mercoledì 5 giugno 2013

FRATTALE DELLO "SBARCO IN SICILIA"? QUANTO RESISTERANNO GLI "ZELOTI IDEOLOGIZZATI"?

Vale la pena di ribadire che l'ipotesi frattalica, in una logica di divertissment previsionale (dato che non si crede ad un valore "analitico-scientifico" di essa ma solo sintetico-intuitivo), ripercorre l'idea del parallelismo ricorrente tra il presente e le vicende che si svolsero in Italia tra il 1943 e, a ben rifletterci, il successivo 1948 (anno di promulgazione della Costituzione).
Ovviamente, ma non sarà ovvio per chi sia in prevenuta malafede, prevedere non significa "auspicare", quanto piuttosto cercare di disporre in anticipo di strumenti per comprendere e agire rispetto al perseguimento di determinati, e soggettivamente variabili, obiettivi (questi sì possono essere oggetto di preferenze, di "speranze", di ideali, di scelte sul modo in cui dovrebbe configurarsi una società. E questo modo, sotto molti profili, è illlustrato nell'analisi costituzionale e economica costantemente portata avanti su questo blog).

Ciò premesso, oggi ci occupiamo di tracce frattaliche dello "sbarco in Sicilia", prendendo spunto da questo intervento di Lorenzo Carnimeo che, attento come sempre, anticipa la segnalazione di un argomento che ci accingevamo a trattare.
Ed allora, nel quadro di una situazione conflittuale che vede la Germania scardinare gli equilibri europei per la terza volta in un secolo, al fine di affermare la propria egemonia politica, questa volta con mezzi finanziario-commerciali, prendiamo le mosse da questa notizia: La Fed pronta a comprare BTP. Gli USA, preoccupati del Medio Oriente vogliono stabilizzare il Sud-Europa". (Notizia, ci segnalano, confermata anche da Wall Street Italia, con accenti leggermente diversi)
Si tratta di una "voce" trapelata come "prospettiva anticipatoria", non ancora di un "fatto": e dal punto di vista comunicazionale, accettiamo che possa trattarsi di un "fattoide" cioè una creazione che vive tutta all'interno della realtà mediatica. Ma quest'ultima, nella società cibernetico-mediatica globalizzata, ha comunque un suo peso. E comunque ci aiuta nella previsione frattalica, che se avesse simili conferme in "fatto" diverrebbe una descrizione cronachistica più che un canovaccio previsionale.

Diciamo subito che questa "voce", nel caso specifico dedotta dall'evidente implicazione di una dichiarazione di Bernanke, ha dei precedenti nel culmine della fase critica del 2011.
La prima aveva questa veste:  "The Center for Economic Policy Research wants the Fed to act as Europe's lender of last resort". Si connetteva più esplicitamente a ragioni di incapacità delle istituzioni europee di agire in modo anticiclico, assoggettando milioni di cittadini europei a "inutili sofferenze".
Si giustificava nell'ambito legittimo dello stesso mandato della Fed, senza ancorarsi a mere ragioni filantropiche e altruistiche: "The Fed has a mandate to promote full employment within the United States. Avoiding a recession caused by a financial crisis in Europe certainly falls within this mandate".
E la prospettiva aveva come fonte un'anonima serie di economisti di tale "Centro" di studi di politica economica così in origine motivata:
"Economists say a breakup of the currency union could throw the world back into the kind of crisis that reached its nadir in 2008 and 2009, destroying trillions of dollars in wealth and causing millions to lose their jobs".
Ovviamente, pur mirandosi a evitare l'euro-break, si era consapevoli del profondo significato politico di ciò: una logica che presupponeva la decisiva influenza USA nel garantire gli equilibri in Europa, fondata sulla incapacità di leadership UE-BCE-Germania.
L'analisi finale pare tratta da...goofynomics, a dimostrazione della ragionevolezza assoluta dell'analisi economica lì condotta (la  data è il 30 novembre 2011, nonchè a dimostrazione che, come dice lo stesso Bagnai, egli ha solo usato normali strumenti di analisi economica su cui solo un pregiudizio politico-ideologico impedisce, in Italia soprattuto, di convergere. Nell'intervista in commento, infatti, si ha una eloquente sintesi del ciclo di Frenkel-Minsky.
Nel 2011, da parte di un isituto economico di Washington:
"The "debt crisis" of Europe was not caused by profligacy (prodigalità nella spesa pubblica), but by the collapse of bubble-driven growth and the resulting financial crisis — most prominently in the US but also in the euro zone. Prior to this collapse, these countries had mostly reduced their debt burdens, with the exception of Greece. And even the Greek debt problem of two years ago was manageable with minimal intervention from the European authorities.
So this is not really a debt crisis at all, nor a crisis caused by governments over-borrowing. It is a crisis of policy failure. The whole mess has been caused by the failure of the European authorities to engage in the proper monetary and fiscal policies to restore growth; in fact their forced austerity has made it much worse.
Why use this power for Europe and not for Zimbabwe or Japan or other heavily-indebted countries?
Japan can take care of itself, and doesn't really have a debt problem anyway. Its net interest payments on the debt – which are what matters, not the gross debt/GDP ratio — are still under 2 percent of GDP. As for other countries, the Fed is not responsible for them. The main reason for intervening in Europe is that the European authorities are threatening to push the US economy into recession".
La stessa voce era ripresa qui, in un'intervista a Dean Baker, co-direttore del "centro" prima citato: "Time for the Fed to take over in Europe", il 29 novembre 2011. Con ulteriori interessanti considerazioni geopolitiche di commento:
"This doesn't mean giving the eurozone countries a blank check. The Fed can adjust the interest rate at which it guarantees debt, depending on the extent to which countries reform their fiscal systems. For example, if Greece and Italy crack down on tax evasion, this can be a basis for allowing a lower interest rate. If they allow their wealthy to freely evade taxes, then this can be a basis for raising rates. The difference between a 2.0 per cent interest rate and 7.0 per cent interest would be a powerful incentive to eliminate corruption and waste. (Probabilmente oggi agli USA è molto più chiara come la storia dell'evasione in Italia non solo sia un pò diversa da come era configurata in quel momento, ma anche correlata a un livello impositivo direttamente causato dalle politiche imposte dai parametri di Maastricht, ndr.)
The idea that a foreign central bank would intervene to affect a country's monetary policy should not be alien to people in the United States. The Chinese central bank did the same sort of intervention in the United States back in the years 2004-2006...
...Of course, this sort of intervention will look horrible from the standpoint of the eurozone countries. It will appear as though they cannot be trusted to manage their own central bank and deal with their own economic affairs.
Unfortunately, this is the case. They have entrusted the continent's most important economic institution to a group of ideological zealots who are infatuated by the sight of low inflation rates, even as whole economies collapse in ruins and tens of millions of people needlessly go unemployed.
Perhaps the Europeans will respond to this affront by putting some serious people in charge of the ECB who are committed to maintaining a functioning economy in the eurozone. If that is the outcome, it will be a win-win for all involved. But if they can't rise to the task, we should not allow the ECB ideologues to wreak havoc on the lives of tens of millions of innocent people in Europe, the developing world, and here in the United States."

E' evidente che gli USA constatano che "il gruppo di zeloti ideologizzati" sia ancora saldamente al comando in UEM. Con la "uscita" dell'Huffington Post segnalata da Lorenzo si fa un ulteriore passo avanti.
Non è solo e comunque in gioco la ripresa, e quindi la "piena occupazione" americana, ma anche uno dei suoi fondamentali presupposti di scenario internazionale: l'instabilità costa parecchio a chi manda in giro truppe nei più disparati angoli del mondo. Riportiamo il discorso dell'Huffington, che riprende e allarga gli antecedenti da noi sopra citati:
"...Non si tratta però di una indiscrezione, bensì di una ampia argomentazione fondata su una non recente affermazione di Ben Bernanke, secondo cui “la Fed ha l’autorità per acquistare sia debito pubblico nazionale sia debito pubblico straniero”. Andreas Hoefert, capo economista di Ubs, come riporta MF, ha detto, "l'arsenale della Fed nasconde ancora un'arma", ricordando appunto, il discorso di Bernanke. Insomma, è la conclusione di Hoefert, "nulla può fermare la Fed dal fare il lavoro che la Bce si rifiuta di fare".
A prima vista sembrerebbe un ragionamento illogico, visto che di problemi l’economia americana ne ha ancora tanti. Ancora più strano, poi, sarebbe il fatto che partecipando alle aste dei titoli italiani, oppure di quelli spagnoli, se non operando sul mercato secondario, la Fed dovrebbe offrire euro, non certo dollari. E la Fed può creare liquidità smisurata in dollari, e non certo in euro: dovrebbe comprarli sul mercato a fare un accordo di swap con la Bce.
Ogni ragionamento dovrebbe comunque partire da un altro punto di vista, perché poi alla fine tutti i problemi tecnici, teorici e pratici si risolvono. Capire perché mai la Banca centrale americana dovrebbe acquistare titoli di Stato dei Paesi dell’Europa periferica.
Cominciamo con il contesto geopolitico: l’instabilità del Mediterraneo si è accentuata. Quale che sia l’interpretazione che si voglia dare delle primavere arabe, della guerra civile in Siria e delle prospettive dell’intera area medio-orientale, Iran compreso, non c’è dubbio che per gli Usa è indispensabile che l’Europa sia coesa, politicamente e socialmente. E soprattutto che siano stabili i Paesi meridionali dell’Europa, dalla Francia alla Spagna, dalla Italia alla Grecia: non solo e non tanto per il peso politico e per il ruolo effettivo che hanno all’interno della Nato, quanto per la necessità di un ampio consenso nell’eventualità di un acuirsi dei conflitti.
Una situazione sociale piagata dalla disoccupazione, con i governi inermi e sotto scacco dalla pubblica opinione, renderebbe assai problematico qualsiasi appoggio ad operazioni internazionali, quale che ne sia l’egida internazionale. La freddezza della Germania nei confronti dell’intervento franco-britannico in Libia e, più di recente, nei confronti del tentativo francese di stabilizzare il Mali la dice lunga sulla differenti sensibilità. In poche parole: un continente europeo a guida tedesca, non solo per quanto riguarda le politiche economiche improntate al rigore, ma anche per la politica estera dell’Unione potrebbe essere un fattore assai poco apprezzato dagli Usa.

Ci sono altre due questioni: la prospettiva di crescita dell’economia americana nei prossimi anni e le leve a disposizione degli Usa per sostenere la nuova strategia transatlantica annunciata dal Presidente Obama nel corso del recente Discorso sullo stato dell’Unione, con un nuovo round di liberalizzazioni nel settore dei servizi.
Da questa apertura dei mercati europei l’America si attende la creazione di milioni di posti di lavoro ben remunerati: nessuna deriva verso i livelli salariali cinesi. È ovvio che questa strategia trovi forti diffidenze in tutta Europa, esclusa la Gran Bretagna, che condivide lo stesso obiettivo. La Germania punta invece a rafforzare un contesto politico, normativo e finanziario europeo tutto incentrato su Bruxelles e Francoforte.
Un intervento della Fed a favore dei debiti pubblici dei Paesi periferici dell’Europa, in primis Italia e Spagna, avrebbe un ulteriore punto di approdo: l’interesse della finanza americana ad attivarsi in modo più sostanziale nella gestione delle nostre due economie. C’è da fare un mucchio di quattrini, sia nella gestione delle sofferenze bancarie sia nel settore immobiliare: naturalmente, per i debitori non ci sarebbe scampo, dacché perderebbero tutto. Business is business. Inoltre, c’è l’esigenza di evitare che passino di mano una serie innumerevole di imprese europee di nicchia, ma dense di tecnologie: tra Fondi sovrani arabi, investitori cinesi e russi, è in corso un grande slam a prezzi da saldo.

Se la Fed comprasse debito pubblico europeo, cambierebbe anche la percezione che si ha dell’America: probabilmente non torneremo a quella del Piano Marshall, ma senza dubbio l’effetto politico sarebbe forte. Non sarebbe più l’America che si occupa solo di fare il poliziotto del mondo o quella della crisi dei mutui sub-prime. Sarebbe un’America solidale.
D’altra parte, comprare euro sul mercato per pagare titoli pubblici europei sarebbe per la Fed una soluzione non inflazionistica per aumentare la circolazione dei dollari: bisogna evitare che salgano i prezzi del petrolio e delle materie prime, per non indispettire mezzo mondo e favorire i competitor strategici russi che vivono discretamente sull’esportazione di prodotti energetici. Continuare a pompare liquidità su Wall Street, ormai, per la Fed potrebbe diventare pericoloso, per via dei valori già elevati che sono stati raggiunti, mentre un acquisto di euro ne manterrebbe elevato il valore di cambio rispetto al dollaro, contribuendo per questa via a ridurre il deficit commerciale americano.
Come sempre, il fine giustifica i mezzi: con la mossa di acquistare titoli di Stato europei gli Usa prenderebbero molti piccioni con una fava. Il solo annuncio di questa iniziativa farebbe crollare la strategia del rigore della Germania come un castello di carta. Il problema italiano è la liquidità che non gira e la domanda che crolla: le fabbriche ci sono, ma chiudono.Tornerebbe l’euforia: altro giro, altra corsa. Anche questo, è il sogno americano. Per la prossima crisi, c’è tempo. "

Le composite "motivazioni" USA a questa azione "solidaristica" non sono tutte "rassicuranti": dalla prospettiva di una stabilizzazione del Medio-oriente via conflitto militare, - con la Germania obiettivamente e soggettivamente ormai in aperta posizione tesa a frenare queste strategie-, fino agli appetiti della finanza americana su sofferenze bancarie e settore immobiliare - aspetti in cui, però, i creditori UEM "core", sono già piuttosto avviati coi loro stessi manifesti appetiti, e in situazione di difendibilità dei nostri interessi ben più debole. Insomma, non lo diciamo noi ma sarebbe...scacco matto alla Germania, con contemporanea  attenzione alle esigenze del manifatturiero, incluso quello italiano, a cui sarebbe assicurata una prospettiva di sopravvivenza che la cornice UEM nega ormai senza più tentennamenti, cosa che, d'altra parte, è perfettamente coerente con la strategia tedesca "ne rimarrà soltanto uno"...e il resto "fabbriche cacciavite".

Possiamo trovare un'ulteriore conferma a questa "evoluzione di scenario" geopolitico.
Ci viene da questa attenta analisi di Mauro Bottarelli.
Vi si illustra l'elevatissimo rischio, esplosivo, delle teniche "striscianti" di carry trade, e finanziamento bancario privato, su collaterali garantiti dallo Stato (extra contabilità del debito), che sta seguendo la BCE per favorire Spagna, Grecia, Belgio e Francia con un Quantitative Easing "de facto". Ma, tralasciando questo interessante argomento (la BCE che sta spingendo il "detonatore"), ci interessa la conclusione del suo discorso.
E'' enfatizzata la situazione di sostanziale fuga di capitali consentita alla fine dei giochi a Cipro. Ed sottolineato a cosa possa condurre la salvezza delle posizioni dei depositanti russi, tra l'altro insita, in tutto quanto finora accaduto. Questa circostanza, di fronte alla imminente totale decapitalizzazione del sistema bancario cipriota e alla prospettiva inevitabile di una sua uscita dall'euro, (cosa che coinvolgerebbe di nuovo pesantemente anche la Grecia "bancaria", andata in soccorso "aurifero" dei ciprioti), preluderebbe a una caduta della parte greca dell'isola stessa sotto l'influenza russa.
Mentre la crisi siriana si acuisce e la flotta russa è già nel Mediterraneo, per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda.
E in Turchia (potenza dominante l'altro settore di Cipro), la destabilizzazione attuale pare legata, in una "strana" coincidenza, all'arrivo dei capitali giapponesi in cerca di rendimento, causa un indebolimento dello yen, unito al QE della BOJ, che incominciava a parere "eccessivo" agli stessi USA. Insomma, ci si rammenta della questione "diritti civili" sempre in modo funzionale a qualche altro "riequilibrio".
Una situazione che fa meglio comprendere come e perchè gli USA non possano permettersi una Germania "neutrale" (autoreferenziale, in realtà) e contemporaneamente egemone in Europa, con la forza del ricatto della condizionalità, del Fiscal compact, della deflazione forzata, rispetto all'interventismo ormai innescatosi da parte americana, in rotta di collisione con la "ambigua" (come sempre) agevolazione tedesca, nei fatti, delle mire internazionali russe.

Un'ultima cosa.
In tutto questo, le cose confluiscono da scenari che mettono in gioco forze enormi, che non vedono l'Italia come un soggetto in grado di garantirsi una posizione sufficientemente autonoma, nella propria  convenienza; ma essendo oggi l'Italia completamente rivolta "all'autodistruzione Von Hayek", una scossa sarà almeno un miglioramento, rispetto alla caduta libera in cui ci siamo pervicacemente avvitati.
Il subire, talvolta fruendone positivamente e al di là della intenzioni e delle capacità delle nostre classi dirigenti, gli equilibri che si formano al di fuori del nostro ristretto punto di vista (drogato da vincoli grottescamente "ideologici" e miopi) non è una novità, negli ultimi 80 anni. O forse più.
E' una ricorrenza frattalica.
Se, indubbiamente, tutto ciò non fa ridere, almeno ci si può rammentare che rimanere così come stiamo ci sta facendo e ci farebbe molto piangere; e a lungo.
Però, le possibilità che i trattati UE-UEM mantengano il loro attuale assetto, da qui a un anno, se si riveleranno fondate le prospettive qui prese in esame (certo "voci" e "deduzioni", ma non potrebbe essere altrimenti), si assottigliano in modo vertigonoso.


53 commenti:

  1. Non sarà mica un caso che Japonica, fondo del Rhode Island, si prepara a comprare debito greco?

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    1. A occhio e croce, potrebbe essere una "manovra di riposizionamento" su quei bond in vista di acquisti diretti della Fed.
      Ma non è detto.
      Anticipano avendo di mira questo o invece è un semplice raschiare il fondo del barile su sconti stracciati, e quindi una propaggine della liquidità USA del classico QE finora seguito?
      Di certo, nel momento in cui effettivamente la Fed si muovesse (non vedo relistico che si limiti a dirlo, senza fare nulla e scontando l'effetto annuncio come per l'OMT), lo si verrebbe a sapere: inzirebbe a cedere dollari contro euro in una misura che metterebbe alle strette il relativo apprezzamento; forse i francesi sarebbero i primi ad accorgersene.
      In effetti le stime a 12-18 mesi sono tutte di rialzo dell'euro

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    2. Cmq pure Dago rilancia la notizia. Direi che è il classico "materasso" che gli statunitensi lanciano agli europei in caduta libera...con due risvolti: sgraditi per il Core (mo' sosteniamo noi il Sud), graditi per i meridionali (mo' avete le spalle coperte). Certo che così facendo la fine Euro si avvicina, poichè si amplificheranno di nuovo i divari di parte corrente...

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    3. Perchè si avvicini la fine dell'euro è, secondo me, più legato alla aperta sconfessione dell'austerity e dall'emergere della natura esclusivamente ideologica-imperialista della deflazione alla tedesca.
      Tecnicamente, è vero che nè noi nè i francesi abbiamo completato i riallineamenti dei tassi di cambio reale e che quindi il nostro rilancio della domanda rischia di tradursi in deficit rinnovato della bdp. Basta vedere secondo De Grauwe quanta strada (massacro salariale) dovremmo ancora fare.
      Ma considerato che c'è l'effetto "risparmio" (contrazione prolungata dei consumi) determinato dalla prospettiva di recessione ancora in vista, la ripresa della domanda sarebbe un fatto molto lento e incerto: lo "shock" questi qui lo intendono sempre sul versante del taglio della spesa pubblica e i tea party alle vongole non vedono l'ora.
      In conclusione: SE gli USA agiranno sarà più la conferma della stupidità dell'euro, che diverrebbe ingiustificabile per una parte consistente della politica e quindi farebbe emergere chi è Von Hayek "a prescindere". Quindi scissioni e 8 settembre,
      Ma il vero colpo a sto punto verrà dalla Francia, per le ragioni dette da Sapir sulla insostenibilità di un euro che si apprezza sul dollaro (v. risposta a "El Svissero)...Prima però devono registrare una bella recessione crescente, con Hollande che non sa che pesci prendere, perchè gli USA poco farebbero in una prima fase su spread francesi comunque molto bassi.
      NOn trovi?

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    4. Ma certamente...Il mio dubbio era, diciamo in parole povere, e quello che pensavo dentro: sostituiamo al nome FED la dicitura BCE. Come ben sappiamo, che sia una o l'altra, in termini pratici, cioè tecnici, cambia poco: l'abbiamo detto, si riaprono i divari nord-sud e ritorniamo alla situazione precedente alla mattanza.
      Naturalmente siamo d'accordo che l'allentamento dell'austerity è un fatto buono in termini umani. Sui termini di lenta ripresa della domanda sono in sintonia fino ad un certo punto: con la moria di imprese italiane, credo che oramai il loro posto in termini di consumi sarà preso da quelle estere.

      Cambia molto invece a fini politici: la mano che viene tesa alle popolazioni vessate non è quella della BCE comunitaria (e qui va posto l'accento, su comunitaria, cioè sull'istituzione cardine che dovrebbe fare il bene, monetario, di tutti i cittadini europei) ma quella della FED "extra-comunitaria". Un messaggio importante e chiaro. La BCE non ci aiuta, l'America si. Poi è pacifico quello che dici: oltre all'Euro, anzi addirittura prima!, deve cadere il modello Von Hayek: deve morire l'austerità intesa come buon operato economico. E' come il discorso di uscita dall'Euro in salsa tea party: per noi cambierebbe solo la moneta, non i problemi..

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  2. Il FMI ammette gravi errori nella gestione del salvataggio della Grecia.
    http://online.wsj.com/article/SB10001424127887324299104578527202781667088.html
    ...
    The greater beneficiary of the 2010 bailout wasn't so much Greece as the wider euro-zone, the document suggested.

    It described the rescue as a "holding operation" that "gave the euro area time to build a firewall to protect other vulnerable members and averted potentially severe effects on the global economy."
    ...
    An immediate restructuring would have been cheaper for European taxpayers, as private-sector creditors were repaid in full for two years before 2012 using the money borrowed by Athens. Greece's debt level thus remained undented, but it was now owed to the IMF and euro-zone taxpayers instead of banks and hedge funds.

    I tedeschi hanno infinocchiato anche loro? Possibile?
    O è arrivato il contrordine?

    Il documento del FMI esce domani, sarà interessante leggerlo.

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    1. E' già uscito, ora la notizia (e il link) su twitter:
      http://www.imf.org/external/pubs/ft/scr/2013/cr13156.pdf

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    2. Silvietta, il meccanismo era noto. E tranquilla: non sono rimasti fregati. Avrebbero preso in carico del debito pubblico dell'area monetaria euro: è ciò che fanno sempre per imporre la condizionalità, a sono d'accordo con la BCE (a sua volta nella partita di "giro"). Tanto pagano pro-quota comunque gli Stati contribuenti del FMI. E poi se riesce fanno plusvalenze.
      E se non riesce si fanno creditori privilegiati sui tassi più alti concordati alle scadenze prolungate nella ristrutturazione, come in effetti la BCE.

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    3. allora dicono semplicemente "OK, non funziona, ma continuiamo sulla stessa strada" come in effetti fanno la Troika, Letta e tutti quanti. (Però siamo bravi ed in grado di studiare, conosciamo la verità, ma la shock economy ci serve! Sempre.).
      ...i soliti...

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  3. Vedo varie possibilità:

    1) comprano senza farlo sapere (possibilità ormai superata dall'uscita della notizia).
    Poteva essere un'opzione per valutare gli effetti di una riduzione "artificiale" degli spread
    (tra l'altro, visto l'andamento dei medesimi negli ultimi mesi, con una riduzione non facilmente spiegabile non è escluso che l'abbiano fatto da gennaio, e gli effetti non sasrebbero stati disprezzabili, è salita persino la borsa di milano!)

    2)lo dicono ma non comprano, sfruttando l'effetto annuncio gli effetti espansivi e stabilizzanti ci sono ugualmente .

    3) lo dicono e lo fanno, allora diventa importante vedere qual'è la consistenza di questi acquisti, che se ingenti possono essere visti come una sfida all'egemonia tedesca in Europa, o se più limitati e discreti si potrebbero anche interpretare come un aiuto alla Germania per attenuare gli effetti di un rigore che obiettivamente la danneggia ma che per motivi elettorali non può rinnegare.

    In ogni caso mi pare un accadimento con risvolti positivi, forse in grado di invertire la spirale depressiva che ci attanaglia, o comunque di alleviarne i sintomi.
    Mossa sorprendente e decisiva?
    Ulteriore calcio al barattolo su una strada che prima o poi finirà?
    Temo (o forse spero?!?)più la seconda, ma forse.....

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    1. Qualcosa di simile alla soluzione 1), in realtà in forma di provvista per acquisti indiretti, era già in corso da inizio anno rispetto al salvataggio bancario
      http://www.rischiocalcolato.it/2013/03/miliardi-della-fed-alle-banche-europee-tramite-le-filiali-usa.html.

      In realtà siccome ormai hanno capito che le crisi di domanda non si risolvono solo con la "stabilità" finanziaria e che il peso del debito sovrano, nella logica riduttiva dei deficit, si riflette solo in minor spesa pubblica (e forzature di avanzi primari), smontano molto pragmaticamente il meccanismo monetarista (nato da loro ma ottusamente perseguito nel bunker bundesbank).
      Salta l'art.123 TFUE e il divieto di acquisto diretto dei titoli pubblici: segno che era inutile e che avremmo ben potuto prima farlo in UEM.
      E non dovranno neanche perseguire a lungo gli acquisti della soluzione 3): basta che sia BEN EVIDENTE che lo facciano. Non si gioca contro la Fed: lei fa plusvalenze e per gli altri è un bagno di sangue.

      Che poi la storia finisca così, prutroppo no. Esistono ancora molte altri aspetti dell'assetto euro che rimangono in piedi. Ma la strada sarebbe segnata (come alla fine del 1943)

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  4. Non so, rimango un po' perplesso. Che lo sbarco della VII Armata fosse imminente lo avevamo preconizzato poco tempo fa commentando le ospitate televisive di Luttwak, uno che non si muove e non parla mai a caso. Se i rumors saranno confermati e la FED darà il via a un massiccio acquisto di BTP, per l'Italia si prefigurerà l'ennesima riproposizione del "vincolo esterno" sotto altra forma. Ignoro se tale scossa possa rivelarsi salutare per il nostro Paese e se le convenienze degli yankee possano in qualche modo coincidere con le nostre; tuttavia se tutto ciò accadrà, come sembra, sempre all'interno dell'Euro-architettura le possibilità di successo sono (a mio parere) piuttosto basse. Mi spiego meglio: qui tutti sappiamo che la crisi nasce da squilibri fra tassi di interesse e di inflazione dei singoli Paesi e che tali squilibri sono sanabili soltanto con trasferimenti dai Paesi in surplus a quelli in deficit, come avviene del resto proprio negli Usa (Sala-i-Martin e Sachs lo spiegano in uno studio del 1991); sappiamo altresì che i paesi in surplus (leggi Germania) sono assolutamente contrari a qualsiasi forma ridistributiva e pertanto una politica monetaria centralizzata che sia BCE o FED è destinata al fallimento, poiché contribuirebbe a mantenere, di fatto, lo status quo; una movimentazione così massiccia di Euro da parte di una BC straniera avrebbe il non trascurabile effetto collaterale di apprezzare ulteriormente una moneta già di per sé sopravvalutata e rendere di converso il dollaro molto conveniente innescando un'ulteriore futura crisi di bilancia dei pagamenti. Non credo alla favoletta dell'America "solidale": per come la vedo io gli Usa temono un'implosione incontrollata dell'Eurozona, con tutti i rischi di ingovernabilità e pulsioni neofasciste che ciò comporterebbe, e si stanno muovendo soprattutto per garantire che la loro ripresa non venga inficiata dal monetarismo talebano della Germania; credo, ahimè, che ci verrà servito - nella migliore delle ipotesi - un brodino caldo che farà stare un po' meglio, che ci illuderà e farà "ritornare l'euforia, altro giro, altra corsa". Per quanto riguarda il "sogno americano" non vorrei che fosse la riedizione, a stelle e strisce, del ben più famoso "fogno". Non resta che attendere lo sviluppo degli eventi sperando di non fare come nella favola dell'uccellino nella cacca.:)

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    1. In quello che dici ci sono alcune cose, sulle cause e dinamiche della crisi, ovviamente giuste e ben note. Altre, però, non del tutto congruenti.
      L'acquisto della Fed non è stato ancora annunciato (non sappiamo se diretto o sul secondo mercato). NON SAPPIAMO ANCORA SE CI SARA' E GIA' CI SCERVELLIAMO A TROVARE EFFETTI NEGATIVI E MALVAGIAMENTE PERVERSI IN NOSTRO DANNO.
      Riflettiamoci un attimo: non vedo come, se lamenti la riconferma della valuta unica, l'acquisto Fed dovrebbe essere la "riproposizione" del vincolo esterno sotto altra forma. La forma rimane quella: ed è il trattato e lo brandiscono gli Olli, Angeluccia, i puddini nostrani, Weidmann e Draghi. Che c'entrano gli Usa, se al massimo fanno quello che i trattati vietano, trasferendoci dei fondi a un tasso più basso di quello che siamo obbligati a spuntare sui mercati? Facendo una sorta di misura di trasferimento non risolutivo ma comunque molto simile a quello di un prestatore nazionale di ultima istanza?
      Il trattato UE-UEM per nostro conto non lo possono certo sciogliere loro; e inoltre le condizioni che si creerebbero, SAREBBERO QUANTO DI PIU' ATTUALE PER SPINGERE A RIVEDERLO, visto che gli europei non sono capaci di farlo nonostante il disastro davanti agli occhi di tutti...

      Gli USA poi hanno il dollaro che è ovviamente in situazione di cambio flessibile con l'euro. Dunque comprerebbero euro e ne sosterrebbero il corso solo come riflesso indiretto del QE selettivo sui paesi-med: ma sapendo che c'è un meccanismo di riequilibrio.
      Tanto più se si metteranno a venderci il petrolio in un prossimo futuro (specie se saranno alzati i prezzi dal cartello OPEC).

      Ma poi ora per gli USa l'acquisto servirebbe per consentirci la ripresa, riespandendo la spesa pubblica (via minor onere degli interessi: vedono come equa una incidenza o comunque molto inferiore agli attuali 6 punti): perchè siamo a un punto di paralisi, che può condurre a instabilità politico-sociale e perchè invece la ripresa della domanda europea beneficia loro stessi.

      Ma non è che questo uccellino ha in testa l'idea che qualunque cosa venga dagli USA sia "cacca" e agisce come se stesse nella "cacca", anche se non ce n'è traccia, perchè "deve" credere che sia così?
      Non è che qualunque cosa facciano gli USA, pur con tutte le loro responsabilità per carità, viene comunque vista come "male", dalla parte dei cattivi "imperialisti" perchè così insegna una solida tradizione di sinistra, diciamo "piddina-dentro" che, infatti, è capace di negare tutt'ora tutto ciò che di inequivocabilmente e gravemente lesivo, scorretto, aggressivamente imperialista ha GIA' fatto la Germania?
      Che c'entra il "fogno" a stelle e strisce? Forse gli Usa stanno proponendo un cambio fisso col dollaro modello "Argentina"?

      Tanto più che gli USA colgono anche un'occasione di espansione monetaria, non inflazionista per loro, direttamente erogata agli Stati e NON ALLE BANCHE, come si continua a fare imperterriti in UEM a spese dei cittadini.
      Non so...

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    2. «Le composite "motivazioni" USA a questa azione "solidaristica" non sono tutte "rassicuranti"».

      In effetti di rassicurante c'è davvero poco, e la perplessità di Riccardo Seremedi (05 giugno 2013 23:55) mi pare condivisibile. In primo luogo perché delle "inutili sofferenze" dei cittadini europei a Washington non gliene può importare di meno. Quanto alla “ripresa” e alla "piena occupazione americana” io andrei cauto, visto l'«inatteso arresto per l’attività manifatturiera americana, che nel mese di maggio scivola in zona contrazione con l’indice ISM manifatturiero a 49 punti dai 50,1 punti del mese di aprile. […] Il risultato è dunque al di sotto della soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività.
      L’indice [...] risulta inoltre decisamente peggiore delle attese degli analisti che indicavano un livello di 51 punti».

      L'impressione è che la disponibilità della Fed ad intervenire sul debito dei paesi del sud Europa sia solo propaganda finalizzata all'acquiescenza dei paesi succitati alle prossime iniziative militari del Pentagono. In parole povere, noi vi alleggeriamo – temporaneamente - dal debito, disinneschiamo la Germania, e in cambio voi ci supportate “in tutto e per tutto” nelle nostre prossime “guerre umanitarie” in Medio oriente.
      Senonché, delle scorribande Usa in Medio oriente e altrove russi e cinesi ne hanno le tasche piene da diversi anni. Non è da oggi, infatti, che Mosca e Pechino inviano messaggi inequivocabilmente ostili alle mire espansionistiche di Washington. E per farsi meglio intendere hanno da tempo avviato un processo di ammodernamento e potenziamento del settore militare, con risultati fino a ieri impensabili. Per dire, in luglio dovrebbe tenersi la conferenza di pace Ginevra 2 sulla Siria. Washington ha già messo le mani avanti auspicando un passaggio di poteri da Assad a un governo di transizione, ma il ministro degli Esteri russo Lavrov ha avvertito che «il destino del presidente siriano [...] potrà essere deciso solo dal popolo siriano.
      [...]
      A questo si aggiunge l’ annuncio [...] del ritorno permanente della forza navale russa nel Mediterraneo a 31 anni dallo smantellamento della V flotta sovietica. Un segnale inequivocabile per la Coalizione di Doha e i suoi amici internazionali».
      E se consideriamo quanto riportato dal NYT, ossia che «l’Iraq è diventato uno dei principali produttori di petrolio del mondo, e la Cina è ora il suo principale cliente [e] quindi si ripropone uno scenario simile a quello dell’Afghanistan, dove gli Usa hanno speso soldi e soldati in una guerra “inutile”, mentre la Cina si è mossa massicciamente per fare ricchi affari», ne risulta che il mondo non è più a disposizione dello zio Sam.

      Per concludere, l'euro crollerà da solo – a meno che non si pensi davvero che si possa continuare ad impoverirci a ritmo crescente per i prossimi 60 anni, come ipotizzato in un recente studio -, senza bisogno dell'aiuto peloso della Fed, sia che dopo le elezioni di settembre la Germania cambi indirizzo e mandi Merkel a cercarsi un altro lavoro, sia che si decida invece di insistere sulla strada della difesa dell'euro a tutti i costi a suon di austerità. Anzi, in tal caso crolla ancora prima, ma in una cornice poco auspicabile di sommosse e tumulti.

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    3. Sono d'accordo su queste linee generali.
      Ma in effetti non dici nulla che non sia espressamente narrato nel post, compresa, ben evidenziata, la strumentalità di scenario mediorientale all'appoggio nella crisi finanziaria UEM e la loro tendenza "autoreferenziale" al rilancio della domanda mondiale. E in altri post, nei mesi scorsi, abbiamo abbondantemente evidenziato come il fiscal cliff avrebbe portato a uno "stop" del rilancio manifatturiero USA, che già risentiva di un insufficiente stimolo pubblico anche prima.
      Sei sicuro di aver letto il post? Riccardo mostra una preoccupazione di "controllo" USA che anche nelle sue estreme implicazioni non assomiglia lontanamente a quello che stiamo già vivendo. Anche perchè il rilancio manifatturiero e l'autosufficienza energetica, con potenzialità esportative, li portano su una strada del tutto diversa dall'imperialismo (strategico-politico) in deficit strutturale dei decenni passati.
      Il mondo cambia ma certi schemi ideologici sugli USA pare di no.
      Non sopravvaluterei neppure la questione mediorientale: se tutti noi temiamo che sia guerra contagiosa probabilmente vuol dire che è vero il contrario...La stabilizzazione di quell'area, alla luce della loro nuova realtà "petrolifera", è più un auspicio di nostra autonomia (concordata certo) in vista di un disimpegno. Il vero pericolo diverrà il possibile drang nach ost e il via libera a revanscismi russi. Problemi che si risolvono appunto con il recupero della sovranità dei "med"...

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  5. Il post è interessante perché prende in considerazione un punto di vista spesso trascurato dai media e dall'informazione ufficiale ossia quello geo-politico.
    E a mio personale avviso, uno degli elementi importanti che emerge è che la crisi cipriota potrebbe dar luogo ad un evento che si potrebbe definire "storico". Una Russia dapprima privata dei paesi oltrecortina, e ridimensionata territorialmente a seguito della dissoluzione del regime sovietico, ha l'occasione di rilanciarsi strategicamente nel mediterraneo, "superando" gli stretti del dardanelli e del bosforo (ossia i confini imposti dalla "vecchia" dottrina del contenimento elaborata durante la guerra fredda), tramite l'instaurazione di un governo politicamente amico a cipro greca.
    Se non ricordo male, durante la crisi cipriota avevano anche mandato, simbolicamente, delle navi da guerra a largo dell'isola. Chi dice che, in futuro, un governo cipriota "amico" non garantisca a quelle navi un approdo permanente (anche per dare un segnale all'ostile turchia)? L'intero quadro mediorientale andrebbe sicuramente ripensato a seguito di questa nuova presenza russa, così come quello mediterraneo.
    Ecco allora che, se le premesse prima enunciate hanno un senso, che per gli Stati Uniti potrebbe risultare fondamentale avere una Spagna, un'Italia ed una Grecia socialmente pacificate e saldamente inserite nella loro orbita di influenza. L'interesse, peraltro, potrebbe avere una doppia valenza: in chiave mediterranea, certo, ma -perché no?- anche in chiave di una nuova "dottrina del contenimento" dell'eurozona-core a trazione tedesca. Quanto tempo ci vorrà, infatti, prima che questa UEM germanizzata cominci a diventare insofferente nei confronti dei trattati NATO e della presenza militare statunitense in Europa?
    Ecco allora che, una Francia "tradizionalmente" orientata alla ricerca della sua autonoma "grandeur" e un'europa mediterranea filo americana, unite all'altrettanto tradizionale ruolo inglese, spingerebbero l'eurozona centrale verso il solito "spazio vitale" a est, ossia verso l'inevitabile frizione con la ri-nascente potenza russa.

    Voli pindarici? Forse.........

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    1. Corretta individuazione di tendenza contrastanti: considera pure che oggi Cipro è un'importante base navale e aerea inglese. Cioè a UK, strategicamente, e anche in vista dell'aggravarsi della crisi mediorientale, non è bastato stare fuori dall'euro per non subirne pesanti conseguenze. la flotta russa è già nel mediterraneo e non solo certo per Cipro (che è base e non obiettivo del Risiko in corso)

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  6. Un "fattoide" davvero interessante, nel senso che se diventasse fatto sarebbe una bomba. In linea con alcuni commenti però mi sorge un dubbio.

    Assumendo un'iniezione di euro nei conti dei paesi periferici UE, correttamente questo può essere inteso come un'ingerenza ed un'azione di stabilizzazione da parte degli USA sugli equilibri macroeconomici europei. Tutto legittimo, in fondo gli USA non sono parte dei trattati UE e non ci sono norme che vietano acquisti di titoli nazionali da parte di entità estere.

    Tuttavia, l'Italia e i suoi cugini sono vincolati dall'articolo 126 TFUE + protocollo, dal patto di stabilità e (molto importante) dal fiscal compact che pone un limite deficit/debito sul medio termine dello 0.5%.

    Cosa vorrebbe dire questo? Che la FED può tentare di fare 'transnational QE' quanto vuole, ma l'Italia potrà vendere titoli solo a livelli che siano dentro le maglie del fiscal compact. L'unico benefecio potrebbe essere una riduzione dello spread. Ma queste sono congetture, perché non sono un esperto di economia.

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    1. Ma se diminuiscono sensibilmente e stabilmente gli spread diminuisce la EMISSIONE di debito. E diminuisce il deficit. Il che consente margini di spesa pubblica (o anche solo tagli di tasse senza copertura di riduzione) per la ripresa. che nella misura resa possibile (certamente radicalmente diversa da oggi), e proprio ribaltando la logica vessatoria e deindustrializzante del FC, sarebbe imputabile all'intervento USA

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  7. La lettura attenta e interessata del post e di tutti i commenti mi portano a riflettere e il risultato è una considerazione 'tattica' e non strategica. E questo nel contesto del pieno riconoscimento, dal mio punto di vista, che il 'peso' della geo-politica è fondamentale (ed è ad esso che collego gli interventi di Luttwak, il quale prima di essere un ambasciatore 'economico' è un militare).

    Quindi, la mia lettura inizia con la questione del 'prezzo' dell'€uro e la spinta al rialzo che la moneta unica europa registerebbe in conseguenza dell'acquisto di Bonos e Btp da parte della FED.

    La banca centrale americana dovrà vendere $ e acquistare € per poter procedere all'immissione della liquidità nelle tasche degli Stati (via primario o secondario): a parte il fatto che questa azione ha l'effetto di 'calmierare' il prezzo del dollaro (con le conseguenze evidentemente volute sui mercati dell'energia, petrolio and so on); la rivalutazione dell'€uro avrà conseguenze diverse per i paesi 'core' e per i paesi 'periferici'.

    1)Per i 'Core', rispetto ai quali si ritiene che per loro l'€uro è il D-Mark e di fatto hanno una moneta sottovalutata rispetto alle loro caratterstiche, la mossa della FED avrebbe la conseguenza di provocare un 'riallineamento' dell'€uroMarco verso l'alto e nei pressi del prezzo ritenuto corretto per i loro sistemi economici nazionali;
    2)Per i 'Periferici', che si trovano come moneta, l'€uro che da un pezzo risulta sopravvalutato rispetto alle proprie economie, l'intervento della FED porterà come conseguenza l'allargarsi della differenza del prezzo di valuta attuale (€, che va ancora più sù) rispetto al prezzo di valuta 'ottimale' (la valuta nazionale).

    E questa nuova salita rialzista dovrebbe proseguire per 12-18 mesi.

    Allora, la FED vuole forzare la mano e vuole la rottura dell'€urozona (non della Europa, eh). La cosa che suscita la mia curiosità mi porta a domandarmi un paio di cose: gli US sono favorevoli allo smantellamento ordinato della moneta unica europea? E se sì, questo modo di agire lo favorisce o lo pregiudica?

    O forse non si possono avere entrambe le cose e quindi gli US si sono trovati di fronte alla scelta tra una fine spaventosa (lo smantellamento 'poco' ordinato) e uno spavento senza fine (l'€uro che porta nella tomba l'Europa e il resto del globo terracqueo).

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    1. <>

      Domanda interessante ed acuta. Da quello che mi sembra di capire, allora, la strategia americana sembrerebbe per ora concretarsi in un avvertimento. Dal tenore: "o il sistema euro lo smonti ordinatamente te, o te lo faccio smontare io, anche disordinatamente se necessario".

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    2. Pare di sì: l'intervento Fed (se mai ci sarà) avrebbe proprio questo effetto di stressare, ma in modo sostenibile per i med "puri", le clamorose divergenze di cambio "realistico" (che è poi, trattandiosi di un'OCA, di enfatizzare proprio il ruolo dei divertenti tassi di cambio reale).
      La Francia sarebbe quella che entrerebbe in maggior difficoltà: non ha spread tali da approfittare della boccata d'ossigeno e emergerebbe la semplice natura dilatoria della moratoria sul rientro del suo deficit (che diverrebbe drammaticamente meno utile, come illustrò Sapir deducendo dalla natura prevalentemente extra-uem del suo export, un -0,6 di PIL francese per ogni 10% di apprezzamento dell'euro, rispetto ai minimi della scorsa estate).
      La prospetiva si fa sempre più di riassetto-dissolvimento dell'UEM concordato, ma con meno (forse) recessione e calo della domanda, e con più "sbarco in Normandia" (Francia decisiva nello smarcamento dall'egemonia tedesca), in vista, entro 12-18 mesi.

      Il che è coerente con l'ipotesi 8 settembre, dato che, a un certo punto, la Fed che fa da "tesoriere" all'Italia sarebbe un fatto clamoroso che delegittimerebbe il monetarismo ufficiale di governo-BdI, facendo emergere davanti alla nostra stordita opinione pubblica l'inanità delle raccomandazioni e teorie che quest'ultima continua a profondere.

      Grazie per la focalizzazione :-)

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    3. Ecco vedi? Anche Lorenzo ne trae conseguenze strettamente omogenee :-)

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    4. Il ruolo della Francia e della sua ambigua posizione (ambigua nel senso che crede di essere 'core' quando è proprio un 'pesce') devo credere che sia stato preso in considerazione da Ben&friends.

      In che modo si comporterà Hollande nel momento che, nel caso di realizzarsi dell'azione americana, la Francia sarà al centro della tempesta? Mozzarella si schiera o continuerà a dire ai francesi che devono fare come gli amati tedeschi? E se la prima, alla Germania resta qualcosa su cui cercare di far leva per schjvare il proiettile? O conservare il legame con Parigi sarà sufficiente per stoppare Ben?

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    5. Conservare il legame con Parigi? E che hanno da offire visto che l'euro è previsto che si apprezzi e proprio a causa dell'ostinazione crucca? Si parla tanto del dopo-elezioni di settembre, ma in realtà, visto l'atteggiamento di Draghi (ieri ha detto che non si può crescere continuando a fare debito, negando ancora una volta il moliplicatore), con l'OMT "condizionale" addirittura contestata dai crucchi stessi e l'ESM che è ancora lì, non sono pensabili concessioni sostanziali

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    6. In effetti, i 'pro' nel "patto" ger-fra per i transalpini sono inesistenti. E su questo nessun dubbio. Ma all'Eliseo non mi pare tengano in gran conto Sapir. E Hollande ha detto pubblicamente ai francesi che il modello sono i tedeschi. Non è escluso che per i tedeschi Hollande sia perfetto perché non chiede nulla: lui ci crede.

      Ho appena sentito Mauro a Omnibus ribadire che il problema è stata la fiducia: adesso ho capito!!! Non è fiducia ma FEDE: se uno ha fede non ha bisogno di dati oggettivi della realtà. E se c'è fede c'è FOGNO.

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    7. Su Draghi ho letto un freddura via twitter su di lui: un banchiere che demonizza il debito non dovrebbe meritare alcun credito, per quello che dice.

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  8. OT e me ne scuso,ma ieri leggendo un libro su un treno fermo (in attesa di poter attraversare la stazione di Terni che invece non è OT per niente) mi sono imbattuto in questo passo:
    "Contro un avvenire che si presenta a noi vociferante e sicuro di sé.occorre sempre tenere conto di un altro avvenire,ancora in germe,del quale noi abbiamo il compito di proteggere la crescita.Le crisi di violenza collettiva non sono altro che i brutti quarti d'ora della Storia,non sono utili al più piccolo progresso umano quanto non lo sono i nubifragi al rigoglio delle messi.Dopo ogni temporale,l'umanità riprende umilmente il suo compito interrotto,che consiste giustamente nel preservare le forze ancora vive del passato disponendone verso l'avvenire la lenta evoluzione."
    (Marguerite Yourcenar,da "Forze del passato e forze dell'avvenire",1940)

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  9. ROMA (Reuters) - Il disegno di legge costituzionale che detta l'iter delle riforme istituzionali è stato approvato oggi dal consiglio dei ministri.

    Lo ha riferito una fonte governativa al termine del Cdm.

    Il ddl, che dovrà essere approvato in doppia lettura sia dalla Camera sia dal Senato, prevede l'istituzione del "Comitato bicamerale dei Quaranta" - 20 deputati e 20 senatori delle commmissioni Affari costituzionali dei due rami del Parlamento - a cui affidare la modifica della Costituzione secondo un percorso più rapido di quello previsto dall'articolo 138 della Carta.

    http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE95501Q20130606?

    Ecco, ma possono modificare, di fatto, la Costituzione per ... modificarla?

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    1. No che non possono. Modificano di fatto così l'art.138, e proprio sulla mteria generale della revisione costituzionale!, la più importante, cioè la norma che, per sistema implicito, garantendo la rigidità della Costituzione, è la meno modificabile.
      Il tutto si regge sul fatto che la rimessione alla Corte costituzionale, già lunga e difficile, è quasi impossibile (in tempo) sulle leggi costituzionali.
      E sul fatto che la stessa Corte sia nominata su equilibri concordati ormai di fatto dal PUDE unificato.

      Quindi hanno capito il meccanismo, già col pareggio di bilancio, e ora, essendo il PUDE tutto bello unito, ne fanno abuso smodato.

      Ma lo sai che non ho più la forza di scriverci sopra?
      Nessuno pare colpito dall'enormità della questione e di come possono ormai fare qualunque cosa...purchè garantiscano i "crediti alle imprese" e sgravi fiscali con taglio della spesa.
      Me so' stufato. Siamo alla frutta (e c'è chi si preoccupa...degli americani)

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    2. Qui alcune critiche tardive, cioè che potevano essere fatte da almeno 20 anni e comunque rese pubbliche prima he si arrivasse a questo punto.
      Cioè gente che si rende conto dell'enormità o che tira fuori ciò che è sempre stato evidente perchè è stato messo fuori: v. parte finale dichiarazione di Villone sul perchè, in realtà, sia l'ordine delle competenze, cioè Maastricht + riforma piddina del Tit.V, a provocare la debolezza dei governi nazionali che chiamano ora ipocritamente "ingovernabilità".
      E pensa che dovremo comunque farci sopra un referendum, nella più totale ignoranza gestita dal PUDE e dai suoi media

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    3. Dimenticavo. Qui:
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/la-repubblica-del-catetere-i-saggi-by-letta-napolitano-gi-perdono-pezzi-57175.htm

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    4. Infatti è tipo un attentato alla Costituzione, «commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato». (E' un'iperbole, Vado giù pesante, ma è dal primo Post che sogno Norimberga). Ci credo che ti sei stufato. Gli Americani comunque si muovono, Ma quando arriva l'8 settembre? Io questo regime non lo sopporto più.
      I Saggi? LOL
      Afasia.

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    5. Il regime ormai ha perso anche la "facciata" di democrazia che finora aveva mantenuto. Dopo la lettura di Benigni la Costituzione può essere messa da parte come testo letterario. Questi fanno come gli pare.
      Mi chiedo con che faccia si accostino al suo cambiamento i Costituzionalisti, i cosiddetti saggi chiamati a svolgere il compito di becchini della democrazia.
      La vedo sempre più nera.
      L'oligarchia detterà il testo della nuova Costituzione?
      Hanno fretta perché vogliono garantirsi per il dopo?
      Mi auguro che venga giù tutto alla svelta, anche in malo modo, e che loro siano travolti (e chissenefrega se sarà al grido di castacriccacorruzione, peggio per loro, chi semina vento raccoglie tempesta)

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    6. Castacriccacorruzione era solo uno strumento, com'è noto inventato dallo stesso PUDE. E la riforma costituzionale sarà usata per calibrarne gli scopi. Ormai, hanno deciso di correggere il tiro e coalizzarsi "facendo le riforme".
      Nun je manca gnente. La maggioranza della gente spera che un generico attivismo di governo "migliorerà" le cose ed è troppo pigra per curarsi di ciò che sta veramente succedendo.
      Se il governo sarà poco attivo è perchè non avrà tagliato abbastanza la spesa pubblica.
      Lo slogan che dici è SEMPRE l'arma di riserva dell'oligarchia e comunque agisca a loro va sempre bene.

      Sì magari contesteranno i saggi costituenti; ma per le ragioni sbagliate. L'oligarchia in fondo gode dela consenso diffuso.
      Quello che fa paura è proprio questo: qualche contestazione, tardiva, dove vengono dette cose spaventose, se gli ascoltatori fossero lucidi (es. di Villone).
      Ma indifferenza totale: quello che avremo sarà quello che accettiamo da 30 anni senza pensarsi su.
      Poi il referendum potrebbe pure dare esito negativo, sotto i colpi della recessione irrisolta.
      Ma continuerebbero a non voler capire e a disinteressarsi.
      Intanto per il PUDE sarà un passo avanti e avranno comunque preso tempo...

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    7. Di fatto, è una nuova costituente, incaricata di produrre una costituzione formale che si adatti ad una costituzione materiale (intesa, per comodità, in senso "schmittiano", ossia come "decisione politica di base"), già vigente e manifestamente conflittuale con quella delineata dagli articoli 1 e 139 dell'attuale testo.

      L'ipocrisia (politica e mediatica), sta nell'ennesimo inganno perpetrato ai danni del cittadino, cui tutto ciò viene prospettato come semplice "riforma" -che allude sì ad un cambiamento, ma che rimane nell'alveo di principi di fondo ben definiti- laddove, invece, il fenomeno ha una portata assai più radicale, dato che mette in discussione quegli stessi principi di fondo!!!!!

      Una nuova costituzione materiale non solo liberista, ma anche anti-democratica! La nuova "norma fondamentale" dell'ordinamento italiano infatti si affermerà formalmente tramite una legittimazione popolare che sarà, per l'appunto, "viziata" dalla disinformazione posta in essere dalla politica e dai media.

      Credo che l'unico argine sia davvero rappresentato dalle dinamiche della storia. Sarà la recessione irrisolta a delegittimare questa nuova "grundnorm", e a cestinare, contestualmente, ogni sua estrinsecazione........ Spero a questo punto che la storia faccia presto.....

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    8. Sì appunto, un meccanismo estrinseco, l'improvvido (per loro) sovrapporsi di serie causali che nella mente del cittadino sono scollegate.
      Questa è la via residuale di salvezza...
      E continueranno a non capire, a meno che...oviamente non ci siano sbarco in Sicilia, 25 luglio e 8 settembre.
      In fondo, come ho detto, il vero punto non è tanto l'euro, ma il come e chi prenderà le distanze dalla visione Von Hayek (e solo sulla base dello sbarco in Sicilia e con esiti forse sorprendenti)

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    9. Se ho ben capito la situazione, esistono almeno due fronti in Italia per il PUDE: il mantenimento dell'Italia nella trappola dell'euro è il primo, il secondo è la modifica della Costituzione in senso iper-liberista ma sostanzialmente in direzione autoritaria e temo che il riferimento sia ricreare un modello favorevole per il business completamente liberato da questioni di ordine sociale.

      Il primo fronte ha permesso finora al PUDE di avanzare sul secondo fronte, potendo sventolare l'impossibilità per lo Stato di spendere a deficit e presentando questo come un vincolo che è stato sempre presente (ma che noi sappiamo essere vero solo in seguito all'adozione dell'euro) e di conseguenza rendendo inapplicabile la Costituzione.

      Siccome in queste ultime settimana l'euro viene sempre più percepito come la causa dei mali economici ma soprattuto si sta profilando l'idea di poterne uscire, ecco che vediamo l'accelerazione verso la definitiva codificazione in Costituzione della prassi finora resa possibile dall'euro: se cade l'euro, non si potrà più contare sul vincolo esterno, occorre quindi creare il vincolo dall'alto ovvero ciò che prima era reso possibile dall'euro adesso deve essere codificato in Costituzione in modo che, anche tornando ad una valuta sovrana, non ci siano più diritti da garantire, salvo quelli della remunerazione del capitale privato.

      Adesso i diritti sono scritti in Costituzione ma non sono applicabili a causa dell'euro (fronte in via di sgretolamento), domani avremo la moneta sovrana ma non avremo più i diritti scritti in Costituzione (fronte attuale).

      Se vogliamo aggiungere un tassello all'ipotesi frattalica, sembra la situazione subito antecedente all'uscita dallo SME: si uscì ma solo dopo aver fatto digerire alle parti sociali la perdita della scala mobile.

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    10. scusandomi per il commento a puntate,

      aggiungo che, una volta tornati alla moneta sovrana la quale si svaluterà, si vedranno gli effetti benefici di crescita economica: a quel punto sarà molto difficile ritornare alla Costituzione del '48, perchè la propaganda avrà buon gioco a dire che tutto questo è frutto della cura dimagrante fatta fare allo Stato negli anni di crisi.

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  10. Nel frattempo berlusconi comincia ad attrezzarsi per prendersi il merito del crollo dell'euro. La sinistra tace, frigna, fogna e perderà le elezioni per i prossimi 150 anni.
    Ci rimane da sperare che a 'prendere le distanze dalla visione von hayek' sia un bel branco di mignotte.

    http://www.repubblica.it/politica/2013/06/06/news/berlusconi_letta_ingaggi_braccio_di_ferro_con_la_merkel-60534137/?ref=HREA-1

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    1. Eppure le cose non sono così semplici: prendere le distanze dalla visione "Von Hayek" è un passo ulteriore rispetto alla uscita dal'euro. Questo è importante: abbandonare l'idea che lo Stato debba essere limitato perchè è inefficiente (ai "loro" fini senz'altro, come evidenzia Kalecky). Oggi una rivoluzione dell'ideologia politica che porterebbe "fuori mercato" una buona parte della classe dirigente "esposta" al mercato del consenso (per perdita della credibilità e per avere raccontato troppe menzogne fino alla estrema evidenza contraria).
      Le "signore dal mestiere più antico del mondo" cui fai riferimento (forse per farle coincidere con altrettante "fans" di una determinata parte politica) non sono univocamente schierabili, se ci pensi bene.

      Anche tra loro, come tra tutti gli attuali partiti, ci sarà da risolvere il dilemma: riesco ad aggrapparmi all'oligarchia se questa continuerà a esere incontratata e HA UN FUTURO, o mi conviene che "il popolo" veda accrescere la sua ricchezza e con essa i consumi, le speranze e, in definitiva, ACCRESCA il business di "attrazione" che fa sì che mi scelgano (come partner politico, votandomi, o per fini più direttamente "dilettevoli")?

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    2. Le affermazioni di Berlusconi sarebbero interessanti se non fosse che le ha pronunciate lui.

      Continuerà a sostenerle anche dopo la condanna per Ruby, oppure dopo con l'affaire De Gregorio?

      Mi piacerebbe tanto crederlo, ma credo sia anche troppo sperare in un miracolo. Il Banana non ha trovato il modo di togliere, dalle mani del PUD€, le sue palle.

      È in trappola, vittima delle sue stesse armi. Imho, l'uomo può dire quello che vuole ma non decide più nulla.

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  11. Scusate, leggo male o nell'ultimo post Grillo chiede al governo aiuti dal MES? http://www.beppegrillo.it/,spero di sbagliarmi perché dopo l'intervento di B. sulla Merkel, i "saggi" che vogliono toccare la Costituzione, Draghi che non convince, gli USA pronti a sbarcare, ho come la sensazione di una improvvisa accellerazione. Saluti.

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    1. Qualcosa potrebbe accadere: l'euro-PUDE fa male al mondo intero (unica nostra speranza).
      Forse poi Grillo ritiene che l'attivazione dell'ESM porti al "salariodi cittadinanza" per i disoccupati ulteriormente dilaganti; e forse l'euro-cosmesi potrebbe proprio scegliere questa via...in sostituzione definitiva di TUTTO il welfare

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    2. Tutto, come teorizzato nella trilogia cosmologica del "mostro" F von Hayek (ndr, "law, legislation and liberty", the liberal's eco-polis-pensiero del “mondo nuovo” contrapposto allo “stato sociale”, alla moderna “tirannide parlamentare”, che informa sulla pericolosità della “giustizia sociale” e sulla “partecipazione” dei cittadini alle scelte di governo dello stato, pervaso di “caritatevole” razzismo verso i “meno” agiati o “svantaggiati” (i poveri, i malati, i “diversamente abili”, le vedove, gli orfani ...”) protetti da un reddito di “sopravvivenza” generata da una “rete” alternativa (ndr, la "vena" solidaristica che monta) al “libero mercato” e dallo Stato.
      Un quesito retorico nella "selezione" della competizione darwiniana mentre i "saggi" cospirano contro la Costituzione: prevale la leonessa che sfama se stessa o quella che condivide il cibo con i propri cuccioli?
      C'è qualcuno che ce la fa ancora perchè io .. nun ce la fò chiu.

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    3. Tirannide parlamentare? Una parola che, a mio personale avviso, consacra un falso storico.
      Le tirannidi conclamate e storicamente accertate (dal "dominus et deum primus appellari issuit" di Domiziano fino alla Germania di Hitler, passando per "l'etat c'est moi" del Re Sole), sono soprattutto quelle di chi detiene il potere esecutivo, ed il Parlamento infatti è stato concepito proprio come uno strumento di contrappeso al potere dei governi. Questo è il suo primario compito in una democrazia, confermato non solo, ad esempio, dalla titolarità del potere legislativo ma anche dalle funzioni ispettive e di controllo che può esercitare nei confronti dell'esecutivo.

      Non c'è poi forma -più o meno esplicita- di fascismo, del resto, che non abbia fatto propria la mortificazione e la delegittimazione dell'organo parlamentare. La retorica delle "aule sorde e grigie", dell'inefficienza di parlamenti e delle democrazie e degli inutili costi ad esse connesse è tipica di qualsiasi regime di questo tipo.

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    4. Ora che il post risulta un po' defilato posso (forse) prendere posizione a fianco di poggiopoggiolini 07 giugno 2013 08:44.

      Nuntereggae più nipotino di austriaco che manco sai che lo zio afferma imperiture le regole classiche (che, tuttavia, come le guardi con intenzione si pisciano addosso da tutte le parti) ma non è fesso come te che ci racconti inutile (lo dici inefficiente, lo bolli inefficace) l'intervento dello Stato.
      Zietto tuo lo considera direttamente dannoso (l'intervento dello Stato) ma non all'economia (bada a te nipotino : ora si levano altri Kuznets che ti sommergono di dati e ti confutano come sbatti gli occhiucci per risveglio) bensì alla libertà.
      E qui cade. Nel modo più banale. Il (presunto) più forte "per legge di natura" (ma Darwin non c'entra : pigliatela semmai con Spencer) ha paura di morì(re) ammazzato. E chiede l'intervento dello Stato ...
      Come un qualunque despota ancestrale descritto da Freud (et pour cause : c'era da inventare il diritto. Ma ora non serve più: il diritto è già stato inventato).
      Fattene una ragione nipotino : tutto quel che ti piace di più non sta in piedi.
      Puoi essere confutato con facilità. E questo ti tocca.

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  12. caro Quarantotto, ti segnalo come il grillo parlante abbia postato questo pezzo rivelatore della sua vera politica pro-euro . Qui egli si dichiara favorevole a che l'Italia richieda l'intervento del MES!

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    1. Già segnalato più sopra Sergio. Nel rinviarti alla risposta (e seguente "discuSione") aggiungo: poche idee ma confuse (e conoscenza del tutto incompleta delle circostanze effettive: sta ancora fermo all'intervento, del tutto insufficiente, dell'anno scorso pro-Spagna bancaria e non sa del gigantesco carry trade, di dimensioni più che triple, evidenziato nell'articolo di Bottarelli linkato nel finale del post...per tacer d'altro, nevvero)

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    2. Quando ho visto il riferimento alla notizia su Grillo non ho potuto non pensare alla parola 'assedio', che sintetizza lo stato in cui versa l'Italia, ad opera del PUD€.

      Allora ho pensato di scrivere di un'altra situazione di assedio, relativa al passato; con nessuna pretesa di tracciare un parallelo o altro. Forse, forse, con una speranza: che possa servire a far balenare un lampo di luce, un episodio di bi-sociazione come la descrisse Arthur Koestler ne "L'atto della creazione". Anzi, solo per sorridere un po'.

      "Quando la duchessa del Tirolo, fece accerchiare nel 1334 il castello di Hochosterwitz, in Carinzia, sapeva benissimo che la fortezza, situata su una rupe fortemente scoscesa che si ergeva alta sulla valle, era inespugnabile con un assalto diretto e avrebbe ceduto soltanto dopo un lungo assedio.

      Giuse il giorno in cui la situazione dei difensori si fece critica: tutto ciò che restava delle loro provviste era un bue e due sacchi di orzo. Ugualmente pressante, anche se per ragioni diverse, stava però diventando pure la situazione della duchessa: sembrava che l'assedio non dovesse finire mai; e le sue truppe, di cui aveva urgente bisogno per impiegarle altrove, cominciavano ad essere indisciplinate.

      A questo punto il comandante del castello decise un'azione disperata che ai suoi uomini deve essere sembrata un gesto di pura pazzia: fece macellare l'ultimo bue, con l'orzo che restava gli fece riempire la cavità addominale, e ordinò che la carcassa venisse gettata lungo i ripidi pendii della rupe in un prato antistante il campo nemico.

      Dopo aver ricevuto questo beffardo messaggio, la duchessa si scoraggiò e tolse l'assedio, allontandosi con le sue truppe".

      E' facile 'vedere' chi recita il ruolo della duchessa, ma non c'è nessun candidato al ruolo di comandante del castello. Tanto meno il camerlengo genovese.

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  13. So che lo sto un po' "inquinando" questo post. :-)

    Pur tuttavia, mi premeva ricordare questa "memoria storica", tratta dal (tristemente) celebre discorso tenuto alla Camera da Benito Mussolini, il 16 novembre 1922:

    "Le direttive di politica interna si riassumono in queste parole economia, lavoro, disciplina.
    Il problema finanziario è fondamentale: bisogna arrivare colla maggiore celerità possibile al pareggio del bilancio statale.
    Regime della lesina: utilizzazione intelligente delle spese: aiuto a tutte le forze produttive della Nazione.
    Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici delle città e dei campi.
    Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime, ma tutela di tutti gli interessi che si armonizzino con quelli della produzione e della Nazione.
    Il proletariato che lavora, e della cui sorte ci preoccupiamo, ma senza colpevoli demagogiche indulgenze non ha nulla da temere e nulla da perdere, ma certamente tutto da guadagnare da una politica finanziaria che salvi il bilancio dello Stato ed eviti quella bancarotta che si farebbe sentire in disastroso modo specialmente sulle classi più umili della popolazione."

    Molto attuale, vero? Starebbe benissimo in bocca ad un Letta, ad un Napolitano, ad un Monti, ad un Saccomanni,a un Draghi, a un Barroso. Esprime concetti (fascisti) che oggi ci vengono ripetuti fino alla nausea (da chi, però, dice di non essere "fascista"). Ed avrebbe anche un Rizzo o uno Stella, a dargli man forte, per non parlare di un Beppe Grillo che, guarda un po', auspica "l'abolizione del Parlamento" (http://www.beppegrillo.it/2013/06/la_scatola_di_tonno_e_vuota.html#commenti).

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    1. Aveva però l'Alesina dell'epoca, Luigi Einaudi. Che del programma Rocca-Corgini così scriveva: "Questo giornale che, senza pretendere di guidare nessun partito, pone il suo punto d’onore nell’agitare idee, è lieto che un partito, qualunque ne sia il nome, ritorni alle antiche tradizioni liberali, si riabbeveri alla sorgente immacolata di vita dello stato moderno, e augura che esso non degeneri e concorra ad attuare seriamente il programma liberale, senza contaminarlo con impuri contatti." (Corriere della Sera, 6 settembre 1922).
      In effetti la politica economica dei primi anni del fascismo è consistita nel pareggio di bilancio, privatizzazioni e cambio fisso (leggiti il discorso di Pesaro, ché vale veramente la pena). Multa renascuntur...

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