giovedì 10 luglio 2014

QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO: LOBOTOMIA LIVOROSA

 Caro-negozi, dal centro a Prati ecco la mappa della crisi

Oggi ho fatto un giro per il centro di Roma. Ma di quelli veri: non distratto dal vincolo del percorso verso l'ufficio e con l'occhio al traffico e all'orologio. Una lunga passeggiata che ha abbracciato i principali luoghi del centro, storico-politico-commerciale, della Capitale.
Siccome era un bel pò che non mi capitava, ho fatto caso allo scenario che mi si presentava: all'incirca un negozio su tre, dopo il normale orario di apertura, non era aperto. E parliamo della zona centrale di maggior richiamo turistico, quella percorsa da folle di stranieri, (per la verità neppure loro dall'aspetto troppo bene in arnese), trascinati variamente in visita ai più famosi monumenti.
La mia libreria preferita, era chiusa: il cartello diceva "per inventario", senza precisare date di riapertura. 
Lo stesso era capitato all'agenzia turistica da cui mi servivo (nei tempi ante operatori on line, che peraltro, sono intermediari spesso legati alle multinazionali, che si prendono e si esportano i profitti di intermediazione). Non ha più riaperto. E questo l'ho già visto con altri negozi in liquidazioni finali che, dopo tanti annunci a lettere cubitali, si sono tristemente rivelate vere.
Non pretendo di aver fatto uno studio congiunturale sul campo. Vi trasmetto solo qualche impressione.
Quasi per caso sono entrato nel negozio di tessuti dove da oltre 30 anni mi servo: ho fatto una scoperta niente male. 
Il tessuto per sostituire un vestito invecchiato (dopo oltre 20 anni), alla fine, mi è costato meno di 20 anni fa, al tempo della lira. L'avevo pagato, appunto, circa 45.000 lire al metro: ora sta a circa 23 euro. Dopo 20 anni. Me l'hanno presentato come offerta in saldo. Ma non era esposto tra le offerte indicate come tali; l'ho additato e mi hanno dispiegato la pezza, suggerendomi un prezzo e uno sconto ulteriore.
Dall'ottico in cui mi sono recato per sostituire gli occhiali che mi sono rotti (contribuendovi un incidente in moto di circa un anno fa...da cui conseguì un periodo di riposo forzato che ha partorito..."Euro e/o democrazia costituzionale"), ho appreso che rimane in attività avendo smesso di utilizzare fornitori diretti delle grandi marche e rifornendosi sui magazzini retail dei colleghi con eccessi di giacenze (sulle quantità imposte dai distributori stessi). Diversamente non potrebbe più tenere aperto. 
Naturalmente, l'amico ottico mi ha raccontato le consuete vicissitudini di colleghi e conoscenti su scoperti bancari, mutui ipotecari di gente che non sa più come pagare e morosità di canoni di locazione su un mercato in cui l'affitto, in posizione supercommerciale, da lui stesso pagato, era alla fine praticamente dimezzato.
Intorno uno scenario, mai visto in tutta la mia vita, di "invenduto": vecchi ristoranti, alcuni un tempo pieni comme-il-faut, ai tempi dell'edonismo di B., sono stati chiusi: così,  da pochi mesi o nelle ultime settimane
Alcuni sostituiti da moderni investimenti in ristorazione formal-multietnico, da servizio per business da pranzo e cena più o meno "fashion-lounge". Compìti addetti scrutavano il mondo esterno speranzosi di clienti che entrassero, magari attratti da odori e colori e dall'aura "nuovo di zecca". Ma tutto mi è parso oscillare tra il mezzo-vuoto e la desolante desertificazione.
Ammortamento dell'investimento? Trovate delle linee di credito? Come? Lasciamo perdere...Di sicuro non si sa quanto potranno durare.
Come anche il negozio di abbigliamento sportivo che un tempo aveva di tutto e di più e che ora mi proponeva varietà limitate di articoli nuovi e, specialmente, di residuati dal magazzino degli anni scorsi. Ma in poche taglie e in pochi colori. Un effetto "Jugoslavia" anni '80, sul lato dell'offerta, teoricamente un tempo tipica dell'attivismo italiano (vi risparmio i nomi dei marchi), che, più o meno, mi ha rammentato la limitatezza della gamma di articoli che avevo trovato nei negozi analoghi dei luoghi più turistici in...Egitto.

Che volete che dica? 
Questa è solo una piccola cronaca di una passeggiata
Davanti a Montecitorio, l'ennesima manifestazione di qualche gruppo di pubblici impiegati che issavano dei cartelli contro il "nuovo" art.97 Cost. (sul pareggio di bilancio delle singole amministrazioni), e che rivendicavano "la p.a. non si svende al primo venuto". Ah no? Sono 20 anni che lo stanno facendo e nessuno se ne era accorto? 
Una "leader" col megafono annunciava l'imminente arrivo di una deputata che li avrebbe ascoltati
Non faccio nomi: ma è una di quelle che quando vanno in TV parlano di tagli alla spesa pubblica e di riduzione della burocrazia per risanare l'economia.

La coerenza e la comunicazione politiche ormai sono un percorso da "Qualcuno volò sul nido del cuculo", ma nella parte seguente all'operazione di lobotomia.
Non ci sono grandi dubbi: LA DEFLAZIONE E' QUI. Ed e' una brutta bestia, difficile da mandar via.

Specie perchè, a far scendere l'inflazione, basta ridurre deficit e spesa pubblica, con opportuni vincoli su debito e indebitamento pubblici e una bella Banca centrale "indipendente", per portare gli interessi reali in positivo. CON UN BEL VINCOLO VALUTARIO CHE SOPRAVVALUTI LA MONETA E LIMITI LA DOMANDA ESTERA. 
Da lì tutto un percorso di destrutturazione dell'offerta del lavoro e di deflazione salariale che, posta in termini di competitività di prezzo, non può che andare verso retribuzioni reali in calo e consumi a debito; finchè reggono. 
Ma a farla riaumentare, a 'sta inflazione, riaprendo la speranza di investimenti e consumi, non è così facile; specie dopo 20 anni di politiche deflattive, che stimolate da mancati investimenti in riceerca e innovazione, hanno depauperato per sempre la struttura produttiva dell'economia reale, distrutto intere filiere e posto definitivamente nel dimenticatoio fiumi di manodopera con know-how che non aveva più senso ancora ricercare e rinnovare. Quanto semmai "delocalizzare". For ever and ever.

A un livello complessivo, questa politica deflattiva, prolungata oltre il limite in cui l'inflazione costituiva una qualche forma di problema, e alla ricerca della "competitività" (di prezzo, mica quella IRS), ed accentuata istericamente per ovviare alla crisi finanziaria e, specialmente, di posizione netta sull'estero, aggravatasi negli ultimi 10-12 anni= gli anni dell'euro, HA PRODOTTO DANNI IRREVERSIBILI.

Ancora una volta, a vedere la risposta della politica italiana, a questa situazione così clamorosamente sotto gli occhi di chiunque voglia osservare la realtà senza il filtro dei media di regime, LA RISPOSTA DEVE ESSERE: NO.
Ma, nella ridda di riforme costituzionali e del lavoro, e della "burocrazia" che si affastellano, come cavoli a merenda, nella visione, ora militarizzata, di SLOGAN SCOLLATI DALLA REALTA' con cui stanno ubriacando i teleutenti pre e post-lobotomizzati, QUELLA CHE PREOCCUPA DI PIU' E'  LA REAZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA. 

Non tanto per il suo comportamento elettorale: quest'ultimo certamente privilegia due forme di tea-party che predicano politiche accentuative della crisi da domanda, trascinando, tale opinione pubblica, a sostenere ed acclamare livorosamente ciò che renderà irreversibili i problemi in cui è impanatata a causa della disinformatja mediatica
No; quello che è veramente preoccupante è che, nella sostanza, la stessa opinione pubblica è lontanissima da qualsiasi consapevolezza, collegata in orizzontale, solidale e collettiva, del gioco in cui sta per essere stritolata.
Nè in alto - nei livelli dei governanti-margravi del Sacro Romano Impero neo-germanico-, nè "in basso", c'è dunque traccia della risorsa che può riattivare la "traiettoria culturale": LA CULTURA CIVILE, DEMOCRATICA, ECONOMICA, in una parola COSTITUZIONALE, che possa rendere percepibile questo disegno allucinante e talmente evidente da risultare incredibile.
Ti stropicci gli occhi, incredulo, ma, come un miraggio che tale non è (più), il "mostro" rimane sempre lì. Unica cura?
Attualmente, pare quella di accettare di essere lobotomizzati e vivere infelicemente senza capire...MA CON LIVORE, SI INTENDE.

31 commenti:

  1. Se questo è il panorama, l'unica cura per i livorosi di oggi è la stessa che fece svegliare i loro nonni, volenti o nolenti.
    Quando le bombe piovono in testa, quando esci dal rifugio e vedi la tua casa distrutta, quando le lettere di tuo figlio dalla Russia non arrivano più, e poi ti bussa l'amico con la divisa stracciata che ti dice che non ce la ha fatta, quando gli americani sono in Sicilia, i cinegiornali luce non bastano più. Per quanto tu stesso creda nel regime, non puoi non vedere.

    Cosa significa, al giorno d'oggi? Significa essere ridotti come la Grecia.
    Significa perdere tutto ciò che si ha, significa dover dire ai propri figli piccoli che no, quest'anno la vacanza non ci sarà perché costa troppo, che forse non ce ne saranno più, e che forse ancora bisognerà lasciare la casa e rinunciare alla festa di compleanno, perché -semplicemente- papà e mamma sono diventati poveri.
    Significherà dire loro, a 14 anni, che forse è meglio lasciar perdere la scuola, perché tocca portare qualche soldo a casa.
    Significherà vedere le persone cui tieni morire, ma non perché, come 90 anni fa, le cure non ci sono, ma perché le cure ci sono ma non te le puoi permettere.

    Probabilmente ci vorrà tutto questo. Diventare un paese sottosviluppato, come quelli africani. Senza nulla. E per quanto la propaganda ti dirà che non è vero, gli occhi non potranno "non vedere".

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    1. Torniamo allo scenario frattalico, inevitabilmente. E non sappiamo bene "quando" (e se troppo tardi). Nel nome del "più Africa per tutti"...

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    2. che in effetti in Grecia ancora non è arrivato lo scossone che ci si potrebbe attendere dal livello di crisi vissuto dal paese.

      sì c'è uno Tsipras, là visto come alternativo, al 30% ma.....

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  2. Questo è il risultato di un grosso e lungo lavoro, di un'operazione senza precedenti.
    Si è creata un'opinione pubblica guidata - e questa non è una novità - fondata su presupposti "universali e condivisi". E questo è nuovo: una "cultura della mamma", quella che dice come è fatto il mondo, che l'erba è verde, il cielo è blu e la pioggia bagna, diffusa con le tecnologie della pubblicità. Non parlo dei mezzi fisici dell'advertising quanto del fatto, ad esempio, che le figure di giornalista, pubblicitario e PR sono andate confondendosi, oppure che i ricavi dei giornali si siano decisamente spostati sugli inserzionisti mentre i lettori contano soprattutto come testimoni della presenza di un "target". Una vera educazione di massa; si è parlato tanto degli strumenti dei regimi totalitari, ma al confronto erano rozzi e limitati come armi della Grande Guerra contro le attuali.
    Il frame è stato costruito molto bene, ma non è infrangibile, non è certamente "a prova di realtà", nessun frame lo è salvo comportamenti individuali (a volte qualcuno esce dal reale). Dunque è probabilmente destinato a rompersi.
    Il problema è che tutti i "risvegliati" con cui ho parlato hanno attraversato uno stadio di furore piuttosto belluino, senza eccezioni. Temo sia inevitabile, e se il frame si rompe anche questo sarà un "nostro" problema.

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    1. La virata della seconda parte si connette (non sorprendentemente) con le condivisibili cose dette più sopra da Lorenzo.
      Quanto al furore belluino, mica lo so. "Livore" belluino, passabilmente asociale e ristretto alla vicedenvole ostilità reciproca ed endogena siì. Ma la reazione di sopravvivenza dell'animale ferito, mi pare non sostenuta proprio dalla mancanza di energia vitale. Che è la base di ogni risorsa culturale, alla fine dei giochi...
      La perdita "addomesticata" (internazionalista e pacifista nell'accezione liberoscambista) dell'autoconservazione è in fondo il vero "tramonto dell'occidente"

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    2. io personalmente ho passato un annetto buono prima di riuscire a "prenderla con filosofia" e discuterne con pacatezza e pazienza col prossimo senza perdere le staffe ad ogni segno di indottrinamento ravvisato.

      e non sono certo uno che, come direbbero i nostri, ha ripreso il salutare contatto colla durezza del vivere.

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  3. E' aneddotica, ma di quella che fa male. Molto male.

    Depressione a palate...Posso dirti che qui a Torino la prassi é esattamente quella che hai descritto per Roma. In centro hanno chiuso negozi storici, vere perle del commercio torinese, e altri minacciano di farlo a breve. L'ingresso di negozi appartenenti a gruppi multinazionali di moda a poco prezzo o alimentari é ovunque, pervasivo e molto fastidioso (anche perché la qualità é quella che é). Ci salva un minimo l'ingegno, che ci ha resi capaci di tirare fuori iniziative come il Mac Bun, che é un mc donald a chilometri zero che valorizza le produzioni locali, con qualità da ristorante, ottima.

    ma sono eccezioni. le serrande chiudono sempre più spesso, la domanda é ridotta per tutti, me incluso, allo stretto necessario. e io ho uno stipendio. e la gente non fa che farfugliare spiegazioni sempre più improbabili... del resto da noi il pd ha avuto il 48%.

    livore e disinteresse ovunque, agli incontri divulgativi che organizziamo non andiamo mai oltre le (solite) dieci persone, attivarsi e morire paiono sinonimi. anzi, chi si attiva politicamente é visto quasi con sospetto ..."non é che sei casta anche tu?" "ma quindi sei un massone?" sono solo alcune delle idiozie che mi son sentito chiedere.

    E' dura...Spero, spero davvero in Riscossa. Non vedo la possibilità che vengano contributi da altre direzioni.

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    1. Certo che la situazione a Torino è autolesionistica al massimo grado. E hanno pure il centro di potere dal cui interno è nata tutta questa bella idea del "vincolo esterno", avendoci poi, in seguito, sofferto di cassintegrazione e lotte disperate per decenni.

      Caro Mattia, la Riscossa è una speranza reciproca: la costruiremo insieme, per ogni pezzetto per cui troveremo le forze. Bisogna amare questo Paese, conoscendolo, e non essere mai "odiatori dell'umanità". Oggi molto difficile, da far capire e condividere

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    2. Grazie Luciano.

      "Bisogna amare questo Paese, conoscendolo" ha fatto la mia giornata. :)

      E una simile campagna credo sia assolutamente fondamentale. Ci hanno sbattuto in faccia solo il male dell'Italia per anni, esagerandolo e mai sottolineando quanto di buono questo paese possa dare. Occorre invertire la rotta, gli italiani devono riprendersi l'Italia partendo dal cuore e dalle loro origini, perché gli sta venendo strappata via fra scroscianti applausi dei sedicenti progressisti. Ah, una segnalazione a tal proposito. L'istituto Luce ha raccolto e perfezionato questi stupendi filmati sulla storia d'Italia. Manco a dirlo, il quadro che ne viene fuori guardandoli ha ben poco da spartire con la narrativa autolesionista degli editoriali mainstream.

      https://www.youtube.com/results?lclk=long&filters=long&search_query=storia+d%27italia+istituto+luce

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    3. Perche' identifichi a Torino il centro di potere ideatore del "vincolo esterno"? Forse ricordo male, ma Agnelli non mi pareva tanto entusiasta dell' entrata dell' Italia nella moneta unica.
      Io ho sempre visto piu' Bologna. (Andreatta e "figliocci") come capitale del vincolismo.

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  4. Il quadro non cambia neanche a Prato, dove peraltro in centro storico, per passare inosservato, occorre dipingersi la faccia di nero o giallo, onde evitare sguardi malevoli (...che ci fa questo bianco nella mia citta'?) vabbe'....oggi sui giornali c'e' questo http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-10/datagate-berlino-espelle-dipendente-servizi-segreti-usa-150842.shtml?uuid=ABAaoUZB
    sembra abbia a che fare anche con la crisi ucraina, dove gli Usa sono intervenuti per bloccare l'intensificazione dei rapporti germania-ue con la russia, e poi con molti stati europei che pian piano sono riluttanti a seguire gli Usa....

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  5. Mi complimento x l' "immersione" nella realtà oggettiva :-),non che la visione d'insieme Le sia mai mancata anzi,ma credo che apra i polmoni e aiuti a respirare meglio ed in profondità.Ogni volta che sono intervenuto su "questa piazza" ho palesato e lasciato trasparire il mio pessimismo sull'italicus (http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell'Italicus) homo,perché di questo si tratta.Certo x fortuna non ci sono bombe ne stragi dove la polvere da sparo ti rimane nelle narici x giorni,ma l'accostamento,peraltro azzardato -dopo 40 anni esatti - mi ha riportato con la mente dritto li.Un Italiano che passeggia per la sua città e ha sentito l' "odore" del fallimento nazionale scientemente organizzato,disciplinato,pianificato e portato avanti a tappe o a rate.Per il timing...chi ha risparmi li sta intaccando (le formiche italiane cominciano a diventare una specie rara) x far fronte alla raffica palese e non di rincari,aumenti e gabelle varie che permangono a 'mo di "costi fissi".Certo "la stoffa" è un'altra cosa,ma vediamo e tocchiamo con mano che in giro quella più in voga costa na cifra e quella buona non la vuole indossare nessuno quand'anche costi poco,il problema è che non la capiscono e se la capiscono ...non è di moda.Quest'ultima prima o dopo passa (appena finiranno i risparmi) e allora si che si andrà alla ricerca del lusso che non passa mai di moda ma che comunque di vede a colpo d'occhio.Eh se si noterà.Nel frattempo continuiamo al meglio delle proprie capacità e attitudini a partecipare al prossimo la nostra ...respirazione bocca a bocca.Non sia mai ....che nessuno glielo aveva detto.
    Cordialmente.

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  6. Ciao Quarantotto, nell'apparente immobilismo del popolo Italiano dinnanzi al disfacimento pianificato del proprio futuro, dal fronte piddino "qualcosa" di impercettibile si muove. Allego una mail pervenuta a mia moglie da un iscritto al PD:

    Ciao Adriana, Ciao Mauro, io nonostante le ripetizioni che mi date faccio ancora fatica a digerire tutto, certo che mi è ancora più difficile digerire una responsabile del PD di Malo che dice che dobbiamo sentirci in colpa perché abbiamo una pensione appena dignitosa, io alle riunioni del PD non ci vado da molto tempo, sarebbe interessante andarci con qualcuno che mette "i piedi nel piatto" e che spieghi finalmente cosa vuol dire aumento di Produttività.
    Ci vediamo lunedi.
    Gianni

    Questi non hanno più nessuna remora, sono degli invasati e repressi, prima o poi la Storia li si ritorcerà contro. Sono delle persone desertificate nei sentimenti che vogliono riprodurre nel mondo reale il loro inferno interiore. La fantasia, il sogno, l'amore per questo Grande Paese li sconfiggerà.
    Un caloroso abbraccio a tutto il blog.

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  7. SUGGESTIONI & NARRAZIONI

    A volte - spesso nelle sale e aule delle fortezze degli ori resistenti - succede di ascoltare le declinazioni nuove usate dal “vuoto” che avanza, resiliente.

    Affabulatori che recitano suggestioni di copioni vecchi per “fornire agli indigenti e agli affamati qualche forma di aiuto” mentre sciente/mente nascondono, manipolano e mistificano “gli interessi di coloro che devono essere protetti da eventuali atti di disperazione da parte dei bisognosi" rispolverato dalla “durezza” dei tommasi nostrani, rinverdito ancor’oggi dal “drago”.

    Di quale materia essi, cioè essi, siano fatti lo mostrano evidenti le carte, le narrazioni, i numeri della Storia spulciata nelle tante testimonianze documentate.
    Con ironico sarcasmo viene ad essi, cioè essi, esposto e dimostrato e - ancora una volta allibita – la scoperta che essi, cioè essi, lo conoscono e si spalmano del loro organico.

    Verrebbe - come il Dante del Inferno - III, 51 – di passare oltre ma, dopo gli “eroi della sesta”, sentire le “gnocche&fighetti della settima” periferia che allevano il “consenso” della povera zia T.I.N.A. scuote profondamente la pineale.

    Ritorna – come il Calvino delle “Città invisibili” – la necessità di ritornare ad affermare “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo quando si sentono nelle consiliari e nelle commisione della periferia la richiesta di unanimità per le “riforme strutturali” richieste da indotte emergenzialità economiche, sociali, dai vincoli esterni, dalle condizionalità automatiche per “fare più bella la globalizzazione”

    Poi ancora l’Italo, ad “alta velocità”:
    « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. »

    That’s all, folks!

    ps: non suggestione ma narrazione come evidenzia Mauro G: i livorosi al “fronte” non sono più molto certi .. poi a ciascuno, tra ori e tessuti, secondo la propria Natura, matrigna, finchè ne rimane una voglia “di farlo durare e dargli spazio”.

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  8. Non la rabbia o il livore devono essere le nostre armi, ma determinazione, lucidità, preparazione e ovviamente il cuore.

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  9. Penso che abbiamo diritto ad una speranza. Il successo del M5S, con tutti gli ENORMI limiti insiti nella sua struttura ambigua e padronale, ci ha fatto capire che nel paese c'è una forte volontà di cambiamento: l'elettorato non è mai stato così mobile come in questi ultimi anni. Attualmente, però, non esiste nessun partito o movimento che possa rappresentare degnamente una qualche forma di antagonismo VERO al pensiero unico. La parabola discendente di Renzi è cominicata. Occorre prepararsi ora perchè presto ci sarà battaglia. In questo caso il livore, se instradato nella direzione corretta, potrebbe risultare un'arma vincente. Esiste un gruppo di persone in grado di accendere questa speranza?

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  10. http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2014/7/11/SCENARI-Cosi-Germania-e-diventata-nemica-degli-Usa-e-dell-Europa-/512865/
    a parte che Raffone "teme" per la ue e noi affatto, ci sono diversi segnali interessanti....

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  11. Questa divertente descrizione della tua passeggiata la potremmo intitolare "Marcovaldo del ventunesimo secolo".
    Mejo di Italo Calvino!

    "L' effetto Yugoslvia anni '80 sul lato dell' offerta" mi ha fatto spanciare!

    Molto divertente e... interessante!

    Io e molti tuoi lettori siamo partiti da quelle passeggiate per arrivare a LBC e Bagnai. LBC e Bagnai sono partiti dalle loro competenze tecniche "astratte" per arrivare a fare le passeggiate vedendo quello che vedevano tanti "bargazzino" qualsiasi.
    Secondo me questa e' la differenza tra (rarissimi) esperti come LBC e gli altri tecnici/espertonissimi.
    La differenza, in buona sostanza, credo sia una piu' o meno dissimulata umilta', dote non sempre propria delle persone istruite, certamente propria delle persone intelligenti.

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    1. Ahah beeello ma che te credi che passeggi e vedi la realtà delle gente, dura, pratica, diretta la vedi solo tu!
      Mai partito da competenze tecniche astratte: l'inizio di questa narrazione e cronaca, certamente allargata alla sfera teorica (auspicabilmente) divulgativa, nasce proprio dall'osservazione di un mondo reale, tragicamente afflitto da anni da questi sintomi incipienti.
      Passeggiando, eccome, tra i fumi e i miasmi del regime ordoliberista in azione da troppo anni.

      Oggi, dobbiamo solo tristemente osservare quanto quello che paventavamo (almeno) 3 anni fa, si stia realizzando. Forse anche in modo peggiore del previsto: perchè l'incapacità di comprendere e reagire, non pare, allo stato, neppure tenere i ritmi frattalici...
      Very sad

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  12. la situazione è sicuramente pesantissima ma questa descrizione non corrisponde molto al vero perchè nel centro di roma i negozi non sono assolutamente tutti questi negozi chiusi -

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    1. A parte la scarsa chiarezza sintattica della frase, sta insinuando che mi sono inventato quello che ho visto coi miei occhi. E che vedo da molti mesi. E che ho precisato esplicitamente "solo una piccola cronaca di una passeggiata".

      Oltretutto, non ho neppure principalmente parlato di negozi chiusi.
      Ma i dati sono noti e che "non corrisponda molto al vero" ha solo il sapore di un'opinione buttata là per caso. A volersi informare prima di parlare e a non usare il termine "assolutamente" con questa leggerezza.
      http://www.leggo.it/NEWS/ROMA/roma_in_centro_spariscono_negozi_storici/notizie/280165.shtml
      http://www.today.it/economia/negozi-chiusi-crisi.html
      http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/03/02/news/crisi_in_due_mesi_500_negozi_chiusi_ogni_giorno_10_esercenti_cessano_l_attivit-30794245/
      http://www.iltempo.it/economia/2013/11/23/crisi-in-dieci-mesi-60-000-negozi-chiusi-1.1192163
      http://www.romacapitalenews.com/la-crisi-morde-e-vanno-giu-le-serrande-dei-negozi/
      http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/precipizi-commerciali-due-mesi-chiusi-10mila-negozi-52544.htm

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  13. "la stessa opinione pubblica è lontanissima da qualsiasi consapevolezza, collegata in orizzontale, solidale e collettiva, del gioco in cui sta per essere stritolata."

    Se questa analisi è vera, e come tale io la considero perchè la condivido in toto, non è un gran bel risultato dopo 60 anni di "istruzione pubblica". Anzi, la facilità con cui CI stanno togliendo il diritto di voto è qualcosa di sbalorditivo. Abolizione del Senato elettivo. E non dice niente NESSUNO.
    Per completare il quadro, l'opinione pubblica è schierata A FAVORE dell'abolizione!
    E' assolutamente fantastico.
    E chi mette in pratica questa geniale idea? Quelli del PD. Cioè gli eredi del PCI. Vale a dire coloro che dal 1945 in poi hanno sempre innalzato la bandiera dell'antifascismo. E che finiscono per approvare una legge che... si trova al punto C del Programma Fascista del 23 marzo 1919: abolizione del Senato.
    Sublime.

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    1. Oggi leggo di riforme della p.a. con accentramento di poteri di decisione nelle competenze ministeriali e di nomina della dirigenza pubblica tutte accentrate nel pres. del Consiglio.
      Art.95 e 97 Cost in soffitta senza alcuna seria riflessione a, anzi, con giornaloni che stigmatizzano in anticipo le resistenze di "chi rema contro" il progresso ineluttabile.

      D'altra parte, che noi si abbia una parvenza di responsabilità politica davanti al parlamento dei singoli ministri o meno, una ripartizione responsabile e democrativa delle competenze di settore o meno, una dirigenza tecnica capace di imparzialità e exeprtise verificabili o meno, rimaniamo sempre destinati a eseguire i diktat dell'eurocrazia ordoliberista antiparlamentare.

      Ma quest'ultimo FENOMENO DI FONDO, OCCULTATO dai media, NON E' UNA GIUSTIFICAZIONE - se non beffarda e autolesionistica- DELLA REALIZZAZIONE DI UNA DEFINITIVA DISATTIVAZIONE DI PRINCIPI ORGANIZZATIVI DI ACCOUNTABILITY DEMOCRATICA ELEMENTARE.

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    2. Quarantotto, tu hai ragione.
      Ma a costo di passare per autorazzista (cosa che non sono...credo) non posso non notare il silenzio IN BASSO. Cerco di spiegarmi meglio.
      La storiografia sul nazionalsocialismo tedesco e quella sul fascismo italiano fecero un grande passo avanti nell'analisi di questi due movimenti quando gli storici delle nuove generazioni (Fest e Broszat in Germania, per citarne due tra i migliori) iniziarono ad analizzare le correlazioni tra chi stava in alto e chi stava in basso.

      Se restiamo in Italia, notiamo che il fascismo si proponeva come antidemocratico in maniera palese; anzi, il concetto di fondo "la democrazia parlamentare non funziona" era uno dei cavalli di battaglia. Come reagirono gli italiani?
      Alcuni, pochi, lo capirono (Luigi Salvatorelli su tutti e lo scrisse apertamente su La Stampa)
      Una parte, piccola, sposò in pieno questo teoria.
      Il grosso rimase assolutamente inerte.
      Ma, ed è un grosso MA, erano gli italiani del 1922.
      Vederli rimanere inerti nel 2014 è semplicemente sbalorditivo. Io la chiamo "la metafora della sedia". Immagino tu sappia cos'è lo Free Speech Corner di Londra.
      Ebbene, se un tizio sale sopra una sedia e dice "Aboliamo il Senato elettivo", io personalmente non mi preoccupo affatto.
      Ma se invece si crea una folla di persone che inizia ad applaudire, beh allora inizio ad avere paura. E se nessuno si ferma a contestare questa idea, allora mi spavento di brutto.
      PS
      Due o tre giorni fa è uscito sul Corsera una articolo del duo comico A&G sul Senato.
      Se è ancora on line, controlla i commenti. Quasi tutti a favore dell'abolizione del Senato elettivo; anzi, molti lo vorrebbero abolire in toto.

      Chinacat

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    3. D'accordissimo; non ho specificamente enfatizzato la massiccia indifferenza dal "basso" solo perchè qui abbiamo tante volte analizzato come il disegno mediatico ordoliberista sia da tempo bello che compiuto
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/09/la-gabbia-cio-che-gli-uomini-debbano.html (ex multis,e cito:
      "le teorie di Habermas, Dewey ed Heller i quali partivano proprio dall'evidenza che è l’ignoranza la causa della inefficacia dell’opinione pubblica nella sua essenziale funzione di controllo democratico sull'operato dei governi."

      Il quadro più connesso all'attuale evoluzione debilitativa della democrazia, in nome dei mercati, lo trovi qui:
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/lautoinganno-del-tecnicismo-pop.html

      E' chiaro che ignoranza e cultura pop, nell'attuale sondaggismo sostitutivo della democrazia, sono termini del tutto equivalenti.
      Solo che la seconda ha una funzione di copertura molto più efficace dell'azione delle elites perchè assicura l'illusione di "informazione", condivisa dalle masse (e quindi imputabili di scelte formalmente ad esse riferibili) molto più del diffuso analfabetismo dei primi anni 20

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  14. Manca consapevolezza...
    ma almeno nelle parole di Savona alla lezione Felice Ippolito tenuta da Heisbourg mi è parso di ritrovare analisi e parole qui condivise.
    Li almeno sono state presentate in un contesto che i politici presenti (c'era Casini) non possono non aver compreso. Per es. Savona al minuto 45:30 "ci sono poteri dominanti economici che dopo la scomparsa del comunismo -che era la loro paura- hanno ripreso i vecchi vizi antidemocratici sfruttando l'ignoranza del popolo". https://www.youtube.com/watch?v=2ihBnJnRxtc#t=19

    L'Italia ha le risorse culturali per uscire dalla crisi? ma sopratutto mi chiedo, vuole usare le risorse che ha? Perché se l'élite periferica preferisce anche consapevolmente il ruolo di margravio c'è poco da fare.
    Comunque da margravi a sonderkommandos è un attimo...

    PS: Heisbourg dice anche che la Le Pen, a differenza del padre, vuole vincere.
    minuto 22:10 "...animal politique remarquable, remarquable..."

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    1. Ad avercelo un Hesibourg invece degli ottusi tea-party nostrani. E speriamo che Savona prosegua su questi toni così chiari e ineccepibili

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    2. Spero proprio di si, questa è almeno la terza buona che sento da Savona

      disse pure:
      "Stare nell'euro non è meno difficile di quanto sia uscirne. Se il costo per rimanervi è la perdita di quote importanti del nostro apparato produttivo e disoccupazione crescente, concentrata per giunta nel settore giovanile, i gruppi dirigenti politici violerebbero i doveri costituzionali stando nell'eurosistema. In assenza di una unificazione politica democratica, essi hanno il dovere costituzionale di difendere gli interessi nazionali."

      e sta diventando sempre più schietto ed esplicito


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    3. Torna a trovarci più spesso (e rammenta di Riscossa Italiana...)

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    4. Riscossa: già iscritto a Viareggio!
      Seguo molto il blog anche se non commento sempre.
      (commenti superflui preferisco scriverli sotto i post di laVoce.org dove non c'è da preoccuparsi troppo per la qualità)

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