lunedì 25 novembre 2013

1° ANNIVERSARIO DEL BLOG - LIBERISMO E LEGALITA' COSTITUZIONALE (o noi o "loro")

PREMESSA: oggi il blog compie un anno di vita. Ma bando alle ciance di circostanza. La situazione è sempre più grave e sempre meno seria. Per "festeggiare" questo compleanno "in trincea", vi propongo un post che cerca di andare al vero nucleo del problema complessivamente affrontato dal blog. E ciò nella sua tragica e scottante attualità: perchè "i nodi stanno venendo al pettine" e la campana suona sempre più forte...
Ovviamente un ringraziamento e un grande abbraccio a tutti voi che mi avete sostenuto costruttivamente e dato analisi e informazioni preziose nello sviluppo del discorso (un discorso che, nel suo "piccolo", si è allargato a circa 600.000 contatti). Posso dire che, appunto grazie a voi, il blog risulta, obiettivamente, il "cutting edge" culturale nel panorama italiano. Per un recupero della democrazia
.

1. Lorenzo Carnimeo pone questa articolata questione:
"...Tu quindi sosterresti che l'involuzione regressiva potrebbe essere "insita" nella politica liberista, la cui "norma fondamentale" (a questo punto -se non erro- descritta da Von Hayek nei suoi aspetti giuridico politici), cozza contro quella di "qualsiasi democrazia" così come la conosciamo, e quindi pertanto delle due l'una: o il liberismo, o la democrazia parlamentare basata sul suffragio universale.
L'esperienza, sia storica che attuale, sembrerebbe confermarlo. Da un lato, le società liberiste ottocentesche ammettevano il suffragio censitario e si mostravano insofferenti verso l'evoluzione in senso parlamentare della democrazia (vedi Italia di fine '800). Dall'altro, oggi, si cerca di "aggirare" i meccanismi della democrazia "proprio" per dare al liberismo la sua espressione più compiuta (approccio paternalistico de "il popolo va costretto perché non lo vorrebbe mai", delegittimazione delle istituzioni democratiche per via mediatica e tramite retorica della corruzione e di una presunta "incapacità di fondo" della politica di essere responsabile della sovranità conferitale, immagine della spesa pubblica come "spreco" a prescindere).
Qualora il liberismo accettasse di sottomettersi alle regole democratiche, semplicemente dovrebbe accettare di non realizzarsi mai!

E' sicuramente da approfondire. Ti domando però: in società anglosassoni, caratterizzate da una forte tradizione parlamentare (USA, UK), le due cose sembrano coesistere. Si tratta -allora- di una convivenza forzata e/o solo apparente? Quanto l'affermazione delle politiche liberiste ha compromesso, anche lì (ancorché in maniera meno appariscente) i meccanismi della democrazia?
O forse il carattere apparente della convivenza è dimostrata dalle misure poste in essere dalle banche centrali e dai governi di quei paesi, che, arrivati al punto di scegliere tra liberismo integrale e democrazia, hanno scelto, in entrambi i casi la seconda (al contrario dell'europa continentale dove sembra prevalere il primo?)."

2. La mia risposta è stata questa, nel contesto del dibattito:
"Caro Lorenzo, il libro illustra per esteso il punto.
Dipende da quale modello costituzionale, cioè legale-supremo, assumi. UK, ad esempio, non ritenne di creare (ed aggiornare) una Costituzione rigida: l'affermazione dello Stato interventista del welfare, a partire dal famoso "Rapporto Beveridge", fu possibile grazie all'affermazione politica del partito laburista.
Negli USA, abbiamo una struttura costituzionale diversa, certamente fondata su una visione liberale settecentesca, che spetta alla Corte Suprema aggiornare, in funzione della sensibilità politica in evoluzione. Ma hanno una banca centrale con una diversa mission, volta alla (più o meno) piena occupazione.

Non è un caso quindi, che le democrazie europee:
a) da un lato abbiano registrato la proposizione del super-trattato come simulata evoluzione, internazionalista, delle Costituzioni dei diritti fondamentali (per farne accettare, in una cornice etica contraffatta come omogenea, la strisciante disattivazione);
b) dall'altro, vedano attualmente la stretta finale dell'attacco alle Costituzioni del welfare in nome di un preteso adeguamento (del tutto pretestuoso) al mondo che cambia ("la Cina")."Strano", (no?) nota bene, come negli USA non si parli di cambiare una Costituzione molto più risalente e meno dettagliata, sul piano delle implicazioni "Stato-garanzia dei diritti fondamentali".
Eppure anche per loro il mondo cambia e c'è, più che mai, la Cina.

Questa mistificazione (che nasconde il vero scopo dell'attacco sistematico alle Costituzioni), tipica dell'età neo-liberista, passa in Europa, per l'alibi della sovraesposizione dei diritti cosmetici (che, come illustro, sempre nel libro, cercano ipocritamente di affermare la fine dell'età del "bisogno")."
3. Ma una più approfondita riflessione mi porta a ritenere che sia necessaria qualche ulteriore puntualizzazione.
La democrazia dei diritti fondamentali, nella forma accolta in Costituzione, basata sull'obbligo di attivazione delle istituzioni di "governo", per rendere effettivi i diritti nella loro specifica portata assunta come "sociale", viene indicata, da Mortati stesso, come "forma necessitata".
Cioè affermatosi un concetto di democrazia capace di riassumere gli interessi equiordinati di tutti i cittadini senza distinzione di classe (sesso e credo reglioso), la democrazia o "vive" in questo obbligo di attivazione, e quindi nella realtà di politiche pubbliche rispondenti ai diritti fondamentali (di cui il lavoro, serve forse ripeterlo, è il primo) o "non è".

4. Il liberismo, per definizione, è uno schema diametralmente opposto alla democrazia "necessitata" accolta dalla nostra Costituzione.
Se non altro perchè esso postula, esattamente come i trattati UE, la proposizione astratta della "forte" concorrenza. Abbiamo visto come la "concorrenza perfetta", sul lato dell'offerta, non sia affatto predicata nè dai teorici del neo-liberismo (scuola austriaca, in primis), nè dai trattati.
Si ammette sia il fenomeno dell'oligopolio, predicandone il limite sfuggente della "non abusività" (una sorta di "licenza di rendita", purchè non si esageri...in danno degli altri concorrenti), sia un concetto dinamico di monopolio, e come tale lecito, a condizione che si riveli transitorio o comunque non portatore di "abusi", via via che i mercati si sviluppino nella loro naturale dimensione internazionalmente allargata. Solo lo Stato, con la sua fissità territoriale, e la sua correlata sovranità, sarebbe il responsabile dei monopoli da vietare (cfr; pur nella terminologia sfumata, gli artt.101, 102 e 106 del TFUE).

Ora, questa idea di concorrenza "fisiologicamente imperfetta" - non a caso chiamata nel diritto antitrust a matrice anglosassone "workable competition"- opererebbe, rispetto alla platea dei "produttori", mentre si suppone che il fattore finanziario, in regime di liberalizzazione della circolazione dei capitali, sia in sostanziale concorrenza perfetta, ignorando la frequente "nazionalizzazione" e settorializzazione degli interessi finanziari; ciò implica, che il puro agire della domanda e della offerta, al di fuori cioè di situazioni di vischiosità strutturale e di rendita, viene dallo stesso liberismo accettato come residuale.

5. Ma a quale "residuo" viene considerata incondizionatamente applicabile?
Al mercato del "lavoro", tanto che tutta la teoria macroeconomica neo-classica, si incentra sulla teorizzazione del lavoro come "merce", soggetto esclusivamente alla legge della domanda e dell'offerta (altrimenti si predica l'inefficienza del sistema, anzi, della stessa "struttura del capitale", secondo von Hayek).
Da qui i corollari della disattivazione dell'intervento dello Stato nell'economia, che viene visto come creatore di privilegi distorsivi a favore dello scambio puramente "libero" tra lavoro e salario, nonchè della stabilità del valore della moneta, in assenza di tensioni inflattive. Queste, infatti, sarebbero sempre il sintomo di rigidità nel mercato del lavoro, che provocherebbero eccessi di pretese retributive, (considerate normalmente agevolate dall'esistenza della spesa pubblica ad orientamento sociale-redistributivo).

Se questa è l'essenza del (neo)liberismo, confermata nei trattati dall'art.3, par.3, inteso nelle sue priorità proiettate su tutte le altre norme europee, è agevole rilevare che esso risulta inconciliabilmente in contrasto con le Costituzioni democratiche, interventiste, pluriclasse e incentrate sulla tutela integrale del lavoro (non cioè volte, come i trattati, alla mera "piena occupazione" intesa come qualsiasi livello di impiego raggiungibile in situazione di libera azione della legge della domanda e dell'offerta e di stabile riduzione delle aspettative di inflazione).

6. Le conseguenze pratiche del riaffermarsi del liberismo, o capitalismo "sfrenato" (secondo Popper), fondato sul lavoro merce, sono ben tangibili e immediate, in termini di sopravvenuta irrealizzabilità del dettato costituzionale (de facto e senza passare per le procedure di revisione costituzionale, che, tra l'altro, in materia neppure potrebbero intervenire, trattandosi di principi fondamentali riconducibili all'art.139 Cost.).
In un precedente post, si è sottolineato
:
"...ci permettiamo di rammentare alcuni passaggi ermeneutici, "sistematici", che consentono di meglio comprendere l'art.41 Cost., (e tutta la Costituzione economica di cui abbiamo parlato in questo post di Sofia dove è detto, come esempio di corretta interpretazione sistematica: "La tutela del risparmio in quanto tale, come valore economicamente e socialmente rilevante, sta a significare che non solo uno dei precisi compiti della “Repubblica” è di difendere come valore in sè la moneta, che è l’istituto giuridico (multiforme) in cui si traduce la liquidità, ma anche il reddito cioè il flusso di ricchezza che dà orgine alla stessa formazione del risparmio (il che è proprio un corollario dei principi degli artt. 1 e 4 Cost. ndr).
...Ciò anche per il fatto che non si tratta di un valore costituzionale isolato e da perseguire astrattamente (cioè mediante intepretazione estrapolante e asistematica ndr.), ma è la sintesi della costituzionalizzazione di una serie poteri concatenati...Le connessioni con altre norme costituzionali rilevanti sono facilmente deducibili (interpretazione sistematica, che è poi quella che usa la "stalinista" Corte costituzionale): ...MA ANZITUTTO, LA REPUBBLICA GARANTISCE CHE LA POSSIBILITA’ STESSA DEL RISPARMIO CI SIA, NON CHE IL RISPARMIO NAZIONALE DIVENGA ADDIRITTURA NEGATIVO COME IMPLICA IL FISCAL COMPACT").
...Tornando all'art.41 Cost., mi limiterò ad alcuni cenni (su questo poderoso problema che deve trovare, scientificamente, sempre soluzioni sistematiche e senza precomprensioni "estrapolatrici): non è vero che il nostro sistema disconosca e collettivizzi l'attività imprenditoriale e la figura dell'imprenditore
".

Quindi, una volta prevalente, in via politica (sovranazionale), la volontà di riaffermare il modello liberista, tramite un'applicazione progressiva ed inesorabile, imponendo ai parlamenti di rilegiferare il lavoro come merce, ciò implica inevitabilmente il transito verso un sistema diverso da quello costituzionale.

7. Questa situazione di rottura della legittimità costituzionale potrebbe, in astratto, verificarsi solo se si manifestasse un Potere costituente (cioè ascrivibile al popolo nella sua unità identificativa della sovranità), che assumesse esplicitamente questo modello in base all'univoco consenso dello stesso popolo sovrano. Diversamente si tratterebbe di un atto eversivo.
Non a caso Carli, nel definire l'appropriazione (extra-legem) della pretesa indipendenza della banca centrale dal governo-parlamento, parlò, a suo tempo, di atto "sedizioso".
Sono gli stessi epigoni attuali del liberismo internazionalista della finanza globalizzata a porre, dalla loro angolazione, il problema in questi termini.
Cioè gli stessi neo-liberisti, abbandonando ormai ogni velatura alla loro autoaffermazione autoritaria, pongono il problema strategicamente : cioè cercano una soluzione istituzionalizzata del nuovo assetto di potere, a vari livelli di enunciazione, esplicita negli studi "privati", camuffata tra altri concetti mimetici o "cosmetici", di valore normativo pari a "zero", nei trattati UE - e la affermano in termini di "o noi o loro".

8. Il punto, allora, è se i cittadini dei paesi democratico-costituzionali siano simmetricamente capaci di un comportamento strategico di estrema difesa di fronte a questa aggressività (mediatica e istituzionale sovranazionale). Una estrema difesa che esigerebbe una diffusa consapevolezza culturale dei presupposti storici e socio-economici della democrazia intesa nel suo senso sostanziale, e non meramente procedurarle-formale.
Solo compiendo questa operazione culturale, di portata molto pratica, i cittadini, titolari dei diritti che danno contenuto alla stessa democrazia, saranno in grado di rivendicare la propria angolazione, contestando sia il concetto di aggiustamento (deleverage, pro-creditori) sia l'inarrestabile invadenza dei portatori istituzionali-UEM di questa aggressione, perseguita ormai in forma di lotta totale.
E questo ci rammenta che la democrazia può definirsi "viva" in quanto si esprima nella continua vigilanza attiva che rinnovi il senso radicato di quei diritti e la consapevolezza delle lotte coraggiose e degli sforzi costanti ed alterni che hanno portato alla loro affermazione.
Una vigilanza democratica che esige il profondo convincimento che una società giusta e libera non può mai considerarsi un risultato acquisito e da dare per scontato, avvinti dalla pigrizia di illusori e confortevoli materialismi, pronti a svanire per la mano predatoria degli stessi che li hanno indotti come artificiali bisogni.
Anche tenendo ben presente che non sono stati certo gli stessi cittadini a dire, per primi, "o noi o loro".

71 commenti:

  1. Tanti auguri al blog! E pure a noi...no? :)

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  2. Auguri all'autore e a tutti i lettori del blog

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  3. ritengo che sia inquietante che nessun politico o giornale nazionale tratti questo argomento con la discplina esposta in blog come questo.

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    1. Più volte, nei dibattiti sul blog, ci si è posti il problema del "perchè": ad es; quando si è trattato del fondamentale problema delle banche centrali indipendenti
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/08/fed-e-bce-lavoratori-in-transito-e.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/03/la-dottrina-delle-banche-centrali.html
      O ancora della ormai ridicola pantomima sulla misura corretta del moltiplicatore fiscale.

      Ma la risposta che si tende a focalizzare è che si tratti di:
      a) manipolazione mediatica diretta su input di una minoranza ben a conoscenza, capace di anticipare ed orientare ogni possibile discorso politico;
      b) ignoranza determinata da incapacità culturale di comprendere quanto avviene sub a), ascrivibile alla gran parte della classe politica e della stampa (giornalisti e commentatori non leader opinion, che "seguono" il mazi-geregge della convenienza del momento)
      c) un misto di a) e b), reso crescente dalla diffusione, via blogs, delle analisi che smentiscono i luoghi comuni

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  4. Auguri a quarantotto e ai suoi commentatori! Che questo blog possa conquistare tutta la visibilità che merita. :)

    Anche perché il problema é nient'affatto banale. Anche troppa gente, Lega in testa (sic) sta parlando di sovranità MONETARIA, come se fosse la panacea di tutti i mali. Ma spesso non si rendono conto che la riconquista della sovranità é un problema ben più complesso e sfaccettato. E si rischia che la lotta all'euro diventi il false flag per eccellenza. Anzi, può pure darsi che la classe politica europea usi l'uscita dall'euro come strumento per giustificare misure punitive di occupazione e welfare ancora più estreme, che la gente accetterà, PUR di liberarsi dall'odiata moneta.

    Se non si comprende velocemente e su vasta scala che il problema é la perdita di SOVRANITA' e che solo la sovranità può permetterci di difenderci efficacemente dal liberismo mondiale, saranno cazzi amarissimi.

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    1. Ma guarda che la possibilità di superamento della moneta unica, rimanendo nella ridotta "giapponese" (tutta europea) del monetarismo, e quindi della banca centrale indipendente "pura", allo stato, è proprio l'ipotesi più verosimile. Cioè un giro dell'oca demenziale, per ritrovarsi con le stesse forze finanziarie saldamente al potere...Una follia che non potrà che rendree esplosiva una simile evoluzione (perchè la crisi di domanda, ignorata, significa disoccupazione e "inoccupabili" e la disperazione monta)
      "Indiziario" di tale piega degli eventi, nel solito corso Franco-tedesco:
      http://vocidallestero.blogspot.it/2013/11/la-germania-sara-la-prima-uscire.html

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    2. Letto il post di vde, ma a volte si fatica un po' (pant pant ) a comprendere. Puoi spiegare il giro dell'oca ed il solito corso franco-tedesco da temere? Ritorno delle valute nazionali senza lasciare la Bce....boh? Ci sara' (sarebbe) svalutazione della moneta o no? Verso la Germania o no? Mmhh.. se sono ancora premature queste domande, chiedo scusa.

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    3. Mah, guarda, riguardo all'articolo non sarei così ottimista...

      La BUBA é in minoranza nella BCE non da ieri. Da un bel po'. E non é che questo abbia prodotto chissà quali profonde riforme.

      La Merkel, per poter lanciare la sua ennesima mega-coalizione, ha dovuto accettare l'introduzione del salario minimo dal 2016, il che potrebbe contribuire a diminuire gli squilibri europei in prospettiva... e a tenere politicamente buoni quelli che "la germania non collabora quindi occorre rompere l'euro"..

      E poi la Merkel stessa é stata votata per la sua politica "vincente" nell'euromarco. Dubito fortemente che potrebbe spiegare ai suoi elettori che adesso occorre uscire, anche perché la rivalutazione del marco danneggerebbe l'export cui non intendono assolutamente rinunciare anche di fronte all'apertura di quella procedura-barzelletta...

      Per conto mio alla Francia verrà consentito di sforare i trattati in modi più o meno creativi (euroclear, step2 etc), la BCE allenterà leggermente i cordoni della borsa, magari con l'LTRO 3 di cui si parlava, comincerà la discesa negli inferi di spagna e portogallo. Le banche tedesche non sono ancora rientrate a sufficienza dei loro crediti imo.

      C'é la questione le pen tuttavia. Il suo programma non é un semplice "no euro" stile lega (che comunque anche al suo interno ha posizioni anche ben argomentate più vicine a noi).
      Il suo programma ha un'analisi notevole, che dimostra grande comprensione del problema:

      http://www.frontnational.com/pdf/Programme.pdf

      Non si fa che parlare di lotta ai poteri liberali di cui l'euro é espressione, stato forte, costituzione in testa alle priorità del governo, e tante altre cose anche troppo familiari ai lettori di questo blog.

      Il fronte per il giro dell'OCA ha già almeno UN grande nemico (se la le pen rispetterà il suo programma) e uno piccolo (Orban e le sue politiche volte a limitare il potere del FMI e recuperare il controllo della banca centrale, non a caso accusato di fascismo).

      questi due soggetti sono BEN diversi da un farage, che vuole l'uscita dall'euro in chiave completamente neoliberale. pfui.

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    4. La situazione francese sta precipitando: obtorto collo rispetto agli "amici" tedesco-monetaristi, persino i loro oligarchi capiscono che, mediante l'acquisto tedesco del loro crescente debito sovrano(a copertura di un deficit che cresce tra CAB negativo ,spesa pubblica da disoccupazione e deindustrializazione+ in aggiunta, cambio extraUEM troppo alto) i banchieri tedeschi possono diventare i nuovi padroni del vapore.
      Le proiezioni fatte dalla Granville sono eloquenti.
      Dici tu: escono i francesi? Può essere.
      Ma anche escono i tedeschi, per non dare nell'occhio (si fa per dire) dato che l'unica soluzione di sopravvivenza per chi conta davvero politicamente, cioè i francesi, sarebbe un massiccio QE sui titoli francesi nei prossimi mesi-anni, ovvero gli eurobond (roba che potrebbe solo rallentare l'intero processo). Cioè ciò che la Merkel non può fare senza perdere la faccia, l'appoggio di buba (e il potere).

      Insomma, tra finanzieri monetaristi franco-tedeschi si tenderà ad un appeasement.
      I francesi devono salvarsi dala perdita di potere a vantaggio della Lepen,; i tedeschi dal dover ammettere la gestione fallimentare che hanno imposto a tutta Europa e che la merkel non potrà più a lungo nascondere, facendola passare come un successo (a fini elettorali che già sono vacillati, a guarda bene)

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    5. @caposaldo: Il dialogo con Mattia, dovrebbe averti già meglio chiarito "il gioco dell'oca".
      Per capirci in soldoni: hai presente UK e ciò che è successo da Blair in poi? O la crisi secolare di cui parla Krugman (v. sul post "Depression!")?
      Cioè se esco da un'OCA e mantengo l'impostazione monetarista (a furor di popolo disinformato), manterrò pure, in assenza di vincolo sul cambio, una BC centrale indipendente pura, e un tetto al deficit.
      E di certo potrò proseguire con il funzionamento della curva di Philips. rifiutando di sostenere la domanda e facendo solo supply side policies, nella convinzione che la crescita sarà solo dovuta al recupero del cambio flessibile e quindi alle esportazioni. Cosa che vieppiù e COmunque li induce a tenere bassa l'inflazione: e quindi a lasciarci in una nuova forma di austerity (meno motivata dall'indebitamento privato con l'estero e più sul mercantilismo puro), proseguendo però con la compressione di domanda interna e diritti sociali.
      Specie se poi il tutto arriva al trattatone liberoscambista con gli USA.
      Qui le linee generali dell'euro exit spaghetti liberista con l'ennesimo RILANCIO:
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/11/il-rilancioliberoscambista-ue-usa.html

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    6. Ah poi, nota bene (anzi grazie per la domanda): non dimentichiamo CHE ABBIAMO ORMAI IL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE. Ergo il monetarismo (e il mainstream neo-hayekkiano) HANNO GIA' VARCATO LA SOGLIA DELLA STABILIZZAZIONE DEL LORO POTERE.
      Recuperare il cambio flessibile, in presenza di pareggio di bilancio in Cost, è una licenza per la prosecuzione della BC indipendente. E quindi del taglio programmatico dell'intervento pubblico (non supply side).

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    7. Ciao caro Quarantotto, e buon compleanno a questo interessantissimo laboratorio costituzionale che è il tuo blog. Se la Costituzione si trova ora in stato di denutrizione e abbandono, qui le si fanno delle ottime flebo di "ri-costitutente"..;)

      Sull'articolo di vocidallestero che hai citato, e sulla discussione che si apre - particolarmente ora che le voci di critica all'euro/austerità si moltiplicano come una valanga che ha rotto gli argini - io ci vedo due aspetti da confutare e tenere a bada, dimmi tu se sbaglio:

      1. ci sono quelli, sia all'interno che all'estero, che auspicano in primo luogo un rilancio della domanda europea tramite QE - e su questo ho in lista un articolo di Krugman abbastanza eloquente - senza considerare che comunque la moneta unica non sarebbe sostenibile senza un'unione di trasferimenti politicamente impossibile e nemmeno auspicabile

      2. ci sono anche quelli che accettano come inevitabile uno smantellamento dell'euro, ma senza prendere atto che la liberalizzazione sfrenata dei capitali e l'indipendenza delle banche centrali sono un anello non secondario del problema.

      A noi portare sempre più a fondo il dibattito...

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    8. Pienamente d'accordo.
      Ti rinvio (se hai modo) alle risposte date a Mattia e a Caposaldo.
      Un grazie sempre a te, cara Carmen

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    9. Grazie molte 48. Arrivavo a sapere cosa e' l'oca, mi devo rivedere attentamente alcuni post vecchi che pure avevo letto. In pratica nelle intenzioni con il cambio flessibile( limitato, probabilmente ) si rallentera' la moria delle aziende, ma ci sara' poco da godere per via degli altri tagli e vincoli che hai descritto. Il popolo disinformato e magari impegnato a festeggiare ci mettera' un po' a capire che il quadro non e' cambiato molto: austerity sempre a manetta, palla lunga e pedalare. Si potrebbe andare ipotizzo(ma non rispondere, ho gia' disturbato troppo) verso 2 aree all'interno dello stesso sistema (bce) -giro dell'oca-. + la Francia che al solito strappera' un trattamento privilegiato. E...cosi' senz'altro i creditori non rinunciano a quanto gli spetta.

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    10. C'è una cosa che non mi è chiara:
      48 dice:
      "Cosa che vieppiù e COmunque li induce a tenere bassa l'inflazione: e quindi a lasciarci in una nuova forma di austerity (meno motivata dall'indebitamento privato con l'estero e più sul mercantilismo puro), proseguendo però con la compressione di domanda interna e diritti sociali".

      Chiedo (da ignorante):
      Ma l'austerità e la bassa inflazione non dovrebbero essere controproducenti rispetto all'obiettivo di esportare di più in regime di cambio flessibile? Bassa inflazione significa moneta più forte e quindi cambi più sfavorevoli. Insomma: quello che guadagni da una parte sul taglio dei salari lo riperdi dall'altra con l'aprezzamento della moneta. Sbaglio?

      PS: Auguri!! Bellissimo blog, nessun altro riesce a dare una visione di così ampio respiro del quadro storico-politico-economico.

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    11. Oh beh, non mi riferivo a quello che conviene razionalmente fare in situazione di cambio flessibile (e fermo che comunque ad essere decisivi per l'export sono i tassi di cambio reale), ma a quello che penserebbe una classe dirigente intatta nella sua cultura monetarista e neo-classica; vai a vedere come se la cavano in UK e come, anche, si sono divuti riorientare in Giappone. E mica stavano nell'OCA zoppa...

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  5. OH, QUANTA STRADA IN QUEI SANDALI ..

    Ancora di ieri l’entusiasmo e la tensione intellettuale delle narrazioni di orizzonte48, vero “cutting edge” della consapevolezza democratica con il piacere nuovo di “rumori” antichi che dilagano dai giornali svolazzanti e dagli schermi strombazzanti.
    Che bella cosa è na jurnata e sole.
    With compliments, knight !

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  6. In occasione del compleanno del blog, complimenti e grazie per la qualita' degli articoli , in particolare (anche) quelli in ordine ai vari risvolti giuridici, che ci hanno aperto ulteriormente gli occhi, e che sono andati a coprire un settore un po' scoperto della contro informazione al regime. Anche se ricordiamo benissimo che la brillante presenza di 48, in veste di commentatore, risale ad un po' di tempo prima, con gli interventi su voci dalla Germania.

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    1. E se per questo anche dal FQ all'approdo di salvezza su goofynomics :-)

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  7. I miei migliori e più sentiti auguri per il compleanno del blog.
    E ovviamente, "chapeau" all'approfondimento e soprattutto alla necessità di una nuova operazione culturale che recuperi alla coscienza collettiva la democrazia come principio, e non come mera ritualità formale e/o "costo". Un percorso difficile, ma non impossibile.

    Non so se il mio (piccolo) contributo sarà sufficiente. Ma non potevo esimermi dal darlo. Non finirò mai di ringraziare te ed Alberto per quello che avete fatto. Possono "tagliare" il mio stipendio, ma la consapevolezza, quella no. Non può essere "tagliata". Ed è questo, forse, quello che il mainstream teme di più.

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    1. Ad avercene di "piccoli" contributi come i tuoi :-)
      Anche se poi la speranza si misura sulla nostra capacità diffusiva fuori del web della nuova "traiettoria culturale"...

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  8. E' già passato un anno e mi sembra solo ieri. Un Grazie a Quarontotto e a tutti i partecipanti di questo Blog. Speriamo un giorno di ritrovarci per poterci dire che anche noi abbiamo contribuito nel nostro piccolo a questa epocale battaglia fra liberismo e Democrazia. E la vittoria finale non potrà che essere della Democrazia, per una società giusta ed equa che idealmente tenda alla crescita morale ed intellettuale di tutti i cittadini.

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  9. Grazie a te di averci fatto da Virgilio in questo Purgatorio (non dico Inferno perché la speranza non l'abbiamo lasciata per niente) costituzionale: con l'augurio che non ci si debba restare ancora a lungo.
    Il mio "regalo di compleanno" sono due spunti sulla famosa formula "economia sociale di mercato" contenuta nel Trattato. In questo volume ho letto un interessante contributo di Ralf Ptak dal titolo Neoliberalism in Germany. Revisiting the Ordoliberal Foundations of the Social Market Economy. To make a long story short, oltre a sfatare alcuni luoghi comuni (per esempio quello secondo cui gli ordoliberali sarebbero stati antinazisti en masse), l'autore spiega che l'ordoliberalismo è la peculiare forma, compromissoria con la tradizione dello statualismo tedesco, che il liberismo ha assunto in Germania. La differenza col liberismo esplicitamente antistatale anglosassone non induca in errore, insomma: "In light of the contemporary misunderstanding of the character of the original social market economy, it is difficult to explain why German trade unions, Social Democrats, and communists fought Ludwig Erhard’s efforts to institutionalize the social market economy, why Margaret Thatcher propagated the German model on her way into Downing Street (Cockett 1994), and why Milton Friedman recommended the German model to Chile’s dictator Pinochet after the coup (see Fischer, Chapter 9 in this volume)." (op. cit., pag. 99). Che si trattati di un compromesso, che come tale può essere alterato al variare dei rapporti di forza (fino a ridursi a pura cosmesi), lo si dimostra una volta in più con una gustosa citazione (che avevo letto ma onestamente non ricordavo): "Non mi piace questo uso [dell'aggettivo "sociale" per qualificare ogni azione "pubblicamente consigliabile"; tra gli esempi: "economia sociale di mercato", a cui la nota si riferisce], anche se grazie ad esso alcuni miei amici tedeschi (e ultimamente anche inglesi) sembrano riusciti a rendere appetibile a circoli più ampi il tipo di ordine sociale che difendo". E' lui o non è lui? Certo che è lui! :-) F. A. von Hayek, Legge, legislazione e libertà, EST (Il Saggiatore), Milano, 2000, pag. 283, n. 26.
    Un abbraccio a tutti i compagni (e le compagne!) di trincea anche da parte mia.

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    1. Ma grazie Arturo: mi riporti sempre sulle tracce del "grande ideologo" della "grande società"!
      Tu pensa che in una imminente lezione alla LUISS che terrò sull'argomento, mi accingevo a evidenziare che l'uso di economia "sociale" di mercato era,nel contesto del paradigma risultante dalle norme chiave, una pura operazione nominalistica di tipo "etichettante" (dunque propagandistico), ma priva di un qualsiasi valore giuridico-programmatico significativo.
      Ora darò agli studenti una ulteriore fonte a palese conferma dell'ipotesi ricostruttiva: parrò meno originale, ma l'auctoritas (al contrario) del nostro eviterà qualsiasi insinuazione di "complottismo" e malevolenza.

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    2. Ecco, in tempi come questi di chi ci si può fidare?
      Dei nemici, per fortuna. Degli "amici", ecco, non sempre.
      Dall'articolo domenicale di Scalfari: "Mi confortano i giudizi dati in proposito da Asor Rosa sul “Manifesto”, da Reichlin su “l’Unità” e da Massimo Cacciari in una sua recente apparizione televisiva. Asor Rosa in particolare è da sempre un uomo della sinistra italiana, come Reichlin ed anche più a sinistra di lui ai tempi di Berlinguer. Tutti e due e Cacciari dicono la stessa cosa: l’interesse della sinistra per aprirsi una strada futura che non può essere altro che europea, consiste nel dare il proprio appoggio a Letta. Leggere queste affermazioni sul “Manifesto” e su “l’Unità” di fronte a giornali e trasmissioni televisive che si autodefiniscono democratiche tifando per Grillo, fa senso o almeno a me lo fa perché sono del loro stesso avviso".
      Visto? Ma sui nemici si può sempre contare :-).

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  10. Ma come? Speravo che si parlasse, almeno qui, del femminicidio.... non ne parla nessuno! :-))

    Scherzi a parte, vorrei unire la mia flebile voce a quella degli altri amici che mi hanno preceduto, ringraziando - in primis - il Valente Giurista per la monumentale opera di divulgazione economico/giuridica che ha dischiuso a molte persone, me compreso, l'intima essenza della NOSTRA Costituzione, troppo spesso data per scontata e - in secundis - la Grande Persona che ha accolto tutti i "pellegrini in cammino", offrendo loro "un pasto caldo ed un sorriso" che ha lenito "la durezza del vivere e i rovesci della fortuna".
    Che la sorte ci sia propizia.

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    1. Intanto presto su questi schermi...il fado :-)
      Grazie a te...

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  11. Sono profondamente grato e ammirato.
    Voglio esprimere tutto il mio apprezzamento per il fondamentale lavoro di analisi politica, economica e costituzionale che porta a dimostrare quanto questi tre fattori siano strettamente intrecciati. Ma vorrei anche manifestare la mia stima personale e consapevole per il duro, faticoso e appassionato lavoro che ti ha portato a scrivere oggi un post illuminato da una sintesi tanto incisiva quanto tenacemente costruita.
    Questa è passione civile (e anche un po' la nostra).

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  12. Tanti auguri e 100 di questi giorni.
    Leggere i post e i commenti è come una sosta in un oasi, silenziosa e verdeggiante, dove bere per poi riprendere il cammino nel deserto tra polvere e frastuono.
    Stiamo trovando la strada unendo le carovane, sotto esperte guide.
    Resistiamo.
    Bisogna assolutamente unire tutti coloro che, solitari, girano in tondo, persi nel deserto sempre più stanchi.

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  13. Tanti auguri 48, mi sono aggiunta di recente ai lettori del blog, quindi intevengo poco, ma ogni giorno sono qui, per capire e approfondire. Un immenso grazie per il considerevole lavoro di informazione e di risveglio della coscienza democratica del nostro Paese.

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    1. @Frank, @Alberto, @Cristina: non solo vi ringrazio, ma auspico che neppure ci sia bisogno di molti altri di "questi giorni". Sarebbe un incubo, dover continuare a commentare una realtà allucinata.
      Preferirei tornare nell'ombra del mio (oscuro) lavoro di divoratore di aride carte e che voi foste non semplici cittadini coscienti, ma, nuovamente, cittadini con diritti effettivi, non in mano ai capricci dell'oligarchia finanziaria...

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    2. Adesso sei tu che ci fai il più caro degli auguri. Non vedo l'ora che ciò che auspichi avvenga: che si torni a sentirci "protetti" dalla nostra Carta e da una nuova consapevolezza: Auguri mister 48 e lunga vita alla passione civile degli italiani !!

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  14. Caro 48 auguri e cento di questi giorni a te e ai tuoi preziosi internauti!

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  15. AUGURI!

    (certo che Arturo è un "assistente" veramente incredibile. Tu fai l' analisi per dire: "quello/quelli vogliono andare a parare li" e lui, con una capacità memonica veramente fuori dal comune, ti trova regolarmente il punto dove quello/quelli hanno effettivamente scritto -nero su bianco- dove voleva/no andare a parare. Un Maradona delle citazioni...)

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    1. Ma lo sai che in effetti, il prossimo libro (magari la teoria generale della corruzione), penso di farlo con la sua attiva cooperazione (se si presta?...anzi diteglielo voi :-))

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    2. Intanto ringrazio bargazzino per il - troppo! :-) - lusinghiero paragone. Come credo sia per molti di noi, le circostanze mi hanno strappato dal sasso sotto cui ero abbastanza confortevolmente arrotolato; in attesa di tornarci (però umanamente e culturalmente arricchito), se posso essere utile...

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  16. Tanti cari auguri 48.

    Oggi festeggiando il blog si festeggia la democrazia, e questo blog è uno spazio libero, una giovane Atene (ricordo ancora gli albori delle prime barricate su FQ e l'approdo su Goofynomics:).

    "Qui ad Atene noi facciamo così.

    Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo,
    ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una
    politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

    Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
    democrazia.
    Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà
    sia solo il frutto del valore.

    Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni
    ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
    la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
    nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

    Qui ad Atene noi facciamo così"

    Qui su Orizzonte48 noi facciamo così...

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    1. Sandrina, ci mancavano le tue quotations!

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    2. Grazie, e a me mancava la democrazia partecipata:)
      Vi seguo sempre anche se in questo momento non posso essere presente come vorrei.

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    3. @Sandra Moro

      Antigone: Sono due cose diverse morire per te e morire per la patria.
      Creonte: E allora non c'è una guerra.
      Antigone: Si, la tua.

      Finita questa guerra – inutile, perversa e pervasiva che mai avrei voluto e piaciuto combattere e che, a malo modo mio, abbiamo da combattere per dignità e consapevolezza civica – ricordiamo il profumo dei fiori che la Storia ha scritto.
      Un abbraccio grande a quelli che ancora leggono la Storia nostra, quella degli umani :-)

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    4. @poggiopoggiolini :) Ma è l'Antigone di B.Brecht quella del mio post su Sapir.
      Grazie per averla ricordata. Grazie soprattutto per i tuoi interventi da "umanista."
      Mi associo al tuo abbraccio: a tutti quelli che in questa guerra sono rimasti umani.

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  17. Mi unisco agli auguri e ai ringraziamenti per il fondamentale lavoro svolto tramite questo blog. scoprirlo mi ha aiutato a comprendere meglio il valore dei principi fondanti la nostra democrazia e a saper affrontare meglio discussioni relative con amici e conoscenti.

    che nell'anno prossimo i contatti si moltiplichino sempre più.

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    1. Ma anche voi, "consapevoli", crescete e moltiplicatevi!

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  18. Auguri, auguri, auguri!!
    A te Orizzonte e a tutti voi (noi) che mantenete così vivo, bello e sempre interessante questo posto. Ecco, direi che meglio di come l'ha descritto Sandra non si può...Non riesco a partecipare assiduamente al dibattito (ho sempre poco - sempre meno - tempo, le teorie sugi isonumeri e gli isospazi santilliani e gli scritti di Penrose mi stanno divorando...), ma tra le poche letture giornaliere (o quasi) c'è sempre il tuo blog.
    Ho ordinato il libro, e spero di poterlo avere presto tra le mie mani, sfogliarlo odorandone la carta inchiostrata e, finalmente, leggerlo.
    Grazie ancora del tuo immane e imoportantissimo contributo alla conoscenza e ai possibili rimedi di questa crisi, penso mai così tanto evidente ma mai così tanto smaccatamente e criminalmente negata.

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  19. Per il compleanno di Orizzonte48, aggiungo anche i miei complimenti e ringraziamenti. E siccome questo è un luogo di studio, vorrei portare anch’io qualcosa.

    Dice Quarantotto: `Non a caso Carli, nel definire l'appropriazione (extra-legem) della pretesa indipendenza della banca centrale dal governo-parlamento, parlò, a suo tempo, di atto "sedizioso" '.

    Ma non solo: “i contenuti del trattato di Maastricht compongono in un disegno razionale tutto ciò che il «vincolo esterno» non è risucito a far allignare nel ceppo della società italiana: l’idea di uno «Stato minimo», un conflitto sociale che si snoda nella flessibilità dei prezzi, esaltando la nuda creatività del lavoro.”

    Qui sembra di leggere Von Hayek in fotocopia. È Carli in persona, nella sua autobiografia Cinquant’anni di vita italiana, (pag. 7). Ha il pudore di avvolgere nelle virgolette l'espressione stato minimo.

    Continua (il grassetto è mio): “[…] La vastità dell’innovazione giuridica contenuta nel trattato di Maastricht comporta un cambiamento di natura costituzionale. Restituisce all’ordinamento giuridico la funzione di contrastare la distruzione del potere d’acquisto della moneta. Sottrae allo Stato gran parte dei poteri di sovranità monetaria. Li trasferisce a livello sovranazionale e li restituisce così ai cittadini.” E come? E quali cittadini, con quali garanzie? A meno che come cittadini non intendesse soltanto i Van Rompuy, i Barroso, insomma i soliti lombrosiani e soprattutto i loro padroni. Ditemi voi se letto alla fine del 2013 questo non sembra lessico golpista.

    Ed anche: “La Costituzione repubblicana non menziona né l’imprenditore, né il mercato, né la concorrenza, né il profitto. Ammette la libertà dell’iniziativa economica privata e pubblica e affida ai programmi e ai controlli, stabiliti per legge, l’indirizzo e il coordinamento dell’attività economica.”

    Quindi Carli avrebbe voluto l’imprenditore inserito nella Costituzione? Ma riprendendo appunto Costituzioni democratiche e "internazionalismo finanziario":

    `Sulla libertà di impresa, basta leggersi una fonte primaria che si occupa proprio di ciò: il codice civile.

    L'art. 2082 c.c. recita: "E' imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi".

    Ora i massimi civilisti italiani (Rescigno, Galgano, Lipari) ci dicono che questa norma riconosce la figura come diritto, "certo", di poterla.."incarnare", un diritto civile ed ecomico, caratterizzato da "iniziativa" e "rischio" (l'organizzazione e il fatto di farlo professionalmente, cioè per viverne). E tralasciamo la tutela e il riconoscimento riconosciuti dal codice civile all'attività economica professionale (2062 c.c.) e al lavoro (2060 c.c. e seguenti). Il codice civile del 1942: non certo stalinista, no?

    I costituenti nel dire all'art.41 Cost. "1. L'iniziativa economica privata è libera.
    2. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignita' umana.
    3. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attivita' economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali"
    , non hanno disconosciuto alcuna libertà.'

    Come provocazione dico: se Carli voleva l’imprenditore protetto costituzionalmente, allora io desidero che la futura banca centrale pubblica, con obbligo di finanziamento del debito dello stato, soggetta a stretto controllo democratico, quindi sorvegliata a vista su eventuali tendenze golpiste, sia come tale definita in Costituzione. Un ipotetico articolo 140. Perché non deve più accadere che si stravolga l’intero assetto del paese con un semplice scambio di lettere tra un Andreatta e un Ciampi.

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    1. Ma nella nostra costituzione già c'è il famoso "doppio mandato" stile FED:
      Articolo1+articolo 47, nel giusto ordine gerarchico e con varie integrazioni (art. 3+ 4+5++++41+++++).
      Basterebbe che la BC SOTTOSTASSE , come dovrebbe essere, al sovrastante rango della COSTITUZIONE.

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    2. @Seri: se me l'avessi segnalato prima l'avrei messo nel libro (e solo così poteva accadere, dato che non ce l'avrei mai fatta a sorbirmi tutte le "cronache dal sottosuolo" del potere felpato ma dala ferrea presa). :-)

      @Bargazzino: ecco, vedi cosa succede a ragionare sulla base delle costruzioni di orizzonte48? Che dici una cosa sistematicamente corretta ma che ha avuto il "leggero" inconveniente di una pletora di costituzionalisti che, ignorando le più elementari nozioni di macroeconomia, tutt'ora rifiutano la connessione tra la funzione del comitato per il credito e il risparmio (prevista dalla legge del 1936 ma abrogata di fatto col divorzio) e l'art.47 Cost, e di quest'ultimo con l'art.1.
      Queste elementari connessioni, in realtà ben chiare ai costituenti, sono ora considerate espressioni di "estremo" estremismo...
      Lo dico per esperienza personale.
      Tra un pò lo jus-PUD€ mi dichiarerà pazzo ufficialmente :-)

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    3. Mi dispiace di essere arrivato in ritardo per il libro. Ma confido in una seconda edizione perché le prime tirature saranno pur andate esaurite e comunque gli eventi incalzano: un bel capitolo sul trattato di colonizzazione che incombe non ce lo aggiungi?

      Se poi mai ti volessero etichettare, ti potresti trovare in gloriosa compagnia: guarda quello che diceva Fanfani (qui e qui) su quel "branco di scimuniti"...

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    4. Mah, vedi; io sinceramente, ragionavo così anche prima di arrivare su questi "lidi" (tanto cercati e INCREDIBILMENTE MAI trovati, fino a...giusto appunto, un anno eattamente un anno fa).

      Dal basso della mia ignoranza ho sempre saputo che le regole fondamentali, cioè gli elementi socio-culturali riconosciuti universalmente a base della convivenza di un certo popolo stanno scritti nella Costituzione (che apposta si chiama così) -almeno da qualche secolo a questa parte.
      L' elemento di base di un popolo E' LA COSTITUZIONE da cui DISCENDE la moneta (con annesse politiche monetarie, fiscali, economiche e sociali).

      Sempre dal basso della mia scarsa conoscenza ho sempre sentito parlare di TRIpartizione dei poteri. Chi si sia inventato un quarto potere "autonomo" o "indipendente" (che mettesse nel "sacco" gli altri 3) o era un ciarlatano o era un cialtrone (o "utile idiota"), ritenendo improbabile possa essere tal personaggio (a proposito, chi è stato il primo a inventarsi la formula?) in grado di sopravanzare le valutazioni di un personaggio del rango di Montesquie.

      Detto questo, essendo io una persona di scarsa cultura e di media intelligenza, COME CAVOLO E' POSSIBILE che, valutazioni così elementari possano stare nella mia limitata zucca e non stia nelle capocce di chi, queste cose, le ha studiate una vita : Giuristi, costituzionalisti, ma anche giornalisti e anche sociologi (i più svegli, tra i quattro, comunque, mediamente)?

      Ripeto, non per falsa modestia, sono una persona assolutamente normale, nella media; c'è qualcosa che non torna (e come sono arrivato io a sta conclusione...)

      C'è bisogno, secondo me, dopo gli economisti illuminati e i -anzi- IL giurista illuminato (che saresti te), di psicologi, storici e antropologi (soprattutto questi ultimi) per cercare di capire come sia stato possibile... tutto ciò.
      Ah, anche di filosofi di sarebbe bisogno, a meno che i filosofi non si chiamino Cacciari o Buttiglione
      Nei giorni dell' insediamento del governo Monti, a "tg1-notte" intervistato da Monica Magioni, storica super-zerbina del prof bocconiano (memorabili le sue interviste in ginocchio a Monti "stile Monica Lewinsky" che gli è poi valsa la nomina alla direzione di "RaiNews24") testuale Buttiglione:
      "dobbiamo fidarci di monti perché è uno che ci sà fare con i numeri".
      A me sta cosa allora mi turbò parecchio.
      Ora, un politico nazionale di pluridecennale esperienza nonché filosofo (?)......'nsomma; come abbiamo fatto a conciarci così?
      Urge indagine approfondita che vada ben oltre le leggi e le regole economiche....

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    5. Non nascondo che un'occasione di dibattito con Quarantotto, Goofy e Ida Magli potrebbe essere un avvenimento incredibilmente interessante... (magari allargando la tavola con Pozzi e il giovane Fusaro...).

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  20. Avevo lasciato a riposo, per oggi, un fiasco delle svinatura dei Santi (Ognissanti intendo):

    PROSIT !

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  21. Tanti auguri 48! E tanti auguri a tutti quelli che passano, leggono, ragionano, discutono in quest'oasi di buon senso.

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  22. Gentile 48

    grazie. Grazie da prima del blog quando ho potuto apprezzare i tuoi ottimi interventi su goofynomics, grazie del blog - anche per l’eccelso livello della discussione -, grazie per il libro che e’ una perla assoluta - pagina per pagina - andrebbe letto tutti i giorni a reti unificate, nelle scuole prima di cominciare le lezioni.

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    1. Per il solo fatto che ciò in effetti si verificasse, potremmo dire che l'incubo sarebbe già finito. Ma temo fortemente che abbiamo un lungo percorso ancora davanti a noi. Grazie per la "recensione" elogiativa :-)

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  23. Anche se in ritardo, buon compleanno!!!
    Piccolo regalino (cfr. pagina 8, anche se Borghi di sicuro te ne ha parlato)... Un saluto a tutti.

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    1. Flavietto, da uno come te il regalino me l'aspettavo in un bel commento critico, direttamente in forma di post :-)
      Ma oggi vorrei ricordare il tuo contributo fondamentale a questo blog (che è e rimane anche tuo)...

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    2. Ti ringrazio, troppo buono! Sappi che, anche senza contributi miei effettivi (lacuna che cercherò di colmare somehow), la prima stella all'Orizzonte che il mio sguardo perso cerca quale luogo sicuro di approdo è e rimarrà sempre questa. Io ci sono e sono sempre con Te e con Voi, tutti, ed un grazie per gli spunti che, come i germogli di una sana e robusta pianta, abbondano nei post e nei commenti di questo blog.

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  24. Caro Quarantotto, auguri da Orizzonte a Orizzonte.
    E' anche grazie al tuo lavoro che tanti di noi si stanno sentendo italiani migliori. Il tuo è un contributo fondamentale per la riconquista della nostra dignità perché ci racconti la Costituzione al di là della mielosa retorica commemorativa di circostanza relegata al 2 giugno del regime e al di là di qualche superficiale spettacolino televisivo opportunista. Far capire è uno dei compiti più alti di chi pratica la sapienza, quindi grazie!

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    1. Cara Barbara, in questo panorama comune di "orizzonti", qui sei a casa tua, ma lo dico veramente. E' nei fatti.
      Sugli spettacolini opportunistici, ti segnalo, ove ti fosse sfuggito, questo pezzo che, a suo tempo, riscosse grande successo (rimane tra i 10 più letti, ma la graduatoria della home-page non sempre risponde ai numeri effettivi):
      http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/benigni-la-precomprensione-il-tassista.html

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    2. Aggiungo ancora un commento perché è giusto continuare ad illustrare i grandi meriti di questo blog come fa Barbara.

      La Costituzione presuppone la coscienza di sé dei cittadini come collettività, coscienza che è andata scomparendo. L’affermazione della Thatcher “la società non esiste. Esistono gli individui” (qui) rappresenta il disegno di atomizzazione della società imposto prima agli Stati Uniti e al Regno Unito e poi all’Europa contintentale.

      Questa polverizzazione del tessuto sociale però è pensata e voluta solo per gli strati più bassi della società, mentre quelli più elevati continuano ad essere e sentirsi un gruppo. Il loro obiettivo è detenere il monopolio dell’organizzazione. E una piccola minoranza organizzata vince su una maggioranza disorganizzata sfusa e confusa.

      Popper illustra direttamente che l’alternativa è secca su a quali gruppi permettere di organizzarsi: “quale libertà deve proteggere lo Stato? La libertà del mercato del lavoro o quella dei poveri di unirsi? Cit. In Euro e (o?) democrazia costituzionale, pag. 21 e pag. 176, o in Orizzonte48.

      In assenza di tessuto sociale, il risultato è che centinaia di migliaia di disoccupati diventano tanti casi singoli, identici ma isolati, di depressione e di autocolpevolizzazione dove ciascuno si dice: “E’ colpa mia se non mi chiamano. Mi manca questo o quest’altro. Avrei dovuto studiare. Non avrei dovuto studiare. Avrei fatto meglio a cambiare città. Era meglio se stavo a casa. Avrei dovuto imparare quest’altro mestiere invece del mio. Sono solo, ed invisibile agli altri”.

      La Thatcher direbbe: “E’ un problema tuo. Puoi andare dallo psicologo.” Ma se lo psicologo tratta i casi uno per uno e non accede all’intera società, non basta.

      Per la risposta civile e sociale vado invece dalla Costituzione, che ribalta la prospettiva rispetto all’isolamento programmato imposto dal thatcherismo e dall’eurismo. Che rifiuta l'autocolpevolizzazione.

      Chi l’avrebbe detto che la Costituzione è un antidepressivo? Contro la depressione sia in economia sia nelle persone. E’ nella Costituzione che si respira quel fresco profumo di libertà di cui ci parlava Paolo Borsellino. O credevamo che avesse giurato su qualcos’altro?

      Orizzonte48 ha tolto la polvere dalla Costituzione, che non è una stampa ingiallita che vediamo incorniciata alla parete quando andiamo a pranzo dalla nonna. Non è un cimelio. È rappresentazione della nostra dignità e programma di democrazia.


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    3. Seri mi riempie di orgoglio constatare come la parte fondamentale del messaggio che il blog (e il libro) cercano di diffondere. E' proprio così; lo psicologo finisce per agire su un livello individuale che è quasi inutile di fronte a rivolgimenti politico-economici come quelli innescati dalla brutale revanche liberista.
      La Costituzione è invece il frutto di uno sforzo collettivo la cui semplice formulazione implica l'aggregarsi del "fondo" umano solidaristico che, "spiritualmente" è ben di più del semplice drive affiliativo e opportunistico degli altri animali sociali.
      Per questo il liberismo si rivela antropologicamente antiumanitario: perchè nel suo cinismo, distrugge l'essenza meta-animale della realtà umana.
      Come dice Barbara, sia pure in altra direzione, "la religione di un Dio che nega se stesso"...

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  25. Buon compleanno a 48 e a noi quarantottini. Grazie 48 perché insieme ai "riboluzionari" come Goofy Tempesta Perfetta Voci dall'estero e gli altri blog siete per noi militanti un importantissimo punto di riferimento.

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  26. Vado un po' OT, forse. Ma.... ce la ricordiamo l'OCSE? Quella che ci chiede, assieme all'UE, le "riforme strutturali" liberiste?

    Ecco: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2013/11/26/Pensioni-Ocse-precario-oggi-rischia-poverta-anziano_9681986.html

    Vale a dire: prima ti impongono di fare il liberista, poi ti avvertono del rischio povertà causa precari. Prima ti dicono di elevare l'età pensionabile se no "il sistema è insostenibile", poi calcano l'accento sulla disoccupazione giovanile. Ovviamente, la colpa è sempre dello Stato, immagino. Qui non parlerei più nemmeno di contraddizione, ma di schizofrenia......

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  27. Bhe, confusamente e sempre in ritardo ma... l'importante è arrivare... e soprattutto: "viversi il viaggio", avventuroso o disavventuroso che sia.

    Un cordiale saluto a tutti i concittadini, ospite ed ospiti, che ricordano con il solo "essere" ed "esserci" il motivo percui da questa penisola è la madre del bello.

    (Pochi hanno la profonda consapevolezza di come il Cuore sia componente sostanziale dell'umana Intelligenza).

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    1. Il cuore è una componente sostanziale della conoscenza e della libertà umane

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  28. Un augurio al blog e a tutti gli amici di Orizzonte48. Grazie a queste "pagine" sto imparando molto, anche per lo svilupparsi di un dialogo sempre più ricco e competente tra autore (principale) e lettori (sempre più co-autori). Mi accingo alla seconda lettura a scopo di studio approfondito del libro di Luciano (forse riuscirò a farne il cuore di una serata di aggiornamento sullo crisi, vediamo...) e a proposito di libri e di pensiero libero, utile, necessario in questo momento, sottolineo una (quasi) coincidenza temporale che per il sottoscritto è importante. Poco prima del "compleanno" di Orizzonte48 se n'è andato il folosofo Costanzo Preve, maestro di Diego Fusaro, il cui pensiero mi ha aiutato ad affrontare l'impatto durissimo con le domande sul presente, sul lavoro, sulla società e sulla deriva culturale, politica ed economica della sinistra italiana (ma, ora sappiamo, anche europea) prima di approdare su questi lidi. Trovo molte affinità tra il suo lavoro filosofico applicato al presente (analisi della contrapposizione identitaria tra dx e sx a scopo di occultamento dello smantellamento dello stato e dei diritti sociali, difesa dello stato nazionale e relativo recupero di sovranità, necessità dello sviluppo di un pensiero comunitario, individuazione della deriva dei diritti cosmetici testimoniali...) e l'attività che si fa qui e/o su Goofynomics. Senza di lui, probabilmente, non vi starei seguendo (anche se in silenzio, per il momento).
    Grazie Costanzo e grazie a voi.
    Ancora buon compleanno!

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    1. Su Costanzo Preve condivido e lo ho attestato oggi anche sul blog di Mattia.
      Un grazie anche per la comprensione di questa affinità che ci fa onore...

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  29. caro 48, seppur con immenso ritardo mi unisco agli auguri per questa prima candelina. Anche se con le difficoltà di trovar un po' di tempo da dedicare alle sane letture del blog ti seguo sempre con piacere e ti ringrazio per il bel percorso fatto fin qui. A presto.

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