domenica 21 dicembre 2014

ABENOMICS ASFITTICA? DEMOGRAFIA, DELOCALIZZAZIONI E QUELLA "STRANA" DEFLAZIONE SALARIALE.

Questo post di Sofia ci illustra i meccanismi principali delle incorreggibili tendenze della crescita del PIL ricercata senza crescita della domanda interna: un modello basato sulla "competitività" (crescita export-led), quando si radica, finisce per considerare la domanda interna un qualcosa di assolutamente "fastidioso". Che, pure, si prende la sua rivincita.
Una lezione che, in Italia, si ignora completamente. E infatti, questa analisi è del tutto assente dai commenti italiani sulla Abenomics. Ma non da quelli, come vedrete, compiuti in altri paesi. Un'incredibile dimostrazione del bis-linguaggio ordoliberista, alacremente all'opera nell'auto-distruzione tutta italiana. 
Insomma, tra Keynes, Patinkin e Friedman, Abe non ha trovato una soluzione risoluta: troppo retaggio compromissorio con un recente passato di politiche deflattive sul versante del costo del lavoro, e troppa aspettativa sulla politica monetaria. Forse, tra i 3 ha vinto Patinkin: ma senza che gli investimenti interni, al contrario delle delocalizzazioni, siano ripartiti (perchè essenzialmente hanno bisogno della domanda interna e l'effetto "saldi reali" rimane una sorta di strana deduzione astratta)...


Japan-GDP_2010-2014-Q3





Fonte: http://www.businessweek.com/articles/2014-02-06/japans-abenomics-recovery-needs-healthy-pay-raises

Il voto dei giapponesi, se pure con un alto indice di astensionismo, si è espresso in favore (o meglio in favore della riconferma) del programma economico, battezzato “Abenomics”, fatto sulla falsariga del programma di Quantitative Easing americano: forti stimoli economici per innescare una fase di crescita dopo almeno due decenni di stagnazione e - più recentemente - di deflazione.
Dopo l’avvio dell’AbePiano i dati economici si erano mostrati non rispondenti alle aspettative e per questo il premier giapponese aveva deciso per le elezioni anticipate.
Una mossa riuscita, a quanto pare, perché Shinzo Abe, al governo dal 2012,  è così riuscito ad assicurare al proprio partito liberal-democratico di centrodestra  una maggioranza più solida (i due terzi dei seggi).
La retorica dell’Abenomics ricorre alla tradizionale metafora giapponese delle “tre frecce”, che insieme non possono essere spezzate e prevede  l’emissione di nuova moneta, un aumento della spesa pubblica tramite programmi statali per stimolare l’economia, uniti ad alcune riforme strutturali di lungo periodo per consentire un aumento degli investimenti del settore privato, maggiore concorrenza e un innalzamento del tasso di popolazione attiva. Sostanzialmente si tratta di politiche espansive attuate dal governo e dalla Banca del Giappone con lo scopo di  risolvere la deflazione e lo scarso tasso di crescita.
Detto anche in altri termini (poiché la rivalutazione eccezionale dovuta all’afflusso di capitale dall’estero dopo la crisi del 2008 aveva praticamente azzerato l’export e mandato l’import alle stelle)  la manovra monetaria denominata Abenomics aveva tre obiettivi: abbattere il cambio per favorire l’export e ridurre le importazioni; monetizzare il nuovo debito pubblico facendolo comprare in larga parte alla Banca centrale del Giappone; creare una inflazione di almeno il 2% annuo per invertire le aspettative dei consumatori e ridurre il peso sul pil del debito pubblico nominale. 

Le iniziative del nuovo governo avevano inizialmentedato buoni risultati (la disoccupazione è scesa e la spesa delle famiglie è aumentata).
Ma poi i consumi hanno ripreso a scendere.
Il prodotto interno lordo reale della terza economia mondiale nel secondo trimestre 2014 ha registrato un calo annualizzato del 6,8%, corrispondente a una contrazione dell'1,7% sul trimestre precedente (-0,1% trimestre su trimestre in termini nominali).
Il calo dei consumi è stato attribuito all’aumento della tassa sui consumi passata dal 5 all’8% nell’aprile del 2014 (anche se in seguito a una legge approvata nel 2012 dal Partito Democratico, che allora era al governo, per ridurre l’enorme debito pubblico del paese).  In base alla stessa legge, fra l’altro, nell’ottobre del 2015 la tassa sui consumi dovrebbe salire al 10% e in molti hanno iniziato a dubitare dell’efficacia dell’Abenomics e per questa strada si è arrivati alle elezioni di cui si è detto. 



Come si vede dal grafico, l’Abenomics ha funzionato per un certo periodo di tempo, perché allora i consumi sono tornati a scendere?
Una prima ragione può consistere nel fatto che la diminuzione del tasso di disoccupazione non è stata accompagnata da un aumento dei salari che avrebbero potuto continuare a sostenere la domanda interna (e quindi i consumi).
Sembra, anzi, che nonostante l’aumento dei profitti delle imprese, i salari non siano aumentati (quantomeno quelli reali). Alcune imprese hanno risposto con aumenti salariali modesti, ma non abbastanza per tenere il passo con i prezzi, che hanno mostrato un andamento crescente in conseguenza degli  stimoli monetari e dell’aumento dell’imposta sulle vendite.
Come sempre, complice di questo andamento dei salari è la flessibilità del mondo del lavoro, particolarmente accentuata pure in Giappone (e non soltanto per impostazione normativa, ma anche per un fattore culturale perché i giapponesi preferiscono il lavoro a qualunque salario piuttosto che la disoccupazione o l’incentivo di disoccupazione statale); il modello Life-term Employment” degli anni ottanta e le concertazioni di primavera, tipiche del modello nipponico, sono ormai superati e sostituiti dalla diffusione del c.d. “Arbaito in cui le parti concordano la remunerazione oraria e le ore complessive di un rapporto di lavoro delimitato nel tempo e liberamente terminabile dalle parti. 
 
E si sa che il paradosso della flessibilità è che il calo dei salari e dei prezzi aumenta in termini reali il fardello del debito, deprimendo ulteriormente la domanda.
Una seconda ragione è che se pure i segnali di ripresa fossero ancora fragili, il Giappone non ha saputo resistere alla tentazione di aumentare le tasse nella speranza di ridurre il massiccio carico di debito del Giappone ed aumentare le esportazioni a scapito delle importazioni. Occorre evidenziare, a questo proposito, che alcuni economisti avevano individuato, tra le cause della difficoltà di crescita delle esportazioni, la delocalizzazione – v. caso Mazda che produce in Cina o Toyota che produce oltre che in Europa anche in Messico e Stati Uniti – che rende strutturalmente più difficile per le esportazioni salire, anche con lo yen ai minimi pluriennali a seguito delle politiche di Abe.

Con l’aumento dell’iva sono state colpite le importazioni e secondariamente, attraverso la riduzione dei consumi nazionali, si è mirato ad aumentare le esportazioni grazie ad una politica deflazionistica, ovvero abbassando i prezzi delle merci nazionali che sono divenute meno richieste nel mercato interno.
Soltanto che la riduzione del costo del lavoro, finanziato mediante il gettito addizionale dell’Iva, pur riducendo il prezzo delle esportazioni (fungendo da stimolo alla crescita delle stesse), si trasforma anche in mancato sostegno alla domanda interna,  finendo per annullare gli effetti delle politiche espansive e con i risultati sui consumi che si sono visti.

Japan Government Budget Fonte: http://streetlightblog.blogspot.it/2011_11_01_archive.html
 
 
 
Ed ecco la prova della "contraddizione" giapponese, nonchè del destino dei paesi che adottano il salario minimo, come abbiamo visto qui. Notare la correlazione tra "fissità" del salario lungo l'anzianità di lavoro, così "scissa" dalla tutela sindacale di inquadramento che si lega alla "non precarietà" della posizione lavorativa:

Fonte: http://www.washingtonpost.com/blogs/wonkblog/wp/2013/08/19/the-u-s-has-a-7-25-minimum-wage-australias-is-16-88/

minimum_wage_comparison


Questo era:
Fonte: http://mrzine.monthlyreview.org/2010/images/hk_figure_6.jpg 

Figure 6

Ma prosegue:
Fonte: http://www.zerohedge.com/news/2014-12-02/abenomics-devastation-japanese-real-wages-decline-record-16-consecutive-months




Alla luce di questi ultimi aspetti, quindi, sono tornate ad accentuarsi le critiche all’Abenomics ravvisando quali elementi di debolezza il fatto che:

14 commenti:

  1. Iii.mo buonasera
    cito: la crescita del PIL ricercata senza crescita della domanda interna: un modello basato sulla "competitività" (crescita export-led), quando si radica, finisce per considerare la domanda interna un qualcosa di assolutamente "fastidioso". Questa frase riportata all'inizio del post è la più illuminante per capire il bislinguaggio perpetrato dalla poppolitik ordoliberale. Sembra che cervello sia ormai imbevuto di neoliberismo come una spugna in un catino d'acqua dove il Shuld deve essere una colpa. Ormai i servi al Governo fanno tutto al contrario di come dovrebbe esser fatto(soprattutto i Governi Tecnici "che strano"), tanto da ignorare palesemente qualsiasi altra strada per apportare benefici al Paese. Il Giappone intraprendesse politiche di antidelocalizzazione per strutturare la produzione interna ne beneficerebbe in salari e consumi (come in Italia quando made in Italy era consumato dal mercato interno, c'era liquidità sufficiente e aumentava il sentiment positivo). Però sà non sono un economista e potrei anche sostenere qualcosa di sbagliato, di una cosa sono sicuro, di queste cose si riesce a discutere su blog come il suo, su quello del Prof. Bagnai su FB con Prof. Borghi (vero toccasana per la Lega) ma, ecco dove il danno celebrale del pensiero unico arriva; per strada. La gente non sa, non capisce e non vuol nemmeno capire, e quando ne parla: eh ma, c'è il debito come facciamo? eh ma, c'è la corruzione come si fa? Pazzesco non si rendono conto della loro autodistruzione e butterebbero il bambino con l'acqua sporca per non lordarsi più le mani...Ma stiamo parlando della nostra sovranità cioè di noi stessi...massacrato da vent'anni di cultura vip il popolo Italiano sembra inerme davanti a questo scempio, eppure l'opera commissionata dal Comune di Milano di Catellan posta davanti alla Borsa dà un chiaro segnale...intanto quest'anno abbiamo fatto colletta tra genitori per comprare cartine geografiche per la scuola elementare di mia figlia...il futuro sarà di questi bimbi ed io ho il presentimento che non potrò regalare a mia figlia un gran bel presente.

    Grazie
    Roberto Burini

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    1. Ma almeno le stai regalando la voglia di capire e di combattere oppressori che si muovono nell'ombra e nella manipolazione.
      Tanto più che 'sto benedetto debito non l'abbiamo contratto noi...E' solo il figlio in catene di una degenerazione della democrazia

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    2. Egregio Sig. Burini, Lei sbaglia di grosso quando afferma "... Ormai i servi al Governo fanno tutto al contrario di come dovrebbe esser fatto..." . Essendo servi, fanno invece tutto quello che gli comandano di fare...
      Come sull'ILVA , dove i danni collaterali per lo Stato da chiusura o vendita all'Estero sia per PIL che per bilancia commerciale dovrebbero far pendere il governo per una nazionalizzazione immediata del complesso con annesso rilancio produttivo e sanificazione del territorio circostante... ma siamo consapevoli che i mass media, i grandi “maestri” delle fast-news, opportunatamente controllati dai gruppo di interesse e lobby specifiche, danno specifiche istruzioni affinchè si metta in campo e si spieghi come il diritto al
      lavoro dei tanti operai dell’ILVA sia solo foriero di tumori e malattie per gli abitanti di Taranto. Il conflitto fra i diritti: che mette di fronte alla crudele scelta fra lavoro e salute le coscienze degli italiani. Se questa non è tirannide…

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    3. Egr. Sig. Flavio condivido l'ottimo post e grazie della critica ma, il mio. "... Ormai i servi al Governo fanno tutto al contrario di come dovrebbe esser fatto..." intendevo dire dovrebbe essere fatta la "cosa giusta" per il popolo... siamo sulla stessa barca ed è importante capirci. auguri e buone feste a tutti gli ospiti di questo blog ;-)

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  2. Risposte
    1. Divertiti un po' (se vuoi ti mando il doc.pdf per extenso)
      http://www.agi.it/economia/notizie/crisi_confindustria_recessione_non_e_finita_ripresa_dal_2015-201412171046-eco-rt10043

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  3. parzialmente OT:
    "Il vice presidente della Banca Centrale Europea Victor Constancio ha detto in un’intervista esclusiva che si aspetta che il tasso di inflazione della zona euro diventerà negativo nei prossimi mesi....
    ***Il calo del prezzo del petrolio non crea una situazione semplice per noi nel breve termine***”
    Mi sto chiedendo se le manovre americane sul petrolio abbiano come solo obbiettivo la Russia… Qui c'e' di che far crollare completamente l'Europa e poi presentarsi con un bel piano: aiuti contro firma TTIP. Sbaglio?

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    1. Avrebbe pure un senso. Purchè a loro volta sopravvivano alla "nuttata" del possibile implodere di crediti, e ABS conseguenti; cioè di quegli strumenti finanziari il cui sottostante siano investimenti industriali nell'estrazione con fracking che, nel frattempo, potrebbero innescare una reazione a catena. Considerato il già riprodottosi livello di indebitamento in USA e la sensibilità di questo precario ambiente a un ormai probabile rialzo dei tassi (anche minimo)...

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  4. I PROCI PRETENDENTI

    Una straordinaria tessitrice - con la forza di Atena - che dimostra quanta vecchia roba “greca“ con CONSAPEVOLE OSPITALITA’ riservata anche a “dimoranti parassiti” è in grado di garantire natalità agli abitatori.

    Immaginifica nell’evidenziare quali FRECCE mancano – "sottratte" alla faretra – per giungere alll’OBIETTIVO.

    Grazie Sofia !

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    1. Anche Sofia mi diceva più o meno la stessa cosa:il Giappone, come l'Itaglia, è pieno di Proci col c...degli altri! :-)

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    2. :-) erano - e sono - qualche centinaia ai quali sarà comunque riservata una CONSAPEVOLE OSPITALITA'

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  5. Aggrappato sotto le pecore ci vorrebbe Nemo , ma al momento non si vede nessuno . A da passar a nuttata e per il momento non schiariscono il buio , tra natale e capodanno, i fuochi d'artificio a Roma. Un caro saluto e auguri a tutti :D

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