Ricevuto questo interessante commento di Lorenzo Carnimeo, ritengo che meriti una risposta articolata, punto per punto, che troverete lungo lo sviluppo del suo intervento:
1. "Comunque. Sono molto pessimista.
La stessa "opposizione" che si vede sulla riforma del Senato, pur turbolenta, non centra concettualmente il problema, limitandosi ad aspetti di contorno (come le preferenze, la riduzione del numero dei deputati e l'eleggibilità diretta), senza comprendere l'involuzione della stessa forma di governo, e l'ormai avvenuto cambiamento, in chiave ultra-liberista, della costituzione materiale, espresso dall'inserimento in costituzione del pareggio di Bilancio."
La stessa "opposizione" che si vede sulla riforma del Senato, pur turbolenta, non centra concettualmente il problema, limitandosi ad aspetti di contorno (come le preferenze, la riduzione del numero dei deputati e l'eleggibilità diretta), senza comprendere l'involuzione della stessa forma di governo, e l'ormai avvenuto cambiamento, in chiave ultra-liberista, della costituzione materiale, espresso dall'inserimento in costituzione del pareggio di Bilancio."
Caro Lorenzo,
su questo punto ti rinvio alla "lettera aperta" di Aldo Giannuli, (pubblicata anche sul sito di Beppe Grillo), relativa alla riforma costituzionale "monocameralista" unita a legge elettorale fortemente maggioritaria, che conclude in questi termini:
"In definitiva avremmo un Parlamento composto da una Camera di nominati,
eletta con criterio maggioritario e con pesanti clausole di
sbarramento, ed un Senato di eletti di secondo grado con doppia
selezione maggioritaria, dal quale dipenderebbero quasi totalmente tutti
gli organi di controllo e garanzia ed il processo di revisione
costituzionale: converrà che si tratterebbe di una situazione piuttosto
anomala nel quadro delle democrazie liberali. Qualora Ella ritenesse non
infondate queste preoccupazioni, sarebbe positivo che si aprisse un
confronto, quantomeno sulle possibili misure per mettere in sicurezza la
Costituzione."
Come vedi una certa consapevolezza dell'alterazione del "metodo" di formazione dell'indirizzo politico, nei suoi risvolti sul processo di revisione costituzionale e sulla determinazione della composizione degli organi di garanzia, la si ritrova.
Ma ovviamente, una volta constatato questo effetto complessivo, si deve comprendere che non residuerebbe più, a riforma effettuata, alcuno spazio di messa in sicurezza della Costituzione stessa.
Per due motivi:
a) perchè, come evidenzi, questa concentrazione maggioritario-governativa del potere politico-normativo, estesa alla determinazione "conforme" dei componenti di ogni possibile organo di garanzia teoricamente previsto come "neutrale" (Corte costituzionale e lo stesso presidente della Repubblica, oltre che gli organi di autogoverno delle magistrature), sarebbe già pre-vincolata alla osservanza del pareggio di bilancio e, quindi, non avrebbe altro spazio che perseguire ogni teorica espressione di politica fiscale ed economica nei termini, in definitiva, imposti dal recepimento del fiscal compact.
E questo senza più alcuna forma di bilanciamento potenziale (diciamo, finora, teorico) in un sindacato di conformità ai principi fondamentali della Costituzione, che rimarrebbe affidato a organi di garanzia divenuti pura espressione del governo, a sua volta dominus del Parlamento.
Questo effetto, che sfugge nella sua immediatezza a Giannuli, era stato chiaramente evidenziato in questo post;
b) perchè questo assetto complessivo, in via indiretta ma attuale e molto concreta, fa venir meno la stessa rigidità della Costituzione, basata sulla procedura rafforzata di cui all'art.138 Cost, che rendeva indisponibile alla maggioranza la Costituzione stessa e che saldava questa indisponibilità con il metodo di preposizione "neutrale-bipartisan" dei membri della Corte costituzionale.
Dal momento che la Costituzione perde la sua rigidità sostanziale, nessun diritto fondamentale è al riparo dalla modifiche (abrogative, al di là di formule cosmetiche) imposte dalla supremazia de facto oggi reclamata dal "vincolo esterno", ormai costituito da qualunque fonte europea.
E ciò, da decenni, con la totale acquiescenza dell'intero corpo politico-istituzionale nonchè di ogni forma della classe dirigente di questo Paese.
Ogni tipo di misura e di "recepimento" del diritto €uropeo diverrà prevalente e potenzialmente immune da ogni censura di illegittimità alla luce di superiori principi costituzionali, per sempre derubricati a fonti subordinate a quelle europee dal venir meno della rigidità sostanziale.
2. "Si ritorna al problema delle risorse culturali per uscire dalla crisi, che no, non ci sono. Per quanto riguarda l'€uropa, e i pugni sul tavolo da sbattere nel (sopravvalutato) semestre europeo, mi limito poi a far notare un dato politico: la nomina di uno come Yuri Katainen a commissario per gli affari economici è un segno chiaro che l'Europa ci sbatte la porta in faccia. Infatti il nostro ha già fatto dichiarazioni al riguardo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/19/ue-katainen-contro-renzi-flessibilita-sui-conti-pericolosa-fate-le-riforme/1066079/."
Le risorse cuturali che non ci sono, hanno ormai prodotto l'effetto che l'attacco finale è stato sferrato e sta andando al suo compimento: cioè all'epilogo della "democrazia necessitata" del 1948.
L'€uro-ordoliberismo dilagherà e non potrà avere nessuna resistenza legale, formale o sostanziale. Su quest'ultima, d'altra parte, ci sta già pensando un sistema mediatico che ha ormai irreversibilmente preso il controllo della stragrande maggioranza dell'opinione pubbica, ormai trasformata nella passiva "opinione di massa" (di cui parlammo qui).
3."Ma non c'è problema, perché la dissonanza si vede all'interno dello stesso Governo. Laddove Renzi parla di rilancio della domanda interna, il suo ministro dell'Economia prosegue senza indugi nelle stesse politiche di Saccomanni e Monti: stretta fiscale, riduzione della spesa pubblica, privatizzazioni. Identica anche la propaganda: mettiamo nel DEF delle previsioni di crescita di pura fantasia ed il gioco è fatto. Poco importa che quelle stesse previsioni vengono corrette al ribasso già a distanza di due mesi: i media, i "liberi informatori" della nostra democrazia, hanno insegnato alla gente a non leggere e ad avere la memoria corta."
3."Ma non c'è problema, perché la dissonanza si vede all'interno dello stesso Governo. Laddove Renzi parla di rilancio della domanda interna, il suo ministro dell'Economia prosegue senza indugi nelle stesse politiche di Saccomanni e Monti: stretta fiscale, riduzione della spesa pubblica, privatizzazioni. Identica anche la propaganda: mettiamo nel DEF delle previsioni di crescita di pura fantasia ed il gioco è fatto. Poco importa che quelle stesse previsioni vengono corrette al ribasso già a distanza di due mesi: i media, i "liberi informatori" della nostra democrazia, hanno insegnato alla gente a non leggere e ad avere la memoria corta."
Caro Lorenzo, il nostro "premier" quando parla di rilancio della domanda, dato il complesso rivelatore delle sue reiterate affermazioni, intende gli 80 euro e il pagamento dei crediti verso la p.a.. Misure che, come abbiamo detto più volte, non portano affatto all'effetto dichiarato, con grande superficialità: per il semplice fatto che esso è perseguito all'interno del finanziamento in pareggio di bilancio, cioè con costante copertura in misura che non solo non amplifichi il deficit pubblico, ma che, anzi, lo riduca nel tempo secondo gli obiettivi intermedi dettati implacabilmente dall'€uropa, subordinati all'interesse del mantenimento della moneta unica. L'unico e vero bene supremo dell'UE.
Anche di questo abbiamo parlato infinite volte.
4. "Si, sono pessimista e -in un certo senso- scoraggiato. Non vedo veramente delle vie d'uscita. Vedo solo quel che rimane delle istituzioni democratiche svenduto sull'altare della propaganda liberista. E un'opposizione incapace di esercitare il suo ruolo.
Che dire? Fossi in loro, a questo punto (e frattalicamente parlando), abbandonerei l'aula. Dato che tra violazioni della Costituzione e tagliole varie questa maggioranza si comporta in maniera fascista, allora voti i suoi provvedimenti come facevano i fascisti: Senza l'opposizione! Lo so: l'Aventino non servì a nulla. Ma almeno, forse, li si costringe a gettare la maschera, non so........"
4. "Si, sono pessimista e -in un certo senso- scoraggiato. Non vedo veramente delle vie d'uscita. Vedo solo quel che rimane delle istituzioni democratiche svenduto sull'altare della propaganda liberista. E un'opposizione incapace di esercitare il suo ruolo.
Che dire? Fossi in loro, a questo punto (e frattalicamente parlando), abbandonerei l'aula. Dato che tra violazioni della Costituzione e tagliole varie questa maggioranza si comporta in maniera fascista, allora voti i suoi provvedimenti come facevano i fascisti: Senza l'opposizione! Lo so: l'Aventino non servì a nulla. Ma almeno, forse, li si costringe a gettare la maschera, non so........"
Frattalicamente non saprei dire neppure io. La situazione è andata oltre ogni più pessimistica previsione.
Ciascuno di essi, a ben vedere, consentiva ampi spazi di risposta legittima e fondata sulla stessa Costituzione, cioè sulla sovranità che essa concede(va) a chi fosse designato a giurare sulla Costituzione stessa come presidente del Consiglio dei ministri.
Ne dico solo alcuni:
a) la "autonomia" della banca centrale non ha valore costituzionale, e semmai la Corte costituzionale aveva precisato che limiti alla determinazione stipendiale da parte del governo valevano per la magistratura, per ovvii ed evidenti motivi che, in questi giorni, e ancor più nei prossimi, verranno drammaticamente al pettine;
b) la governance comune, €uropea, sulle "riforme strutturali", considerando la loro natura essenziale di incidenza sul mercato del lavoro-merce, equivale ad abrogazione tacita, per incompatibilità formale e sostanziale, dello stesso art.1 Cost.; qualcosa di assolutamente inammissibile, eppure mai evidenziato neppure lontanamente da politica e media;
c) le politiche di QE della BCE, quand'anche direttamente in acquisti sui titoli sovrani, lo abbiamo visto in recenti post, nulla possono - e Draghi stesso lo dice, come evidenziato qui- sul livello di occupazione (e neppure sul livello del cambio esterno dell'euro, manovra peraltro praticamente inutile, per evidenti quanto ignorati motivi).
Ma agitare questa prospettiva come forma di pressione ha esclusivamente il valore di ratificare non solo la definitiva espropriazione di ogni forma di sovranità democratica sancita dalla nostra Costituzione, ma anche la subordinazione italiana a...Bundesbank, che, - anche a fronte di misure che non farebbero altro che (semplicemente) ritardare l'inevitabile collasso italiano e dell'intera area UEM-, preferisce inasprire la sua posizione di dominio, per massimizzare il proprio vantaggio competitivo anche in condizioni che non paiono avere nè un grande futuro nè, tantomeno, un grande presente.
Che dire?
Possiamo soltanto sperare che la Germania, - conscia dei limiti invalicabili delle proprie strategie e delle pressioni cui finirebbe per essere sottoposta, magari dagli USA preoccupati sempre più del rischio di diver importare...recessione dell'€uropa-, decida di sganciarsi (con tutto il suo carico di invidie e di livori contro gli italiani, "più benestanti" ma inevitabilmente tenuti a rassegnarsi alla disoccupazione).
Ma siamo a pallide speranze su prospettive che, comunque, saranno fuori tempo massimo e, che, ancor più tragicamente, lascerebbero intatta la mancanza delle famose "risorse culturali".
faccio un appunto che non cambia la sostanza del discorso ovviamente:
RispondiEliminaquando riferendoti a Giannuli dici che:
"Ma ovviamente, una volta constatato questo effetto complessivo, si deve comprendere che non residuerebbe più, a riforma effettuata, alcuno spazio di messa in sicurezza della Costituzione stessa. "
io vorrei dire che Giannuli, che non è uno stupido, ha ben capito invece a cosa mira l'attuale riforma del senato. e sa...e anzi mi pare lo abbia già scritto dettagliatamente in altri post di analisi....sa bene che una volta portata a termine questa riforma tutto sarà in mano al partito di maggioranza relativa. ma proprio tutto.
quello che casomai può mancare a Giannuli è l'analisi economica della situazione che qui sopra viene invece proposta a fondo. ma sul quadro politico Giannuli è diciamo sul pezzo in pieno. semplicemente quel pezzo è scritto satiricamente...dunque presupponendo che un personaggio come la Boschi stia agendo in buona fende.
Luca, mi sa che hai frainteso: Giannuli analizza e critica correttamente - e proprio in quel post-lettera- l'assetto di potere concentrato, e deprivato di checks and balances, che ne deriverebbe.
EliminaL'aspetto qui evidenziato, e mi pareva che fosse evidente, è che il previncolo al pareggio di bilancio, in quanto incidente sui principi valori costituzionali fondamentali, DI SOSTANZA predetermina ogni possibile azione politico-normativa in modo tale che, concentrato il potere nell'esecutivo-maggioranza, venga meno qualunque possibile sindacato di garanzia su questo punto.
Cioè sul modello socio-economico che viene perseguito, risultandone lo svuotamento irreversibile della Costituzione.
Quindi nel post è detto proprio che alla sua analisi manca questa specifica connessione con l'aspetto sostanziale economico che caratterizza la Costituzione. Che rimarrebbe privo di enforcement, cioè esattamente della sua giuridicità e cogenza; oltre a venir degradato come "fonte", non più rigida ma, invece, rimessa alla discrezionalità emendativa (euroguidata) di qualsiasi esecutivo.
ARTICOLATE & PARTICOLATE RIFORME
RispondiEliminaMi permetto - e mi consento – giuntare marginali impressioni.
i.) La “riforma” semplificativa del Senato rimuove la “seconda” lettura del legislativo parlamentare la cui attività è da tempo svuotata e esautorata dal “decreto-delega” governativo (in i/mmemore memoria al semplificatore “bassanini” guardando ora dove siede a me “mi” vengon brividi caldi)
ii.) In congiunzione – non troppo astrale – c’è l’elettorale riforma con discussione “articolata e particolata” su sbarramenti e premi premianti di maggioranza a garanzia di stabilità di s/governo
iii.) L’elettività del “garante” costituzionale, del “fiduciario” governativo e dei giudici Costituzionali è nel borsellino “italicum”, chiuso, sodale e solidale.
Tutte da giuntare le piste crittografiche, senza dimenticare le seguenze “numeriche” che riportano una serialità che appartiene ai killer.
Ps.: Il "bicchiere" - pieno, mezzo o vuoto - è solo vuoto contenitore di "qualcosa" che "qualcuno" mesce.
Come non ringraziare Lorenzo e gli altri per le conoscenze espresse e la consapevolezza di "perchè", "cosa" e "come" mettere nel "vuoto" bicchiere.
.
Nel frattempo si diffonde la notizia che il Bassanini formalizza la vendita del 35% di Cassa Depositi Prestiti (il salvadanaio del Tesoro) ai cinesi. .
EliminaPer fortuna c'è la Cina ...
Mi hai fatto prendere un colpo....vendere il 35% della cdp per 2 miliardi...(va beh che ne sarebbero anche capaci...magari col mortadella...) per fortuna era (per ora...) un "ramo"...
EliminaRenzi bialncia continuando a recitare la parte del poliziotto buono (crescita...)mentre tassano e disfanno in santa pace la costituzione, e se non fosse per 48 non e' che la cosa risalterebbe molto....
ma volevo intervenire per evidenziare l'ennesimo caso di autorazzismo, nessuno del nostro (ennesimo) moscio governo (ora che e' tutto piddino poi...) intervenga per rispondere a tono alle pagliacciate francesi intorno al concordia ...,effettuate con le loro scassatissime navi da guerra...nessuno (un ministro, un sottosegretario, l'usciere del ministero...)che gli risponda ricordandogli i loro esperimenti nucleari nell'atollo di Mururoa e quello di Fangataufa, nonche' le centrali nucleari al confine con l'italia....e' da quando sono piccolo che i governi sono sottomessi con chiunque'....abbiamo perso la guerra, ma 70 anni fa!....(e i francesi non l'hanno certo vinta, non piu' di noi....)
Però i "rami" sono infrastrutture strategiche di politica economica che gestiscono distribuzione gas (SNAM) e TERNA (elettricità), detenute al 30% da CDP RETI.
EliminaRimando al post agostano di un anno fa per qualche dettaglio su CDP e sugli attuatori tra il silenzio assordante che tace sul prossimo fabbisogno autunnale di 23/25 mld di (n)euri (dati consolidati "prudenziali").
I francesi, oltre alle scassatissime FREGATE, detengono Credit Agricole SA, BNP Paribas SA, Societe General SA ..
Ogni tanto, a tempo perso, fatti un giro sul V-Lab per guardare le FREGATURE che incombono sui cieli stellati dell'eurismo.
Ma anche qui non solo silenzi ma pietosi veli
Ma certo Poggio, il mio voleva essere un intervento ironico, non certo di critica (a te poi....)...ti chiedo scusa.
EliminaCarissimo Caposaldo, scuse non dovute e molto meno "necessitate" :-)
EliminaHai astuta/mente raccolto l'ironia del sarcasmo - fò quel che so fare - e bene puntualizzi i "rami" potati prima dell'assalto finale del maresciallo federale Pier il Carlo.
Ma tutto questo il cinguettante Matteo lo sa o troppo impegnato a propagandare "che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone" ....
Scorre una lacrima sul viso e so che è di riso amaro
ps: un abbraccio alle consapevolezze attente e vigilanti :-)
PIer Carlo, che sa cosa significhi crescita a 0 (se va bene), si prepara a ricreare recessione acuta da consolidamento fiscale, BEN sapendo cosa significhi per la vita quotidiana della gente...LUI crede nella sofferenza che paga
EliminaDare le perle ai porci:
RispondiEliminail primo commento sul blog di grillo alla lettera di giannuli (feroce e tagliente nei richiami a weimar) é: mettiamo la cassa integrazione ai politici.
Solo per avere affidato l'opposizione a grillo ci meritiamo il vincolo esterno, renzi e padoan.
No. Ti capisco, ti sono vicino, ma certe reazioni sono esattamente quello che "non ci possiamo permettere", perché nelle situazioni di emergenza il peccato mortale, nel senso più letterale della parola, è non restare lucidi.
EliminaPorci? Forse, ma che dovizia di Maghe Circe abbiamo avuto! E Grillo è solo una di esse. E Ulisse se la cavò perché era raccomandato mentre per i suoi non c'era scampo.
Altrimenti cadremmo nel più sciocco, miope e stupidamente egoista degli pseudo ragionamenti: quello per cui chiunque subisca una disgrazia se l'è in qualche modo "meritata".
In effetti, un aspetto demoralizzante sono proprio i commenti lasciati dalla cosiddetta "ggente" sotto le notizie.
RispondiElimina"Livore generale ed astratto", che testimonia il totale sgretolamento della coscienza civile di questo paese e la totale assenza del più elementare spirito critico (Ai tempi del dopoguerra e della costituente, lo spirito critico veniva esercitato anche dal più scarso dei diplomati. Oggi, gli slogan anti-kasta hanno fritto il cervello anche a gente armata di lauree, master e dottorati......)
ma negli anni 50 anche un contadino sarebbe corso a prendere la zappa per farne usi differenti se in tempi di crisi l'autorità prima di ogni altra cosa avesse pensato a rendere il senato non elettivo.
EliminaA volte mi perdo... forse la domanda è banale. Ma la bagarre successa ieri al Senato ha ragion d'essere in riferimento all' Art.72 della Costituzione dove recita: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi? Ovvero, Senato, maggioranza e PdR se ne sono infischiati di tutto?
RispondiEliminaIl problema è ciò che i regolamenti considerano "procedura normale": il Costituente non aveva previsto che la revisione costituzionale sarebbe divenuta materia espressione dell'iniziativa del governo, presupponendo che essa fosse in linea di massima la naturale manifestazione di un ampio e comune sentire di tutte (o della stragrande maggioranza) le forze poiltiche presenti in parlamento. Che dunque dovevano elaborare un'iniziativa di legge nata, condivisa e preconcordata in quel contesto.
EliminaA maggior ragione, poi, il Costituente non concepì che il potere emendativo della Costituzione incidesse su vaste porzioni dell'architettura costituzionale, perchè ciò elideva la stessa idea di revisione "puntuale" (come ci precisa Caianiello).
Insomma, non solo sarebbe di dubbia ammissibilità una revisione così allargata (ma c'è il precedente del Titolo V, purtroppo), ma neppure era insito nel sistema che l'eventuale iniziativa giungesse a incontrare problemi di "ostruzionismo" parlamentare e di interferenza governativa, in uno scontro frontale.
Di fronte ad una situazione così fuori dal quadro costituzionale originario, i regolamenti parlamentari, con le loro previsioni in tema di procedure di esame e di votazione che risultano tipicamente attinenti ai rapporti-equilibri tra governo e parlamento, (e ciò include anche le norme regolamentari su ostruzionismo e contingentamento dei tempi), non paiono affatto applicabili alla procedura di revisione.
Queste previsioni, cioè, attengono a un oggetto e, più ancora, ad una sfera di competenza normativa, che nella ratio della Costituzione, non ricomprende la discussione e l'esame dei ddl di modifica della Costituzione stessa.
Questi dovrebbero essere ponderati ed elaborati in un "contraddittorio", interno del parlamento, il più libero possibile e scevro da problemi di scadenze e scale di priorità correlate, come le leggi ordinarie, a programmi del governo.
Saremmo, quindi, a rigor di logica costituzionale, completamente fuori dalla corretta sfera di applicazione di quei regolamenti.
Ma tant'è...la logica della Cosituzione primigenia sta ormai cedendo su tutto il fronte. In un modo inimagginabile nel 1948. E questo ce la dice lunga
Ma è pensabile (possibile) fare ricorso alla Corte Costituzionale sulla questione? Se è possibile, come ci si arriva?
EliminaDomanda frequente...
EliminaIn Italia non abbiamo l'accesso diretto ma quello incidentale da un giudizio ordinario, cioè con filtro preventivo del giudice di tale giudizio.
Se ne parla in apposita scheda nel libro "Euro e/o democrazia costituzionale"
http://orizzonte48.blogspot.it/2013/10/euro-eo-democrazia-costituzionale.html
E dei rimedi si parla in questo "studio" tra le pubblicazioni di Riscossa Italiana (è gratis)
http://www.riscossaitaliana.it/articoli-pubblicazioni/
Io vedo solo due strade.
RispondiElimina1. Ostruzionismo non solo dentro ma anche fuori dal parlamento. Chiamiamolo assedio
2. Se passa la 'riforma' c'è il referendum. E li bisogna darsi da fare con la propaganda, porta a porta.
Se tutto questo non basta... La democrazia bisognerà riprendersela, e li la ricetta è una sola.