domenica 16 novembre 2014

WHAT? "CESSIONI DI SOVRANITA'"? UNA CONFESSIONE DI INCOSTITUZIONALITA'

Nomine Ue, non solo Mogherini. Chi è Donald Tusk, presidente del Consiglio

Van Rompuy, attraverso il suo Segretariato generale-Servizio di informazioni al pubblico, quindi con una voce ufficiale, mette nero su bianco che i Trattati comportano "cessione di sovranità" nonchè la conseguente subordinazione delle politiche economiche degli Stati membri al "fine di conseguire gli obiettivi dell'Unione europea". 
Lo apprendiamo da questa nota di cui si è avuta la diffusione su Twitter:

Vi riportiamo, ancora una volta, per facilità di lettura, il testo dell'art.11 della Costituzione italiana che, rammentiamo, rientra nei principi fondamentali (artt.1-12) che, ai sensi dell'art.139, sono costitutivi della immutabile "forma repubblicana" e che la Corte costituzionale italiana ha anche recentissimamente riaffermanto costituire un "controlimite" alle fonti di diritto internazionale, inclusi i Trattati UE:
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."

Questa dichiarazione, scritta ed inequivocabile, determina alcune conseguenze non trascurabili:
a) l'UE, in persona del Presidente permanente pro-tempore del Consiglio europeo ("da parte" del quale è data la risposta) ammette che la sovranità è stata ceduta e non limitata, ciò che l'art.11, inteso secondo la sua espressa volontà letterale e l'intenzione emergente dall'Assemblea costituente, non ammette;

b) questo effetto di "cessione" porta esattamente a ciò che la Costituzione intendeva evitare, dato che la sovranità è irrinunciabile e indisponibile; essa appartiene al popolo italiano (art.1 Cost.) e non ammette sul territorio nazionale, unico ed indivisibile, (art.5 Cost.) la prevalenza delle decisioni politiche di organizzazioni internazionali, di qualunque genere. 
Questo è il principio della sovranità DEMOCRATICA che coincide, nel suo ruolo, "primo e più importante", col perseguimento dei diritti fondamentali previsti dalla stessa Costituzione, e che consente deroghe solo nella forma della "limitazione": come tale sempre reversibile, in quanto esclusivamente legata al permanere in concreto dell'effettivo perseguimento della pace e della giustizia tra le nazioni e fatte salve le condizioni di parità con altri Stati e, comunque, fatta salva l'irrinunciabile intangibilità dei principi fondamentali della Costituzione;

c) non ci risulta che le istituzioni europee abbiano fatto affermazioni "ufficiali" dello stesso genere rispetto alle sentenze della Corte costituzionale tedesca che hanno affermato, senza equivoci, la prevalenza delle norme costituzionali tedesche ogniqualvolta si ponga un problema di incompatibilità coi principi costituzionali nazionali, che essa si riserva di ravvisare in ogni questione che coinvolga prerogative fondamentali di competenza del Parlamento tedesco (Lissabon Urteil)
In particolare, non ci risultano analoghe prese di posizione di van Rompuy o di altri organi dell'Unione, sulla sentenza con cui, all'inizio del 2014, la stessa Corte tedesca ha statuito che il sindacato sulla misura, annunciata dalla BCE, dell'Outright Monetary Transaction "rientra nel proprio mandato", anticipando che di aver "importanti ragioni" di ordine costituzionale interno per ritenere che l'OMT sia accettabile solo a condizione che operi una  delimitazione del programma di acquisti a obiettivi limiti quantitativi e di tempo, cioè esattamente il contrario di quello che è il fulcro indispensabile della efficacia che possono dispiegare sui mercati questo tipo di interventi "ventilati" (whatever it takes...and believe me, it'll be enough di Draghi).
Questo importante elemento di diverso trattamento di situazioni identiche costituisce altresì ammissione della circostanza che le Istituzioni europee preannuncino di non rispettare il principio di "parità di condizioni" cui l'art.11 Cost. subordina la legittimità costituzionale delle mere "limitazioni" (escludendo ogni tipo di "cessione");

d) dato che la risposta del Consiglio europeo risulta perentoria e incondizionata, senza neppure menzionare la competenza degli organi giurisdizionali italiani ad effettuare un accertamento che rientra nei principi fondamentali di cui agli artt. 3 e 24 Cost., essa ha l'obiettivo significato di ritenere a priori irrilevante l'eventuale violazione di norme di diritto nazionale poste a salvaguardia di interessi fondamentali attinenti alla sovranità democratica italiana.
Da ciò traspare altresì, - oltre alla violazione sotto i plurimi profili evidenziati dell'art.11 Cost.-, anche il preanuncio della violazione, implicita ma necessaria, di un'importante norma del Trattato europeo (TUE). Questo all'art.4, par.2, dice espressamente:
"L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale..."

23 commenti:

  1. TRAPPOLE PER TOPI
    (OTC .. consigli di lettura domenicale)

    Doveroso e fondamentale per la coltivazione della consapevolezza, lo spulcio dell’attualità politico-economica internazionale proposto dal blog di ’48 – the knight - con gli approfondimenti che innescano “curiosità” di scenari geopolitici e socio-economici riservati alle civiltà contemporanee.

    Aiutano a comprendere - cosa e come - le cose sono successe e succedono con il “consenso” - o meglio – con la formula del silenzio/assenso della maggioranza dei “subitori” – coloro che subiscono il destino lasciando ampi spazi alle “curiose” mutazioni antropologiche di zia T.I.N.A., sedotta e condotta verso un im/proprio destino.

    Sono state evidenziate, con qualche marginale richiamo, le tecnicalità della comunicazione sociale ingegnerizzata da W Lippmann, la pianificazione “cristallizzante” di E Bernays, le analisi critiche dei processi di comunicazione nel “villaggio globale” di M McLuhan, le risultanti scientifiche delle “spirali del silenzio” di Noelle-Neumann, ma qualche attenzione va riservata alla nuova montata ideologica (di latteo multi-nazionale) del PARTITO DELLA NAZIONE che avanza nel Bel Paese nell’epoca della globalizzazione – verrebbe da ridefinire TOTALITARISMO - di parternariati economici di “libero scambio” sovra-nazionali, extra-nazionali regolamentati da “arbitrati” oltre-costituzionali.

    Vengono da riconsiderare - in chiave contemporanea con il “crollo del muro” e la fine della guerra fredda - gli studi di Hannah Arendt (di cui lo spessore umano è da solo racchiuso nella sua biografia) e le riflessioni attorno alla funzione del politico per restituire "una teoria libertaria dell'azione nell'epoca del conformismo sociale".

    Il voluminoso saggio “Le origini del totalitarismo” (1951, pp 792 – Einaudi, 2009) induce - attraverso l’analisi storica-filosofica dell’ascesa dell'importanza economica della classe borghese nell’età dell’imperialismo e alla genesi dell’antisemitismo e all’affermazione del nuovo regime totalitario, il nazional-socialismo nazista – a considerazioni sulla allora nascente società di massa - quella senza classi - imperniata sull’IDEOLOGIA e sul TERRORE della modernità “liberale” che, nella attualità, si concretizzano nella mutazioni a/politiche del partito "nazione".

    Con profonda attualità, la sintesi “sintetica” – ma rimane la gustosità di tutte le 792 pagine – il totalitarismo è "essenzialmente diverso da altre forme conosciute di oppressione politica come il dispotismo, la tirannide e la dittatura.
    Dovunque giunto al potere, esso ha creato istituzioni assolutamente nuove e distrutto tutte le tradizioni sociali, giuridiche e politiche del paese. A prescindere dalla specifica matrice nazionale e dalla particolare fonte ideologica, ha trasformato le classi in masse, sostituito il sistema dei partiti non con la dittatura del partito unico ma con un movimento di massa, trasferito il centro del potere dall'esercito alla polizia e perseguito una politica estera apertamente diretta al dominio del mondo.”

    Sul perché accade .. beh, ciascuno abbia interrogativi e risposte

    Tirrem innanz .. !


    PS: da considerare il "metodo Junker" (che giustifica "rubo la marmellata ma lo fanno tutti" dettata da spin doctors in crisi di astinenza) e "la rana nella pentola sul fuoco"

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    1. Grazie per il richiamo a certe piste che in effetti vanno ulteriormente approfondite. Per spiegare bene fino in fondo, ai "savants che non riescono proprio a scorgere" certe evidenti spiegazioni, e si profondono in anatemi-mantra di complottismo, come tutto ciò stia realmente accadendo...

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    2. Massimo rispetto per poggiopoggiolini (e per Hannah Arendt!), tuttavia mi pare che la situazione attuale sia differente: vogliamo chiamarla post - totalitarismo?
      Uno dei pezzi forti dei totalitarismi sono sempre state le celebrazioni collettive, le adunanze di massa, le assemblee oceaniche. Oggi le sole occasioni di presenza fisica collettiva sono i grandi spettacoli.
      Si contrappongono due modelli storici di "eventi pubblici", vicini nel tempo e opposti nel senso: la marcia su Washington guidata da Martin Luther King (1963) e Woodstock (1969). Il primo era un progetto politico e sociale, elemento di aggregazione forte e stabile, il secondo un "feeling", un'emozione (quante volte da allora abbiamo sentito esaltare l'emozione come un traguardo da raggiungere?). Dopo Woodstock l'unico progetto
      concepibile, come dopo ogni festa, è di riuscire a farne un'altra. Progetto debole e contingente, adatto ad una società in cui la sola identità proposta è quella di consumatore.
      Il consenso politico prende le caratteristiche della pubblicità o della moda: si "intercetta" un sentimento esistente o lo si crea con campagne ad hoc. Di qui nasce il risultato elettorale da usare fino alla scadenza successiva, quando si proporrà la linea (del défilé) per la prossima stagione di governo.
      I vecchi caproni del '68 (almeno alcuni) cercavano un "momento di aggregazione" e di elaborazione politica; oggi mi pare si continui a coltivare una disgregazione collettiva condita di rassegnazione. I regimi totalitari proponevano un progetto "forte", il neoliberismo proclama l'esistenza di "leggi naturali" da cui consegue la necessaria inesistenza di ogni progetto che non sia l'adeguarsi quotidiano ai "fatti compiuti", naturali anche questi.

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    3. Lo faremo il collegamento di Bernays alla realtà contemporanea. E vedrai non ti deluderà :-)

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  2. Manca l'immagine (e/o un link ad essa) della nota diffusa da H. Van Rompuy.

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    1. Grazie per aver avvertito. In qualche caso può non vedersi: sul mio pc. on web, si vede; come pure su i-ph o I-pad di altri che ho contattato per verificare.
      L'immagine è stata presa via tw https://twitter.com/EconomiaFacile

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    2. Grazie a lei.
      Deduco che possa essere dovuto ad un plugin del mio browser (Firefox) che blocca contenuti attivi della pagina.
      Verificherò :-)

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    3. Go messo, sempre tratta da TW, immagine più compressa. Spero ora sia leggibile...

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    4. Spero di fare cosa gradita ai lettori che non riuscissero ad aprire l'immagine di cui sopra nel mettere a disposizione questo link http://issuu.com/iosonoconsapevole/docs/comunicato_hvrompuy/1.
      L'immagine, ormai di pubblico dominio, è stata scaricata dal profilo facebook dell'ottimo avvocato Marco Mori.
      Grazie per la sua immensa opera divulgativa, resa accessibile anche a persone non competenti in materia, come lo scrivente.

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  3. Contento di leggere questo post,ero certo domenica scorsa di non essermi sbagliato e mi conforta leggere ciò che Lei scrive.
    Dopo aver metabolizzato con piacere Goofy 3,mi rimane un piccolo fastidio.
    Nell'interessante dibattito con Feltri,Foa,Puglisi,Angelini, Stefano Feltri, stimolato da Foa,asseriva che bisognasse decidere "quale cessione di sovranità è legittima quale no" invocando il fatto che ciò era scritto in un articolo della costituzione.(minuto 4.11.08).
    Ho voluto riascoltarlo in registrazione, dopo averlo ascoltato in sala, per aver la certezza di aver capito bene le sue parole. L'articolo 11 della Costituzione Italiana così recita:

    "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità anecessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
    Feltri nella sua affermazione non tiene conto dell'ambito a cui è riferito quel concetto,cioè un contesto in cui pur ripudiando la guerra accettiamo la limitazione, e non "cessione",di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia: non comprendo davvero il nesso con Ue,Bce,etc.
    Personalmente ho provato molto più fastidio per questa mistificante affermazione di Feltri che per quelle iperboliche e pirotecniche di Boldrin, che comunque non erano oblique ma chiare e dirette.
    Il fastidio è questo : capisco carini e coccolosi noi,ma perché i giornalisti sul palco non hanno evidenziato la stortura dell'interpretazione dell'art.11 fatta da Feltri? Perchè lasciar correre?

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    1. Perchè i giornalisti non conoscono il costituzionalismo democratico ma vanno avanti per inerzia sugli slogan del tecnicismo pop imperante da circa 30 anni.

      In ogni sede c'è un suo proprium: lo stesso sabato a Roma di questi problemi si è discusso con reale cultura-competenza di tali problemi (che non può essere improvvisata "per sentito dire"), tra giuristi del massimo livello ed economisti (altrettanto).

      Ma sono discorsi che qui troverai ampliamente rinnovati in varie angolazioni: i links in questo post ne riassumono solo una parte, ma aiutano...
      E tali argomenti verranno ripresi nei prossimi convegni che puoi trovare sia annunciati qui che calendarizzati su riscossaitaliana.it

      Fermo restando quanto espone sistematicamente il libro che trovi indicato nella home page :-)

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    2. @roberto costa
      Anche io ho fatto un salto sulla sedia quando Feltri si è esibito nella "lieve imprecisione" di cui tu parli.

      Poi molto probabilmente eravamo seduti di fronte a pranzo della domenica in quanto ne ho parlato ed uno di loro era particolarmente scandalizzato a riguardo, probabilmente eri tu.

      Tanto è vero che una rapida ricerca su questo stesso sito il Lunedì successivo è bastata per confermare i contorni della incommensurabile fetenzia pronunciata da Feltri, di cui questo post è una ulteriore conferma.

      Ed anche io come te, ho trovato molto ma molto più inaccettabile questa affermazione di Feltri, (assieme al tentativo di minimizzare l' ERF, tentativo fortunatamente stigmatizzato successivamente da Borghi) fatta da un Giornalista che avrebbe il compito di informare, piuttosto che non le scomposte sparacchiate a raffica della serie "andò cojo cojo" di Boldrin. Boldrin mi ha fatto ridere, Feltri no!

      Che poi Feltri lo faccia per ignoranza o malafede non è nemmeno più il caso di starselo a chiedere; io ad ogni buon conto ho la mia idea a riguardo che poi è ... quella lì che molto probabilmente hai pensato tu...

      Mi scuso con 48 per avere utilizzato questo spazio per la "comunicazione di servizio" con lo sconosciuto goofysta. Grazie.

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    3. No prego, accomodati pure: questo è uno spazio "libero" per dialogare. Anche tra goofysti (se non temono di finire scomunicati come PUDE, essendo questa una sede "esterna" :-)...)

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  4. Purtroppo, come certamente sa lei professore e tutti i conoscitori della materia, questa violenza di far passare per la cruna d'ago dell'articolo 11, originariamente disegnato per la Società delle Nazioni, il cammello del diritto comunitario è stata compiuta dalla nostra stessa Corte Costituzionale, come punto di arrivo di un'evoluzione giurisprudenziale a mio avviso assai criticabile.

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    1. Più o meno (l'art.11 è già successivo alla fondazione delle Nazioni UNite sulle ceneri della ormai fallita SdN). Ma la Corte costituzionale, in realtà, pur abbandonando la teoria degli ordinamenti separati, comìè noto, non ha mai rinunziato alla teoria dei controlimiti.
      Solo che la scarsa cultura costituzionale in sede politica e la de-sensibilizzazione dei cittadini a livello di propaganda mediatica pro-europeista (già evidenziata da Luigi Spaventa, agli albori, nel 1978), hanno di fatto provocato una mancata applicazione concreta di tale "dottrina". Dovuta alla mancanza di prospettazione in cause di merito e allo stesso coinvolgimento di avvocati e decidenti nella "precomprensione" dei trattati come apparentemente compatibili con la Costituzione. Cioè eccezioni e remissioni non sono state finora sostenute dalla realtà del contenzioso. E manca un sistema di rimessione diretta alla Corte cost (eccetto i "conflitti"...).

      Cfr;
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/07/napoli-11-luglio-2014-riscossa-italiana.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/lattacco-finale-del-liberismo-alle.html

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  5. Dato che il PD non sta soltanto cambiando la forma di governo, non sta soltanto implementando una forma governocentrica e diarchica che richiama sinistramente il ventennio, ma sta anche assecondando politiche che snaturano lo stesso impianto sostanziale sotteso alla carta, davvero non comprendo più (la mia è ovviamente una provocazione), la loro pervicacia nel negare l'attribuzione della qualifica di "combattente" a quattro gatti repubblichini ultranovantenni, come se bastasse questo a pulire la loro coscienza......a rimanere "di sinistra".

    Esaurita la provocazione, per il resto, che dire? Sembra davvero che tutto sia affidato alle dinamiche della Storia. Quando questo sistema crollerà, però, le tensioni e la rabbia sociale accumulate temo che avranno davvero superato il livello di guardia.
    I media hanno trascurato la notizia, ma anche Bruxelles comincia ad assomigliare ad Atene dopo l'ultima manifestazione. Per quanto, poi, loro cerchino di "gestire" la cosa con i media e la propaganda, il fatto che ormai anche nei paesi del nord (come Francia e Belgio), si cominci a governare ed a legiferare in palazzi blindati e circondati dalla polizia in assetto anti-sommossa si vede "ad occhio nudo". Gli stessi fatti di Tor Sapienza potrebbero essere un indice della pericolosità della deriva in corso (i media, per ora, la hanno stigmatizzata come loro solito, mentre il Governo, dal canto suo, non so se sappia quello che fa mentre si accinge -di fatto- a favorire la micro-criminalità non punendo i furti minori), deriva che, tra un decennio, potrebbe essere ben peggiore.
    In sintesi, quello che colpisce, è trovarsi, ad un secolo di distanza, in un mondo ancora intriso della peggiore eredità del '900.

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    1. Ma ad ESSI piace proprio questo...Un branco di ignoranti che non conoscono la Storia, censurandola persino dallo studio del diritto e dell'economia, laddove nelle università viene furiosamente riscritta in nome dell'€uropa.

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    2. Ma anche Munchau scopre la parila "ordoliberismo"??

      http://vocidallestero.it/2014/11/16/munchau-la-stravagante-economia-delluniverso-parallelo-della-germania/

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  6. Sono depresso perchè sento tutta l'impotenza di fronte a una società civile incapace di scrollarsi di dosso i condizionamenti politici e culturali di partiti e massmedia. A Modena, dove il PD detta legge, conosco tanti uomini di cultura che accettano in modo acritico le politiche del partito e ciò che i giornali propinano (leggono sopratutto Repubblica).
    Sto cominciando a vivere una situazione di isolamento perchè non c'è verso di smuoverli dalle loro convinzioni che si tengono ben strette perchè danno a loro una identità ben riconosciuta e apprezzata nelle realtà locali. Non posso farci niente. E a loro và bene così. Sono arrivato al punto che, per sopportare la situazione, leggo molto meno spesso il Blog. Questo, come altri.

    Preferisco leggere libri (ultimo quello di Lidia Undiemi dal titolo "Il ricatto dei mercati"). Ma non è proprio possibile fare niente? Non trovo a Modena persone con le quali posso confrontarmi ed, eventualmente, prendere iniziative. C'è qualcuno che ne conosce?
    Come vedete, sono stanco di vivere questa situazione e credo sia opportuno che a livello territoriale si cominci ad aggregarsi e fare qualcosa.
    Chiedo scusa per l'ansia che traspare da ciò che ho scritto. Spero di trovare presto piccoli motivi per sperare di svolgere un ruolo attivo.
    Grazie.
    Valerio

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    1. "Sto cominciando a vivere una situazione di isolamento"
      Caro Valerio va già bene ( si fa per dire ovviamente) che questa situazione inizi solo ora.
      Qui dalla vicina Reggio Emilia, i pochi non allineati hanno iniziato anni fa ( in modo scientifico) ad essere esclusi, emarginati, sotto ogni profilo, Quindi sono perfettamente in grado di comprendere lo sconforto, avendolo vissuto .
      Sentiamoci se crede, Io sono di Reggio Emilia. Sono una umilissima socia di Riscossa e di ARS. buona giornata

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    2. @Valerio: come vedi Bruna ha compiuto dei passi che le consentono un qualche tipo di confronto e di impegno dal suo punto di partenza territoriale.
      Il collegamento orizzontale tra voi, in aree difficili culturalmente (diciamo pure: arretrate e acritiche), è in fondo il volano che può far nascere la "domanda" di informazione e divulgazione fino a riattivarne la diffusione.
      E poi a Reggio Emilia sono pure stato: e la gente che ho incontrato mi pareva che alla Costituzione e al suo modello socio-economico fosse sensibile. Fino a commuoversi: non accettate di vederlo rinnegato senza provare a lottare per la democrazia. Quella vera, non quella che "si raccontano" gli allineati mainstream...

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    3. Sono senz'altro d'accordo di sentirci e anche di vederci. Il mio indirizzo di posta elettronica è:

      valeriocdimodena@gmail.com

      Grazie.

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    4. va bene grazie. la contatto. comunico il mio : bruna.magnani@gmail.com

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