mercoledì 26 marzo 2014

BREVE GUIDA SULL'USO MEDIATICO DELLA CORRUZIONE COME STRUMENTO DI DISATTIVAZIONE DELLA DEMOCRAZIA



Cerchiamo di fornire delle informazioni sui dati reali, nonchè alcune considerazioni razionali, in tema di corruzione.
Allora, semmai ci fosse bisogno ripeterlo, e pare proprio di sì, dato il coro tetragono dei corruzionisti: il dato sulla corruzione italiana, quantificata a 60 miliardi annui (invariabilmente tutti gli anni e in perpetuo) E' FALSO (preciseremo in apposito libro come, e specialmente, perchè nasca questo dato e per quali vie sia stato diffuso). Che sia falso è stato chiarito dal Presidente della Corte dei conti, organismo di rilevanza costituzionale, che esercita (anche) il controllo sulla finanza pubblica. 
La smentita si è resa necessaria perchè l'accertamento di tale dato era stato scorrettamente attribuito alla stessa Corte, usandosi poi, per perversa accumulazione, la originaria ed infondata citazione come fonte per accreditarne una reiterazione pluriannuale, mediaticamente volta a creare un "fattoide" manipolatore dell'opinione pubblica
Ecco cosa ha detto, sul punto, il Presidente della Corte il 6 marzo scorso, in audizione presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale:
"...Nel corso dell'audizione Squitieri ha lanciato anche un allarme sulle società partecipate dagli enti pubblici, «in alcuni casi strutturate in scatole cinesi» con la messa a rischio dell'equilibrio finanziario dell'ente «fino a provocarne il dissesto». In coda un pensiero è andato alla presunta stima da 60 miliardi della corruzione in Italia: «È impossibile - sottolinea - stimare la ricaduta della corruzione sull'economia, qualsiasi stima è velleitaria. La corruzione va combattuta ma è impossibile pensare di stimarla. La Corte dei conti non ha mai detto che il fenomeno costa 60 miliardi». 

Detto questo vi diamo un rapido vademecum di proposizioni "serie" sulla corruzione.
...l'ordoliberismo internazionalista ...non si limita a insinuare un concetto vuoto e strumentale della democrazia, assunta come mera "procedura" (idraulico-sanitaria) - accuratamente manipolata dal sondaggismo e dal condizionamento mediatico a suggestione moralistica-, ma raffoza la sua azione AGITANDO ANCHE LO SPETTRO DELLA CORRUZIONE.
E INVENTANDO CONCETTI COME LA CASTA, in modo da sviluppare un riduzionismo grottesco della democrazia nei suoi fisiologici punti deboli e, attraverso di essi, disattivarla del tutto.;

La corruzione, comunque la si voglia vedere, è il prezzo attribuito a titolo privato ad un pubblico decidente come compenso di intermediazione per l'assetto di interessi= "effettiva distribuzione della ricchezza", conseguente ad una concreta decisione del pubblico potere.
Ora, più elevato è il numero delle opzioni alternative insite nella decisione, cioè più numerosi sono i momenti di discrezionalità (tecnica e amministrativa), più elevata è la probabilità e la stessa organizzazione del fenomeno corruttivo.
...Quali che siano le risposte che un ordinamento fornisce a tutte queste problematiche - e in Italia, afflitta dalla trentennale crociata contro spesa corrente e investimenti pubblici, è facile immaginare quale sia il "livello" sub-ottimale di risposta- un fenomeno sarà comunque registrabile con certezza: l'assetto perseguito, cioè gli interessi materiali sottostanti, saranno sempre realizzabili a costi più elevati rispetto a realtà geo-politiche che non soffrano di una comparabile situazione di "congestione-complessità" degli interessi in conflitto.
Tra questi costi, rientra la corruzione, ma, - e, sia chiaro, senza alcuna ombra di cinismo-, non è detto che il suo irrompere nel quadro, conduca necessariamente a una crescita dei costi rispetto alla situazione di ipotetica osservanza integrale della legalità.
La corruzione può sia sveltire la decisione, (adde: come ad esempio si può desumere da certe attuali dichiarazioni di Formigoni) e normalmente questa è una delle sue ragioni di convenienza per l'operatore che corrisponde il relativo compenso, sia eliminare in tutto o in parte il costo del contemperamento della decisione con interessi contrapposti a quelli economici prevalenti, che tendono ad avere l'iniziativa nel quadro sociale delle economie capitaliste "complesse". 
Cioè nelle società comunque caratterizzate dalla complessità, tecnologica e sociale,  stratificatasi nel tumultuoso sviluppo del capitalismo, sospeso nella continua tensione ad aumentare l'efficienza della produzione, e quindi il profitto, sia attraverso la compressione della tutela del lavoro sia attraverso l'innovazione di processo e di prodotto.  

In termini pratici, poi, questa invarianza (cioè compresenza intrinseca) della maggior costosità della congestione di interessi simultaneamente meritevoli di tutela, negli ordinamenti democratici, (interessi a radice geo-storica-culturale, come in Italia), conduce ad una maggior inflazione relativa rispetto a paesi con diverse situazioni geo-culturali. Piaccia o no.
per chi abbia letto il libro "The Bad Samaritans", proclamato lo "stato di corruzione" (variante moralistica della shock economy) si affaccia invariabilmente una terapia: quella dell'austerità anti-spesa pubblica e pro-privatizzazioni, imposta dagli organismi internazionali che gridano all'emergenza corruzione. Essa (terapia), infatti, si preannuncia, come rimedio unico ed inevitabile, proprio con l'arrivo delle accuse di corruzione (che in Italia hanno avuto infatti la ben nota sincronia con la conclusione del Trattato di Maastricht).
E sul significato della enfasi posta sulla corruzione, come attacco alla democrazia sociale nei suoi fisiologici punti deboli, richiamiamo quanto già detto, più volte.
Si tratta, infatti, di un paradosso per cui l'appropriazione dei beni e delle risorse pubbliche fatta episodicamente, ed in modo del tutto parziale, comunque punita penalmente, deve essere sostituita (ah, l'efficienza!) dalla devoluzione sistematica a poche mani private della pratica totalità di quegli stessi assets, per via legislativa d'urgenza.

34 commenti:

  1. Parallelamente al concetto di "Casta" intravedo quello che vede la corruzione diventare una specie di "reato omnibus". I media, infatti, ricomprendono in questa fattispecie tutta una serie di casi che sono sì deprecabili, ma semplicemente corruzione non sono. Un esempio su tutti è il famoso "Batman", che è indagato per peculato, non per corruzione. Non c'è nessuna intermediazione per assetti di interessi, bensì l'utilizzo di denaro pubblico (nella fattispecie, quello assegnato dalle leggi vigenti ai Gruppi politici), per fini personali da parte di singoli individui.
    Insomma, qualsiasi irregolarità amministrativa o fattispecie penale viene ricompresa in questo reato tout-court, i cui contorni sono, sostanzialmente, affidati al "sano sentimento popolare" (per dirla "alla tedesca"), eccitato ed indirizzato dall'apparato mediatico (ma ben si potrebbe dire propagandistico).
    Un'altro indice dell'uso demagogico della corruzione è, poi, l'esagerata rilevanza attribuita ai dati percepiti, dati peraltro influenzati proprio dalla concezione distorta veicolata dai media.
    Il tutto con buona pace del carattere "personale" della responsabilità penale sancito dalla nostra costituzione. Del resto, la vulgata demagogica impone di prendersela con lo Stato in generale. Un Batman = sono tutti corrotti.
    Questo per una soluzione che, in un'ottica neo-liberista, appare perfettamente logica: con questo pretesto si riduce la presenza dello Stato, ed i tagli renderanno, di fatto, ancora più corruttibili i soggetti da corrompere. Da punto di vista della giustizia e della democrazia, ovviamente, c'è solo da perdere.

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    1. I Giannini, i Travaglio utilizzano esattamente queste estensioni del fenomeno, persino paludate di tecnicismi; per di più accomunando fenomeni di peculato commessi da personale elettivo con la presunta burocrazia asfissiante che sarebbe sempre indolente salvo mazzetta.
      Ed ignorando che la schiacciante maggioranza delle norme sostanziali e procedurali ingestibili che opprimono la libertà di iniziativa economica deriva da qualche fonte UE, o da principi ad essa ispirati

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    2. Ma quello di Batman è peculato o appropriazione indebita?

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    3. Peculato, perché nella veste di consigliere regionale credo sia assimilabile al pubblico ufficiale o all'incaricato di pubblico servizio, e gestiva, in qualità di capogruppo PdL alla regione, soldi pubblici elargiti al partito in base alla legge.

      Noto anche un'altra cosa. Ossia come la grancassa mediatica ponga l'accento su una sola faccia del problema. Il corrotto. Ciò in quanto è la figura appartenente al pubblico (in senso sia ristretto che non).
      Ma la corruzione, come fenomeno, ha anche un'altra faccia. Quella del CORRUTTORE, appartenente al mondo PRIVATO. Che, moralmente, è condannabile al pari del corrotto.....

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    4. Batman è un fumetto .. cioè un fumigante senza dignità e qualità

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  2. La solfa sulla corruzione è veramente il motore immobile dell'attacco (ordo)liberista alla democrazia costituzionale. Uno dei suoi corrollari più letali (me lo sono sentito propinare da un piddino) è la negazione del moltiplicatore fiscale. Anche qui ci aiutano Paggi e D'Angelillo (pag. 139): "[...] dietro una contrapposizione tra lavoro produttivo e lavoro improduttivo che i proponenti di questo tipo di analisi fanno risalire a Marx, ritorna la tipica scissione e contrapposizone liberistica tra economia e politica. [...] Ancora una volta, in ottemperanza alla lettura dell'intervento dello Stato come fonte di corruzione, è necessario avanzare la tesi, di fatto paradossale, di un deficit spending keynesiano che, essendo concentrato più in trasferimento ("la clientela") che in investimenti, non avrebbe nel nostro paese effetti moltiplicativi".

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    1. Sì questo è un grande classico neo-liberista: tranne il fatto che persino studi di mainstream NMC ammettono che qualsiasi public expenditure abbia il suo moltiplicatore; se per consumption persino più alto, a breve, di quello per investment

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    2. Spiegare al PuD€no "colto" però è un'impresa, finisco sempre per perdere la pazienza quando, dopo avergli dimostrato l'illogicità dei suoi ragionamenti, smette di ascoltare.
      In genere chiudono sempre con corruzione e evasione fiscale sottraggono risorse al sistema...
      Uno geniale dopo che gli avevo fatto notare esempi eclatanti di corruzione tedesca mi ha detto che loro sanno pagare tangenti noi no :-(

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  3. segnalo uno Sgarbi mattatore a Piazza pulita di lunedì...che ha ridicolizzato l'imprenditorone espertone di turno e zittito malamente formigli fra gli applausi (chissà se consapevoli) del pubblico e il gelo di uno studio che si è visto castrato dialetticamente dalla lampante verità espressa.

    http://gondrano.blogspot.it/2014/03/piazza-pulita.html

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    1. Insomma; non esageriamo. "Lampante veritò" fino a un certo punto....Ha detto che i ghiaccioli sono rincarati con l' euro e le case no.....

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    2. Complimenti. Grande post!

      Quando gli italiani comincieranno a ragionare, o, semplicemente avranno voglia di cominciare a ragionare, capiranno anche questi post "scritti in un linguaggio troppo complicato". Io penso che la gente stia cominciando a ragionare...e a capire.
      Sono fiducioso, anche se penso che la nostra cultura italiana abbia partorito il "piddinismo", certo. Ma dobbiamo ringraziare anche i piddini (compreso il piddino che è in noi), caricatura del pensiero unico imperante (MICA SOLO IN ITALIA!). In altri paesi forse non ci sono i piddini, ma non so nemmeno se e quanti Quarantotto sono stati capaci di figliare dal loro corpo sociale. E senza piddini, chissà, forse non ci sarebbero nemmeno i Quarantotto e i suoi "quarantottini".

      Nonostante l' inno (a proposito della discussione di ieri, quello veramente da pelle d' oca è quello russo); nonostante tutto, siamo un gran (non?) popolo!

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    3. E' difficile decidere se autoderidersi o anche solo autosfiduciarci, perchè dopo 30 anni di costante propaganda autorazzista perpetrata compattamente dai media ordoliberisti e poi a reti unificate qualunque popolo avrebbe visto minato il suo legame solidaristico interno.
      Che è poi esattamente il risultato che volevano ottenere.
      Credo che, paradossalmente, se usciremo da questa esperienza di annichilimento pro-estero, potremmo ritrovare collettivamente le ragioni profonde di un sentire comune

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    4. la lampante verità è quella che dice dopo. e che è stata evidente a tutti anche in studio...per quello Formigli se l'è presa tanto.

      Cioè che nessuno ha mai chiesto, direttamente o indirettamente, agli italiani se davvero volessero intraprendere questo percorso. e, se anche ci fossero stati dei contrari, nessuno ha mai avuto modo di esprimersi e gli stessi organi democratici non sono stati messi nelle condizioni di deciderne.

      Sgarbi l'ha detto con una semplicità disarmante per il supercazzolatore piddino medio:

      "Nell'euro ci sono entrati Ciampi e prodi. e poi forse pure Berlusconi. Non dire che gli italiani hanno deciso o che avrebbero potuto dire di no a qualcuno"

      Infatti ha vinto 3-0 a tavolino. con lo stesso formigli che si disperava su come farlo smettere. per quelle e ripeto QUELLE sono le cose che dette in QUEL MODO fanno presa su chi ancora non ha capito la truffa in cui ci hanno infilati.
      In tv non puoi spiegare le dinamiche macroeconomiche....semplicemente perchè il conduttore non te ne lascia il tempo. ma dire quelle cose in poco tempo ha molto più effetto. "il giornale da 500 lire a 5 volte tanto"....sono concetti che riesci a ribadire anche in mezzo alle interruzioni che in caso di temi scottanti fioccano per forza.

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    5. Ovvio che Sgarbi venga invitato nonostante questo potenziale: un altro non avrebbe una seconda chance o addirittura rischierebbe di essere tacitato immediatamente (l'inverso su un €-ordoliberista non potrebbe mai accadere)

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    6. beh io voglio vedere se lo reinviteranno a una puntata dove si parlerà dell'euro. non sono sicuro. di sicuro lo richiamano spesso. ma a parlar dell'euro non sarei così convinto.

      davvero quei 10 minuti di sgarbi sono stati più incisivi di 10 ore di salvini.
      e, con particolare riferimento alla platea di malinformati che segue quei programmi, pure parecchio più efficaci di qualche ora di Bagnai.

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    7. ecco oggi ribadisce sul Giornale:

      "L'ostinato Gian Luca Brambilla, che si è scornato con me, forse aveva buoni argomenti per difendere l'euro. Ma ripeteva che «gli italiani hanno voluto l'euro». I suoi toni erano perfetti. E io non volevo discutere la sostanza, ma la forma. Gli italiani non hanno deciso niente. Io, nel 2001, ero in Parlamento e al governo, e appartenevo a una nomenclatura che poteva avere il diritto di decidere. Ma nessuno mi ha chiesto niente. Nessuno di noi ha votato. L'euro è stato voluto da Ciampi e Prodi e gli italiani lo hanno subito, pensando che fosse una cosa buona. Si è accettato un dogma, anche fiduciosi. Ma io, che italiano sono, non posso accettare di condividere una responsabilità che non ho avuto. Se allora nessun parlamentare votò, è certo che oggi, se gli italiani potessero votare, si uscirebbe dall'euro. "

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    8. Vedremo: il rischio effettivo è che non lo richiamino più e basta. Perchè di questi tempi è difficile che non si finisca a parlare di euro, dato che dilaga la consapevolezza - che tentano di nascondere- che stia lì il nostrro problema. Ma allora bisognerà passare a parlare come Sgarbi e farsi espellere tutti, finchè non sarà evidente la natura dittatoriale del regime mediatico

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    9. Comunque è dura da accettare: fino ad un paio di anni fa, confesso, non avevo dubbi su chi fosse l'imbecille tra Sgarbi e Travaglio...

      Come si cambia.

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  4. L'inno russo è l'inno di un Popolo che non ha mai conosciuto lo stato di diritto, ma che è sovrano dalla cacciata definitiva dei mongoli: l'inno di Mameli è l'inno ridicolo di popoli che hanno conosciuto lo stato di diritto ma che non sono mai stati unitamente sovrani. La cultura di un popolo senza sovranità sfiorisce.

    Quando penso a Mameli penso al Risorgimento, ai Carbonari, alla Giovine €uropa, alla Corona inglese, ad Adam Smith e all'internazionalismo: il gioco neo-ordo-liberale è ormai chiaro e tutto si gioca sul mondialismo e sulla grande società ("open" solo per quel viscido allievo di Popper dal nome palindromo come il segno delle sue doppie verità). Credo che l'internazionalismo vada ripensato ab origine secondo l'utopia keynesiana contestualmente al rispetto degli artt. 11 dell Costituzioni delle nazioni sovrane.

    (Possibile che quando sento l'inno russo mi commuovo mentre quando sento quello di Mameli mi vien da prendere compasso e grembiule?)

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    1. Certo che hai reazioni un pò atipiche :-). Sto poro Mameli era veramente un giovane. Mai che ci fosse venuto in testa di prendere il tema di un overture di Rossini, il più grande

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    2. Bé, sai che vado dove mi porta il pathos... :-) e non voglio distrarre troppo dal topic ordoliberalism focused anche se è comunque linked con l'autorazzismo e l'identità nazionale.

      Ma vedi, per capire il carattere nazionale di un popolo può essere interessante iniziare proprio dalla percezione che ha il popolo stesso del proprio inno. Direi che l'inno è almeno importante quanto la bandiera stessa. (Sono consapevole che Mameli non poteva essere massone per una semplice questione anagrafica e, comunque, non ne avrei a priori un giudizio negativo, se non in quella spesso troppo paternalistica distanza dal volgo di certe Obbedienze come, appunto, si denota dal testo dell'Inno):

      Bene. Mi lancio in una micro analisi con comparazione:

      1 - Inno russo: tema maestoso, imperiale con un testo relativamente impegnato che è cambiato in funzione della variazione del contesto politico e dell'ideologia dominante. Possiamo associare alla sua musica lo Spirito del popolo e al testo "la cantilena" ideologica per i cittadini/massa?

      2 - Inno di Mameli: andamento marziale tipico delle marcia da banda di paese (sì lo so, mi lancio nel luogocomunismo), senza quella maestosità che tocca le corde dell'anima. E' appunto "marziale", "garibaldino", incapace di commuovere e, quindi, di dare quel sentimento di "Unità nazionale", in senso patriottico, che può permettere nei momenti di massimo dolore come quelli bellici di "resistere" per salvaguardare la propria indipendenza, la propria sovranità che non è altro che la libertà. Libertà che non è intesa dal semplice punto individualistico, ma libertà di autodeterminarsi, una libertà che è di tipo "collettivo" in cui la propria individualità si determina esclusivamente nel concetto superiore di comunità, di Patria. Comunità intesa geograficamente ma, soprattutto, da quel richiamo etnico-linguistico contraddistingue un popolo.

      E il testo?

      Il testo è, a mio avviso, tanto culturalmente splendido quanto incomprensibile per i cittadini (che, tra l'altro, sentivano come propria lingue diverse "dall'italiano bagnato in Arno").

      Francamente la mia mediocre cultura mi ha costretto a leggere la "parafrasi" del testo per comprenderlo: un testo che pare solo immediato per chi ha elevata cultura e che trova nella sua vera fratellanza una comunità sovrazionale e cosmopolita.

      Carissimo 48, alla prossima Costituente propongo di inserire, oltre ai colori della nostra bandiera, lo studio armonico di un nuovo inno più pertinente al nostro reale "lignaggio etnico-culturale" :-)

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  5. TRADUZIONI GIURATE

    TESTO
    “ Se l’entità monetizzata della corruzione annuale in Italia è stata correttamente stimata in 60 miliardi di euro dal SAeT del Dipartimento della Funzione Pubblica (cfr. relazione 2008 Trasparency; relazione al Parlamento n. XXVII n. 6 in data 2 marzo 2009 del Ministro per la Pubblica Amministrazione), rispetto a quanto rilevato dalla Commissione EU l’Italia deterrebbe il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa!
    Il che appare invero esagerato per l’Italia, considerando che il restante 50% si spalmerebbe senza grandi problemi negli altri 26 Paesi dell’Unione Europea.” (pag 100)


    TRADUZIONE
    Secondo la Corte dei Conti a Roma, i costi diretti di questo fenomeno ammontano ogni anno a 60 miliardi di euro

    QUALCHE CASO, preso a “caso”

    SIEMENS
    Il quotidiano liberal tedesco Sueddeusche Zeitung pubblicava le risultanze giudiziarie di SIEMENS per atti di corruzione sistematica in Grecia per ammodernamenti della metrò di Atene, Attikò Metro, telecomunicazioni e altro nel periodo delle Olimpiadiin Grecia valutati dai tribunali greci a 2 miliardi di euri di danni per il popolo ellenico.
    Mikhalis Crithoforakos, presidente della filiale greca della Siemens, e Christos Karavellas, direttore finanziario, sfuggiti in Germania, sono oggetto di mandato di cattura internazionale per corruzione internazionale, La Germania nega l'estradizione
    La transazione stragiudiziaria è di 80 milioni in cambio di nuovi investimenti in Grecia e posti di lavoro.

    GSC (German Submarine Consortium, consorzio tedesco HDW, Ferrostaal e Thyssen)
    Pagate tangenti di 8 milioni di euri a Tsochatzopoulos per acquistare quattro sottomarini di Classe U-214, panzer e cannoni dismessi tedeschi.
    Due manager Ferrostaal sono stati condannati da un tribunale tedesco nel dicembre 2011, in Grecia arrestato l’ex ministro della Difesa
    (Grecia è “costretta” a spendere il 3% del PIL in spese militari, tra il 2001 e il 2006 è il quarto acquirente mondiale di produzioni belliche e destinatario del 15% dell'export dell'industria militare tedesca e il 10% di quella francese)

    PETER HARTZ (consulente della AGENDA 2010 della governo rosso-verde di Schroeder in Germania degli anni 2000 per la “riforme del lavoro” in Germania)
    Reo confesso nel 2007, condannato a 2 anni di carcere e € 576.000 di ammenda per 44 reati reati di corruzione, concussione e abuso di prestazioni sessuali tra il 1995 2 il 2005.
    Corruzione di H Schuster, ex direttore Skoda e appropriazioni indebite favorite dallo stesso P Hartz.
    Corruzione di K Volkert (segretario del sindacato dei metalmeccanici, IG Metall) con "bonus" di € 200.000/anno per un decennio e la di lui amante brasiliana con "paghetta" di € 7.600/mese.

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    1. e vogliamo parlare anche delle seguenti chicche?
      eccole:
      http://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_di_Eschede (la metalmeccanica tedesca nel suo massimo splendore)
      http://it.wikipedia.org/wiki/Aeroporto_di_Berlino-Brandeburgo (dove si parla di una opera pubblica realizzata in suolo tedesco, ma che sembra gestita da italiani)
      saluti

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  6. IN realtà la Corte dei conti aveva così espresso seri dubbi sulla veridicità di quel "correttamente". L'orogine del tutto sta nell'assurdo accreditamente dato, in ambienti governativi, a ONG dai non chiari interessi economici privati sottostanti e le cui fonti prime sono nelle teorie della world Bank (sulla priorità delle privatizzazioni)

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  7. Articolo interessante, che mi permetto di sottoporre all'attenzione. Già dal 2010, certi "miti" riguardo alla corruzione erano, infatti, esaminati criticamente!

    http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2010/07/esclusivonuova-analisi-sulla-lotta-alla-corruzione-litalia-fa-passi-avanti-chi-se-ne-%C3%A8-accorto-alzi-.html

    Mi permetto di sottolineare questa frase: "Il commento di Transparency Italia è netto: “L’Italia appare ai primi posti, in negativo, nella percezione, e, contemporaneamente, ai primissimi posti per quel che riguarda il dato reale e la capacità delle Forze di Polizia e della Magistratura di intervenire.
    L’indagine Gallup appare una chiara e significativa conferma della estrema difficoltà che si incontra nell’utilizzare il parametro della percezione nelle valutazioni dei diversi Paesi e nel comparare gli esiti cui si perviene”."

    Ecco, allora la domanda che sorge spontanea è: se emerge, chiaramente, la costruzione di una "falsa percezione" della corruzione nel nostro paese, chi la costruisce questa "falsa percezione"? Vogliamo, così a caso, andare a sfogliare qualche editoriale di giornale? O vedere le inchieste agit-prop della rai piddina ma anche di Striscia e delle Iene? Forse troveremmo più di una risposta.......

    Da notare anche come l'autore, da giornalista, rimane dubbioso sulle stesse conclusione cui lo ha portato la sua indagine, come se i dati che lui stesso ha snocciolato gli dessero quasi fastidio. Come è possibile che la in questo paese strafalcione la repressione della corruzione CI SIA? Ed infatti conclude:

    "La percezione della corruzione è altissima ma nei fatti chi denuncia la richiesta di tangenti è una fetta infinitesimale dei milioni di italiani che tutti i giorni hanno a che fare con lo strapotere della burocrazia e della politica. Un Paese in cui il legislatore ci dà che ci dà per mettere in riga i fetentoni e in cui le imprese ce la mettono tutta per non sgarrare. Un Paese (e solo su questo concordo appieno) in cui la magistratura e le Forze dell’Ordine si fanno in quattro per far rispettare leggi e buon senso.
    Delle due l’una: o è proprio cosi (e allora chiedo ufficialmente di essere ricoverato in una clinica per malattie mentali perché non me ne ero mai accorto) oppure è proprio vero che le statistiche e i numeri spesso valgono solo per chi li produce e per chi vuole vederseli mettere sul tavolo per rassicurare tutti che (nel nostro caso) l’Italia è un oasi felice in cui i problemi, anzi il cancro di questo Paese, sono magistrati e giornalisti."

    Ora, secondo me non saremo un'oasi felice, ed i giornalisti non sono un cancro. Ma un bell'esame di coscienza, però, se lo dovrebbero fare eccome.......

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    1. UN vera e propria confessione di metodo. E di forma mentis talmente radicata da non rendersi più conto...

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  8. Che dire... ma cosa è che ci sfugge?

    Chissà cosa ne pensa Chang di Kissinger che nel '98 temeva che « il globalismo indiscriminato causi un assalto alla liberta' della finanza come il capitalismo sfrontato del secolo scorso genero' il marxismo».

    O i grandi uomini grigi delle ultime generazioni parlano solo con doppie verità oppure siamo veramente in mano al caso e al comportamento irrazionale di una società composta da tanti individui razionali.

    Mentre col tempo mi pare più chiara e netta la "differenza tra bene e male", mi risulta sempre più arduo classificare gli uomini in "buoni e cattivi". Lascio al Grande Architetto il giudizio finale.

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    1. L'articolo da te citato, et pour cause, focalizzava deliberatamente sul liberismo e sui suoi limiti in quanto dottrina negativa pura. Per questo, puntarono sempre più sull'esperimento UEM, cioè appunto sul camoufflage attivo dell'ORDOLIBERISMO, che elusiva e paludato di "sociale" tende a scongiurare la reazione paventata da Kissinger.
      In termini di responsabilità individuali, al contrario di quanto affermi (tarandoti sul liberismo tout court come spartiacque), dividere gli uomini è più facile che mai: ci sono quelli che mentono e manipolano la verità delle loro azioni (o sono telecomandati da chi lo fa) e coloro che ricercano e comunicano le vere cause dei fenomeni che stanno accadendo, rectius la conoscenza.
      E tralasciando il "Grande Architetto", credo che lo Spirito, l'Intento universale, darà inevitabilmente a ciascuno ciò che merita :-)

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    2. Bé, per chi merita nella vita terrena c'é già questo ambitissimo premio che certamente conosci. Hanno rischiato di vincerlo anche Napoleone ed Hitler. Ma il primo premio lo ha vinto un noto antropologo.

      Io inizierei a fare il toto 2015: propongo Mario Draghi.

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    3. Oddio non mi riferivo esattamente a queste stramberie che dimostrano l'eccentricità di certe trovare e l'ignoranza intellettiva di molti politici. Ma nulla più.
      Ognuno otterrà da un Forza superiore esattamente ciò che gli spetta....nel bene e nel male (concetti assumibili in termini soggettivi da ogni individuo nella sua traiettoria personale)

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    4. Avevo intuito cosa intendessi... anche se non ho ancora iniziato le letture che mi hai suggerito. :-)

      Quei premi non mi sembrano stramberie ma, semplicemente, uniscono i puntini che chiudono il cerchio tra l'ordoliberismo e "l'antropologia antiumana" come soluzione finale per il Vecchio Continente: il centro ideologico è sempre la scuola austriaca che usa come panzer la Germania, che ragiona da alta voce.

      Mi son venuti i brividi ripensando alla mia spietata compagna di viaggio, consulente montiana, che si definiva idealista pragmatica.

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  9. Tutti a lamentarsi della corruzione ma, se i magistrati contabili in servizio sono appena 435, #chemefrega

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