Antonio Rinaldi ha twittato questa eloquente diagnosi dello stato del dibattito -politico-mediatico in Italia (plasticamente ideata da Eugenio Cipolla):
Ma in Grecia, in pratica, è andata esattamente com'è stato radiografato qui sopra:
Ok parlamento Grecia a piano governo
Approvata mozione, alcuni no e astensioni da Syriza
E d'altra parte:
(ANSA) – BRUXELLES, 11 LUG – I creditori della Grecia
ritengono che l'ultima proposta presentata da Atene sia
sufficientemente buona per essere la base di un nuovo
finanziamento per 74 miliardi di euro, di cui 58 da Esm e 16 dal
Fmi. Lo hanno indicato fonti europee all'agenzia Afp, citata sui
siti di varie testate.
Insomma, non poteva andare diversamente.
L'€uropa, si sa, è una creazione strumentale, una promanazione dell'interesse USA a preservare la sua superiorità strategica globale: forse l'unico strumento ancora affidabile e funzionante (gli altri fanno acqua da tutte le parti).
A questo punto dovrebbe essere chiaro che, fin da tempi "non sospetti" della trattativa, un punto fermo era stato posto e, di certo, NON implicava la sovranità:
NELLA CRISI GRECA ENTRA A GAMBA TESA L'AMERICA: "L'ACCORDO VA TROVATO, LA POLITICA DEL RISCHIO CALCOLATO È UN GIOCO PERICOLOSO", DICE IL CAPO DEL TESORO LEW
Un punto che, in verità, avrebbe dovuto essere chiaro da sempre:
JACK LEW CERCHIOBOTTISTA. UE SEMPRE PIU' AVVIATA AL COLONIALISMO?
E notare che il post è esattamente di due anni fa (22 luglio 2013): "We recognize the difficult decisions and sheer sacrifices made by
Greece in the past few years, as well as the challenges that remain. Continued reform will be essential to laying the foundations for future growth”.
Ma Lew, crede veramente che "la crescita e la creazione di lavoro USA
siano inestricabilmente connesse con il raggiungimento della crescita e
della prosperità in Europa"?
No, perchè se così fosse, prendendo atto delle impostazioni nettamente
diverse intraprese dalla sua Amministrazione per il rilancio
dell'economia USA rispetto alla inflessibile "austerity" UEM, qualche
conclusione la potrebbe trarre. Non dico che dovrebbe creare un
incidente diplomatico, con i difficili interlocutori euro-germanici: ma
almeno NON DIRE che la "prosecuzione delle "riforme"
("all'europea") sarà essenziale per gettare le fondamenta della futura
crescita".
E non solo non dirlo ai greci, ma a tutti gli europei."
Insomma è questione di sudditanza, dato che in nome dell'interesse geo-politico altrui, l'euro, anzi la stessa costruzione europea, sono nati, e devono proseguire. A qualsiasi costo.
E dunque, sia altrettanto chiaro che:
Un filo peggio, altrimenti lo sentirei, ma siamo lì. Mettetevelo in testa: NON ARRIVERÀ LA CAVALLERIA! Siamo soli. https://t.co/LRQLdxXF31
— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) 10 Luglio 2015
Un filo peggio, altrimenti lo sentirei, ma siamo lì. Mettetevelo in testa: NON ARRIVERÀ LA CAVALLERIA! Siamo soli. https://t.co/LRQLdxXF31
— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) 10 Luglio 2015
Ciao Luciano. È proprio vero che, come più volte ribadito, ci saremmo trovati a sperare nei nemici più inflessibili piuttosto che nei falsi amici.
RispondiEliminaCrollerà, e certo che crollerà, e sarà doloroso. Ma la nausea causatami dai sinistrati nostrani non l'ho mai provata.
Gli Yankees faranno di tutto per mantenere questo guazzabuglio sono a quando capiranno, troppo tardi, che i costi per mantenere questa costosa " highway to hell", saranno maggiori di quelli causati dal prossimo big crunch finanziario.
Che la soluzione possa venire da Oriente?
Non sono portato a non crederlo.
Su Tsipras c'è poco da aggiungere: il ruolo del poliziotto "buono", gli calza a pennello.
In fondo chiedeva migliori condizioni per il suo popolo carcerato, vitto meno scarso e un ora d'aria in più.
Serviranno secoli per uscire da questa profonda crisi antropologica.
È evidente che questa crisi del '29 deve andare a buon fine: non possono commettere gli errori dei loro nonni.
RispondiEliminaE son preparati da decenni di lavoro e studi:
1 - avanzatissime strategie militari, v. ISIS che si appresta ad attaccare la Russia dal fianco mediorientale, per spingere i Russi in un nuovo Afghanistan;
2 - cyberarmi, monopolio assoluto della tecnologia informatica e totale controllo delle comunicazioni (v. 1984);
3 - mostruose politiche eugenetiche e genocide come da tradizione subculturale dell'impero britannico;
4 - propaganda totale e colonizzazione culturale (se sento ancora un pezzo pop cantato in quella lingua da trogloditi, cambio locale);
5 - micidiali armi finanziarie (non posso più sentir parlare di interessi scorrelati che non si riescono più a ricomporre politicamente: quando gli USA decisero di derogalamentare e legalizzare la finanza derivata, i banchieri europei - la BIC in particolare - opposero resistenza perché sapevano l'inevitabile esito catastrifico);
6 - quinte colonne ubique: oligarchi, mafia, Servizi, massonerie e collaborazionisti vari.
Basta?
No.
Tutto è stato finanziato con traffici di narcotici, di armi, di schiavi e dirottando gli "oboli" della beneficenza.
Vuoi riordinare il cortile di casa? Semplice: rifallo da zero. Prima distruggi tutto, poi lo ricostruisci a "tua immagine e somiglianza". Questo è la strategia del "chaos" degli psicopatici d'oltreoceano.-(Chi non vorrebe una società aperta conformata al faccione di Soros?)
Ora: o si accetta che le cose (solo abbozzate!) stanno in questo modo, con una coesione unica nella Storia dell'élite finaziarie internazionali, oppure ci troveremo su un treno piombato.
O ci si libera dall'ignavia e dal condizionamento metabuonista della propaganda durante la Guerra fredda, oppure neanche l'onore di essere "sepelliti sotto l'ombra di un bel fior" ci rimarrà.
(Chi sa come esorcizzare un piddino me lo dica: ho imparato a disprezzarli più dei fascisti).
Il cittadino deve capire che c'è chi lo vuole morto: lui e la sua indesiderata famiglia. Ed è una *lucida* volontà, proprio come quella della "Soluzione Finale".
L'imperialismo USA è strumentale, la Grande Società è l'obiettivo. È l'identitarsmo di classe che fa la storia, quello nazionale è sempre e solo strumentale.
Basta col wishful thinking: non si può lasciare quel cervello molle di Vendola a supecazzolare di "prassi".
Lenin aveva ragione: o noi o loro. Punto.
Quella greca è banale shock economy, quello del montiano "dolore psicologico" necessario per "far le riforme": «Potere è infliggere sofferenza», Orwell: «un perenne stivale che schiaccia un volto umano».
Non c'è altro: solo ebbrezza del potere.
Ti aspetto a Roma... :-)
Eliminaa roposito di " ..bislinguaggio":
RispondiEliminaSto leggendo la Banaltà del Male di Hanna Harendt.
"sprachrelegelung" o gergo ,regole di ilnguaggio
al posto di parole come sterminio, liquidazione si usava soluzione finale,, evacuazione,trattamento finale.
al posto di deportazione trasferimento o lavoro in oriente Se si doveva palare col Vaticano soluzione finale veniva sostituita con soluzione radicale.
Come sembrano dilettanti i Nazi rispetto al livello odierno !
Carissimi,
RispondiEliminaa costo di apparire paradossale, o almeno cinico, credo che sia andata nel modo migliore possibile: vittoria sciacciante del No e tradimento totale, del mandato ricevuto, da parte del governo greco. Come avevo scritto in questa sede, infatti, ero piuttosto preoccupato di qualsivoglia esito (coerente, ché devo ammettere non immaginavo un simile controsenso), perché, se avesse vinto il Sì, l'esito sarebbe stato strumentalizzato dai nostri connazionali pro-euro (perfino i greci hanno capito e votato, da noi l'esito sarebbe il medesimo, il popolo ha una sua saggezza, etc.), mentre, se avesse vinto il No, il governo greco fosse stato coerente e quindi la Grecia fosse uscita dall'euro, le enormi difficoltà iniziali che avrebbe dovuto affrontare un Paese così deindustrializzato sarebbero state fatte passare per le nostre (volete fare la fine della Grecia?). Neppure la possibilità di un piano B, che pure sempre in questa sede mi era stato opposto (Putin, Cina, etc.), e alla cui esistenza non credevo, avrebbe cambiato molto (volete fare la fine della Grecia che ora è il balocco di Putin?). Mentre, in questo drammatico momento per la nostra Repubblica, l'esito incoerente prodottosi mi pare il meno controproducente per noi. Da un lato, infatti, abbiamo la certificazione del rifiuto dell'austerità da parte del popolo, dall'altro, in capo a due anni, avremo l'ennesima certificazione che dentro l'euro non c'è cura possibile, e che anzi quelle spacciate per cure fanno parte del problema, e non della soluzione. Il resto è compito degli italiani. Se saremo in grado di far nascere e affermarsi un partito che si ponga come unico obiettivo l'uscita dall'euro e la cancellazione di tutte le riforme connesse ad esso e, ancor prima, allo SME (leggasi, divorzio), allora riusciremo a ripristinare la legalità costituzionale, recuperare la sovranità nazionale, e ristabilire i precedenti livelli di benessere siciale. Altrimenti, il nostro destino seguirà il loro, e vivremo nel rimpianto di non aver saputo reagire quando ancora era possibile.
Tom
Sulle...insormontabili difficoltà post-exit della Grecia, Stiglitz non pare d'accordo (economicamente e geo-politicamente)
Eliminahttp://time.com/3949954/joseph-e-stiglitz-greece-crisis/
E neanche Vladimiro Giacchè:
"il punto è che, ceteris paribus, restare dentro costerà di più"
"sarebbe bastato aderire alla banca dei BRICS per averlo (buffer di 100 mld $ contro crisi di liquidità)"
https://twitter.com/Comunardo
E sono già due diverse e praticabili soluzioni per il caso di euroexit.
In effetti pensare che tzipras cambiasse alleanze geostrategiche era da folli...
RispondiEliminaAgghiacciante, Varoufakis diceva il vero, Schauble vuole la Grecia fuori , perche' non vuole fare privatizzazioni per 50 miliardi(che sarebbero come 350 per l'Italia). A questo punto mi sento in confusione: e' meglio che esca con possibili reazioni a catena, o che resti infettando (vedi fuga capitali) del tutto l'euro? Peccato che non abbiamo piu' Mario Monti al governo, lui si che avrebbe saputo individuare al volo la strada peggiore(cioe': la piu' breve?).
RispondiElimina...certo che restare dentro costerà di più, ma non nell'immediato. Le difficoltà iniziali di un'uscita per un Paese come la Grecia, che non è paragonabile all'Italia e, con buona pace di Stiglitz, che comunque riferisce dell'esigenza di solidarietà da parte USA, neppure all'Argentina (ma ci rendiamo conto di quante materie prime ha l'Argentina? ...quanto esporta nell'alimentare e nel manufatturiero?...e davvero vogliamo paragonarla alla Grecia? ), sarebbero state enormi, non insormontabili -ché, altrimenti, non sarebbero solo iniziali-, ma enormi si. Ovviamente, poi, la situazione sarebbe stata molto più semplice con un intervento della Russia, della Cina, o di tutti i BRICS, ma, a parte che nessuno ti salva gratis, una simile operazione sarebbe stata facilmente strumentalizzata, a casa nostra, in chiave pro euro (volete finire schiavi di russi e cinesi?). Mi sbaglierò, ma continuo a ritenere che, se qualcuno deve uscire prima di noi, è meglio che sia un Paese con le spalle più larghe -come, in modo paradigmatico, la Francia-, che possa riceverne benefici immediati (appunto come avverrebbe per noi), in modo da creare un effetto di imitazione, e non di scoraggiamento, nelle altre Nazioni coinvolte.
RispondiEliminaTom
...l'atteggiamento della Germania è chiaramente ritorsivo: si vuole punire il popolo greco, per la sfida lanciata votando No. E lo si punisce dandogli esattamente il contrario di quanto aveva chiesto. Il popolo greco voleva una impossibilità, ovvero l'euro senza austerità, e noi gli diamo ciò che invece è ben possibile, ovvero l'austerità senza euro, che poi è proprio quel che aspetta anche noi quando l'euro finirà, se non sapremo trovare la capacità di reagire politicamente nel prossimo futuro. Il che ricorda molto da vicino la versione originaria della barzelletta poi divenuta tristemente famosa per le note vicende giudiziarie: "e va bene, morte.......ma prima un po di Bunga!".
RispondiEliminaTom