Come riflessione di "fine anno" (in attesa della ispirazione frattalica per aggiornare quanto detto lo scorso anno), vi propongo un rapido sommario di quanto abbiamo detto con l'ultima serie di post dedicati alla €uro-costruzione, virata, con apparente sorpresa dei nostri decidenti e propugnatori, in emergenza sistemica bancaria. Nazionale.
Penso che a leggerselo (o meglio, a rileggerselo) "a volo d'uccello", sia venuto piuttosto eloquente. Una specie di immagine satellitare diacronica. Il bilancio (per molti versi incredibile) della "cronaca di una morte annunciata".
1. "Basta saper attendere, lavorando sempre contro lo Stato nazionale, così brutto e corrotto e invasivo:
-..il
fine dichiarato dell'unione bancaria è quello di spezzare
(definitivamente) anche il legame fra sistema bancario nazionale e
sovrano nel vicendevole scambio “finanziamento del debito pubblico vs.
copertura dal rischio di fallimento”;
-...il numero degli intermediari, seguendo
la destrutturazione/ristrutturazione dei sistemi produttivi nelle macro
regioni europee, si ridurrà di molto, come prevede il vice presidente
della BCE.
Estremizzando (è questa l'ipotesi forte del ragionamento)
i maggiori potrebbero ridursi a 5-7 (in pratica saranno favoriti nella
transizione quelli “sostenuti” da stati forti, il bail-out non è vietato
(ma deve essere sempre nel rispetto del pareggio di bilancio, cioè,
in pratica consentito solo a chi abbia un costante e consistente attivo
delle partite correnti della bilancia dei pagamenti, riversatasi una
posizione netta sull’estero di segno positivo);
-
i
pochi “player” rimasti (in oligopolio) potranno decidere di finanziare
privati o entità pubbliche o intermediari minori (o di nicchia)
assumendo i relativi rischi di credito e di essere “percepiti” più o
meno affidabili nell'emissione di moneta-credito (potrebbero anche stabilirsi dei "cambi" fra monete in base al rischio percepito dagli utilizzatori).
- La situazione sarebbe del tutto simile a quella immaginata da F. von Hayek.
La banca
centrale che non fa da tesoriere a un sovrano perde anche la sua
essenza di governo della politica monetaria e resta solo una entità
amministrativa (più o meno estesa) dello stato minimo hayekkiano."
2. Non importa, ormai, spiegare come ci siano arrivati (la strategia e le tattiche applicative sono spiegate in tutto questo blog e una ricostruzione complessiva la trovate ne "La Costituzione nella palude").
Il fatto è che ci sono arrivati.
E non che non se ne fossero accorti, all'avvio della fase aggressiva di questa strategia e di queste tattiche, gli osservatori più acuti.
Nessuno li ha voluti veramente ascoltare:
"Federico Caffè poteva esprimersi, inascoltato, in questi termini sull'edizione de Il Manifesto del 7 dicembre 1978:
Ma che il fastidio del tutto esplicito per le soluzioni
non elitarie e l’artificiosa attribuzione della qualifica di “populismo”
a ogni aspirazione di avanzamento sociale avvengano con la tacita
acquiescenza delle forze politicamente progressiste è ciò che rende
particolarmente amaro il periodo che viviamo.
Se realmente si è
ancora disposti a seguire “programmaticamente” il ricatto dell’appello
allo straniero; se realmente ci si propongono come modelli di efficienza
paesi che scaricano le difficoltà cicliche sui lavoratori stranieri, o
associano le virtù tecnocratiche alla più elevata maldistribuzione del
reddito; allora non resta che una soluzione alla Guicciardini.
Intesa
però, correttamente, non come egoistico rifugio nell’interesse
individuale; bensì “come disperata dedizione al proprio dovere
personale, familiare, professionale, quando non ci sia possibilità di
azione e impegno civile”
3. "E non sai, credo (si tratta di un
testo non reperibile on line e tutt'altro che famoso: "La spontaneità del
mercato: nuovi teorici per vecchie tesi", seminario tenuto alla Flm a
Roma l’11-12 maggio 1979, ora in "La dignità del lavoro", Roma, Lit, 2014,
.s.p.), come Caffè parlò (stava a sua volta citando qualcuno di
ambiente "molto qualificato": chissà chi) dell'ingresso nello Sme:
"La
soddisfazione manifestata per l’adesione governativa allo Sme potrà
essere una benemerenza padronale. Ma, se è consentito utilizzare la
trasmissione orale per lasciar traccia in futuro di una frase memorabile
detta in tale occasione in sede molto qualificata, può anche obiettarsi
– come qualcuno ha affermato – che siamo entrati nello Sme con la
stessa incoscienza con la quale a suo tempo dichiarammo guerra agli
Stati Uniti d’America. E sarebbe bene, a questo riguardo, non confondere
le temporanee illusioni con la dura realtà che questo vincolo
comporta."
(Arturo)
4. E infatti, oggi, organizzano il bail-in, come sistema di ripulitura del "marcio", dimenticando come e perchè il "motore" di tale meccanismo finale stia nelle condizioni dell'economia reale innescata da questa stessa strategia, descritta così bene da Caffè, a da queste stesse tattiche. Ben al di là del singolo "antipasto" che ci viene servito in questo drammatico fine-anno:
"I soldi del bail-in sono andati alle famiglie che non hanno potuto ripagare il mutuo perché il capofamiglia ha perso il lavoro.
Sono andati alle imprese che sono fallite con il magazzino pieno.
ESSI hanno deciso che ad ogni imprenditore impiccato deve corrispondere un risparmiatore suicidato.
Si chiama Open Society.
L'istituto di credito non facilita più la trasformazione del risparmio in investimento: ha per missione il controllo demografico.
Quindi le sofferenze bancarie vengono ripagate con quelle dei famigliari delle vittime.
A livello micro.
A livello "macro" i soldi del bail-in sono il colossale traferimento di patrimonio dalla comunità sociale italiana verso quella tedesca, insieme ai redditi futuri degli asset che sono stati svenduti o distrutti.
In pratica, i frutti di generazioni di ciò su cui si basa la nostra Repubblica - il lavoro - vengono saccheggiati e depredati dal capitale internazionale con il collaborazionismo di tutta la classe politica e della grande industria, mentre le classi subalterne imprenditoriali e salariate non hanno le risorse culturali per capire come mai la speranza di vita crollerà.
Stiamo assistendo ad un genocidio al rallentatore.
Volevamo un mondo in qualche modo migliore? Ci sarà, ma senza di noi.
Almeno che non si trovi lo spillo con cui accoppare l'elefante.
E conviene ragionarci in fretta."
ESSI hanno deciso che ad ogni imprenditore impiccato deve corrispondere un risparmiatore suicidato.
Si chiama Open Society.
L'istituto di credito non facilita più la trasformazione del risparmio in investimento: ha per missione il controllo demografico.
Quindi le sofferenze bancarie vengono ripagate con quelle dei famigliari delle vittime.
A livello micro.
A livello "macro" i soldi del bail-in sono il colossale traferimento di patrimonio dalla comunità sociale italiana verso quella tedesca, insieme ai redditi futuri degli asset che sono stati svenduti o distrutti.
In pratica, i frutti di generazioni di ciò su cui si basa la nostra Repubblica - il lavoro - vengono saccheggiati e depredati dal capitale internazionale con il collaborazionismo di tutta la classe politica e della grande industria, mentre le classi subalterne imprenditoriali e salariate non hanno le risorse culturali per capire come mai la speranza di vita crollerà.
Stiamo assistendo ad un genocidio al rallentatore.
Volevamo un mondo in qualche modo migliore? Ci sarà, ma senza di noi.
Almeno che non si trovi lo spillo con cui accoppare l'elefante.
E conviene ragionarci in fretta."
(Bazaar)
5. ...Insomma, per i tedeschi, va bene, fra 8 anni, compartecipare al
sistema assicurativo dei correntisti-depositanti bancari: ma purchè, nel
frattempo, POSSA INNESCARSI UN COLOSSALE TRASFERIMENTO FINANZIARIO - via interessi sul debito pubblico italiano a sottoscrizione "riservata" alle banche tedesche e "core"- DA PARTE DEI
CONTRIBUENTI DEI PAESI DEBITORI VERSO LE BANCHE E I RISPARMIATORI DEI
PAESI CREDITORI.
Cioè
gli stessi tedeschi, in primis: che dovendo conservare la loro bella
deflazione salariale competitiva e selvaggia, si trovano a dover
proseguire a collocare il loro debito a rendimenti negativi o pressocchè
pari a zero. Mentre la popolazione tedesca invecchia, gli immigrati lavoreranno "umanitariamente" a 1 euro all'ora (p.3), e, si sa, l'elettorato merkelian-schaubeliano, poi, "mormora".
Quindi, nel complesso di questa "trasparente" manovra "condizionale" tedesca, pensioni e prestazioni previdenziali assicurative tedesche, per la più parte possibile, dobbiamo contribuire a pagarle noi.
NATURALMENTE,
VIGENDO IL PAREGGIO DI BILANCIO, ATTRAVERSO LA RINUNCIA AL NOSTRO
WELFARE E QUINDI, INNANZITUTTO, AL NOSTRO SISTEMA PENSIONISTICO.
Capite?
Questa è l'unica €uropa dei trasferimenti che vi stanno preparando
e che presto vi ritroverete a vivere, senza aver potuto mai avere una
qualche forma di protezione e di tutela dell'interesse nazionale.
6. "Mi permetto un appunto: non è proprio che i diritti liberali siano a costo zero, mentre i diritti sociali sono un costo.
Innanzitutto un costo per chi?
Semplice: per l'élite parassitaria, ovvero per i rentier che vedono nell'implicita progressività sociale l'erosione di un privilegio non ammesso in Costituzione: quello di non lavorare.
La progressività sociale porta a quella cosa sconosciuta agli imbecilli che è l'uguaglianza sostanziale: uguaglianza che nessuna porcheria eugenetica potrà mai modificare.
I diritti sociali, come ricordava il dimenticato Lord Beveridge, intesi come sicurezze garantite dallo Stato sociale, sono componente positiva del PIL.
Sono un cacchio di reddito indiretto che si accompagna a quella necessità di perseguire la piena occupazione. Condizione scientificamente dimostrata come necessaria per la stabilità economica da quei due altri sconosciuti come Keynes e Kalecki.
I diritti civili e tutte le altre porcherie liberali, non sono semplicemente "a costo zero": senza i diritti sociali a renderli universalizzabili, questi hanno ben altro scopo che "distrarre". Hanno uno scopo malthusiano, hanno ineluttabili conseguenze nel controllo demografico.
Dopo la shock doctrine degli anni '90 che ha visto il collasso demografico dell'ex-URSS, perché si pensa che la Russia abbia proibito la propaganda relativa alla "promozione" dell'omosessualità?
Radio Radicale dovrebbero chiamarla radio Malthus.
Ma la crescita demografica non era proprio quella componente che Keynes riteneva necessaria per riuscire a portare l'ecumene globale fuori dall'indigenza? E solo successivamente dedicarsi alla stabilità e all'equilibrio con l'ecosistema?
E comunque la Dichiarazione universale dei diritti umani sancisce i diritti sociali come universali negli artt. 22-27. "
Innanzitutto un costo per chi?
Semplice: per l'élite parassitaria, ovvero per i rentier che vedono nell'implicita progressività sociale l'erosione di un privilegio non ammesso in Costituzione: quello di non lavorare.
La progressività sociale porta a quella cosa sconosciuta agli imbecilli che è l'uguaglianza sostanziale: uguaglianza che nessuna porcheria eugenetica potrà mai modificare.
I diritti sociali, come ricordava il dimenticato Lord Beveridge, intesi come sicurezze garantite dallo Stato sociale, sono componente positiva del PIL.
Sono un cacchio di reddito indiretto che si accompagna a quella necessità di perseguire la piena occupazione. Condizione scientificamente dimostrata come necessaria per la stabilità economica da quei due altri sconosciuti come Keynes e Kalecki.
I diritti civili e tutte le altre porcherie liberali, non sono semplicemente "a costo zero": senza i diritti sociali a renderli universalizzabili, questi hanno ben altro scopo che "distrarre". Hanno uno scopo malthusiano, hanno ineluttabili conseguenze nel controllo demografico.
Dopo la shock doctrine degli anni '90 che ha visto il collasso demografico dell'ex-URSS, perché si pensa che la Russia abbia proibito la propaganda relativa alla "promozione" dell'omosessualità?
Radio Radicale dovrebbero chiamarla radio Malthus.
Ma la crescita demografica non era proprio quella componente che Keynes riteneva necessaria per riuscire a portare l'ecumene globale fuori dall'indigenza? E solo successivamente dedicarsi alla stabilità e all'equilibrio con l'ecosistema?
E comunque la Dichiarazione universale dei diritti umani sancisce i diritti sociali come universali negli artt. 22-27. "
(Bazaar)
7. "...se gli italiani, invece di aggirarsi sulle spoglie del latte versato in Etruria, non fossero distratti dal treno che sta arrivando sullo stesso binario a velocità accelerata (dalle stesse pensate dei nostri "responsabili"), forse si sveglierebbero dal torpore €uropeista (e autorazzista).
In un disperato istinto di sopravvivenza, probabilmente farebbero capire ai propri governanti (ove mai debbano eleggerli), e finché sono in tempo, di non essere d'accordo.
Ma non c'è modo che si sveglino, con questa grancassa mediatica, a disposizione dei creditori e rentiers esteri...
8. A questo proposito (seguire “programmaticamente” il ricatto dell’appello
allo straniero), una "chicca" di settembre:
"In una lettera inviata alla presidenza lussemburghese della Ue e all'Eurogruppo, di cui Il Sole 24 Ore-Radiocor puo' riportare i contenuti, il vicepresidente dell'esecutivo comunitario Valdis Dombrovskis ha indicato che:
"e' della massima importanza trattare la questione con carattere di urgenza '. Senza trasposizione della direttiva sulla gestione ordinata dei fallimenti bancari e la ratifica dell'accordo sul fondo unico di risoluzione ' il meccanismo unico di risoluzione non puo' assicurare il quadro necessario di riferimento per salvaguardare la stabilita' finanziaria e proteggere i contibuenti (!!!!!!) dal costo dei fallimenti delle banche '".
E
dunque non c'è modo che la nostra classe politica si ponga lontanamente
il problema di quanto sia urgente, dal 1° gennaio 2016, più che mai,
uscire dall'eurofollia: ormai non più depressiva, ma giunta sulle soglie di un'incalcolabile e irreversibile distruzione della società italiana.