martedì 22 agosto 2017

SOLO UN BLOG...(ESSI AND US)


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1. Sì, ammettiamolo: questo è un blog.
Per questo è scientificamente meno attendibile o approfondito dei testi accademici su cui si studia nelle università o nei successivi momenti di dottorato e di ricerca?
Come abbiamo precisato fin dal primo post in questa sede, questo è un falso problema. Ne rammento, del post, l'incipit:
"Questo blog nasce dall'esigenza di preparare un futuro ("migliore"? Vogliamo essere ottimisti?) per la democrazia. E fin qui, sembrerebbe quasi che non ci sia nulla di strano, dato che lo potrebbe sostenere, come scopo autodichiarato, qualunque "voce", pubblicazione, giornale, rivista o, naturalmente, partito politico. 
Ma il punto, che credo in molti "sentono" di sollevare in questo momento storico italiano e, inteso in molte possibili accezioni, "europeo", è: quanta parte della democrazia è ancora in vita?
Quanta strada può ancora fare la democrazia, quantomeno rispetto a quelle aspettative che in molti modi ci sono state trasmesse, quasi come un riflesso, da scuola, media (televisioni in testa), proposizioni politiche?"
 
2. Da quel momento di circa cinque anni fa, la democrazia ha fatto solo passi indietro, rispetto al punto di riferimento dell'applicazione, o meglio del ripristino, della legalità costituzionale.
E, perdurando il "vincolo esterno" dei trattati, non poteva essere diversamente (non metto links perché tutto il blog, e i due libri che ne sono scaturiti, sono rivolti a evidenziare questo aspetto: d'altra parte, un vincolo è un vincolo e finché perdura è una forza agente in moto uniformemente accelerato, come la caduta libera determinata dalla forza di gravità...).
Ovviamente questo è un problema che riguarda tutti i cittadini italiani, che formano quel "popolo" cui appartiene la sovranità nella Repubblica fondata sul lavoro.
Porsi il problema della democrazia e della sua corrispondenza al modello legale-costituzionale è anche un problema giuridico: tuttavia è proprio di un livello di diritto che appartiene alla coscienza "politica" di ciascuno che, come spesso ricorda Bazaar, è anzitutto coscienza morale. 
Ma è "morale" in senso non riduttivamente "sociale", in quanto, in ultima istanza, è volta a promuovere la vita umana come fenomeno di piena e libera realizzazione cognitiva: libera dall'oppressione materiale intollerabile esclusivamente indotta da altri esseri umani che reclamano il potere sugli altri. ESSI per l'appunto (che, per la verità, reclamano per se stessi una condizione sostanzialmente super-umana, ascrivibile a pochi, e, simmetricamente, sub-umana per tutti gli altri).

Non andrò oltre: mi basta precisare che per cogliere l'essenza di questo fenomeno di "coscienza" umana, e dunque (necessariamente) sociale, in partenza, ma cognitiva nel suo sviluppo (auspicabile), un approccio giuridico non sarebbe sufficiente, occorrendo, proprio nella fase iniziale necessaria alla de-socializzazione del condizionamento umano, una serie di solide conoscenze economiche e storiche. Unite dal comune approccio fenomenologico.
 
3. Su questo genere di problemi, soccorrono alcuni interessanti commenti svolti nel dibattito seguito al penultimo post.
Il primo è di Luca che, in termini oggettivi, coglie il limite di un approccio giuridico e anticipa un aspetto ideologico, cioè sovrastrutturale e dissimulante l'essenza strutturale del problema, che appare insito nelle conoscenze "giuridiche":
"...intendevo sottolineare che la tua precisazione è fondamentale per molti studenti che, inevitabilmente, subiscono gli "involontari strabismi" di docenti/autori dalle più o meno evidenti simpatie (neo)liberiste. 
Non so se poi è una mia esagerazione intravedere anche nostalgie dell'"ordinamento corporativo" (trattandosi spesso di autori coetanei ai miei nonni). Diciamo di liberali che in situazioni di progressiva manifestazione della conflittualità sociale ti sosterrebbero squadristi e quant'altro...ne abbiamo avuti un oceano e ne avete scritto spesso anche voi.
In altri termini: quanta parte dei giuristi è convinta che la costituzione repubblicana è antifascista in quanto anti-liberista?
Avevo prestato a qualche conoscente "La Costituzione nella palude" e al momento delle rispettive restituzioni parlavamo proprio del fatto che nei manuali universitari [almeno quelli più "frequentati" ai tempi: Rescigno, Mazziotti di celso, Bin-pitruzzella, Paladin, adottati per l'esame di pubblico nelle facoltà di economia, legge, scienze politiche, sociologia, filosofia, storia, scienze delle comunicazioni, statistica] non ci sono tutti questi appassionati "inviti" alla lettura dei lavori dell'assemblea (sì vabbè...c'è il link) né erano previste (stando a questo mio confronto con una decina di persone) letture integrative...nemmeno riguardo alla"la monografia del Prof da afffiancare al manuale...nessuno ha avuto mai assegnato un saggio di storia costituzionale fatto come Cristo comanda.
Ora però mi chiedo con che coraggio un docente possa far finta che questo blog non esista...serve davvero del fegato. Si è improvvisata, e purtroppo atomisticamnte, molta autodidattica.
Questo blog è militanza politica pura...lettura individuale e confronto collettivo. Ad avercelo avuto prima quando si aveva tempo di studiare!
Come si fa oggi a non indicarlo a tutte le matricole?"
 
4. Paolo Giusti risponde evidenziando un ulteriore aspetto che, per la verità, non mi pare contrapposto a quello delle "più o meno evidenti simpatie neo-liberiste" ma, anzi, strettamente complementare ad esso. E nel far ciò, indica le ragioni di questa oggettiva convergenza (di effetti interpretativi), forse involontaria, che pure accomuna approcci ideologici dei giuristi apparentemente opposti: le ragioni consistono nel "non saper nulla di economia" o, più precisamente, come evidenziava Alberto, nell'accettare talune verità economiche come postulati fideistici da cui trarre rilevanti conclusioni interpretative che, come abbiamo visto, guidano verso una diffusa disapplicazione della Costituzione, mediante costruzioni extratestuali (qui, v. introduzione) di cui non si sono mai verificati i presupposti (il che è l'opposto del metodo scientifico, anche nella forma applicabile al diritto, in cui le norme nella loro identità letterale e sintattica devono costituire comunque il punto di partenza obbligato):
"I redattori di manuali universitari, nonché di quelli molto più pericolosi di preparazione agli esami di Stato - che ti prendono maggiormente a "difese immunitarie calate" - non sono di simpatie liberali, ma sono in dissociazione cognitiva: grandi voli sui principi lavoristi e di democrazia sostanziale, alcuni addirittura osano osservare che la "costituzione" l€uropea è in aperto contrasto con i principi sociali della nostra Costituzione, però poi è tutto un debbitopubbblicobruttto, effficienza, pareggiodibilanciechecefatantobbene.
Il problema è che NON SANNO NULLA DI ECONOMIA (e alcuni se ne vantano...): uno può conoscere anche tutti gli atti dell'Assemblea Costituente, ma se poi non ha anticorpi al virus neoliberale - e ai suoi corollari, risorse finite, pareggio di bilancio, banca centrale indipendente, finanziarizzazione della spesa pubblica ecc... - non può salvarsi: i diritti sociali costano e il modello liberale è deflattivo, quindi...
Onore, anzi, al "merito" che non svaccano i principi costituzionali à la Corsera.
D'altronde, l'unico modo di risolvere una dissociazione cognitiva è comprendere la falsità di una delle due proposizioni in conflitto, ovvero andare oltre l'economia del "bar sport".
Aggiungo comunque, come chiosa finale, che questo blog è molto ben conosciuto ai professori universitari, ma: 
1. è un blog, "tipo quello di Grillo" cit. 
2. non è mainstream e hanno tutti una paura fottuta di finire a fare le pecore nere del branco accademico."
 
5. A chiusura di questa trattazione pongo uno spunto offerto da Francesco Maimone (in realtà all'inizio della discussione in cui si inseriscono i due riportati commenti), ma per come lo aveva già fornito in un commento a un post di esattamente un anno fa. Si tratta di una citazione (originariamente fornita da Arturo e, come molti sapranno, riportata ne "La Costituzione nella palude") tratta da uno dei maggiori giuristi italiani dell'ultimo secolo (invito peraltro ad andare sul link per poter leggere l'intero discorso di Lelio Basso poi riportato in una sequenza di ulteriori commenti di Francesco):
"...non riesco a capacitarmi di come sia possibile un tale livello di incomprensione del sistema €urista, soprattutto a livello di giurisprudenza costituzionale. 
E’ possibile che si tratti “solo” di ignoranza (economica certamente)? 
O per converso, può essere tutta mala fede? 
In entrambi i casi, dal punto di vista della puntuale analisi giuridico-economica riportata, il fenomeno presenta tratti di palese abnormità sconfinante nella patologia (tecnicamente, la psicopatia segnalata da Bazaar). 
Sono infatti gli stessi interrogativi che, mutatis mutandis, si poneva Lelio Basso allorchè, dopo l’entrata in vogore della Costituzione, denunciava l’incorporazione automatica di tutte le leggi fasciste nel nuovo Stato che avrebbe dovuto essere “democratico”. 
Basso, nel riportare il pensiero di Marx sul passaggio dal capitalismo al socialismo, articolando questo emozionante discorso sull’argomento “Giustizia e potere” (di cui riporto i passi salienti), forniva una tesi plausibile, riassumibile altresì in una citazione di Pietro Barcellona contenuta in “La Costituzione nella palude” (pag. 74):
…quando il potere è saldamente in mano alle potenti lobby degli affari e della finanza, dei circoli mediatici e della manipolazione delle informazioni, i giuristi si abbandonano al cosmopolitismo umanitario e si arruolano nel “grande partito” delle buone intenzioni e delle buone maniere; magari fornendo una INCONSAPEVOLE LEGITTIMAZIONE al mantenimento dello stato di cose esistenti”

In effetti, questo è solo un blog. Direi però che non assomiglia a quello di...Grillo. Parla di argomenti molto diversi: negarlo sarebbe una grossolana inesattezza.
Può poi senz'altro essere, invece, che la democrazia sostanziale e la legalità costituzionale non siano temi sentiti dall'opinione pubblica e da quella di massa.
Ed infatti non confido nel fatto che questo post sia trovato interessante da molti. Solo alcuni lo capiranno e capiranno quanto, al suo fondo, c'è un drammatico appello finale (che non pretende ormai più di essere ascoltato...).

72 commenti:

  1. Questo blog è sicuramente qualcosa di diverso che niente ha a che fare con quello di Grillo anzi,serve proprio a coglierne la distanza siderale sia per contenuti che per forma.
    Riguardo alla forma,e parlo per me,da quando ci sono incappato per le prime volte riuscivo si a finire la lettura dei post perché mi sembrava adiacente in quanto a incastri di sequenze come le delibere di Giunta Municipale o di Consiglio Comunale...visto che,considerato che,ritenuto di,per tutto quanto innanzi si delibera di...Ma la mia era solo dimestichezza con atti pubblici conseguita sul campo in anni di esperienza amministrativa e ciò che mi mancava erano i contenuti di quel ...visto che,considerato che ecc.Mi son fermato un attimo e consapevolmente mi son chiesto cosa mi mancasse per "metabolizzarli"e condividerli o meno.Essendo uno dei tanti con la maturità scientifica per andare oltre la forma della sequenza logica "Devo studià". Diritto Pubblico,Diritto costituzionale accompagnato da http://www.nascitacostituzione.it/ ed Economia Politica.Mi sembrava proprio il minimo per capire il contenuto del blog e oggi ci riesco,non sempre quando vengono citati tanti altri economisti,filosofi,saggisti ecc....,no non ci arrivo.Posso dire però di aver un paio di vaccini rispetto a quelli previsti e son diventato resistente a certe malattie che ci spacciano per cure.Vivo meglio.Prima mi prendeva un po l'angoscia nel non riuscire a capire come tanta gente non vedesse ciò che personalmente percepivo ma non vedevo e capivo,oggi non più.C'è in giro un marciume pervasivo e uniformante che plasma le coscienze dei singoli in maniera sofistica e impercettibile ma violenta e distorcente di tutto ciò che ci circonda.Non vado per le lunghe ma a tanti che ho consigliato e consiglio la lettura di questo blog poi mi han detto...eh ma è difficile e ho risposto a seconda della loro età e percorso di vita o di approfondire alcune questioni di cui sopra oppure di non dar credito a giornali,Tg ecc. ma di guardarsi solo intorno,scrutare e approfondire la realtà che li circonda e porsi di fronte agli eventi e agli attori di tali eventi con una corazza sul petto con su scritto...perché dici questo !? Essere critici già in partenza e non acquiescenti e/o dare per scontato che tutto ciò che accade e dicono sia oro colato,la pura verità.Funziona.Quanto meno non si è più in "ricezione passiva" ed è già tanto.Spero e mi auguro che gli studenti universitari di Diritto e/o Economia percorrano ambedue i corsi di Laurea,uno parallelo all'altro a prescindere dalla Laurea che prenderanno.Grazie sempre.

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  2. Conoscere questo blog mi ha dato la possibilità d' una crescita in un età nella quale inizia il declino per questo attendo sempre i nuovi post ed apro giornalmente il blog .C' è evidentemente un abisso tra la "comunicazione " degli altri blog e il recupero delle risorse culturali qui perseguito.Posso dire che per me,che non ho una formazione specifica e sono "appesantito" da una condizione di "lavoratore povero"(non mi piace working poor),costa molta applicazione la comprensione di molti temi.Comunque mi aiuta nella comprensione il riflettere su quanto ho vissuto e su quanto mi è stato fatto credere dai media e dalle forze politiche dalla fine degli anni 70.

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  3. Fuori tema Ho trovato questo https://www.youtube.com/watch?v=wfcOnJC2uVM Pubblicato il 19 mar 2013
    Post correlato: http://www.ecodellarete.net/code/xslt...
    "Pragmatismi, disciplina e saggezza convenzionale. L'economia italiana dagli anni '70 agli anni '90" organizzato dal Dipartimento di Economia Pubblica della Facolta' di Economia e Commercio dell'Università "La Sapienza" di Roma - 9 novembre 1994.

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  4. Grazie Presidente. Raccogliamo lo spirito di questo appello finale non per iniziare ad ascoltare, del resto chi non l'ha fatto finora non lo vuole fare, ma per finire di metabolizzare gli infiniti spunti e le preziose informazioni ricevute in questi anni dal blog. Presto avremo l'occasione di mettere in pratica quanto appreso per ricostruire la nostra Italia e riaffermare lo Stato Costituzionale. La volontà e il coraggio di pochi, guidati da parole di verità, possono grandi cose. Noi ci siamo e siamo con Te!

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  5. Sono d'accordo con lei quando dice "Solo alcuni lo capiranno..." ecco ho cominciato ad aprire gli occhi, proprio grazie a questo blog e Goofynomics, come tanti altri e di questo non è misurabile la gratidudine.
    Voi indicate la via, state tracciando nuove traiettorie e lo fate con la massima competenza ed "onestà" intellettuale. Noi "i muratori" dovremmo agire per sostenere quello che chiaramente emerge dai vostri rispettivi blog, articoli, libri. Appunto agire è un verbo caduto in disuso "etichettato" come fuori moda anzi non si usa proprio più, ma credo che se vogliamo almeno tentare di non sprofondare dovremmo iniziare a metterlo in pratica. Me ne accorgo nell'ambiente di lavoro, per esempio, nonostante, come la definisce il prof. Bagnai la gens piddinae, per strada, un pò ovunque che un minimo, ma le coscienze sembrano dare segni di vita, almeno credo e spero... in ogni caso cerco di fare il mio indirizzando più persone possibile sui vostri blog, indicando conferenze, convegni e tutto quello che può servire "alla causa", dobbiamo AGIRE adesso perchè questo è un momento di crisi internazionale peggiore dalla II WW e se non ci muoviamo verremo travolti dagli eventi e come un pugile al centro del ring che viene circondato e prende colpi da tutte le direzioni dobbiamo difenderci in primis e se possibile toglierci da dove siamo(meglio essere grossi e pesanti o piccoli ed agili?), voi siete la nostra energia pulita per poter reagire.
    Infinitamente GRAZIE.
    Giovanni Novelli

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  6. Rimanendo nell'ambito del richiamo pinkfloydiano del post, possiamo forse considerarsi una minoranza esigua ma combattiva che cerca di uscire dal lato oscuro della luna, per raggiungere e convincere con i propri solidi argomenti almeno alcuni fra i moltissimi cittadini ostaggio (non sempre inconsapevole) del pensiero unico neoliberista. Certo è che questo blog rappresenta da quando è nato un punto di riferimento imprescindibile per chi vuole resistere al definitivo smantellamento della nostra costituzione e alla trasformazione finale del nostro paese in colonia delle potenze del nord Europa. Per me, ma credo per tutti i lettori e commentatori, questo blog costituisce una delle poche speranze in questo senso.

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  7. "Il problema è che NON SANNO NULLA DI ECONOMIA"

    Sanno benissimo.

    La Costituzione è disattesa perché condividono l'oligarchia ed il liberismo più sfrenato.

    Prendiamo per esempio il recente scempio del diritto del lavoro.

    Può un giurista che abbia studiato la Costituzione e che sia degno di questo nome non criticare l'abolizione di fatto dell'istituto della reintegrazione per i licenziamenti illeggittimi?

    Ancora, come si può introdurre nell'ordinamento il licenziamento a fini di maggior profitto?

    Come si fa poi a considerare giuridicamente fondata l'effettività del licenziamento a far tempo dal momento della PROMESSA del pagamento delle (ormai miserrime) indennità di legge?

    Altro che repubblica fondata sul lavoro...

    Sono diventato assiduo lettore del blog dopo aver letto 'La Costituzione nella palude".

    Pur non avendo fatto studi giuridici ho subito apprezzato i contenuti ed il linguaggio ricercato.

    Forse perché ormai giunto alla soglia dei 60 credo che per capire ed apprezzare serve solo di conoscere l'italiano e di voler capire.

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    1. (Mi permetto umilmente di ribadire che dissento. Esclusa una ristretta minoranza, i giuristi - che nella mia esperienza sono soprattutto avvocati, ma non solo - hanno perfettamente chiaro la contraddittorietà tra il sistema ordolibersta-leuropeo è il puro dettato costituzionale. Un collega ha addirittura visto la luce, ricordandosi che la CCost degli anni '60 aveva dichiarato incostituzionale il contratto di lavoro previsto nel codice civile perché era troppo facile licenziare, portando all'adozione della legge sui licenziamenti del '65, la mamma dello Statuto dei Lavoratori.
      Ma come possono controbattere a chi parla di risorse finite, debbbitopubbblico, solidarietagenerazionale se colpevolmente ignorano i fondamenti economici dei principi economici di cui agli artt. 34-47?
      Uniche alternative: dissociazione cognitiva "de sinistra" o pippone sulle "formule di compromesso tra socialisti e cattolici" "de destra".)

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    2. "Ma come possono controbattere a chi parla di OMISSIS se colpevolmente ignorano i fondamenti economici dei principi economici di cui agli artt. 34-47?"

      Se si tratta di avvocati, magari col supporto dell'ordine, potrebbe certamente aiutare l'art. 23 della lontana, ma ancora vigente, Legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 87:

      "Art. 23.
      Nel corso di un giudizio dinanzi ad una autorità giurisdizionale una delle parti o il Pubblico Ministero possono sollevare questione di legittimità costituzionale mediante apposita istanza, indicando:
      a) le disposizioni della legge o dell'atto avente forza di legge dello Stato o di una Regione, viziate da illegittimità costituzionale;
      b) le disposizioni della Costituzione o delle leggi costituzionali, che si assumono violate.
      L'autorità giurisdizionale, qualora il giudizio non possa essere
      definito indipendentemente dalla risoluzione della questione di
      legittimità costituzionale o non ritenga che la questione sollevata sia manifestamente infondata, emette ordinanza con la quale, riferiti i termini ed i motivi della istanza con cui fu sollevata la questione, dispone l'immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale e sospende il giudizio in corso.
      La questione di legittimità costituzionale può essere sollevata, di ufficio, dall'autorità giurisdizionale davanti alla quale verte il giudizio con ordinanza contenente le indicazioni previste alle lettere a) e b) del primo comma e le disposizioni di cui al comma precedente.
      L'autorità giurisdizionale ordina che a cura della Cancelleria
      l'ordinanza di trasmissione degli atti alla Corte costituzionale sia notificata, quando non se ne sia data lettura nel pubblico
      dibattimento, alle parti in causa ed al Pubblico Ministero quando il suo intervento sia obbligatorio, nonché al Presidente del Consiglio dei ministri od al Presidente della Giunta regionale a seconda che sia in questione una legge o un atto avente forza di legge dello Stato o di una Regione. L'ordinanza viene comunicata dal cancelliere anche ai Presidenti delle due Camere del Parlamento o al Presidente del Consiglio regionale interessato."

      Se con l'occasione si riuscisse pure a suggerire il contenuto del provvedimento al giudice (tipo quello che leggo ormai con assiduita' nel blog), si faciliterebbe sicuramente la rimessione degli atti alla Corte.

      Visto che sono reduce da una causa di lavoro capisco che questo e' lavoro non retribuito, che nessuno studio professionale lo vuole fare (anche perche' piu' della meta' degli introiti dei professionisti del settore arrivano da incarichi da parte di chi licenzia illeggittimamente e non certo da chi cerca di parare il colpo) e che difendere la costituzione puo' causare molti altri tipi di ostracismo.

      Ma non accetto che mi si dica che non si puo' fare nulla.

      Altrimenti lasciamo che tutto rimanga regolato dalla legge del piu' forte (cioe' il piu' ricco), esattamente come ora, e che le cause di lavoro (ma penso anche le altre cause) finiscano con una transazione extragiudiziale modello 'pochi, maledetti e subito' o la condanna 'mazziato e cornuto' di chi vede lesi i suoi diritti costituzionali.

      Tra l'altro se tale pratica di segnalazione delle incostituzionalita' divenisse molto frequente si potrebbe tentare di arginare il fenomeno della produzione continua di leggi palesemente incostituzionali.

      Leggo oggi che qualcuno ha denunciato la Boldrini per i suoi tweet sulla cessione di sovranita': era ora.

      Io denuncerei anche le altre due massime cariche dello stato ed anche i precedenti titolari di tali cariche...

      Magari non si arrivera' alla condanna, ma questo dimostra che se ci sonmo le palle nessuno potrebbe ergersi con spavalderia e certezza del'impunita' contro la costituzione....

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    3. @Luca
      Con tutto il rispetto della categoria, quanti sono gli avvocati che hanno coscienza delle problematiche delle quali qui si discute da anni? Per esperienza, posso assicurarti che si contano sulle dita di una mano. Con altrettanto rispetto, lo stesso discorso puo' farsi per i magistrati. Questo e' un primo problema, non del tutto secondario.

      Poi ci sono problemi tecnico-giuridici. Non e' semplice approntare un'ordinanza di rimessione, cosi' tanti essendo i paletti fissati dalla Corte al provvedimento del giudice a quo (non entro nel merito) per superare il giudizio di ammissibilita', che e' come giocare un terno al lotto.

      Ulteriore e fondamentale problema e' poi la Corte medesima. Quest'ultima - e qui se n'e' parlato abbastanza- non sconfessera' LEuropa. Basta rivedere la teoria dei controlimiti per capire che la Consulta non si prendera' la responsabilita' di affermare che i Trattati sono contrari alla Costituzione.

      Il problema e' politico, non giuridico (ammesso che ne vengano a capo giuridicamente, e ritengo che cio' sia assolutamente possibile). Hai dato un'occhiata di chi sono gli attuali giudici costituzionali? C'e' anche Amato, al secolo mister medioevo. Chi si prenderebbe la briga di sconfessare 40 anni di porcate?

      Temo che sia difficile che se ne esca con una soluzione interna di tipo giuridico. E politicamente, per la posta in gioco, e' necessaria una forza politica di massa, mentre in Italia cio' e' attualmente improbabile per i motivi che sappiamo ampiamente. Le forze rotschildiane non si faranno sfilare l'osso a cuor leggero, non molleranno la gallina dalle uova d'oro, essendo disposte a tutto.

      Ci tocchera' aspettare ancora gli Alleati, se e quando interverranno, perche' i collaborazionisti ci hanno ficcato in un mare di letame fino al collo.

      Quello che dobbiamo fare e' diffondere il piu' possibile la coscienza della legalita' costituzionale, in ogni modo, per non farci trovare impreparati all'appuntamento. Nella speranza che quando arrivera' si sia il maggior numero possibile. Ma prima temo che il Popolo, purtroppo, dovra' soffrire tanto

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    4. << Tra l'altro se tale pratica di SEGNALAZIONE delle INCOSTITUZIONALITA' divenisse molto frequente si potrebbe tentare di arginare il fenomeno della produzione continua di leggi palesemente incostituzionali>>

      PAROLE 'SANTISSIME'

      Coincidenza tra ATTIVITA' PROFESSIONALE e IMPEGNO CIVILE PER LA LEGALITA' COSTITUZIONALE.

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    5. In effetti Francesco ci riporta con i piedi per terra, nel senso...
      proprio in tutto l’universo forense si stanno perdendo le tracce di…SENSIBILITÀ COSTITUZIONALE...ALTRO CHE ECONOMIA...
      ...Torniamo sempre all'ANTROPOLOGIA!!!:):)

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    6. ...Antropologia modificata che forse ha trovato, nei percorsi universitari 'pirotecnici' [se ne trovano di tutti i tipi...laurea in scienze dei servizi giuridici per il turimo o per il lavoro o quello che vuoi...in cui materie giuridiche non sono necessariamente insegnate da giuristi...sembra in estinzione proprio il diritto!] la sua veste accademica proprio nei due "approcci" Law & Economics e Economic Analysis of Law [ormai è sterminata anche in Italia la relativa letteratura].
      Io incontrai queste discipline quando preparavo privato comparato e non riuscivi a capire...ma è comparato con quello statunitense? No? Ma che materia è? Mah...sincretismi? contaminazioni? Fusion? World music? Mah..[E' vero: quando per curiosità alla biblioteca comunale prendi in prestito 'Stato e rivoluzione' vai in confusione con tutto te stesso e forse, complice l'esuberanza adolescenziale, rischi di uscire dalla cameretta e spaccare la testa a qualcuno senza motivo.
      Se non accade però...rispetto a Guido Calabresi ed Alpa ti considerari fortunato:)].

      Facciamo un piccolo ragionamento
      Orizzonte48 è un blog. Però consideriamolo per un attimo un "SITO DI ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO";

      Ora...come si dice, il candidato illustri, alla luce dei più recenti (sotto) sviluppi della dottrina e della giurisprudenza in materia di UGUAGLIANZA SOSTANZIALE, le differenze tra il "MANUALE DI ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO PUBBLICO"presentato all'Ibs [https://www.mulino.it/isbn/9788815124609] e...Orizzonte48:)...

      Battute a parte, mi sono divertito, partendo da Leoni, a trovare qua e là i testi e i corsi...analisi giuridica di.., diritto dell'..., analisi economica di..., economia del...

      Con i rispettivi libricini più piccoli o quelli che non hanno "pretese di completezza" ma sono più fitti dei manuali di base, quindi:

      Fondamenti di analisi...
      Istituzioni di....
      Complementi di....

      Domanda: è da punkabbestia scansafatiche considerare questi approcci due forme di SOCIOPATIE?

      Basterebbe leggersi l'articoletto di Alpa su Altalex per darsi una risposta...tenendo ben presente appunto che lo scopo di tutto dovrebbe essere il 3 co.2 Cost, perché sennò non ci capiamo e forse [svolgimento della traccia..] la differenza tra il manuale di Giulio Napolitano e 48 è proprio qui.

      Qui si fa analisi economica dello stato di salute del 3co2 per riconquistarlo.

      http://www.altalex.com/documents/news/2017/03/09/analisi-economica-del-diritto

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    7. [Questa è la mia "Chicago [la scuola]: The gold collection"(pot-pourri)

      "In cosa consista il fallimento della regolazione […] anche alla luce degli orientamenti Ocse in materia.... Strategie regolazione:

      SELF-REGULATION, META-REGULATION E REGULATORY NETWORKS,
      RISK-BASED REGULATION. Analisi d’Impatto della Regolazione (AIR), l’opzione regolatoria in grado di assicurare un beneficio netto per la collettività...................SI SALVI CHI PUO'!
      L'obiettivo del corso è quello di offrire agli studenti gli strumenti interpretativi diversi dai tradizionali adottati dalle altre discipline giuridiche “insulari”, al fine di interpretare in modo sistematico [..] Il volume offre [...] calcolo delle scelte razionali e la teoria dei giochi possono utilmente SPIEGARE NON soltanto i comportamenti […] di mercato [analisi economica del diritto privato], ma anche le condotte strategiche dei CITTADINI e degli ATTORI POLITICO-ISTITUZIONALI nella SFERA PUBBLICA. […] Il lettore potrà così comprendere […] le logiche delle scelte collettive a livello costituzionale e nel processo politico; che cos'è il MERCATO DELLE LEGGI. Fallimenti del diritto. La concorrenza tra ordinamenti giuridici Il diritto e l’intervento dirigistico nel mercato (es. la politica agricola comunitaria)..."]

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    8. *presentato all'ibl: Istituto Bruno Leoni.

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    9. La risposta di Francesco è la mia: la rimessione in CCost non è possibile di fronte all'ignoranza economica della classe forense, non ci sono "leggi vecchie ma tuttora vigenti" o "ordini" (sic!...non parliamo degli ordini) che tengano. Una richiesta di rimessione alla CCost sulla base di un'analisi economia "alla 48" è probabile che non sia neppure capita da giudice!
      E se anche lo fosse, finirebbe tra le Forche Caudine di Prosperetti e Amato.
      Il diritto nel mondo liberale, purtroppo, è una "Nottola di Minerva" che arriva sempre dopo.
      (Sebbene l'idea di bombardare la CCost di rimessioni a suon di analisi economica del diritto è suadente: metterebbe finalmente alla prova i cd. "controlimiti")

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  8. Libertà e coscienza, come da Lei ribadito, sono un connubio indissolubile. La Costituzione sancisce la prima in ogni sua forma; il resto è però lasciato al duro lavoro di ciascuno:

    … Marx aveva infatti visto assai bene come la libertà avesse le sue radici nell’umana coscienza e non negli astratti principi, fosse interiore e non esterna all’uomo. Egli dice che non ha il diritto di difendere la libertà chi non la sente come un bisogno dell’animo, senza di cui la sua esistenza non sarebbe compiuta, come un insopprimibile esigenza spirituale. Ma questa premessa idealistica, che pure è la chiave di volta per intendere tutto il pensiero di Marx, non può essere accolta dai positivisti…

    Essi ricercano le fonti della libertà nei principi, da cui deducono con un procedimento meramente cerebrale le libertà individuali e le libertà sociali, e cioè fra le prime la libertà personale, l’inviolabilità del domicilio, ecc., fra le seconde la libertà di riunione e quella d’associazione. È evidente che un tale punto di vista è antitetico a quello del Marx: quando si è affermata la libertà come esigenza spirituale, non si può poi creare tante libertà se non a patto di sezionare e uccidere lo spirito, o, che è lo stesso, la libertà medesima. Questo aveva chiaramente visto Marx, quando scriveva: “Non amiamo in generale ‘la libertà’ che vuol valere solo al plurale”.

    Egli ammetteva che si potesse parlare di libertà di stampa o di libertà di riunione, tutt’al più come di semplici forme traverso cui la libertà umana si realizza, ma affermava soprattutto la coscienza della libertà come l’essenza stessa dell’uomo. “Tosto che si mette in discussione una libertà, egli diceva, si mette in discussione la libertà generale. Se una forma della libertà è rifiutata, è rifiutata la libertà: essa può in generale condurre solo una vita apparente, poiché è un puro accidente che prova come sia la forza dominante. La servitù è la regola, la libertà è un’eccezione del caso e del l’arbitrio.

    Nulla è più pervertito del pensare che si tratti di una questione particolare quando si tratta di una forma particolare della libertà. È la questione generale entro una sfera particolare. Libertà resta libertà, si esprima colla stampa, o nella coscienz, o in una riunione politica; ma l’amico leale della libertà, il cui sentimento d’onore verrebbe offeso se dovesse votare ‘Deve esservi o no libertà?’, si confonde davanti allo strano materiale nel quale s’incarna la libertà, misconosce il genere nella specie, dimentica nella stampa la libertà, crede di giudicare qualche cosa di straniero e condanna la sua propria essenza …
    ”.

    E, aggiungeva Basso (in pieno regime fascista), in perfetta simbiosi con il Suo odierno messaggio ed in modo drammaticamente attuale: “Questi concetti son così ovvi che parrebbe inutile il ripeterli; invece non è stato mai così utile come ai tempi nostri, poiché v’è troppa gente in Italia che ancora non se n’è resa conto, mentre la crisi urge e minaccia di allargarsi… libertà vuol dire coscienza della libertà, vuol dire amore della libertà …, e quel che manca in Italia è appunto questo amore alla libertà. Amore alla libertà che non può nascere SE NON DA UNA SALDA EDUCAZIONE SPIRITUALE, DA UN SENSO DELLA DIGNITÀ UMANA” [L. BASSO, Le fonti della libertà, in La rivoluzione liberale, 20 settembre 1925, n. 33, 133-134].

    Il discrimine è semplice: ESSI non hanno alcun senso della dignità umana, e quindi non hanno rispetto nemmeno per loro stessi, nonostante il potere oppressivo (e perciò autodistruttivo) che esercitano sui loro simili. E questo è il motivo per cui soccomberanno. Quanto ai professoroni di diritto (come per quelli di economia), il fatto che conoscano questo blog (perché lo conoscono!), la loro imbelle immobilità è solo un’aggravante specifica. Ci vuole infatti più coraggio e dignità a vivere con 400 € al mese o a fare la fila alla Caritas che a fare “le pecore nere del branco accademico”. (segue)

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  9. No, Presidente: questo spazio, come quello del prof. Bagnai, non è solo un blog: è un magnifico laboratorio di coscienza civile. Chi afferma trattarsi di un semplice blog, domani dovrà avere le palle di raccontarlo ai propri figli guardandoli negli occhi.

    Fatte queste premesse, non mi resta che lasciare ancora la parola a Lelio, alla sua ferma denuncia ed al suo accorato appello, che sottoscrivo in uno con ogni parola di questo post:

    la Costituzione è legge dello Stato e come tale va rispettata … DA PARTE GOVERNATIVA ESISTE UN VERO E PROPRIO COLPO DI STATO che consiste nella pratica dell'arbitrio e dello abuso, della usurpazione di poteri, e nel rifiuto di attuare la Costituzione… in Italia il tentativo di instaurare una dittatura si ripete ad ogni generazione. Ciò non avviene a caso, avviene perché le classi dirigenti sono in disfacimento e nella impossibilità di risolvere i grandi problemi che urgono. Nel loro cieco egoismo queste classi credono di poter soffocare lo immenso anelito dei lavoratori ...

    Noi ci rivolgiamo ai censori della pubblica moralità che invocano contro gli abusi e le corruzioni del regime il 7 comandamento; alle coscienze oneste che si ribellano… e chiedono il ristabilimento dei fondamentali valori umani e civili; … a coloro che respingono le truffe elettorali come estremo oltraggio alla democrazia; a tutti gli spiriti liberi che sentono tuttavia la minaccia che incombe sotto forma di un vero attentato alla Costituzione.

    A tutti costoro noi diciamo: non soffermatevi a considerare un solo aspetto della lotta, non chiudetevi nei vostri problemi, non isolate le soluzioni. Guardate con sguardo aperto e con senso critico la storia di ieri e di oggi; ricordate le esperienze già fatte, ricordate che ogni offensiva antidemocratica accentua sempre di più il suo ritmo a misura che cadono le barriere legali e cedono le resistenze degli uomini; non dimenticate che in questo nostro Paese retto da una classe dirigente incapace di governare civilmente, ogni nuova generazione è chiamata a difendere il bene supremo della democrazia; riflettete che QUESTA DEMOCRAZIA SI CHIAMA OGGI IN ITALIA COSTITUZIONE REPUBBLICANA, perché ogni offesa arrecata alla Costituzione repubblicana, perché ogni offesa arrecata alla Costituzione È UN PASSO AVANTI SULLA VIA DI UN REGIME TOTALITARIO.

    Ogni attentato alla libertà in ciascuno dei suoi effetti è un attentato alla libertà in generale e ne prepara la distruzione. A tutti costoro noi ripetiamo: soltanto se si uniscono le forze di coloro che vogliono far salva la Costituzione - tutta la Costituzione - è possibile che la democrazia italiana progredisca, è possibile CHE SIAN SALVI I DIRITTI DI CIASCUNO… Ma se voi darete oggi mano alle forze dominanti per conquistarsi posizioni di privilegio, per indebolire soprattutto la resistenza dei lavoratori, voi avrete preparato con le vostre mani anche il crollo dei vostri ideali

    Questo è l'appello che noi rivolgiamo oggi da questa tribuna a tutti gli italiani, questo è l'appello che ripeteremo domani nel paese da migliaia di tribune; questo è il grido di raccolta che nonostante le leggi scellerate, le prezzolate propagande, i comprati silenzi e le mercanteggiate acquiescenze, troverà domani la strada di milioni di coscienze. E saranno domani come nel lontano 1900, come il 25 aprile, come il 2 giugno: milioni di italiani difenderanno per il loro paese il cammino della libertà verso una mèta di progresso e di pace
    ” [L. BASSO, Un forte e documentato discorso dell’on. Basso accusa il governo di reggersi sull’illegalità e sull’arbitrio, Il Paese, 30 ottobre 1952]

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  10. Presidente, per quel che vale, sempre grazie. Questo è un blog e una
    fiaccola nel buio, un sentiero di liberazione.

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  11. Grande post.

    La lettura del Suo blog è stata per me illuminante, al punto da mettere in crisi tutto il mio sistema d'idee precedente (ero un fascista rivoluzionario, sono divenuto un socialista marxista: in un certo senso, il percorso inverso del figlio del fabbro...).

    Illuminante, dicevo, oltreché decisiva per far maturare un impegno sano e profondo nella lotta a €ssi. La generazione dei ventenni attuali- di cui faccio parte- manca completamente di punti di riferimento culturali e politici diversi dal mainstream; per chi frequenta le aule universitarie, poi, il cielo è ancora più plumbeo per la scarsità oggettiva di insegnamenti eterodossi e l'asfissiante conformismo da gregge del corpo docente.

    In tal senso, orizzonte48 e la sua splendida comunità costituiscono un pilastro fondamentale per chi crede nella Costituzione, e più passa il tempo e più l'importanza di sistema del blog nella "narrazione" sovranista acquista importanza.

    Non è tanto, ma nemmeno poco...

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    1. <>
      Grande Antonio! Ti scrivo di corsa dal cellulare ma ti risponderò meglio stasera. Questo blog per quelli della tua età sarà uno strumento di crescita fondamentale di cui io non ho potuto disporre. Dimmi la verità: ti metteresti mai a leggere un articolo sul QE (v.post più vecchio) da un giornalista, un tecnico, un tecnocrate etc etc etc che come scopo della propria ricerca non ha la realizzazione del modello di società indicato in Costituzione? Quanto tempo e quanta energia saresti disposto a spendere per chiarirti un dubbio su questioni che lette sul Sole24Ore ti annoiano subito perché non "ti senti minimamente all'altezza?". Queste almeno erano le mie difficoltà...
      Alla tua età mi ero impuntato a raggiungere due scopi: cercare un lavoro impiegatizio stabile per (secondo obiettivo) avere il tempo di leggere Marx e militare politicamente. Il primo più o meno l'ho raggiunto. Il secondo no perché per il tempo di lavoro ti riduce al massimo, in tempi di crisi, il tempo di vita (..sì è Marx:). Però sono contentissimo di poter stimolare qualcuno più giovane, indipendentemente dall'entità di quanto possa offrire nei miei contributi. Considera che la solitudine intellettuale (te ne starai accorgendo anche tu a quanto pare no?) è peggiore di quella fisica.

      Questo blog già ti rimuove un ostacolo "partenza" e la cosa buffa è che tu (come vi chiamano? Nativi digitali:) forse, nemmeno te ne rendi conto.

      Ti rendi conto che rispetto a tutte le non-corrispondenze tra i dati ufficiali sulla disoccupazione che ascolti alla radio in macchina e quello che vedi e senti intorno a te (..e i conti che non ti tornano!), devi leggere il post di Bagnai?
      Ci rendiamo conto che in Ucraina ci sono formazioni naziste che sparano in nome del sogno europeo?
      Ci rendiamo conto che se per una vita non mi sono mai sentito a mio agio nell’esprimere l’ambiguità pericolosissima del concetto di MERITOCRAZIA ho trovato conforto per la prima volta nella mia vita (solo) in un post di Luciano? E perché quando hanno abbiamo trovato scritto “ciclo economico” in Costituzione e scaricavo a tempo perso i primi saggi sull’argomento e andavo in depressione perché QUELL’espressione era per i commentatori QUELLA che comunque “poteva non farci allarmare ed evitarci di prendere posizioni oltre lo scontro ideologico oggi/ormai superato bla bla bla……...........................trovai Luciano su youtube: << MA SI PUO’ SCRIVERE CICLO ECONOMICO IN COSTITUZIONE!!!!!!!>>

      Quindi diffondi a tutti questo blog e non essere mai geloso del tuo sapere!:)

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  12. Altro che semplice blog, Presidente, questa è una miniera di informazioni indispensabili (grazie anche ai numerosi contributi di qualità dei lettori), un orientamento che condivido in toto, uno sprone a fare qualcosa di più per questa nostra povera Italia. La lettura a volte per me è impegnativa, certo, e questo lo considero un dono ulteriore. Grazie per la sua incalcolabile generosità

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  13. Considero questo blog coi suoi contenuti tanto utile quanto un medicinale capace di aumentare (o almeno mantenere) un livello adeguato di anticorpi necessario ad ognuno per combattere le malattie della disinformazione e del pensiero unico dominante. Ogni qualvolta, come mi è capitato oggi, sento parlare di argomenti importanti (come l'UE o l'immigrazione) secondo la solita logica fuorviante e mistificatoria, i contenuti appresi in questo blog mi vengono in soccorso consentendomi di non cadere nelle trappole dei concetti falsati e dei cliché perbenisti che ci propinano una visione distorta della realtà. Grazie per la sua opera!

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  14. Per completezza riporto il commento che ho scritto oggi nel "post più vecchio"

    23 agosto 2017 15:55
    1.Volevo rispondere a Bazaar a proposito di una prima spoilerata dell'opera di Bruno Leoni "Freedom and the Law".
    2.Volevo rispondere a Paolo Giusti su "non sanno nulla di economia".
    3. Volevo iniziare a ripassare le nozioni fondamentali di politica monetaria per capire il post tecnico sul QE.
    4. Sento invece il bisogno di risppndere a "stopmonetaunica" e a tutti i trentenni o a tutte le eventuali "matricole" (del blog!) che come me (da trentenne...con un po' di imperdpnabile ritardo) hanno iniziato ad appassionarsi ma che, come alcuni di loro mi hanno riferito "a voce" di persona, non sanno proprio come inserirsi nelle discussioni.

    Però pensavo di rispondere sull'ultimo post! Ed è proprio a te Luciano che mi rivolgo perché stasera, a faccende sbrigate, scriverò un commento un po' lunghetto.

    Mi scuso quindi anticipatamente con te, con Bazaar, con Arturo e con Maimone che leggete attentamente i commenti e ci CONSIDERATE come non ci è mai capitato in un intero corso di laurea che, oltre a valermi 1100-200 al mese (i SENSI DI COLPA nel mio caso ci sono stati quando di tutte le occasioni di lavoro/concorso che scovavo non ne ho parlato nemmeno con chi ho condiviso infanzia e adolescenza: QUESTA è l'inattuazione tangibile della Costituzione: la negazione della biologica - comune sopravvivenza)con 500 euro di affitto (utenze tutte escluse!)e un contesto di vita non dei più "facili" (Nord-Est agricolo,"bassissima" padovana...).
    Questo solo per dire a "stop" che è in buona compagnia e che però non dobbiamo concentrarci sulle difficoltà: ci si trova conforto, si studia di meno, si cercano fughe individualistiche e via dicendo. Lo strumento che abbiamo a disposizione per modificare le vite future e raggiungere l'unità di classe è la Costituzione: oggi, detta così, suona da sfigati...che vogliamo farci.

    La straordinarietà di questo blog sta nel fatto di dimostrare puntualmente come I COMPLICATI dettagli che solo con grandi competenze e forze di volontá si possono cogliere e divulgare servono "solo" a misurare la distanza tra il possibile(attuazione della Costituzione) e ciò che si vuole risulti impossibile (l'attuazione della Costituzione) facendolo considerare sbagliato/superato/troppo clemente nei confronti dei capricci dell'essere umano (l'attuazione della Costituzione).
    Premetto che nel commento che scriverò intendo citare un testo giuridico e che ieri ho giá scritto su word gli estrattini che intendo inserire e che però non riesco a riportare nei commenti con i caratteri corsivi, maiuscoli etc...per cui ti invierò il file per posta elettronica così potrai vedere meglio le parole e le frasi che intendevo sottolineare.
    E premetto, infine, che altre occasioni di essere così "invadente" non ne avrò più visto che tra pochi giorni purtroppo "si ricomincia" e quindi avrò un'intera giornata per leggere e studiare non prima delle ferie del prossimo anno. Quindi state tranquilli...lo dico subito proprio per non dare l'idea di smanie monopolostiche sulle discussioni in corso. Ah...ho cambiato in Luca junior per distinguermi dal senior, come suggerito dal Maestro Bazaar...:)

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  15. …Come vi dicevo, una settimana fa ho scaricato e iniziato a leggere “Freedom and the Law” di Bruno Leoni […Bazaar due post fa] e domenica mattina ho tentato di recuperare l’abc della politica monetaria per capire il post sul QE…Nel pomeriggio mi sono riconnesso e ho letto il commento di “stopmonetaunica” al quale avrei voluto rispondere subito.

    Intervenuto Luciano ho ritenuto che non ci fosse altro da aggiungere [la sovranità del consumatore (= la vittoria del consumatore sul ‘lavoratore bino a sua insaputa’), addirittura per “cambiare le cose!!” (non solo per il fisiologico funzionamento del meraviglioso mondo eternamente impossibile della concorrenza perfetta!), è il brainwashing operato dalla McGraw-Hill Education sull’adolescente complessivo mondiale :)
    sì che il decrescista chic è un IPHON[E]HAYEK senza chiesa liberale [cioè non liberato – non sufficientemente liberalizzato - dal senso di colpa (…tento invano di imitare Bazaar :)].
    Ho riletto i commenti di “smu” una seconda volta considerando esclusivamente la (nuda)materialità della (cruda)esistenza descritta e che ci ammassa (o ammazza) sullo stesso denominatore. Insolito per questo blog, almeno da quando lo seguo io.
    Cito:

    <<- Nello specifico: a causa del mio basso reddito e della mancanza di sostegno di una famiglia alle spalle
    - […] e che comunque non potrei lo stesso permettermi, nemmeno indebitandomi (perché alle persone come me non danno nemmeno una carta di credito, figuriamoci un prestito).
    - Io che campo di lavoretti saltuari, senza welfare e devo inoltre pagare quasi 500 euro di affitto ogni mese senza nemmeno un contributo del mio comune,
    - La macchina, ormai bene di lusso, non ce l'ho.
    - La tv nemmeno, ma col canone tv nella bolletta della luce mi hanno fregato i soldi della prima rata di 45 euro perché mi sono dimenticato di fare la dichiarazione di non possesso dell'apparecchio televisivo

    - Se decido di andare in vacanza una settimana, magari dopo 10 anni che non ne facevo una
    - costoro "in basso" NON HANNO POSSIBILITÀ DI SCELTA, a parte quella di andare a vivere sotto i ponti e raccogliere bacche e insetti per sopravvivere
    - condurre una vita minimamente decente (prima di andare sotto i ponti)>>

    Ho pensato che fosse un trentenne come me [un trentenne…sì sì, quello di De André] o forse di poco più giovane…

    Rinvio lo studio del post tecnico e della Rule of Law della prossima ventura ordo-giurisdizione-mangiatutto (allucinante!) e penso a cosa potessi scrivere di interessante o almeno da condividere…
    Escludo subito le citazioni tratte da Engels (“La situazione degli....") per ricordarci che siamo ritornati nell’Ottocento (Maimone)…...
    cercavo qualcosa che avesse a che fare, come dire, con il “diritto alle soluzioni dei problemi elencati e alla coscienza "giuridica" che noi proletari (questo siamo) dobbiamo (far)recuperare…Idea!

    Recupero un testo che avevo scaricato-stampato-inanellato (diversi) anni or sono da studente ma che ho letto solamente la scorsa estate:

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    1. Nondimeno, nonostante da consumatore NON POSSA CAMBIARE NULLA, sento una condizione di disagio nell'avvalermi di servizi low cost che sfruttano altri lavoratori: E' UNA CONDIZIONE ESISTENZIALE DI DISAGIO QUELLA CHE VOLEVO COMUNICARE; perché deriva dalla COSCIENZA (dalla CONSAPEVOLEZZA DEL MONDO INTORNO A ME), CHE NECESSITA DI RISPOSTE COLLETTIVE, e non certo DI STRONZATE individuali di consumare italiano o "responsabile" (NON HO POSSIBILITÀ DI SCELTA, NON HO POSSIBILITÀ DI SCELTA). Hai capito quello che volevo comunicare? O pensavi che fossi l'ultimo dei pischelli?

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    2. La discussione è pubblica e mi costringi a risponderti un'ultima volta.

      Mi sono giá scusato con te e lo faccio di nuovo. Ho capito quello che volevi comunicare e non pensavo fossi l'ultimo dei pischelli.

      E ti ringrazio perché la tua reazione mi renderá meno superficiale nella scrittura dei commenti e (ancor meno) nella lettura di quelli altrui.

      Cortesemente però ti chiedo di non replicare ancora.

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  16. QUESTO E' SOLO UN BLOG ??

    Più che cari tutti e te in particolare (the knight),
    potrebbe spiacere, purtroppo per taluni, ma non è solo un web-log (diario in rete) ma il DIARIO DI BORDO verso la DEMOCRAZIA NECESSITATA che con le carte dei Costituenti, le luci del Pensiero, le tavole del Metodo aiuta a valutare gli Eventi.

    Suvvia, si sa che "la durezza della vita" conduce a difficili "confronti" ma gli insegnamenti "insegnati" (ricordi?) nascono "dall'esigenza di preparare un futuro ("migliore"? Vogliamo essere ottimisti?) per la democrazia".

    Comunque NOI non scorderemo MAI gli insegnamenti dei Maestri e, leggendo l'intervento sopra di Antonio Martino, s'apre il "core" dello Spirito dell'Uomo.


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    1. Sì "poggipollini"..il testo del commento di Antonio è proprio quello che ci serviva...Che cosa meravigliosa!

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  17. IL DIRITTO CIVILE E IL PROLETARIATO - STUDIO CRITICO SUL PROGETTO DI UN CODICE CIVILE PER L’IMPERO GERMANICO

    Dott. Anton Menger, 1890 [ eh…sì, fratello di Carl e dunque ‘Zio’ del marginalismo :)]

    Scoperto per ("quasi")serendipità [preparavo penaleI e nell’introduzione alla parte generale del Fiandaca-Musco (passiamo al secondo almeno!:) trovai citato Filippo Turati “Lo stato delinquente – delitto e questione sociale” .

    Incuriositomi lo ordinai e nella prefazione di Giuliano Vassalli [Ed.M&B Publishing 2004]

    lessi che

    << [il socialismo giuridico][…] si sviluppa, con opere fondamentali dell’Ottocento, soprattutto nel campo del diritto privato (si pensi, fra tutte, a quelle dell’austriaco Anton Menger Il diritto civile e il proletariato 1890 e Il diritto al pieno reddito del lavoro 1886 ed altre), [...]con la critica [:]

    al diritto di proprietà e ad ISTITUZIONI connesse, con la denuncia vigorosa delle ingiustizie nei patti di lavoro […][i problemi derivanti dal] diritto di famiglia e insomma con le rivendicazioni più elementari in favore di una moltitudine costretta alla miseria quando non gettata nella più nera disperazione e, quasi parallelamente, denuncia della CORRUZIONE politica come IMMANENTE caratteristica di un DETERMINATO tipo di Stato e società…>>.

    Dunque Google e pdf.

    Prima di riportarne dei passi però, faccio al volo una velocissima premessa [approssimativa, imprecisa e che non intende aprire digressioni storiche che a me per primo richiederebbero un bel ripasso…]

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    1. http://fama2.us.es/fde/ocr/2008/dirittoCivileEIlProletariato.pdf

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  18. Visto che questo post pare "orizonte 48 reloaded", mentre l'attesissimo "orizzonte 48 revolution" sia ancora in progettazione (nonostante tante annunci di produzione frattalici: referendum costituzionale Brexit, Le Pen)
    aggiungo i miei ringraziamenti.
    io sono più come il secondino della canzone di De Andrè che apre il blog e mi faccio spiegare cosa pensare ;-).
    Guardo le figure (sempre più azzeccate) salto i diagrammi,scopro cose impensate e in "Orizzonte 48 matrix" so che esistono Morpheus & Trinity( Trinity è Bagnai). Nonostante numerose pillole rosse che hanno distrutto parecchi costrutti immaginari (dal 68' in poi) non c'è nessuna Nabucoonosodor a rilevare e prendere corpi, c'è solo il segnale che ogni tanto arriva in rete .
    In matrix la speranza di una possibile rivoluzione è solo un sofisticato sistema di controllo. Lo stesso è raccontato in 1984 di Orwell quando il libro è scritto rivelando le leggi ,ma serve a scoprire e sanare i dissenzienti.
    Senza togliere nulla al valore rivoluzionario della verità (e ringraziando i Profeti che annunciano il Regno ) noi non capiamo se non diventiamo Apostoli per mancanza di Spirito oppufe perchè come il giovane ricco non vogliamo rinunciare a qualche bene /credenza. Allora tutte queste pillole rosse ci fanno rimpiangere come Cipher perchè diavolo non abbiamo scelto la pillola blu. Anche se sappiamo il perchè: è inevitabile sig anderson

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  19. Grazie professore la seguo sempre insieme al Proff.Bagnai ed altri. Siete i nostri fari nella nebbia. Grazie ancora con stima e affetto

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  20. Seguendo il processo di codificazione [i primi “quattro codici”] e costituzionale [1789(Dich.); 1791; 1793; 1795..(trovate tutto su Wikipedia)] francesi, ti accorgi che “IO E SMU” e cioè TUTTI NOI PROLETARI "CON TUTTI gli STESSI PROBLEMI” SIAMO CONSIDERATI sulla “[C]carta” e potenzialmente nei fatti solo nella Costituzione del 1793 e (solo) per due anni (1795: Costituzione “termidoriana-controrivoluzionaria”).

    Cost.1793 <>.

    [ Questa Costituzione cui Luciano ha dedicato un post che ancora, tra l’altro, non ho avuto tempo di studiare, NON casualmente NON viene mai approfondita [(a volte nemmeno menzionata: di solito si segue lo schemino “1789 – neminem ledere – (eventualmente la distinzione per censo nella costituzione del 1791)- stop] nei manuali di pubblico per moltissime implicazioni che hanno a che fare proprio con la modificazione antropologica del giurista che a tutti i costi non vuole mettersi in discussione nemmeno rispetto a questioni che, evidentemente, con l'attualità ti coinvolgono e vuoi rimuovere dall'io (la dico così, non ricordo le topiche freudiane:). Ma non approfondisco, rinvio solo alla lettura di "BORGHESI E PROLETARI NELLA RIVOLUZIONE FRANCESE" Editore: La Salamandra, (1979) ]

    Nel successivo e non proprio analogo ‘processo’ italiano siamo considerati [non nei 4 codici e meno che mai nello Statuto del 1848. Ma (solo) nel…1948!].

    Codice Civile: Se i soldi che guadagni non bastano a soddisfare i tuoi bisogni amen. Ai legislatori non interessa. Devi cavartela da solo: lo stato disciplina sì gli spazi dell'autonomia privata ma DI STATUALE c'è giusto il carattere di una norma che ti dice:

    Accordatevi come volete, accordatevi per il meglio: non si tiene CONTO DELLA DIFFERENZA TRA NOI E I BORGHESI perché ENTRAMBI NON RISULTIAMO [perché se a monte siamo considerati uguali, non possiamo parlare di un vuoto legislativo!

    [preciso che per borghesia intendo i centri decisionali dell'economia e NON il medico o l'avvocato col macchinone, gli indifferenti di Moravia, i fighetti....il liceo è finito!:)] ovvero le diverse proprietà dei mezzi di produzione in fratricidio.
    Siamo assenti. Non siamo considerati. Tra l'altro pare che apprezzatissime dai giuristi fossero proprio le teorie economiche di Say!

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    1. Art. 21. 1 soccorsi pubblici sono un debito sacro. La società deve la sussistenza ai cittadini disgraziati, sia procurando loro del lavoro, sia assicurando i mezzi di esistenza a quelli che non sono in età di poter lavorare.
      ...non me l'aveva copia-incollato.

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  21. ....Nel diritto commerciale (prima disciplinato separatamente - come del resto accaduto in Francia) troviamo le società, i nostri attuali datori di lavoro, quindi ti aspetti qualcosa in più e scopri che un intero libro...
    LIBRO QUINTO: DEL LAVORO figo! Niente da fare solo mazzate! Del resto lo stesso Galgano racconta che il suo maestro Dino Grandi lo volle intitolare (il libro) così, essendo il corporativismo la dottrina giuridica dominante. NOI NON SIAMO CONSIDERATO [ESCLUDO QUI IRI, STATO SOCIALE CORPORATIVO ETC...mi riferisco solo al codice]

    Nello Stato costituzionale i nostri rapporti sociali con il datore di lavoro, con il proprietario dell’appartamento e, soprattutto, con tutti gli altri esseri umani che ci circondano [di qui…politiche economiche “moltiplicative” che ci permettono di non sperare nelle sfighe altrui per farci posto],
    non sono più rimessi esclusivamente alle c.d. autonomie negoziali/contrattuali disciplinate esclusivamente da codici o legislazioni (più o meno “sociali”) di pari grado nella gerarchia delle fonti.

    Tutt’altro: la soddisfazione dei tuoi bisogni (a partire…dalla qualità dei rapporti con il tuo collega di corso!Diciamo le cose come stanno!) è il PRIMO scopo di

    1. TUTTA LA PRODUZIONE LEGISLATIVA. [tutta significa PRECISAMENTE tutta].
    2. La costituzione: impone di interpretare tutta la legislazione, anche quella passata (tutti i singoli casi in cui non si tenga conto della nostra nullatenenza, in un senso ad essa conforme. La Costituzione conta più di qualsiasi altra cosa. Il fatto che per molti costituzionalisti non sia più così non importa. Basta che la loro ricerca sia orientata alla realizzazione del 3co.2 perché per questo è stato previsto il loro mantenimento a carico del salario sociale. Quindi possono pensarla come vogliono, basta che la rispettano quando vanno a lavoro (perché è il lavoro più delicato di tutti).

    2. E “PER TUTTI”(I CITTADINI=POPOLO) significa PRECISAMENTE che da quella soddisfazione NON NE DEVE RIMANERE ESCLUSO NEMMENO UNO! e non sono affermazioni politico retoriche da statutino regionale!

    Per tornare sull'accademia e poi chiudere...la modificazione antropologica purtroppo CI MASSACRA già a PARTIRE DA QUESTA PROFONDA REGRESSIONE/GRAVE DIMENTICANZA/ NON COMPRENSIONE del fatto che la ricerca ormai ultra-specializzata condotta negli atenei statali (nell’ambito di tutte le discipline, ma qui mi riferisco alle scienze sociali) è OBBLIGATORIAMENTE finalizzata alla realizzazione del modello di società (così INEQUIVOCABILMENTE e “infraintendibilmente”) previsto dalla Costituzione. [Varrebbe lo stesso per gli atenei privati ma è un discorso più lungo…],

    e quindi l’obbligatorietà, a monte, di UN RACCORDO fra tutti i campi di ricerca [se ne occupa lo Stato – ricerca indipendente per realizzare l’interesse della collettivtà che QUINDI la sostiene!!!].
    La fiscalità generale che sostiene l’accademia per realizzare il progetto di “trasformazione sociale”(Modugno) previsto dal co.3 art.2 Cost.


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    1. Preciso: l'avverbio “obbligatoriamente” potrebbe valere una bocciatura all’esame di pubblico:)

      Mi chiedo però, scoprendo attraverso questo blog l’importanza dei lavori dell’Assemblea (e QUINDI rileggendo in mala fede i manuali:) quanto genuine e mai soggettivamente sbilanciate, rispetto, all'autenticità dei testi dei lavori dell'Assemblea,
      tutte le Dottrine (…le tesi di laurea, la giurisprudenza etc... insomma) tutta la letteratura prodotta in materia di
      “carattere programmatico...precettivo...orizzontalita'...verticalita'...immediatezza…...azionabilita' in giudizio...eccetera eccetera eccetera?”

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    2. Aggiungo qui, considerate le mie rozze premesse sui processi di codificazione :), una suddivisione cronologica del c.d. diritto pubblico dell'economia tratta da "La nuova Costituzione economica"[Cassese]. Per chi prepara pubblico può essere molto utile. Almeno per me lo è stato e, ritrovato 'sto schemino su una memoria esterna...ho pensato di riportarlo qui.

      I. PERIODO LIBERISTA: 1861 – FINE SEC. XIX

      A. Costituzione di un mercato nazionale attraverso l’unificazione legislativa (codice civile ed estensione della legislazione piemontese) per superare i particolarismi giuridici che impediscono i traffici e lo sviluppo economico. La proprietà è considerata come un diritto della PERSONA e, dunque, come un attributo della libertà.

      B. La difesa del mercato verso l’esterno: il PROTEZIONISMO doganale è dovuto essenzialmente all’arretratezza dell’economia nazionale prevalentemente agricola. 1878 (poi ancora nel 1887): regime tariffario che carica i prodotti stranieri di imposte all’entrata rendendoli meno competitivi. I confini del mercato devono coincidere con quelli dello Stato nazione. Conseguenza negativa e in contraddizione con l’idea di unificazione: INASPRIMENTO DELLA CONCORRENZA INTERNA tra imprese del Nord e le iniziative industriali nascenti al Sud.

      C. TRE MANIFESTAZIONI DEL LIBERISMO :

      1. PRIVATIZZAZIONI (demanio Stati preunitari, Asse ecclesiastico etc etc). Secondo gli storici la quotizzazione dei demani (ripartizione e vendita per quote dei terreni coltivabili per uso collettivo) hanno interessato il 12% della terra coltivabile e causato disastri naturali.

      2. ASSENZA DI UNA MACCHINA STATALE DI GOVERNO DELL’ECONOMIA. Importante eccezione Ministero dei lavori pubblici per infrastrutture necessarie alla creazione di un mercato nazionale.

      3. AUTOSUFFICIENZA DELL’ATTIVITÀ ECONOMICA:
      Istituzione delle Camere di Commercio che non erano enti pubblici, bensì strutture corporative in senso tecnico, vale a dire rappresentative di interessi di produttori, che REALIZZAVANO L’ AUTODISCIPLINA: NON LO STATO CHE CONTROLLA L’ECONOMIA MA L’ECONOMIA CHE CONTROLLA SE STESSA.
      In sintesi:
      Lo Stato crea e si fa strumento di disciplina dell’economia ma non vi è presente né come produttore né come regolatore. Unica eccezione: costituzione della prima grande impresa pubblica, la Cassa depositi e Prestiti (1863) “banca” del Ministero delle Finanze.

      II Periodo della prima industrializzazione (Fine sec. XIX–anni ’20 sec.XX)

      A. Abbandono dell’uniformità legislativa in tre modi:

      1. Aumentando gli interventi infrastrutturali nelle aree meno sviluppate
      2. Introducendo procedure speciali locali
      3. Istituendo organi speciali

      B. POLITICHE DI LAVORI PUBBLICI.
      Azienda Ferrovie dello Stato (seconda grande impresa). Aumentano i contratti stipulati con privati per l’esecuzione di opere pubbliche, con conseguente immissione di risorse pubbliche nell’economia privata. Si rafforza lo Stato “produttore”.

      C. Imprese pubbliche (BNL, INA, ITI etc) NB: legame credito – opere pubbliche. Si rafforza anche lo Stato “erogatore”.

      D. Previdenza sociale: Cassa Nazionale di previdenza + iscrizione obbligatoria (1898 + 1917). PASSAGGIO DAL SISTEMA MUTUALISTICO (VOLONTARIO, PRIVATO – COLLETTIVO) A QUELLO OBBLIGATORIO E PUBBLICO E CHE, SI BADI, NON COINVOLGE SOLO I LAVORATORI MA ANCHE I DATORI DI LAVORO (CONTRIBUTI OBBLIGATORI).

      NB: nuovo ruolo dello Stato non più parte di un binomio Stato – Privato ma di un rapporto tripolare: lo Stato obbliga privati a versare risorse a favore di enti pubblici che erogano prestazione a favore di altri privati. Si rafforza lo Stato “provvidenza”.

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    3. III Periodo : economia mista Anni ’20 – anni ‘50
      A. “Nuovo” codice concepito come “costituzione” economica, solo successivamente i giuristi ne confermarono il rango di legge ordinaria.

      B. RISERVA ORIGINARIA: Stato monopolista esclude privati.
      Si estende comunque il regime di autorizzazioni: accesso al mercato controllato. Uso distorto delle autorizzazioni degli impianti industriali, introdotta negli anni dell’autarchia e centellinata per evitare competitori ulteriori a quelli esistenti (esempio di come un intervento dello Stato nell’economia si stato trasformato in un intervento dell’economia nello Stato).

      Esempi di pianificazione: Legge sulla pianificazione urbanistica 1942; Ordinamento del credito 1936; Regime vincolistico sulle cose d’arte e paesaggistiche 1939.
      C. Istituzione di enti pubblici di “privilegio” derogatori. Anomalia perché il regolatore non può essere produttore. [???] Enti ordinati in forma di società con partecipazione statale (AGIP;ROMSA;IRI).

      D. Genesi IRI: dal modello bancario c.d. misto (o tedesco) (salvataggio banche azioniste di industrie + sottrarre il governo dei complessi industriali al particolarismo di singoli gruppi bancari + salvare banca dai rischi del finanziamento industriale); sezione finanziamenti e sezione smobilizzi; ERP (Piano Marshall);

      INTERVENTI “ANTI – IRI” DEGLI INDUSTRIALI ALLA COMMISSIONE ECONOMICA DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE SULLA “QUESTIONE SIDERURGICA”.

      E. (ordinamento corporativo) Ciascun ramo della produzione è rappresentato da sindacati inseriti in corporazioni. Portare rappresentanza nello Stato insieme agli interessi politici. Scopo: RISOLVERE CONFLITTI SINDACALI E GUIDARE ECONOMIA.

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    4. IV PERIODO Stato del benessere : metà anni ’70 – Oggi:
      A. Nella Costituzione né l’impresa né la proprietà sono attributo necessario del singolo. Parte economica della Costituzione. LIMITI DI CARATTERE INTERNO (FUNZIONALIZZAZIONE) DEL DIRITTO DI PROPRIETÀ DELL’IMPRESA OGGI SUPERATO DA NORMATIVA COMUNITARIA [sic!]

      B. 1956 MINISTERO PARTECIPAZIONI STATALI; principio, lo Stato NON PUÒ ESSERE AZIONISTA DIRETTO e le azioni di proprietà dello Stato vennero attribuite agli Enti di gestione, a loro volta sottoposti al controllo dello Stato [Ministero, Enti e Spa controllate da Enti].

      C. Costituzione EFIM;EAGC;EAGAT; EGAM; ENEL: UNICI CASI DI ESPROPRIAZIONE E RISERVA ORIGINARIA EX ART. 43 COST

      D. Stato finanziatore, tre forme:
      1. CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO AL PRIVATO
      2. PREMIO EROGATO EX POST
      3. CREDITO AGEVOLATO: PAGO PARTE INTERESSI DEL PRESTITO EROGATO DALLA BANCA

      Istituzioni del benessere SCUOLA MEDIA OBBLIGO (1962); SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE(1978); CIG (1975) PENSIONE SOCIALE (1974): FONDAMENTALE! ART. 3 CO.2 COST: (DA VOLONTARIA A OBBLIGATORIA PER DATORE E LAVORATORE GIÀ VISTA NEL PERIODO II)… ma chi non ha lavorato? ECCO PASSAGGIO DA REGIME DI PREVIDENZA E ASSICURAZIONE SOCIALE AD UN REGIME DI PROTEZIONE SOCIALE.

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  22. IL DIRITTO CIVILE E IL PROLETARIATO - STUDIO CRITICO SUL PROGETTO DI UN CODICE CIVILE PER L’IMPERO GERMANICO

    Dott. Anton Menger, 1890

    << La straordinaria differenza con cui gli abbienti ed i proletari cercano di far valere il proprio diritto, fu fino ad ora negletta dai giurisperiti. Il motivo [è] che in seguito alla educazione loro ed ai loro interessi, i giurisperiti di tutti i paesi sono inclinati a consíderarsi esclusivamente come servitori e rappresentanti delle classi abbienti. […] L'antagonismo sociale che divide sempre piú i cittadini di Stati civilizzati in due campi che si stanno di fronte con crescente ostilità, lo si deve far risalire in grandissima parte alla suddetta unilateritá dei giurisperiti.
    Anche i diritti e le condizioni giurídiche abbisognano, se cosi mi è lecito dire, di una cura premurosa onde sostenerne la esistenza e il vigore. […] i legali della prossima generazione — questo si può presupporlo con sicurezza [eh…aspetta e spera] — saranno compresi da idee socialiste e saranno atti a cooperare alla riforma del diritto civile.

    Nella seconda metá del secolo scorso, e specialmente, dopo la rivoluzione francese, furono sempre rimossi i tribunali speciali della nobiltá, del clero e delle caste privilegiate […] Ma fu creato un privilegio il quale non é meno gravoso dei privilegi dell'ordinamento sociale feudale: la nuova legislazione di procedura civile ha battuto, nel suo complesso, la via opposta a quella della legislazione economica e sociale di questi ultimi tempi. Fino ad un secolo fa [invece oggi…] si era convinti che lasciando libero campo alle forze economiche, si sarebbe ottenuto una produzione delle maggiori quantitá di generi, e iI benessere economico di tutti (dottrina di Manchester). Avendo trattato tutti i cittadini in modo perfettamente eguale senza riguardo alle loro qualitá personali ed alla loro posizione economica, permettendo che fra essi avesse luogo una guerra senza freno — si é giunti bensi a portare la produzione all'infinito, ma nello stesso tempo a far si che i poveri ed i debolí prendessero scarsissima parte a tale aumento di produzione. Oggi si sa che non esiste una disuguaglianza maggiore di quella di trattare le disuguaglianze in modo uguale. La nostra recente legislazione di procedura civile é ancora sotto il dominio di quella vecchia filosofia […] Ancora nel secolo scorso la giustizia civile era quasi ovunque, del tutto o in gran parte, nelle mani del giudice e quindi accessibile anche al povero. Oggi cooperano all'amministrazione del diritto civile avvocati, notai ed altre persone, e chi vuol far valere ed assicurarsi i propri diritti privati dev'essere in grado di usufruire e di pagare tutto' questo complicatissimo meccanismo. Abbiamo perfezionato talmente l'amministrazione della giustizia civile che divenne inaccessibile alla preponderante maggioranza della nazione.

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  23. So benissimo [di] quelle persone ausiliarie obbligate, per legge, a prestare, sotto date circostanze, la loro opera gratuita ai poveri. Ma […] in una societá in cui ogni prestazione viene rimunerata, in cui i rispettivi funzionari devono comperare la soddisfazione di ogni bisogno, non si puó razionalmente attendersi altro se non che le funzioni gratuite vengano prestate malamente e contro voglia.
    […] quelle funzioni giudiziali potrebbero venir affidate anche agli avvocati dei poveri, quali potrebbero venire nominati in numero sufficiente e pagati dallo Stato. Questi avvocati non ,potrebbero peró assumere il patrocinio di altre cause che non fossero di quelle dei poveri. […] Le massime qui sopra esposte, specialmente la definizione d'ufficio dei processi civili furono, com'é noto, messe in pratica, parzialmente, nel codice di procedura di Federico il Grande (1781) nonché nel Regolamento giudiziario generale 1 (1793) per gli Stati prussiani. Piú tardi il Regolamento giudiziario generale soggiacque [alla] preferenza per la procedura francese per le sue massime della pubblicitá e verbalitá. La base intellettuale degli attacchi contro il Regolamento giudiziario prussiano fu peró, in ogni caso, l'esperienza che in una procedura, in cui il giudice deve definire d'ufficio la lite, le classi abbienti, facendo valere i loro diritti, non possedevano quella superioritá come nella procedura francese. In quell'epoca il proletario non aveva voto: oggi non si lascerebbe strappare senza resistenza l'opera legislativa dell'epoca dei lumi.

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  24. […] I genitori hanno dunque “il diritto di stabilire liberamente il modo col quale debbono accordare il mantenimento ai figli” (§§ 1491, 1504, 1506). Tale regola contiene una grave ingiustizia verso le classi non abbienti. Nel primo anno di vita il neonato riceve la parte piú importante del sostentamento succhiandolo dalla madre o da un'altra donna. Se il sostentamento naturale viene sostituito con qualche altro mezzo di nutrizione, e se il bambino viene negletto anche altrimenti, ne consegue non di rado la morte, e in molti casi il bambino resta malaticcio per tutta la vita. In forza di questa norma di legge le famiglie benestanti trasferiranno a donne e ragazze povere che abbiano partorito di fresco e che di regola dovranno per questo motivo allevare il loro proprio nato con mezzi artificiali. II progetto non introduce con ciò nulla di nuovo, essendo il baliatico generalmente noto in pratica. Ma siccome per una legislazione affatto unilaterale le ragazze che hanno partorito illegittimamente cadono, subito dopo il parto, nella piú squallida miseria, cosi devono acconciarsi a qualunque condizione onde sostentare a malapena sé stesse e loro figli.

    […] [II diritto sulle cose nel progetto] Nel nostro ordine di diritto privato sul quale sono basati tutti i codici civili gli oggetti della natura esterna (le cose) vengono assegnati per il libero uso all'individuo per certe prestazioni verso un altro, mediante stipulazioni riconosciute giuridicamente valide e coercibili. Le classi proletarie hanno sempre avuto la tendenza a spezzare le barriere create mediante il diritto privato e di penetrare nel campo giuridico riservato per legge alle classi abbienti. Cosi, per esempio, nel 1886 nell'impero germanico furono condannati per furto nientemeno che 88816 individui, sì che il numero dei ladri condannati o di tutti i ladri in genere deve salire a centinaia di migliaia, a tacere dei condannati per rapina, appropriazione indebita e ricettazione.

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  25. La straordinaria maggioranza di tutta la proprietà si trova attualmente in possesso di singoli individui, e di regola non si può acquisirla che mediante un contratto stipulato coll'attuale proprietario. Tale acquisizione contrattuale della proprietà serve quasi esclusivamente di base dal punto di vista degli effetti sociali in massa, […] L'idea che per acquistare contrattualmente una proprietà sia necessario un titolo, fu, fin dal principio del secolo presente, sempre più respinta nella giurisprudenza germanica. Il risultato di tale movimento trovassi nel progetto del nuovo codice civile germanico: in base al progetto si può trasferire la proprietà fondiaria anche solo mediante un contratto stipulato nell'ufficio catastale […] Per rendere operativo tale contratto non occorre indicarne il motivo giuridico (il titolo). Il contratto è efficace anche qualora i contraenti abbiano diversi motivi giuridici oppure anche nel caso in cui il motivo giuridico premesso non esiste o non è valido (§ 828, 829, 868 Pro.) Anche per l'acquisizione contrattuale di una cosa mobile basta un contratto conchiuso fra il proprietario e il compratore e la contemporanea consegna della cosa, ed il contratto deve contenere la dichiarazione di volontà dei contraenti che il possesso debba passare nel compratore. Il motivo giuridico (titolo) della consegna è indifferente affatto anche per l'acquisto della proprietà di cose mobili (§ 874 d. Pro.).

    Molti troveranno che simili antagonismi sono vuote sofisticherie scolastiche. In realtà invece si tratta di questioni che sono di grandissima importanza per tutta la vita sociale. La sicurezza dell'ordinamento sulla proprietà riposa principalmente sulla stretta connessione di esso colla vita e l'attività popolare e sul fatto che nella coscienza delle masse esso risulti essere l'ultimo contrafforte di ogni aspirazione economica.[…]

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  26. Oltre l'interno indebolimento della proprietà, il progetto vuole chiudere troppo repentinamente l'ordinamento sulla proprietà in confronto delle classi non abbienti. La proprietà, la quale per la sua stessa natura può essere dimostrata solo con difficoltà, e quindi non è facilmente riconoscibile per le grandi masse popolari, non potrà bastare in veruna condizione giuridica per segnare con sufficiente chiarezza la linea di demarcazione fra il possesso e la povertà. A quest'oggetto occorre un fatto esteriormente visibile, il quale indichi per sé stesso alle masse il grande contrasto. Tale fatto è il possesso. Da secoli giurisperiti e filosofi di diritto si occupano della questione per sapere se il possesso è un atto oppure un diritto. Dal punto di vista sostenuto nel presente lavoro non riesce difficile rispondere a tale questione scolastica. Il possesso e la proprietà sono, in eguale misura, condizioni di potenzialità di puro fatto; solo, che nel caso di contestazione il primo deve, almeno come ultima risoluzione, cedere il posto alla, seconda. II possesso di una cosa — dice il § 797 - viene acquisito ottenendo un potere di fatto sulla cosa (proprietà) congiuntamente alla volontà del possessore di avere la cosa come propria (volontà di possesso). Il progetto però [è privo di una] definizione del concetto del possesso allo scopo di presentarla come una premessa della protezione del possesso stesso. Secondo il progetto, il possesso invece ha un'importanza unicamente per l'acquisizione della proprietà, in cui rappresenta una parte importante specialmente riguardo all'appropriazione, alla trasmissione, all'usucapione. La protezione del possesso il progetto la annette al possedimento puro e semplice soltanto, vale a dire a quel potere esercitato sulla cosa al quale non occorre sia necessariamente congiunta la volontà del possesso. La protezione del possesso spetta quindi anche all’appaltante, all'affittuario, a chi prende a prestito la cosa, quantunque non vogliano averla come cosa propria (§ 814 e seg. d. Pro.).
    Il progetto ha sciolto tale vincolo fra la protezione del possesso e l'ordinamento sulla proprietà e ciò in omaggio tendenze simile manifestatesi nella pratica e nella legislazione. Per l'avvenire la relazione effettiva della forza in confronto della cosa, vale a dire possesso nella sua brutale nudità […] ha tradito le più intime idee, senza volerlo, del sistema del diritto privato. Imperocché l'ordinamento sul possesso è il lato dell'ordinamento sulla proprietà rivolto verso le classi non abbienti; congiunto alle disposizioni del diritto penale relative ai delitti contro la proprietà, forma l'avanguardia che eleva impedire al proletariato di giungere al centro, vale a dire all'ordinamento sulla proprietà.

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  27. Diremo in appresso quale forma assuma il diritto sulle obbligazioni retto dal principio della libertà contrattuale

    Ogni azione illecita è rivolta contro la persona lesa o contro la sua sostanza. I danni che si possono arrecare alle sostanze dei poveri, non hanno, naturalmente, veruna sociale importanza. Altrettanto più importanti sono quindi per essi i beni personali i quali, di regola, sono l'unico loro patrimonio: la vita, l'intangibilità personale, la salute, la liberta, l'onore, compreso l'onore muliebre, la. forza produttiva, la costumatezza. Di questi beni personali quelli specialmente che (come la forza produttiva, e l'onore muliebre) sono oggetto di grandi conflitti d'interesse fra abbienti e proletari, non sono sufficientemente tutelati né dal codice civile né da quello penale contro danni derivanti da relazioni contrattuali né contro azioni illecite. Questo è quindi il campo nel quale il proletariato può elevare le più giuste pretese di restituzione. Questa spiccata unilateralità relativa alle azioni illecite avrebbe potuto trovar posto in un codice civile generale, qualora al primo sguardo si mostrasse una preterizione dei beni personali dei non abbienti in confronto degl'interessi dei ricchi. MA SE LE CONSEGUENZE DI DIRITTO CIVILE DELLE AZIONI ILLECITE VENGONO TRATTATE IN UN CAPITOLO RIGUARDANTE IL DIRITTO PATRIMONIALE PRIVATO È CHIARO CHE LE DISPOSIZIONI CONCERNENTI IL RISARCIMENTO DI DANNI, DEVONO ANZITUTTO TENER SOTT'OCCHIO I PREGIUDIZI CHE POSSONO VENIR ARRECATI AGL'INTERESSI MATERIALI.

    E DIFATTI il § 221 del progetto stabilisce la massina che non si possa chiedere risarcimento per danni che non riguardino la proprietà se non in quei casi stabiliti dalla legge. Abbiamo già imparato a conoscere una di queste eccezioni in cui nel caso di illecito carnale concameraci mediante stupro o mediante grave delitto contro i buoni costumi, il giudice può assegnare alla sedotta un equo risarcimento in denaro anche senza che sia prodotta la prova di un danno nelle sostanze [!!] (§ 728 d. Pro.) […]
    Resta per sempre la regola, che nel diritto sui risarcimenti [trovano] piena protezione solamente gl'interessi patrimoniali delle classi ricche […]. Quanto sia inopportuno […] lo dimostri la seguente considerazione. Il nostro odierno diritto sui contratti non è altro che l'organizzazione del lavoro fatta sulla base del diritto privato; secondo il concetto del diritto privato si mette ordine e organizzazione nella grande massa degli operai di tutti i paesi facendo in modo che ciascun individuo si assoggetti mediante contratti formalmente liberi.

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  28. L'intero diritto concernente le obbligazioni, e specialmente il diritto relativo ai contratti, si basa sulla massima della libertà di contratto. I compilatori del progetto hanno tralasciato di motivare tale massima, evidentemente perché sapevano che una motivazione in questo riguardo li avrebbe condotti fra scogli troppo pericolosi. Il vero motivo della libertà di contratto è senza dubbio che nel campo delle relazioni fra debitori avviene una collisione fra gli interessi economici dei ricchi e dei poveri, e che si deve lasciare ai primi libera la mano di percepire un reddito senza lavorare.
    Vediamo altresì che in quelle istituzioni giuridiche nelle quali non si verifica un simile antagonismo di interessi fra le due grandi caste sociali, non vige la massima della libertà di contratto, ma il contrario. Cosi p. es. NEL DIRITTO SULLE COSE, dove le classi abbienti si trovano, per così dire, in famiglia. […]
    La massima della libertà di contratto che predomina sul diritto concernente gli obblighi, non ha nessun vigore per il diritto concernente le cose.
    Per questo vale la massima contraria: le parti possono sostenere solo quei diritti di cui la legge ammette il fondarnento. Il numero dei diritti reali é quindi necessariamente, limitato (III, 3)

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  29. La disposizione di una condizione stabile ed intangibile, quasi come un minimo di benevolenza e di umanitá, nelle relazioni commerciali dei cittadini, é indispensabile specialmente per quelle stipulate, regolarmente, fra persone economicamente molto forti e molto deboli. La legislazione applicata dagli Stati civili europei alle industrie e alle manifatture si é giá, da lungo messa in prima linea (cfr.il § 105 Regolam. industriale germanico), e sarebbe tempo che anche il diritto privato vincesse il suo pigro conservativismo e seguisse l'esempio dato dal diritto pubblico. Si solleverá, certo, l'eccezione che i bisogni del commercio sono di natura così individuale che non possono venir soddisfatti se non mediante una piena libertà di contratto. In realtá i bisogni del commercio, nella epoca nostra della produzione in massa hanno un carattere ancor piú uniforme che gli scopi individuali della vita cui il diritto sulle cose e quello di famiglia sono destinati a servire. Se dunque questi diritti possono sopportare una cosi spiccata restrizione della massima della libertà, di contratto, l'applicazione di tale massima relativamente al diritto concernente gli obblighi non ci può sembrare un bisogno imprescindibile dell'ordinamento del diritto.


    Ma nel campo del diritto concernente gli obblighi, la massima della libertá di contratto trova essa illimitata applicazione? A questa domanda si deve rispondere negativamente: in base al codice civile ognuno potrá fissare, per prestito o per proroga di pagamenti di debito in denaro, quell'interesse che piú gli talenta, solo che deve saper evitare le elastiche disposizioni penali della legge sull' usura; gli é un fatto che la legislazione penale concernente l'usura ha precipuamente lo scopo di proteggere certi gruppi socialmente eminenti, contro le conseguenze della [propria] leggerezza. Le disposizioni penali sull'usura possono giovare alle classi povere — riguardo alle quali il bisogno, l'inesperienza ed anche la leggerezza sono condizioni per dir cosi normali — solo in rarissimi casi, poiché a motivo della loro miseria i proletari non inspirano quella fiducia ch'é necessaria per conchiudere contratti di credíto. Negli affari di pegno invece, ai quali prendono parte anche le classi povere, si vorrebbe concedere interessi talmente alti — a motivo delle spese occorrenti per il ricevimenfo, la conservazione e la restituzione del pegno — che l'applicazione del concetto concernente l'usura sembra quasi praticamente affatto escluso. Rammento solo la legge prussiana del 17 maggio 1881, concernente i prestiti su pegni, la quale concede al proprietario, per prestiti piccoli (fino a 30 marchi) nientemeno che il 24 per cento all' anno nonché un modo favorevole di conteggiare l'epoca del prestito. Tale stratificazione degli interessi sociali ci permette di riconoscere chiaramente per quale motivo la legislazione contro l’usura abbia sempre scelto come campo d'azione il contratto sul prestito. Si volle precisamente creare con ciò un privilegio per […] medie classi sociali.

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  30. Riguardo a quei contratti invece, nei quali hanno un notevole interesse anche le classi povere, specialmente nei contratti di locazione di mano d'opera, di compra-vendita, di conduzione e di affittanza, la moderna legislazione sull'usura non venne mai applicata quantunque in questa specie di contratti si verifichi, naturalmente, piú spesso l'usura che non nei contratti per prestiti in denaro. Nissuno negherá, certamente che le classi povere stipulino tali contratti assai di sovente per estremo bisogno, per leggerezza e per inesperienza. Ma in moltissimi casi si verifica uno sfruttamento di tale condizione che equivale ai peggiori casi di usura sui prestiti in denaro.

    Rammento soltanto le gravi angustie che soffrono le masse proletarie in quelle cittá dove fauno difetto le abitazioni; lo sfruttamento dei piccoli coloni i quali cercano un lavoro permanente prendendo in affittanza piccoli appezzamenti di terreno; il grave pregiudizio che le classi povere soffrono da parte dei piccoli commercianti senza coscienza.

    Piú gravi sono i casi di sfruttamento nei contratti per locazione di mano d'opera, in cui la necessitá del proletario di stringere un patto perché mancante di mezzi di sussistenza é assolutamente urgente. E tuttavia la legislazione é ben lungi dal mettere tali contratti pregiudicevoli per i poveri sotto la comminatoria della legge sull'usura.



    Dal punto di vista del presente lavoro il contratto piú importante é quello riflettente la locazione di mano d'opera. Nel progetto, il quale naturalmente , tiene sott'occhio maggiormente il diritto del padrone, tale contratto é dovunque indicato come contratto di servizio […] su tale contratto riposi l'esistenza della grande maggioranza dei proletari, anzi della nazione. Nel capitolo destinato al contratto di servizio, il progetto non risolve neppur una delle grandi controversie che vi si connettono, […] il regolamento del diritto non [è] altro che un complesso di rapporti di potenzialitá permanentemente riconosciute. […] il contratto di servizio sia tuttavia non sta — come in tutti gli altri contratti — nel libero arbitrio dei contraenti; ma lo Stato esercita col mezzo delle sue autoritá amministrative un'influenza piú o meno decisiva- sullo sviluppo dei rapporti giuridici.

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  31. L'operaio industriale sussidiario, il quale in base all'ordine del padrone deve lavoraro 12 o 13 ore rimanendogli appena il tempo sufficiente per riposarsi e per le altre funzioni naturali, non si puó riguardarlo come un libero cittadino che puó disporre liberamente di sé stesso. Le persone di servizio poi, riguardo alle quali non é determinata regolarmente la misura del lavoro da compiere, sono assoggettate anima e corpo alla signoria del padrone. Qui si vede chiaramente il torto che ebbero molti periti ritenendo che la differenza capitale fra i rapporti del diritto di famiglia e quello delle obbligazioni, consista nell'esser l'uomo mediante i primi, soggetto […] con tutta la sua persona; e mediante i secondi soggetto solo ín certi riguardi riflettenti la sua libertà generale. Chiunque giudica spassionatamente le cose, non potrá negare, che la signoria esercitata dal padrone sull'operaio che lavora a mercede, é nel suo contenuto e nella sua estensione, assai piú rigorosa di quella che nell' epoca nostra spetta al capo di famiglia sulla moglie e sui bambini; al tutore sul pupillo. Un contratto di diritto privato peró, il quale involve un simile rapporto di signoria offre dovunque motivo d'intervento alío Stato. L'epoca nostra la quale vuol cancellare gli ultimi avanzi dello Stato patrimoniale non permette che un cittadino eserciti una signoria permanente in confronto di un altro senza che lo Stato non intervenga come sorvegliante e come guida. […] Chi lavora verso mercede deve cercarsi un padrone e stipulare un contratto senza che lo Stato lo aiuti in tale bisogna. […] Ma non appena è stipulato il contratto di servizio lo Stato mette in moto il suo apparato poliziesco per tenere in obbedienza e in soggezione il dipendente. […].

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  32. La disposizione piú importante fra queste é quella che riguarda il libretto di servizio dei domestici e il libretto di lavoro degli operai. Tali libretti costituiscono l'unico caso in cui si tiene nota da parte dell' autoritá pubblica dell' adempimento di contratti di diritto privato, ed in cui la semplice lesione di una clausola del contratto danneggia l'avvenire dell'operaio non meno di quello che una condanna criminale danneggerebbe individui appartenenti ad altre classi sociali. Aggiungasi poi che le registrazioni nel libretto si fanno in base alla dichiarazione dell'altra parte contraente, per quanto […] sotto il controllo della Polizia. Ben difficilmente un uomo d'affari delle classi abbienti potrebbe reggersi se tutte le persone colle quali ha stipulato contratti dovessero far registrare in un libretto simile la loro opinione circa la sua scrupolositá nell'osservanza dei contratti stessi. Istituzioni eccezionali di questa specie si possono giustificare solo ritenendo che le classi proletarie siano a priori tenute all' obbedienza e alla soggezione verso le classi sociali piú alte; ma ritenendo che gli operai sono una casta godente uguali diritti a quelli di tutte le altre classi della societá, é giuocoforza respingerle. L'intervento dello Stato nei rapporti di servizio troverebbe uno scopo assai piú glorioso che quello di tenere soggetti [di (“pieno”) diritto] coloro i quali per la loro stessa posizione sociale sono tenuti all'obbedienza. La nostra organizzazione operaia attuale ha un carattere prevalente di diritto privato, e per questo motivo i rapporti di servizio non possono venir fondati che mediante contratti formali fra padroni e dipendenti. Atteso peró che fra i piú importanti cómpiti economici dello Stato, evvi quello di proteggere l'ordinamento operaio del popolo contro perturbazioni derivanti da disoccupazione o da altre circostanze, cosí esso ha l'obbligo […] di rendere meno sensibili i difetti dell' organizzazione .operaia basata sul diritto privato […]. Avendo lo Stato moderno in sua mano gran parte dei mezzi di trasporto e. di notificazione, esso sembra il piú adatto ad esercitare la parte di mediatore.

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  33. Osservo solo che la mediazione in questione dev'essere affidata ad organi autonomi del ceto operaio oppure ad impiegati dello Stato, ma sempre ed affatto indipendenti dai padroni, poiché diversamente ci sarebbe a temere un ulteriore aumento dell'influenza di questi ultirni la quale e giá di per sé fin troppo esorbitante (confr. § 97, 2 del Regol. industriale).

    L' unilateralità dell'interpretazione puramente giuridica sostenuta dal progetto germanico relativamente ai contratti di servizio e di locazione di mano d'opera, risulta dalla definizione del concetto relativo al contratto di servizio contenuta nel § 559 “ Mediante il contratto di servizio colui il quale si dichiara assenziente a prestare i servigi viene obbligato a prestarla all'altro contraente come fu stipulato; quegli che ha diritto ai servigi viene obbligato di dare a quegli che li presta il compenso stabilito”. I compilatori del progetto trattano quindi il contratto di servizio precisamente come il contratto di compravendita o come qualunque altro contratto che abbia per oggetto una prestazione di cosa. Secondo il progetto […] non mi pare dubbio che, in quanto non trovino applicazione leggi speciali, il padrone possa senza pregiudicevoli conseguenze spingere intenzionatamente o per negligenza i suoi dipendenti ad ammalarsi od a morire purché non oltrepassi i limiti dei diritti concessigli in virtù del contratto di servizio (confr. Regol. industriale).

    Poiché le disposizioni del progetto relative al contratto di servizio non impongono al padrone (§ 559-566) in questo caso nemmeno l'obbligo d'un risarcimento di danni; e d'altra parte resta pure esclusa l'applicazione delle norme generali concernenti l'obbligo a risarcimento derivante da azioni illecite, perché né i rapporti contrattuali né la sofistica esercitazione di un singolo diritto portato dal contratto non sono assoggettati a tali disposizioni (§ 224, 559, 704, 705 del Prog.) […]

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  34. Una riforma […] del rapporto di servizio è attualmente di grandissima importanza. L'assicurazione per casi di malattia, di infortunio, […] per la vecchiaia e l'inabilitá al lavoro, per le vedove e per gli orfani, sono, misure di i cui benefici effetti sono ancor poco apprezzati nelle classi operaie.
    […] trovasi giá nel Regolamento industriale germanico (§ 120) una disposizione in base [alla quale] gli industriali sono obbligati ad adottare disposizioni per assicurarsi per quanto possibile contro i pericoli per la vita e la salute, non […] si arriva a comprendere […] per qual motivo si debbano proteggere unicamente la vita e la salute e non anche gli altri beni personali dell'operaio, la sua forza produttiva e la sua moralitá (confr. § 139 del Regol. industr.).[…] poi si dovrebbe far obbligo al padrone di fornire l'abitazione, il vitto e il vestito […] Per la natura della cosa stessa, questo dovrebb'essere giá sottinteso; ma le condizioni in molti riguardi sfavorevoli degli operai, richiedono una analoga e tassativa disposizione […] Il padrone dovrebbe poi garantire per l'adempimento di questi obblighi solo in quanto la legge ne riconosce la responsabilitá giuridica. Atteso che secondo il progetto ognuno risponde di regola per azioni premeditate o derivanti da negligenza, cosi […] la responsabilitá giuridica relativa al contratto per locazione di mano d'opera, deve venir assolutamente estesa anche in confronto del c.d. amore del proprio interesse. Mettendo tale idea come base, il padrone dovrebbe rispondere anche allorquando lede i beni personali del dipendente non per premeditazione, non noncuranza, ma per amore all'interesse proprio.

    […] Senza una legge coercitiva, la quale escluda qualunque arbitrio degli interessati, la responsabilitá del padrone non potrebbe trovar effetto che in limiti assai ristretti, poiché egli — siccome economicamente piú forte — la escluderebbe sempre mediante stipulazioni contrattuali. In questo riguardo peró, in cui si tratta dei piú importanti interessi personali delle classi operaie, queste possono a buon diritto chiedere una restrizione della libertà di contratto per i loro interessi.

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  35. Abbiamo visto che il § 221 del progetto disponendo che si debba indennizzare solamente un danno di interessi patrimoniali. Nel posto di quel paragrafo dovrebbe subentrare la disposizione contraria [ma] Contro di ció si metterá in campo l'eccezione [secondo cui] i beni personali hanno prevalentemente un carattere ideale, e quindi sfuggono ad una valutazione espressa in una somma di denaro. […]

    […] Secondo una disposizione ulteriore la moglie abbisogna del consenso del marito per stipulare contratti di servizio. Ma in nessun luogo é detto quali degli obblighi, se quello derivante dai rapporti di servizio o quello derivarte dai rapporti di famiglia deve avere la preferenza in quel caso in cui entrambi i coniugi sono permanentemente impediti, in forza di contratti di servizio, nell'adempimento dei loro obblighi paterni e materni. I compilatori si partono in questo, tacitamente, dall'idea che debba continuare l'attuale stato di cose, quindi che in caso di collisione si debbano assolutamente adempiere gli obblighi derivanti dai contratti di servizio, quantunque il rapporto di famiglia abbia avuto origine prima e nel concetto popolare sia considerato piú sacro e piú intangibile che contratto di servizio.

    [Il] Regolamento industriale (§ 135) condivide tale concetto [dei compilatori], poiché proibisce l'occupazione delle puerpere solo tre settimane dopo il parto e solo nelle fabbriche. L'esistenza di rapporti fra genitori e figli viene, bensi, esaniinata e determinata dal giudice — in via d'ufficio — fino ad un certo grado allorquando tale questione é controversa fra genitore e figliuolo; ma i compilatori del progetto si sono ben guardati, con .riguardo alle gravi conseguenze sociali, di assoggettare all'effettuazione, in via d'ufficio, anche le conseguenze pratiche di tale rapporto giuridico, e specialmente l'obbligo dei genitori di educare e curare i figliuoli.
    Si potrebbe bensi immaginare una massima la quale permettesse alle donne di stipulare contratti di servizio solo in quanto non risultasse pregiudicato l'obbligo di ayer cura e di educare i loro figliuoli. Ma, nelle circostanze attuali, una disposizione cosi vasta getterebbe in braccio alla rovina economica moltissime famiglie delle classi povere, si che non si puó pensare ad emanarla.

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  36. In questo riguardo la legislazione socialista dello Stato trova piuttosto urgentissimo motivo di metter ordine in un insostenibile stato di cose. La beneficenza privata ha giá fatto qualche cosa istituendo asili infantili ed altro. Ma incombe anzitutto allo Stato l'obbligo di togliere tale contraddizione fra diritto e realtá che minaccia fin dal suo nascere una parte considerevole della generazione operaia che sta per maturare.

    Se le classi lavoratrici sapranno elevarsi al disopra degli interessi passeggieri del momento e comprendere i loro veri scopi, devono mirare piú ad un miglioramento fisico, intellettuale e morale dei loro figliuoli che non a quello della loro propria esistenza. Cosi facendo i loro figli conseguiranno quella idoneitá necessaria per mettere in effetto la trasformazione dello Stato giuridico e poliziesco, in Stato operaio ed economico, e con ció ottenere la massima modificazione dello stato sociale dell'umanitá.

    Nel progetto riscontrasi un difetto rilevante, il quale deve naturalmente opprimere piú di tutto le classi povere; ed é questo, che il capitolo sul contratto di servizio non contiene veruna disposizione relativa al potere disciplinare del padrone. In Germania, in Austria e anche in altri paesi […] si verificano altresì casi in cui il primo pretende arrogarsi tale potere disciplinare anche senza stipulazione di sorta e glielo si concede. Tale potere disciplinare del padrone lo si deve respingere, senz'altro. Poiché l'essenza della giurisdizione disciplinare privata consiste in ció che il padrone, quindi uno degli interessati nel rapporto di servizio, stabilisce il mancato adempimento del contratto di servizio verso l'operaio, e della scienza di procedura é cosi saldo quanto la massima applicazione di una pena in confronto di questo.
    Nessun altro risultato che nessuno puó esser giudice in causa propria, bensi che il giudice- deve trovarsi di fronte ai litiganti come terza persona imparziale.

    […] peró in aggiunta a quanto fu detto circa al diritto di contratto voglio soggiungere ancora le seguenti osservazioni concernenti il contratto di affittanza. [Il] bisogno dell'abitazione é uno di quelli interessi i quali, ove la societá fosse giustamente organizzata, si potrebbero pienamente soddisfare; mentre Malthus ed altri dubitano che sia possibile farlo riguardo al bisogno della nutrizione. Ben difficilmente peró si potrá conseguire tale importantissimo scopo tenendo conveniente conto della tutela della proprietá fondiaria. Difatti tutte le proposte che vogliono effettivamente risolvere la questione dell'abitazione, sostengono che lo Stato, in nome proprio, oppure i Comuni ed i Consorzi in suo nome, debbano impo£sessarsi di appezzamenti di terreno a prezzi modici atti ad erigervi abitazioni e render per tal modo possibile un migliore soddisfacimento del bisogno di abitazione. In questo riguardo devesi premettere, per il punto di vista che io sostengo nel presente lavoro, la continuitá della proprietá fondiaria integrale e del contratto di affittanza. II progetto germanico (§ 503) definiste iI concetto del contratto di affittanza in un modo simile a quello del contratto per locazione di mano d'opera. al locatore é peró indifferente ch'essa sia o meno servibile a scopi di abitazione umana. Se agisce con franchezza egli puó cedere in affitto anche abitazioni antiigieniche e financo congiunte a pericolo di vita senza dover temere verun pregiudizio nei suoi diritti privati. La massima pesa grandemente sulle classi povere, poiché queste si tro yano quasi sempre in una posizióne forzata e quindi assumono scientemente abitazioni malsane. (A. ragione si pué asserire che le

    E per questo motivo una riforma popolare del diritto privato non riuscirá mai, fintantoché non si tenterá di mettere ad un livello piú alto l'uomo giuridico normale togliendolo dal punto di morale nullitá sul quale si trova il bravo padre di famiglia.

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  37. Il diritto ereditario é una istituzione aristocratica cui le classi proletarie prendono una parte quasicché nulla, e quelle abbienti una parte relativamente limitata. […] La tendenza del diritto ereditario emerge chiaramente in quelle legislazioni le quali prescrivono, che dopo la morte del possessore di una sostanza questa debba passare in proprietá di una data persona, di solito il figlio maggiore, esclusi tutti gli altri membri della famiglia. Questo fatto concorre a portare il grande antagonismo fra ricchi e proletari financo nelle famiglie dei ricchi. La sostanza abbandonata passa in proprietá di un figlio solo, senza che colui che l 'abbandona possa con disposizione di ultima volontá stabilire diversamente; gli altri diventano proletari o quanto meno cadono nelle classi inferiori della popolazione.[…] Atteso che vigendo il sistema dell'agglomerazione ereditaria coercitiva, — specialmente poi allorquando tale sistema viene applicato sotto una data forma anche in confronto dei beni rurali comuni, i figli diseredati accorrono in massa fra le classi proletarie e rendono piú malagevole a costoro la vita — ne viene che tale sistema si deve considerarlo come una forma del diritto ereditario piú sfavorevole per le classi povere della popolazione.[…] In breve, il diritto ereditario per nascita (maggiorasco rustico) é una istituzione giuridica la quale si serve dell’ egoismo di famiglia della popolazione rurale e del suo orrore per l'erezione di disposizioni di ultima volontá onde, conservando la libertà di scambio riguardo al beni'rurali, conseguire gli effetti sostanziali dell'agglomerazione ereditaria coercitiva >>

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  38. Io non so quanti facciano finta di non conoscere questo blog. Penso che, comunque, se è la forma a non piacere, non possa sfuggire la distinzione tra forma e sostanza, o tra contenitore e contenuto. D’altra parte questo è sì un blog, ma ne sono già stati tratti due libri e ci sono spunti e materiali per molti altri ancora.

    È che questo blog ha fatto vedere che il re è nudo: il re della competitività, della meritocrazia, dei diritti cosmetici, del decrescismo, della “prima parte” della Costituzione della seconda e del dessert, della finta occupazione, di Venezia e di Ventotene, del diritto privatizzato, dei trattati irrevocabili (come le decisioni). Della “democrazia” “liberale”. E dell’austerità, del debito pubblico “che grava sulle generazioni future”, del pareggio di bilancio, delle banche centrali “indipendenti”, della deflazione salariale, delle “riforme” et cetera et cetera et cetera.

    Come ha scritto Quarantotto, “siamo in tanti ad essere soli”: per loro, per noi, questo blog esiste.

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  39. Ciao Quarantotto attraverso il tuo blog hai fatto un lavoro di conoscenza e di consapevolezza monumentale.Questo blog è un laboratorio dove si può formare una nuova classe dirigente per questo Paese. Per quanto riguarda l'Accademia la stragrande maggioranza è totalmente organica al sistema e a parte qualche rara eccezione nessuno di loro ha il cuore di leone. Per il ripristino della Democrazia Sostanziale, non possiamo certo affidarci ad essa, anzi ne è l'ostacolo.
    Un abbraccio Presidente.

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  40. parte 1 di 3.
    Che dire, egregio presidente, ringraziarla è poco, ammirarla per la sua cultura e, soprattutto, per il suo coraggio nel portare avanti un’azione divulgativa onorevole ed umanamente salvifica è altrettanto riduttivo. Come si suol dire “metterci la faccia”, come lei sta facendo, nel porsi di traverso rispetto alla pratica di questo strisciante totalitarismo imperante, il cui “trend” sembra essere orientato nella direzione del noto “1984” orwelliano, è un atto di indiscutibile coraggio, che lei dimostra di avere da vendere.

    Propongo di seguito alcune considerazioni personali.

    La lentezza e la costanza con le quali ha preso forma il disegno dell’assetto politico-economico del nostro paese ha fatto si che la stramaggioranza dei quarantenni (come me, per fare un esempio), soltanto per citare una fascia di età media attuale, non si potessero accorgere della reale sostanza che permeava la struttura sociale nella quale sono nati e cresciuti. Nascendo e crescendo in gabbia, per così dire, non abbiamo mai avuto modo di rilevare che stavamo vivendo in una sorta di "Truman show" culturale sventolante la falsa bandiera della libertà con relativo diritto tutelante annesso.

    Ma per poter distinguere la tanto blasonata libertà individuale da una progressiva manomissione della tutela dell'individuo che si manifesta sotto forma di ampio ed endemico disinteresse istituzionale nei suoi confronti serve una facoltà profonda non semplice da ottenere.

    Nella mia vita ho sentito tanto parlare di democrazia e mi sono sempre chiesto come potesse fare ognuno di noi ad esercitare la propria volontà, nonché pratica di governo, senza che, in ogni momento, non ci venisse richiesta un'attività di suffragio SULLE SINGOLE LEGGI che il governo intendesse varare per REGOLAMENTARE le nostre vite.

    Se la democrazia, così come ci è stata venduta per tutti questi decenni, si attua soltanto nella scelta di soggetti che si propagandano demagogicamente attraverso gli schermi televisivi e che il sistema ci propone di scegliere mediante un semplice voto, allora è intuitivo comprendere la potenziale ed immensa falla di una siffatta struttura politica.

    Per tutta la vita, infatti, ho sentito i miei genitori, parenti, amici, colleghi, conoscenti ed estranei, affermare che i politici fanno sempre come pare a loro. Beh, non è forse vero? Allora ci si pone la più ovvia delle domande: “di chi è la colpa?”. La risposta altrettanto più immediata che si può dare a questa domanda è: “la colpa è nostra e di chi vota quelle persone!”.
    Ed ecco che prende forma la radice del pensiero collettivo "mainstream" di auto-colpevolizzazione alla "abbiamo vissuto al di sopra della nostre possibilità...", mediaticamente catalizzato e che si porta dietro un'intera enciclopedia di slogan e bolli da marchiatura ideologica pronti all'uso che definiscono i confini del palcoscenico orwelliano nel quale viviamo le nostre vite.

    Ma poi, volendo fare un esercizio più impegnato di semplice logica possiamo finire per orientare la nostra indagine in direzione del sistema, e di quell’insieme di regole che stabiliscono il suo funzionamento, al fine di tentare di trovare delle risposte ai nostri problemi in una società che ci APPARE sintomaticamente affetta da malagestione, incompetenza e disonestà diffuse e radicate.

    Ma forse si deve anche considerare qualche ipotesi meno superficiale e un po' paranoica...
    Dunque da questo sistema "democratico", più probabilmente reso VOLUTAMENTE fallace, precipitare nelle tubazioni della democrazia di quell’idraulico mentale di Hayek è facile come scivolare sul sapone a piedi nudi. Infatti, così è stato.

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  41. parte 2 di 3:
    E’ sempre stato intuibile, almeno per chi gradisse il porsi qualche domanda in più e per chi non restasse esistenzialmente irretito dalle varie “Champions leagues”, quali neo-oppiacei del neo-mondo, che il nostro sistema politico fosse, in sostanza, null’altro che un’oligarchia ammantata da democrazia.

    Questa, personalmente, si è svelata ai miei occhi da profano politico e da operaio metalmeccanico impegnato nei meandri della comune mondanità, nel momento in cui è entrato in vigore l'Euro, perchè non mi è stato chiesto se ero d'accordo o meno.
    Se noi tutti siamo lo "Stato", come ci è sempre stato detto, allora chi ha deciso di adottare la moneta unica non è stato lo "Stato", ma il suo GOVERNO.
    Come è stata possibile, dunque, una tale mancanza di osservazione democratica da parte del governo?
    Viene da sè ritenere che quest'ultimo e lo Stato siano dunque due entità ben differenti e, soprattutto, INDIPENDENTI tra loro, nella formula del primo rispetto al secondo.
    Poi, più di recente, è stato abolito l’art.18 dello statuto dei lavoratori ed anche questo è stato fatto senza previo referendum.
    Ma c’era di più e la cosa è stata aberrante, scioccante, quasi al limite del credibile: questa soppressione dei diritti (umani più che prettamente dei “lavoratori”) è stata varata a SEGUITO della crisi del 2008.

    Ora, il ragionamento da me fatto è stato semplice: Se esiste una crisi mondiale della finanza e le aziende vanno in difficoltà e se il governo, in risposta a questa crisi, scardina l’impianto normativo che impedisce alle stesse di licenziare con facilità, allora si deduce che il governo VUOLE LEDERE i lavoratori ed auspica il conseguente DISASTRO SOCIALE per disoccupazione. Uno scenario tragico, attuato con una PREMEDITAZIONE degna dell'eresia del più ardito dei complottisti.

    Il resto degli eventi politici ed economici ai quali siamo stati sottoposti hanno rappresentato il complesso sintomatologico della liquidazione di una democrazia già inferma e prestante il fianco all'offensiva.

    La bocca asciutta, poi, mi è rimasta quando ho appreso dalle letture fatte che, effettivamente, le cose erano ben più gravi di quanto potessi immaginare, perchè hanno riflesso una sequenza di sviluppo fondata su ideologie ben precise, che Lei, Presidente, ha messo in luce con i suoi testi in opere divulgative di inestimabile valore, esplicando magistralmente le radici storico-ideologiche che si rivelano essenziali per comprendere ed integrare anche altri testi scritti da autori impegnati nel medesimo ambito "eterodosso" (Bagnai, Giacchè, Moro, Tremonti, Bifarini, Galloni, Brancaccio ecc, per citarne alcuni).

    Tuttavia resta lo scoglio, il nodo principale, l'ostacolo monumentale che si erge tra noi cittadini ed il rispetto della nostra dignità da parte del GOVERNO. Essa viene espressa nei suoi termini di applicazione da una Carta Costituzionale che non è riuscita a farsi valere, perchè il socialismo distributivo della ricchezza che essa emblematizza va a cozzare contro una selezione naturale darwiniana che sembra legata immanentemente a tutti gli esseri viventi che occupano il mondo, poichè a questi è connaturata una logica comportamentale imperniata su ció che Freud, nella sua indagine deterministica delle profondità dell'inconscio individuale, aveva identificato come "egoismo illimitato".

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  42. parte 3 di 3:
    Ció che accade oggi, come ció che è sempre accaduto nella storia dell'uomo, è una fenomenologia che riflette la sua caratteristica ontologica.

    L'odierno impero del capitalismo sfrenato mondiale operante su un fertile strato liberal-colonialistico normativamente creato ad-hoc dimostra in modo lampante l'orientamento illimitatamente egocentrista della fenomenologia umana e la persistenza della legge naturale del più forte.

    All’antitesi della legge capitalistica del più forte c’è la democrazia distributiva e questa, se sana, dovrebbe disporre di un sostrato culturale sociale in grado di coltivare un equilibrato buon senso comune, gettando basi etiche idonee per fronteggiare il fisiologico fenomeno della "soddisfazione parziale", quale inevitabile soluzione di compromesso derivata dal dover dividere "il panino a metà". Chi oggi è ricco dovrebbe essere indottrinato, infatti, a sapersi accontentare o meglio, a soddisfare il proprio ego mediante pratiche altruistiche. Ciò non è impossibile ma soltanto improbabile. La cultura è la chiave di questa necessaria reinterpretazione esistenziale individuale, senza la quale l’umanità potrebbe vivere in un futuro non tanto remoto il suo “1984” orwelliano.

    Sto iniziando a nutrire seri dubbi, pertanto, nella capacità delle cosiddette democrazie di riuscire a soddisfare la fondamentale necessità dei popoli di disporre di politiche realmente distributive, perchè questo credo sia il nodo più critico della matassa.
    Ció in quanto la democrazia è delicata e fragile e va difesa con pieni poteri, i quali dovrebbero essere cosa ben differente dall'istituzione della presidenza
    della Repubblica poichè assistiamo da tempo alla sua completa inefficacia e, nonché, alla sua disposizione al potenziale sabotaggio di quanto si propone di tutelare.
    La democrazia è difficoltosa da attuare per un gruppo di una manciata di persone che intendano organizzarsi per un sabato sera, figuriamoci per un intero popolo.
    La complicata organizzazione che l'apparato democratico necessita per poter funzionare correttamente lo rende particolarmente delicato. Perciò, una volta stabilitosi, deve essere difeso in modo efferato.

    In sostanza, per uscire da questa forma di capitalismo sfrenato, ipocrita ed assolutista si potrebbe auspicare l'avvento di un assetto apertamente totalitario che muova da principi socialisti e che abbia come orizzonte proprio il "48", al quale dovrebbe approdare dopo aver ristabilito un ordine politico, economico e sociale propedeutico alla disposizione democratica.
    Ma l'utopia di questa ipotesi è data dal fatto che le azioni delle forze internazionali "esportatrici di democrazia" sovvertirebbero immediatamente tale assetto poichè formalmente "dittatoriale".
    Nel momento in cui il nuovo assetto politico mettesse al varo la propria moneta sovrana NAZIONALE, le suddette forze scatenerebbero una guerra armata supportata da una propaganda goebbelsiana.

    Attualmente l'"intubazione hayekkiana dell'esercizio democratico ha sterilizzato la governance popolare, precludendone la capacità di apportare all'assetto governativo modifiche sostanziali, quindi è evidente che sia necessario un golpe per soverchiare l'impero del sistema, a meno che questo non inciampi nel suo lento ed inesorabile procedere verso l'oscuro orizzonte di Elysium.

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  43. <>

    A proposito di propaganda…passando per Monselice mi son fermato ad una piccola mostra

    [“MYTH – I grandi miti” (http://www.mveventi.com/myth-i-grandi-miti-a-villa-pisani-di-monselice-pd/)]

    e continuando in questi giorni a leggere un po’ il glossario di orizzonte48, ho trovato dei pannelli che sono un in connessione, I suppose, con la voce “pop”.

    [http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/lautoinganno-del-tecnicismo-pop.html]

    Permesso ai visitatori di fotografare i pannelli ne ho selezionati 3 di cui ricopio di seguito il testo:


    <<[…] Lo aveva capito benissimo R.Regan, che oggi contende a Kennedy il primato della popolarità postuma e che ammirava, e studiava, il predecessore trucidato, soprattutto nella sua capacità di infondere ottimismo. Ma il mito politico poi si riversa indubbiamente in gossip consolidati dalla storia dell’arte, aneddoti che fanno risalire a galla quel piano segreto di lavaggio del cervello, silenzioso e micidiale operato dal potere politico e coordinato dalla C.I.A. per vincere la guerra fredda, liberando il mondo dal mostro comunista per aprire le porte al futuro, alla libertà, al consumismo. Sulle élite intellettuali e la crescita del peso elettorale dei partiti di sinistra. Questo piano, che coinvolse numerosi artisti e intellettuali europei più o meno consapevoli, è stato descritto con ricchezza di documentazione da Frances Stonor Sauders…

    [https://www.ibs.it/intellettuali-cia-strategia-della-guerra-libro-frances-stonor-saunders/e/9788881128808

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  44. […] A quel programma di “guerra psicologica” parteciparono, con diversi gradi di consapevolezza, molti dei nomi più altisonanti del Novecento arruolati per contrastare l’influenza comunista: scrittori, filosofi, scienziati, storici, registi e direttori d’orchestra.

    L’arte delle NEO-AVANGUARDIE AMERICANE,

    dall’ACTION PAINTING,

    al NEW DADA fino alla

    POP ART ha costituito

    IL SOTTOFONDO ICONOGRAFICO della mentalità capitalistica,

    CORRISPONDENZA ESALTANTE tra

    DEREGULATION dei vincoli costituiti dell’economia e

    [DEREGULATION] DEI CODICI LINGUISTICI DELLA TRADIZIONE FIGURATIVA.

    [Infatti] In entrambi i casi si conferma il mito di UN garantismo che ha sempre permeato la cultura anglosassone: l’individuo innanzitutto, la sua difesa e valorizzazione. NON a caso troviamo sempre GRANDI MAGNATI pronti a fondare musei e a sostenere collezioni private sulla nuova arte americana, sempre comunque illustrazione di una società opulenta, immagine della AFFLUENT SOCIETY, rappresentazione vitalistica e aggressiva della FREE SOCIETY. Per l’America questo significa l’espressione di LIBERA ARTE in LIBERO STATO […] smaliante SOSTEGNO PUBBLICITARIO di un sistema produttivo da celebrare ed esportare dove la punta di lancia era

    il “CONGRESSO PER LA LIBERTA’ DELLA CULTURA”, un’internazionale di cervelli nata a Berlino nel 1950 e fino al 1967 attivo in molti paesi attraverso rinomate riviste letterarie.

    In Italia veniva finanziata e CONSIGLIATA con discrezione la rivista “TEMPO PRESENTE” codiretta da Nicola Chiaromonte e Ignazio Silone, finanziamenti che arrivarono anche al FESTIVAL DI SPOLETO>>

    Esagerazioni?

    Mah… ormai inizio a pensare che l’ovvia (“rigorosa”) puntualizzazione che

    “non possiamo avere certezze sulla storia perché in realtà conosciamo solo la storiografia…” ,
    talmente tanto la sento ripetere,
    sia l’ennesima morfina offerta dalla reazione più sanguinaria…

    E mi accendo l’ultimo sigaro iniziando a sospettare che la cultura sia un elemento della struttura.

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    1. La cultura è un elemento della struttura, perchè essa non è soltanto un libro da leggere e studiare ma consiste nel contesto sociale in cui nasci, cresci e ti formi, come ho scritto nel post precedente..

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    2. La "cultura" (rectius, "ideologia") è - marxianamente - "sovrastruttura".

      La dialettica avviene infatti prima a livello "culturale": alla falsa coscienza (edonista/individualista) indotta dalle tesi "mainstream" del pensiero unico (liberalismo/elitismo), si oppone la coscienza (nazionale/di classe) delle antitesi rivoluzionarie (socialismo/democrazia).

      Questo porta a riformare/rivoluzionare le sovrastrutture politiche e giuridiche, in senso conservatore o progressista in funzione della sintesi nella "dialettica culturale".

      La sintesi della dialettica politica all'interno delle istituzioni modifica la struttura (rapporti di produzione e di debito/credito) in senso socialista o oligopolistico/liberista.

      La democrazia viene sostanzialmente realizzata nel momento in cui viene socializzato il potere economico E politico.

      Se non si vince nella dialettica politica, noi - ossia i subalterni provvisti di umanesimo cosciente, ovverosia l'Umanità - moriamo secondo il paradigma liberale e malthusiano, origine di tutti i fascismi ed i totalitarismi.

      In sintesi.

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    3. confido che il tuo "ultimo sigaro" sia prodotto e confezionato nella Cava dei Tirreni altrimenti .. poco struttura :-)

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  45. Ahahahah....rigorosamente...toscano s.r.l.!!!:)

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  46. A proposito di ESSI, mi è caduto l'occhio su questo passo (Romani 1,21)

    21 essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.

    Considerando che anche re Salomone alla fine cedette ad Astarte dobbiamo solo augurarci che noi, che come dice Bazaar ci sforziamo di non perdere l'umanesimo cosciente, continuiamo a tenere dritta la barra.

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  47. Non ho valore aggiunto da conferire a questa meravigliosa scuola. Posso solo ringraziare Orizzonte48.

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  48. E non ho valore aggiunto, perché è già tutto scritto qui, in questa sede.
    Se non vi fossi approdata, con ritardo, mai ne avrei avuta consapevolezza.
    GRAZIE!

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    1. Ma Giulia, tu sei un valore aggiunto col tuo impegno reale e continuo. Ad avercene...

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  49. Ammetto che spesso mi capita di dover rileggere un post anche più di una volta, non faccio mistero della mia ignoranza, certo è che se non avessi letto qui non avrei compreso un tubo della portata del referendum costituzionale di dicembre, avrei votato comunque no, certo, ma in base a quelle motivazioni cosmetiche che ci propinavano i vari fronti del no sfuggendomi l'essenza.Per quanto possa valere la mia umile testimonianza.

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