http://memmt.info/site/sfatare-i-falsi-miti-con-la-memmt/
1. Quella che stiamo vivendo è la più grave crisi ECONOMICA della storia della Repubblica e, eccettuato il breve periodo finale della seconda guerra mondiale, la più grave di tutta la storia dell'Italia Unita.
Epperò ci dicono che, a quanto pare, il problema non è adottare politiche di correzione secondo il paradigma che si (im)posero i vari governanti in occasione della crisi del '29.
Il problema, a quanto pare, non è abbandonare la teoria che "lo Stato è come una famiglia" e la legge di Say.
No.
No.
2. La soluzione sarebbe questa:
Non ci sarà nessuno che verrà a salvarvi dalla mafia, dalla corruzione, dalla massoneria. Nessuno ci toglierà dai... http://t.co/Q3i2xYGM3h
— Sergio Puglia (@sergiopuglia) 31 Marzo 2015
"Non
ci sarà nessuno che verrà a salvarvi dalla mafia, dalla corruzione,
dalla massoneria. Nessuno ci toglierà dai piedi questi partiti dominati
da finanzieri e affaristi se non lo fa da solo."
3. Da questa affermazione derivano alcune implicazioni logiche obiettive:
a) se da mafia-corruzione-massoneria voi dovete essere "salvati", (essendo l'alternativa alla salvazione la "perdizione" o la morte), queste sono il problema principale e prioritario da risolvere sul piano politico-economico;
b) poichè disoccupazione e crisi economica sono obiettivamente il problema più grave ed evidente che dovrebbero risolvere i titolari dell'indirizzo politico (governo e parlamento), se ne deduce che la stessa crisi economica è dovuta alla presenza di mafia-corruzione-massoneria (che quindi sarebbero presenti solo in Italia, dato che altri Stati, non avendo pari misura di recessione-perdita del PIL, non dovrebbero avere massonerie, corruzione e criminalità organizzata...);
c) in connessione a ciò, dalla seconda parte dell'esortazione, si deduce che mafia-corruzione-massoneria producono i loro effetti nefasti attraverso partiti dominati da finanzieri e affaristi.
3. Dunque, ciò che conta non è ciò che si vuole fare per porre fine alla crisi economica e occupazionale.
Cioè non conta che si propugnino, acriticamente e senza saperle giustificare sul piano macroeconomico, politiche deflazioniste (pro-cicliche), basate sulla convinzione che la crescita si ottiene tagliando la spesa pubblica"-che-è-sempre-fonte-di corruzione" e semmai finanziando il reddito di cittadinanza (che è il perno essenziale della flexicurity, fondata sull'abolizione inesorabile del welfare costituzionale e sulla strutturazione di un alto tasso di disoccupazione come garanzia di deflazione salariale duratura).
Ciò che conta è "CHI" lo fa: se le politiche deflazioniste e di svalutazione interna del salario nonchè di limitazione dell'intervento pubblico a sostegno del diritto al lavoro, sono propugnate da partiti con dentro "finanzieri e affaristi", è..."brutto".
Se tali medesime politiche sono fatte da persone di tipo diverso, che ci dichiarano di non appartenere a mafia e massoneria, e si autocertificano come oneste - in virtù dell'unico ed estrinseco requisito "negativo" del non aver riportato condanne penali (e nemmeno rinvii a giudizio)-, allora va bene. SIAMO SALVI.
Anche se si pensa che lo Stato è come una famiglia e che la spesa pubblica sia un costo da sottrarre al PIL nonchè la causa dell'alta pressione fiscale.
4. Insomma la salvezza è "non" essere governati da mafia, massoneria e corrotti.
Poi con l'impoverimento, la distruzione dei diritti fondamentali della Costituzione e la perenne deprivazione della sovranità democratica ad opera dei trattati europei, si può allegramente convivere.
Vuoi mettere la soddisfazione di aver votato degli onesti, ma così onesti, che estirpano la mafia e la massoneria e pure la corruzione, rimanendo tutti felicemente e rigorosamente disoccupati o precarizzati, ma potendo fruire (solo) del reddito di cittadinanza, anche da anziani, al posto della pensione?
Vuoi mettere la soddisfazione di aver votato degli onesti, ma così onesti, che estirpano la mafia e la massoneria e pure la corruzione, rimanendo tutti felicemente e rigorosamente disoccupati o precarizzati, ma potendo fruire (solo) del reddito di cittadinanza, anche da anziani, al posto della pensione?
5. Mi piace concludere riproducendo questo brano...così..non guasta mai:
"...Col
reddito di cittadinanza, o analoga formula di sussidio/emolumento generalizzato di
"disoccupazione", non gli viene più perdonata la "volontarietà" della
stessa determinata dal (rifiuto del) peggioramento retributivo e persino di qualifica,
dato che non può rifiutare (choosy!) un qualsiasi lavoro che
sia comunque retribuito ad un livello inevitabilmente prossimo allo
stesso sussidio (o al "qualsiasi" livello che la legge può stabilire).
Che, poi, come abbiamo più volte detto, essendo quest'ultimo "spesa pubblica" sarà soggetto ad una tendenziale progressiva attenuazione del suo livello, per superiori ed ormai indiscutibili esigenze €uropee di pareggio di bilancio.
Un elemento, il "pareggio" (costituzionalizzato, quindi molto strutturale) che, dato il calo della domanda che implica (se non addirittura la deflazione che stiamo constatando), fa sì che le risorse originariamente poste a copertura, saranno sempre e solo strutturalmente decrescenti sul calo della base imponibile, e quindi delle "entrate" previste, appunto, a copertura dell'onere per il suddetto reddito di cittadinanza. Salva una copertura successiva "aggiuntiva", per l'onere crescente determinato dallo stabilizzarsi se non dall'aumento della disoccupazione strutturale
(ergo:con diminuzione delle entrate fiscali), mediante l'inevitabile
(qua è tutto inevitabile e non trovo termine più appropriato), TAGLIO DELLA SPESA PUBBLICA per altre prestazioni sociali: in particolare delle pensioni e della sanità, intesa come prestazione pubblica universale.
Dunque,
il reddito di cittadinanza, o qualunque provvidenza analoga, segna
automaticamente il destino del welfare previsto in Costituzione, insieme
con, abbiamo visto, la legalizzazione della deflazione salariale, in un
mercato del lavoro che non intacchi il principio legislativo della
precarizzazione."
Come dicevano sulla zattera della Medusa: "Offriamo da bere a tutti!"
RispondiEliminaAlla fine la montagna delle polemiche sulla "Fornero" partorira' il topolino del reddito di cittadinanza, che potrebbe essere elargito agli ultra 55 enni che hanno perso il lavoro, diciamo 500-600 euro mensili( di piu', ingrasserebbero troppo) e naturalmente in conto anticipo delle pensione che quindi sara' ancor piu' magra...chissa' se chiederanno anche gli interessi, ne sarebbero capaci..
RispondiEliminaL'introduzione di qualche fomra di reddito di cittadinanza è scontata da parte degli attuali reggitori dell'eurocrazia.
EliminaSi connette alla flexicurity e alla sostenibilità "sedativa" di una prolungata e duratura deflazione salariale, portata fino al livello desiderato di pieno recupero della competitività (cioè correzione piena dei tassi di cambio reale).
Oltre al suo scopo intrinseco e "convergente", verso la correzione "gold standard", coglie anche l'opportunità di neutralizzare l'opposizione che si gloria di questa stessa trovata ordoliberista, sia togliendole l'arma più efficace (e funzionale all'eurosistema), sia attraendone irresistibilmente i parlamentari verso l'area di maggioranza...
UCRONIA
RispondiElimina[s.f., in nessun tempo" (da οὐ = "non" e χρόνος = "tempo"), narrazione letteraria, grafica o cinematografica di quel che sarebbe potuto succedere se un preciso avvenimento storico fosse andato diversamente]
Verrebbe quasi da svolgere una “narrazione” nello stile investigativo di Conon Doyle (padre di Sherlock Holmes e del genere “steampunk”) ma - con piedi “saldi” per terra – e dopo la lettura dei dati ISTAT su occupazione e PIL e qualche considerazione sugli indici degli “intermediari economici”, s’ha da ritornare alla lettura del del novello presidente (bocconiano) dell’INPS .
S’hanno da prestare doverose distinzioni tra:
• Reddito minimo di cittadinanza universalistico (RMG): un programma di contrasto alla povertà di tipo universalistico con la concessione del sussidio non subordinata a un accertamento delle condizioni economiche e patrimoniali dell’individuo
• Reddito minimo garantito selettivo (RMGS): un programma universale e selettivo basato su regole a “tutele crescenti” subordinando la concessione del sussidio ad accertamenti su reddito e patrimonio di chi lo domanda. Questo è uno schema oggi esistente, pur in forme molto diverse, in tutti i paesi dell’Unione Europea a 15 (e in diversi nuovi stati membri).
Fatti salvi i dati occupazionali sempre molto sensibili, le stime dei costi di ricaduta sul PIL potrebbe essere del 20% nel caso del RMG e dello 0,6-1,2% nel caso del RMGS, aprendo il “dibattito politico” sulla:
• quantificazione del reddito minimo di cittadinanza “in grado di assicurare un’esistenza libera e dignitosa (art 36-39 Cost.)
• definizione dei criteri discrezionali e delle soglie economiche di accesso al RMGS
magari con una proposta referendaria dopo i “pronunciamenti” delle commissioni sovranazionali e dell’economia dei “liberi” mercati.
Nel frattempo c’è da prestare attenzione a cosa succede a Mosca durante la visita della Grecia.
:-)
Caro Poggio,
Eliminadopo tutti i post in cui ho sviscerato la questione, ti confesso che mi pare un pochino (molto) riduttivo che il "dibattito politico" sia limitato ai punti da te indicati.
L'impatto del rdc sui meccanismi della tutela collettiva prevista in Costituzione, sulla provvista (inevitabilmente) decrescente del welfare previsto in Costituzione (dovendosi finanziare il rdc), sullo stesso livello futuro dei redditi "medi" da lavoro nonchè delle pensioni e delle entrate dello Stato, è di gran lunga l'aspetto prevalente.
E' ironia del RIDUZIONISMO della democrazia che essi, cioè essi, conoscono bene e che "uomini soli al comando" applicano con efficienza, efficacia e produttività.
EliminaPrendo atto dell'...ironia.
EliminaRammentando, - specialmente ai faciloni del "non vedo perchè il reddito di cittadinanza debba influire sulla deflazione salariale, anzi migliora la posizione dei precari...",- che l'art.36 Cost e l'esistenza libera e dignitosa sono una prerogativa del lavoro: non dell'inattività forzata determinata dalla compressione della domanda interna, dalla decrescita di risparmio e investimenti, e dalla dequalificazione della manodopera rispetto ai pochi lavori per cui c'è domanda di assunzioni (all'estero).
Il nuovo commissario governativo alla spending review, Gutgeld (già consulente e poi dirigente della McKinsey& C), ha annunciato un taglio di spesa per dieci miliardi entro novembre. La reazione di giornali ed ‘espertoni’ è sostanzialmente unanime: speriamo che ci si riesca, ma sarà molto difficile, per le resistenze della casta, dei burocrati, dei sindacati, ecc. Nessuno, dal Fatto quotidiano a Libero, accenna ad una valutazione degli effetti di una tale ulteriore riduzione della spesa pubblica sul PIL, e del resto non vi è alcuna traccia dei dati sul saldo primario degli ultimi venti anni, costantemente in attivo (al netto degli interessi sul debito). Piuttosto, si continuano a pubblicare inchieste sui rimborsi agli assessori, su “quanto ci costa” il Parlamento, sull’altissimo livello di corruzione ‘percepita’ (?).
RispondiEliminaIl punto, come più volte si è detto su questo blog, è che ormai l’idea dello Stato come famiglia, grazie all’incessante bombardamento mediatico, che non si ferma neanche nei giorni festivi (basti pensare all’Arena di Giletti), è parte integrante del pensiero unico dominante. E, soprattutto, risulta pienamente condivisa dalla stragrande maggioranza degli italiani, a partire da quelli che ne subiscono le peggiori conseguenze. Insegnanti sotto pagati, precari trentenni privi di ogni prospettiva, pensionati a 1200 euro al mese sono stati persuasi che la loro unica speranza è quella di uno Stato sempre più esangue e ridimensionato, e che le risorse risparmiate saranno il ‘volano’ per il rilancio dell’economia. Purtroppo, se si prova a fare opera di informazione ci si scontra con una ostinazione ideologica neo liberista (ovviamente inconsapevole) paragonabile forse a quella dei comunisti russi degli anni ’50. Loro almeno sapevano chi erano Lenin e Stalin, mentre gli italiani non conoscono affatto Von Hayeck o Friedman, ma solo i loro tristi e numerosi epigoni contemporanei.
Fino a quando pochi eletti( neanche tanto eletti, piuttosto poche persone , anzi una fascia infinitesima di popolazione), chi per estrazione socio economica , chi per interesse personale, chi per sfizio, chi per fede nella giustizia sociale, avranno la possibilità di farsi un'idea diversa rispetto a quella standard della gestione dell'economia e della politica del nostro paese, irreversibilmente passerranno tutte le peggiori manovre e riforme , e noi dovremo inghiottirle una per una e controvoglia ; se poi le elites intellettuali italiane folgorate dal Signore trovassero un giorno la dignità per usctre dal mondo dell'ipocrisia, dell'indifferenza e del disinteresse nei confronti di chi ha di meno , caratteristiche genetiche della cultura italiana a parte rari casi,e promuovessero una spinta culturale una rinascita Loro, morale ed etica, di cui io non ho ricordo almeno dal 1970, allora forse potremmo sperare in un cambiamento, ma nel frattempo, aspettando la folgorazione, possiamo dire anche un Requiem Aeternam.
EliminaBasic income e propaganda di retroguardia
RispondiEliminaC’è una confusione mentale, e quindi terminologica, che invade le midolla degli ordoliberisti. Allorché questi signori parlano dell’ennesima elemosina stampo social card, non è dato capire infatti se intendano riferirsi al “reddito minimo garantito” o al “reddito di cittadinanza”; trattasi di elemosine diverse a seconda che vi siano o meno controllo ed esigenze di contropartite.
A parte l’ambiguità terminologica, a me pare che l’idea dei citati Gentiluomini di introdurre un qualsiasi obolo rappresenti la solita propaganda (di lotta non si può nemmeno parlare) di retroguardia e, quindi, inevitabilmente al ribasso più becero. Misure come quelle di cui si parla sono infatti contemplate ipocritamente e con retorica nei Trattati europei (nuova formulazione dell’art. 6 TUE con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, in quanto sancito all’art. 34della Carta dei diritti UE alias Carta di Nizza). Tale evidenza, da sola, dovrebbe già far dubitare sulla bontà di una siffatta idea per tutte le ragioni che in questo blog sono state più volte ben sottolineate.
E la nostra Costituzione (vero convitato di pietra) cosa dice al riguardo? Nella nostra Costituzione non c’è una norma che preveda in via diretta o indiretta un basic income (il Presidente eventualmente mi corregga al riguardo). L’art.38 prevede infatti “il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale” per i soli inabili al lavoro, assegnando ai “lavoratori” “mezzi adeguati di vita in caso di disoccupazione involontaria”. Trattasi di una dimenticanza o sbadataggine del Costituente? Ma nemmeno per sogno! Per i nostri Costituenti al centro di tutto c’era il lavoro; Elio Basso ebbe a dire “è chiaro che quello che noi desideriamo è che il lavoro sia finalmente soggetto e non oggetto della storia; che i lavoratori siano i veri protagonisti della vita politica” (Assemblea Costituente 6 marzo 1947, seduta pomeridiana). L’esistenza dignitosa che avevano in mente i Costituenti non è la stessa dei banchieri europei quando hanno abborracciato la Carta di Nizza: nella Costituzione non può parlarsi di dignità umana senza far riferimento al lavoro; nei Trattati ordoliberisti, invece, l’esistenza dignitosa è del tutto slegata da ogni riferimento al lavoro, e non è un caso. Trattasi di due galassie diverse ed anni luce distanti l’una dall’altra, due concezioni diverse di intendere l’essere umano.
Negli anni ’50 anche Mortati aveva parlato di mezzi vitali, ma li aveva intesi come una sorta di risarcimento per la mancata attuazione dei precetti costituzionali, non come elemosina.
Il reddito di cittadinanza si dimentica del lavoro come soggetto e lo trasforma in oggetto e rappresenta perciò una monetizzazione del programma costituzionale rimasto inattuato.
L’introduzione di qualsiasi basic income sancirebbe così definitivamente il fallimento della politica nostrana ed un’altra ferita profonda al cuore della Costituzione ed a quella dignità che la stessa tutela.
A così poco, Presidente, è possibile comprare la dignità degli Italiani?
Mi fai sovvenire che l'art.38 della Costituzione commisura, i "mezzi" di sussistenza da assicurare, alle "esigenze" dei vari soggetti - professionalmente differenziati e differenziabili- che possono incorrere nella "disoccupazione involontaria".
EliminaIl che conferma l'ulteriore incostituzionalità dell'appiattimento, inevitabilmente verso il basso per la maggioranza dei lavoratori, indotto dal reddito di cinttadinanza.
Ma vi è di più (e di peggio): l'art.38, unico possibile fondamento a un reddito di cittadinanza non "universale" tout-court ma unicamente ricollegabile alla (del tutto) residuale disoccupazione involontaria, considera tale (cioè "involontaria"), per interpretazione sistematica evidentissima, anche quella di chi rifiuti un lavoro la cui retribuzione non sia commisurata alla quantità e, specialmente "qualità" (in sostanza qualificazione professionale) del lavoro.
Cioè, un incondizionato obbligo di accettare un lavoro a retribuzione prossima a quella "di cittadinanza", prescindendo dalla retribuzione "adeguata" (come solo la contrattazione collettiva potrebbe stabilire) alla qualità professionale, si porrebbe in contrasto con gli artt.36 e 38 Cost.
Senza contare che contrasterebbe anche l'art.35 Cost. che, per ogni forma di lavoro, obbliga la Repubblica a curare la formazione e la ELEVAZIONE PROFESSIONALE dei lavoratori. Un'elevazione professionale ridotta alla riqualificazione nell'ambito della flexicurity, accompagnata dalla ricollocazione occupazionale a retribuzione invariata, ANZI DIMINUITA SUL BENCHMARK DEL REDDITO DI CITTADINANZA, sarebbe sicuramente violativo dell'obbligo di perseguire l'elevazione professionale di ogni forma di lavoro...
Grazie, come sempre. 21. Metto questo numero al principio dell'intervento perchè vorrei si tenesse a mente durante la veloce esposizione. Stamattina in auto ascoltavo RadioAnchio su RadioUno. Ospite in studio Tito Boeri (dove è andato a finire? Ah, presidente dell'Inps, ecco perchè al tempo non pubblicò qualcosa di qualcuno, ma è altra storia). Si parlava di INPS, pensioni, busta arancione in arrivo ecc... Viene mandato in onda l'intervento del prof. Felice Roberto Pizzuti, docente La Sapienza Roma, colui che cura annualmente il cosiddetto Rapporto sullo Stato Sociale. Bene, l'intervento è stato interessante, preciso, puntuale. Pizzuti ha definito una "bomba sociale" l'attuale piega che si sta prendere in Italia sul versante previdenziale e ha snocciolato diversi dati davvero interessanti, spiegando al paradosso per cui, di fronte a redditi medi e pensioni medie calanti, si continuino a lodare come salvifiche ulteriori modifiche che vanno a rendere ancora più insostenibile, in termini monetari così pure di disuguaglianza, il sistema previdenziale italiano. Attenzione poi è stata data al fatto che nella maggior parte delle volte, in Italia (sui media), si diano numeri a caso, agglomerando assieme dati previdenziali uniti a quelli per le prestazioni sociali (che sono ben altra cosa). Il dato che più mi ha colpito è stato un numero. 21, come i miliardi che lo Stato ogni anno incassa, dalla differenza fra entrate contributive (da leone fa il fondo dei precari, anche da me/noi finanziato) e prestazioni previdenziali (pensioni da lavoro, se non ho capito male). Quante manovre sono 21 miliardi? Vogliamo sommarle ai circa 100 di interessi sul debito pubblico? Quanto fa'?. Ecco, allora, a chi (stra)parla dicendo: "Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità", d'ora in avanti abbiamo anche un numero, +21mld, con cui rispondere prontamente. Per chi volesse approfondire, qui anche un articolo relativo, e qui un excursus del professore su Sbilanciamoci.
RispondiEliminaIn realtà i miliardi dell'attivo sarebbero 24 :-) http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/La-favola-dell-equita-e-dello-sviluppo-25918
EliminaMa in passato prima delle "furbate" Fornero, ovviamente erano di più...
http://orizzonte48.blogspot.it/2013/03/osservatorio-pud-4-i-dipendenti.html
http://www.pmli.it/ballepensioniitaliane.htm
Si nel link del mio commento c'è la stessa cifra di 24, io ho riportato quello che ho sentito stamattina dalla sua voce. In ogni caso, siamo sempre in "avanzo primario", non trovi? ;)
EliminaChe poi, ecco qui il passaggio (mi piace molto l'ultima considerazione) "Anche in Italia si è verificata la stessa illusione statistica; attualmente la spesa sociale è pari al 28,4% del Pil, in linea con i valori medi europei. Tuttavia, se confrontiamo il valore pro capite, il nostro paese registra un forte e crescente divario negativo: fatto pari a 100 il valore medio dell’Unione a 15 nel 1995, quell’anno il dato italiano era 84,1, ma da allora è calato fino a 75,8 del 2011. In tutti i paesi europei, tranne l’Irlanda, la voci di spesa più importante è la previdenza (15,1% nell’EU-16); questa voce in Italia è pari al 18,8%, in Francia al 16,5% e in Germania al 13,6%. La superiorità del nostro dato previdenziale di 3,7 punti rispetto alla media europea è tuttavia viziata da diverse disomogeneità presenti nelle statistiche. Ad esempio, l’Eurostat include nella spesa pensionistica italiana i trattamenti di fine rapporto (pari all’1,7% del Pil) che non sono prestazioni pensionistiche. C’è poi che le spese pensionistiche sono confrontate al lordo delle ritenute d’imposta, ma le uscite pubbliche sono quelle al netto. Tuttavia, mentre in Italia le aliquote fiscali sono le stesse che si applicano ai redditi da lavoro per un ammontare trattenuto pari a circa il 2,5% del Pil in altri paesi spesso sono inferiori e in Germania sono addirittura nulle cosicché i confronti operati al lordo sovrastimano i nostri trasferimenti pensionistici che, in realtà, non sono affatto anomali. In ogni caso, dopo le riforme del 1992 e 1995, fin dal 1998 il saldo tra le entrate contributive e le prestazioni previdenziali nette è sempre stato attivo; l’ultimo dato, del 2011, è di ben 24 miliardi di euro. Dunque, il nostro sistema pensionistico pubblico non grava sul bilancio pubblico, anzi lo migliora in misura consistente (pari a sei volte le entrate Imu sulla prima casa!).".
EliminaTrovo sia uno scandalo che un Pizzuti debba considerare la verità un fatto specialistico di nicchia mentre un Boeri lascia capire che la maggior parte delle pensioni è ingiusta perchè non commisurata al contributivo ma che lui, per fortuna, le taglierà (anche se non si capisce chi gli attribuisca poteri di iniziativa legislativa di cui si vanta in continuazione) ...riportando i conti dello Stato a quelli del buon padre di famiblia.
EliminaCioè affossando domanda, base imponibile e, ulteriormente, il PIL di questa povera Italia in mano ai livorosi filo-esteri.
Se non altro perchè vogliono la "competitività" in funzione dell'acquisizione di ogni industria ridivenuta "competitiva" da parte degli investitori esteri. Che siano questi a pagarli o, piuttosto, i soldi dei contribuenti italiani? Mah...
Ma come dovremmo definire chi continua a raccontare la balla del sistema pensionistico insostenibile? O chi parla di DEF espansivo con manovra dopo giugno in arrivo da 10mld per evitare tagliola clausola salvaguardia 2016 (tra cui aumento IVA)? O di occupazione in crescita, o di ripresa in arrivo? Traditore della patria?
EliminaVisti anche i chiari di luna in salsa USA, con possibile correzione azionario su base patrimoniale e salariale households già in condizione catastrofica. Non so te, ma io chi parla di ripresa mi verrebbe da prenderlo a pesci in faccia...
EliminaLo sai che ti dico? Con tutta la simpatia per Bottarelli, preferirei una "analisi di rischio", sulle bolle in gestazione, fatta su tua istruttoria, con una varietà di fonti e di approcci critici un po' meno emotiva e un po' più "asciutta" :-)
EliminaFlavio ne avevamo parlato tempo fa.
Aggiungo una nota alla disinformazione diffusa a piene mani.
Si fa un gran parlare del fatto che le casse inpdap siano state accorpate a quelle inps.
Cosi' prendono due piccioni (e anche piu') con una fava.
Che ti pensa il piddino?
Che lo hanno fatto perche' l' inpdap era al fallimento?
E perche'?
Il piddino formula due ipotesi a questo punto:
Lo Stato non ha versato i contributi dei suoi dipendenti
Castacriccacuruzzzzione se so magnati tutto
Dunque. A noi lavoratori del settore privato ci tocca pure da mantene' quella pletora di scansafatiche dei dipendenti pubblici ipergarantiti.
I due piccioni sono:
Dagli allo Statoladro
E, soprattutto
Dagli con la guerra tra poveri.
Il fatto e' non possono spiegargli che effettivamente si, le casse inpdap sono divenute insostenibile autonomamente (e qui piddino vi scorge un aggravante sul versante "clientelismo").
Ma perche'?
Semplice.
Perche' i tanto invocati tagli al pubblico impiego sono stati gia' belle che fatti.
(Ma per non farlo capire al piddino "multuculturale e cosmopolita" basta usar, al solito, una parola inglese, dunque di un paese &quo