sabato 27 giugno 2020

MERKEL SCIOGLIE IL NODO DEL "SUO" STATO NAZIONALE SOVRANO (un'€state molto diversa da quella del 2011)


Che siano la "severe financial crisis" o, piuttosto, recessione, insolvenze, deflazione/disinflazione e disoccupazione, i problemi più urgenti della "governance" dell'eurozona non è essenziale ai fini del discorso che stiamo per svolgere: più rilevante è constatare come stia reagendo la BCE all'offensiva teutonica.

1. Vi propongo una sintesi che, per chi abbia accompagnato il lungo percorso intrapreso da questo blog, non apparirà certo nuova: ma vale la pena di ribadirne i passaggi essenziali proprio in questo momento, poiché siamo nel pieno di un'estate in cui, in un modo che pare molto diverso da quanto è accaduto in quella del 2011, i nodi stanno venendo al pettine. Innanzitutto, individuiamoli per come si stanno manifestando, cioè in una dimensione e in un assommarsi tra loro che li rendono evidenti:



2. Di questa evoluzione, sorprendente (o addirittura denegata), solo per chi viva ostinatamente nella bolla dei "trattati immaginari" (della pace e della cooperazione in €uropa), registriamo una pluralità di indizi.
Cominciamo dal quesito che sorge dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca, di cui abbiamo più volte parlato. Un recentissima intervista della Merkel ha suscitato in Italia molteplici interpretazioni: ma una cosa emerge con chiarezza, sia pure soltanto se si adotta un punto di vista giuridico-politico tedesco, tante volte ribadito con coerenza e forza (circa l'approccio unilaterale assunto nel proiettare l'interesse nazionale come valore predominante su quella mera "associazione di Stati nazionali sovrani", qui pp.2-3, che, per la Corte tedesca, è l'Unione europea):

Domanda: «La legislazione europea viola le leggi nazionali o viceversa? Il sistema giuridico europeo non dovrebbe in definitiva avere più peso di quelli nazionali in linea di principio?».
Risposta della Merkel: «Non è che questo argomento non sia mai stato discusso prima che la Corte costituzionale federale [tedesca] emettesse la sua sentenza sulla Banca centrale europea. Senza dubbio, il diritto europeo ha la precedenza sul diritto nazionale, ma non sappiamo dove inizia e finisce il regno del diritto europeo. L’essenza dell’Unione europea sta negli Stati membri che trasferiscono poteri. Nella terra di confine tra le sfere di giurisdizione del diritto nazionale ed europeo, può verificarsi attrito se il livello europeo definisce i suoi limiti in modo più ampio rispetto, ad esempio, al Parlamento tedesco. Questo è ciò che stiamo vedendo nel caso della BCE. Se la Corte costituzionale [tedesca] rileva che è stato superato un confine, si rivolge alla Corte di giustizia europea e richiede una revisione. Fino ad ora, tutti i disaccordi sono stati risolti. Ora abbiamo un conflitto. Questa è la natura della bestia, poiché uno Stato nazionale sarà sempre in grado di rivendicare poteri particolari a meno che tutti i poteri non vengano trasferiti alle istituzioni europee, il che sicuramente non accadrà.
4. Il contesto extra€uropeo spinge anch'esso (e anche qui si tratta di una questione annosa e, in definitiva, prevedibile) per una Germania che privilegia, legittimamente (sia chiaro), la dimensione di Stato nazionale sovrano, così accuratamente preservata all'interno dell'Ue e dell'eurozona: perseguendo l'interesse nazionale... 

Un'ultima osservazione: questa sequenza del tutto prevedibile degli eventi riporta in un certo qual modo all'attenzione l'ipotesi frattalica (v. pp. 7 e seguenti: ma qui lascio alle intuizioni dei lettori più versati su questo esercizio storico-previsionale "l'aggiustamento" della date corrispondenti agli eventi fondamentali di tale divertissment).

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