La notizia sarebbe che la Commissione UE ha generosamente (e persino ingiustamente, secondo varie voci rigoriste italiche) concesso la "flessibilità" dello 0,85% all'Italia: questo scostamento autorizzato dall'obiettivo intermedio di deficit per il 2016, all'interno del percorso verso il raggiungimento del pareggio di bilancio, si ottiene sommando tutto il sommabile per le immancabili "riforme" (essenzialmente: accelerazione delle privatizzazioni e aumento della tassazione indiretta e sul patrimonio e consuete riforme della giustizia "accelerata" e della governance della p.a., nonché incremento della concorrenza), incluso uno 0,1 di varie ed eventuali, a titolo di lotta al terrorismo e di immigrazione incrementale sulla nuova "rotta" ital-mediterranea.
Quello che non dice l'eccitatissima informazione italiana, - impegnata a sottolineare sia lo straordinario risultato pro-Italia sia la lungimiranza e la "serietà" degli impegni comunque richiesti dalla Commissione per il 2017- è che, praticamente nelle stesse ore, la Commissione UE ha in definitiva stabilito di chiudere le procedure di deficit eccessivo per Cipro (!), Slovenia e soprattutto Irlanda.
Nessuno di questi tre paesi ha mai rispettato, a partire dall'apertura della procedura di infrazione, non diciamo i termini del fiscal compact, dato che il rapporto debito su PIL dei tre paesi è aumentato ben più che in Italia, nello stesso periodo considerato, - e proprio applicando le indicazioni fiscali della Commissione-, ma neppure lontanamente il limite del 3% del precedente patto di stabilità. Cosa che è proseguita anche nel 2015.
Rimangono sotto la medesima procedura di infrazione, aperta nel 2011 contro 24 Stati su 27 aderenti all'UE, "Croatia, France, Greece, Portugal, Spain and the UK".
Rimangono sotto la medesima procedura di infrazione, aperta nel 2011 contro 24 Stati su 27 aderenti all'UE, "Croatia, France, Greece, Portugal, Spain and the UK".
Va notato, non troppo "fantascientificamente" e incidentalmente, che se gli USA fossero aderenti l'eurozona, o comunque sottoposti alle stesse regole fiscali applicate in essa applicate, la Commissione UE (o un entità sovranazionale equivalente) dovrebbe fortemente "raccomandargli" ampie riforme, dopo aver aperto una procedura di infrazione: gli stessi USA sarebbero nella situazione di perdurante osservazione pre-sanzionatoria in cui tuttora si trovano Francia e UK.
Ovviamente, gli Stati Uniti non si farebbero mai e poi mai privare della sovranità monetaria e, conseguentemente, di quella fiscale, e neppure, a monte, aderirebbero perciò a un trattato multilaterale di liberoscambio che non fosse ritenuto conveniente per migliorare i propri saldi con l'estero.
Ma al fine di comprendere il paradosso politico di un'area valutaria in cui la conservazione della moneta comune diviene un fine politico più importante della crescita e del benessere della maggior parte delle comunità statali aderenti, e dunque continuando nell'ipotesi fantascientifica (as if, gli USA fossero un paese assimilabile a quelli, pur una volta "importanti" all'interno delle economie occidentali, aderenti all'UE), basti vedere i saldi settoriali USA aggiornati al 2015, per commisurarli ipoteticamente alle conseguenze che avrebbero secondo il sistema del fiscal compact.
Da notare il peggioramento recente del saldo del settore pubblico, a conferma che le strategie pre-elettorali sono "universali" e che bisogna in qualche modo scontare il peggioramento del deficit estero, se non altro per poter proseguire una crescita basata sui consumi...a debito (il cui incremento è ben superiore al flusso annuale del risparmio privato, dato che quelli, pochi, che risparmiano non coincidono con i tantissimi americani che per consumare si indebitano...):
Ma, pur avvertendo che la procedura di infrazione nei confronti del Regno Unito non ha le stesse conseguenze a cui sono esposti i paesi dell'eurozona (v. qui, p.5), si può vedere come la situazione britannica sia assimilabile, quanto ai saldi settoriali, a quella statunitense: deficit pubblico "abbondante" e, ancora più, prolungato e crescente saldo negativo con l'estero. Laddove poi, cause strutturali, attinenti al paradigma economico oggi dominante, determinano anche un aumento storicamente record del debito pubblico:
Insomma, la Commissione non fa abiti comodi su misura per l'Italia.
Piuttosto, svicolando tra misure e procedure sanzionatorie, che non verranno mai a compimento per i paesi politicamente "forti", pare stimare le proprie stesse capacità...di mantenimento in esistenza: cioè tollera e "flessibilizza" esattamente nello stesso senso in cui gli spread 2011-2012 segnalavano una scommessa, dei mercati, sulla fine dell'eurozona.
E tutto questo si materializza in un nome, circondato da timori e sondaggi (accuratamente aggiustati), nonché oggetto di quotazione per gli scommettitori (ove, infatti, il c.d. Bremain è in netto vantaggio):
La flessibilità, il “brodino delle undici” concessoci da questi nazisti dagli occhi bovini. Si tratta di capire se arriverà prima la Troika o il TTIP. O magari entrambi contemporaneamente, in stile grande abbuffata ordoliberista. Topo Gigio, però, dice che il Fiscal Compact fu un errore(http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/renzi-fiscal-compact-fu-un-errore-distruggeva-idea-economia-italia_3009121-201602a.shtml). Interessante. Infatti, si sono approvati la modifica dell’art. 81 a maggioranza bulgara. Chissà se il capo del governo terrà mai una sua lectio magistralis su qual è l’“idea” di economia del nostro Paese
RispondiEliminaQuesta è invece “l’idea” della nostra situazione in Inghilterra: “Italy must choose between the euro and its own economic survival” (http://www.telegraph.co.uk/business/2016/05/11/italy-must-chose-between-the-euro-and-its-own-economic-survival/)
RispondiEliminaAbbiamo già scelto, purtroppo. O meglio, hanno scelto per noi, as usual. Non ci resta che lasciare qualche seme di cultura per chi verrà. I beni materiali, come i diritti politici, sociali, economici li abbiamo già persi.
EliminaInfatti si prenderanno tutto, pezzo a pezzo, tra i cori festosi dei piddini. Lasciare la cultura? Con ESSI e' come parlare di etica ad un coccodrillo
RispondiEliminaIl carattere illusorio della "flessibilità" dovrebbe apparire chiaro anche all'uomo della strada, a mio parere.
RispondiEliminaInnanzitutto nei termini ipocriti in cui la "concessione" viene formulata dall'Europa, che, parafrasando, si possono riassumere in un "a patto che tu non ti alzi dalla sedia, ti consento di correre".
In secondo luogo, sorge spontanea la domanda se una regola inflessibile che abbisogna di continue deroghe "ad hoc", non sia, semplicemente, una regola sbagliata (e quindi da abrogare).
In terzo luogo, dato che che va tanto di moda uniformare la politica al "modus operandi" aziendale, a Bruxelles si dovrebbero ricordare che, in un'azienda i problemi si mettono sul tavolo e prima lo si fa, minore è il danno.
Ora, l'avere bambini privi di cure mediche in Grecia ed il continuo manifestarsi di sentimenti anti-europeisti nei paesi dell'Unione dovrebbe far emergere chiaramente l'esistenza di un problema. Se si continua con questo "business plan", l'azienda Europa rischia il fallimento. Ma il "management" di Bruxelles, non sembra capirlo: che debba essere licenziato prima che sia troppo tardi?
Il management di Bruxelles,e in una recentissima dichiarazione pure Draghi, ritengono che il problema stia nel ritardo e nella incompiutezza delle riforme.
EliminaTant'è vero che il principale nuovo strumento in corso di adozione è lo Europena Fiscal Board, il cui scopo è l'inasprimento dell'enforcement preventivo del fiscal compact.
Ideologicamente e culturalmente, questa è e rimane la linea e, probabilmente, la fede irrinunciabile cui non possono abdicare under no conditions (cioè l'orizzonte della consapevolezza oltre la quale non si può andare).
Il tatticismo politico attualmente mostrato - non senza un certo "stupore" dell'esistenza di resistenze popolari e, perciò, del malfunzionamento del sistema culturale-mediatico di propaganda- deve perciò ritenersi una ritirata strategica del tutto temporanea (questo il senso dell'immagine all'inizio del post), per tornare all'attacco, non appena la questione del Brexit si sarà risolta secondo i loro auspici (molto attivi).
Insomma, il management di Bruxelles si sente bene in sella, essendo il terminale di un potere che, con immutata confidenza in se stesso, reclama il controllo istituzionale e culturale, addirittura in modo crescente. Le crisi, secondo loro, sono "opportunità" superabili migliorando: il format mediatico e le strategie di piena realizzazione del lavoro-merce.
Senza dimenticare l'ERP che prima o poi tireranno di nuovo fuori
RispondiEliminaIl problema sta proprio nel rendersi conto che non si tratta di errori nella gestione di una politica che produce effetti negativi per una sorta di ignoranza, incompetenza o eterogenesi dei fini.
RispondiEliminaStanno costruendo la società esattamente come lo vogliono.
La LORO libertà è la nostra schiavitù, la LORO legge è ingiustizia.
Le imprese, e con esse il lavoro, come le abbiamo conosciute devono fallire, in nome del libero mercato, della concorrenza e della lotta all'inefficienza e alla corruzione.
E quindi protocolli operativi uguali per tutti, piccoli e grandi (altrimenti si lede la libera concorrenza!), un unico software gestionale, un unico software contabile, un software per decidere chi merita credito e chi no.
E ovviamente un sistema fiscale che prima preleva tutto e poi restituisce solo ai "meritevoli". Regole astruse, volutamente costose, ma applicazioni minuziose. Nessuno è in regola. Chiunque può essere "scoperto" e sanzionato: se capita a un'impresa piccola, salta l'impresa; se capita a un'impresa "di sistema", è un'occasione per "ammodernare" le gerarchie.
Il tutto mi ricorda molto la barzelletta dove, sbandierando l'eguaglianza, si chiede a 5 animali (una scimmia, una mucca, un pesce, un uccello e un serpente), la stessa prova: "scalate quell'albero".
EliminaMa come può un pesce essere valutato nello scalare un albero?
E quindi, alla fine, anche il mito egualitarista rivela la sua vera natura: eliminare le differenze che non fanno comodo a chi comanda.
Tornando a sopra, beh: la mia era una domanda "provocatoria". E' chiaro che il management ha una visione ben definita dell'Europa. Un'Europa trasformata in un immenso lager deflazionistico dove si salva solo la villetta del comandante del campo. Quest'europa, non è la mia europa.
Tanti che si professano europeisti dovrebbero rifiutarla con veemenza, anche perché offende i principi che loro stessi proclamano a gran voce (europa della pacifica convivenza dei popoli): invece, accettano tutto supinamente senza alcun filtro critico..... questa è una cosa che spaventa.
In realtà questa magnanimità è dovuta all avvicinarsi di referendum ed elezioni pericolose x gli eurocrati...
RispondiEliminaMa a proposito di brexit....se Cameron pensa davvero che in caso di vittoria del SI ci sia un olocausto nucleare come va praticamente dicendo da settimane....PERCHÉ DIAVOLO L AVREBBE LANCIATO MAI STO REFERENDUM?
Guardando la cosa dal punto di vista dei mainstream Cameron può risultare al più un pazzo scriteriato.