giovedì 7 novembre 2013

I GATTINI CIECHI FIGLI DEL FISCAL COMPACT DIVENNERO LEONI DIVORATORI-1

1- PREMESSA IN BASE AL SALDI SETTORIALI DELLA CONTABILITA' NAZIONALE.
Il deficit di bilancio italiano, cioè l'indebitamento pubblico, attuale, per espressa ammissione della nota di aggiornamento del DEF (e per estenuanti discussioni stile "sesso degli angeli", come vedremo), ammonta a 3,1 punti di PIL.
Ora noi sappiamo che questo deficit pubblico è matematicamente composto (in proporzione diretta) dal saldo positivo del risparmio del settore privato e (in proporzione inversa), dal saldo delle partite correnti con l'estero.
La formula risulta (T-G)= (S-I)- (X-M+RNE), quest'ultimo fattore composto, a sua volta, è sintetizzabile nel CAB, cioè current account balance
Allo stato, a un deficit pubblico di 3,1 corrisponde un attivo CAB, cioè della partite correnti con l'estero, di circa 0,6 punti. Dal che si deduce che il risparmio del settore privato (famiglie e imprese), è stimabile nella risultante di 3,7 punti di PIL.
Ma sappiamo anche che questo deficit corrisponde anche, nella sua pratica totalità, alla corresponsione di una parte degli interessi passivi sul debito pubblico.

2. La restante parte dell'onere di questa corresponsione di interessi dovrebbe essere fronteggiata dal saldo primario, cioè dalle maggiori entrate dello Stato rispetto alle spese.
Tale ultimo saldo, sempre a quanto si dice nel DEF, è stimato, per l'anno in corso, in 2,4 punti di PIL
Quindi, e i calcoli "quasi" tornano, la misura del deficit di bilancio sommata a tale saldo primario dovrebbe darci l'incidenza totale sul PIL degli interessi passivi
Il DEF la indica in 5,4 punti di PIL: ma lo fa evindentemente sottostimando il deficit stesso al "programmatico" 3%, e non all'attuale ed effettivo 3,1 (infatti 3,1+2,4 darebbe in realtà 5,5; ma si tratta di una sottostima accettabile, per ora: salvi effetti, inevitabilmente aggravanti la recessione, determinati dalla manovrina di aggiustamento in questa misura).
Da notare che il saldo primario, in sè, indica con un certa approssimazione (tanto più significativa quanto più si sia in un ciclo economico negativo, per crisi da "domanda") due aspetti. 

3. Il primo di essi è la misura - approssimativa- dell'output-gap (che potrebbe essere superiore allo stesso saldo primario, in funzione dell'applicazione ad esso di un moltiplicatore fiscale "congiunturale" superiore all'unità):  tale saldo è infatti, mediante maggiori imposte o minor spesa pubblica, un drenaggio di liquidità dalla domanda aggregata
Comunque, cioè, il saldo primario determina una minor crescita del PIL, che è provocata dal seguire politiche fiscali restrittive in situazione di debolezza della domanda (interna ed estera).
Ed infatti, ad un saldo di 2,4, corrisponde una recessione attuale di 1,8, che è esattamente la misura del saldo stesso meno l'attivo CAB registrato (2,4 - 0,6).
Come avvertito, il vero e proprio output-gap potrebbe essere anche superiore al saldo primario, dato che detto "gap" non si limita a includere la misura di un'eventuale recessione, ma indica l'intero scostamento del PIL effettivo rispetto a quello realizzabile in situazione di pieno impiego dei fattori della produzione (forza lavoro e impianti). 
Questo ci conferma la via seguita dai governi filo-€uropei, per ora senza successo, per tornare alla crescita: comprimere fiscalmente la domanda interna, - e quindi, con essa, i consumi composti in modo preponderante da importazioni -, per perseguire un attivo commerciale estero. Una via suicida, come abbiamo già visto.
Anche nel 2012 questa calcolo "empirico" torna quasi del tutto: abbiamo avuto un avanzo primario al 2,5 e un disavanzo (deficit) del CAB pari a -0,3; il che indicherebbe una recessione effettiva a circa 2,8 punti, anche se l'Istat ufficialmente accredita una recessione 2012 a -2,5, che implicherebbe un pratico pareggio del CAB a fine anno. Potrebbe dipendere dal sistema e dal momento dei rilievi, cioè dal "se" essi siano stati fatti in modo temporalmente comparabile ed omogeneo.
Ma dipende anche dal fatto che questo output-gap 2012 è una variazione negativa del PIL rispetto alla crescita "naturale" del 2011, variazione che si è innescata, a seguito delle manovre fiscali scatenate dalla lettera BCE e dall'irrompere di Monti, su una debole crescita 2011 che, in assenza di tali folli manovre, sarebbe altrimenti stata, appunto, intorno allo 0,3 (e che grosso modo, in ipotesi, si sarebbe riflessa anche nella prima parte del 2012). Col che i calcoli tornerebbero al centesimo.

4. La seconda cosa che indica (sempre tendenzialmente) il saldo primario è anche quanta parte dell'onere del debito pubblico è corrisposta al settore estero.
Qui la misurazione esatta risulta un pò più spinosa, perchè pur sapendosi approssimativamente quanta parte del debito pubblico è attualmente in mani estere, non è agevole determinare l'esatta corrispondenza dei rendimenti medi,
E' da presumere ad es; che il settore estero si tenga in mano emissioni a lungo termine, particolarmente vantaggiose, di debito emesso alla fine degli anni '90, tra la fine del periodo di "convergenza" verso l'euro e l'introduzione dello stesso.
Sappiamo però che, a seguito dei rivolgimenti avvenuti sul piano dell'austerità fiscale e delle politiche BCE di sostegno monetario alle banche (i famosi LTRO), il debito estero-detenuto dovrebbe essersi ridotto in misura pari a circa il 40,4%, mentre la restante parte è in mani italiane.
Ciò ci dice che, grosso modo, dei 5,5, punti di PIL di onere degli interessi, una parte rimarebbe in Italia, per 3,27 punti, e una parte andrebbe all'estero per 2,23 punti, il che equivale quasi del tutto al 2,4 di saldo primario. 
Il rendimento del debito "trasferito" all'estero si conferma "tarabile" in funzione del possesso dei titoli ad alto rendimento e di lungo termine sopra menzionati.

5. Abbiamo pure visto, se sono riuscito a farmi seguire fin qui, che il risparmio privato annuale è, allo stato dei dati disponibili, pari a circa 3,7 punti di PIL.
Ma questo, appunto, in base alle risultanze della contabilità pubblica, è composto per la sua parte preponderante da interessi corrisposti sul debito pubblico. 
In altri termini, è da suppore che il risparmio privato "effettivo", non determinato da trasferimenti di interessi, (non la sua misura assoluta "contabile" determinata come abbiamo visto dal sistema della contabilità nazionale) dovrebbe essere pari a un mero 0,43.
Per determinare i percettori del restante ammontare "approssimativo" dell'onere degli interessi pubblici mantenuto in Italia, dobbiamo pure considerare che l'87% del debito, in media, appartiene a soggetti finanziari (bancari principalmente) e solo il restante 13% circa alle "famiglie" (inclusivo delle imprese non finanziarie oltre che dei privati cittadini). 
Dunque, allo 0,43 di risparmio privato - che corrisponde però anche a profitti collocati in riserva dalle imprese di ogni genere, incluse le banche- dobbiamo sommare un 3,27x0,13= 0,42 di interessi corrisposti, presumibilmente, al settore NON bancario-finanziario italiano.
Senza farla troppo lunga, poichè dovremmo esattamente scorporare dallo 0,43 i profitti "autonomi" del sistema bancario-finanziario, possiamo dire, sempre per approssimazione deduttiva, che il sistema bancario italiano realizza all'incirca un risparmio di ben oltre 3 punti di PIL (circa 47-48 miliardi).
Il che ci indica anche, in misura altrettanto approssimativa ma "corrispondente", una fondamentale componente del credit crunch attuale: cioè del risparmio non erogato al settore privato non finanziario che, nel totale, è stata stimato, appunto, da Bankitalia in oltre 3 punti di PIL "medi" nel 2013 (figure 2 e 3).

6. In pratica, la contabilità nazionale per "settori", conferma che le banche utilizzano la liquidità conferitagli dalla BCE per acquistare debito pubblico ed incassarne gli interessi, ma non convertono tale liquidità in prestiti all'economia reale.
E' da dire che lo stesso studio Bankitalia conferma che le sofferenze bancarie, cioè i crediti ad alto rischio di non restituzione, "veleggiano" ormai verso i 9 punti di PIL (140 miliardi), giustificando il serpente creditizio che si morde la coda attuale.
Ma tutto ciò altro non indica che tutto il sistema del risparmio privato è in una sostanziale trappola della liquidità, cioè non si trasforma in investimenti nell'economia reale: intesi come ricostituzione e realizzazione di impianti produttivi vecchi e nuovi. Questo fenomeno è il combinato di bassa domanda, in particolare interna, e di interessi sempre decrescenti a seguito della concomitante spinta deflattiva che investe l'Italia e in realtà praticamente tutta l'area euro.
Tant'è che, un altro studio Bankitalia, ci dice che la contrazione degli investimenti lordi, per il solo anno 2012, è (parrebbe essere: fig.8.1) stata di 1,5 punti di PIL; mentre nel 2013 sarebbe prevista una, ancorchè debole, ripresa.
Ma così non è stato, dato il "volume" del credit crunch ed il differenziale conseguente del costo del denaro rispetto agli altri competitori dell'area-euro, che ci dà una misura della recessione 2013 data da un punto di PIL in meno di consumi e da un'ulteriore flessione degli investimenti di circa 1,4 punti (infatti la recessione sarebbe all'1,8 ma dalla risultante negativa di consumi e investimenti, - 1+ 1,4-, occorre sottrarre lo 0.6 di saldo positivo del CAB).
In pratica la ripresina dell'esportazione sta avvenendo senza nuovi investimenti e senza sostituzione di quelli obsoleti, esclusivamente con smaltimento delle scorte e con sfruttamento del residuo potenziale produttivo.

7. Il governo, invece, e la stessa commissione UE, si aspettano, a giustificare la ripresa, rinviata per l'ennesima volta "all'anno prossimo" (in questo caso al 2014), proprio una ripresa degli investimenti privati (!), sia pure, per la Commissione, più moderata del previsto e del necessario...e muovono pure un rimprovero, sebbene continuando a predicare austerità maggiore sui conti pubblici!!!
Ma in situazione di "trappola della liquidità", corrispondente a un risparmio bancario del tutto scisso dall'economia reale, nonchè di ulteriore forzata limitazione del deficit fiscale, - unita alla prospettiva di raggiungimento del pareggio di bilancio "tecnico-contabile" costituzionalizzato (-0,5)-, la pratica impossibilità di investimenti pubblici aggiuntivi, addirittura tagliati dalla legge di stabilità per i prossimi 3 anni, rende praticamente irrealistica questa previsione.

8. In assenza di un sostanziale incremento degli stessi investimenti, ma anche dei consumi, pubblici, gli investimenti privati non si sbloccheranno: non ce n'è ragione logica al mondo e gli animal spirits si tengono stretti la propria liquidità, non volendo rischiare in un sistema con un domanda ulteriormente indebolita dalle politiche fiscali insistite imposte da Bruxelles.
Si tratta di uno dei principi fondamentali dell'economia keynesiana: esattamente quella che a Bruxelles non conoscno più. Preferiscono il "meraviglioso mondo di von Hayek" del "libero capitale" in libero mercato...senza Stato.

23 commenti:

  1. RESISTANCE IS FUTILE?

    Come in un crescendo rossiniano, fretta e concitazione salgono nelle platee condotte magistralmente al gran finale.
    Che dire dopo Munchau in Der Spiegel , sui proclami della rinnovata Große Koalition che, dopo aver ricostruito con rigore austero la verginità perduta – son calvinisti, mica maiali - riaffila i coltelli alla conquista del mondo globale con darwiniana concorrenza?
    Che dire dei Quisling euristici italioti, quelli con le “UE steel balls” – meglio sarebbe “stars balls” per le balle spaziali che continuano a raccontare forse credendole vere -, quelli la cui etimologia è “uomo con il bottino nel sacco” decreteranno il prelievo forzoso, quei in Barba-a’-papà “democratici progressisti” della “zona grigia” suadono la vittima sacrificale?
    Senza parole, varco le colonne per scoprire come il lancio sul “mercato” di una società “cinguettante” che fattura 500 mln di US$ perdendone, dopo risanamento, 50 mln di US$ all’anno riesca in un sol giorno a capitalizzare nell’azionario qualcosa come 18 mld di US$.
    Saran questioni di fede, ma io sono agnostico.

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    1. Ma vedi Poggio, la domanda è: come faranno a legittimarsi ancora i governanti attuali e futuri (di cui si è visto ieri da Santoro lo spettacolo inquietante), una volta che di ciò che ci aspetta, in pratica, se tieni conto di quanto emerge dal post, "non abbiamo ancora visto niente"?

      Come direbbe Kalecky, qui si pone una "questione politica di prima grandezza". Si può dominare ancora una società dissolta nei suoi livelli minimi per mano dell'intervento pubblico che dovrebbe sostenerla?
      Questi qui sono dei follli irresponsabili. Vanno dritti verso la rivolta sociale, senza esitazioni e ripensamenti.
      Dicono di poter ancora rinegoziare in Europa: ma ogni giorno che lo "dicono" la forza negoziale si assottiglia in funzione di ciò che "fanno"

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    2. Al grotesque del pifferaio preferisco le cosce dell'Ambra Juvinelli di Totò. Considera '48, ma è ormai evidente che gli ossimori autoreferenti - quelli più "scaltri" stanno occupando salvagenti e scialuppe della "casta-concordia" - sono inconsapevoli "coscienti" di un network inarginabile, resistente, consapevole e competente che cresce - brace sotto le loro ceneri - e alimenta aggregazione.
      A loro ".. 'l naufragar m'è dolce in questo mare", ma "con quali pietre si (ri)costruirà" saranno le coscienze civiche, mai sopite come la Storia racconta, prima o poi .. a ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità, a me m'è capitata questa :-)

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  2. Qualcuno, credo, dovrà prendere una decisione, soprattutto dopo questa notizia:

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2013/11/08/taglia-rating-Francia-AA_9585569.html

    Che conferma quanto sempre detto in questo blog ed in quello del prof. Bagnai. Ormai, è come se leggessimo la Storia con mesi di anticipo......

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    1. Il rating finanziario si adegua all'economia reale: perchè lo spread francese non sale? Perchè la Germania ne sta acquistando i bond. Il che prelude a quella vulnerabilità di tipo ricattatorio che abbiamo sofferto nell'estate del 2011.
      E dire che l'arroganza di Sarkò a quel tempo non toglie che oggi abbia la pretesa di ripresentarsi.
      E' chiaro che la via d'uscita sta proprio nella ratifica politico-elettorale che può venire dalla catarsi "Le Pen"; ma in Italia, al momento, paradossalmente, siamo messi peggio su questo piano...Basta aver visto la totale vuotezza di Renzi ieri da Santoro.

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    2. Io credo che prenderanno decisioni piu' in seguito a fatti come questi che si susseguiranno sempre piu' incontrollabili:
      http://www.vocenuova.tv/news/023-bretagna-esplode-la-rivolta-dei-berretti-rossi.html

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    3. E come potrebbe essere diversamente? NOn è che la Le Pen sia un fenomeno avulso da un substrato sociale che, letteralmente, è stremato e non ne può più.
      Ma solo se non si sente colpevole; di debito eccessivo e di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Magie italian-PUDE!

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  3. Ciò che la gente comune non è in grado di capire, per quanto glielo si spieghi, è che in queste condizioni non è assolutamente possibile fare politiche espansive anche se avessimo le risorse per farle.
    A meno di spiegare prima agli italiani:"Sì, vi aumentiamo gli stipendi e creiamo nuovi posti di lavoro, ma mi raccomando, fate i bravi e comprate solo prodotti italiani".
    Finchè perdurano questi squilibri sui tassi di cambio reale, sarebbe come aprire un pò di più il rubinetto dell'acqua in una vasca da bagno bucata.
    Si tornerebbe a perdere PIL via CAB.
    Insomma una vera e propria trappola che prevede un'unica uscita, che è quella dall'euro.

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    1. Certamente l'effetto di Maastricht + adesione all'euro (senza cambia praticamente moltissimo), è quello che dici: ma proprio per questo, occorre informare sull'inversione di spiegazione circa il nesso causale tra deficit/debito e mancata crescita che viene oggi effettuata.
      Comunque, il post avrà un seguito che delinea la grande truffa in cui ci fa incorrere questa spiegazione invertita e tutt'ora amplificata a reti unificate (addirittura clamorosa un'intervista di Lutwak pubblicata oggi sul sussidiario.net, in cui le spara talmente grosse che non sai quanta incompetenza o quanta malafede tea-party sia prevalente)

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    2. Concordo. Ne spara alla grande... robe dell'altro mondo...

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    3. E come diceva Petrolini "in nun ce l'ho co' tte, ma co' quelli vicini a te che nun te buttano di sotto", leggi: giornalista italiano che gli lascia dire quelle solenni "imprecisioni"..

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    4. Ecco sì; ma non ti attendere che la cosa sia ascoltata da soggetti come Renzi o Brunetta (notare che si tratta di parti solo apparentemente contrapposte, nella migliore tradizione ital-PUDE) . A loro questa €uropa sta molto bene e di ritorno alla legge bancaria del 1936, ovvero a un neo-Glass-Steagall, nulla sanno e nulla vogliono sapere...

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    5. Ma chi? Cochi e Renato? Von Renziek e Brunettels? No scherzi, che vuoi che mi aspetti da loro, nulla se non il peggio. Pensa te che Renzi non ha mica proferito una parola su quanto detto da Prodi (domanda retorica nat.)? Eh no, perchè lui è del PD, ma non è del PD. E Brunetten invece? Che dalla "ridotta" della Valtellina non aiuta Lett(ier)a a "battere i pugni sul tavolo" a Bruxelles vista l'imminente deflazione in salsa tricolore (dopo quella greca)? Eh no povero, si giustifica lui, innanzitutto perchè al tavolo nun c'ariva. Secundis: Uè, mica possiamo mettere i bastoni fra le ruote alla Grande Germania?!?! Non sia mai che il servo si ribelli al padrone. A loro nun je frega. Capisco Renzi, ma almeno Brunetta, essendo professore di Economia, 1+1 sa farlo eccome. Il Pude regna sovrano. Purtroppo. E a molti lava il cervello in loop. Almeno qui si respira "speranza".

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    6. Qua dobbiamo riprendere il pud€yrikon :-)
      Almeno oltre alla speranza se famo pure du' risate...

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    7. Ridiamo anche con Dago va'... gran bel titolo! ;)

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  4. "In pratica, la contabilità nazionale per "settori", conferma che le banche utilizzano la liquidità conferitagli dalla BCE per acquistare debito pubblico ed incassarne gli interessi, ma non convertono tale liquidità in prestiti all'economia reale."

    Non mi è chiaro cosa intendi che le banche non "convertono tale liquidità in prestiti all'economia reale". Se ho capito bene LTRO sono le riserve della BCE e come tali le banche non possono prestarle ai privati ma possono comprare i titoli dello stato. Le banche non sono limitate con le riserve per fare i prestiti ma valutano il rischio e di conseguenza decidono. Se le condizioni economiche sono negative esse riducono il credito nonostante l'eventuale disponibilità delle riserve. Solo dalla spesa dello stato (o dall'export) puoi finanziare direttamente il settore privato. Ma per questo ci vuole la sovranità monetaria che noi non abbiamo.

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    1. 1) i saldi settoriali, da cui sono ricavate le corrispondenze evidenziate nel post, confermano i fatti per come sono (le cause dei quali sono gli squilibri commerciali interni all'area, che determinano trasferimento di liquidità verso i paesi in surplus, lasciando i debitori alle prese con un debito pubblico che il corso della stessa moneta+ l'austerità non gli consentono di ridurre veramente);

      2) LTRO non ha nulla a che vedere con "riserve" (?) della BCE: questa liberamente amplia la base monetaria del suo balance sheet per continuare a sostenere la liquidità del sistema bancario, arrestata dal blocco del credito interbancario intra-area;

      3) acquisita tale liquidità, a seguito di carry trade (utilizzato peraltro anche per le erogazioni di M1 alle banche al di fuori dei LTRO), le banche possono farci ciò che ritengono giusto. Il credit crunch è determinato dall'incertezza della restituzione, a sua volta determinata dalle suddette cause di distruzione della domanda aggregata...

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  5. 48, grazie della risposta.

    Per me è molto importante capire come funziona il sistema, perciò vorrei chiarire alcuni punti della tua gentile risposta da punto di vista contabile.

    2) LTRO quando erogato diventa passività nel bilancio BCE e va assegnato al conto della banca ricevente presso la BCE ed iscritto come attività nel bilancio della medesima.

    3) Cosa può fare la banca con questa liquidità? Certamente può comprare i titoli di stato (carry trading) e così nel suo bilancio dall'attivo diminuisce quota della liquidità "LTRO" e aumenta quella di titoli di stato. Il passivo della banca rimane invariato.

    La seconda opzione è prestare la liquidità "LTRO" nel mercato interbancario.

    Se banca decide di erogare un prestito ad un'azienda cosa succede dal punto di vista contabile? La banca aumenta la sua passività di bilancio accreditando il conto deposito dell'azienda e contemporaneamente iscrive all'attivo il prestito. Il denaro LTRO che era contabilizzato al attivo non entra nell'operazione o mi sbaglio?

    Quel denaro LTRO entra in funzione solo quando l'azienda utilizza il conto deposito per fare i pagamenti presso altre banche, ovvero, non esce mai dal circuito banche-BCE.

    Ecco, non vedo come le banche che hanno ricevuto la liquidità LTRO possono darla al settore privato (economia reale).



    2) nel bilancio

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    1. Wow! Sei veramente socratico! Fingendo di voler capire stai dando la tua interpretazione strettamente contabile dell'operazione LTRO per dimostrare...cosa?
      Che la BCE si cura solo di salvaguardare l'interesse del sistema bancario, che è a sua volta il primo interessato, ottusamente, alla deflazione E PROPUGNA L'AUSTERITY CHE PRENDE I SOLDI DI QUELLI A CUI POI NON SI VUOLE FARE CREDITO?
      E che per il resto, messo in sicurezza il sistema bancario, la stessa BCE, tra "lettere" e "condizionalità" (dove sempre alla deflazione salariale si mira) fa di tutto per raffreddare e deprimere la domanda, distruggendo anche la rete di sostegno pubblico, determinando le condizioni di rischio nell'erogazione del credito?

      Le banche rifornite di fondi a 3 anni per risanare i propri bilanci e "anche" per guadagnare mediante il carry trade, si rimettono in una situazione più sana per l'ammontare corrispondente.
      Dimentichi, chissà perchè, il collaterale junky bonds vari che entravano nel balance sheet BCE, alleggerendo ulteriormente i bilanci della banche (certo per 3 anni).

      La liquidità di sistema (bancario) è sicuro che aumenta. La capacità delle banche di assumere il rischio del loro mestiere invece, stranamente, rimane invariata.
      Infatti, la restituzione del LTRO alla scadenza dei tre anni, nel complesso dell'operazione è facile facile ...salvo che l'economia reale non tavolga tutto con le sofferenze: ma questo è un altro discorso. Le banche hanno voluto, anzi imposto, che queste fossero le politiche fiscali (Stato brutto, crea inflazione!, introduciamo pure il pareggio di bilancio!).
      Insomma come ho detto si "conferma" che è un'operazione volta a fornire liquidità al sistema bancario e contemporaneamente a consentirgli di lucrare con i differenziali di rendimento sui titoli sovrani a scadenze entro i 3 anni (senno il giochino non è del tutto sicuro).
      Poi le banche stanno meglio o stanno peggio di prima in corrispondenza della liquidità praticamente gratis avuta e dell'alleggerimento dei collaterali affibbiati a BCE?

      E se stavano-stanno meglio chi gli impediva di fare credito alle imprese in una situazione di interessi in calo, spread decrescenti e con Monti che sicuramente, secondo voi, stava risanando l'economia?
      GIA', CHI GLIELO IMPEDIVA?
      O forse che ben sapessero la verità?
      Cioè che le politiche di Monti e di..bundesbank, cioè quelle volute dal sistema bancario europeo nel suo complesso, e che, "ufficialmente", acclamavano come risanamento, non c'entravano nulla col risanare l'economia reale?

      Ma pensa un pò; se la BCE avesse usato direttamente i fondi dei 2 LTRO per acquistare debito sovrano dei paesi in difficoltà, avrebbe consentito agli Stati un alleggerimento immediato e un discreto spazio di manovra per sostenere l'economia...in deficit. Orrore!
      .
      Invece se dai quegli stessi soldi alle banche per fare debt shuffling, avvantaggi solo le banche e le ragioni del credit crunch rimangono tutte intatte.
      C'è qualcosa che non torna in un sistema in cui la BC pensa solo all'interesse delle banche e in definitiva le tiene esenti (in quella fase) dai rischi suscitati dal sistema monetario e FISCALE che esse stesse, in tutta Europa, hanno imposto!
      Possono risanare i bilanci, guadagnare soldi, pubblici, provenienti DALLE TASCHE DEGLI STESSI CONTRIBUENTI A CUI POI NON VOGLIONO FARE CREDITO e tenersi l'amato euro, senza mettere in contestazione il demenziale sistema del tetto del deficit e l'idea che il debito pubblico aumenti come conseguenza della mancata crescita e dei connessi squilibri commerciali determinati esclusivamente dall'euro.

      Insomma alle banche questa BCE sta benissimo, questo euro, questa non-politica fiscale, e NULLA interessa che da ciò derivino le condizioni del credit crunch (dato che continuano a sostenere che l'economia reale cresca con "moneta forte" e deflazione salariale: cioè senza domanda)

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    2. Una domanda surge spontanea:
      Quali "titoli", di che "natura" e rating, sono richiesti in garanzia da BCE all'erogazione del LTRO al bancario-finanziario?
      (da divulgare - dare al volgo i(n)gnorante - il gioco delle "tre tavolette" che il sempre ottimo <A HREF="http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/10/31/SPY-FINANZA-La-bomba-a-orologeria-nascosta-tra-banche-e-mercati/2/440152/> Bottarelli </a> descrive con devastante efficacia :-) )

      ps: come sganascio ancora ripensando quando in occasione dell'emissione del 2° LTRO del drago, commentando un blog economico della "rabbia do' mar" su FQ ("A Ma' daccene 'n altro mezzo LTRO") s'innescò lo sputtanamento globale del cervello in esilio, ma certamente esiliato :-)

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  6. 48,

    non volevo scrivere un testo lungo ma l’analisi (non solo contabile) delle operazioni monetarie servono proprio per dimostrare quello che hai scritto nella tua seconda risposta che pienamente condivido. L’operazione LTRO di per sé non aumenta la capacità delle banche di erogare il credito all’economia reale ma serve per altri scopi che hai evidenziato.
    Penso che se la gente capisse come funzioni il sistema monetario uscirebbe per le strade immediatamente (non mettiamo assieme neanche il sistema fiscale).

    Sono molto, ma molto insofferente quando sento utilizzare le categorie del tipo: risanamento dell’economia, riforme strutturali, essere virtuosi, vivere al di sopra delle possibilità, vendere il patrimonio dello stato per diminuire il debito, debito pubblico brutto, mercato efficiente, più Europa, euro irreversibile per giustificare l’austerità ed il disfacimento del welfare.

    Trovo ripugnanti i dogmi economici su cui si basano le ricette di vari A&G, SuperMarii perché questi signori non sono ignoranti, ma capiscono benissimo le conseguenze delle politiche disastrose che predicano o mettono in atto.
    (Cosa dire a uno che candidamente dice di aver messo in atto le politiche volte a comprimere i consumi interni? Si può prefigurare un reato di violenza economica? Non credo che l’elettorato dia il mandato di essere impoverito/depredato.)

    Sento che questo sistema sprigiona una violenza economica inaudita che in qualche modo deve sfogarsi. Auspico che essa non provochi come reazione quella fisica.

    Mi chiedo come agire per uscirne fuori democraticamente? Come tradurre in azione politica il cambiamento?
    C’è chi dice di fare il nuovo partito anti-euro. Ci sono i sondaggi che in tal caso comunque prevedono la vittoria del PD. Alcuni dicono di infiltrarsi nei vari partiti e di agire con la base per arrivare ai vertici. Personalmente non vedo praticabile in tempi accettabili il proselitismo politico del genere. Vorrei che ci fosse un novo soggetto politico che segnasse il punto di discontinuità. So che non è facile ma può succedere in realtà.

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    1. Prendo atto che concordi.
      Solo un elemento: in base ai soli differenziali guadagnati sui rendimenti dei titoli rispetto al costo del prestito LTRO e in base, non dimentichiamolo, alle plusvalenze realizzate sui titoli in precedenza detenuti, le banche hanno non solo risanato i bilanci, ma disponevano di liquidità eccome. Tanto per dire che i LTRO non hanno solo immesso liquidità delimitata a M1-M2 e non trasponibile in credito aggiuntivo potenzialmente erogabile.
      Poi può essere che non ci abbia capito nulla. Ma rimane il fatto che il risparmio privato cui dà luogo il deficit pubblico, anche e specialmente nella situazione attuale, finisce in risparmio intrappolato nelle banche..che predicano le riforme strutturali e l'austerità.
      Quanto ai soggetti politici: la forza dilagante delle cose qualcosa creerà.
      Però non è un problema di cui mi senta investito.
      Mi limito, nel mio (molto) piccolo, a proporre modelli legali-razionali conformi a Costituzione

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