I. Riproduciamo, con adeguata evidenziatura nella parte che ci interessa, l'art.219 TFUE di cui abbiamo abbondantemente parlato nel post della "sorpresina":
"1. In deroga all'articolo 218 il Consiglio, su raccomandazione della Banca
centrale europea o su raccomandazione della Commissione e previa consultazione
della Banca centrale europea, nell'intento di pervenire a un consenso
compatibile con l'obiettivo della stabilità dei prezzi, può concludere accordi
formali su un sistema di tassi di cambio dell'euro nei confronti delle valute di
Stati terzi. Il Consiglio delibera all'unanimità previa consultazione del
Parlamento europeo e secondo la procedura di cui al paragrafo 3.
Il Consiglio, su raccomandazione della Banca centrale europea o su
raccomandazione della Commissione e previa consultazione della Banca centrale
europea, nell'intento di pervenire ad un consenso coerente con l'obiettivo della
stabilità dei prezzi, può adottare, adeguare o abbandonare i tassi centrali
dell'euro all'interno del sistema dei tassi di cambio. Il presidente del
Consiglio informa il Parlamento europeo dell'adozione, dell'adeguamento o
dell'abbandono dei tassi centrali dell'euro.
2. In mancanza di un sistema di tassi di cambio rispetto ad una o più valute
di Stati terzi, come indicato al paragrafo 1, il Consiglio, su raccomandazione
della Commissione e previa consultazione della Banca centrale europea, o su
raccomandazione della Banca centrale europea, può formulare gli orientamenti
generali di politica del cambio nei confronti di dette valute. Questi
orientamenti generali non pregiudicano l'obiettivo prioritario del SEBC di
mantenere la stabilità dei prezzi.
3. In deroga all'articolo 218, qualora accordi in materia di regime monetario
o valutario debbano essere negoziati dall'Unione con uno o più Stati terzi o
organizzazioni internazionali, il Consiglio, su raccomandazione della
Commissione e previa consultazione della Banca centrale europea, decide le
modalità per la negoziazione e la conclusione di detti accordi. Tali modalità
devono assicurare che l'Unione esprima una posizione unica. La Commissione è
associata a pieno titolo ai negoziati.
4. Senza pregiudizio della competenza dell'Unione e degli accordi dell'Unione
relativi all'Unione economica e monetaria, gli Stati membri possono condurre
negoziati nelle istanze internazionali e concludere accordi internazionali."
II. Rammentiamo che l'art.219 serve ad esprimere una "posizione unica" dell'intera UE, rispetto a "Stati terzi" con i quali, logicamente, si debba commerciare di più: il che lo connette agli accordi - tipo lo stesso TTIP- conclusi ai sensi del precedente (e non a caso), art.218 TFUE.
Sottolineiamo pure che, in questo quadro, come dice il primo capoverso del paragrafo 1, sopra riprodotto, si può anche arrivare a un "sistema di tassi di cambio" (che appunto includa lo Stato terzo) che presupponga non solo l'adeguamento ma anche l'abbandono dei "tassi centrali dell'euro".
III. A queste notazioni aggiungiamo questa risposta a un commento di Roby Bury (che arricchiamo con links a precedenti post collegati alla questione):
"Se il QE "fallisce" non è detto
affatto che l'euro non continui lo stesso a svalutarsi, almeno nel
breve-medio periodo. Non è decisiva, a tal fine, "l'offerta" di moneta,
in cui consisterebbe un QE probabilmente condizionato nei sensi visti in questo post (par.6 e 7, in particolare) e, dunque, per un ammontare limitato e "condizionale".
L'euro
si svaluterebbe per condizioni speculative - chiamiamole "attese razionali" monetariste-, nel breve, e probabilmente per "prolungata
mancata crescita" su un termine un po' più lungo.
La deflazione NON
CORRETTA diverrebbe infatti distruttiva dei sistemi produttivi e non
solo in Italia, incidendo sullo stesso CAB realizzabile da paesi
industrialmente indeboliti (e "acquisiti" da mani estere!).
Questa realtà, non adeguatamente corretta, parrebbe portare alla parità col dollaro (cioè ad un'ulteriore rivalutazione relativa di quest'ultimo): è una condizione realizzabile nonostante i differenziali di inflazione (più bassa in UEM) che nel frattempo minaccerebbero di divenire strutturali?
Non saprei, ma di certo aiuterebbe il TTIP.
In sintesi e salva una riflessione più approfondita: il sistema dei cambi flessibili consente correzioni dei cambi adeguate alle variazioni dei prezzi relativi (cioè alla rispettiva inflazione) e al volume di esportazioni rispetto al paese con cui si commercia.
E quindi? La Germania sarebbe ben piazzata, il resto dell'UEM molto meno (dato l'effetto deindustrializzazione).
E mi pare di poter dire che più che alla restaurazione dei cambi flessibili, le attuali "convergenze" di cambio €/$ mirino ad agevolare il TTIP (magari previo un riallineamento all'interno dell'UEM), in un quadro di "sistema dei cambi" con gli USA, promosso dall'europa ai sensi dell'art.219 TFUE.
E mi pare anche che la vicenda euro abbia mostrato una cosa essenziale:
- se il free-trade classico era legato al gold standard (quindi a cambi sostanzialmente fissi) e al suo potenziamento (di circolazione, ed "estensione", valutaria) determinato dal dominio coloniale, rimane il fatto che il processo di "specializzazione" produttiva di ciascun paese, proprio del free-trade stesso, (inevitabilmente a vantaggio di quello economicamente più forte), sia ACCELERATO da un sistema di cambi sostanzialmente fissi (appunto come prefigurato dall'art.219).
Ergo, non credo che, alle attuali condizioni geo-politiche- si possa sperabilmente andare verso un sistema di cambi flessibili e di ritrovate BC nazionali che agiscano in concordia con gli interessi (quantomeno di crescita e di livello occupazionale) dei rispettivi paesi.
Sempre salve più approfondite riflessioni..."
Questa realtà, non adeguatamente corretta, parrebbe portare alla parità col dollaro (cioè ad un'ulteriore rivalutazione relativa di quest'ultimo): è una condizione realizzabile nonostante i differenziali di inflazione (più bassa in UEM) che nel frattempo minaccerebbero di divenire strutturali?
Non saprei, ma di certo aiuterebbe il TTIP.
In sintesi e salva una riflessione più approfondita: il sistema dei cambi flessibili consente correzioni dei cambi adeguate alle variazioni dei prezzi relativi (cioè alla rispettiva inflazione) e al volume di esportazioni rispetto al paese con cui si commercia.
E quindi? La Germania sarebbe ben piazzata, il resto dell'UEM molto meno (dato l'effetto deindustrializzazione).
E mi pare di poter dire che più che alla restaurazione dei cambi flessibili, le attuali "convergenze" di cambio €/$ mirino ad agevolare il TTIP (magari previo un riallineamento all'interno dell'UEM), in un quadro di "sistema dei cambi" con gli USA, promosso dall'europa ai sensi dell'art.219 TFUE.
E mi pare anche che la vicenda euro abbia mostrato una cosa essenziale:
- se il free-trade classico era legato al gold standard (quindi a cambi sostanzialmente fissi) e al suo potenziamento (di circolazione, ed "estensione", valutaria) determinato dal dominio coloniale, rimane il fatto che il processo di "specializzazione" produttiva di ciascun paese, proprio del free-trade stesso, (inevitabilmente a vantaggio di quello economicamente più forte), sia ACCELERATO da un sistema di cambi sostanzialmente fissi (appunto come prefigurato dall'art.219).
Ergo, non credo che, alle attuali condizioni geo-politiche- si possa sperabilmente andare verso un sistema di cambi flessibili e di ritrovate BC nazionali che agiscano in concordia con gli interessi (quantomeno di crescita e di livello occupazionale) dei rispettivi paesi.
Sempre salve più approfondite riflessioni..."
IV. Lasciamo con due ultime notazioni:
- la "logica frattalica" porta all'8 settembre: ma le vicende che ne seguirono, portarono al Piano Marshall, che aveva il non trascurabile risvolto di finanziare gli acquisti dei beni USA, cioè un loro boom esportativo (prima che, per motivi riassumubili nella parola "Yalta", diventassero gli "importatori di ultima istanza", in Europa come in Asia; leggi Giappone e poi altri paesi non nell'area comunista);
- in ogni modo, tutto il quadro qui delineato cerca di cogliere quanto possa essere concepito rebus sic stantibus: ma non sappiamo cosa ne sarebbe nel caso, sempre più incombente, di una nuova mega-crisi finanziaria sui titoli derivati a epicentro USA (v.par.3).
Un cambiamento di scenario che potrebbe essere veramente epocale (v. "consueti" parr.7-8)..
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDirei che c'e' sentore di un immane qe planetario per reggere per un altro po' il sistema, tra la guerra delle sanzioni alla russia, il calo del petrolio e la cadaverica area euro http://www.sapereeundovere.it/la-banca-centrale-svizzera-ha-reputato-di-non-riuscire-a-reggere-la-fuga-dalleuro-e-ha-sganciato-il-franco-campolongo/
RispondiEliminainsomma ci troviamo con le industrie chiuse o passate di mano ed una moneta che perde il 30% in un giorno...alla faccia del "lasciamo la lira per avere una moneta forte"....dovrebbe ora arrivare l'inflazione al 30% e la spesa con la carriola, giusto? Sta a vedere che la faremo davvero la spesa con la carriola piena...di euro pero'.
Non so su questo:qui si tratta di cambio relativo con la SVI che da 10 anni, almeno, registrava inflazione 0. Possibile che nessuno sappia fronteggiare una correzione naturale dell'attivo CAB accumulato, rilanciando la domanda interna facendo politiche espansive ben dosate?
EliminaQuel che mi preoccupa è l'ampiezza delle alternative che i loro stessi strumenti consentono loro di considerare. Si cita spesso come sintomo di un ripensamento del mainstream la teoria della "stagnazione secolare". Certamente rispetto al "basterebbe solo fare le riforme" lo è, ma sul piano propositivo non la definirei molto più allettante: "It is certainly possible that either some major exogenous event will occur that raises spending or lowers saving in a way that raises the FERIR [tasso di interesse reale di pieno impiego] in the industrial world and renders the concerns I have expressed irrelevant. *Short of war*, it is not obvious what such events might be." Ed ecco che ti salta fuori il solito Soros a dirci che "It should be clear that it is inappropriate for a country, or association of countries, at war to pursue fiscal austerity, as the EU continues to do. All available resources should be put to work in the war effort, even if that requires running up budget deficits."
RispondiEliminaNon credo ci sia nemmeno bisogno di aver letto Kalecki per sentire un po' di freddo...
Mi pare che quello che ESSI non considerano - e anzi cerchino proprio di non nominare, com'è naturale- è che un'altra soluzione può essere un senso diffuso di rivolta popolare che costringa queste bestie guerrafondaie a ripristinare la democrazia (v.i "famosi" par.VII e VIII citati a fine post).
EliminaLa democrazia del lavoro, della redistribuzione, della crescita assicurata dalla cooperazione, e non dalla lotta mercantilista, tra Stati, e quindi anche dalla repressione finanziaria che altro non è che limitazione dello strapotere del capitalismo finanziario.
Scusa lo sfogo ma nun se ne può più...
E' vero Arturo sono arrivato fin qui è perché ho sentito freddo!! ...Prima, per "miei" evidenti problemi di "coperta corta"...e da "buon ragioniere" mi sono studiato economia quella "buona" però, diciamo keynesiana, i pro i contro, perché è morto e soprattutto perché è "resuscitato", poi quella "ortodossa liberista"... per capire!! Il Tramonto dell'€ del Prof. Bagnai ha fatto il resto.. Beh! Alla fine ho capito... il fatto è che proprio intuendo le strategie neomercantiliste Tedesche (ed avendo sempre considerato gli USA per quello che sono) mi sono reso conto che la democrazia mi stava scivolando via. ...mi sono spaventato. ...ho cominciato a "suonare la campana" ma nel mio ambiente "mediamente acculturato",proprio quello a cui il "bislinguaggio arriva prima", mi ritrovo da "solo" a tal punto che mi invento un mio blog dove sfogo ogni mio dubbio, divulgo e soprattutto lascio testimonianza di essere stato un padre consapevole...Tutto questo mi ha fatto riflettere...
RispondiEliminaPerché sono qui?
Ci sono arrivato perché ho avuto la sfortuna di perdere il mio ruolo nella società, ma è nel contempo accresciuta la consapevolezza che è una FOLLIA" giocarsi "la democrazia... Questo a dimostrazione del fatto che un cittadino qualunque come me, tramite un shock, (chiuso Pmi di 3 gen.) è arrivato qui a chiedere del "Premio Kalergi" (un gelo assoluto ...Arturo) e quindi "NOI tutti POSSIAMO", tranne qualche "livoroso", arrivare QUI!
Come si fa?
Ammiro la dedizione del Presidente Luciano B C e di sicuro dalle mie parti è più conosciuto di prima.
... ecco come!! Ma a questo punto perché non combattere il "nemico "con le stesse armi? Pensando in grande (sono imprenditore) direi che avremmo bisogno di una "think tank eterodossa" per una divulgazione di massa del crimine in corso...fattibile invece sarebbe partire da centri culturali sparsi nel paese dove coltivare la consapevolezza del VERO pericolo in corso. E' strano sa Presidente ma, mentre le scrivo e penso agli scenari futuri da Lei postati sul blog, mi vengono in mente le parole di Keynes di cui ne ho fatto il motto sul mio blog: "Ancora oggi io spendo il mio tempo a convincere i miei compatrioti che la nazione nel suo insieme sarebbe senza dubbio più ricca se gli uomini e le macchine disoccupate fossero adoperate per costruire le case di cui si ha tanto bisogno, che non se essi sono mantenuti nell'ozio." ...forse perché credo nei principi di una società democratica come quella ci descrive Keynes, che mi aggrappo con tutte le forze alla mia costituzione (che garantiva il mio "io") e forse perché penso che a volte sono le persone che nessuno immaginava che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare. Il popolo auto-razzista lo si può consapevolizzare ci vuole metodo, ESSI ci fanno cuocere a fuoco lento, e NOI?
P.S.
Scusi Presidente ma sul suo blog non si scusi per lo sfogo ...si sfoghi anche di più!!
grazie
Roberto
http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/uomini-e-no.html
EliminaBuongiorno.
RispondiEliminaUso i commenti per uno scopo "illegale"
Una piccola testata giornalistica d’inchiesta di Siracusa, http://www.lacivettapress.it/online/, che per le sue inchieste ha avuto anche una qualche visibilità nazionale, http://www.rainews.it/it/video.php?id=28429, sta organizzando, per i prossimi mesi, una serie di conferenze su temi economici di attualità, per ampliare le conoscenze dei cittadini, sempre più attenti agli sviluppi della crisi in corso. Il giornale è apolitico ma fondamentalmente orientato a sinistra.
Dalla lista degli incontri confermati e di quelli possibili ho constatato un enorme sbilanciamento su posizioni tipicamente mainstream, a quello che mi è dato di capire: ALBA, Altra Economia, Decrescita Felice et similia, Gallino e Pallante i partecipanti a me più noti.
Mi chiedo se si possa stabilire un contatto fra gli organizzatori ed eventuali relatori che presentino una analisi più realistica della situazione e delle prospettive.
Se questa eventualità esiste contattatemi a carlo.de.michele@gmail.com.
Grazie per l’attenzione.
Ma esiste anche l'eventualità di lasciare queste manifestazioni propagandistiche filo-liberoscambiste e ordoliberiste alla indifferenza che meritano.
EliminaVoglio dire, di convegni e occasioni di informazione sulla "verità" ce n'è ormai molte.
I mainstream parlano in TV 24ore su 24 e hanno tutti i giornaloni a disposizione.
Se i cittadini di Siracusa volessero informarsi sulla verità le occasioni non mancherebbero: ma certo, al punto in cui stiamo, questo potrebbe preferibilmente farsi non legittimando l'ennesima manfiestazione di condizionamento propagandistico con un contraddittorio apparente...
A Rovereto, vista l'incombenza a Trento del festival dell'economia dei "bocconiani" si sono ben organizzati e organizzano in concomitanza un ottimo "controfestival"...
Ascoltatevi questa ..
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=9Vm_uIKVHQo