Without the PEPP, we would now be in the middle of a severe financial crisis, says Executive Board member @Isabel_Schnabel in a speech. The measures taken by the ECB are necessary, suitable and proportionate to ensure price stability in the euro area https://t.co/3N1OkI1nOi— European Central Bank (@ecb) June 27, 2020
Che siano la "severe financial crisis" o, piuttosto, recessione, insolvenze, deflazione/disinflazione e disoccupazione, i problemi più urgenti della "governance" dell'eurozona non è essenziale ai fini del discorso che stiamo per svolgere: più rilevante è constatare come stia reagendo la BCE all'offensiva teutonica.
1. Vi propongo una sintesi che, per chi abbia accompagnato il lungo percorso intrapreso da questo blog, non apparirà certo nuova: ma vale la pena di ribadirne i passaggi essenziali proprio in questo momento, poiché siamo nel pieno di un'estate in cui, in un modo che pare molto diverso da quanto è accaduto in quella del 2011, i nodi stanno venendo al pettine. Innanzitutto, individuiamoli per come si stanno manifestando, cioè in una dimensione e in un assommarsi tra loro che li rendono evidenti:
Quindi stesso problema su scala amplificata: rientrare nel DP/Pil non è la priorità, ma ottenere crescita nominale stabilmente >all'onere del debito. Invece si grida di nuovo "fate presto!", innescando deflazione e disoccupazione aggiuntiva causa imminente ripristino regole EZ https://t.co/h5JR13CSaX— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) June 26, 2020
Quindi stesso problema su scala amplificata: rientrare nel DP/Pil non è la priorità, ma ottenere crescita nominale stabilmente >all'onere del debito. Invece si grida di nuovo "fate presto!", innescando deflazione e disoccupazione aggiuntiva causa imminente ripristino regole EZ https://t.co/h5JR13CSaX— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) June 26, 2020
La concentrazione del sistema bancario e la sparizione di un gran numero di banche del territorio non potevano non avere conseguenze sul volume dei prestiti concessi. Ma Bce continua a sostenere che c'è bisogno di più aggregazioni (cfr ultima intervista Enria al "sole 24 ore")— brunori (@brunori27913877) June 26, 2020
2. Di questa evoluzione, sorprendente (o addirittura denegata), solo per chi viva ostinatamente nella bolla dei "trattati immaginari" (della pace e della cooperazione in €uropa), registriamo una pluralità di indizi.
Cominciamo dal quesito che sorge dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca, di cui abbiamo più volte parlato. Un recentissima intervista della Merkel ha suscitato in Italia molteplici interpretazioni: ma una cosa emerge con chiarezza, sia pure soltanto se si adotta un punto di vista giuridico-politico tedesco, tante volte ribadito con coerenza e forza (circa l'approccio unilaterale assunto nel proiettare l'interesse nazionale come valore predominante su quella mera "associazione di Stati nazionali sovrani", qui pp.2-3, che, per la Corte tedesca, è l'Unione europea):
Merkel defines the Constitutional illegitimacy of PSPP (and a fortiori of PEPP) in a more exact and concise way than BVerfG does: and above all, goes straight to its irremediabiliyhttps://t.co/lalDCX7use https://t.co/2HEUoD6UIu pic.twitter.com/Yssm5zhNLH— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) June 27, 2020
3. Ed infatti:
Domanda: «La legislazione europea viola le leggi nazionali o viceversa? Il sistema giuridico europeo non dovrebbe in definitiva avere più peso di quelli nazionali in linea di principio?».
Risposta della Merkel: «Non è che questo argomento non sia mai stato discusso prima che la Corte costituzionale federale [tedesca] emettesse la sua sentenza sulla Banca centrale europea. Senza dubbio, il diritto europeo ha la precedenza sul diritto nazionale, ma non sappiamo dove inizia e finisce il regno del diritto europeo. L’essenza dell’Unione europea sta negli Stati membri che trasferiscono poteri. Nella terra di confine tra le sfere di giurisdizione del diritto nazionale ed europeo, può verificarsi attrito se il livello europeo definisce i suoi limiti in modo più ampio rispetto, ad esempio, al Parlamento tedesco. Questo è ciò che stiamo vedendo nel caso della BCE. Se la Corte costituzionale [tedesca] rileva che è stato superato un confine, si rivolge alla Corte di giustizia europea e richiede una revisione. Fino ad ora, tutti i disaccordi sono stati risolti. Ora abbiamo un conflitto. Questa è la natura della bestia, poiché uno Stato nazionale sarà sempre in grado di rivendicare poteri particolari a meno che tutti i poteri non vengano trasferiti alle istituzioni europee, il che sicuramente non accadrà.
4. Il contesto extra€uropeo spinge anch'esso (e anche qui si tratta di una questione annosa e, in definitiva, prevedibile) per una Germania che privilegia, legittimamente (sia chiaro), la dimensione di Stato nazionale sovrano, così accuratamente preservata all'interno dell'Ue e dell'eurozona: perseguendo l'interesse nazionale...
Good morning from Germany, where an ugly transatlantic trade war is getting closer. Berlin is preparing to strike back against the US if Trump follows through on his threat to kill off Nord Stream 2 gas pipeline w/sanctions. https://t.co/bcbKHlGVhx pic.twitter.com/UsyrcD2DSS— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) June 27, 2020
Un'ultima osservazione: questa sequenza del tutto prevedibile degli eventi riporta in un certo qual modo all'attenzione l'ipotesi frattalica (v. pp. 7 e seguenti: ma qui lascio alle intuizioni dei lettori più versati su questo esercizio storico-previsionale "l'aggiustamento" della date corrispondenti agli eventi fondamentali di tale divertissment).
Nessun commento:
Posta un commento