domenica 5 maggio 2013

LA FALSA OPPOSIZIONE INGLOBATA NEL PUD€ NON HA NULLA A CHE VEDERE CON NIGEL FARAGE

Non si può più dire "salviamo la democrazia", implicando simultaneamente "da Berlusconi", per affermare di avere a cuore la democrazia.
Non si può più dire "difendiamo la Costituzione", pensando a Berlusconi che la vorrebbe alterare "per fare il presidenzialismo", per poter dire di comprenderne il valore di fronte alla illegittima invadenza dei trattati europei, così ostentata, così tangibile.
Non si può più dire "difendiamo il lavoro" o "combattiamo la disoccupazione", incolpando Berlusconi, dopo che, "senza" Berlusconi al governo, la disoccupazione ha raggiunto i suoi picchi e la recessione pure, mentre l'essenza dell'euro si è già manifestata come un aumento strutturale della disoccupazione e della sotto-occupazione.
E in realtà, non si può più neanche dire "debitopubblicobrutto" perchè creato da Berlusconi, per poter predicare l'austerità come soluzione.
E non certo perchè la maggioranza della gente abbia capito che con la crescita del debito pubblico Berlusconi c'entra ben poco. Quanto perchè, pur con il dovuto understatement mediatico, è venuta fuori la storia della falsificazione della ricerca che voleva dimostrare che l'ammontare del debito pubblico influenzasse negativamente la crescita (quando è piuttosto vero il contrario). 

E tutte queste cose non le si può più dire perchè chi le diceva governa insieme a Berlusconi ormai da quasi due anni ed è fermamente intenzionato a governare ancora con questa alleanza.
E non può dirle neanche la "nuova opposizione", per un motivo molto semplice: ha elaborato le sue rivendicazioni di protesta e le sue soluzioni "salvifiche" sull'idea che PDL e PD-elle, ipocritamente, fingessero di essere contrapposti.
Ma, la fine di questa ipocrisia, non consente più di identificare in "casta-corruzione-spesapubblicaimproduttiva" le cause della spaventosa crisi economica e sociale in cui siamo piombati.
La quale, in realtà, si scopre che si è prodotta in un arco di tempo così retrodatabile che esclude, se si usa il buon senso, di poter imputare il tutto a questo "inciucio" (anche se la consapevolezza esatta dei reali meccanismi non è poi così diffusa). 

Ancor più, la fine di questa ipocrisia, la cui denuncia era il "pezzo forte" per poter sostenere il "nesso causale" dello slogan anti-casta rispetto alla crisi, in realtà smaschera il vuoto del messaggio della "nuova opposizione", solo cosmeticamente diverso da quello di PDL e PDmenoL.
L'alleanza prolungata (e inevitabile) delle forze maggioritarie, infatti, fa comprendere l'unicità di contenuto delle loro politiche; ma non tanto nel sostenersi a vicenda nella creazione della "casta", che pure c'è, ed è certamente "brutta", ma non provoca la crisi pluridecennale italiana. E tantomeno autorizza a colpevolizzare gli italiani di questa crisi.
No, la "unicità di contenuto" sta nel produrre, sempre da decenni, ma ormai in modo clamorosamente evidente, cose come le manovre per rientrare nei parametri di Maastricht, l'austerità, il PAREGGIO DI BILANCIO, e anche il falso contrordine meno-austerità ma nel rispetto degli impegni assunti".
Cioè l'attuale ossimoro propagandistico che rende palese come si voglia continuare nelle vecchie politiche e come queste vecchie politiche non rispondessero tanto a "casta-corruzione", quanto agli interessi delle potenze dominanti in Europa. Interessi contrari non tanto a generici "interessi nazionali", ma ai principi e diritti fondamentali della Costituzione democratica.
La "nuova opposizione" ha fallito già e clamorosamente nel non individuare il carattere strumentale della "casta-corruzione" rispetto al vero disegno €uropeo di colonizzazione dell'Italia. E ora non ha strutturalmente gli strumenti per fronteggiare l'emergere di questa verità.

E per questo, che la "nuova opposizione" denuncia il suo vuoto: proprio perchè è grottescamente inadeguata a fronteggiare la VERITA'. La verità su cosa sia accaduto veramente in Italia negli ultimi 30 anni e, in particolare, da Maastricht in poi.
Questa verità sta emergendo sotto la spinta dei dati economici, delle spiegazioni di essi date in tutta Europa, che dico, in tutto il mondo, tranne che in Italia: e la "nuova opposizione" non è capace di dire questa verità, se non alludendovi con confuse allocuzioni infarinate di luoghi comuni, che colpevolizzano gli italiani esattamente come i nostri aguzzini europei. Cioè obiettivamente la nega. 
Ed è perciò prigioniera della sua "ascesa" e dei suoi slogan e, come tale, non all'altezza di proporre scelte coerenti con questa verità. Di cui, sebbene a diversi livelli, sempre più italiani si stanno accorgendo, con una crescita esponenziale.
Rendendo fastidiosamente connivente con gli interessi dominanti, antidemocratici e anti-costituzionali, che questa verità rivela, l'atteggiamento rabbioso e urlato di questa "nuova opposizione".
La quale non sarà riducibile a questo atteggiamento, nelle "intenzioni" composite che lo hanno sostenuto, ma in parlamento e nelle sue espressioni visibili non riesce e esprimere e a proporre altro.

In una estrema sintesi, il PUD€ è riuscito a compiere una clamorosa trasformazione: mutare l'identità della falsa opposizione piegandola al suo inesorabile disegno, superando strategicamente la precedente contrapposizione politica di facciata, e creandone una nuova.
Ma il complesso di ciò risulta oggettivamente al servizio degli interessi della oligarchia sovranazionale che distrugge la democrazia italiana.
Dunque una situazione in cui la mera presenza di questa "nuova opposizione" (presunta) nulla frappone al rafforzamento delle strategie di "pestaggio" euro-tedesche.
E risulta così funzionale a questi interessi, non tanto per la consapevolezza di chi si presta ai suoi slogan in buona fede, ma per insufficienti mezzi culturali di comprensione (fenomeno di sfondo ovvio e diffuso in tutta l'area UEM); questa "insufficienza" produce l'obiettiva irrilevanza nel contrastare tali interessi, se non la convergenza con essi, di tutte le soluzioni che la "nuova opposizione" sforna, come rafforzamento del suo slogan centrale "debitopubblicocastacorruzionespesapubblicaimproduttivabrutto".

E quindi no, caro Dagospia, Nigel Farage e l'UKIP non hanno nulla a che vedere con ciò che esprime Grillo, ma proprio nulla: perchè l'UKIP è un partito "fondato nel 1993, come reazione al trattato di Maastricht e alla nascita dell'euro", non per assecondarne, come Grillo, le parole d'ordine che colpevolizzano gli italiani e fanno il gioco delle oligarchie bancarie al potere in Europa.
E questo buttare le cose in "caciara", questa incapacità di distinguere e capire, è esattamente l'atteggiamento che consente la prosecuzione incontrastata dello smantellamento della democrazia. Mentre Nigel di cose che parlano della sovranità dei popoli e dei loro diritti costituzionali ne ha dette tante. Difendendo persino, come nessun altro ha mai fatto nel parlamento UE, la posizione italiana. E con un coraggio che in Italia non appartiene certo alla "nuova opposizione".

42 commenti:

  1. Ieri sera ne ha parlato anche Luttwak ( Dio ce ne scampi!) da Porro e Luca Telese, cercando di dimostrare come l'euro avvantaggi la Germania ed uccida l'Italia e parlando apertamente di suicidio europeo e di follia ideologica, ho creduto che per un attimo la Verità stesse per uscire allo scoperto ma ho dovuto velocemente fare marcia indietro in quanto l'hanno buttata immediatamente in caciara! Interessante l'intervento di Cofferrati che ha attaccato Luttwak (Dio ce ne scampi!)tacciandolo di liberismo e che l'euro ci ha fatto tanto bene ( a chi?).Ma Cofferati non era quello che sta cercando la strada a sinistra insieme a Rodotà? Grazie 48 per la tua opera di diffusione.

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    1. ma ti rendi conto la 'gnuranza (interessata) di Cofferati? Il bue che dà del cornuto all'asino. Il fatto è ce sto concetto di liberismo è abusasto per gli scopi più biechi (è un pò come il fascismo negli anni 70: non mi sta bene quello che dici? Sei fascista! Dico cazzate ridicole? Emmbè? So' antifascista!).
      Quanto a Rodotà e alla sinistra, siamo nella stessa tattica mistificatoria. Non credo ci possa sorprendere

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    2. qui le parti salienti di luttwak

      http://www.tubechop.com/watch/1163522

      http://www.tubechop.com/watch/1163540

      vorrei dire qualcosa su cofferati ...(ma anche su porro..california è economia come l'italia ,quindi se california ha il dollaro e va' bene anche italia con euro dovrebbe andare bene ) purtroppo in una certa misura i leader per essere tali vengono eletti e comunque accettati dalla gente...quindi il problema non è cofferati ma chi ha accettato cofferati...

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    3. A proposito di interessi, ma quale blocco sociale difendono cofferati o casaleggio? Mi chiedevo proprio chi potesse ancora avvantaggiarsi dell'euro e politiche connesse in questa fase e se fosse possibile trovare riscontri oggettivi nei dati pubblicati sui patrimoni dell'upper class. Per iniziare sono andato a spulciare le distribuzioni di ricchezza in Germania e Italia a caccia di differenze. Ho trovato cose interessanti ed ho pensato di condividerle qui.
      Immediatamente salta all'occhio come sia l'est a tirare giù la mediana in Germania.
      La Germania se consideriamo solo l'Ovest ha una distribuzione a spanne abbastanza simile a quella italiana, sopratutto se ci limitiamo ai 3 decili più alti (che di solito hanno casa di proprietà): con 500k euro di ricchezza netta si rientra nel famoso 10% più ricco in Italia come in Germania ( ma anche in USA siamo li). Non finisce qui però...
      Ci sono infatti notevolissime differenze ancora più "in alto" tra Ita e Ger! Per trovarle bisogna guardare proprio al top della distribuzione, ossia dentro l'1% o addirittura dentro lo 0.01% più ricco.
      Si deve guardare ai cosidetti UHNWI (ultra high net worth individuals) con patrimoni netti >30 milioni di dollari: il 30% della ricchezza totale (7000 miliardi $) detenuta da questi individui a livello Europa+Russia è, guarda un po', proprio in Germania (2000 miliardi $ in aumento) mentre in Italia questo assai influente segmento della popolazione controlla solo 220 miliardi di $ ossia 10 volte meno della Germania ! Sopratutto "i nostri UHNWI" sono in ritirata (-18% di ricchezza a/a e -13% di numero a/a)!
      Insomma apparentemente ci stanno rimettendo pure i Rockerduck de noantri (parliamo dei 2000 individui più ricchi d'Italia). Così è anche in Spagna (tabella a pag 58 http://wealthx.com/wealthreport/Wealth-X-world-ultra-wealth-report.pdf ).
      Se guardiamo esclusivamente all'eurozona, la Germania domina incontrastata con oltre il 55% delle ricchezze paperoniche UEM (un 13% è in Francia, solo il 15% nei PIIGS, a spanne). Interessante, no?
      A pag 7 del rapporto CapGemini http://www.ml.com/media/114235.pdf si trova una conferma. CapGemini considera anche i ricchi un poco più "poveri": gli HNWI (patrimonio finanziario netto > 1M$). Nel 2010 ci sono 900mila HNWI in Germania e solo 170mila in Italia ( ovviamente in calo a/a).
      Questi report sulla ricchezza magari sono imprecisi e statisticamente poco affidabili ma non sorprende che i nostri HNWI e UHNWI comincino a rifarsi i conti con l'euro pure loro, a parte ovviamente quegli specifici sottosottogruppi rappresentati dai vari Platerati e Cofferoti ( oh, ma a senso del ridicolo come sono messi?) . La compattezza del PUDE mi lascia sempre più basito... Ma come fa a restare ancora su questo altissimo castello di sabbia?

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    4. Belle domande.
      Una parte della spiegazione, sui nostri Ultra high e "high" sta nella tradizionale esportazione di capitali off-record, più che in germania (esportazione cui corrisponde una depatrimonializzazione solo apparente in Italia). UN'altra parte della spiegazione sta nel brano di Kalecky alla fine del post ultimo di Flavio: vera e propria chiave della colonizzazione autoimpostasi dalla classe dirigente (...?) italiana. Il che, a ben pensarci, ne conferma la povertà culturale veramente impressionante. Imbeccati dagli anni 70 che "la colpa è dei sindacati" per cui "in Italia non puoi fare niente" (poiszione ufficiale di gente come Scacciaburini, tanto per capirsi), hanno finito per "ipostatizzare" lo slogan come unica soluzione a tutti i loro mali. Accettando la perdita di competitività di prezzo in cambio dello spezzare le reni al lavoro. L'analisi economica prevalente svolta in Italia, continua a raccontargliela così e al massimo gli imputa di non aver fatto gli investimenti quando c'era il "dividendo dell'euro". Solo a raccontarlo mi viene la nausea

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    5. Grazie Quarantotto! Pare proprio la storiella di quello che si evirò (rinunciando alla competitività di prezzo) per fare un dispetto alla moglie.

      Mi spiace spingerti a ripetere le stesse cose... un po' è che son duro di comprendonio, un po' è che spesso mi pare tutto così assurdo.

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  2. Questo post chiarisce un po' la mia domanda nel commento al post precedente. Se da una parte l'UKIP si adopera contro la disinformazione europeista, dall'altra ci dicono sia una partito che ha nel suo DNA una visone abbastanza razzista. Oppure è sempre l'opinione pubblica europeista che tenta di screditare chi lavora contro l'euro?

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    1. La seconda che hai detto: basta andare sul sito dell'UKIP è troverai che si definiscono antiracist come prima cosa. Mentre se leggi un giornale piddino li definiscono come la Lega...?
      Quanto alle posizioni di UKIP sul mercato del lavoro non sono stabilizzate e per motivi molti simili a quelli relativi al m5s:
      The charm and frustration of Ukip is we have doctors who fancy themselves as tax experts, painters and decorators who know all about strategic defence issues, and branch chairmen, retired dentists, who understand the most intricate political solutions for the nation.
      http://www.guardian.co.uk/politics/2013/apr/27/why-ukip-scares-the-tories

      La verità? Enunciano il ritorno del well-being della middle class e dello small business e attraggono il 60% dell'elettorato da Labor e Liberal; solo il 40% dai Tories. Se queste sono le premesse a vorrano superare il dilettantismo dei "dentisti in pensione" che si improvvisano politologi e macroeconomisti e seguire le linee che Farage sostiene all'europarlamento, ci riserveranno delle sorprese molto più keynesiane di quanto non sia in grado di concepire i commentatori PUDE in Italia.
      Lo stesso "multiculturalismo" è soggetto a revisione in USA, e non dai tea-party: ma proprio per la sua insopportabile ipocrisia. Il politically correct è il regno del "diritto cosmetico", quello che cela la verità con un autoritarismo che cerca di tacitare ogni dissenso razionale. E quindi poter dire cosa significherà l'UKIP, oggi, mentre Farage ne sta organizzando le strategie è prematuro e superficiale

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    2. Bene. Anche io spero che le sorprese possano essere positive. Non mi abbandona cmq la preoccupazione, Basata sulla storia dell'essere umano. Infatti se la tendenza è sempre quella dell'homo homini lupus mi chiedo cosa possa garantirci che ad un sistema europeista antidemocratico, non possa sostituirsi (una volta abbattuto il PUDE) un sistema antiEURO , dal segno del tutto opposto, ma ugualmente antidemocratico. Purtroppo l'equilibrio e il raziocinio raramente nella storia sono riusciti a conciliarsi con il potere..

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    3. Il peggio non è mai morto: Ma come insegna Popper non nasce dal nulla e va verso i nulla: la dialettica storica fa riemergere gli interessi troppo a lungo sacrificati e ineludibili. NOn credo che sia possibile tutelare il potere d'acquisto della middle class con altro autoritarismo.
      Quello presente e stucchevole è poi un ritorno all'assetto socio-economico ante crisi del '29, cioè la vena restauratrice del capitalismo finanziario e oligarchico e "mondialista" (sovranazionale, come evidenziò Keynes): la reazione sarà simmetrica e contraria.
      Sarebbe generico pessimismo credere che si potranno ignorare i mezzi (Costituzioni democratiche) che hanno permesso la redistribuzione e la crescita. Il difficile sarà arrivarci senza perdere troppi prezzi per strada.
      Di questo parla l'ipotesi frattalica. E fondamentalmente il fenomeno Farage la avvalora :-)

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    4. E' vero "la dialettica storica fa riemergere gli interessi troppo a lungo sacrificati e ineludibili". A livello di ricorsi storici, Hegelianamente parlando, se la tesi è un periodo di crisi nera (quale quello che stiamo vivendo) o la crisi del 29, conosciamo bene cosa ha caratterizzato il momento di antitesi il cui superamento ha spianato la strada all'affermazione delle Costituzioni democratiche. Parlo chiaramente dei totalitarismi nazifascisti. Vedere il riemergere allo scoperto (che più o meno sommersi certi fenomeni non sono mai morti) di certi fenomeni https://www.facebook.com/pages/Movimento-Fascismo-e-Libertà/235458289826406 (guarda il primo post)
      se da un lato non mi fa troppo temere in un pedissequo revival del passato, dall'altro mi suggerisce che la reazione , l'antitesi, possa sfociare in fenomeni violenti, magari ancora sconosciuti. Per questo tendo a pensare che questo approccio dell' "attendiamo in maniera quasi zen che la verità emerga" rischi di essere "sormontato" da onde negative ben più poderose. Concordo con te che questo possa essere uno spauracchio cavalcato dai maggiore influencers europeisti, ma siamo così convinti che la costituizione democratica sia uno sbocco così storcamente necessario (seppur ce lo auguriamo tutti) e che come dici tu altro autoritarismo non possa crescere rigoglioso, magari non garantendo potere d'acquisto alla midlle class ma cavalcando lo scontento di altre fasce sociali? Più che generico pessimismo direi che abbiamo bisogno di un generico pragmatismo che individui quali siano i mezzi per far passare ora attraverso le istituzioni democratiche (a costo di grandi battaglie se pensiamo che per colpa del pude le istituzioni non siano piú un luogo tanto democratico) questo dibattito. Depurandolo da equivoci, impedendo che diventi propaganda al contrario di chi si vuole attaccare a valori (semplicisticamente) "antieuropeisti" per far passare qualche tetra ideologia. Mi andrò a guardare l'ipotesi frattalica che non conosco, grazie :)

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    5. Ecco guardatela. Magari mi eisparmi di ridire tante cose che, in effetti, in questo blog sono state già trattate. In una: l'euro-nazismo è già il picco della restaurazione autoritaria-oligarchica, vestita prima dell'idea suadente dell'europa (alterato abilmente) e poi divenuta la parola d'ordine farsesca. E ha già portato il conflitto in europa per la terza volta in un secolo, nell'acuirsi di ostilità irrisolvibili e nascenti dal violento assoggettamento di intere popolazioni a ordinamento democratico.
      Solo che la storia si ripete in farsa e adesso invece delle armate della Wermacht abbiamo l'euro e i trattati...

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    6. Mah, al di là di rileggere teorie, cosa che può essere utile (a volte, ma dipende dalle teorie), è il dialogo che favorisce la comprensione(reciproca). Io non posso risparmiarti di dire cose , anche se secondo te sono già state trattate, perchè qui ci stiamo confrontando, e quindi ciò che è stato trattato viene per forza di cose rimesso in discussione o limato dal confronto dei reciproci bagagli di conoscenza. Questa reiterazione dell'apparente "già trattato" è anzi una fonte preziosa di ricomprensione (che non è solo un ridire). Ho capito che per te stiamo già nel momento che io chiamavo di antitesi (e che tu chiami picco della restaurazione), secondo te siamo già nel momento peggiore visto che siamo già in guerra (non con gli eserciti). Temo che in realtà si possa scendere ancora più in basso se la reazione a questa fase non sarà appannaggio di una razionalità, appunto, comprensivamente dialogante (e purtroppo non è detto che sarà cosi). Cerchiamo di distinguere, i fatti, dalle loro interpretazioni (seppure per noi convincenti). Saluti

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    7. Non è del tutto esatto: questo in cui stai incorrendo è un equivoco che sorge spesso in occasione di post più strettamente "politici". L'inserimento dei links che rinviano a quelli più tecnici in cui certi passaggi sono illustrati da dati e analisi scientifiche, avrebbe dovuto farlo comprendere.

      Quindi in realtà non scrivo per confrontarmi con TE. Ma per fare una divulgazione scientifica che ci dia dei punti di riferimento non dettati dalle proprie opinabili impressioni, per quanto ben argomentate.

      Ti faccio un es; il post precedente di Flavio illustra molto bene dei meccanismi fondamentali per comprendere questa realtà e come siamo in una situazione paradossale di regressione della classe dirigente e del suo senso dell'interesse generale. Sul piano della teoria economico-monetaria più attendibile.
      Il post sulla teoria delle BC indipendenti o quello sul meccanismo dell'euro e la violazione dei trattati da parte della Germania, attestano dei fatti e dei dati, smascherando la dissimulazione operata da questa oligarchia e accettata dalla gente per via del condizionamento mediatico.

      Alla fine, se uno segue, si instaura un dialogo che è anche un percorso su un territorio comune di FATTI E PRINCIPI SCIENTIFICI VALIDABILI (e non ideologici).
      Se dunque si può "scendere più in basso" non è per via di una reazione all'euro, che in Italia è tiepida e fino a ieri assente, ma al contrario, per l'acuirsi dell'azione di un potere autoritario che si sente in pericolo.
      Preoccuparsi degli esiti di una reazione in quanto "più autoritaria" di quella che vorrebbe scalzare ha senso di fronte a fatti attestabili al di là delle mere ipotesi personali.
      E tra l'altro, di questa prospettiva di scenario abbiamo qui parlato: nella serie dei post OLTRE il PUD€.
      E anche, per altri aspetti, nel post http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/riflessione-frattalica-il-rischio.html, dove abbiamo esaminato il rischio di un neo-stalinismo.
      MA pensare che dalla nuova forma attuale di autoritarismo a trazione germanica che sconquassa la pace tra i popoli europei, si passi a nuove forme di nazionalismo-fascismo è un'idea conservatrice, del tutto funzionale al mantenimento dello status quo. Ed è un'idea anche falsificatrice, perchè è la germania la protagonista di queste pulsioni e quella che sta conducendo alla "reazione"; mentre su un piano più vasto, è la economia monetarista neo-classica che ha portato in generale ai nuovi autoritarismi antidemocratici. Come in Cile e in Argentina.
      LA reazione democratica in questi paesi c'è stata e preoccuparsi della fine di Pinochet o di Videla (o di Menes) in funzione di un immaginario arrivo di un naizonalismo guarrafondaio fuori dal tempo, cosa che qui abbiamo ampiamente confutato, è una preoccupazione paradossale. L'europa non ha bisogno di dubbi sul fatto di abbattere una tirannia, mentre è soggetta all'opera di distruzione più grande dal tempo del nazismo.
      Se poi hai delle teorie personali che prescindono dai dati e i fatti che vengono qui offerti, puoi aprire un tuo blog.
      Di blog si analisi politica (meta-economica e meta-giuridica) è pieno il web. Non ci sarebbe nulla di strano. Qui come metodo usiamo l'analisi economica del diritto.
      E se leggendo questo post (ma non i links) magari un lettore occasionale non se ne avvede, posso capire: ma questo non mi obbliga affatto a rinunciare all'opera di divulgazione su problemi scientifici che è qui svolta, per confrontarmi a titolo individuale con un commentatore di passaggio. E se vuoi approfondire, benvenuto: altrimenti, hai sbagliato indirizzo

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    8. Eh sì perchè il troll che si sbrodola di scientificità e opinabilità l'abbiamo già visto e, per la verità, ha un pò stancato.
      Arriva il tuttologo che straparla di filosofia, pensando che nominarla lo renderà atuorevole: cavoli!un filosofo, un epistemologo autoproclamatosi, e che si serve dei consueti strumenti trollistici per buttarla in caciara.
      Solo perchè la sua mission è quella di seminare il dubbio che l'uscita dall'euro potrebbe portarci all'autoritarismo e magari alla guerra. E combattila sta guerra! Rimarrai solo soletto mentre intorno a te la gente vorrà riprendersi la democrazia e la gente come te non vorrà proprio più ascoltarla

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    9. la cosa triste è che la 'storia' che senza l'euro c'è la guerra hanno provato a propalarla
      anche persone 'serie' come piga...quando l'italia è una base militare usa (con tanto di atomiche a ghedi e aviano) e in germania ci sono 200000 soldati nato (usa prevalentemente...) adesso puntano piu' su : fuori dall'euro c'è la miseria per l'orfano e il salariato perchè ci sara' l'inflazione...

      che in europa ci sia gia' una guerra lo certifica luttwak , un guerra di interessi e di banche che devone rientrare da crediti male allocati...pagata da piccoli propietari e giovani generazioni...dei paesi euromediterranei...

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    10. Ma 48, solo per fare un esempio: risparmi crollati dal 22% all'8% del reddito disponibile, disoccupazione prevista quasi al 13% e consumi in ulteriore contrazione...ma non sono già numeri da guerra questi?!?!?

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    11. Ma penso che il tipo (la cui replica polemica non meritava veramente la pubblicazione: siamo stanchi e abbiamo altro a cui pensare), si preocuppasse solo di affermare che senza l'euro, chè ci vuole bene "anche se è un compagno che sbaglia", dila gherebbe il razzismo e il nazionalismo e ogni più orribile pulsione umana. Dimenticando, anzi non sapendo nulla, delle OCA, cioè l'euro, che hanno sempre e stanno avendo proprio queste conseguenze. Ma son cose qui (e non solo) stradette: però lui le vuole ridiscutere perchè, sai, è un filosofo e non accetta di leggersi i dati che chiama "teorie altrui"....Quando c'è il complesso di superiorità e il master in tuttologia, che je devi dì?
      Ma il fatto che si affaccino questo tipo di troll sempre più spesso, è segno che gli "euromostri" stanno in difficoltà :-)

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    12. Mah, a me pare che con l'Euro e solo con esso noi italiani, greci, spagnoli, portoghesi ed irlandesi siamo stati trattati veramente come popoli inferiori dai nostri amici tecnocrati. Quindi se noi vogliamo uscire diamo il via al razzismo, sti qua invece che schiavizzano i popoli fanno cosa buona e giusta...vabbè, contento lui...

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    13. Guada dai vari tentativi colgo che la tattica è partire con "understatement", dandoti apparente ragione su questioni di massima, per poi arrivare a contestare le cose fondamentali (fatti, dati, analisi dimostrate in coomparazione con le teorie criticate, ma esposte puntualmente) con argomenti generici di tipo dialettico.
      Finora i più quotati:
      1) tu non puoi pensare che le tue "teorie" siano incontestabili e ho il diritto di discuterle a mio gusto e piacimento, senza neanche conoscere quelle che contesto, perchè tanto sono più bravo a pensare "a prescindere". Tanto è la tua parola contro la mia;
      2) le teorie economiche sono tutte opinabili e non si vede perchè non debbano valere quelle dei neo-classici che sono gli economisti più citati e accreditati (senza nemmeno vedere in quali specifiche discipline e secondo quali meccanismi euristici)

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    14. Che poi...citati e accreditati da chi? Dall'informazione o dal sistema universitario da "loro" controllati? E poi: se contestano le tue teorie, perchè invero non contestato anche le altre (le "loro")? Due pesi, due misure: non è proprio il metodo migliore per il giudizio "super-partes" di cui questi signori si credono portatori "a prescindere", come giustamente ben dici. Credimi che 'sto paternalismo e questa (presunta) superiorità non le sopporto più... mi ribolle il sangue... Non oso immaginare a te...

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  3. Che dire... il tuo post centra perfettamente il cuore del problema ovvero il multicrinito e barbuto leader non è affatto il grimaldello antieuro che tante persone speravano. Risulta altresì indigesto questo recente appiattimento riguardo alle mirabìlie del mercato del lavoro alemanno (da copiare, of course), alle sospirate "invasioni" salvifiche che in fondo ci meritiamo e a tutta una serie di uscite non ultima l'intemerata nei confronti del prof. Becchi, reo di avere detto una cosa che - stando così le cose - sarà inevitabile. Parlando con amici mi si dice " ma la Base conosce la realtà e i fondamenti della crisi": sarà così ma evidentemente all'interno ci sono problemi di comunicazione perchè il vertice ortottero, quello che "io ci metto la faccia", non sembra essere intenzionato a cambiare registro. Non è rendicontando mentine e caramelle che ci si rimette in carreggiata.

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    1. Certamente: questo gioco "la base sa bene come stanno le cose e non bisogna dare peso alle posizione espresse ufficialmente" sta diventando una grande bufala. La base, per arrivare al 25%, è invece necessariamente infarcita in abbondanza di livorosi anti-Stato e anti debito pubblico (come ho evidenziato nei links di questo post rinviando a precedenti analisi puntuali).
      E in questa palude di consenso facile mi paiono impantanati, tanto più che la massa dei parlamentari è manifestamente in linea con i "livorosi"

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  4. Condivido tutto.
    Il coraggio è la prima cosa che colpisce in Farage se contrapposto ai i nani italici.
    Grillo non è minimamente paragonabile a Farage perché non ha mai preso posizioni così nette e coraggiose.
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.
    Ezra Pound

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  5. sto leggendo in questi giorni un libro che racconta le atrocità compiute in Argentina e Cile dai sostenitori della Scuola di Chicago e non posso fare a meno di pensare alla Grecia e all'Europa di oggi. Mi chiedo se ci troviamo anche oggi di fronte ad una "attenta esecuzione di un piano di miseria pianificata". purtroppo la risposta sembra ormai evidente.
    grazie per il lavoro svolto dal blog.

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  6. l'opposizione cosmetica o "NUOVA opposizione" è la NOVITA' di codesta legislatura. è curioso come tutta la grancassa retorica di beppe e casaleggio contro casta e corruzione decrescita e deflazione per pensionati e dipendenti statali finisca per corroborare le tesi IPER-EURISTE di monti, barroso e le oligarchie euro-finanzcapitalistiche . forse sarebbe il caso di chiedersi: ma beppe e casaleggio "ci sono o ci fanno?". escludiamo il caso che ci siano (forse non tanto per il piazzista barbuto, è solo un frontman, un ex-comico, ex-venditore, non ha alcuna visione politico-strategica), e consideriamo il caso che ci fanno. bene. quale vantaggio economico e di benessere per gli italiani può venire da una impostazione politica che di fatto favorisce il "partito" di monti?. naturalmente è solo una domanda retorica, l'ottimo 48 ha dato risposte più che esaurienti per la bisogna.
    la macchina 5stelle di casaleggio è un esperimento, messo in campo , appunto dalle oligarchie finanzcapitalistiche, (vedi le amicizie che contano di casaleggio) per occupare, neutralizzandolo, lo spazio di chi dice NO. e come si fa? lo schema è quello delle campagne pubblicitarie.il messaggio non deve far riflettere, e quindi portare il singolo a distanziarsi dal contesto dato, e non deve neppure essere tanto invasivo da monopolizzare lo spazio mediatico (altrimenti "il lusso è un diritto" ci porterebbe a desiderare di spaccare le vetrine dei rolex invece di comprare la y10)ma deve sedurre , a tal punto da rinviare al referente, l'auto di marchionne.il punto delicato di tutta la faccenduola (e che rende fragile la macchina 5stelle), e che mentre il messaggio pubblicitario è palese ed il singolo se vuole ha tutti gli strumenti antropologici per dargli l'importanza che merita, nel caso di casaleggio lo slogan pubblicitario, (arrendetevi!, la fantasia al potere,vecchi arnesi ripescati dall'armamentario destrorso e sinistrorso..), travestendosi da slogan politico deve occultre la sua natura pubblicitaria e quindi affaristica, (col messaggio azzeccato si indirizza traffico, utenza, profitti sul sito ecc.) . e come fa casaleggio ad occultare la natura affaristio-pubblicitaria della sua macchina 5stelle? il segreto sta nella credibilità del frontman, in questo caso l'imbonitore ligure. per difendere tutto l'ambaradan bisogna che casaleggio si occuli e che la vannamarchi della politica occupi da DA SOLO tutta la scena politico mediatica. il punto è che grillo è il punto di massima forza e nel contempo il punto di massima debolezza. da qui il culto della personalità, l'autoritarismo- verticistico, l'espulsione cinica di chi osa criticare soltanto.non solo, ma per mantenere viva l'attenzione del cittadino-attivista-spettatore bisogna che nel frullatore-blog del savonarola barbuto vengano frullati slogan a getto continuo, non importa se uno contraddice l'altro, non vale il culto della personalità?, e poi bisogna evitare che l'immedesimazione con uno slogan specifico porti a spaccare le vetrine. da qui i repentini dietrofront (abbiamo scherzato!) dopo manifestazioni di finto-protesta.non meriterebbe affatto spendere più di una parola sul fenomeno da baraccone dell'm5s, se non fosse che codesto oggetto occupa truffaldinamente lo spazio proprio dell'opposizione democratica.

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    1. Mi auguro anche che ciò sia noto anche per gli altri post che abbiamo speso su questo complessivo fenomeno. Che tra l'altro non si esaurisce in Grillo e che avrà ulteriori manifestazioni future (sai, l'evoluzione procede per tentativi e si perfeziona sotto la spinta delle riproduzione fino alla sopravvivenza del fittest).
      Occhio al web! La sua crescente importanza ne fa già ora un vettore di esperimenti di controllo e manipolazione. E non abbiamo ancora visto nulla...

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    2. ringrazio 48 per aver ospitato il mio commento nel suo blog. credo che se si voglia dare respiro ad un'autentica opposizione popolare, patriottica ed antieurista bisogna fare di tutto perliberare l'aria dalle tossine propalate dalla macchina m5s.da ciò il mio contributo, spero.non darei molta importanza, e per fortuna! aggiungo, alla ATTUALE capacita del web di orientare lo spirito pubblico, grillo ha sfondato, perchè ha sfondato in tv e nelle piazze.certo se un partito-azienda web-business oriented , si chiami m5s o f8k dovesse agguantare il pacchetto di controllo parlamentare, allora si che cambierebbe di colpo costituzione, democrazia, e persino il MODO di rapportarsi tra gli umani.dall' homo sapiens all'homo cyborg..

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    3. Ma sai sul web lavorano "in previsione", tutto è già pronto, comprsa la scnasione dei tempi programmati nelle dark rooms dagli influencers. Il tempo è dalla loro parte: FB e twitter sono solo delle prove generali del paradigma di comunicazione apparentemente orizzontale. Gli influencers hanno pazienza e patterns molto precisi sulle reazioni e sui tempi. E certamente: calcolano anche l'interazione con altri media e le potenzialità che ne derivano

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    4. Ma sai sul web lavorano "in previsione"...io non sarei così pessimista, almeno fino a quando esisterà la facoltà degli umani di prendere le distanze da qualsivoglia contesto.in effetti a questo mira la web-politica, lasciar passare l'idea che il "mondo" della rete sia il migliore dei mondi possibili, occultandone il lato manipolatorio.negli anni '30 del secolo scorso il fenomeno dell'estetizzazione della politica usato dalle classi dominanti per neutralizzare la fruizione non elitaria dei prodotti culturali, dovuta allo sviluppo dei massmedia, era già ben presente ad un certo walter benjamin.l'estetizzazione della politica, la "creazione" del leader, insomma, permette la reductio ad unicum dell'AGIRE pubblico.benjamin ('opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica) d'altro canto proponeva come antidoto la politicizzazione dell'arte, che nel caso del web, significherebbe, niente di meno che il controllo democratico, non tramite la rete, che è una sciocchezza alla beppegrillo, ma DELLA rete stessa.


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    5. Non si tratta di pessimismo:
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/03/oltre-il-pud-2-oil-and-finance-thats-all.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/monopoli-e-oligopoli-dalle.html

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  7. io concordo sul giudizio che date dei vertici del M5S, ma allo stesso tempo bisogna ammettere che è l'unico partito in cui alcuni membri hanno parlato alla camera dei deputati puntualizzando il fatto che i parametri economici che inseguiamo sono senza giustificazione razionale e che ad essi stanno venendo sacrificate troppe cose.

    mi limito a osservare che fra altri partiti dichiarazioni del genere (come quelle della deputata M5S Castelli) non si sono mai sentite.

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    1. Sulla Castelli hai ragione. Però il suo discorso non può dirsi un "prodotto" coerente con il resto delle dissonanti iniziative e dichiarazioni del movimento.

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  8. La forza politica che si definisce "opposizione" rischia, a mio avviso, di essere una semplice "fronda" della maggioranza al Governo, o comunque uno strumento che, nei fatti, contribuirà a rafforzare la legittimazione del PUD€.
    Tre, i fattori critici:

    a) il fatto che assumano a fondamento del loro pensiero e della loro azione politica le stesse premesse ideologiche liberiste (meno stato più mercato, lo stato cattivo, la burocrazia vista come moloch da abbattere, la crociata contro il pubblico impiego, etc...);

    b) il fatto che non si sforzino di comprendere la reale natura politica della legittimazione ricevuta con le elezioni. Come giustamente interpretato da Munchau e da buona parte della stampa estera, il voto di febbraio è stato -de facto- un voto contro l'austerità e contro le politiche imposte dall'Unione Europea. Tuttavia, il M5S si ostina a non considerare questo fattore, presumendo una legittimazione di tipo anti-politico, non andando oltre l'impatto scenografico dell'apriscatole poggiato sui banchi del Parlamento e continuando a non rispondere alla chiara DOMANDA DI NUOVA POLITICA che promana dall'elettorato, limitandosi a neutralizzarla nell'ambito dei luoghi comuni e della "politica urlata";

    c) la scarsa democraticità e l'assenza di qualsiasi dibattito interno, così come la ancora più scarsa autonomia di pensiero concessa ai parlamentari eletti, che consolida agli occhi dell'uomo della strada l'immagine della presunta opposizione come metodologicamente fascista e, di converso, l'attuale maggioranza PUD€ (PD-PdL), come l'unica alternativa praticabile per difendere la democrazia (che in realtà stanno uccidendo).


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  9. Buongiorno,
    vorrei chiederle un chiarimento. Quando dice

    "è venuta fuori la storia della falsificazione della ricerca che voleva dimostrare che l'ammontare del debito pubblico influenzasse negativamente la crescita (quando è piuttosto vero il contrario).",

    cosa intende per "è piuttosto vero il contrario"? Immagino significhi che é la bassa crescita a far aumentare il debito pubblico rispetto al PIL. Perché che un alto debito pubblico rispetto al PIL sia correlato con una bassa crescita non é comunque messo in discussione dall'articolo che rivisita i conti (errati) di Reinhart e Rogoff. Solo non c'é più la soglia del 90%. Il link al paper é questo: http://www.peri.umass.edu/236/hash/31e2ff374b6377b2ddec04deaa6388b1/publication/566/ , trovato su vocidallestero.

    Spero questo sia considerato un contributo costruttivo. Con stima,
    Gian

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    1. Lascio che siano altri a rispondere nel merito, peersonalmente non credo che miriti spenderci altro tempo. In effetti, ne abbiamo parlato tante volte di questa bufala. Che era visibilmente tale anche prima che si si scoprisse ce erano stati esclusi dal rilievo dei dati i paesi contraddistinti da crescita outstanding nonostante il debito sopra (immaginaria) soglia. E' quasi ingenuo dover ancora accreditare gli sproloqui neoclassici, anche solo per confutarli.
      Il problema è l'inversione causale e la negazione del moltiplicatore fiscale negativo, elementi che sono assorbenti di ogni altro delirio, fallimentare, in termini di crescita, prodotto dagli induttivisti (che non solo non sanno rilevare i dati e li alterano, ma non sanno leggerli)

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    2. Mi scuso se le mie domande e i miei commenti sono ingenui, ma ogni tanto approfitto del dibattito aperto nei commenti per chiarirmi le idee, in modo da poter meglio discutere con i miei conoscenti, siccome é solo da qualche mese che sto cercando di approfondire ciò che so, su questo sito, su goofynomics e sul libro di Bagnai. Dalla sua risposta sono contento di aver capito che cosa intendeva nel post.

      Siccome poi non é sempre ovvio chi sia ancora fermo su posizioni neoclassiche e chi stia "badogliando", mi permetto di chiederle una conferma su questo editoriale di Alesina (che probabilmente non avrebbe voluto leggere, ma lo riassumo sotto...)

      http://www.corriere.it/editoriali/13_maggio_04/due-sceltte-credibili-alesina_bfdf2200-b478-11e2-bb5d-f80cf18001da.shtml

      dove si dice che bisogna tagliare le tasse (addirittura aumentando il deficit...) per lasciare più reddito disponibile.

      Al di là della fattibilità di questa proposta all'interno delle norme che ci siamo dati, se ho capito bene i suoi post precedenti sui vari moltiplicatori, essa sarebbe inefficace perché un taglio delle tasse ha solo moltiplicatore 0,9, mentre un aumento della spesa pubblica ha moltiplicatore 1,7, o sbaglio? Alla fine, tra quelli che riconoscono il ruolo della domanda, mi sembra sia questo uno dei punti che distinguono chi é di "sinistra" da chi é di "destra".

      Questo commento sarebbe piu appropriato nel post
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/il-moltiplicatore-il-pareggio-di.html , ma spero vada bene anche qui.

      Grazie per l'attenzione,
      Gian

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    3. Direi anche di più: il fatto è che si sono autoobbligati col pareggio di bilancio in Costituzione a coprire ogni sgravio fiscale con equivalente taglio della spesa.
      Secondo il premio nobel Haavelmo (e in definitiva secondo il FMI), il taglio della spesa è più recessivo dell'espansione di reddito determinata dall'alleggerimento fiscale (per Haavelmo la manovra in parità determina un differenziale pari a 1 rispetto alla spesa pubblica effettuata: cioè diminuisco di 100 le tasse e di 100 le spese, il minor PIl è pari a 100; più o meno gli studi FMI lo confermano, con variabili complesse).

      Insomma, poichè spesa e investimenti sono determinati essenzialmente dall'aspettativa di vendere i prodotti e di avere reddito disponibile in futuro (auspicabilmente cresciuto come l'inflazione), la pensata di Alesina, non trova alcun riscontro nella realtà: gli investitori non investiranno, aspettandosi piuttosto che la domanda cali (cioè che ci sarà ancora recessione) e la gente, vedendo aumentare la recessione e le prospettive di disoccupazione e calo dei redditi (se sono un professionista o un negoziante, ho meno clienti), non consuma. Aumentando ulteriormente la recessione

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  10. (cito uno sgangheratissimo articolo , speriamo che almeno i virgolettati citati siano corretti )

    Casaleggio (agli eletti m5s) :' «Macroeconomia, chi vi ha detto che vi dovete occupare di macroeconomia?» '

    http://www.lastampa.it/2013/05/07/italia/politica/il-m-s-sogna-il-doppio-euro-casaleggio-stoppa-i-grillini-9nBEW2cYWLH7z1O3F7DpwO/pagina.html

    Qui invece gli sloveni che protestano per difendere la costituzione (sigh...) e intanto si beccano l'inizio della cura 'alla greca'...


    Lubiana aveva promesso però all’Ue che nel documento che sarà presentato il 9 maggio alla Commissione ci sarà anche la data dell’introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione e l’avvio della riforma del regime referendario. Ebbene non ci sarà nulla di tutto questo. Sull’introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione i partiti di maggioranza e opposizione stanno litigando aspramente. Il governo vuole spostare la data dal 2015 al 2017 ma domenica non si è trovato alcun accordo neppure sul compromesso del 2016. Per quanto riguarda il referendum la discussione in Parlamento è slittata, ergo nel documento che sarà portato a Bruxelles spiccheranno due importanti caselle vuote.

    Ma la gente non ci sta. Dalle strade e piazze riempite nei mesi scorsi da migliaia di manifestanti ieri gli “arrabbiati” sloveni si sono raccolti nel Cankarjev Dom a Lubiana, proprio davanti al Parlamento, e hanno dato vita al Primo Parlamento popolare. All’iniziativa hanno aderito 40 diverse organizzazioni di protesta. Il messaggio lanciato ai politici è chiaro: «Non toccate la Costituzione senza prima aver interpellato il popolo». «Per le modifiche della Costituzione circa il pareggio di bilancio e il referendum - spiega Rok Zavratnik uno dei leader dell’iniziativa - i politici stanno mercanteggiando tra di loro sotto le spinte delle varie forze internazionali senza ascoltare la voce e la volontà del popolo dimenticando che senza il consenso del popolo oggi la Slovenia indipendente non esisterebbe». Gli “arrabbiati” non vogliono soprattutto che si renda più difficile l’accesso allo strumento referendario. «Ci trattano - spiega ancora Zavratnik - come dei bambini piccoli che non hanno alcun diritto a decidere mentre siamo tutti buoni a pagare e foraggiare le casse dello Stato». L’ira monta, la pazienza è agli sgoccioli. Lo dimostra il fatto che addirittura il 94% dei cittadini pensa che i ministri e i deputati dovrebbero innanzitutto diminuirsi gli stipendi. Certo non si risanerebbe il bilancio dello Stato ma se bisogna soffrire è giusto che soffrano tutti. Elite comprese.

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/05/07/news/la-slovenia-in-crisi-preleva-l-1-da-tutti-gli-stipendi-1.7012487

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    1. Caro Robert,
      a parte l'ovvio sugli stipendi dei privilegiati (un must già visto) è evidente che gli sloveni non hanno subito 30 anni di lavaggio del cervello come gli italiani. E che ragionano ancora con la propria testa (forse perchè la loro Costituzione democratica è una concquista più attuale e non la danno per scontata senza conoscerla).
      In Italia una reazione democratica del genere è impensabile

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  11. Tratto da un' intervista a Farage:
    "La mia visione dell’evoluzione della societá umana é che se vogliamo avere scuole, ospedali e stato sociale, per avere tutte queste cose devi creare profitto! Perché é grazie al profitto che la gente paga le tasse. E ció che abbiamo adesso in questa unione europea é qualcosa che si definisce libero mercato ma che in realtá è totalmente controllato dagli stati, completamente nelle mani di grandi banche e multinazionali, che sta bloccando la genuina libera impresa e le piccole, medie imprese dal nascere e svilupparsi, e stiamo assistendo alla bassa crescita, a un disastroso indebitamento, un vero brutto affare per coloro per i quali, io credo, queste cose sono state pensate e realizzate: la parte debole della societá. Dobbiamo fare soldi, realizzare profitti, dobbiamo competere con il Brasile, con l’India, con la Cina e con tutto il mondo intero in via di sviluppo. Ma tutto ció che stiamo facendo é avvolgerci in un mantello che dice: “Oh, si puó lavorare meno, si deve guadagnare di piú,” “si puó andare in pensione prima.” Non funziona. Non paga. Una volta pensato attentamente a tutto questo, il mercato é ció che dà profitto, il profitto ci dá le tasse, le tasse ci danno il buono stato sociale in ogni stato libero.

    E ancora:

    Il mio partito non é anti-europeo affatto. Vogliamo un’Europa con cui fare affari, collaborare, saremo perfino ottimi vicini di casa. Personalmente ho un grande affetto per l’Italia e gli Italiani, e per 7 anni, quando facevo un lavoro diverso quando ero nel business, ho avuto un’agenzia a Milano ed ho speso un sacco di tempo a girare l’Italia, in affari con aziende italiane. E, come ho detto in precedenza, noi non siamo meglio, non siamo peggio, siamo certamente, peró, molto differenti da voi. Rimaniamo con le nostre proprie forme di governo, monete, lingue, culture. Saremo uniti, faremo affari, saremo amici e buoni vicini e ci siederemo attorno a un buon piatto di spaghetti con il vostro delizioso vino, e saremo amici. Ma non dovremmo essere forzati insieme nella stessa unione politica, e il mio partito continuerá a portare avanti questa politica, per un Regno Unito libero, indipendente e democratico, non governato da Herman Van Rompuy, Barroso o altri orribili insignificanti burocrati che adesso stanno comandando le vite di 500 milioni di persone, nei fusi orari europei."
    A chi piace questo neoliberismo spietato?
    Farage vuole superare a destra (mica facile)l' UE...

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    1. Diciamo che su queste idee casca l'asino.
      Ma allo stesso tempo non supera a destra l'UE.

      Perchè il liberismo attuale consiste nel massimo del libero mercato per il lavoro, unito alla protezione dell'oligopolio e del monopolio (spesso originato da privatizzazione) dal lato della produzione.
      E il tutto per assicurare, attraverso un sistema di credito che punta alla deflazione a ogni costo, profitti costanti (in crisi) o crescenti (sempre a scapito della quota salari) a favore del sistema finanziario.
      Che finisce di fatto per caratterizzare tutto il capitalismo: tant'è che la grande industria è finanziarizzata nella gestione principale, incluso il collegamento col credito retail del prodotto, e ovviamente nella proprietà (dominanza di governance bancarie e simili, con intrecci a idra).
      Solo questo tipo di capitalismo riesce a imporre il lavoro-merce.
      E formalmente Farage lo combatte, evidenziando, con giusta enunciazione, che gli Stati sono normalmente catturati dagli oligopoli finanziari che fanno cartello quando si tratta di controllare i governi (sostanzialmente nelle loro mani).
      Quindi la sua visione è in buona parte corretta, perchè presuppone una concorrenza perfetta (posizione semmai ingenua), che lascia intatta la difesa del lavoro dalla mercificazione e il potere di acquisto dello stesso che è indispensabile complemento della domanda interna, per produrre anche su investimenti e quantità che rendono possibile competere all'estero.
      Quello che manca a Farage è una visione dell'importanza keynesiana dello Stato in termini di intervento che consente la libera iniziativa privata regolata dal profitto: cioè prende solo questa seconda parte dell'affermazione keynesiana e dimentica la prima.
      Ma in qualche modo, non so con quanta coscienza, (un errore molto comune, dovuto alla confusione tra keynes e la socialdemocrazia super-tributaria che caratterizzò la redistribuzione fino agli anni 70, in funzione di neutralizzazione della minaccia "bolscevica")la implica per intero, dato che sono inscindibil.
      La vera destra-reazionaria di questi anni è però finanziaria e oligopolista. E pone il rischio delle crisi del mercato solo a carico del lavoro e appunto della piccola intrapresa.
      Vedremo come Farage preciserà o meno, con più coerenza e attendibilità, la sua "politica economica"...

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