Questo è il programma aggiornato del convegno dell'8 novembre 2014, di cui alla locandina sopra riprodotta:
Coordina e modera, Luciano Barra
Caracciolo, presidente di Sezione del Consiglio di Stato:
1° Sessione, ore 10,00-13,00.
Relatori:
Prof. Antonio Rinaldi
“L’Europa
e il modello socio-economico dell’ordoliberismo: a volte ritornano. Dalla crisi
del ’29 all’euro, alla perdita del controllo pubblico sulla domanda”.
avv. Carlo Costantini
“La connessione tra Costituzione economica e diritti fondamentali: i
limiti invalicabili degli art.11 e 139 della Costituzione all’internazionalismo
ed alla dispersione della sovranità”
Cons. Vito Poli
“Il modello socio-economico trasposto dal Costituente nella c.d.
Costituzione economica e le vicende conseguite al Trattato di Maastricht”
Avv. Romina Raponi
“Il nuovo che arretra: salari minimi, redditi minimi e di cittadinanza.
Costituzione democratica e modelli di mercato del lavoro ordoliberisti ai tempi
del diritto sovranazionale”
2° Sessione, ore 14,00-17,00.
Relatori:
Pres. Salvatore Giacchetti
“Vita e morte di uno Stato”
Prof. Cesare Pozzi
“La traiettoria culturale perduta dell’economia italiana e il problema
istituzionale di gestione della crescita”
Pres. Luciano Barra Caracciolo e prof.on.Giuseppe Lauricella
“Un progetto di revisione rafforzativa della Costituzione del 1948: la
salvezza in casa”
Avv. Marco Mori
“Il ruolo del risparmio e della moneta nel disegno costituzionale: una
storia di abrogazione tacita tra criteri di convergenza post Maastricht e pareggio
di bilancio?”
Tavola rotonda con risposte ai
quesiti del pubblico.
Al convegno sarà relatore, come potete vedere dalla versione aggiornata del programma, il prof.on.Giuseppe Lauricella.
Membro fondatore di Riscossa Italiana, componente del suo Comitato scientifico, Giuseppe è professore di diritto pubblico e costituzionale: in tale sua qualità è tra i più autorevoli componenti della Prima commissione- Affari costituzionali, della Camera dei deputati.
Il prof. Lauricella ci parlerà di una questione di prioritaria importanza: la prospettiva di inserire, all'interno dell'attuale e vasto processo di revisione costituzionale, un emendamento correttivo dell'attuale art.81 Cost., quello che viene, sottostimandone il significato, considerato relativo al c.d. "pareggio di bilancio".
La modifica in questione tenderà ad armonizzare la norma sul potere di bilancio e di manovra fiscale con i principi fondamentali della Costituzione, sia in tema di corretto intendimento della funzione del risparmio all'interno dell'art.47 Cost., che nella sua diretta correlazione alle politiche di correzione del ciclo economico.
Tali politiche sono volute dai principi fondamentalissimi della Costituzione come incentrate sul perseguimento della piena occupazione definito dagli artt.1, 3, comma secondo, 4 e 36 Cost.
Comprendere questa impostazione e raccordarla con la soluzione della crisi italiana, come non sfuggirà ai lettori di questo blog, è un aspetto essenziale: su ciò il convegno cercherà di diffondere una esauriente informazione volta al pieno ripristino della legalità costituzionale.
Caro Quarantotto,
RispondiEliminaci sara' una diretta streaming od una registrazione, per coloro che logisticamente sono un po' troppo lontani dall'Italia? Grazie
Ci sarà la registrazione filmata degli interventi che verrà resa disponibile sul sito riscossaitaliana.it (per facilitarne la divulgazione, ne darò comunque, via via, notizia qui).
EliminaNella ricostruzione fornita (in larga parte condivisibile) ci sono peraltro delle tessere che non mi tornano. Perchè fu il solo Craxi a cercare canali per liberare Moro, attirandosi l'odio imperituro di Scalfari e dei Repubblichini (loro sì, ordoliberisti senza alcun tentennamento)?
RispondiEliminaCome spiegare la presa di posizione dura di Berlinguer contro il decreto di San Valentino? Secondo Lucio Magri Berlinguer era pentito dell'esperienza della politica del compromesso storico (in cui per accreditarsi presso le elite aveva concorso - ricordiamoci le prese di posizione di Amendola maestro del nostro attuale Presidente - a stemperare e soffocare le richieste di cambiamento radicale manifestatesi nella società italiana tra il 75 ed il 77) e si avviava ad una profonda revisione di certe incaute prese di posizione. La famosa intervista sulla questione morale altro non era che il lamento di un'amante sedotta, che il padrone aveva avvicinato al talamo nuziale promettendo di impalmarla (vedi Governo) e poi bruscamente abbandonata.
La caduta del Muro di Berlino ed il dissolvimento dell'impero sovietico (come del resto successivamente il WTO e la prepotente entrata di Cina ed India) sono fattori (imprevedibili) che hanno distorto la costruzione europea ed il processo di integrazione. Siamo sicuri che senza quella enorme massa di schiavi da mettere in coincorrenza con i lavoratori europei, senza la minaccia continua della delocalizzazione, il vincolo esterno non avrebbe potuto avere qualche effetto benefico, avvicinandoci però ad esempio alla socialdemocrazia svedese? Del resto se davvero l'esito delle politiche disegnate nell'atto unico europeo fosse stato quello odierno, perchè Craxi ed Andreotti (e l'intero ceto politico della prima repubblica) è stato rapidamente (e aggiungo brutalmente) liquidato all'indomani della firma di Maastricht?
Hai probabilmente sbagliato a postare qui :-)
EliminaNel precedente post la risposta a questi interrogativi è data, però.
Rileggi attentamente, della "gradualità" strategica dell'ordoliberismo (specie nella fase di traslazione sui partiti di sinistra), della concorrenza a sinistra, della lotta di potere fra DC e PSI (al tempo ancora rilevante), della evidenza dell'anteriorità dell'obiettivo autosufficiente della riforma del lavoro(merce) come clou dell'ordoliberismo.
Nei link di quel post c'è tutto questo ad altro ancora...
Sì, scusatemi. Mi sono impicciato, leggendo in contemporanea (e probabilmente senza la dovuta attenzione) entrambi i post. Aggiungo che è ovvio che Craxi è stato per molti versi il precursore di tante deviazioni dal modello della Costituzione del 48. L'orrendo tema (e termine) della governabilità (ossia la progressiva traslazione del potere dal Parlamento al Governo) fu un suo cavallo di battaglia. Pochi se lo ricordano, ma il Consiglio di Gabinetto da lui istituito durante la sua Presidenza del Consiglio, tendeva ad accentrare, addirittura all'interno dello Governo, il potere in mano a pochi ministri. Però rispetto a quello che è stato fatto dopo (penso all'onnipotente Ministro dell'economia ideato da Ciampi) sono bazzecole.
EliminaQuello che non mi torna è perchè fu così rapidamente liquidato. Perchè, dopo esserne stato un indubbio campione, quei poteri che lo avevano appoggiato lo hanno rapidamente liquidato.
Ripeto: nella "precisazione aggiuntiva" e, poi, nella parte finale del post (su 1978 e 1992), se le leggi nell'ottica dell'interrogativo che poni, fornisco una risposta storico-finanziaria e politica che credo sia avvalorata dalla sequenza eloquente dei fatti...
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