E non solo perchè "il partito unico dell'euro" sta recitando a reti unificate la più stucchevole delle pantomime (speriamo, anzi, la comica "involontaria" finale). Ma proprio perchè è lui, Benigni, intendo dire.
Una voce "ufficiale" che più ufficiale non si può. Il "volto umano" del partito unico dell'euro. E quindi me lo aspettavo. E "anfatti"...
Dunque, è capitato che prendessi un taxi e che il tassista mi riconoscesse (prendo spesso il taxi su un certo tragitto di lavoro...costa meno delle multe nel centro storico): e naturalmente si ricorda che gli avevo parlato del "più europa" e di come a loro, come categoria, a tutti noi, come italiani, ci avesse messo in questa condizione "leggermente fastidiosa".
E lui stesso mi fa: "Ma ha visto quel... (termine, non romanesco, ma indicativo di persona non amante degli altri connazionali e connivente con regime straniero inviso) che ha detto dell'art.11 della Costituzione?Che dobbiamo cedere la sovranità!" .
E mi fa una serie di considerazioni che implicano, in sostanza, che la "cessione di sovranità" deve avere un limite nei nostri diritti, perchè non può essere che l'art.11 sia usato come una clava per smontarli (eufemisticamente, trattandosi di una clava)
La cosa mi ha colpito, perchè, come ben sapete, noi ne abbiamo ampiamente discusso, dei limiti che pone l'art.11 Cost., molto più "stringenti"di quelli che ci vogliono far credere, nel consentire deroghe e compressioni della "Costituzione democratica del lavoro" (v.paragrafo 2), come la definisce Mortati.
Mentre, qui, al paragrafo 4, abbiamo parlato di come oggi, nel quadro delle vicende che si sono già verificate, a nostro danno (ma per la verità a danno di quasi tutti i paesi aderenti all'UEM), l'art.11 non solo non consentirebbe ulteriori cessioni di sovranità, ma anzi imporrebbe una serie di iniziative delle nostre istituzioni per por fine alla vigenza del trattato UEM.
Quindi, tornato a casa, con la fastidiosa sensazione che "il partito unico dell'euro" ha una propaganda così potente che, in qualche modo, diretto o indiretto, arriva dove vuole (il tassista mi dice: "Ma ci pensa alle persone anziane che così si sono convinte che l'euro è una cosa buona?" Ecco, appunto), mi metto a cercare in rete qualche testimonianza delle "performance" dell'aedo dell'Europa, nonchè "esegeta" della Costituzione.
E qui trovo il filmato e una specie di "verbale" dell'esegeta...che vi riporto. Ora il filmato proprio non ce l'ho fatta a guardarlo fino al punto della "cessione di sovranità": ma quello che è sintetizzato nel "verbale" (dovesse sfuggire a qualcuno la predica!), mi basta, e avanza, per svolgere alcune osservazioni. Dunque:
<<Ore 23.00: Un emozionato Roberto Benigni tributa personalmente un applauso al celebre incipit dell’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra è un verso famoso in tutto il mondo, è una sorta di parola biblica“. L’accento va sulla lungimiranza dei Costituenti italiani, che “ci hanno avvicinato al mondo con questo articolo, allontanando lo spettro del nazionalismo e regalandoci 60 anni di pace“.
Ore 23,08: “L’Unione Europea è un sogno (EVVVAI! ndr), al di là delle opinioni politiche che possono essere diverse” aggiunge Benigni a chiusura del discorso sul respiro internazionale dei redattori della Costituzione>>
Ora, a parte che proprio in pace non ci siamo stati, anche perchè l'ombrello dell'ONU pare essere diventato moooolto grande (include la NATO...e in più "piove" veramente tanto, signora mia!), a parte che essere la parte soccombente di una guerra economica e commerciale (sempre qui, paragrafi 1 e 2) scatenata dall'euro (rectius: Germania) proprio tra i paesi aderenti all'UEM, non è esattamente un concetto "intelligente" di pace...
A parte ciò, che già non è poco, quel “L’Unione Europea è un sogno, al di là delle opinioni politiche che possono essere diverse” può essere "ipostatizzato" (ma sì, "digiamolo") come il MANIFESTO DEL PARTITO UNICO DELL'EURO.
Insomma, nella sua bonaria apparenza di allegrone, tanto irriverente e così "satirico", Benigni butta là una serie di gravi inesattezze; gravi perchè la gente che guarda la TV non ha, in genere, gli anticorpi per smascherarle: sicuramente lui non lo farà "apposta" (si sa, è un allegrone, irriverente e satirico, proprio una sagoma!), sicuramente tutto ciò è dovuto a "ignoranza", ma certo fa comodo...a chi "decide che può andare in onda". E proprio adesso, poi; e quanto fa comodo!
Solo che nella sua "ignoranza", dell'economia e del diritto costituzionale (ma allora perchè deve essere lui a parlare, per ore, di queste cose?), Benigni non sa che rischia di finire in retroguardia, di appoggiare una costruzione, "il fogno", che mostra già delle gravi crepe. Anche "dentro" al sistema che lui in definitiva sostiene e simpaticamente puntella, proprio laddove le voci "contano" e fanno capire che "aria tira", si incomincia a prendere le distanze.
Mi riferisco a questo articolo del corriere della sera, dove Massimo Gaggi formula una "critica comparativa" tra BCE e FED, focalizza la connessione tra politiche monetarie e occupazione (finalmente!) e, poi, incorre, nella lettura della mission BCE che conferma quanto qui illustrato circa la strana rimozione di una parte essenziale della formulazione delle norme sulla "mission" stessa; rimozione, come ricorderete, imputata alla precomprensione, cioè all'anticipazione del senso di un testo, ancor prima di leggerlo, in modo da piegarlo ai propri presupposti e pregiudizi non "affrontati" (una sorta di distonia psicanalitica, e in effetti, studiata da Lacan con riferimento ai fenomeni linguistico-testuali). Ma questo noi ormai lo sappiamo bene come e perchè si è sviluppato.
Ecco il "corsera":
"Titoli del Tesoro e obbligazioni immobiliari per complessivi 85 miliardi di dollari acquistati ogni mese sul mercato e costo del denaro che resterà a zero (o quasi) fino a quando la disoccupazione Usa non scenderà sotto il 6,5 per cento. Ben Bernanke ha le sue buone ragioni per sostenere che le decisioni prese mercoledì dalla Federal Reserve non costituiscono un cambio di rotta della Banca centrale Usa: la Fed aveva già comunicato che non avrebbe aumentato il costo del denaro almeno fino alla fine del 2015 e le previsioni attuali sono che il numero dei senza-lavoro non calerà sotto la soglia del 6,5 per cento prima di quella data. Quanto all'acquisto di titoli, era ampiamente previsto che quello introdotto con «Operation Twist» sarebbe stato sostituito da un altro strumento almeno altrettanto efficace alla sua scadenza, a fine dicembre."
E qui si vede come si inizi a dare per acquisito che una certa correlazione tra politiche monetarie e occupazione c'è.
Eh sì perchè l'occupazione dipende essenzialmente dalla domanda aggregata, che dipende da consumi e investimenti, che dipendono non certo dalla mera stabilità dei prezzi, quanto piuttosto anche da politiche fiscali che consentano il rilancio della domanda stessa. E quindi occorre "non comprimere" la spesa pubblica a suo sostegno, come sta cercando di fare Obama, e come dovrebbe sapere chiunque sapesse esattamente calcolare il moltiplicatore fiscale della spesa, cosa di cui abbiamo già parlato (a proposito dell'accertamento di impatto regolatorio).
Ma con l'euro non si può.
Perchè? Non si può, non si può e non si può ("lo vuole l'europa" e per Benigni questo è un "sogno"...per lui). Tre ottime buone ragioni che riempiono le tasche dei creditori finanziari, of course.
E il "corsera" ce lo dice, che non si può. Solo per le stesse ragioni, giuridicamente sbagliate che abbiamo evidenziato nel post che vi è molto piaciuto (la "precomprensione"):
"Diventa, quindi, sempre più stridente la differenza tra l'America e un'Europa che - con alcuni Paesi che crescono assai meno degli Usa, altri addirittura in recessione - continua a seguire politiche monetarie più severe di quella di Washington: niente stimoli fiscali all'economia mentre la politica per l'euro resta ancorata alla priorità della lotta all'inflazione. Le preoccupazioni per il possibile, ulteriore rallentamento delle economie e per un problema occupazionale che potrebbe aggravarsi trovano spazio nei discorsi allarmati del capo della Bce, Mario Draghi, non nelle politiche dell'Istituto.
Il motivo lo conosciamo fin troppo bene: il diverso Dna delle due banche centrali i cui statuti divergono in modo sostanziale nella definizione dei rispettivi obiettivi. Laddove l'unica bussola della Banca centrale europea è quella del raffreddamento dei prezzi che non devono crescere più del 2 per cento - retaggio dell'influenza tedesca, un Paese che non ha mai superato il trauma dell'iperinflazione degli anni della Repubblica di Weimar - la Fed ha la missione di garantire insieme prezzi stabili e massima occupazione.
Ecco il "motivo lo conosciamo fin troppo bene": un caso eloquente di "precomprensione", consolidata, conformistica, rinunciataria, a far valere ciò che nella mission BCE è comunque espresso e che deve (dovrebbe) trovare, invece, un obbligatorio balancing, bilanciamento, secondo i canoni cui giuridicamente si è tenuti a ricorrere. Quel "bilanciamento" che sta facendo la FED.
Il problema, però è che la interpretazione esclusiva e vincolante ("autentica") dei trattati è lasciata ai "banchieri", quelli che siedono nella BCE e quelli che, in "gruppo", hanno scritto Maastricht.
E come se ne esce, povera Europa, checchè ne "sogni" Benigni?
Riflettendo su quanto abbiamo scritto appena ieri: E noi aggiungiamo e anticipiamo che comunque il mito della "indipendenza della banca centrale" è il presupposto implicito (sintetizzato in Italia dal famoso "divorzio") di questa fanatica ideologia anti-Stato costituzionale democratico. "
Ma questo principio "correttivo", di efficienza (democratica?) del sistema economico, vale nel caso in cui ogni Stato, riacquistata sovranità monetaria e la essenziale "protezione" della flessibità dei cambi, sia già fuori dall'euro.
Se però ci rimaniamo dentro, sognando e facendoci due risate con Benigni, e accettiamo la "interpretazione giuridica autentica" e incontestabile dei "banchieri" e dei tecnici (non del diritto), caro Benigni, abbiamo (c'è arrivato persino il "corsera")...la disoccupazione come priorità delle politiche di governo, perchè di questo in sostanza si tratta.
E dunque, non l'attuazione ma la violazione dell'art.11 Cost., che non consente mai di abrogare e derogare i principi fondamentali quali indicati da Mortati, tra cui, appunto, la "promozione del lavoro" (non della disoccupazione), art.4 Cost., e la sua "tutela", art.35 Cost.
Ma poi, noi sappiamo anche che, quando pure si accedesse alla tesi sulla mission BCE più "occupazionale", come pare nella logica naturale di qualsiasi governo, negli USA, in un'area valutaria ottimale, si finisce comunque per avere differenze (cumulative) di inflazione, e quindi tassi di cambio reale svalutati, competitivamente, a favore di quelli che vincono, attraverso la intenzionale repressione della domanda interna e delle dinamiche salariali, la relativa guerra preventiva della deflazione (v. riforme Hartz). Guerra economica che è molto difficile far passare per "pace".
E sappiamo anche che, per "sedare" queste differenze, una volta che si siano riflesse in profondi e strutturali squilibri commerciali interni all'area, l'unico strumento di correzione degli stessi, "sarebbe" la deflazione salariale dei paesi indebitati (privatamente). Questo in assenza di un governo federale che, come evidenziò sempre Winne Godley, si è deciso di non costituire, precludendosi organicamente e deliberatamente, l'alternativa correttiva dei "trasferimenti" fiscali all'interno dell'area (a favore dei paesi rimasti in affanno di liquidità). Ma sappiamo ormai che la Germania questo tipo di trasferimenti non li accetta proprio, anche se incomincia a rendersi conto che l'Italia contribuisce, in percentuale del PIL , più di lei allo scarno bilancio UE.
E se anche la Germania accettasse di fare qualche concessione, è impensabile che voglia contribuire ai trasferimenti nella effettiva misura necessaria, così come calcolata da Sapir. Bel problemino di "pace" e cooperazione tra europei, no, Benigni?
E allora, caro Benigni, rimane solo che l'Europa, e la limitazione di sovranità che essa implica, oggi significa disoccupazione per agevolare la cedevolezza del fronte salariale, cioè dei lavoratori, e quindi la deflazione "competitiva", tutelando la posizione dei creditori...che possano infine rivalersi sul "patrimonio", pubblico e privato, delle comunità statali "perdenti", esauste per la tenaglia disoccupazione-recessione. Perchè a tale meccanismo si sta riducendo oggi il "sogno" dell'europa, caro Benigni.
E questo, ancor più, l'art.11 Cost. non lo consente. Anzi lo vieterebbe.
Ma perchè si capisse che lo vieta, Benigni, avresti dovuto dire altre cose. O tacere (non potevi limitarti all'originalissimo repertorio anti-berlusconiano?)
Ma dico, a Benigni, non gli viene in mente che qualcosa non va intorno a lui? E che tutto questo "sogno" europeo è intessuto di "frutti" che non possono proprio nascere sull'albero democratico della Costituzione?
No, non gli viene in mente, perchè "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". Di chi non si vuole informare.
E insomma, Benigni, Benigni, "non lo sa"...ma ormai "quando passa piange tutta la città"
Ora, a parte che proprio in pace non ci siamo stati, anche perchè l'ombrello dell'ONU pare essere diventato moooolto grande (include la NATO...e in più "piove" veramente tanto, signora mia!), a parte che essere la parte soccombente di una guerra economica e commerciale (sempre qui, paragrafi 1 e 2) scatenata dall'euro (rectius: Germania) proprio tra i paesi aderenti all'UEM, non è esattamente un concetto "intelligente" di pace...
A parte ciò, che già non è poco, quel “L’Unione Europea è un sogno, al di là delle opinioni politiche che possono essere diverse” può essere "ipostatizzato" (ma sì, "digiamolo") come il MANIFESTO DEL PARTITO UNICO DELL'EURO.
Insomma, nella sua bonaria apparenza di allegrone, tanto irriverente e così "satirico", Benigni butta là una serie di gravi inesattezze; gravi perchè la gente che guarda la TV non ha, in genere, gli anticorpi per smascherarle: sicuramente lui non lo farà "apposta" (si sa, è un allegrone, irriverente e satirico, proprio una sagoma!), sicuramente tutto ciò è dovuto a "ignoranza", ma certo fa comodo...a chi "decide che può andare in onda". E proprio adesso, poi; e quanto fa comodo!
Solo che nella sua "ignoranza", dell'economia e del diritto costituzionale (ma allora perchè deve essere lui a parlare, per ore, di queste cose?), Benigni non sa che rischia di finire in retroguardia, di appoggiare una costruzione, "il fogno", che mostra già delle gravi crepe. Anche "dentro" al sistema che lui in definitiva sostiene e simpaticamente puntella, proprio laddove le voci "contano" e fanno capire che "aria tira", si incomincia a prendere le distanze.
Mi riferisco a questo articolo del corriere della sera, dove Massimo Gaggi formula una "critica comparativa" tra BCE e FED, focalizza la connessione tra politiche monetarie e occupazione (finalmente!) e, poi, incorre, nella lettura della mission BCE che conferma quanto qui illustrato circa la strana rimozione di una parte essenziale della formulazione delle norme sulla "mission" stessa; rimozione, come ricorderete, imputata alla precomprensione, cioè all'anticipazione del senso di un testo, ancor prima di leggerlo, in modo da piegarlo ai propri presupposti e pregiudizi non "affrontati" (una sorta di distonia psicanalitica, e in effetti, studiata da Lacan con riferimento ai fenomeni linguistico-testuali). Ma questo noi ormai lo sappiamo bene come e perchè si è sviluppato.
Ecco il "corsera":
"Titoli del Tesoro e obbligazioni immobiliari per complessivi 85 miliardi di dollari acquistati ogni mese sul mercato e costo del denaro che resterà a zero (o quasi) fino a quando la disoccupazione Usa non scenderà sotto il 6,5 per cento. Ben Bernanke ha le sue buone ragioni per sostenere che le decisioni prese mercoledì dalla Federal Reserve non costituiscono un cambio di rotta della Banca centrale Usa: la Fed aveva già comunicato che non avrebbe aumentato il costo del denaro almeno fino alla fine del 2015 e le previsioni attuali sono che il numero dei senza-lavoro non calerà sotto la soglia del 6,5 per cento prima di quella data. Quanto all'acquisto di titoli, era ampiamente previsto che quello introdotto con «Operation Twist» sarebbe stato sostituito da un altro strumento almeno altrettanto efficace alla sua scadenza, a fine dicembre."
E qui si vede come si inizi a dare per acquisito che una certa correlazione tra politiche monetarie e occupazione c'è.
Eh sì perchè l'occupazione dipende essenzialmente dalla domanda aggregata, che dipende da consumi e investimenti, che dipendono non certo dalla mera stabilità dei prezzi, quanto piuttosto anche da politiche fiscali che consentano il rilancio della domanda stessa. E quindi occorre "non comprimere" la spesa pubblica a suo sostegno, come sta cercando di fare Obama, e come dovrebbe sapere chiunque sapesse esattamente calcolare il moltiplicatore fiscale della spesa, cosa di cui abbiamo già parlato (a proposito dell'accertamento di impatto regolatorio).
Ma con l'euro non si può.
Perchè? Non si può, non si può e non si può ("lo vuole l'europa" e per Benigni questo è un "sogno"...per lui). Tre ottime buone ragioni che riempiono le tasche dei creditori finanziari, of course.
E il "corsera" ce lo dice, che non si può. Solo per le stesse ragioni, giuridicamente sbagliate che abbiamo evidenziato nel post che vi è molto piaciuto (la "precomprensione"):
"Diventa, quindi, sempre più stridente la differenza tra l'America e un'Europa che - con alcuni Paesi che crescono assai meno degli Usa, altri addirittura in recessione - continua a seguire politiche monetarie più severe di quella di Washington: niente stimoli fiscali all'economia mentre la politica per l'euro resta ancorata alla priorità della lotta all'inflazione. Le preoccupazioni per il possibile, ulteriore rallentamento delle economie e per un problema occupazionale che potrebbe aggravarsi trovano spazio nei discorsi allarmati del capo della Bce, Mario Draghi, non nelle politiche dell'Istituto.
Il motivo lo conosciamo fin troppo bene: il diverso Dna delle due banche centrali i cui statuti divergono in modo sostanziale nella definizione dei rispettivi obiettivi. Laddove l'unica bussola della Banca centrale europea è quella del raffreddamento dei prezzi che non devono crescere più del 2 per cento - retaggio dell'influenza tedesca, un Paese che non ha mai superato il trauma dell'iperinflazione degli anni della Repubblica di Weimar - la Fed ha la missione di garantire insieme prezzi stabili e massima occupazione.
Ecco il "motivo lo conosciamo fin troppo bene": un caso eloquente di "precomprensione", consolidata, conformistica, rinunciataria, a far valere ciò che nella mission BCE è comunque espresso e che deve (dovrebbe) trovare, invece, un obbligatorio balancing, bilanciamento, secondo i canoni cui giuridicamente si è tenuti a ricorrere. Quel "bilanciamento" che sta facendo la FED.
Il problema, però è che la interpretazione esclusiva e vincolante ("autentica") dei trattati è lasciata ai "banchieri", quelli che siedono nella BCE e quelli che, in "gruppo", hanno scritto Maastricht.
E come se ne esce, povera Europa, checchè ne "sogni" Benigni?
Riflettendo su quanto abbiamo scritto appena ieri: E noi aggiungiamo e anticipiamo che comunque il mito della "indipendenza della banca centrale" è il presupposto implicito (sintetizzato in Italia dal famoso "divorzio") di questa fanatica ideologia anti-Stato costituzionale democratico. "
Ma questo principio "correttivo", di efficienza (democratica?) del sistema economico, vale nel caso in cui ogni Stato, riacquistata sovranità monetaria e la essenziale "protezione" della flessibità dei cambi, sia già fuori dall'euro.
Se però ci rimaniamo dentro, sognando e facendoci due risate con Benigni, e accettiamo la "interpretazione giuridica autentica" e incontestabile dei "banchieri" e dei tecnici (non del diritto), caro Benigni, abbiamo (c'è arrivato persino il "corsera")...la disoccupazione come priorità delle politiche di governo, perchè di questo in sostanza si tratta.
E dunque, non l'attuazione ma la violazione dell'art.11 Cost., che non consente mai di abrogare e derogare i principi fondamentali quali indicati da Mortati, tra cui, appunto, la "promozione del lavoro" (non della disoccupazione), art.4 Cost., e la sua "tutela", art.35 Cost.
Ma poi, noi sappiamo anche che, quando pure si accedesse alla tesi sulla mission BCE più "occupazionale", come pare nella logica naturale di qualsiasi governo, negli USA, in un'area valutaria ottimale, si finisce comunque per avere differenze (cumulative) di inflazione, e quindi tassi di cambio reale svalutati, competitivamente, a favore di quelli che vincono, attraverso la intenzionale repressione della domanda interna e delle dinamiche salariali, la relativa guerra preventiva della deflazione (v. riforme Hartz). Guerra economica che è molto difficile far passare per "pace".
E sappiamo anche che, per "sedare" queste differenze, una volta che si siano riflesse in profondi e strutturali squilibri commerciali interni all'area, l'unico strumento di correzione degli stessi, "sarebbe" la deflazione salariale dei paesi indebitati (privatamente). Questo in assenza di un governo federale che, come evidenziò sempre Winne Godley, si è deciso di non costituire, precludendosi organicamente e deliberatamente, l'alternativa correttiva dei "trasferimenti" fiscali all'interno dell'area (a favore dei paesi rimasti in affanno di liquidità). Ma sappiamo ormai che la Germania questo tipo di trasferimenti non li accetta proprio, anche se incomincia a rendersi conto che l'Italia contribuisce, in percentuale del PIL , più di lei allo scarno bilancio UE.
E se anche la Germania accettasse di fare qualche concessione, è impensabile che voglia contribuire ai trasferimenti nella effettiva misura necessaria, così come calcolata da Sapir. Bel problemino di "pace" e cooperazione tra europei, no, Benigni?
E allora, caro Benigni, rimane solo che l'Europa, e la limitazione di sovranità che essa implica, oggi significa disoccupazione per agevolare la cedevolezza del fronte salariale, cioè dei lavoratori, e quindi la deflazione "competitiva", tutelando la posizione dei creditori...che possano infine rivalersi sul "patrimonio", pubblico e privato, delle comunità statali "perdenti", esauste per la tenaglia disoccupazione-recessione. Perchè a tale meccanismo si sta riducendo oggi il "sogno" dell'europa, caro Benigni.
E questo, ancor più, l'art.11 Cost. non lo consente. Anzi lo vieterebbe.
Ma perchè si capisse che lo vieta, Benigni, avresti dovuto dire altre cose. O tacere (non potevi limitarti all'originalissimo repertorio anti-berlusconiano?)
Ma dico, a Benigni, non gli viene in mente che qualcosa non va intorno a lui? E che tutto questo "sogno" europeo è intessuto di "frutti" che non possono proprio nascere sull'albero democratico della Costituzione?
No, non gli viene in mente, perchè "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". Di chi non si vuole informare.
E insomma, Benigni, Benigni, "non lo sa"...ma ormai "quando passa piange tutta la città"
Non l'ho visto apposta. Temevo infatti che Benigni andasse a collegare la lungimiranza dei costituenti con l'immancabile "fogno" Europeo... (ho preferito guardarmi la replica della medaglia d'oro di Jessica Rossi al tiro al piattello alle Olimpiadi di Londra di quest'estate)
RispondiEliminaSinceramente, meglio che torni ad occuparsi di Divina Commedia, lo apprezzavo molto. Anche il repertorio anti berlusconiano è ormai stantio (ma certo che il Berlusca continua a fornire materiale)
Hai perfettamente ragione Quarantotto: non c'è peggior sordo di chi non si vuole informare. Informarsi, vuol dire tornare a studiare. Sono sacrifici che però occorre fare se si ha a cuore il nostro Paese e, sì, anche l'Europa. Non quella delle oligarchie finaziarie, dei banchieri e dei tecnocrati di Bruxelles, ma quella della gente comune.
finiranno nella pattumiera della storia insieme al loro Partito di Destra.
RispondiEliminaEcco, temevo la conferma dei miei timori: Benigni che viene usato, e che si lascia usare, per scatenare un'offensiva pro-euro. Quando la razionalità dice chiaramente che l'euro è fallimentare, quando anche i ceti popolari si rendono conto sulla loro pelle che l'euro è un tritacarne dei loro diritti fondamentali, ecco che parte l'offensiva del main-stream mediatico che sposta il piano di discussione dalla sfera razionale a quella emotiva annullando quindi l'effetto di qualsiasi argomentazione logica e persino il brontolìo della pancia (per ora), e quindi Benigni è perfetto in questo ruolo (chi non ha visto la Vita è Bella! Quante risate e quanti lacrimoni! Come si può pensare che uno così, uno di noi, ci stia prendendo in giro, uno che ha preso in braccio Berlinguer!). Ecco un altro pezzo della sinistra istituzionale che si rivela per quello che è: nel migliore dei casi è egli stesso vittima della propaganda eurista, nel peggiore dei casi è complice e quindi non gli importa nulla dei ceti popolari. In entrambi i casi è un personaggio da dimenticare, ma da tenere bene a mente.
Oh ragassi! Vi amo!
RispondiEliminaMa sapete, Benigni vive in una splendida casa sullo splendido Aventino: se scende giù è per rimanere....lassù. InZomma, lo capisco; ci sono tante persone "de sinistra" così in giro, a cominciare da quelle con villa a Capalbio. E' tutto un "buen retiro", un "padre nobile che ci (?) richiama alla responsabilità", un "cenacolo" di fini intellettuali, una "rappel all'ordre" e via dicendo.
Ma poi alla fine Lerner lo hanno fatto chiudere per emigrazione totalitaria dell'audience. Solo che Benigni "passa" ancora per "simpatico toscanaccio", "voce del popolo"...Spero che ci "vadi" a parlare col popolo (operai, pmi) o magari che li inviti a casa sua...e gli dica di "sognare" tutti insieme con l'euro
Caro 48, a proposito del Corsera, ieri (18.12.12. pag. 12) il buon Federico Fubini, nelle pieghe di un commento su viaggio a Washington del Ministro Grilli, dove il Ministro del Tesoro avrebbe cercato di convincere gli Usa che il proprio governo punta alla crescita del PIL nominale in termini di almeno il 3% annuo, ci regalava questa perla rara per il Corsera, che spiega per una volta in modo chiaro l'eurosogno Benigno (che dopo i rituali approfondimenti scientifici si rivela immancabilmente maligno), "Resta solo un punto da chiarire: nei tredici anni dell'euro l'Italia ha perso circa il 30% di competitività sulla Germania e il 20% sulla media dell'area monetaria. Per crescere, il Paese ha bisogno di tornare competitivo. Ma per riuscirci l'Italia ha solo due opzioni: la prima sarebbe aumentare molto gli investimenti per la produttività, ma in questa fase di credito difficile sembra una strada preclusa; la seconda invece è quella di ridurre i costi, a partire da quelli del lavoro, ed infatti è proprio ciò che sta succedendo. Il continuo aumento della disoccupazione spinge chi cerca un posto ad accettare compensi sempre minori pur di lavorare, ridando così un pò di competitività alle imprese. Ma comprimere i compensi e i costi tramite disoccupazione e intanto centrare il 3% di crescita nominale non è facile: è come camminare con una gamba in un senso, e con l'altra in quello contrario".
RispondiEliminaMa Roubini l'aveva detto: al corpo debilitato (della democrazia) si propinano dosi ulteriori e crescenti dello stesso veleno...
EliminaVero...infatti lo notava anche Seminerio sul suo blog Phastidio . Che poi, per tornare al discorso della Banca Centrale indipendente, se ci fosse buona fede sui media mainstream basterebbe scovare in giro articoli come questo di Maurizio Donato, ma di cui il web è pieno, per capire da dove salti fuori il nostro "debitopubblicobrutto"...grazie ad un divorzio nato per seguire le linee guida deflazionistiche messe in atto con Volcker dalla FED americana nel suo mandato 1979-1987...
EliminaD'accordissimo. Ma ora vediamo cosa partorisce Istwine. E poi ci raccordiamo :-)
EliminaSig. Quarantotto, complimenti per il blog, mi piace molto e lo trovo utilissimo per colmare molte lacune.
RispondiEliminaTralascio la triste performance di Benigni, che avrei preferito fosse la contrazione del nome Benito Li Vigni, ma putroppo, una volta accesa la TV, mi son reso conto che. E quindi ho gentilmente abbandonato la stanza.
Semmai sarebbe interessante di per sé approfondire quanto possa essere valido, da un punto di vista giuridico, un assunto meramente teorico. Mi spiego: il mandato della BCE riguarda la stabilità dei prezzi. Ma questo è un assunto che deriva da una precisa teoria, molto discutibile, esattamente perché che la BCE possa controllare i prezzi è empiricamente non dimostrato. Allora mi chiedo come si possa anche impugnare in sede istituzionale un mandato del genere. Ma lo stesso vale per la piena occupazione, a mio avviso. Come si potrebbe "denunciare" la BCE o qualunque Banca Centrale, laddove poi sostanzialmente il suo ruolo è discutibile?
Il caso della BCE è un caso particolare, nel senso che qui hai una struttura indipendente che agisce per tutto l'Eurosistema. Le disfunzioni dell'interbancario, i differenziali d'inflazione, i diversi gradi tassi di disoccupazione e occupazione nei paesi, i differenti spread anche negli stessi tassi interbancari (Euribor, EONIA ecc), come gli spread sui decennali (Lo Spread!) sono tutte evidenze che la BCE, per dirla in maniera rozza, non ha nessun potere, se non quella di sganciare il soldo quotidianamente, ma più come tappabuchi che altro.
Partiamo dal presupposto del Divorzio Bankitalia-Tesoro. Da un punto di vista istituzionale tra l'assetto preEuro e postEuro non c'è grossa differenza. Formalmente va detto, perché poi non fu Divorzio sostanzialmente, ma questo è un altro discorso (io sul Divorzio la penso un po' in maniera differente e non calcherei troppo la mano, se non per dire che era una minchiata senza basi teoriche). E non è una questione di mandato, è proprio una questione di sostanziale inefficacia di qualunque azione che veda la Banca Centrale come principale agente, ovvero, occorre porre in discussione l'enorme peso che si da a quest'ultima.
Quando il Corsera (ma fosse solo lui, sono virtualmente tutti) considera una differenza di DNA o cose simili, sbaglia, e sbaglia molto. Ora non sto qui a discutere le differenze tra il sistema anglosassone e quello europeo, è una differenza che esiste da ben prima dell'Euro. Il fatto è che si continua ad attribuire a FED o BCE un potere che non hanno, dati alla mano. L'operazione twist o il QE di cui parla il Corsera sull'occupazione non ha nessuna influenza. E la FED non può fare altro. Insomma, che lo facesse o no, a livello occupazionale e a livello di inflazione non cambierebbe granché. Però tutti i commentatori hanno questo vizio di vedere in quelle operazioni "la grande differenza tra FED e BCE". Sì, ma non serve a nulla. E la BCE le fa quotidianamente, da sempre, e non serve a granché, cambia la composizione del portafoglio delle banche, ma su prezzi e occupazione non ha nessun effetto diretto.
Allora, dopo questo pastone, ti chiedo: quanto può essere efficace una critica in termini giuridici, che però presuppone, alla base, un accogliere assunti teorici (a mio avviso) sconclusionati?
[mi scuso ovviamente se ho utilizzato terminologia poco consona]
EliminaIstwine, che te pozzino, ma adesso arrivi? :-)
Elimina1. Sul piano giuridico, la BCE "fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi" è tenuta a "contribuire agli obiettivi dell'art.3 TUE", tra cui al par.3, esplicitamente, la "piena occupazione". NOn so se le "BC" influiscano su qualcosa...pare di sì: tu gli dai "meno peso"? Fammi capire con ragionamenti per passaggi sintetici: MA NON QUI, SCRIVIMI PERFAVORE DIRETTAMENTE, PERCHE' CI STO LAVORANDO SUL RUOLO DELLE BC. Scrivi a sil-viar@virgilio.it così avrò finalmente la tua mail.
2. Gli argomenti da te sunteggiati in questa sede, con riferimento alle basi normative della mission BCE, malintese proprio sul piano della corretta logica ermeneutica, li ho diffusamente trattati in questo post (che peraltro coinvolge tutto il modo di intendere i trattati):http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/giuristi-e-economisti-cronache-da-un.html
3. Su questi aspetti, nei risvolti giuridici, necessariamente supportati dai corretti presupposti economici si può lavorare. Are you game?
Ah poi, certo che l'operazione twist RAPPORTATA ALLA BCE NON HA INFLUENZA RILEVANTE SULL'OCCCUPAZIONE. E LO DICO. Ma occorre considerare che nel caso della FED si inserisce nel contesto di uno STATO FEDERALE CHE FA I TRASFERIMENTI e che quindi dall'abbassarsi-stabilizzazione dell'onere degli interessi passivi ricava margini evidenti di manovra fiscale di stimolo
EliminaE mi sa che son stato troppo frettoloso, mi scuso! Che poi, l'avevo anche letto e apprezzato lo scambio con Piga (ma ancora ci parli? Quello crede all'equivalenza ricardiana, che ci parli a fare, è un delirio quotidiano, ogni articolo sembra Fabio Fazio che riscrive il Keynes neoclassico).
EliminaComunque ti scrivo or ora se no perdo le idee, anche se pensavo l'avessi la mia mail, o forse Alberto mi ha preso in giro!
Mi rassicuri: se mi contestavi la relazione inversa tra oneri del debito e "pubblic consumption-investment"+ BC "indipendente", mi mandavi nel..."controintuitivo" dritto dritto :-)
EliminaSu Piga era un divertissment, visto che s'era allargato a darmi lezioni di ermeneutica giuridica...E infatti scrivere il post mi è risultato divertente
Fatto. Alla fine probabilmente la pensiamo alla stessa maniera, ti ho mandato un dato che magari non conoscevi, o comunque che non ho mai letto né qui né da Alberto.
EliminaScusa ancora per l'entrata a gamba tesa fuori luogo!
Grande Istwine! Non ti devi scusare: non si finisce mai di cercare di essere chiari.
EliminaAdesso che ho la tua mail, possiamo partire con la grande campagna di riassetto istituzionale e di riconduzione dei poteri previsti in Costituzione nello spirito della democrazia :-)
No, dico: ci hai fatto caso che la BC in Costituzione non è contemplata? Per fortuna e per ora (meglio che ce lo diciamo solo tra noi prima che si affrettino a riempire la lacuna a "modo loro")
A proposito, sul fatto che lo Stato, in qualunque sua proiezione, essendo ope constitutionis un "monopolista" (Mosler e BC asides), laddove ASTRETTO DA VINCOLI MONETARI CHE NE LIMITANO RIGIDAMENTE LA POLITICA FISCALE, finisce per massimizzare la rendita da monopolista privato, questo: http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/la-produttivita-e-i-tagli-e-poi-ancora.html , L'AVEVI VISTO?
Eliminaentro anch'io a casa 48 , dove mi sento perfettamente a mio agio fra legni pregiati profumo di thè verde giapponese e atmosfera esoterica (faccio domanda di iscrizione alla loggia)
Eliminainizio pero' con una blanda critica a istwine perchè
la sua teoria sulla moneta 'solo' endogena non mi convince o meglio mi conivincerebbe ma la trovo troppo teorica e in qualche modo aleatoria ...anche alberto (bagnai) in uno degli ultimi video si lascia scappare
che la moneta è sostanzialmente (o prevalentemente , non ricordo esattamente)endogena , e c'è (molta)differenza nella sostanza...Vero che il Qe non magari non influenza direttamente l'occupazione ecc..
pero' indirettamente ha un impatto sull'economica e sulla societa' non trascurabile (E chiaramente varia e dipende da come si struttura il sistema economico/sociale/bancario...) Diciamo che le ricadute
di queste operazione non sono predicibili hanno uno iato di aleatorieta'...Comunque oggi il nuovo PM giapponese ha ordinato alla bancacentrale stimoli senza limite (con target inflazione 2%)essenzialmete per deprezzare lo yen...e smuovere l'economia ...rischioso ma ci provano...che ne pensi?
La mia impressione è che una gestione ^fiscale^ ispirata al giappone sarebbe di grande beneficio per l'italia
Mah, sai il giappone è afflito da deflazione e moneta forte da troppi anni (vive di attivo commerciale). E' chiaro che politiche espansive della domanda interna passano anche per iniezioni di liquidità: purchè arrivino alla gggente (hanno una rigidissima legislazione dissuasiva dei consumi diffusi che...esportano agli altri). E questo è il problema, in giappone e altrove, dato che hanno commesso errori, in recente passato, proprio per perseguire stabilità dei prezzi e "equilibrio" dei conti "strutturando" meccanismi legali in tal senso.
EliminaCredi forse che sarà facile smontare la legislazione della "stagione" delle "riforme sul lato dell'offerta in Italia"?
Ogni giorno che passa diventa sempre più difficile riparare un meccanismo e "tornare" a un diverso modello di Stato, politiche fiscali, industriali e del lavoro, SENZA TRAUMI. L'avvelenamento è enorme e l'organismo è debole: fughe di capitali e acquisizioni estere potrebbero costituire controspinte "politiche" enormi. E' una lotta contro il tempo...
e grazie per la descrizione della casa ;-)
Eliminaprego ;)
Eliminaun attimo pero' mi trovo in difficolta' perchè concordavo su tutto era stato scritto-ed ero in grado di comprendere^- in un questo blog di nicchia( non si trova...^^) e ora devo un po' dissentire...perchè sulla legislazione rigidissima nipponica sarebbe difficile pensare diversamente , ma in giappone non mi risulta una compressione della domanda interna (anche se le cose non sono andate benissimo) l'export è importante naturalmente ma sono dei creditori sull'estero soprattutto
Aggiungerei anche l'iva o vat risibile per gli standard italiani non fa pensare ad un disincentivo al consumo
Quanto al TRAUMA è un concetto psicanalitico novecentesco :) freudiano ! (non so se sia un insulto
no un invocazione benevola ) quanto al cambiamento certo non sara' cosi' immediato ma molto graduale
Le fughe di capitali e le acquisizioni ci sono state
ma stiamo iniziando a farci sentire...si notano segni di cedimendo nei collaborazioni...
ps:un piacere leggere questo blog ^^
http://www.nova3.com/_serv/notizie_proposte/estero-turismo/sindrome_giapponese.htm
EliminaRecente: http://www.borsamonitor.it/index.php/economia-mainmenu-119/1319-giappone-il-pil-cresce.html
In ogni modo prova a comprare e usare una maximoto in giappone: dovrebbe essere il posto in cui è più facile al mondo. E invece è il contrario. Una sorta di dumpig normativo fatto per privilegiare le esportazioni e scoraggiare i consumi importati(da cui il credito verso l'estero). E ciò vale per tante altre cose, specie se corrono il rischio di essere beni ambìti di import. Questo serve a mantenere salari reali costanti e una certa pace sociale in presenza della deflazione (e di prezzi "interni" non crescenti). Ma non basta a rilanciare il PIL in crescite nominali outstanding. Una società atipica, per molti versi.
Ma, oddio, questa è materia OT e magari se ne parla un'altra volta...dobbiamo prima risolvere questa questionuccia dell'euro. E tutti sono chiamati a dare una mano (già siamo una nicchia...)
Ho letto Quarantotto, e mi è piaciuto, anche l'intervento di Alessandro Guerani. Non è una materia semplice quella, anche perché bisogna conoscere molto molto bene la struttura industriale e non del paese italiano. Si può avere un impianto teorico di un certo tipo, ma senza poi una conoscenza reale delle peculiarità italiane, non se ne esce. Peraltro le teorie sulla crescita e sulla produttività non le ho mai approfondite a dovere come altro, conosco qualcosa ma non al millimetro, in futuro sicuramente sarò costretto per contrastare Robert - Asset/Liabilities - Barro. Penso ad esempio al fatto che taluni considerano una debolezza la particolarità italiana fatta di piccole e medie imprese (vedi Brancaccio, Giacché), altri no, come Piga. Io sono più dalla parte di Piga in questo caso, ma ripeto, non mi addentro troppo perché non è materia semplice.
EliminaSulla BC dalla mail spero di essermi chiarito (a proposito, se ti devo scrivere, scrivo lì?), anche sul Divorzio. Come ho scritto tante volte, un'analisi del ruolo della Banca Centrale non può non partire dal come una BC opera quotidianamente. E quindi transazioni alla mano, bilanci, stock/flussi. Da qui poi, una volta compreso abbastanza bene questi aspetti (e ce n'è eccome), si passa a considerare l'idea di "indipendenza" della BC e il suo ruolo istituzionale. Questo poi però rimane, a mio avviso, sempre abbastanza astratto, nel senso che un'analisi approfondita non può fare a meno di analizzare CHI siano le Banche Centrali. Allora il discorso si fa molto molto delicato e spesso, devo ammettere, c'è molta resistenza su questo perché se ne parla, solitamente, in maniera un po' naive, laddove in realtà è una questione reale e complessa, e anche storica (da Barbara Villiers in poi si potrebbe dire...).
Però ci si può anche attenere ai primi due, che già è molto, in un contesto di nondibattito nel quale ci troviamo.
R,
EliminaSu endogeneità della moneta c'è un equivoco. L'endogeneità della moneta è una caratteristica del sistema capitalistico, e con la seconda parte dello scritto si capirà meglio. Non confondere però quello che dicevo, il mio non è un discorso sul fatto che la moneta sia neutrale, quello solo all'Università ci credono, ma sul fatto che sia sopravvalutato il potere della BC su due questioni: stabilità prezzi e piena occupazione. Stabilità prezzi perché, banalmente, l'inflazione non è solo ed esclusivamente fenomeno monetario, anzi. Il secondo perché, come ho scritto nella mail a Quarantotto, sono tanti altri i fattori che influiscono e la BC non può fare granché. Prendiamo il Quantitative Easing, che poi altro non è che la politica imposta dalla FED di mantenere un livello elevato di riserve bancarie in eccesso. Cosa è successo? Nulla, hai tassi d'interesse bassissimi e un sistema dei pagamenti ultrafluido! Più espansivo di così che deve fare? Idem il Giappone, che lo fa da un decennio. Idem la Bank of England. Ma come ha influito questo su piena occupazione e come potrebbe influire, anche volendo, scambiare un titolo con un altro titolo (le riserve bancarie sono un sostituto dei titoli a breve, sostanzialmente)? Per questo dico che la Banca Centrale è molto sopravvalutata e invece ne è sottovalutato il suo ruolo primario, ovvero governare i sistemi di pagamento e garantire passivamente l'emissione di riserve bancarie (cosa che fa quotidianamente peraltro).
Voglio dire, è come se, che so, il Tesoro avesse come mandato, quello di garantire l'aumento di produttività al tasso annuale del 2%. Glielo puoi anche mettere nel mandato, ma la sua influenza sulla produttività è indiretta, cioè ci vogliono circa dodici passaggi prima di arrivarci [dodici è numero a caso, ovviamente]. Lo stesso vale per la BC, gli metti stabilità prezzi e poi ti rendi conto che a influire sui prezzi sono una marea di variabili che vengono prima del mero "controllo degli aggregati monetari" (cosa che peraltro solo la BCE dice di fare, e non lo fa, perché è impossibile controllarli stante l'attuale assetto) e del tasso d'interesse interbancario EONIA. E quindi sì, influiscono, ma in maniera indiretta, assieme a tante altre variabili (costi produzione, materie prime, domanda ecc).
Capite che intendo?
Concordo, anche io la vedo così. Fissare target di inflazione, di aggregati monetari, occupazione/disoccupazione sono meri, appunto, "obiettivi" che la Banca Centrale si da, ma su cui direttamente non influisce. Appunto dire che stabilisce l'inflazione ottimale al 2% o persegue l'obiettivo della "piena occupazione", sapendo bene che queste sono, se posso e se non erro, variabili "endogene" del sistema capitalistico, le da un'importanza che nei fatti non ha. Giustamente casca l'esempio della FED, che taglia i tassi e stimola, ma che non risolve il problema statunitense. Naturale però che la BC, in casi recessione/depressione come accade ora, funga però da strumento indiretto anticiclico. Mi spiego: fungendo da acquirente residuale, la BC (italiana e.g.) avrebbe la possibilità di "aiutare" l'esecutivo in ambito fiscale, monetario ed economico. Il Tesoro infatti, attraverso la sua azione di "calmierazione" tassi, avrebbe risorse per stimolare edeguatamente l'economia, cosa che ora (anzi 20anni di) avanzo primario e Fiscal Compact non permettono/permetteranno. Che poi, i tassi alti non sono "colpa" del divorzio BC/Tesoro, ma del fatto che, passano indirettamente da questo scenario, lo Stato, perdendo competitività via tasso di cambio reale sopravvalutato a causa dei cambi fissi, ha dovuto in qualche modo trattenere a sè i capitali che, altrimenti sarebbero fuoriusciti dal paese, invogliandoli con calo prezzi ed aumento rendimenti BOT. Scusate l'intromissione...
EliminaEsatto Flavio. Preciso meglio un aspetto: io in genere, seguendo ciò che considero più logico e realistico (ovvero la teoria post-keynesiana) considero la fissazione dei prezzi come determinati dai costi (poi c'è da approfondire, ma è lunga). Il tasso d'inflazione è la variazione relativa del livello generale dei prezzi, quindi abbiamo che fondamentalmente il tasso d'inflazione è legato ai prezzi e quindi ai costi. In che modo la BC può influire sui costi delle imprese? Principalmente in un modo.
EliminaPartiamo dal presupposto che i costi includono i salari, il costo delle materie prime, il costo dei beni intermedi necessari alla fabbricazione del prodotto, i costi di amministrazione, di trasporto, distribuzione ecc, e poi i costi di finanziamento (i prestiti della banca, nel caso italiano in particolare).
La BC può influire sui costi ad esempio imponendo tassi d'interesse elevati e quindi costi di finanziamento elevati. Questo entra come costo nelle decisioni delle imprese, senza dubbio. Ma entrano anche le decisioni delle banche su quanto imporre come differenza sul tasso d'interesse della BC (aspetti microeconomici della banca). Quanto questo poi influisce sui prezzi fissati dalle imprese dipende da quanto l'economia "tira", a costi elevati di finanziamento potrebbe corrispondere comunque una domanda elevata che mette l'impresa nelle condizioni di poter ripagare il debito senza problemi eccessivi, e senza quindi scaricare i costi sui consumatori.
Il discorso è ovviamente molto più complesso, ma queste sono solo piccole riflessioni che hanno lo scopo di evidenziare quantomeno un paradosso del dibattito dominante anche tra chi queste cose le sa bene.
A questo punto quindi la domanda mia è: considerato che delle differenti fonti di costo per le imprese, la BC influisce direttamente/indirettamente di sicuro su una soltanto (poi si può discutere sulle altre, ma è molto meno evidente), quanto è credibile un target di inflazione annuale da parte di quest'ultima? A mio avviso poco o niente. Da qui i miei dubbi sul potere che gli si attribuisce sia dal lato del tasso d'interesse (per l'inflazione), sia dal lato (questo una grossolana minchiata) degli aggregati monetari.
Che ne pensate?
E' del tutto logico che sul target di inflazione la BCE non possa influire direttamente. Però influisce sempre e solo sulla domanda aggregata (lenendo l'onere degli interessi passivi sul debito pubblico). Ciò con il suo possibile (e contestato, strisciante direi) intervento non tanto di QE, quanto, seguendo la definizione di Buiter, di "tesoriere": in questo caso, di una pluralità differenziata di più governi (a cui corrisponde una sola moneta).
EliminaE già questo è un limite di una politica centralizzata, anche in questa forma, considerata estrema, e contestata dalla germania, di intervento. Ciò, ancorchè il divieto di "acquisto" dei titoli pubblici, attenzione, riguarda, a norma dell'art.123 Tr. FUE, quello "diretto" e quindi, come evidenzia Monacelli, non l'acquisto sul mercato secondario...
Analoghe considerazioni possono svolgersi sulla piena occupazione, con l'avvertenza che comunque la si metta, alleggerire l'onere degli interessi "può" favorirla, appunto, in quanto riespanda interventi fiscali anticiclici (spesa pubblica).
Sulla modestia o meno di tali effetti non si può dare un giudizio "a priori": diciamo che sono tanto più efficaci quanto più la situazione, come ora, sia di vincolo non solo monetario ma anche fiscale, nel senso che la BCE rimane l'ultima via di riconquista di una certa manovrabilità di bilancio in presenza di vincoli come il fiscal compact.
Ma il punto è quello che evidenzia Wynne Godley: un'AVO non può reggersi solo su una BC (a politiche necessariamente centralizzate) e sulla fiducia di riequilibrio del "libero mercato" (come pareva sostenere Padoa Schioppa citato nel post di oggi).
Per questo, (nel post "per chi non guardasse solo ggogle..."), ho indicato ANCHE le disposizioni sulle politiche economiche e del lavoro, volte anch'esse ANCHE alla "piena occupazione" (sempre per rinvio all'art.3, par.3), che la COMMISSIONE era tenuta a promuovere e monitorare.
Per questo è grave che la commissione si svegli, con Andor, solo a fiscal compact "imposto" e che la germania dica pure che della censura alle sue politiche unilaterali salariali "non je ne può frega' de meno"...
Insomma, coi vari post (le ora cose dette sono ascrivibili anche al cit. post "per chi guardasse solo Google") segnaliamo che la INTERA IMPALCATURA DEI TRATTATI E' STATA INTESA E GESTITA IN BASE A "PRECOMPRENSIONE" DETTATA DA UN SCELTA IDEOLOGICA, suicida, miope e anticooperativa.
E che di fronte a ciò nessuno rimarrebbe in un trattato del genere: se non si vuol fare neppure il coordinamento cooperativo di politiche economiche e del lavoro, non è pensabile che si faccia un governo-bilancio "federale", per di più nella misura indicata da Sapir. Come appunto sottolineo in questo post qui commentato.
Avendo dunque presente l'intero quadro giuridico anche la valutazione economica della congiuntura cambia...e viceversa (come appunto dico in "giuristi e economisti...").
Siamo d'accordo su questo quadro "d'insieme"?
Oh bé Quarantotto, certo che siamo d'accordo, ma lo siamo dall'inizio, figurati! La mia "contestazione" in realtà era una contestazione al dibattito dominante (anche tra chi è critico dei Trattati), non verso i tuoi articoli, non mi fraintendere. Forse son partito un po' frettoloso e non ho spiegato bene poi cosa volessi dire. Certamente riconosco che la base del tuo ragionamento era proprio quella di una discutibile interpretazione teorica di una BC, quindi nulla da eccepire, anzi, mi sembra che la tua analisi sia anche tra le più originali (nel senso di intuizione necessaria al dibattito dal punto di vista giuridico).
EliminaPeraltro il mio discorso non riguarda semplicemente la BCE, che è un aborto, parliamoci chiaro, e non c'è modo da qualunque parte la si guardi, di salvarne l'operato. Riguardava in genere tutte le Banche Centrali, che operino per uno Stato o che operino per un'AVO, cioè, era un discorso già sul versante propositivo, più che di analisi del sistema europeo. L'analisi del sistema europeo è completata, non c'è altro da dire a mio avviso. Trattasi di moderna dittatura e il Più Africa non è una soluzione.
Tutto qui.
Poi sulla domanda aggregata non saprei, interessi che tornano al settore privato sono uno "stimolo" alla domanda, dipende chi ha in mano i titoli e dove. Ma se paradossalmente li acquistasse sempre la BC al primario, e non li vendesse nel secondario (cosa che peraltro le banche centrali europee raramente facevano), quegl'interessi tornerebbero alla BC, e quindi avresti uno "stimolo" in meno. Ma son sottigliezze contabili queste.
Detto questo mi spiace per il fraintendimento, se è parso un attacco o una critica, sottolineo che non lo era affatto.
Istwine, ma avevi già chiarito sull psirito del tuo "esordio" (comunque gradito)! HO replicato solo per chiarire (a me stesso, come si dice) la coerenza del mio discorso con quello tuo, che condivido.
EliminaQuindi era una validazione con un allargamento ai vari aspetti complementari e deficitari dell'AVO. Non ho dubbi sulla nostra "cooperatività" di analisi e il tuo contributo ha avuto anzi il merito di dare modo di focalizzare l'aspetto economico in un modo più approfondito. Cosa di cui ti ringrazio...altro chè :-)
Bene bene, come sai, se ti/vi serve una mano io per quelle poche cose che so, son sempre disponibile.
EliminaOh poi, detto tra noi, a nulla serve! Basta un Manasse in TV che fra sé e sé dice "che cazzata" mentre parla Borghi (o così mi è parso il labiale) e la dittatura va avanti.
PS: Sul Divorzio come la vedi? Quel documento ti è parso interessante?
[sbagliato posto]
E ti ho già risposto al "posto sbagliato"...ma tanto se semo capiti
EliminaEh si ma sta cosa del divorzio intriga...ho trovato in rete un documento che dice che comunque anche dopo il divorzio la BdI interveniva, ma non so se Istwine si riferisca a ciò...è uno studio di Marinelli per Mps, ma appunto non so se centri col vostro discorso...comunque anche io 48 sono sempre d'accordo sul quadro d'insieme, ci mancherebbe, solo che appunto come diceva Istwine, la BC fa la BC, e portare ad esempio la FED come fa il Corsera per dire che, al contrario della BCE, cerca di stimolare l'occupazione grazie a taglio costo denaro e acquisto MBS mi sembra un po' una visione troppo "bancocentrica" del problema rispetto ai veri problemi economici sia statunitensi che europei (Dervì sotto dice infatti che la BCE risente delle influenze tedesche iperinflattive come tutti sappiamo) derivanti, come da art. 31 comma 1 Convenzione Vienna, dall'interesse "particulare" tedesco che prevarica sui "compagni di viaggio"... Un grazie ad entrambi per gli stimoli che date sempre (a me in questo caso) profano.
EliminaNeppure io ho avuto stomaco di guardare Benigni.
RispondiEliminaMi ha convinto il fatto che tale operazione mediatica fosse ampiamente sponsorizzata da Napolitano: se piace a lui, non può piacere a me.
Ed è impossibile negare che Benigni non è artiglieria pesante, è il nucleare.
Come si fa a mettersi contro di lui? Ci ho provato, ma ho desistito (con la gente che mi circonda ci devo anche lavorare).
E' inutile: la pillola rossa, almeno per ora, è per pochi.
Un'altro effetto, a mio parere, negativo (e forse più subdolo) dell'opera di Benigni è quella di aver fatto passare la Costituzione come un operara letteraria, nè più nè meno di come aveva fatto con la "Divina Commedia" (che in quel caso ci stava).
La gente si è commossa non per i contenuti, ma per la forma, come se fosse stata letta una bella poesia.
A nessuno è venuto in mente che su quella "poesia" sono appoggiati tutti i nostri fondoschiena (mind my french) e che per quanto effettivamente bella, la Costituzione ha primariamente un ruolo OPERATIVO e non estetico.
Si siamo messi male. Ma talmente male che possiamo solo migliorare :-) Vogio dire, dopo che si sono sparati Benigni, le hanno provate quasi tutte, e scricchiola, ah se scricchiola
EliminaHo ascoltato Benigni sull'artico 11 soffrendo enormemente. Leggere questo post è stato un balsamo. Mi riferisco alla consapevolezza del tassista e alla forza delle tue argomentazioni che io non avrei saputo esprimere o far giungere all'esegeta. Trovo qui la voce che non ho e che mi si strozzava in gola.
RispondiEliminaIeri sera ho letto le previsioni di Buiter per il nostro paese (tenuta dell'euro, recessione e deflazione per tutto il periodo del forecast 2013-2017, attivazione OMT nel 2013 e successiva ristrutturazione del debito pubblico). Da togliere il fiato pensando a quel che significherebbe per il SSN, la disoccupazione (capito Benigni! abbiamo bisogno di qualche milione di disoccupati per sederci al tavolo dell'europa), la svendita di aziende e il livello di propaganda a cui arriveremo. Spagna Portogallo e Grecia con disoccupazione tra 20 e 35% ("e tu come morirai?come Remigio o come Ludovico?... come 'i babbo"). La mia speranza è che molti come me possano capire e cambiare opinione.
PS: Probabilmente non vi sarà sfuggito l'articolo dell'economist sulla necessità di produrre nuove narrative per vendere il sogno europeo (vedi link narratives) come pure le parole a questo proposito di Napolitano " Tutti i politici e organi di informazione in prima fila, devono cambiare il modo con cui parlano dell'Europa. Dobbiamo riflettere ad una nuova narrativa che metta ben in luce i benefici dell'appartenenza all'Unione Europea e i costi della non-Europa" ("grazie Mario")
Rapporto Buiter: https://ir.citi.com/qO2AlUKNPa7MR81FIXSTHPCU5gbeAqPbmEFTGdKPDm3rSrpWUMzoiQ%3D%3D
Napolitano: http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-7aa57183-4912-4b73-b054-37911e7816ca.html
Narratives: http://www.economist.com/blogs/charlemagne/2012/10/berlins-town-hall-euro-crisis
Non ci resta che piangere https://www.youtube.com/watch?v=JCiW01xHKn0
Stefano
Grazie, è del contributo di gente come te che si arricchisce questo luogo di comunicazione.
EliminaCerto che a Benigni farebbe bene una lettera aperta mandata con le argomentazioni del post e i tuoi dati (e altri), una bella lettera pubblicata su tutti i blog "liberi" in contemporanea e sottoscritta in rete da migliaia di persone...
Propongo un gioco per il Natale:"Indovina anche te quale sarà la nuova arma "culturale"!
RispondiEliminaIo mi gioco un:
- Saviano a reti unificate che ci fa un pippone sull'importanza dell'Europa per combattere le mafie, tiè!
Chi offre di più?
OT Ma quando lo mettiamo un bel counter sul blog? Con l'economia e i diritti che vanno a stracci, almeno vedere qualcosa che cresce tira su il morale ;-).
Ma lo vedi che le "ideone" vengono confrontandosi?
EliminaSiccome "prevenire è meglio che reprimere" la "lettera aperta" andrebbe mandata in via preventiva anche a Saviano (e agli altri personaggi utilizzabili allo stesso modo). Così, per informarli prima che aprano bocca "sognanti"...
Ce mancavano solo le mafie: e come lo dimostra che tagliando magistratura e polizie, amplificandone la base con una dilagante disoccupazione, si combattono le mafie? Domanda retorica: in "sogno" tutto è possibile...acci loro
Preparatevi a buttare giù qualcosa (so' stanco morto e se qui non ci mettiamo a agire in collettivo 'un se ne esce :-))
Io non sono riuscita a vederlo Benigni, ho provato ma mi ha stroncato dopo i primi articoli con la sua melensa retorica. Certo la nostra costituzione è bella, ma come fa notare sopra Carlo P. non è nata per la contemplazione, per soddisfare il nostro gusto estetico, il suo senso e le sue implicazioni devono riflettersi nella vita pratica. L'Ideala astratto se resta tale e non si riflette nella pratica genera una democrazia "autistica" che andrebbe letta con l'ausilio non di un "artista" ma di giuristi (come avviene qui) e al limite di psichiatri (che evidenzino le patologie connesse con il più europa:)...
RispondiEliminaCioè dici che più che un "appello" je serve na terapia psichiatrica? :-)
EliminaA chi non vede il furto di democrazia pure un oculista se vogliamo;)
RispondiEliminaIo non ce l'ho fatta a vederlo,a me già sta sul gozzo averlo dovuto vedere raccontare Dante,io ricordavo Gassman.Ho dovuto ascoltare poi i miei amici dirmi hai visto Benigni?No,preferirei una seduta di waterboarding.Poi sono andato a trovare un mio amico a cui è nato il figlio....Lui è un piastrellista col buonsenso di un "tassista".Li abbiamo discusso su quanto fosse insopportabile Benigni e mi ha quasi costretto a promettergli un regalo di 100 nuove lire per il compleanno del figlio!A Novembre.
RispondiEliminaCon l'umiltà dell'ignorante mi sto leggendo e rileggendo il blog,è proprio vero che la verità è come la cicoria......Però dopo dieci mesi di cavajere uno si aspetta qualcosa di più semplice,ma in fondo è vero che facilismo fa rima con fascismo!
La metterei in un altro modo. Premetto che ho visto e sentito Benigni, atteso che io seguo ciò che mi interessa. E mi interessa ciò che viene detto da chi, generalmente, condivido e ciò che viene detto da chi, conoscendolo, non condivido. Benigni l'ho guardato perché avrebbe parlato della Costituzione e, in particolare, della parte della Costituzione che si occupa dei principi fondamentali. Certo, non ha parlato da tecnico perché non ha gli strumenti. È siccome lo sa anche lui, ha dato - o cercato di dare - il tono della narrazione per farne rilevare il valore supremo in senso etico, sociale, solidaristico. Un merito lo ha avuto: suscitare un sentimento. Ma, siccome ho premesso che l'avrei messa in altro modo, ho rilevato una eclatante contraddizione, data la premessa e il significato che lo stesso ha offerto della Costituzione esaltando la centralità dell'uomo e della sua dignità. Benigni, in sostanza ci ha fatto ritenere - come è giusto - che ogni parola, ogni articolo, ogni espressione delle norme che costituiscono i principi fondamentali della nostra Costituzione mirano alla realizzazione della persona, della sua dignità, della sua libertà. Il punto è che Benigni lo ha fatto fino all'art. 10. Giunto all'art. 11 e richiamando il sogno europeo e la bontà dell'euro, così com'è, ha - non so se per ingenuità o per ignoranza degli eventi odierni - di fatto negato tutto quello che aveva affermato in ordine agli articoli precedenti. Probabilmente, non legge i nostri post (vedi in partic., il mio sull'art. 11). È un suo problema, perché noi lo abbiamo capito e vogliamo che in tanti lo capiscano. Ci stiamo lavorando.
RispondiEliminaPurtroppo lo ha fatto fino a che era "facile e comodo": la contraddizione è, come dici bene, che legittimare il sogno dell'euro con l'art.11 Cost., è armare una "clava" che distrugge i diritti che affermano i 10 che lo precedono.
EliminaQuindi è una contraddizione che ANNULLA e, ancor più, RENDE DI FATTO IPOCRITA quello che di buono (e di facile) aveva detto in precedenza.
Perchè l'ha fatto? Per "ingenuità o per ignoranza"?
Sai meglio di me che sono parametri che, sul piano della responsabilità "causativa" dell'evento, equivalgono a "colpa".
E purtroppo il problema che investe centinaia di migliaia di famiglie, di disoccupati, precari, "perdenti" nella logica spietata dell'europa che lui esalta, non possono sopportare un'altra dose di omessa colpevole verità.
Non si scherza con la sofferenza. Specie se la Costituzione non l'avrebbe consentita.
Un abbraccio
A grande richiesta domani andrò con gli studenti di quinta alla lavagna luminosa per vederci questo spettacolo prima delle vacanze di Natale, e come vorrei avere quella lettera aperta già bell'e che pronta!!!
RispondiEliminaVedremo se gli anticorpi inoculati nel corso dell'anno riusciranno a non essere travolti dalla simpatia suscitata dal beniamino... ma già l'indifferenziata confusione tra art 7 e 8 dovrebbe far saltare agli occhi di tutti una certa lieve imprecisione... si rinvigorirà lo spirito critico per notare la "leggera contraddizione" tra i valori affermati prima (lavoro, solidarietà ecc) e la cessione di sovranità che li sta cancellando? Vedremo...
E tu, in mancanza di altro, portagli...questo post. E pure il commento di Umanesimo48 con la relativa risposta. Che è la chiave di tutta il "messaggio esegetico". Magari capiscono meglio, chissà :-)
Eliminachiedo a voi menti illuminate (sicuramente piu' della mia), che possibilità ci sono di chiedere da liberi cittadini di poter decidere del nostro destino in ambito europeo ????
RispondiEliminami spiego, un iniziativa del tipo raccolta firme per referendum sull'abrogazione di una qualsiasi legge che ci obbliga ad aderire all'eurofregaturamonetaria.
attendo di vedere la luce
Rferendum sulle leggi di ratifica non si può fare, secondo l'art.75 Cost. E poi è meglio non farlo, sarebbe un suicidio finanziario e valutario. Se la questione ti interessa, leggiti "Il tramonto dell'euro". E segui questo blog: chiarimenti e sviluppi non mancheranno.
EliminaGrazie, lo farò sicuramente
EliminaInvece un bel referendum ci vorrebbe. "Elettore, sei favorevole al Più Africa? SI NO". "SI". E a quel punto la Partita del Cuore avrà il tuo numero di telefono in sovrimpressione.
EliminaA proposito di BCE e suoi scopi...
RispondiElimina@Istwine
RispondiEliminaanch'io ritengo che i prezzi dipendano dai costi!
e per questo per certi versi quando:
1) subisci meno gli shock energetici (pensiamo alla norvegia)
2) subisci meno i problemi logistici (guardate alla differenza tra l'Italia e la Germania in termini geografici)
3) il rispetto dei diritti sindacali (i diritti sono un costo..)
4) materie prime
5) etc etc
6) interessi
7) tasse
penso che questo discorso lo facciamo da mesi.
dico io: se fosse così, come può l'Italia competere con la Germania che:
a) ha una logistica superiore (vedi territorio, centralità in Europa..)
b) si è sviluppata in un mercato di 100 ml di persone (contro i nostri 50) quindi avrà sviluppato maggiori economie di scala
c) ha tassi di interesse inferiori
d) partendo avvantaggiata non ha avuto la stessa dinamica di incremento impositivo.
????????
non può AVERE la stessa dinamica di aumento dei prezzi!
oh, i liberisti che sono molto microeconomisti perché non considerano queste cose?
ma come dice il prof: strano che dei liberisti vorrebbero quotare tutto tranne la moneta..
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaA proposito di "dare una mano" ti ho scritto una mail "privata" :-)
EliminaSul divorzio (se la risposta, come pare, era diretta a me) la cosa mi interessa: diciamo che sei più "restrittivo" nell'intenderne gli effetti di Andreatta stesso (nel prefigurarli) :-).
Ma della cosa parliamo per bene perchè ha risvolti sceintifici e istituzionali di cui ti dirò...Keep in touch!
un parere su Benigni.
RispondiEliminaha la stessa faccia tosta di coloro che hanno voluto l'euro (tipo da "bravi ragazzi", "politically correct" perché di sinistra e via dicendo).
però non so se la sua sia deficienza da anti Berluscanismo oppure malafede
Vabbè, se il blog sopravviverà, faremo pure sta lettera a Saviano (preventiva? :-))
RispondiEliminaProposta:
RispondiEliminaPreparare un controtesto (quindi Benigni va visto) molto semplice sulla falsa riga dello spettacolo.e metterlo in rete (una specie di parodia).Umanesimo48 coglie molto bene:
..."Ma, siccome ho premesso che l'avrei messa in altro modo, ho rilevato una eclatante contraddizione, data la premessa e il significato che lo stesso ha offerto della Costituzione esaltando la centralità dell'uomo e della sua dignità. Benigni, in sostanza ci ha fatto ritenere - come è giusto - che ogni parola, ogni articolo, ogni espressione delle norme che costituiscono i principi fondamentali della nostra Costituzione mirano alla realizzazione della persona, della sua dignità, della sua libertà. Il punto è che Benigni lo ha fatto fino all'art. 10....
Siamo certi ? si puo' dire meglio(negli stessi tempi ?
Art 11 ridurre tutta questa discussione a poche efficaci frasi.
trovare qualcuno che la reciti e che buchi lo schermo (purtroppo Luciano non lo fa):
Se non mi sono spiegato oltre all'artiglieria pesante ci servono armi leggere di guerriglia.
RispondiEliminaRispetto alle idiozie scritte qui ( a parte la critica alla Europa come portatrice di pace che condivido) http://www.odanteobenigni.it/?p=2283 Credo che Benigni colga bene l'idea della costituzione come Legge superiore
"4. Ma perché tutto questo possa realmente funzionare, occorre che le regole costituzionali divengano costume, come giustamente aggiunge Bobbio; e cioè vengano riconosciute come superiori ad ogni altra norma, e fondanti tutta la legalità del Paese, che altrimenti si trova scardinata nelle sue premesse, e in preda a una deriva continua. "
Dosseti valori costituzionali .
I VALORI DELLA COSTITUZIONE Preambolo dell’incontro di Napoli
"Partendo da un recente enunciato dei Tribunale Federale tedesco (12.10.1993), relativo al trattato di Maastricht, e richiamandosi specialmente alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e alla Convenzione europea del 1955, Dogliani giunge ad affermare che il potere costituente è oggi esaurito, il che equivale a dire che «è bene che i tratti fondamentali dell’organizzazione sociale non siano decisi dal potere politico contingente»
.La Costituzione: principi da custodire e istituti da riformare ( Ivi)
E a proposito di glossario ,magari in Ordoliberismo "pop":
"Parlo di mitologia sostitutiva: in qualche modo analoga a quello che avveniva nell’antico Israele ogni volta che Dio incominciava a castigare il popolo per la sua apostasia e per il suo falso culto verso gli idoli di Canaan, e invece il popolo interpretava i castighi proprio a rovescio, cioè non li attribuiva al Dio unico e vero che voleva portarlo alla conversione, ma li attribuiva proprio al suo mancato servizio degli idoli cananei e babilonesi. Come quando, ai rimproveri di Geremia da parte di Dio, il popolo rispondeva:
Non ti vogliamo dare ascolto, anzi, decisamente eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso [agli idoli di Canaan]. Allora [quando li onoravamo] avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura; ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo [la dea babilonese Ishtar] e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame (Ger. 44, 17-18(Ivi)
"Come relatore sulle norme relative ai rapporti internazionali suggeri il testo degli articoli 10 e 11 della Costituzione: norme che hanno il pregio di proiettarsi nel futuro e di non legare la Costituzione italiana ad una visione angusta dello Stato nazionale.
Se l’Italia é potuta entrare nell’Unione Europea
e aderire alle sue successive evoluzioni senza le tensioni che anche per vie referendarie hanno segnato, invece, il rapporto di altri paesi con l’esperienza comunitaria, se il testo della Costituzione da al nostro ordinamento la flessibilita necessaria ad affrontare le conseguenze sul piano giuridico della integrazione al livello continentale e della globalizzazione, lo si deve allo sguardo lungimirante di Dossetti, che ha saputo proiettarsi ben al di la delle contingenze politiche del momento."
Lettera del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in Giovanni Galloni
Dossetti profeta del nostro tempo