti considerati nella successione dei due sistemi non coincidono - perchè le norme finanziarie impongono, come in effetti impongono, riduzioni delle prestazioni- il risparmio è frutto di autonome decisioni di taglio.

      Un sistema centralizzato può dare risparmi (organizzativi e "interni") ed è detto: ma con la disciplina degli appalti europei (elaborata notoriamente su pressione delle lobbies oligopolistiche) e con le politiche di austerità che servono deliberatamente a far crollare la domanda interna, non certo a vantaggio dell'offerta nazionale. Mentre un oggettivo risultato migliorativo può essere verificato solo sapendo che modello di p.a. e che ruolo essa debba svolgere, sia nei livelli delle funzioni pubbliche sia rispetto all'incidenza delle prestazioni sull'effettivo benessere dei cittadini.

      Ma poi i fantomatici sgravi delle tasse che deriverebbero dai presunti risparmi del sistema Consip non si sono mai visti.

      Fermo restano che se si innalzano gli importi base degli appalti, e quindi le soglie di qualificazione, è del tutto ovvio che si restringe il campo delle imprese offerenti. E che queste siano già, o divengano in virtù di tale sistema, incumbent nel settore, incorporando immancabilmente la rendita da oligopolio all'interno dei prezzi.

      Questo perchè i pochi grandi operatori "qualificati" dalle soglie più alte, sanno molto bene, - in base alla collusione implicita, nella migliore delle ipotesi, o esplicita, e comunque STRUTTURALE (v.immagine del paper a inizio post) propria della situazione di oligopolio -, che nessun altro oligopolista vi rinuncerà fino a portare i prezzi al livello concorrenziale "marginale" e di (teorica) piena concorrenza.

      L'unico effetto certo è tagliare fuori dalle gare le PMI (sempre che non siano politicamente favorite da bandi "particolari" a da ricapitalizzazioni e incorporazioni agevolate da banche amiche, della stessa cordata).

      Così come è certa sempre più l'aggiudicazione in favore di imprese non nazionali, cui si trasferiscono i profitti (e i vantaggi occupazionali diretti e indiretti, secondo il tipo di produzione) derivanti dall'esecuzione dell'appalto: distrutte le filiere, infatti, riservare ai gruppi più grandi l'accesso alle gare, significa che anche la preclusione della domanda pubblica impedirà, al poco o nulla che è rimasto delle PMI non export-oriented, una qualche residua vitalità.

      E attenzione: è un'accentuazione liquidatoria dell'esclusione delle PMI, perchè comunque la disciplina UE degli appalti opera in questo senso.

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    2. Il commento di Dario Carta, secondo me, conferma proprio quello che con questa prima parte del post e anche con la seconda (da pubblicare) si voleva evidenziare: la capacità di forte condizionamento mediatico da parte di un certo tipo di informazione (spesso ad effetto, ma molto superficiale). Capisco che i numeri relativi ai risparmi determinati da Consip possano impressionare, ma ormai consapevoli di come funziona l'informazione in questo paese, non bisogna arrendersi alla tentazione di approfondire meglio. Ed è quello che, con grande umiltà, si cerca di fare, il che vuol dire che sono ben accette tutte le informazioni integrative e i dati certi che possono dare ai lettori un quadro più completo. le considerazioni fatte in questo post, inoltre, non escludono che effettivamente la Consip abbia determinato, nel breve periodo, i risparmi riportati o sperati, ma attengono da un lato ad un discorso di portata più generale e dall'altro espongono gli effetti di una evoluzione della fattispecie nel lungo periodo.Si tratta di considerazioni effettuate anche sulla base dell'esperienza professionale maturata come formatore in materia di appalti a dipendenti e funzionari pubblici. Questi (molto lontani dall'essere restii alla Consip per semplice presa di posizione come sostiene l'autore dell'articolo sul Messaggero, ma semmai aperti ad una soluzione che risparmierebbe loro molti incombenti e semplificherebbe la loro attività) si infuriavano quando gli propinavo i grandi numeri di Consip e mi riportavano non solo di aggiudicazioni Consip a prezzi più alti di quelli da loro ottenuti in gare effettuate autonomamente, ma anche di merci (soprattutto carta e altro materiale di cancelleria) di scarsissima qualità, tanto da essere, spesso, sinanche inutilizzabile.

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    3. Sofia, sei cascata anche tu nella rete dei leggendari acquisti migliori narrati da buyers interessati...
      Questi i 2 casi tipici del funzionario che compra "meglio di consip":
      1. Servizi da 1milione€. Spendo 18 mesi e 100k€ per fare una gara europea (costa, costa) sugli stessi beni/servizi della gara Consip, abbasso le garanzie (cauzioni, penali, polizze) ed ottengo (se ci riesco) 20k€ di sconto. COMPRO DAVVERO MEGLIO?
      2. Servizi da 1milione€. Il mio fornitore uscente mi offre le condizioni ECONOMICHE della gara Consip, ma scontate di x%. Risultato? Risparmio XX euro, ma prorogò illegittimamente il contratto, lo sottraggo alla concorrenza, ed ottengo condizioni e garanzie peggiorative. COMPRO DAVVERO MEGLIO?
      Carta e cancelleria poi...
      Non sono in Convenzioni Consip, ma sono su MEPA.
      Occorre conoscere la differenza tra Convenzioni (Consip aggiudica e gli Enti emettono ordinativi) e MEPA (Consip gestisce la piattaforma e gli Enti decidono cosa comprare, chi invitare, valutano, aggiudicano, congruiscono, stipulano collaudano e pagano). Chiunque capisca qualcosa di PA sa che nel secondo caso è impossibile per Consip controllare prezzi, perché le negoziazioni avvengono sul sistema online, trasparente, ma sempre (come prima) tra Ente e fornitori. Solo che ora tutto è tracciato. E questo disturba qualcuno che fa qualsiasi cosa per smontare un sistema che ha portato molta legalità negli appalti. Sai che un PC per Office in Convenzione costa 460€ installato, garantito e mantenuto on site per 3anni, smaltito il tuo vecchio PC e con una cauzione milionaria per sanzionare inadempimenti ed una polizza milionaria per risarcire eventuali danni prodotti all'Ente?
      QUESTO SEMPLICEMENTE NON ESISTE fuori da Consip, ed il bello è che per fornitura installazione ecc. lavorano le piccole e medie imprese italiane, alle quali i grandi vendor praticamente regalano i prodotti pur di avere una base installata in Italia.
      E la competizione è fortissima! Altro che monopoli o oligopoli...

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    4. I due esempi confermano che qualcosa non va:
      1) lo sconto di 20.000 euro è indicato e stabilito in astratto, apposta per indebolire la teorica possibilità di spuntare prezzi migliori di Consip: non dimentichiamo che proprio il costo finqanziario delle garanzie può dare il colpo di grazia alla sostenibilità di un'offerta per le PMI imprese italiane, provate da caduta della domanda fiscalmente indotta e credit crunch; questo è un problema congiunturale su cui Consip non può nulla e che la disciplina degli appalti non può che, notoriamente, accentuare .
      Ma poi vale come mero espediente espositivo, privo di concretezza a descrivere tutti i casi che possono NEI FATTI verificarsi;

      2) la possibilità del precedente aggiudicatario di offrire, in proroga, le condizioni economiche Conpip SCONTATE, - specie se fosse un'evenienza di frequente verificazione- dimostra la rigidità e non perfetta funzionalità del sistema concorrenziale su Consip.

      "Sottrarre alla concorrenza", se questa non dà, come strutturalmente non potrebbe dare (prevalendo assetti oligopolistici), un risultato oggettivamente ottimale, NON PUO' ESSERE UN MALE IN SE' PER L'INITERESSE PUBBLICO, ma solo per quello delle imprese oligopolistiche che "hanno fatto il prezzo".
      Cioè esattamente quell'interesse concorrenziale piegato al privato, obliterando il prevalente interesse pubblico, che è tipico della normativa UE.
      Basterebbe fare una garetta al ribasso sul ribasso offerto dall'aggiudicatario per verificare ciò. Questo fa pensare che Il sistema Consip sia, quantomeno, troppo rigido...

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  2. Credo non siano sfuggiti i contestuali “frame” dell’intervista pubblica il 5/1/2015 sul Messaggero a D Casalino, AD di COSIP.

    1) la significante AUTORPOCLAMATA REFERNZA che si snoda in tutta l’intervista, sulla accresciuta importanza di COSIP nella fornitura di beni e servizi alla P.A. fermamente contrastata dal trasversale PDP (PARTITO DELLE PROROGHE) in un momento storico di decadenza dell’organizzazione politica nell’attività e della sua partecipazione

    2) la FUNZIONALITA’ EFFFICENTE, EFFICACE & PRODUTTIVA DEL CONTROLLO ACCENTRATO che consente una “significativa” RISPARMIOSITA’ parlando di “siringhe” (ndr, avrei preferito il riferimento a “supposte” glicericche per indorare il “pacco”)

    3) l’INDIPENDENZA DELL’@-PROCUREMENT ALGORITMICO che consente la rapida “imparzialità” delle gestioni di fornitura.

    Senza l’esperienza di Sofia nel sollevare la QUESTIONE DEL MONOPOLISTA FORNITORE IN UN “LIBERO MERCATO”, s’è visto (tra mi”g”liardi di racconti aninonimi .. ) la assegnazione a competenti della pre - “redazione” dei capitolati di fornitura, nella strutturazione dei “requisiti” di partecipazione alla gara, nella definizione delle “modalità” esecutive del servizio o fornitura, nell’introduzione del punteggio “tecnico” di elementi che ne “direzionano l’assegnazione, senza entrare nei sotto-boschi (anch’essi cedui) delle configurazioni di Associazioni Temporanee partecipanti che propongono partecipazioni con rimescolamento - di carte e firme - tra “capo-gruppi” e “consorziati”.

    Verrebbe semplicisticamente da riconsiderare il BENCHMARK, un “punto di riferimento” – riporta in BANCHMARK, forse con lapsus freudiano dell competente articolista – statisticamente stimabile ed economicamente valutabile il RIFERIMENTO della “gara”.

    Poi, da sempre, esiste il giocondante “giuoco” delle (tre) tavole ..

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    1. Caro Poggiopoggiolini, aspetti più specifici dell'intervista riportata sul Messaggero si trovano nella seconda parte del post. Vedrai che ti farai un sacco di risate, se non te le sei fatte già.

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  3. OT (quasi)
    Stamattina controllo il blog con calma e una tazza di caffè: c'è un novo post di Sofia, ottimo. Lo leggo con autentico piacere e mi viene in mente un frammento delle storie della buona notte che mi raccontava la mamma quando ero piccolo. Momenti fatti di gioie semplici: "quando prendevamo Radio Londra, era una festa".

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  4. L'anno e' cominciato "bene", direi. I casini geopolitici si stanno amplificando, in europa non sanno piu' cosa fare... ora i tedeschi addirittura dicono la verita'...http://www.milanofinanza.it/news/l-ifo-batte-il-ferro-finche-e-caldo-grecia-puo-evitare-default-uscendo-da-euro-201501061430082740/

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  5. Guarda, quarantotto, che sei davvero fuori strada...
    Non soltanto la competizione nelle gare Consip è garantita dalla preventiva acquisizione della valutazione dell'ANTITRUST, ma anche la partecipazione delle PMI è elevata e VINCONO! Le PMI fatturano il 40% dei volumi delle gare Consip (il fatturato verso la PA delle PMI è <29%).

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    1. Interessante e, per quanto di ragione, me ne rallegro. Considerato che il manifatturiero italiano è per l'80 dovuto alle PMI - (59% le medie e il resto le micro: https://www.gecapital.it/it/docs/41529_GE_Capital_Italian_Brochure_v10.pdf) ci sarebbe un miglioramento: ma non una correzione integrale.

      Quanto al parere preventivo Antitrust non mi sentirei di certificare sicurezze, dato che l'accertabilità del sistema collusivo strutturale degli oligopoli è proprio il punto debole, altrettanto strutturale, dell'azione Antitrust stessa.
      Per motivi che sono indicati da tutta la letteratura in materia e a cui in Italia si aggiungono ulteriori profili attinenti a limiti istruttori ben noti (quand'anche si superassero i limiti, presenti in ogni ordinamento, alla attitudine "dicrezionale" insita nel nevralgico controllo delle intese di settore).

      Ma sarebbe meglio che offrissi dei links ai dati per poterne verificare la portata e metodologia di rilievamento. Saranno esaminati con piacere.

      Ribadendo che queste, non del tutto decisive, indicazioni (che spero siano verificabili) non elidono il problema nè della parte dei risparmi imputabili ai tagli, nè della equivalenza a importazione delle aggiudicazioni a gruppi esteri (cosa che nella sua incidenza ed eventuale variazione incrementale augureremmo essere smentibile da dati oggettivi...anche se temo che ciò non sia possibile)

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    2. @Dario Carta

      È molto importante avere i link e argomentare la consistenza delle informazioni estrapolate dai dati: quello che postano Sofia e Quarantotto si inserisce in un framework analitico molto solido.

      Perché "sparare" numeri così, senza alle spalle un'analisi potrebbe far pensare... che ne so... magari che in qualche modo sei uno "stakeholder" della CONSIP... in qualche modo non propriamente obiettivo... insomma, sembri un po' monotematico"... ;-)

      Prima di dire che due analisti come Sofia e Quarantotto "sono completamente fuori strada" sarebbe meglio separare il "grano dal loglio"... non trovi?

      Saremmo tutti più contenti si sapere - con pezze giustificative - che esiste un modello "CONSIP" in grado di reggere al sistema "europeistico" basato su un concetto oligopolistico dell'economia e oligarchico delle politica... a danno delle PMI e dei cittadini-consumatori. Almeno che tu non voglia dimostrare il contrario.

      Giusto?

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    3. A CASE HISTORY: CONSIP, BORSA, LA BANDA ..

      LA GARA
      http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/gare-assalto-tiscali-soru-europarlamentare-segretario-pd-90164.htm

      LA BORSA
      http://mentiinformatiche.com/2014/12/tiscali-vola-in-borsa-grazie-alla-notizia-che-sapevano-in-pochi.html


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    4. Chissà perchè il bando è stato fatto "efficientemente" in un certo modo.
      E chissà come andrà a finire.
      E chissà perchè a tutto si pensa meno che a ripristinare il controllo preventivo di legittimità sui bandi (intendendo la legittimità estesa alla logicità-proporzionalità del merito tecnico).
      Si diceva che si perdeva tempo: ed infatti si vede a cosa serve il tempo enorme che si perde "a valle" dell'espletamento della gara quando il bando è un pochettino "difettoso"...

      Povera Italia! Ma senza retorica: non si tratta più di una metafora...

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    5. :-) .. noto che anche altri hanno compreso la .. banda "larga" con un ribasso d'asta del 89%

      ps: sottotitolo: ogni riferimento a fatti e personaggi è puramente casuale


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    6. Vedrai con la ea parte del post che magari qui non è questione di case history (troppa grazia) ma, più banalmente, di bis-linguaggio :-)

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    7. :-) .. sai come son fatti i "tappezzieri" meneghini
      .. si soddisfano di poco mostrando "qualche" prodotto del neo-linguaggio (ndr, punti "neri" antiestetici del vuoto che avanza)

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    8. E a proposito:
      http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/pronto-chi-vince-telecom-italia-si-aggiudica-maxi-commessa-107-92006.htm Offerta competitiva?
      http://www.leggioggi.it/2014/02/07/follie-burocratiche-obbligatorio-il-cellulare-di-servizio-per-usare-la-piattaforma-dei-pagamenti-alle-imprese/ E ci mancherebbe (le utenze non sono gratis per i dipendenti "obbligati" ad avere il cellulare..)

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  6. Mi interesserebbe conoscere il riferimento normativo che attribuisce all'Antitrus il controllo preventivo dato per assodato perchè a me (ma posso sicuramente sbagliarmi), invece, risulta che la Consip può di sua iniziativa richiedere un parere preventivo o che l'Antitrus, autonomamente e successivamente alla gara può intervenire laddove riscontri possibili situazioni in danno della concorrenza.
    Inoltre anche nei due esempi riportati da Carta si danno per assodate delle circostanze che non mi tornano: nel primo esempio si da per certo che sia possibile abbassare le cauzioni, quando invece le cauzioni e le garanzie sono specificamente previste dalla legge anche nel loro ammontare e comunque devono essere tali da coprire l’importo dell’appalto, a cui si affiancano le penali che difficilmente saranno di lieve entità considerato che le amministrazioni, da questo punto di vista, rischiano il danno erariale e il giudizio della corte dei conti.
    Sul secondo esempio si dà per assodato il ricorso consolidato all’istituto della proroga che non solo è vietato ma fortemente contrastato dalla giurisprudenza che addirittura consente ad un operatore economico che opera nel settore del contratto prorogato, di impugnare la proroga stessa a tutela dei propri interessi economici, del proprio interesse alla riedizione della gara e della concorrenza.

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    1. Commenti plurimi contenenti insulti gratuiti non sono ammessi. Affermazioni OT che ignorano, con toni supponenti e apodittici, quanto contenuto nel post non sono ammesse.

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  8. Non ho insultato, ma solo ricevuto insulti.
    Il post ed i commenti generalizzano senza dire QUALI MERCATI sarebbero oggetto di oligopolio, o meglio di condizioni oligopolistiche generate o favorite da Consip.
    Si da per impossibile che vi siano proroghe solo perché sono vietate dalla legge, mentre le indagini di Mafia Capitale hanno evidenziato che sulle proroghe vive una gran parte del sottobosco degli appalti.
    Confermo la mia valutazione, non apodittica, ma da funzionario che onestamente e nel pubblico interesse usa Consip, che chi ha acritto il,post dimostra di aver solo letto sui libri gli appalti pubblici in Italia, ma di non avere esperienza professionale diretta in materia. È lampante. Con preghiera di non cancellare anche questo post, se avete il coraggio del dibattito...

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    1. Guardi la prima cosa da fare, quando come nel caso, si è "a casa d'altri" è essere educati. L'educazione nel caso sta nel non fare apprezzamenti che ignorano le repliche che le sono state gentimente fatte - E CHE LEI DIMOSTRA DI NO AVER COMPRESO NEANCHE UN PO'- e apprezzamenti che travalicano nell'altrui denigrazione personale.
      Non solo lei non ha compreso, ma insiste con notazioni non pertinenti, non centrate e insiste facendo apprezzamenti sul piano personale di fronte a argomentazioni analitiche e del tutto ragionevoli.
      Che si possono pure contraddire ma non nel modo in cui lo fa lei.

      Credo che si inutile spiegare oltre, perchè le proprio non ci arriva, neppure sulle ampie spiegazioni che le sono state date: non ci arriva e insiste a ripetere le stesse negazioni autoelaogiative prive di qualsiasi omogeneità con gli argomenti qui affrontati.

      Questo è un atteggiamento vessatorio, che la tecnica del "lei non sa chi sono io" con aggiunta di DENIGRAZIONE PROFESSIONALE E PERSONALE dell'autrice del post non attenua e non giustifica.

      Sappia che lei non è gradito ospite sia per la maleducazione, sia per l'aggressività infantile, sia perchè non è all'altezza del dibattito che qui normalmente si svolge.
      Ergo, addio: a vada ad allietare altri lidi con la sua approssimativa supponenza.

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