lunedì 21 luglio 2014

VADEMECUM. LA "GUIDA" FINALE (a futura memoria)

 
 (Tomba di Giuseppe Garibaldi).

La situazione italiana sta "allegramente" precipitando senza alcuna apertura di comprensione della gravità della situazione da parte di ogni governo succedutosi - con l'appoggio mediatico granitico che ne rafforza l'inadeguatezza- negli ultimi 3 anni.
Vi fornisco un piccolo vademecum riassuntivo, - corredato dai links più importanti per sviluppare l'inquadramento giuridico-economico della situazione stessa-, da utilizzare come "guida" finale, e testimonianza "a futura memoria" (ormai e purtroppo), di ciò che disperatamente avrebbe potuto tentarsi per tutelare l'interesse sovrano e democratico della Nazione italiana.


Se si parte dalla posizione politico-negoziale che si rispetteranno i parametri del fiscal compact, avendo anche autonomamente inserito il pareggio di bilancio in Costituzione, sostenendo che, tutt'al più, si vuole (in modo del tutto generico) più flessibilità nella loro applicazione:
1) si ribadisce la propria volontà di adesione al fiscal compact prescindendo dalla unica critica negozialmente legittima all'austerità fiscale: quella sulla attendibilità economica - già ora smentita dai fatti- dei presupposti,  che condussero a quella soluzione "emergenziale" e sicuramente costrittiva per l'Italia.  
2) In connessione a ciò, si rinuncia anche a rivendicare, secondo il principio di parità sancito dallo stesso art.11 Cost., il medesimo grado di sovranità che, sull'OMT come su ogni altra misura delle istituzioni UE, i tedeschi si sono riservati sempre di sindacare ed autoattribuirsi. Ciò implica la rinuncia a contestare la legittimità del  FC come fonte contraria ai superiori trattati UE (a cui è esplicitamente subordinato in termini di condizione di efficacia), nonchè dell'euro stesso, in base al principio rebus sic stantibus che, sul piano della sovranità democratica, è ad applicazione irrinunciabile per le istituzioni repubblicane democratiche ai sensi degli artt.1, 10, 11 e 139 Cost;
2) si accetta infatti, in tal modo, di considerare questo assetto valutario, ed il FC come strumento di correzione degli squilibri determinati dall'applicazione (originariamente e consapevolmente) asimmetrica della moneta unica, come conformi ai limiti costituzionali interni (ma tutt'ora prevalenti nel sistema delle fonti di diritto) il cui rispetto soltanto rende leciti gli impegni internazionali assumibili dall'Italia nell'ambito di organizzazioni internazionali economiche;
3) si rinuncia, per ciò solo, e in modo inequivoco, a mettere in discussione la conformità dell'euro - e della stessa "austerità"- al fine cooperativo che dovrebbe avere l'UE, ed a contestare la stessa corrispondenza dell'azione dei paesi creditori in surplus commerciale - e simultaneamente delle stesse istituzioni UE, inerti sul punto-, agli obblighi di convergenza, coordinamento e cooperazione che dovrebbero caratterizzare le politiche economiche, sociali e di equilibrio commerciale, secondo gli stessi enunciati dei trattati;
4) in pratica, ci si dichiara acquiescenti alla interpretazione dei trattati contraria alla posizione italiana e in tal modo si legittima e si incentiva ogni altra successiva imposizione che aggrava tale interpretazione.

13 commenti:

  1. Ineccepibile!
    Lo scoramento origina dal contrasto fra le tesi dei media e le verità qui espresse.
    Eppure è lapalissiano , ormai, che l'Italia vive un declino costante da anni e che il suo perdurare porterà alla definitiva distruzione del tessuto socio economico industriale faticosamente costruito.
    Grazie per averci pazientemente aperto gli occhi.
    Un saluto

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  2. Visto che siamo ad una sorta di post "consuntivo", volevo fare una ipotesi con annessa domanda.

    La premessa la prendo dall' ottimo intervento di Giorgio La Malfa al convegno di primavera di a/simmetrie. Un liberale, dunque, di comprovata militanza, ma capace di vedere bene i limiti della sua ideologia (e di delinearli pubblicamente).
    Fece un parallelismo con il periodo fascista; notando la grande assomiglianza tra il periodo di liberismo spinto odierno e il primo periodo fascista fatto di "quota 90 lire" , correzioni salario-deflattive "gold-standard-style", ecc. ecc. ecc. (l' ottimo Arturo -il nostro "Maradona" delle citazioni- ci porto' anche una citazione di un Mussolini del '25; mi pare, in cui il Duce si scagliava contro lo Stato interventista in economia)
    La Malfa spiegava bene (davvero clamoroso per un liberale convinto come lui) che tali politiche non possono che portare al collasso; al fallimento; al vicolo cieco, l' economia nazionale. E a quel punto non puo' che intervenire la mano pubblica, è matematico proprio.....Quasi veniva da pensare che il Duce certe politiche (ben apprezzate dai libbbberali del tempo) che oggi chiameremmo "del pilota automatico" le avesse poste in essere per raccogliere, sotto la completa egemonia del partito, i relitti del paese stremato dai fallimenti a catena prodotti dalle politiche precedentemente poste in essere. Già! Allora c' era uno Stato nazionale retto da una oligarchia sotto l' ombrello del partito unico fascista sotto stretto controllo di Mussolini. E oggi? Bè, oggi questo Stato nazionale non c'è praticamente più. Ma c'è una oligarchia sovranzaionale (o una oligarchia padrona di un partito unico (dell' euro) della nuova "nazione", detta anche "Stati uniti d' Europa"?)

    Insomma; vien quasi da pensare che l' abbiano fatto a posta. A sentir le parole di Monti e Prodi (tra gli altri) succedutesi nel tempo, ci son ben pochi dubbi.....

    In definitiva, entrando nella testa dei "nostri" euroburocrati vien da pensare che forse stanno andando proprio dove vogliono ("forse" si fa per modo di dire).

    Le "soluzioni" (finali) sono due, e non sono convinto siano proprio tutti d' accordo tra loro, anzi, tra lor signori:

    1) Completa affermazione dell' Hayek-pensiero con introduzione di un sistema sociale di tipo somalo. Uno Stato talmente minimo che non esiste proprio. Diciamo un "austricismo paneuropeo".

    2) Affermazione di un modello iper-centralista (sono convinto che tra lor signori il modello cinese sia il vero sogno) per incollare una mega area ultra-eterogenea da tenere insieme -PER FORZA DI COSA- con la forza bruta: insomma l' EURSS o il modello Tito con un direttorio di "fognatori europoidi" in luogo del maresciallo. In effetti i tecnocrati europoidi, così alieni, alteri e austeri, ricordano molto il comitato centrale del PCUS....

    Secondo te a quali delle due soluzioni (finali) puntano i "nostri"? O meglio chi è per il "piano somalo" e chi per il "piano EURSS"?

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    1. Non lo so se queste siano soluzioni programmatiche che abbiano più una tenuta.
      La società von Hayek è come il socialismo reale: una utopia disumana che contiene in sè inevitabilmente i germi del suo collasso.
      Cesare Pozzi, che stimo come il più lucido nell'indovinare le tendenze di lungo periodo, preconizza una super-Germania che concentra 200 milioni di abitanti, la demografia corretta con il meglio dei saccheggiati paesi med ed una capacità di mercato autonoma e autosufficiente, ma sempre con vocazione all'esportazione trainante. Il resto, inevitabilmente, nel medio-lungo periodo scivolerebbe in un'Africa allargata e in stato confusionale perenne...Un po' come il nord Africa attuale.
      Ma le variabili sono tante: ribadisco che i francesi non possono semplicemente prendere atto della loro marginalizzazione. Il viaggio di movimenti come quelli di MLP è appena agli esordi.
      Così come gli USA non hanno una "traiettoria" culturale che possa limitarsi a perpetuare l'assetto attuale; semplicemente non possono reggere sul piano della coesione interna nello stesso medio-lungo periodo.
      Forse l'ipotesi frattalica non sarà asseverata nei tempi previsti. Ma le forze in gioco sono queste...

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    2. uno scenario da incubo distopico insomma. cavolo ci sarà pure una mezza via con più probabilità di realizzarsi.

      oltrechè secondo me è da vedere quanto uno stato come la Germania possa reggere a un'immigrazione di tipo nordamericano del 1800 (perchè è questo che si prevede dunque) usata come strategia principale per il proprio sostegno demografico. Questi sono fenomeni che riplasmano un paese nel lungo periodo.

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    3. In Germania il problema demografico e produttivo pensano già di risolverlo così. Che questo disegno sia perfettamente realizzabile, col controllo di tutte le problematiche che può comportare è un altro discorso. Ma puoi estenderlo a tutta la ideologia sottostante all'integrazione "europea". Considerato che, per ufficiale endorsement attestato dalla prosecuzione del premio annuale Kalergy, esso si ispira in definitiva a quest'ultimo e allo stesso Hayek. Certamente nella continuità degli enunciati e delle strategie comunque in corso, come attestano i discorsi di Otmar Issing, le dichiarazioni di Draghi, i discorsi di Barroso, la generale adesione mediatica ai principi materiali ispiratori, di cui abbiamo traccia ogni giorno su TG e giornali.
      Che dire?
      E' chiaro che la storia umana non segue per necessità calcoli e idee di questo genere; e infatti, periodicamente, si pagano prezzi di assestamento compensativo spaventosi...

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    4. Scusate, non vorrei sembrare pessimista (dato anche che lo stato d'animo prevalente nel periodo oscilla tra l'addolorato e l'infuriato), ma la società vonH è ben diversa cosa dal socialismo reale. La prima ha necessità fondante dell'esercito industriale di riserva.

      D'accordo col prof. Pozzi. D'altra parte è così fin dal PrimoReich.

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  3. Le cose stanno così, c'é ben poco da stare allegri e girarci intorno.

    In questa situazione, col mio gruppetto di Torino, stavamo valutando un'azione strategica/informativa. Alcuni di noi pensavano che potrebbe essere una buona idea promuovere il referendum contro il fiscal compact e l'austerità, approfittandone per fare informazione sui legami austerità-euro-smantellamento costituzionale.

    alle nostre seratine divulgative vengono sempre i soliti, ma forse questa potrebbe essere un'occasione per uscire sul territorio e farsi conoscere.

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    1. L'idea del referendum pare che l'abbiano già avuta. E sostanzialmente, nella forma proposta, è un inganno, sia per i suoi effetti sia per quanto sottende (cristallizzazione dell'euro, accettabile in assenza del suo sistema di correzione gold standard). Tra l'altro, tale tentativo, pur sostanzialmente a contenuto compromissorio-conservatore dell'assetto UEM, risulta persino troppo avanzato per l'attuale conduzione politico-mediatica ed è destinato ad essere marginalizzato (il che non fa un soldo di danno).

      Ma anche se, in un altro quadro di iniziativa, si percorresse l'allargamento ad ogni oggetto possibile, compresa l'introduzione dell'euro, avremmo:
      a) inammissibilità di referendum comunque riconducibile alla esecuzione di un trattato;
      b) sistematico mancato accesso paritario ai media che rende questo tipo di referendum - quandanche prospettato come "consultivo" nella versione M5S- un boomerang addirittura tombale per operazioni di sensibilizzazione diffusa pro-recupero della democrazia sostanziale.

      "Farsi conoscere", come denunzi, è il problema centrale: ma lo strumento del referendum sfugge automaticamente di mano.
      La soluzione è tentare di consolidare la comunicazione su tutti i media possibili. E magari può aiutare lavorare insieme a Riscossa Italiana (per chi ci creda e abbia la pazienza di contribuirvi attivamente)...
      Ma non solo: la partita italiana è molto compromessa (politicamente, elettoralmente e nella sostanza socio-economica), e, la sua soluzione evolutiva pare purtroppo dover arrivare dal collasso interno e da fattori endogeni (autopreservazione di altri Parsi non altrettanto proni ed omologati).

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  4. No certo, l'idea non era proporne uno nuovo, ma lavorare sull'attuale, per tentare di bloccarne la marginalizzazione e magari approfittarne per fare della corretta informazione con chi firmerà sui suoi limiti e sulla necessità di andare ben oltre nel mettere in discussione (anche a livello elettorale) l'attuale sistema e i politici che lo rappresentano.

    Il nostro contributo a riscossa é garantito in ogni caso :) gli attvisti in giro ne sono entusiasti.

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  5. I LINGUAGGI DEL VENTAGLIO

    Alcune pose e movenze del ventaglio erano usate un tempo come strumenti di comunicazione non verbale per socializzare, codificando gesti e significati promozionati da abili e scaltri commercianti per aumentare desideri e .. vendite.

    Dal “vorrei parlarti” di dita dell’altra mano che ne lambiscono i bordi al “vorrei che tu mi lasciassi in pace” coprendosi un poco l’orecchio sinistro, diventa irriverente prostato servilismo della Associazione Stampa Parlamentare che amplifica le follie dei “riformatori” della democrazia parlamentare.

    Brividi caldi scorrono sentendo pronunciate le “ostilità" alle riforme costituzionali "dettate da una pregiudiziale diffidenza e contestazione nei confronti di parti politiche nel campo opposto. Diffidenza e contestazione che pregiudicherebbero ancora una volta l'esito della riforma della seconda parte della Costituzione" dopo "discussione libera ed estremamente articolata" con il monito che "non si agitano spettri di insidie e macchinazioni autoritarie e non si miri a un nuovo nulla di fatto".

    Fino a lasciarlo, il ventaglio, scivolare sugli occhi con un perentorio VATTENE, PER FAVORE.

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    1. Mah. Caro Poggio. C' e' un vincolo (veramente!!) democratico cui il "nostro" """"amato"""" presidente non puo' sottrarsi:
      'A livella.
      Se ne andra' , e a breve. Per fortuna!!

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  6. Pare che ora si stia passando a svendere patrimonio pubblico pure ai Cinesi....e di quello che conta:

    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/cominciata-grande-svendita-cinesi-sar-state-grid-of-china-81396.htm

    eccerto che stiamo nella UE per proteggerci dalla Cina...come no. tanto queste cose mai nessuno le saprà.

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    1. No, queste cose saranno semre affogate nella melassa mediatica che invoca gli IDE come supremo rimedio. Scodinzolanti servetti tronfi di incompetenza accumulano danno su danno, odiando l'Italia con la complicità di chi gli presta un consenso autorazzista...

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