mercoledì 12 novembre 2014

REDDE RATIONEM PER IL CAPITALISMO FINANZIARIO? L'INTRECCIO REPO USA-UE: "is this time really THAT different?"



 




Questo post di Flavio non ha bisogno di particolari commenti: è una fotografia di un gruppo di "famiglie in un interno", dove alberga la incosciente follia di chi si sente above any law (non essendoci chi possa far rispettare le leggi rispetto ad ESSI....anche perchè i controllori si rifiutano di farle: probabilmente perchè, "moralmente" sarebbe "insostenibile burocrazia"). 
Un "interno" semiesoterico, che dopo la crisi del 2007 ci si è ben guardati dal regolare in modo sostanzialmente diverso
Il meccanismo di garanzia di ultima istanza a carico degli odiati Stati e delle risorse corrispondenti ai servizi pubblici ed alle tasse pagate dai comuni cittadini, rimane intatto
E infatti, i "soliti noti" giornalisti (specie commentatori "politici") e espertologi "di lotta (contro "lo Stato in sè) e di governo", accelerano istericamente la predicazione gridata, scompostamente, contro gli sprechi e la "spesa pubblica improduttiva", invocando tagli e privatizzazioni, per diminuire, ovviamente..."il debito pubblico-brutto". E non troverete MAI un conduttore che chiede di rendere conto di queste affermazioni rapportate alla situazione effettiva dei mercati finanziari. Dovrebbe informarsi, ma sa già che ogni soluzione è combattere la corruzione-evasione e diventare un "paese credibile" agli occhi degli investitori stranieri. Specie se è un conduttore "di sinistra".
Anzi: come espertone supremo, - ed invariabilmente sulla spesa pubblica improduttiva e sulla crescita che può venire solo da tagli e privatizzazioni-, il conduttore (preoccupatissimo dell'intolleranza verso gli immigrati e della-pace-nel-mondo) chiamerà proprio un banchiere e/o consulente di società finanziarie, dal ghigno di sufficienza, 
Meglio se appartenente, l'espertologo-finanziere (e con tanto di titolo accademico), a qualche think-tank di cui allo spettatore non viene mai rivelata la fonte di costituzione e di finanziamento. 
Cioè l'espertologo "supremo", giudica, pontifica ed emette (sempre e solo) UN verdetto (colpevoli? Voi e lo Stato!), senza che mai si sappia a che titolo il conduttore lo abbia chiamato a giudicare tutto e tutti "dall'alto".
Quando invece è una bella questione di debito privato: ESSI mettono in piedi un giro sconsiderato di titoli fantasmatici su cui guadagnano, fino a che qualcuno, - non ESSI-, dovrà pagare: ma sarete voi. 
Naturalmente, colpevoli di "aver vissuto al di sopra delle vostre possibilità"...


I primi crolli in borsa: scossoni ciclici o redde rationem per il capitalismo finanziario?

Lo spunto per questo scritto proviene da uno degli ultimi post di Quarantotto. Cerchiamo di parlare di finanza. Naturalmente partendo dal fatto che non siamo "tecnici" e che le nostre considerazioni possano essere fallaci. 
Le correzioni in atto sono difficili da decifrare. Causate dagli eventi bellici e virali che in questi mesi sono stati messi in risalto dai media, oppure c’è sotto qualcosa di più sottile e non facilmente intuibile se non da chi è direttamente all’interno del settore?
Potrebbe essere l'inizio del redde rationem destinato ad avvenire, come molti dicono, nei prossimi mesi? Oppure una correzione ciclica che manterrebbe comunque lo status quo attuale? Dura da predire... Partiamo però da un fatto: nonostante pochi ne parlino, nel complesso, e da quanto ci risulta, il debito privato invece che ridursi, negli anni successivi alla crisi si è stabilizzato o, peggio ancora, è andato aumentando
Il punto di partenza del ragionamento è quindi questo: il debito privato.

Partendo da quello che dice Bottarelli:- "l'indice dei prezzi core... è salito... risultando leggermente superiore alle attese... questo non aiuta i mercati, dal momento che allontana la possibilità di ulteriori misure straordinarie da parte della BCE..."-, abbozziamo un pensiero.
Quali sono le ulteriori misure straordinarie che dovrebbe mettere in atto la Bce? Acquisto ABS & Co. Cioè acquisto di DEBITO PRIVATO, in molti casi inesigibile (cfr. sofferenze bancarie greche al 58%), cartolarizzato.

Quindi: come funzionano gli ABS? E, soprattutto, cosa sono? Facciamo un rapido esempio. Volete comprare una macchina nuova. La vostra società finanziaria vi fa un bel prestito. Per trovare i soldi da prestare, la società finanziaria si finanzia emettendo commercial paper (CP) o titoli a medio termine (medium term note, MTNs).
La società finanziaria, che non vuole avere nulla a che fare con voi, e deve pure pensare a come ripagare i propri debiti, cede il vostro debito ad un veicolo finanziario specializzato (conduit) che, forte dello sponsor di qualcuno (magari una banca) raccoglie questi prestiti e li immagazzina. 
Per trovare i soldi da dare alla finanziaria emette altro debito, che prende la forma di asset backed commercial paper (ABCP), ossia obbligazioni che hanno come sottostante carta commerciale (magari la stessa emessa dalla finanziaria in principio, al momento dell’assegnazione del finanziamento).
A questo punto si pone il problema di cosa fare con questa montagna (concatenata) di prestiti. Ci pensa un broker che li raccoglie e li struttura in un ABS, che sta per asset backed security. In pratica li cartolarizza, impacchettandoli in un contenitore finanziario che, in quanto tale, avrà un rating e un certo grado di liquidità. E soprattutto diventa cedibile
Il rischio inerente al prestito originario viene mischiato con altri rischi, nell’ipotesi che così facendo diventi statisticamente meno rilevante. Il pensiero sottostante a tale pratica è che si possa così eliminare il rischio. Ma è chiaramente un’illusione statistica.
Gli Abs, commerciabili e redditizi, sono immagazzinati nei trading book dei broker o delle banche che li usano, fra le altre cose, sul mercato dei Repo.
 
Quali sono gli intermediari coinvolti nel loro commercio? Sono precise società finanziarie di scopo (Limited purpose finance companies, LPFCs) fra cui i Structured investment vehicles (SIVs), - resi celebri dal crash dei subprime (si scoprì che erano semplici travestimenti di molte banche)-, arbitraggisti, hedge fund specializzati nel credito e altre entità più o meno incomprensibili. 
Ma siccome non basta, ecco che ogni tanto bisogna anche liberarsi degli Abs, che finiscono anche loro raccolti e strutturati in un altro contenitore, i Collateralized debt obligation (CDOs), anche loro trattati da broker-dealer specializzati.

Tutte queste simpatiche entità, fanno attività di intermediazione creditizia lavorando con:
- credit transformation (una banca commerciale si carica di un debito liquido e a breve termine, che proviene da un suo cliente creditore, come ad esempio un deposito, per trasformarlo un credito a lungo termine nei confronti di un suo cliente debitore, es.: banca che investe depositi in titoli di Stato)
– la maturity transformation (indebitarsi a breve per prestare a lungo, ciò genera liquidità per il risparmiatore, ma espone la banca al rischio di avere difficoltà a rifinanziarsi (rollover e duration risk), in compenso la banca guadagna perché i tassi a breve sono più bassi di quelli a lungo);
liquidity transformation (capacità di procacciarsi risorse liquide tramite assets illiquidi, aggregando in un contenitore finanziario un insieme di mutui che hanno un valore X, posso venderlo a un valore X-Y in cambio di liquidità. Y è tanto più basso quanto più il contenitore è commerciabile - quindi a sua volta liquido - e ha un buon rating);
Dunque, questo insieme di soggetti finanziari "specialistici", attingono tutte alla stessa fonte le risorse necessarie affinché la catena continui a scorrere senza strozzare nessuno: il famoso finanziamento sul mercato dei capitali (wholesale funding) nel quale agiscono intermediari più o meno regolati come i fondi monetari, che forniscono risorse liquide abbondanti che cercano parcheggi sicuri per breve tempo.
E siccome almeno fino alla crisi del 2007 la carta delle cosiddette “banche ombra” veniva considerata sicura, nella convinzione che spacchettando il rischio quello magicamente scomparisse, ecco che i nostri fornitori di liquidità sembravano la perfetta quadratura del cerchio.
E non solo loro. 
A questi fornitori di risorse cash (tali vengono considerate anche i repo e la carta commerciale) si sono aggiunti nel tempo anche i pezzi grossi come i fondi pensione e le compagnie di assicurazioni. Cioè istituzioni che banche non sono… 

Avete mai sentito parlare di Shadow banking? Ecco, questi sono gli attori del famigerato Shadow banking tanto temuto dai regolatori. Come le definisce il FSB (Financial Stability Board) esse sono “entità fuori dal sistema bancario regolato che svolgono funzioni tipiche del sistema bancario, ossia l’intermediazione creditizia”. E lavorano pro ciclicamente: in tempi di vacche grasse ce n’è per tutti, in tempi di vacche magre, iniziano a vendere asset per rientrare dalle loro esposizioni.

Ora, visto che la BCE, stando ai risultati di inflazione core “leggermente positivi” rispetto alle aspettative, sembra rinviare acquisto ABS, l’euforia di questi intermediari sembra aver lasciato spazio alla paura.
La BCE sembra ferma, quindi niente più acquisto ABS? 
Allora via alle vendite sui listini azionari di mezza Europa. 

Nel frattempo negli USA che succede? “Negli Stati Uniti – scrive la Bce – un rischio alla stabilità finanziaria è legato alla rapida espansione dei Mortgage real estate investment trusts (Mreits), che sono vulnerabili alla crescita dei tassi d’interesse a causa della loro dipendenza verso i prestiti a breve termine per finanziare i loro acquisti di Mortgage backed security (Mbs). Una brusca svendita di Mbs, dovuta a un rialzo dei tassi, può esporre le banche a un calo del valore degli Mbs detenuti
Praticamente, la stessa storia del 2007, ma che porterà sicuramente al grido di “tagliamo la spesa pubblica, competitività, liberalizzazioni” ad altri obiettivi e profitti, visto che la “la privatizzazione totale dei servizi pubblici e dello stato sociale, dalla raccolta dei rifiuti all'energia, dalla sanità all'istruzione, alle pensioni, ai trasporti, ai beni demaniali, ecc. … promette ampie e fruttuose possibilità di investimento e lucrosi profitti, non essendo soggetta ad oscillazioni cicliche o congiunturali (secondo accreditati conteggi, il solo “stato sociale” avrebbe un bilancio complessivo, in  Italia, di 3800 miliardi annui).essendo infatti poco o nulla incline alla concorrenza, al massimo all’oligopolio. 
Con l’aggravante che il rischio tassi d’interesse, ossia di un loro aumento, è qualcosa di più di una semplice probabilità, in tempi di exit strategy e di rallentamento annunciato (tapering), da parte della Fed, del programma di acquisto mensile di titoli cartolarizzati. Che poi sono proprio quegli stessi Mbs sui quali si concentra l’attenzione degli Mreits.
Un corto circuito perfetto: la Fed, quindi, sostiene un mercato (quello degli Mbs) che tiene in vita, grazie ai tassi bassi sempre voluti dalla Fed stessa, queste società d’investimento che emettono debito (sotto forma di obbligazioni proprie a breve termine garantite dalle banche, spesso collegate a tali società, che le vendono) per comprare debito altrui sotto forma di mutui a lungo termine più o meno cartolarizzati (Mbs).

Ancora convinti che la FED non rialza i tassi perché disoccupazione USA non è ancora calata come dovrebbe

Inoltre, sappiamo già che il Repo è una transazione nella quale due parti danno l’una all’altra un titolo in cambio di denaro, impegnandosi, la cedente il titolo, a riacquistarlo a scadenza (cd. “reverse-repo”). 
Questa pratica finanziaria, l’italiano “pronti contro termine”, la Buba la considera “la più importante e la più rilevante forma di transazione monetaria assicurata”, ossia basata sull’uso di un collaterale, vale a dire una qualunque obbligazione giudicata solida abbastanza da sostenere una transazione di solito operante nel breve termine. Come ad esempio, titoli di stato americani o gli Mbs (ri-eccoli!!), che reggono il mercato Usa dei repo, con tutte le controindicazioni del caso. 

Da dove provengono i capitali che affluiscono negli USA a caccia di rendimenti? Non dall’Asia, bensì dall’Europa
Vitor Constancio afferma: “Anche oggi – spiega – lo stock totale di bond e azioni europee detenuto da investitori americani vale circa un trilione di dollari, mentre gli investitori europei detengono bond e titoli americani per due trilioni di euro”.
Ciò dimostra meglio di ogni ragionamento quanto lo stato di salute europeo determini quello americano ed essi siano strettamente vincolati. 
Il debito privato, in Grecia ad esempio, è decollato dal momento dell’intervento della Troika. La gente stremata non riesce più a ripagare i debiti, cartolarizzati in ABS e successivamente in CDO oppure in MBS. Questi sono i principali “collaterali” del mercato RePo. 
Ma sono strettamente collegati alla solvenza del debitore. Se il debitore non riesce a ripagare la rata del mutuo o del finanziamento - perché ha perso il lavoro e ha contratto magari entrambi spinto dalla pubblicità dei bassi tassi- viene a mancare il “collaterale”: la benzina che regola le transazioni intraday fra gli istituti finanziari sparisce ed il meccanismo in borsa s’inceppa. 
Fino a poco tempo fa, sembrava che la Cina potesse essere l’àncora, dopo essere stato il “braccio operativo”, di salvezza per tutto l’Occidente. 
Ma con i gravi problemi di debito privato che la stessa Cina si ritrova a dover affrontare, e quindi con un motore della paventata crescita, voluta dai tecnocrati di Bruxelles, in panne, ci troviamo di fronte alla stagnazione secolare in stile giapponese oppure davanti alla prossima bolla, nonostante notevoli esponenti affermino che “this time is different", pronta per scoppiare

31 commenti:

  1. Risposte
    1. Ci troviamo di fronte a quella che è una sostanziale debt-deflation. Solo che non è del debito pubblico. Ma si insegue follemente solo una soluzione alla presunta insolvibilità di quest'ultimo.

      Invece abbiamo un meccanismo circolare di credit crunch precauzionale, dei grandi finanziatori, e di "trappola della liquidità" per i risparmi diffusi in generale.
      L'insieme di questi fenomeni, inducentisi a vicenda, determina che viene tolto l'ossigeno della liquidità proprio alle attività produttive (e lavorative-ooccupazionali) dei debitori, cioè facendo venir meno esattamente la principale "garanzia" di restituzione dei debiti, nell'attuale struttura socio-economica: il flusso del reddito del debitore.

      L'unica soluzione sarebbe l'intervento dello Stato che surroghi, mediante liquidità creata con spesa pubblica per investimenti e anche corrente, il calo del reddito derivante dalla combinazione di "credit crunch" e "trappola della liquidità".

      Ma è esattamente quello che NON vogliono fare, in quanto vogliono semmai ridurre il debito pubblico (estraneo alla causazione diretta della crisi) mediante il taglio di ogni forma di intervento pubblico AUTONOMO (e cioè non finanziato indebitandosi ulteriormente coi soggetti finanziari in preda alla debt-deflation).

      Di fronte a tanta cieca incompetenza - che esigerebbe di ripensare senza indugio l'euro in Europa e, PRIMA ANCORA, le banche centrali indipendenti- la soluzione più probabile è quella dell'esplosione della "bolla".

      Tanto tuonò che piovve...e i soliti noti (NOI) nella parte degli alluvionati (in tutti i sensi, come vediamo).
      Esattamente come hai detto.

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    2. Non avrei saputo usare parole migliori... Krugman ad esempio, pochi giorni fa sul Sole, affermava: "L'elemento cardine della salute finanziaria della maggior parte di noi non è rappresentato né dal tasso di interesse né dal prezzi delle attività, ma esclusivamente dai salari.". Moderazione e indebitamento dell'ultimo trentennio, assieme a decurtazione salario indiretto, hanno di fatto creato le basi per il disastro...

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  2. L'avidità (altrui) ci ucciderà.

    Come se ne esce? A questo punto il giocoliere globale sta facendo ruotare 20 palle tutte insieme, invece delle naturali 4, e se lo si ferma casca tutto.

    Sarebbe realmente un male? Il mio pensiero da profano è che una crisi bancaria lasciata sfogare nel 2008 non avrebbe portato a tutti questi danni per l'economia reale.

    Ma forse non ho il quadro complessivo.

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  3. Ciao Flavio complimenti per il dettagliato ed interessante articolo. Io non so quale delle due ipotesi si verificherà però mi sembra di vivere in un mondo impazzito. La cosa più saggia sarebbe uscire dall'euro, riappropriarsi della Sovranità monetaria e fiscale, separare le banche d'affari dalle banche commerciali, ed infine nazionalizzare gli istituti di credito commerciali più grandi.
    La domanda è: queste politiche sono fattibili per un paese di medie dimensioni come l'Italia nell'attuale assetto economico finanziario mondiale? Per fare un esempio funzionerebbe la Repressione finanziaria se attuata da un paese che non è un grande player? Diversamente quali sarebbero le misure da adottare almeno per difendere i nostri interessi nazionali? Insomma come si fa a difendersi da questa follia finanziaria che sta mangiando l'economia reale del pianeta e poi divorerà se stessa?

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    1. Innescando un grande processo di ripristino della legalità costituzionale: in fondo diverebbe "necessitato" (come la democrazia sostanziale) se qualcuno lo adottasse per primo in Europa. Sarebbe cioè il processo simmetrico e inverso dell'EFFETTO DOMINO che si aprirebbe non appena un qualsiasi aderente all'UEM uscisse.
      Cioè il ripensamento dell'UE dovrebbe giocoforza passare per tale "ritorno", visto che L'UNICA l'alternativa sarebbe esattamente quel disastro di instabilità finanziaria a valanga (svalutazione monetaria unita a perpetuarsi della debt deflation) che auspicano irresponsabilmente, in aperte dichiarazioni, gli EUROFILI IN PREDA ALL'ODIO PER L'UMANITA'

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    2. Caro Mauro, sinceramente si, queste che hai elencato sono cose auspicabili. Sta di fatto però che nessuno purtroppo, credo, ha la palla magica. Non si sa quale sarebbe la cura migliore per uscire da questo sistema globale andato, a mio avviso, in pezzi. Sinceramente fin quando ci sarà una valuta nazionale a fare da mezzo di pagamento mondiale a mio avviso ci saranno problemi. Si dovrebbe partire da lì, cioè dalla vera istituzione dei DSR. Poi una vera Banca Mondiale. Coordinamento politiche economiche. Sinceramente ci sarebbero da fare molti controlli a monte (come diceva l'emerito Federico Caffè). Come dice bene 48 però, siamo in piena debt deflation, balance sheet recession (così almeno in gran parte dei paesi UEM in difficoltà). In Italia invece è una crisi indotta, una sterilizzazione per evitare un peggioramento della già precaria situazione intra-UEM. L'unica soluzione è una politica fiscale espansiva ed un serio ripensamento della politica industriale, almeno in Italia, da parte della classe dirigente. All'interno dell'UEM e dei Trattati questo non è possibile perchè si creano disfunzioni di flussi dei pagamenti tipici da crisi BdP. L'unica cosa che posso immaginare è che, in un caso o nell'altro, sarà dura, molto dura. Ma almeno delle prospettive di ripresa ci sono, al contrario di quanto accadrebbe "rimanendo". Leggevo oggi a questo proposito Manzocchi sul Sole. Se aspettiamo/speriamo che la spinta (che poi non è una spinta, ma un traino) arrivi da USA consumer of last resort (abitanti indebitati, senza reddito, sempre più senza lavoro) o da Estremo Oriente (da quando in qua un operaio cinese/thailandese/vietnamita/bengalese compra, ad esempio, lavatrice o utensile italiano quotato in super euro?!?!?), mentre qui ci dissanguano a forza di tasse, "campa cavallo" disse una volta un saggio!! :)

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    3. Manzocchi mi pare che abbia una visione in cui sulla realtà faccia aggio il wishfulthinking, rigorosamente conforme alla incoscienza del credere che anche solo 1 dei presupposti del mainstream abbia avuto una realizzazione non disfuzionale.

      Personalmente mi limito a leggere quel quotidiano solo per cogliere i "fiori" delle incongruenze della manovra si stabilità, che si sta proponendo come la più grande manifestazione di "illusione finanziaria" mai tentata in Italia...(neanche Puviani in persona si sarebbe sognato di trovarne tutti gli schemi allo stato puro, in modo così plateale)

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    4. E di Visco e Draghi cosa dovremmo dire? Draghi messo a confronto con Caffè: "Nel mio giudizio gran parte dei mali economici del presente è da attribuire al mancato impiego di ragionevoli, circoscritti e selettivi controlli diretti; il che porta ad affidare soltanto ai “prezzi di mercato” una funzione di razionamento, resa spesso iniqua da una distribuzione del reddito e della ricchezza accentuatamente sperequata". Visco con quanto disse Caffè: “Continuare sulla strada attuale non mi sembra assolutamente auspicabile. Le nostre esportazioni, tutto sommato, reggono. Ma ciò avviene grazie al lavoro nero e accettando una posizione subalterna nella divisione internazionale del lavoro. Il deterioramento delle ragioni di scambio impone senza dubbio dei sacrifici. Ma affidare la distribuzione dei sacrifici al meccanismo dei prezzi non è affatto l’unica scelta possibile. Questa è, però, la strada che ci viene indicata. Inoltre viene richiesta una maggiore mobilità del lavoro e, più in generale, la liberazione delle decisioni imprenditoriali da tutti i vincoli cui sono oggi sottoposte. Il problema che si pone è se le forze di sinistra debbano accettare queste condizioni (o, meglio, subire il ricatto, poiché di questo in realtà si tratta); oppure se esse debbano proporre un sistema di sacrifici generalizzato e controllato. La Robinson ha scritto che se usassimo anche in tempo di pace i metodi dell’economia di guerra il problema della piena occupazione sarebbe risolto. Non dovrebbe essere questo il programma delle sinistre?
      ... Il problema principale è quello dell’occupazione. L’aumento dell’occupazione non può essere affidato all’espansione delle esportazioni, e cioè a una variabile che è fuori del nostro controllo. E’ necessario rilanciare l’edilizia e fare una politica di opere pubbliche, espandere la spesa pubblica nelle sue componenti non assistenziali. C’è però un equivoco di cui dobbiamo liberarci: si sente spesso ripetere che la spesa pubblica deve rivolgersi in maggior misura agli investimenti e in minor misura al pagamento di salari e stipendi. Ma alcune riforme fra le più importanti, richiedono un aumento dell’occupazione nel settore terziario. Se si vogliono migliorare i servizi sociali, si devono pagare salari e stipendi. Non è vero, poi, che la spesa pubblica è troppo elevata. E’ il gettito fiscale che è troppo basso per le ragioni che sappiamo.”. Ergo, sia Draghi che Visco dovrebbero sciacquarsi la bocca prima di nominare Caffè.

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    5. Noterai la consonanza di quanto sosteneva Caffè con le analisi di questo blog :-)
      Per gli altri, si tratta di "mi corre l'obbligo di...". E' interessante capire, in tutto il mondo, a quali condizioni di garanzia ortodossa si possa divenire, a un certo punto, governatore delle più importanti banche centrali...

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    6. Certamente! Intanto però, mentre Lew si arrabbia (o fa finta), uno da presidente BC si prepara a diventare PdR...

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    7. Vedremo su Draghi: certo come "garante" converrebbe che divenisse..."garante".
      Jack Lew ha detto cose interessanti, perchè in parte nuove. Sotto, sotto c'è il TTIP (v.dich.ne di Obama sugli standards del lavoro...)

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    8. Se la facciata è per Main Street, sotto sotto invece si lavora per Wall Street... Credo che purtroppo sia e sarà così...

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    9. Questo è pacifico e risaputo. E' solo che non è che ci siano molte altre "aperture" su una qualche teoria della crescita in alternativa. Anzi proprio nessun'altra, se respingiamo deflazionismo e deliri su crowding out.
      L'analisi rimane sempre questa: http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/le-contromosse-dellordoliberismo-2-il.html

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    10. @Flavio
      Grazie per l'articolo di Vianello. Mi ha riportato dritto a giorni che "mi sembrano ieri" e sono infinitamente lontani e inesorabilmente persi.
      Malinconie di un vecchio. Ma capire è sempre l'unica strada.

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    11. @Frank: Allora il grazie non spetta a me, bensì a Giorgio D.M. che l'ha ripubblicato sul suo blog. :) Su Caffè c'è anche questa recensione di Ruffolo alla sua biografia, che fa' bene intendere come e chi fosse questo economista tradito dai suoi stessi studenti...

      @48: credo che dovremo aspettare tempi ancora più bui (ulteriore scoppio bolle?) per poter vedere la "svolta"...

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    12. Sì: è esattamente quanto detto all'ultimo par. del post sopralinkato, scritto nel gennaio di quest'anno..

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  4. L' espertone in foto, avv. De Nicola, non ho ben capito a che titolo sia unanimemente presentato in qualita' di espertone (con tanto di "sottopancia" che recita "economista" proprio come Giannino).

    Avete presente la trasmissione da cui avete tratto le foto?
    Ecco, faro' una specie di volgarizzazione, un racconto-parabola del bel post di Flavio di oggi.
    L' anno scorso una puntata, anzi, l' intermezzo pubblicitario mi ha disegnato un affresco "neorealista" della nostra epoca.
    Il conduttore indignato formiglioso aveva il compito di fare propaganda per l' eliminazione della CIG. Dunque? Lancia il servizio in stile "Report" con tanto di intervista a volto coperto.
    Intervista a chi? A un cassintengrato "privilegiato" pugliese. Il reprobo cosa diceva? Qual' era lo "scoop"?
    Era un tizio che stava in cassa integrazione ma che l' azienda pagava a nero per lavorare in modo da -evidentemente- essere piu' competitivo (ma su questo dettaglio hanno sorvolato i "coraggiosi" reporter).
    E come si giusticava il reprobo-cassintegrato-abusivo e privilegiato? "Mah co' a cassa integrazione nun gli' a fo'. Cio' a rata der mutuo e 300 euri de rata da a maghina".
    Si rientra in studio, facce indignatissime di ospiti, espertoni e conduttore formiglioso che annuncia:
    "Pubblicita'"
    -parte la pubblicita'-
    Sfreccia una automobile tedesca grigia e "prestigiosa" -la voce in sottofondo recita: "Nuova Mercedes classe A ; oggi, con la formula "drive-pass-leasing" TUA a 300 euro al mese"...

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    1. divertente :D

      un pò un Crozza ma con più satira. e più ficcante.

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    2. Bravo Marco, ecco perchè ogni tanto dico "dobbiamo farci un esame di coscienza"... Però è anche vero che, ad acquistare estero, "ti ci obbligano"...

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    3. Ma perchè esistono automobili italiane?
      E se devi solo scegliere quale paese estero incasserà profitti e percepirà relative imposte, ti vai a scegliere quelli fiscalmente e finanziariamente più scorretti? E se compri salame o prosciutto italiano, sai meglio di me chi ci mette il maiale...
      Sono 20 anni che disarticolano le filiere e distruggono know-how e nazionale perdendo competenze sul territorio in nome della competitività (come già evidenziava Caffè)...

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    4. 30anni di baggianate su supply chain, outsourcing, offshoring sono qui a testimoniare il fallimento di tali politiche, e a pagarlo sono sempre gli stessi, come giustamente sottolinei. Ed infatti, in certi campi, il prodotto italiano nemmeno non lo trovi. Su prosciutti e insaccati stendiamo velo pietoso. Qui chiudono tutti gli allevamenti, mentre prosperano quelli in Rep. Ceca, Ungheria, Romania...

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    5. a proposito: gli elkann spostano 2,25 miliardi di capitale da Ferrari a FCA.

      a proposito dell'italianità. direi che senza dubbio, come dice il buon Renzi, bisogna andare fieri di avere degli imprenditori italiani così....che hanno così tanto successo nel mondo e che vi portano così tanto lavoro (tolto a noi).

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    6. @luca quello di Crozza si chiama sberleffo, forma di piaggeria verso il potente.
      La satira è un'altra cosa.
      L'ultima che ho visto in TV, se si esclude blog, è il caso scafroglia di guzzanti figlio.

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    7. @ Tonelli

      FCA sta investendo 3 Mrd. a Mirafiori è Cassino da dove usciranno i nuovi prodotti maserati è Alfa Romeo. Mirafiori viene completamente ristrutturata, alla fine nascerà uno dei stabilimenti automobilistici più moderni d'europa. Alla fine sono progettati 5 mrd. di investimente che probabilmente non basteranno.

      FCA a investito 1 Mrd. a Melfi da dove attualemente escono i prodotti Fiat 500x è Jeep Renegade, dando lavoro a migliaia di operai è impiegati.

      FCA a donato 7.5 mio. al politecnico di Torino.

      Leggi questo su Mirafiori Lo lo so, La Stampa, organo di propaganda degli Agnelli.

      Conosco un ingegniere tedesco che lavora per FCA che conferma 1:1 tutto quello che dice La Stampa su Mirafiori.

      Io penso se l'italia dovesse tornare alla lira, dopo turbolenze iniziali i prodotti Fiat è Alfa Romeo aumenterebbero le loro vendite in europa è specialmente in italia del 50%.
      L'industria automobilistica tedesca, il pilastro del export tedesco subirebbe un colpo molto molto pesante dal industria automobilistica francese è italiana.

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    8. La famiglia Agnelli, tranquillo, col politecnico di Torino è in foertissssssimo attivo! Altro che 7,5 milioni. Hai idea di quanto valore aggiunto gli anno portato gli ingegneri (tra i migliori del mondo) che sforna per la Fiat?

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  5. «vi sono due modi di amare la libertà; (...) Vi è il modo nostro; amarla di vero affetto, per sé, per il bene che genera e permette ai nostri concittadini, considerarla, studiarla, renderla quanto più si possa benefica; (...) Vi è poi un altro modo; e consiste nel professare a parole un amore sviscerato verso la libertà, e domandarle un abbraccio per poterla comodamente strozzare».

    ps: a Flavio, un Cavaliere, il necessito riconoscimento della condivisione, quella che ha "il" senso

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    1. Grazie mitico Poggio.
      Di chi è questa citazione?
      Mi ha fatto pensare.
      Io ho sempre creduto poco nella libertà (come valore assoluto: L' unico uomo veramente libero è l' uomo morto. No. Non amo la morte e dunque neanche la libertà mitizzata e ideologizzata).
      Però. Però, forse il mio giudizio è troppo influenzato da chi professa "a parole un amore sviscerato verso la libertà, e le domanda un abbraccio per poterla comodamente strozzare"...

      (E lo vedi; m' hai reso n' altra volta più ricco e non hai manco speso un soldo)

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    2. La libertà (vera) è una qualità della consapevolezza individuale che consente di portare la percezione alla massima estensione possibile della natura umana :-)

      E' quindi un individual attainment che normalmente si unisce ad una strategia life-long di riconversione della propria energia vitale.

      Per far ciò si esime dal compiere qualunque atto che ci assimili, anche in minima parte, ai piccoli-tirannelli-da-poco che opprimono gli altri esseri umani. Nella Storia e nell'ordine sociale.
      E si accoppia, - questo tipo di libertà- a gentilezza, pazienza e generosità disinteressata verso gli altri... :-)

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