mercoledì 22 maggio 2013

I NIPOTINI DI VON HAYEK: ESORCISTI DARWINISTI.

Gli esorcisti si inferociscono. Non gli basta che la situazione italiana, ovviamente rimanendo nell'euro, porterebbe a un recupero del PIL antecrisi solo nel 2040: ma, attenzione, se crescessimo di 2,5 punti all'anno, cosa francamente impossibile continuando a ignorare il moltiplicatore e quindi a tagliare la spesa pubblica (magari pe fare semicomici sgravi fiscali, dimenticando Haveelmo e il moltiplicatore della spesa pubblica in pareggio di bilancio, cioè pari a 1: diminuisco le tasse di 100, tagliando le spese di 100? Il PIl diminuisce di 100).
Pensate che l'output gap dal 2008 ad oggi, dovuto alla crisi, è di 287 miliardi di euro.
Bazzecole se si calcolasse il ben maggiore out-put gap dovuto a Maastricht prima e all'euro poi, cioè all'aver costantemente seguito politiche pro-cicliche imposte dall'ossessione antinflazionistica e anti-deficit che anima l'UEM: prima politiche fiscali di intelligentissima "convergenza", incluso rientro nello SME ristretto nel 1996, e poi, in aggiunta, vincolo valutario dell'euro. Il tutto mirando al mantenimento di un avanzo primario di pubblico bilancio che, in situazione di debolezza della domanda e degli investimenti, nonchè, a maggior ragione, di deficit prolungato della bilancia dei pagamenti (a partire dal 2001) è in sè garanzia di compressione della domanda.
Pure squisitezze neo-classiche, urlateci in faccia, ancor oggi, persino con il tono da "arrabbiati", cioè provocando il problema con teorie deliranti e poi accusando gli altri di "vivere al di sopra delle loro possibilità": le possibilità di vivere che questi nipotini di Von Hayek hanno loro stessi sottratto a due intere generazioni (dal 1992 al 2040, ma ad essere molto ottimisti).

Non contenti, i nipotini di Von Hayek si assicurano che la loro follia provochi i maggiori danni possibili quanto prima e senza tralasciare nessun dettaglio.
Intanto si lamentano dello stallo sulla riforma dei "tribunalini". Milioni di livorosi con la bava alla bocca, gli occhi strabuzzati fuori dalle orbite, vengono prontamente incitati a "odiare" le forze politiche (corrotti!) che non stanno procedendo all'attuazione della seguente furbata:
"Si dice «proroga» ma molti pensano «azzeramento». Sono stranote le fortissime resistenze politiche, campanilistiche, corporative che il taglio dei piccoli Tribunali scatena ad ogni stormir di fronde. E con l'approvazione della riforma (che chiude 31 tribunalini e 220 sezioni distaccate, con un risparmio di 17 milioni di euro per ciascun anno) le resistenze si sono scatenate.
Avvocati in sciopero, comuni in fibrillazione (ieri l'Anci ha chiesto a Cancellieri un incontro per la «ricaduta economica per i bilanci dei Comuni interessati all'accorpamento»), numerosi magistrati in trincea (si moltiplicano le questioni di costituzionalità alla Consulta che deciderà il 2 luglio). Eppure, l'Anm ha sempre fatto della riforma un cavallo di battaglia, salvo l'opposizione di Magistratura indipendente, guidata da Cosimo Ferri prima della nomina a sottosegretario alla Giustizia.
...Del resto, oltre a Pdl, Pd, e M5S persino Scelta civica di Monti è favorevole alla proroga, sia pure di sei mesi."
Livorosi, odiate e marciate compatti verso..l'autodistruzione.
Insomma, avendo capito tutto, con la stessa esattezza logico-economica che può animare solo un neo-classico di "risulta" (cioè, un profano che non sa di cosa parla, con la logica del giapponese che non ascolta più contrordini e continua a perseverare nell'errore a costo del sacrificio della vita...altrui), ritengono che tagli per 17 milioni - li chiamano risparmi ma sono tagli-, farebbero bene a 251 comuni.
Ma come no!
Questi comuni vedrebbero diminuire la popolazione occupata, il traffico e gli scambi indotti, mentre si costringerebbero diverse centinaia di migliaia di persone a spendere di più di benzina, e in trasporti in genere (da tagliare anche quelli, se pubblici perchè sempre "perimetro dello Stato", cioè spreco, è), per arrivare a sedi giudiziarie sempre più distanti, accentrate e caotiche.
Naturalmente, sabbero questi cittadini a rinunciare del tutto alla domanda di giustizia (che frutta corposi contributi tributari per l'iscrizione delle cause), ovvero, in base alle tariffe, a dover pagare di più gli avvocati che, a loro volta, avrebbero, nella situazione attuale, ancora più difficoltà a farsi pagare, continuando a licenziare il personale ausiliario e a rinunciare ad assumere e retribuire praticanti. Questo tanto per dire alcuni degli effetti invocati a gran voce dai nipotini di Von Hayek . 
Dunque un taglio di 17 milioni, che si riflette su centinaia di migliaia di persone, peggiorandone le condizioni di vita, ha un moltiplicatore di 1,8, secondo il FMI (probabilmente anche superiore, trattandosi di spese strutturali, cioè equivalenti a quelle in conto capitale): quindi il PIL, semmai ne avesse bisogno, diminuirà, per questa bella furbata, di 30,6 milioni.
Il gettito fiscale, data la pressione tributaria effettiva, diminuirebbe di 13,8 milioni rispetto alle entrate attese e provocherebbe, a consuntivo di "furbata", ulteriori esigenze di copertura: come se mancassero, e proprio a titolo di caduta delle entrate complessive, le stime errate sul gettito e il pareggio di bilancio, a obbligare a ripristinarne il livello atteso, inventando inasprimenti mascherati di vecchie tasse o, perchè no, nuove tasse sostitutive di vecchie, meno incisive.
Ma questo è solo un esempio.
L'idea dei nipotini di Von Hayek è che occorra "ridurre il perimetro dello Stato", "liberare risorse" per l'investimento privato, che è tanto efficiente ma ha il piccolo difetto di non comparire all''orizzonte.
Usando le loro stesse astutissime strategie deduttive: perchè dovrei effettuare investimenti se so che le politiche economiche imposte dall'Europa di Von Hayek, COI TAGLI DELLA SPESA PRO-CICLICI, fanno cadere la domanda e quindi le prospettive di sopravvivere come impresa all'effettuazione dell'investimento? Perchè dovrei se, in più, in presenza del pareggio di bilancio, ho la sicurezza giuridico-costituzionale che non solo le tasse non diminuiranno, ma che, da qualche parte (vedrete cosa combineranno con le rendite catastali!) saranno persino innalzate?
Eh sì perchè il meraviglioso pareggio di bilancio, non può consentire sforamenti rispetto al 2015. Quindi l'obiettivo, va raggiunto e per raggiungere l'obiettivo devo costantemente trovare nuove entrate che sostituiscano il calo del gettito provocato dalla recessione...provocata dall'obiettivo di pareggio di bilancio. O anche solo da quello, sempre in recessione, di dover comprimere il bilancio pubblico per far rimanere il deficit al di sotto del 3%. La direzione non cambia; cambia solo l'intensità della recessione che inevitabilmente verrà provocata. Più ciclico di così!

Ma naturalmente recessione significa disoccupazione: quindi, gnam gnam, i nipotini di Von Hayek, gongolano. L'esercito di riserva dei disoccupati aumenta, diminuisce la resistenza del fattore lavoro, diminuiscono i salari reali e anche quelli nominali (preferibilmente), aumenta la competitività (ullalà), e quindi potremmo persino vedere accrescere il potere del capitalismo finanziario di condizionare governi imbelli e senza alcuna autonomia.
Che se qualche barlume di resistenza lo avessero, sarebbe accusati di essere...clientelari (clientelari!), che è poi l'anticamera della "corruzione": cioè quella cosa che fa sì che, prendendo un compenso personale, i pubblici ufficiali decidano sempre quello che vogliono gli operatori economici. Razionali.
Com'è razionale il darwinismo sociale. Per i nipotini di Von Hayek. 

34 commenti:

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    1. Ciao don Gallo! La Tua morte mi rattrista, eri il prete che avrei voluto avere nel mio paese.

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    2. Sai, ora che quasi non guardo più i quotidiani online del mainstream, perché proprio non si reggono, ho saputo della scomparsa di don Gallo qui.

      Poi ho letto, anche se superficialmente, il relativo articolo su Dagospia che seguo saltuariamente da quando è stato indicato qui da Quarantotto.

      Questi blog sono ormai il mio solo quotidiano.

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  2. Non fa una piega , come al solito.
    Ma lo sai 48 che io in passato quando leggevo le tue affermazioni -secondo le quali i giornalisti e molti politici (anche di alto ruolo) non è che fossero in malafede proprio ma semplicemente crassamente ignoranti e stupidi- dissentivo (non so se te lo ho mai fatto presente), invece; ma "ce lo sai che avevi ragione" anche su questo?

    l' ho capito definitivamente qualche sera fa ascoltando Roberto Napoletano -che di mestiere fa "solo" il direttore del primo quotidiano nazionale in campo di economia e finanza- in non ricordo quale trasmissione televisiva.

    udite udite bene cosa ha detto il sig. Napoletano col tono indignato e perentorio di quello che sta rivelando una grande notizia che deve far meditare l' uditorio in quanto dettada uno che la sa lunga (lui stesso):

    "ricordiamoci che in Italia il debito è pubblico ma la ricchezza è privata"

    E' verissimo , ovviamente; ma, voglio dire, stiamo parlando "solo" del principio basilare di qualunque Stato capitalista del globo terracqueo, mica di una patologia esistente "in Italia".

    Voglio dire, il direttore del giornale dei padroni (come si sarebbe detto un tempo) usa le argomentazioni niente popo di meno che di Carl Marx (ma proprio pari pari!!!) E MANCO SE NE RENDE CONTO!

    Oh, poi puo' darsi che sia un grande attore e riesce a dissimulare magistralmente il suo grande sapere "travestendosi" da cialtrone.

    Scusa se sono andato un po' per la tangente, ma in realtà non è del tutto OT, il "link" è con questa del tuo post:
    "Insomma, avendo capito tutto, con la stessa esattezza logico-economica che può animare solo un neo-classico di "risulta" "

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    1. Ma ti pare che ti rimprovererei un OT? :-)
      Nei blog "consapevoli" ormai si apre un dibattito permanente che è praticamente un "fiume" che con continuità si aggiorna: quasi a prescindere dal concreto argomento del post. Intendo che accade anche su Goofynomics.
      E, considerando che chi anima i commenti lo fa per un'urgenza che esprime una continuità implicita, va bene così

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  3. Un tedesco in via di redenzione, "Lafontaine e la trappola dell’euro"; Oskar Lafontaine

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  4. Supponiamo, ragionando "alla luogocomunista", per intenderci, che i 17 milioni di euro tagliati vengano impiegati per dare servizi agli stessi comuni intressati. Per avere i famigerati "servizi", tipo scuole, strade, mezzi pubblici, servizi per disabili e chi più ne ha più ne metta. Sarebbe sicuramente meglio che mantenere un inutile e dispendioso tribunale.
    Ora: il "taglio" di 17 milioni di euro dovrebbe andare a beneficio di 251 comuni. A ripartire la somma tra di essi, fa 67729 euro a comune. Quanti "servizi" possano essere finanziati con questa cifra, credo sia facilmente intuibile da chiunque........

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    1. ma sai che quel tribunale fosse "dispendioso" lo smentisce il tuo stesso calcolo. Che fosse "inutile" poi è a dir poco discutibile. Si trattava pur sempre di luoghi dove si gestivano "ruoli" che sarebbero stati considerati normali in qualunque parte d'Europa (senza parlare del fatto che le povere sezioni distaccate, erano per magistrati itineranti da sedi maggiori e con un piccolo personale di segreteria, ma un immenso ritorno per l'idea della "legalità", presso le popolazioni interessate, che magari su un'isola o in zone montane, sentivano la presenza delle istituzioni di garanzia). Considera poi che la "giustizia", anche e specie in piccole comunità, è uno dei "servizi" più ambiti e antropologicamente radicati.
      Comunque, il moltiplicatore delle attività economiche locali di un tribunale è intuibile: anche in termini di base imponibile per gli stessi comuni e quindi per i servizi locali.

      Ma stiamo parlando di pura teoria: quelli là erano tagli e basta. E continueranno a farli. E anche a carico dei comuni...

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    2. Questo discorso mi fa sovvenire altri tipi di tagli che riguardano un altro settore molto controverso: la Difesa.
      Quante volte, in nome di esigenze di razionalizzazione e contenimento dei costi, con il supporto anche di istanze pseudo-pacifiste, si è provveduto a chiudere caserme ed enti?

      Salvo poi sentire le (inascoltate) lagne del sindaco e dei commercianti del posto perché "l'indotto se ne va"......

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    3. Sì ma lì c'è "solo" una questione di indotto. NOn c'è il valore in sè del servizio reso alla comunità: una caserma non ti risolve la questione ereditaria o di locazione, o di recupero crediti.
      Ma poi, la stessa idea di esercito professionale corrisponde a una inevitabile riduzione territoriale della struttura, accompagnata da una diversa relazione tra "esercito" e popolazione (rispetto a quella prevista in Costituzione e invariata).
      L'esercito cessa, tra l'altro, di essere un'azienda creativa di occupazione nei modi precedenti e si colloca in un'ottica di offerta secondo una "domanda" creata, in definitiva, da uno scenario internazionale.
      E tutto questo ha ricadute sociali ben oltre l'indotto locale-logistico...

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  5. voglio segnalare questo post di voci dall'estero che conferma lo stato, come già tu notavi, di ormai completa colonizzazione tedesca dell'europa del sud. avevi proprio ragione 48...tutto questo passerà alla storia come periodo di imperialismo tedesco ai danni degli europei.

    http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/05/apprendisti-tedeschi.html

    parole come quelle del ministro del lavoro spagnolo sono un colpo al cuore da sentire, per la crudezza della realtà che non si curano neanche di nascondere.

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  6. Visto che tutto questo non ha senso, è una follia distruttiva del tipo descritto da Erich Fromm, mi chiedo: cosa vogliono le elite? Tornare ad essere sovrani assoluti ma in un mondo di morte e distruzione e regredito ad uno stadio pre-industriale? A me ricorda il delirio del Colonnello Kurtz nel finale di Apocalypse Now.

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    1. Le elites (UEM, naturalmente) "vogliono" credere e, a questo punto, "devono" credere che le teorie economiche su cui si basano, nonostante le evidenze contrarie, siano esatte.
      Questo perchè non possono riconoscere errore, menzogna e follia... che lasciano in piedi solo la "descrizione" di Kalecky (meglio minori profitti che perdere, a favore dello Stato democratico, il proprio potere totalitario di influenzamento dei governi).

      Per loro il "preindustriale" non esiste, in riferimento a un paese singolo o a un'area: il capitale è libero, mobile e va dove vuole. Le tecnologie...quasi: ed è questo il limite di tutta la faccenda europea.
      A un certo punto la crisi di domanda che, dipendesse da "loro", durerebbe ancora decenni, non sarà più accettabile per i calcoli economici del resto del capitalismo mondiale.
      In un certo senso, il liberismo cupo e crepuscolare euro-tedesco si infrangerà sulle stesse controspinte che ha subito il nazismo...

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    2. Certamente. Sembra che un oscuro istinto di morte, la propensione verso Thanatos che si concretizza nell'etero e poi auto-distruzione, che ha caratterizzato in forma estrema il nazismo, si ripresenti periodicamente nel destino della Germania.
      Forse sarebbe servito, oltre all'analisi dell'elemento genocidario del regime, studiare meglio il modo di produzione nazista, riferendomi con ciò al periodo dal 1937 in poi, con le industrie tedesche che approfittavano allegramente del lavoro coatto e le industrie farmaceutiche di cavie umane.
      Dopo la guerra si è ridotto il nazismo ad un fenomeno di follia omicida fine a sé stessa ma sarebbe stato meglio considerarlo per quello che è stato veramente. Una forma neoplastica di capitalismo che, appena ne ha avuto l'opportunità, allentata la repressione da parte degli alleati e finita la minaccia comunista ad Est, ha ricominciato ad accarezzare i suoi sogni di dominio germanocentrico sul mondo e che finirà, come dici giustamente, a schifìo come l'ultima volta.

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    3. Il carattere degenerativo di qualunque ideologia economica o programma politico intraprenda la germania da quando è unita, è un fenomeno singolare. Che il resto d'Europa, costantemente sottovaluta (diciamo a sud-ovest) o addirittura esalta (a est-nord est).

      I tedeschi non sono mai contenti della versione "reazionaria" di una visione: non gli basta seguire la scuola di Chicago e ripristinare l'essenza del capitalismo ante '29.
      Devono pure costruire, sempre e comunque, un modello impositivo a substrato etico-delirante (in senso tecnico, di visione disfunzionale dominata da pulsioni inconsce conflittuali e irrisolte).

      Perciò anche quando gli altri rinunciano, nella dialettica storico-sociale, al modello di partenza (come sta accadendo in USA e Giappone), loro insistono perchè non ne possono negare la "perfezione" autoidentificativa di popolo.

      Quindi, implicitamente, non riescono nemmeno a essere semplicimente "reazionari", devono essere sempre generatori di un mondo nuovo, regolarmente distopico.

      Credo che abbia a che fare col mito della "unità" tedesca: non essendo una realtà storica plausibile, devono sempre alimentarla con l'ideale che la sua realizzazione si manifesti in forma di "ipostasi" di una perfezione superiore, che sola può giustificare l'idea unitaria di "tedesco".
      Idea che poi si impone automaticamente in forma di dominio sul "non tedesco".
      E non possono farci nulla: diversamente si sfalderebbero dall'interno...

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    4. Bello è leggere gli interventi di acuta ironia sarcastica di Lameduck alla tavola di '48 (ndr, chapeau a Lameduck per il suo magnifico blog, dell'ultimo post sarebbe stata interessante la dissociativa di "doctor mark & mister euro").
      Per non dimenticare il Lebensborn di Himmler e l'eugenetica di Mengele, dell' "ipostasi" allemanna ne è significativa la sistemica applicazione in campo sociale della repressione della manifestazione di un "gene" (la democrazia) da parte di un altro non "allelico" (il plutocrate saccheggiatore).
      E davvero non possono farci nulla: sono sempre alla ricerca di una redenzione dallo "schuld" loro e, in mancanza, va bene anche quello degli "altri".



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    5. Lebensborn ed eugenetica erano atti fini a sé stessi, privi di giustificazione scientifica, assolutamente simbolici (nelle intenzioni, non certo negli effetti sulle vittime) e direi catartici di quella spinta alla perfezione di cui parlava Quarantotto. L'agieren psicoanalitico, insomma.

      Una cosa curiosa che mi viene in mente è che il progetto che fu pensato per ridurre all'impotenza deindustrializzandola la Germania postnazista (pastoralizzazione, Piano Morgenthau assomiglia molto a ciò che, per mano tedesca, si sta facendo ora ai paesi della periferia che invece godettero degli aiuti per la ricostruzione. Una sorta di nemesi e di vendetta storica?

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    6. Grande Barbara: hai perfettamente ragione.
      E' lo stesso fenomeno di abreazione da "alimentatore" conflittuale che accade a seguito della pace di Versailles (un meccanismo simile a quello che genera la pedofilia). Alla debellatio intransigente del 1918, consegue l'impossibilità di mediazione in rivalsa del nazismo.
      Alla neutralizzazione strutturale del dopoguerra (caratterizzata dall'associazione "industria tedesca-riarmo") consegue la deindustrializzazione "abreativa" di alleati europei degli USA e dei mezzi-alleati traditori (mai dimenticati come tali, visto quello che dicono senza mezzi termini oggi).
      Il perfezionismo narcisista tedesco è sempre mosso dall'inconscio collettivo che vive il proprio fallimento come attribuito alla colpa altrui, mai alla propria.
      Una costante mai messa in discussione in profondità, e che, perciò, non riesce mai a esprimere capacità autoinibitorie attivate prima dell'impulso distruttivo. Diciamo che il loro super-ego collettivo è "invertito" rispetto a quello degli altri europei, al punto che gli è estranea ogni forma di riconoscimento-identificazione con il "non tedesco".

      Torna sempre a trovarci quanto più ti aggrada, che così ci divertiamo (almeno questo ci rimane), su queste analisi :-)

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    7. Il perfezionismo narcisista tedesco e' fantastico (me lo rivendo)

      E il perfezionismo narcisista porta alla disumanizzazione (l' uomo non e', e non sara' mai, per fortuna, perfetto)

      'Anfatti'.
      La storia ce lo dimostra!

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    8. Caro Knight,

      avresti dovuto dichiaralo in premessa che a questa tavola si sarebbe potuto fare anche psicoanalisi junghina ;.)

      Come sempre, abbracci grandi di appartenenti scalzi

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  7. L'analisi è come al solito ineccepibile, aggiungo che il livore antistato dal quale siamo ormai circondati, alimentato quotidianamente dal sistema mediatico, trova plauso e condivisione nei nostri concittadini come non avverrebbe in alcun altro paese europeo. L'italiano non solo non ha alcun rispetto dello stato e delle istituzioni, ma in fondo non ha mai troppo amato il sistema democratico, cui ha sempre preferito le soluzioni autoritarie, l'uomo forte che promette di risolvere i problemi da solo. E' la storia che ce lo insegna, e parlo anche della storia contemporanea. Dunque gli estremisti del liberismo trovano qui un terreno fertile nel quale perseguire i loro obiettivi di distruzione del welfare e, più in generale, delle strutture democratiche. Gianni Pinelli

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    1. E' vero, e' verissimo.
      Pero' gli italiani sono anche estremamente flessibili , per cui, se l'uomo della provvidenza alla fine ti porta al disastro, grazie al loro trasformismo (o alla loro flessibilita') ci mettono poco ad appenderlo ad una pensilina.
      Oggi purtroppo i responsabili della situazione non sono ancora idenficati dalla massa, ma sono sicuro che questa retorica dell' antistato e i loro propalatori (praticamente tutta la stampa) cominciano a rimanere indigesti alle stesse masse.
      E' vero anche che i responsabili sono a loro volta dei trasformisti (o dei badoglianti, per dirla con 48) per cui ce li ritroveremo numerosi sulla scena pubblica anche in futuro.

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  8. Concordo in pieno. Personalmente sono arrivato alla conclusione che il livello della spesa pubblica (e quindi della tassazione) sia direttamente proporzionale al grado di civiltà di un Paese in un certo momento storico, per cui ad es. è massimo in Svezia e minimo in Somalia. Il livello morale/intellettuale degli Italiani negli ultimi 30 anni si è parecchio abbassato, anche per colpa della demagogia diffusa dai media berlusconiani, per cui è anche "giusto" che la spesa pubblica si riduca, a danno della maggioranza.

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    1. Mi pare un pò semplificatorio. Qui non si parla del livello della spesa pubblica in relazione al grado di civiltà. Ma del fatto che la spesa pubblica non si taglia in situazione di stagnazione-recessione.
      Il livello morale-intellettuale italiano non ha molto a che fare con tutto ciò Se non nel senso che la spesa in istruzione e cultura diminuisce costantemente da decenni perchè "lo vuole l'Europa").
      La spesa pubblica viene tagliata da almeno 20 anni e la tassazione aumentata per inseguire un saldo primario, vluto da Maastricht, nonostante che, appunto, il calo della spesa sia una delle cause -insieme coi vincoli valutari- della mancata crescita e quindi del costante minor livello della base immponibile.
      Ti rinvio alle considerazioni sull'ouputgap e ai post su corruzione e origine del debito italiano dovuto all'onere degli interessi a seguito del divorzio.
      Il livello morale degli italiani, quindi non solo non c'entra poi molto, ma è parte della vulgata propagandistica colpevolizzatrice del PUDE, molto interessato a proseguire in una "punizione" che ha invece lo scopo della lotta al "lavoro", inteso come tutela dell'occupazione e del salario reale.
      E punire gli italiani di una colpa che non hanno (cioè l'eccessivo ammontare del debito e la fandonia della spesa pubblica eccessiva) con ulteriori dosi di smantellamento dell'intervento pubblico, a pressione fiscale che l'Europa non consente di attenuare, renderebbe diffidente dello Stato qualunque cittadino di qualunque paese.
      Il punto è che gli italiani, manipolati dai media di regime, se la prendono con lo Stato e non si rendono conto che la causa è l'Europa, che di tale Stato ha espropriato la sovranità monetaria e fiscale...

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  9. Siamo d'accordo, forse non mi sono spiegato bene. La "colpa" degli Italiani a cui mi riferisco non è la corruzione-evasione-sprechi ecc. (il problema esiste ma non è certo la causa della crisi), ma proprio l'antistatalismo, l'acquiescenza nei confronti delle privatizzazioni, l'infatuazione per il mercato come soluzione di tutti i problemi. Basta vedere quali partiti hanno votato negli ultimi 30 anni.

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    1. Diciamo allora che siamo al paradosso: l'unica cura per gli italiani sarebbe portare ale estreme conseguenze l'errore di cui sono infarciti.
      Solo che il problema è: chi e perchè li ha indotti in errore? E ancora, potevano evitare l'inganno di una propaganda che risale ai "giornaloni" fin dagli anni '80 e che si è impadronita di tutta la "cultura", specialmente quella ufficiale, accademica, trombona e compiaciuta?
      Chi ha levato anche una sola voce, contro il divorzio, i Carli, i Ciampi, i Draghi, gli Amato, tutto il teknocratico che passava per essere la versione presentabile degli italiani ed era invece il cavallo di troia dell'autoetichettatura, pro-domo germanica, di impresentabilità (di cui B. è più vittima che artefice, a ben vedere)?

      Perchè se ammettiamo che il "cittadino medio" ben poco avrebbe potuto fare per resistere (pensa alle povere creature nate dopo Maastricht, che non hanno mai visto null'altro che il "ce lo chiede l'europa" come massimo etico), più che al "cupio dissolvi" catartico, bisognerebbe pensare a una nuova Norimberga...

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    2. Mi pare che non ci sia molto da discutere. O gli italiani (i popoli) imparano a rendersi conto da soli, o le classi più istruite si impegnano a diffondere una maggiore consapevolezza, o sogniamo serenamente la catarsi e le Norimberga sui blog. Qartum non datur.
      Vi prego di riflettere sul fatto che il problema non sono i fatti economici e politici ma la disguaglianza culturale.
      Passo passo ci si arriverà, basta vedere l'interessante convegno sulle disguaglianze con Cesaratto, Acocella, Pivetti etc

      http://www.radioradicale.it/scheda/379355/le-ragioni-delleguaglianza-una-discussione-sullalmanacco-di-economia-di-micromega-il-ritorno-delleguaglian

      in cui finalmente si dice apertamente che la causa della crisi (e ovviamente la tendenza alla finanziarizzazione dell'economia a scapito delle attività veramente produttive) deriva dalla disuguaglianza economica.
      Un giorno poi si capirà che il problema di fondo è la tragica disguaglinza sociale (culturale e non solo economica).
      La gente non capisce i discorsi sull'economia e si limita a valutare in modo sentimentale sotto quale padrone stare; alla fine uno a l'altro fa poca differenza se non si prospetta una nuova visione della società basata su un limite alle disuguaglianze e al mantenimento delle rendite di posizione, a una democrazia in cui i rappresentanti rispondano pienamente e direttamente ai loro elettori.

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  10. Riguardo a esercito professionale ed esercito di leva...Il passaggio da un esercito di cittadini ad uno di professionisti segnò la fine della repubblica romana, tanto per citare un esempio dell'antichità del OT... Caio Mario creò lo strumento con le sue riforme, Silla diede un esempio di come usarlo poi Cesare portò il processo a compimento. E perdonatemi l'intervento del tutto fuori contesto.
    Ciao e grazie sempre dei post veramente interessanti.

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  11. Poiché il taglio di oggi è solo l'anticipazione del taglio che sarà necessario effettuare domani a causa del suo riconosciuto effetto pro-ciclico, pezzetto dopo pezzetto il perimetro dello stato si ridurrà fino a scomparire. Bene! Urrà! Grideranno i nipotini di Von Hayek. Cosa questo voglia dire lo si può vedere già oggi: in Somalia lo stato è così minimo che addirittura non esiste più. Il paradiso in terra per i neo-classici dunque e infatti non capisco perché non vi si siano ancora trasferiti tutti in massa. In fondo cosa ci potrebbe mai essere di male nel vivere finalmente in uno stato che più minimo non si può? Non so, ad esempio, che il signore della guerra di turno col suo esercito di professionisti e, meraviglia delle meraviglie, privato, preferisca onorare un contratto con una raffica di AK-47 anziché mettendo mano al portafogli. Naturalmente gli eredi potranno sempre fare valere le proprie ragioni in tribunale... Ah! Già, dimenticavo, li hanno tagliati per risparmiare.

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    1. Ma lo "Stato minimo" preconizzato dai "nipotini" non sarebbe sul modello somalo. Voglio dire, trasferirli tutti in Somalia è una grande idea (potrebbero arricchire di cultura neo-classica quelle terre flagellate dalla violenza un pò troppo primordiale): ma temo che loro intendano lo Stato esclusivamente come apparato di polizia e repressione a tutela del "loro" ordine pubblico. Quello in cui ogni forma di malcontento è teppismo-razzismo-deriva populista and so on. E che naturalmente punisca i reati contro il patrimonio solo se limitati per valore e incidenza: quelli seriali e di massa, sono solo incidenti di percorso dei mercati in cerca di equilibrio...

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    2. Il mio impegno personale nel magnificare le attrattive della Somalia è massimo tutte le volte che mi capita qualcuno di questi. Credo di non essere molto efficiente perchè sono sempre nei piedi a piccie! (o forse perché escono dalle fottute pareti : ma quanti sono i beneficiati? Io ho sempre pensato che fossero non più dell'1-10%)

      Restano in nostra compagnia (con amici di questo genere, chi ha bisogno di nemici), tu dici, per la sidrome Mr. Wickinson. Propendevo più per la vicinanza dei collaborazionisti che spremono la mucca a loro favore e tengono anche il cerino acceso in mano ...

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  12. Approvato dal Parlamento Europeo un disegno di legge per il bail-in dei depositanti sopra 100mila euro in caso di insolvenza banche...chi aveva detto che Cipro NON era un modello? Weidmann? Schaeuble?

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    1. Ora non mi ricordo in quale post :-), ma avevo segnalato che era già una proposta francese di direttiva che era passata per la Commissione e già trasmessa al Parlamento. Credo forse in qualche post su Cipro (...o era sul Portogallo? :-)
      Nun me ricordo bbbene: ormai siamo circondati e attaccano come forsennati da tutte le parti, senza incontrare resistenza (italiana)

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    2. Infatti il mio era un rafforzativo ;) Oh non vorrei dire poi della Slovenia, che sta iniziando pure lei a svendere i gioielli di famiglia. Ma si sa, come dice Rogoff, è colpa dei keynesiani se siamo arrivati a questo punto. Povera Germania, lo Stato è come un padre di famiglia, i debiti si pagano. Sono come pappagalli, ripetono la stessa tiritera all'infinito. La senti? "Rogoff, Rogoff, Rogoff"... ;)

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