1. Chiunque, - visionando un qualunque programma televisivo in cui uno/una qualunque (che ce l'abbia fatta o meno) ci enuncia, inevitabilmente, i suoi "sogni", o un analogo programma in cui anche un VIP racconta se stesso-, insomma, chiunque sia sottoposto alla proiezione identificativa del pop (con gli..."oppressori"), può sentirsi narrare che l'aspirazione massima del de cuius, - VIP, neo-VIP, o donna/uomo qualunque-, è viaggiare-vedere-il-mondo: quindi, vedere gente "diversa" (per scoprire, a tesi, che è tanto eguale, ma diversa, ma eguale), e, in sostanza, associare al viaggio quella sensazione di pace e di esperienza diretta (?) della vita che, non infrequentemente, è riassunta nella locuzione "fare il cazzo che ti pare".
Si va in viaggio, per adempiere al "sogno" (unico e unificato: globale, insomma), e muniti del bagaglio essenziale delle pre-conoscenze e della pre-comprensione, indotte dagli slogan riforniti dalle ONG e dall'industria (mediaticamente dissimulata, per lo più) del grande turistificio globalizzato.
2. E questa sarebbe la "libertà" - molto teoricamente e senza tollerare verifiche, come vedremo-, che è poi IL sogno, che poi sarebbe consentito dall'euro.
E siccome sarebbe consentito (solo) dall'euro, e il sogno è libertà-irrinunciabile, anche l'euro non è rinunciabile.
Vuoi mettere nel caso del ritorno alla liretta svalutata del millemilapercento, la scomodità di andare in giro a fare l'autostop o di prendere una "carrettera de segunda classe", portandosi dietro una carriola piena di lire svalutate, per potersi aggirare tra le montagne di qualche sierra remota, o nella "selve lacandone", o nelle jungle dell'Indocina?
Insomma, il sogno del turista-che-non-è-turista, ma l'individuo libero e progressista alla scoperta di se stesso, amico del mondo e di tuttalagente che si abbraccia pur nella sua infinita varietà, - ché la varietà nel mondo si sa che c'è, anche se tutto il mondo è sottoposto alla stessa condizionalità di un unico paradigma che va, però, ostentatamente ignorato- sarebbe inscindilmente legato all'euro.
I confinibrutti si superano solo se non hai una cariola di lirette al seguito e se prendi tutto quello che ti viene dall'€uropa come un'educazione, nel senso più alto del termine, magari talora severa, ma certamente necessaria per il "bene" delle persone buone&tolleranti.
3. Naturalmente, il turista-che-non-è-turista, ma un vero buonotollerante in cerca di se stesso e della cultura "dell'altro", persegue un sogno, irrinunciabile e coincidente con l'euro, che pone al vertice della spiritualità umana il "viaggiare" (possibilmente per tutta la vita) come strumento che poi ci fa scoprire che siamotuttieguali (e come altrimenti potresti scoprirlo? Si conosce la cucina universale solo assaggiando in concreto tutte le pietanze, possibili e immaginabili di tutti i popoli viventi e pure in estinzione, per capire che tutti, in fondo, vogliamo mangiare, pensate, e possiamo farlo secondo le condizioni, prima economiche e poi geo-climatiche, che determinano certe soluzioni gastronomiche).
Dunque, poiché siamo proritariamente in cerca di noi stessi e della realizzazione di un sogno, tutti Ulisse e tutti titanici nel riscoprire ab imis, da soli e a mani nude, la ruota e il fuoco, anche gli emigranti sono solo dei "diversamente-non-turisti-in-cerca-del-sogno" e chi siamo noi per toglierglielo?
4. Ma sarà poi vero che grazie all'euro, che non svaluta mai a differenza della liretta in cariola, questo sogno è meglio realizzabile e alla portata di tutti?
Ebbene, sotto è riportato è il grafico che riflette i viaggi complessivi degli italiani, per vacanze ma anche per altri motivi, incluso il viaggio di lavoro (ed escluso il vero e proprio trasferimento per motivi di studio o di lavoro).
"Un’altra precisazione importante riguarda invece il concetto stesso di turismo, che ha un significato più ampio di quello del “fare vacanza”, per cui i dati riportati includono anche i viaggi e i soggiorni per affari o per altre motivazioni, che complessivamente hanno riguardato 34,774 milioni di soggetti, pari al 57,2% della popolazione residente in Italia. A questo proposito i ricercatori precisano che il numero dei pernottamenti degli italiani all’estero è stato da loro depurato delle lunghe permanenze per ragioni di studio o di lavoro o per visite a parenti e amici, allo scopo di renderli coerenti e raffrontabili con quelli dell’ISTAT che, come abbiamo visto, considera soltanto le presenze relative alle strutture ricettive classificate. Di conseguenza il totale di 101,806 milioni di pernottamenti stimati dai ricercatori risulta inferiore a quello indicato dall’Indagine alle frontiere sul turismo internazionale della Banca d’Italia".
Ci sono forse meno sognatori, più carriole, o meno occupazione e reddito? Diavolo, forse l'euro non funziona, neanche per il sogno! Non può essere...
Tabella 5 – Confronto tra arrivi e presenze in Italia e all’Estero degli Italiani – Anno base: 2008 = 100
5. La ital-tendenza al sogno, quando c'è, cioè quando si viaggia per turismo e non per altri motivi, parrebbe, parrebbe, piuttosto rigida e quindi correlata alla (non) crescita del reddito e del PIL (e quindi in crescita ma mooolto moderata, austera, dunque, credibile, verrebbe voglia di dire...): siamo costanti, come viaggiatori (non necessariamente sognatori), probabilmente grazie all'assenza della carriola, come dimostra l'andamento degli ultimi tre anni rilevati:
Ma andando sui dati Istat, di un significativo anno 2014 (se non altro un bench mark nel segnare il "punto di caduta" dei viaggiatori in cerca di se stessi...e che ce lo dicono quando vanno in televisione), si scoprono i dettagli del grande €sogno:
"Nel 2014, i residenti in Italia hanno effettuato 63 milioni e 632
mila viaggi con pernottamento, il 9,5% in meno rispetto all'anno
precedente (erano 70 milioni e 350 mila).
La durata media dei viaggi resta stabile a 5,8 notti (6,2 per quelli
di vacanza e 3,5 per quelli di lavoro), per un totale di 370 milioni di
pernottamenti.
Diminuiscono le vacanze brevi (-23,6% e -21,2% in termini di
pernottamenti), mentre i viaggi per vacanza lunga (29,9 milioni) e
quelli effettuati per motivi di lavoro (8,2 milioni) rimangono
sostanzialmente invariati (anche in termini di pernottamenti).
Il calo si registra tra i viaggi in Italia (-15,2%), che
rappresentano oltre i tre quarti del totale, mentre quelli all'estero
aumentano (+19,7%), a seguito della crescita dei viaggi di lavoro nei
paesi dell'Ue (+23,8%).
La diminuzione dei viaggi si concentra nel primo semestre dell'anno: -17,5% tra gennaio e marzo, -11,9% tra aprile e giugno.
Francia e Spagna sono le destinazioni europee preferite per le
vacanze: nella prima si trascorre circa un terzo (32,8%) delle vacanze
brevi, mentre nella seconda il 16,5% delle lunghe. La Germania è,
invece, il paese più visitato per motivi di affari (21,9%).
Tra le destinazioni extra-europee, il Marocco e la Tunisia sono i
luoghi più visitati per le vacanze (3,5% e 2,7%) e gli USA per i viaggi
di lavoro (8%).
In Italia, oltre il 10% delle vacanze lunghe estive è trascorso in
Toscana (13,2%) e Puglia (10,2%), mentre le mete invernali preferite
sono Trentino-Alto Adige (27,6%) e Lombardia (16,7%).
6. In sintesi:
a) le vacanze brevi diminuiscono anche rispetto ai minimi già toccati a seguito della crisi (difficile un recupero rispetto ai livelli ante-crisi: esattamente come per il PIL);
b) rimangono costanti le vacanze lunghe all'estero: segno che qualcuno, che può permettersele, non risente eccessivamente della crisi, chissà perché, e che qualcun altro, crede talmente tanto nel "sogno" che non ha problemi a indebitarsi...per trovare se stesso. Cioè il credito al consumo, che include anche quello turistico, si impenna senza che ad esso corrisponda un maggior consumo (nel caso...spesa effettuata all'estero), ma solo maggiori debiti, - che facilmente possono trasformarsi in sofferenze (cioè in incapacità di restituzione)-, contratti dalle famiglie "per mantenere il vecchio, dignitoso livello di vita". E notare che la tendenza, dentro l'€urone-senza-carriola, risaliva a ben prima della crisi finanziaria del 2008!
c) significativo aumento dei viaggi di lavoro all'estero, certamente non effettuati per motivi altamente spirituali di ricerca di se stessi "nell'altro": non necessariamente un segno positivo perché, quantomeno, significa che sopravvivono solo gli affari legati all'export o, peggio, all'importazione, mentre, infatti, diminuiscono i viaggi in Italia: e notare, sia per motivi turistici che per lavoro. La domanda interna langue e con essa l'occupazione. E se cala la domanda interna e ristagna l'occupazione, con un'alta disoccupazione (EURO)STRUTTURALE i redditi disponibili diminuiscono e con essi, appunto, i sognatori in viaggio...
7. Ma niente paura: se diminuiscono i viaggiatori-sognatori che considerano l'euro il sogno irrinunciabile, aumentano i precari stagionali che, invece di viaggiare e fare le vacanze alla scoperta di se stessi, passano l'estate a lavorare.
Dentro l'euro, naturalmente, laddove il "sogno" assume una versione, nei fatti, leggermente diversa da quella che "si" raccontano in televisione. Oh, non crediate che si sia persino pagati: non nel senso previsto dall'art.36 Cost. Si tratta di fare formazione e continuare a sognare...con gli stage. E va bene solo se avete studiato:
Buongiorno Quarantotto,
RispondiEliminaMi ero beatamente illuso sulla causa della diminuzine dei viaggi degli italiani!
L'ottimismo della volontà mi suggeriva che fosse una presa di coscienza, un'affermata consapevolezza dell'Italia sull'autoinganno pop del viaggiatore globale. Tale da spingere ad un novellato impegno costituzionale e democratico in patria a scapito del tempo dedicato allo svago turistico!
E invece la lettura del post e dei dati statistici mi destano in un pessimismo dell'intelligenza che conferma il crollo dei redditi e dei viaggi €uro-indotto.
Che belli i momenti di beatitudine!
Grazie
Mi permetto di corredare l'ottimo post con un mio modesto contributo inerente al "fogno" del viaggio giovanile, ossia l'Erasmus, direi plastica manifestazione della distopia €uropea: creare massa da manovra rintronata e prona agli interessi del Capitale
RispondiEliminahttp://www.lintellettualedissidente.it/societa/buon-compleanno-erasmus/
A me sarebbe piaciuto viaggiare di più, in Italia, ma anche in Europa, se ne avessi avuto la possibilità; godere di architetture, arti, musei, chiese, musiche, paesaggi, assaporare il cibo locale, magari insieme ai propri cari, con moglie e figli (se fossi riuscito ad averne alcuni), in modo più rilassato; il godersi un po di ferie meritate,(come la nostra Costituzione ci IMPONE.."Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi") magari dopo mesi di impegni e lavoro (se ne avessi avuto uno buono e stabile), tutto ciò sinceramente non lo vedo cosi vomitevolmente consumista come certi decrescisti e certi marxisti, che al decrescismo e all'austerità si rifanno, vogliono farci pensare, invitandoci ad accontentarci di mangiar pane e cipolla per non diventare vittime dei bisogni artificiali creati dal capitalismo, cioè del capitalismo che vedono loro. Perché è chiaro che, comunque, adesso il capitalismo ordoliberale crea desideri infiniti da soddisfare (sesso e alcol infinito su jet privati intorno al mondo, ecc.) solo per una minoranza di turisti globali, che sono coloro, oramai sempre più pochi, sopratutto in Italia, che se lo possono permettere, i facenti parte di una nuova élite cosmopolita; perché, nei subalterni, il capitalismo ordoliberale decrescista malthusiano non mira più nemmeno a soddisfare i bisogni di sopravvivenza, figuriamoci poi quelli di "lusso". E se i subalterni si spostano da uno Stato all'altro, semmai lo fanno, per lo più, per pura NECESSITA' DI SOPRAVVIVENZA. Il capitalismo ordoliberale mira soltanto a cristallizzare i rapporti di classe e alla riproduzione della sua stessa élite, allevata a suon di Erasmus; i subalterni non sono più utili nemmeno come produttori/consumatori, e anche se non assimilano la propaganda Europea all'interno di un'orgia multietnica in qualche casa vacanza sotto l'effetto degli "Spinelli", saranno destinati comunque ad estinguersi; sono inutili.
RispondiEliminaIl problema qui è, infatti, il COME viene fatto intendere il viaggio, e le motivazioni propagandistiche che sottendono l'esperienza del viaggio in Europa: gli €uronazisti, par di capire, vogliono farci intendere che il viaggiare in Europa prima dell'euro e dell'UE fosse impossibile a causa di insidiosissime barriere edificate dai brutti Stati nazionali cattivi; e che adesso tutto ciò è possibile solo per merito dei Padri Fognatori dell'UE. Il tutto, naturalmente, è mirato a distruggere le identità nazionali e a creare una mentalità sradicata e "liquida"; ingegneria sociale col fine di creare l'Uomo Nuovo.
CINQ' GHEJ DE PU', MA ROSS !!
RispondiElimina(OTC)
Si .. non è il rosso-bruno che va sempre di moda con le agende di Gerhard Fritz Kurt Schröder con la consulenza del solito Peter Hartz (I, II, III, IV – il littorio romano rinnova qualche interrogativo), non quello medio-evico del quale le nobildame amavano tingersi gli abiti – quelli non smunti che ne riducevano la preziosità - e neppure quello cardinalizio o - un gradino sotto – quello vescovile o – un gradino sopra – quello regale ma quello “spunto” d'alea acetosa che sempre ha quello bianco.
Quello richiedesto al bar della Vittoria qualche istante - alle quattro della mattina - prima d'entare vestiti d'amianto nell'altoforno a sistemar vergella colata quando altri preferivano, invece, il grigio-verde ma (si sa bene un colore, sempre di moda, che sbiadisce meno) è sempre miscela cromatica primaria degli RGB che alcuni preferiscono di tonalità del blu stellato – il PIU€UROPA della ormai evaporaata tragedia greca – per venire ai beige per tutte le stagioni de “the final goal, no matter what it is, is nothing; the movement is everything”.
Ma mi sov/vien l'eterno (e le stagioni morte e la presente e viva e il suon di lei, forse ..) del rosa .
“the final goal, no matter what it is, is nothing; the movement is everything”
EliminaQuesta ideologia porca, tipica dei framassoni rigorosamente dediti a leccare i piedi al rentier di turno - il new labour non è affatto "new", ma, appunto, di fabiana memoria - è stata il frame con cui Bernstein ha dato il suo contributo al tradimento e al fallimento del socialismo europeo.
Questo frame contro cui Rosa si è scagliata con tutte le forze - che è uno dei frame del "socialismo liberale" - è materialmente volto a neutralizzare il secondo comma del terzo articolo della nostra Carta e delle democrazie sostanziali di tutto il mondo.
Come notava Schmitt, non c'è niente di più antidemocratico del principio di "iniziazione" su cui si fonda... la libera muratoria.
"Libera" da chi?
Libera/mente dai riflessi di Oppenhein (neuropatologo di Warburg, mi ricorda qualcosa che non focalizzo ..) che con stimolazione del "nervo afferente" si ottiene la "distensione" sacrale ..
EliminaTutti lassù son migrati ..
Keep you doped with religion and sex and TV
RispondiEliminaAnd you think you're so clever and classless and free...
John Lennon
https://www.youtube.com/watch?v=njG7p6CSbCU
Buon fine settimana a tutti, certo è che con la disoccupazione giovanile intorno al 40% di tempo libero per viaggiare alla scoperta di se stessi ce ne sarebbe in abbondanza... Ma il frame ormai è quello del sogno ad oltranza, diffuso in ogni angolo mediatico anche quello piu recondito. E intanto, come mi fece notare il mio ragazzo, siamo diventati un Paese dove una/un giovane trentenne arriva a ringraziare l'esistenza del voucher perchè lo considera l'unica opportunità per uscire di casa e rompere il tedio devastante delle mure domestiche, diventate come una prigione. La realtà purtroppo è questa, ma per Gentiloni, contro i fatti, i dati, i grafici, e anche a questo punto contro ogni logica elementare, si cresce si ma solo con la Ue, cioè continuando così, con il liberoscambismo e proseguendo nella disattivazione della COSTITUZIONE, quindi perseverando a distruggere la dignità di un intero popolo.
RispondiEliminaSemplicemente, un mio caro amico con attivita' turistica a Venezia NoN ce la fa piu'...e' su quella piazza da 30anni...tutto dire.
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