1. Proviamo a fare un quadro comprensivo dei più importanti elementi che determinano lo scenario economico globale, europeo e italiano.
Una volta che, infatti, abbiamo deciso che dobbiamo rinunciare alla sovranità perché lo Stato è brutto e porta alle guerre e alla mancanza di cooperazione tra i popoli (!), la situazione italiana è inevitabilmente segnata da fattori determinati a livello internazionale e, segnatamente, sovranazionale.
Tutto questo, poi, discende dalla linea politica dei governi che si sono succeduti in Italia da almeno 30 anni, in base alla quale l'art.11 Cost., invece che come una norma di forte - se non totale- limitazione dei trattati di natura economica, e in particolare liberoscambisti, è assunto, da economisti scopertisi intepreti autentici della Costituzione, e da giuristi "ideologicamente" convinti che monetarismo e liberoscambismo portino a una maggiore crescita, come titolo giustificativo di ogni vincolo esterno derivante dai trattati internazionali.
Il quadro da delineare è estremamente complesso e, in questa sede, cercheremo di darne uno schema sintetico.
Proviamo a fare un'elencazione fondata sull'attualità, cioè su quanto i vari aspetti del "vincolo esterno", economico e sovranazionale, siano oggetto di esposizione mediatica.
Per quello che vale naturalmente: l'attenzione cronacistica dei media non significa priorità dei problemi, ma semplicemente urgenza di costruire una versione neo-orwelliana dei vari problemi, in modo da distogliere sistematicamente l'opinione di massa dalle cause e, possibilmente, compiere l'inversione causa/effetti che tanto giova al controllo sociale ordoliberista-tecno-pop, alternativo alla conservazione della democrazia (sostanziale).
3. Dunque abbiamo:
a- il crollo borsistico devastante di questi giorni iniziali del 2016, in particolare nel settore dei titoli bancari. In Italia, e lo abbiamo visto da numerosi post, ciò deriva dall'esigenza tedesca di accelerare la destrutturazione-ristrutturazione delle economie, piegate dal mercantilismo consentito dalle regole liberoscambiste dei trattati UE-UEM, concentrando il potere di emissione di "moneta bancaria", e di finanziamento di ogni azione pubblica o privata, presso un oligopolio ristretto di superbanche, estere rispetto all'Italia.
Con l'effetto, - già iniziato invero dal QE nella forma attuale, che determina un indebitamento in euro (non convertibile in altra valuta, eventualmente ridivenuta nazionale) delle banche centrali nazionali verso la BCE-, di spostare progressivamente il rendimento dei titoli pubblici italiani e le condizioni valutarie di restituzione della sorte capitale corrispondente, verso le tasche e le condizioni valutarie dettate dai neo-creditori: siano essi le banche o l'ESM o l'ERF.
a.1.- Con riguardo a questo specifico aspetto, del crollo delle quotazioni azionarie bancarie, ci limitiamo a riportare questo scambio di battute:
Il collegamento c'è: i mercati hanno prezzato al 17% tutte le sofferenze e hanno fatto un bello storno. That's it! https://t.co/tnanAWZPvt— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) 11 Febbraio 2016
b- l'estendersi delle difficoltà del sistema bancario a tutto il quadro mondiale del settore, includendo il caso Deutschebank che, tra smentite e "minimizzazioni", preannunzia però che la Germania, nel caso di default di tale istituto, ricorrerebbe senza esitazioni al salvataggio pubblico, ponendo però a rischio, con drasticità, la tenuta del quadro istituzionale della moneta unica.
AEP: Torna la paura sui mercati del credito europee
Di Ambrose Evans-Pritchard, 9 febbraio 2016
I problemi di credito del sistema bancario europeo sono
improvvisamente diventati enormi e iniziano a pesare sul debito pubblico
italiano, spagnolo e portoghese, riattizzando i timori del “circolo
vizioso” sovrano che mise in crisi l’Europa quattro anni fa.
“La gente è spaventata. Siamo davvero vicini a una crisi creditizia
auto-alimentata”. Ha dichiarato Antonio Guglielmi, capo della ricerca
bancaria europea presso l’italiana Mediobanca.
“Abbiamo un forte sbilanciamento sui mercati del credito. La
liquidità è completamente evaporata ed è molto difficile condurre
transazioni. Non si trovano gli acquirenti”.
Il risultato perverso è che gli investitori stanno vendendo le azioni
delle banche per sistemare le proprie posizioni, peggiorando le cose.
Marc Ostwald, un esperto di credito presso ADM, ha detto che la
terribile novità è che le difficoltà delle banche ha improvvisamente
iniziato a pesare sui rendimenti degli stati già in crisi dell’Europa
del sud.
“Il vortice della disgrazia sta rialzando la testa”, ha detto,
riferendosi al circolo vizioso del 2011-2012 quando le banche
dell’eurozona e gli stati si erano inguaiati a vicenda in un vortice
distruttivo.
Questo succede mentre i fondi sovrani del blocco degli esportatori di
materie prime e dei mercati emergenti sono costretti a vendere gli
asset stranieri a ritmo sostenuto – o per difendere le proprie valute o
per coprire le proprie spese pubbliche.
Il signor Ostwald ha detto che il fallimento del mese scorso della Banca del Giappone nel suo tentativo di far scendere i tassi di interesse in territorio negativo
ha innescato la crisi, avendo minato la fiducia nei poteri “magici”
delle banche centrali. “E’ stata indubbiamente la goccia che ha fatto
traboccare il vaso. Ha innescato il panico”.
Lo spread sui titoli italiani e spagnoli a 10 anni è balzato a quasi
150 punti base rispetto ai Bund, rispetto ai 90 punti della fine dello
scorso anno. Lo spread portoghese è balzato a 235 punti mentre il
governo di sinistra del paese si scontra con Bruxelles riguardo le
politiche di austerity.
Anche se questi livelli sono più bassi di quelli tipici delle crisi,
stanno però aumentando mentre la BCE compra il debito di questi paesi in
grandi quantità con il Quantitative Easing. L’aumento dei rendimenti è
l’antipasto di quello che potrebbe accadere se e quando la BCE dovesse
fermarsi.
Il signor Guglielmi ha detto che una delle cause principali
dell’ultima crisi creditizia è l’imposizione del nuovo, duro regime di
“bail-in” per i bond delle banche europee senza che elementi cruciali
dell’unione bancaria europea sono stati implementati.
“I mercati si prendono la rivincita. Sono stati troppo imbrigliati e
ora pretendono un agnello sacrificale da parte dei politici”.
Così Evans-Pritchard, tradotto da Voci dall'estero:
"Il signor Guglielmi ha detto che c’è una paura strisciante tra gli
investitori globali che queste misure draconiane di “bail in” possano
cristallizzarsi mentre le banche europee affogano in mezzo a 1.000
miliardi di euro di crediti deteriorati. I crediti deteriorati
dichiarati sono il 6,4% del totale, in contrasto con il 3% degli USA e
il 2,8% del Regno Unito.
La regola del bail-in è stata imposta per la prima volta a Cipro
a seguito della crisi debitoria dell’isola, togliendo ai debiti delle
banche europee il loro stato di pilastri della stabilità finanziaria, e
la loro garanzia statale implicita. Il nuovo regime è entrato in vigore
per l’intera eurozona a gennaio. Sia i debiti subordinati che quelli
“senior” devono ora sostenere il rischio di essere azzerati prima che i
contribuenti siano chiamati a contribuire nei salvataggi.
Questo meccanismo da una parte ha senso, ma ha deformato
pericolosamente la struttura bancaria dell’eurozona. I singoli stati
dell’eurozona non possono più facilmente ricapitalizzare il proprio
sistema bancario perché ciò infrangerebbe le regole UE sugli aiuti di
stato, ma non c’è nessun organismo europeo che possa sostituirli..."
c- se aumentano le prospettive autoalimentate (dalla disciplina €uropea dell'Unione bancaria!), di crisi bancaria diffusa, e dunque, in vista di una qualche forma indispensabile di '"aiuto di Stato" per il salvataggio, - autorizzabile dall'UE a certe rigide condizioni, comunque post tosatura dei conti correnti-, aumentano gli spread, si può arrivare al de-rating del debito pubblico italiano, che sotto la soglia del BBB-, attualmente posseduto, non sarebbe più acquistabile dalla BCE nell'ambito del QE.
Risultato: prima si avrebbe l'attualizzazione di una nuova crisi degli spread e poi, - a causa delle perdite sui corsi dei titoli sovrani che inciderebbero sugli attivi delle banche italiane, già messe alla prova dalla devalorizzazione dei crediti "problematici"-, seguirebbe inevitabilmente, un'ondata di vendita degli stessi, in una situazione, di rendimenti e di collocabilità del debito, che andrebbe fuori controllo;
d) da ciò, l'ulteriore conseguenza che, proprio mentre le istituzioni UE si trincerano dietro la non concedibilità all'Italia di ulteriore flessibilità nel rientro dei limiti di indebitamento annuale legati al fiscal compact (e alla astratta, ma del tutto velleitaria pretesa che ciò potrebbe far diminuire il rapporto debito/PIL nei limiti previsti dallo stesso fiscal compact), il governo italiano, prima di dover ricorrere al fondo europeo di stabilità finanziaria (ESM, con l'imposizione del consueto memorandum e del trattamento "trojka" già visto per la Grecia), potrebbe essere costretto a imporre una forte patrimoniale (le fonti parlano, forse ottimisticamente, del 2% sull'intera ricchezza privata nazionale).
Con effetti depressivi dei consumi, dei prezzi immobiliari, della domanda interna e, perciò, dell'occupazione, repentini ed immediati (come abbiamo più volte visto, in funzione della propensione marginale al consumo del risparmio e della ricchezza in genere)
e) rammentiamo, poi, che se anche non si concretizzasse questa duplice prospettiva, - cioè di aumento verticale degli spread in conseguenza dell'esclusione dal QE e simultanea rigidità di applicazione del fiscal compact, inclusivo della copertura in pareggio di bilancio (!) anche degli interventi di salvataggio bancario-, i meccanismi di normazione €uropea in attuale gestazione, guidati dalla Germania, spingono comunque per una neo-graduazione del rischio dei titoli del debito sovrano detenuti dalle banche; cioè agisce, tale nuova "inevitabile" regolazione, svalutandoli fortemente e portando allo stesso effetto di vendite massicce da parte del sistema bancario nazionale, nonchè al consolidamento di enormi perdite di bilancio (per qualche decina di miliardi) col conseguente ricorso all'ESM, a cui, nella stessa disciplina che si vuole introdurre da parte dei tedeschi, conseguirebbe l'automatico default dello Stato richiedente.
E tutto questo, si badi, nasce dal fatto che non esiste alcuna banca centrale che possa svolgere il suo naturale ruolo di prestatore di liquidità di ultima istanza e di tesoriere dello Stato in casi come questi.
Tanto che, proprio in mancanza di tale entità monetaria, si riattualizzerebbero anche le pulsioni (distruttive per l'Italia) all'introduzione del sistema dell'ERF per ridurre a tappe forzate di espropriazione di flussi fiscali e di asset pubblici, l'ammontare del debito pubblico.
f) A questo quadro sintetizzato degli aspetti principali della situazione creatasi a seguito della inevitabile evoluzione della disfunzionalità dell'euroarea, e della folle volontà di preservarne AD OGNI COSTO l'esistenza, occorre aggiungere un'altra incombente prospettiva.
Infatti, a seguito della scadenza della clausola eccettuativa del WTO dedicata, nel 2001, alla situazione della Cina, ai fini della liberalizzazione globale degli scambi, si porrebbe il problema del riconoscimento dello status di economia di mercato della stessa Cina.
Se la sostanza di questa clausola sia stata rispettata, - cioè se la Cina non sia più configurabile come capitalismo "di Stato" e non pienamente rispondente alle norme concorrenziali, sul piano delle tutele del lavoro, previdenziali e ambientali (tra l'altro, sebbene questo aspetto non stia, per tradizione, particolarmente a cuore in sede WTO)- è oggetto di forti perplessità da parte di USA e Giappone: l'UE invece, sarebbe disponibile a tale riconoscimento, ritenendolo un effetto della scadenza automatica della clausola eccettuativa in questione, con la conseguenza che verrebbe meno la possibilità di imporre dazi selettivi sulle merci cinesi e l'applicazione di misure antidumping.
L'arrivo di merci a prezzi "competitivi" sul mercato UE, avrebbe un impatto molto forte in termini di occupazione e di sopravvivenza del residuo manifatturiero europeo: ma, ancora di più andrebbe ad incidere sul nostro sistema industriale (ancora sopravvissuto a austerità e insolvenze), caratterizzato da una rete (un tempo fiorente) di PMI che verrebbe definitivamente disarticolata, precipitando ulteriormente i livelli occupazionali (si parla di un effetto incrementale tra lo 0,9 e l'1,9% della disoccupazione: ma spero di avere stime attendibili da economisti accreditati...nello studio dell'economia internazionale e nella conoscenza dell'economia cinese).
Ci stanno provando anche in Russia.
RispondiElimina«Glaziev ha accusato la BCR di non aver voluto difendere il rublo e aver così violato i suoi doveri costituzionali»
Ricordo che la Russia, oltre che soffrire del male olandese, non ha un'economia che risponde alle condizioni di Marshall-Lerner.
Inoltre discutono su:
«- L’annuncio da parte del ministro del Tesoro Anton Siluanov di tagliare il 10% del bilancio 2016 (cinquecento miliardi di rubli);
- La proposta di BCR e ministero del Tesoro di ratificare rapidamente la legge per il bail-in che permette la conversione forzosa dei depositi in azioni della banca;
- La decisione di fare cassa privatizzando quote di imprese pubbliche come Rosneft, le Ferrovie Russe e la banca VTB.»
Se non ce la fanno neanche Glaziev e Putin, mi do all'esoterismo.
Mah... vedo che sul "male olandese" fino al 2014 i pareri sulla Russia sono discordanti. Poi potrebbe intervenire "la propaganda di guerra"...
EliminaInoltre potrei sbagliarmi anche sulle condizioni di Marshall-Lerner.
Faccio prima a sperare quotando:
«di avere stime attendibili da economisti accreditati...nello studio dell'economia internazionale e nella conoscenza dell'economia cinese» e russa.
Noi non soffriamo del male olandese e rispetteremmo (salvo complicazioni e trauma cranico autoinflitto, a più riprese, con varie rincorse verso l'€-muro), le condizioni di Marshall Lerner.
EliminaIn compenso non abbiamo indubbiamente un Putin.
Ma neppure, e a me preme molto di più, nè un Federico Caffè, nè lo straccio di un Fanfani e, soprattutto, di un Lelio Basso.
Purtroppo il totalitarismo strisciante agisce mediaticamente da almeno gli anni'60: siamo rimasti culturalmente orfani.
EliminaQuesto prototipo di "uomo nuovo" che ci circonda, arrogante, pieno di sé, umanamente fragile ed alienato, è un prodotto di decenni di ingegneria sociale: ed è assolutamente unfit ad abitare questo pianeta.
Ciò che mi inquieta, non è solo il deficit culturale: a questo si può provvedere con un po' di sforzo. Internet è una bibliotetica fisicamente accessibile quasi a tutti.
Il punto eclatante è il "deficit umano": con concitaddini "già pieni", arroganti e saccenti, anche i nostri Padri costituenti avrebbero avuto i loro problemi.
Quando lo sciamano quest'estate mi ha detto che siamo al cambio dell'epoca e che è necessario "filtrare" gli esseri umani all'ingresso di quella nuova, ho pensato che fosse una crudeltà: sto cambiando idea.
Bisogna ammettere che ESSI hanno fatto un ottimo lavoro.
È stato Hollywood a far credere che con la morte di Hitler sarebbe morta anche la follia: non è così.
Niente da eccepire, i nostri aguzzini sono sempre qualche Km avanti a noi. È normale, visto che sono loro a guidare il ballo.
RispondiEliminaFiniremo come i peggiori debitori, espropriati di tutto, ancora indebitati ed esposti alla pubblica riprovazione. In questa condizione, lo stesso termine 'fallimento' è un'edulcorazione della realtà, perché almeno da falliti ci si è liberati del debito (cosa che non sarebbe, nel nostro caso).
Geniale, nella sua assoluta immoralità, il meccanismo di conferimento dei debiti nazionali, al fine di soffocare ogni tentazione, anche meramente intellettuale, di uscire dall'Euro.
E, in argomento, mi domando: se uno Stato volesse, OGGI, uscire dall'Euro, tale decisione si configurerebbe (cioè: verrebbe presentata, anche dai giuristi mainstream) come l'esercizio di una facoltà, in base alle norme del diritto internazionale, da parte di uno Stato sovrano o piuttosto come la secessione di uno Stato-canaglia che fugge da impegni legittimamente contratti?
Ci divertiremo.
E' facile stare avanti di qualche kilometro a chi non capisce...per professione e viene perciò remunerato per non capire.
EliminaE' come pescare con la dinamite (infatti si distrugge ogni forma di vita nel fondale)
Vero. L'opera di corruzione (o di formazione?) delle classi dirigenti è stata formidabile, istituzionale, immediata, coeva all'approvazione della stessa Costituzione. L'Italia senza Piano Marschall non sarebbe uscita viva dalle politiche centriste einaudiane "per frenare l’inflazione, salvare il potere d’acquisto della lira e migliorare la bilancia dei pagamenti".
EliminaLETTERA AI padroni del MONDO
RispondiEliminaMa voi voi che ora siete grandi, che farete quando, in proporzione al vostro Malfare, vi si solleverà contro l'ira di DIO è degli oppressi? Non la sentite incombere già su voi e montare come nube carica di folgori e piena che supera le dighe? E quando la nube si aprirà e l'onda traboccherà, dove andrete voi che avete sparso l'odio, il dolore, l'ingiustizia sul vostro cammino, seminatori folli e demoniaci, usurpatori dell'altrui pane e distruttori dell'altrui bene. A che non avete pensato mentre avevate il tempo a vostro servizio a farvi con le inique ricchezze un rifugio presso i cuori degli uomini e di DIO? Quanto bene potevate fare. E come potrete, voi senza fede e senza Amore vivere, quando sarete ridotti come avete ridotto? voi vi fate strumenti di satana, ma DIO più potente è di satana, quando giudicherà essere l'ora di un nuovo castigo vi prende ed usa gli uni contro gli altri, nazioni contro nazioni, voi opprimente e DIO permetterà ad altri di opprimervi, voi rubate una patria? e DIO permetterà ad altri di rubarvi la patria, questo bastone e verga della collera di DIO come ben dice Isaia e così sarà quando passerete la misura. voce di profeta non mente. nulla potranno gli uomini contro di voi e nulla faranno, le loro vendette le farà il Signore egli stesso si incaricherà della loro difesa e guai tre volte guai a voi non avrete tempo e posto dove potervi nascondere....Tornate a praticare la giustizia se volete la salvezza.
Per ora l'ira di "Dio" e quella degli oppressi sono piuttosto divaricate.
EliminaDi questi tempi, specialmente, bisogna scegliersi bene il proprio Dio...ESSI l'hanno scelto e paiono trovarsi benissimo
Visti i tempi che corrono, anche la versione "pulp", pardon, "pop", non è da disdegnare.
EliminaA proposito della Cina, non sarà sfuggita la lettera all'UE dei sette ministri sulle importazioni di acciacio cinese. Quel che però il Sole non riporta, e che aiuta a spiegare l'adesione del buon Sigmar Gabriel, è che, come riferisce lo Spiegel, il presidente dell'industria siderurgica tedesca si è espresso contro il riconoscimento della Cina come economia di mercato.
RispondiElimina