giovedì 12 novembre 2015

ATTENTI AD ESSI: HANNO PAZIENZA, RISORSE E FORTE COESIONE INTERNA. ESSI...


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1. La voglio fare semplice: non fatevi ingannare da ESSI.
ESSI teorizzano e attuano strategie culturali e mediatiche di lungo periodo: hanno pazienza, mezzi illimitati e una indubbiamente "superiore" solidarietà interna (sono pochi e hanno enormi interessi in comune, patrimoniali e di controllo sociale).

Lo rammento magari a chi legge distrattamente e saltuariamente.
Una trattazione monografica "poderosa" del tema (a puntate), legato alla specificità dei vari "federalismi" come strumenti di disattivazione programmatica delle democrazie (gli strumenti più efficaci, peraltro, come ci accorgiamo con l'UEM ma non sembriamo realizzare altrettanto col "fronte interno"...), verrà pubblicata presto, in base a un lavoro di Arturo e Bazaar.

2. Per fare da breve introduzione del mood che, razionalmente, occorre trovare dentro di sè (la razionalità senza la spinta intuitiva della intelligenza emotiva, è asservibile a qualsiasi scopo e degenera in "paralogismo", regno del condizionamento comunicativo manipolatorio...) -, vi riporto alcuni passaggi tratti da questo blog, appunto, preparatori dell'argomento
Argomento che è poi, nella sua sostanza, quello della cinica sopraffazione antiumanitaria, perpetrata sfruttando la complicità di una parte dei sopraffatti che viene messa contro altri egualmente sopraffatti.

3. Il primo è questo "punto" decisivo sollevato da Bazaar (segnalo: un autentico "Lumbard"):
"La Lega, come tutti i movimenti "american speaking" (ero piccolo ma mi ricordo l'endorsement dei soliti noti d'oltreoceano e dei loro portavoce tipo Feltri), a partire dagli anni '80 e dalle politiche deflattive della finanza internazionale, ha contribuito a formare un frame del tipo "pubblico"= "meridione d'Italia".

Inizieranno gli sproloqui su "evasione", "sprechi", "cassa del mezzogiorno", "carrozzoni", "Roma ladrona"... la corruzione!". Fino alla Mani Pulite golpista, le bombe "acculturate" e la dittatura finanziaria di Maastricht.

Il problema non sarà più l'oppressione esercitata sulle classi subalterne dalla classe formata dalla mafia latifondista del sud e la grande industria collaborazionista del nord.

La Lega farà (cioè, al tempo, "svolse il ruolo di"; ndr; per chi a squola aveva la maestra sempre in maternità) da catalizzatore, come il M5S oggi, nell'indirizzare l'attenzione livorosa verso il conflitto intra-classista, personalizzando i "due minuti d'odio" orwelliani, trasferendo gli archetipi classisti da un livello di censo a un livello di identità culturale, sferrando i colpi neoliberali contro la democrazia rappresentativa, contro lo Stato e l'unità nazionale.

Col pretesto identitarista si sferrerà l'attacco all'unica identità politica che conta: l'identità nazionale, anima e motivazione spirituale a difesa della carta costituzionale. La Patria e i suoi impliciti valori solidaristici.

Mi fanno sorridere coloro che credono che dietro le pretese secessioniste di Catalogna o Scozia ci sia una razionalità economica (a sentire certi economisti che parlano di dimensioni del mercato interno in era di globalizzazione... rivoluzionari solo rispetto agli imbecilli del "più €uropa"), o per motivi di "autodeterminazione dei popoli" secondo i principi universali anti-imperialisti e anti-colonialisti: la Catalogna colonia della Castiglia? La Scozia colonia dell'Inghilterra?

Siamo seri.

Anche solo per rispetto di chi il colonialismo lo ha vissuto e lo vive veramente: ciò che ieri è stato effettivamente l'imperialismo ad annettere, oggi è il medesimo imperialismo a voler secedere.
Uno stato mondializzato composto da macroregioni federate, non solo sarà l'antitesi della preservazione dell'identità etnico-culturale, ma sarà funzionale ad imperituro totalitarismo di una dittatura finanziaria.

La mia impressione è che gli unici ad aver letto e compreso Marx siano stati i banchieri".

4. Magari qualcuno, non avendo troppo studiato (come invece bisognerebbe fare, per auto-aiutarsi alla sopravvivenza in tempi di ordoliberismo-mediatico-pop), trova (superficialmente) troppo marxista quanto focalizzato da Bazaar.

Ricorro allora a due donne in gamba che intervengono su questo blog. I loro interventi riguardavano il problema di ESSI e sono appunto tratti dal post PERCHE' ESSI VIVONO (very successful, nei numeri): per questo, per chi vuole veramente capire, sono veramente e strettamente collegati al tema introdotto da Bazaar.
Sono certo che leggendoli con spassionata volontà di comprendere la connessione non possa sfuggire: 

"Chi vuole dominare sugli uomini cerca di svilirli, di sottrarre loro forza di resistenza e diritti, finchè siano davanti a lui impotenti come animali. 
Egli li trasforma in animali, e anche se non dice apertamente entro di sè è ben cosciente di quanto poco gli importino: parlandone con i suoi confidenti egli li definirà pecore o gregge. 
Il suo scopo resta sempre quello di "incorporarseli" e di sfruttarli
Gli è indifferente cio' che resterà di loro
Quanto peggio li ha trattati tanto piu' li disprezza. 
E quando non presentano piu' nulla di sfruttabile egli se ne libererà di nascosto, come dei propri escrementi, preoccupandosi che non appestino l'aria della propria abitazione" 
Elias Canetti " MASSE E POTERE" pagg. 252.  "  

"Il nazionalismo dei nazisti viene di solito sopravvalutato persino da chi ha capito come essi non siano mai stati dei semplici nazionalisti, come si siano serviti di " slogans "nazionalisti soltanto per procurarsi temporaneamente dei fiancheggiatori anche negli ambienti legati alla tradizione; agli effettivi militanti non è stato mai concesso di perdere di vista i fini sopranazionali del partito. 
Questo "nazionalismo" ha più di un aspetto in comune con quello della propaganda sovietica del tempo di guerra , che non ha distolto i dirigenti dei partiti comunisti dai loro obiettivi internazionali. 
Del resto, i nazisti non hanno mai ripudiato il loro primitivo disprezzo per il nazionalismo, per l'angustia e il provincialismo dello stato nazionale; e non si sono mai stancati di ripetere che il loro movimento, al pari di quello comunista, aveva portata e significato internazionali e, in quanto tale, era più importante di qualsiasi Stato, anche del loro...

Gli ideologi moderni vogliono conseguire a spese della realtà una vittoria permanente...I vecchi giocolieri della logica hanno dato del filo da torcere ai filosofi, mentre i moderni manipolatori dei fatti sono diventati una croce per gli storici
Oggi è in gioco l'esistenza stessa della storia, in quanto può essere compresa e ricordata, perchè ciò non è più possibile quando non si rispettano i fatti nella loro irrecusabilità ma li si usa o stravolge, per provare ora questa ora quella opinione
Da "Le origini del totalitarismo" di Hanna Arendt 1949."

Buona lettura a tutti e..buona "connessione"!


33 commenti:

  1. "La mia impressione è che gli unici ad aver letto e compreso Marx siano stati i banchieri".

    L'ho già sentita da qualche parte? Ma forse mi sbaglio. Anyway, se è tua basta per entrare nella leggenda... ;-)

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    1. Porterebbe nella leggenda Bazaar :-) (Ma da come l'ha messa tra parentesi non si capisce se sia una citazione o un'autocitazione...)

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    2. Da buon "milite ignoto", la citazione è anonima... anche se è autocitazione.

      (Qualcheduno, poi, mi ha recentemente spiegato che l'anonimo non è neanche tutelato giuridicamente)

      Per il resto, le parentesi in corsivo sono accorgimento stilistico che indicano incisi e post scripta. Accorgimenti presi in prestito da Alberto Bagnai, che, un nome e cognome a tutela del diritto d'autore ce li ha.

      Anonimo (entrato già nella leggenda all'inizio della storia dell'umanità, e in attesa di diritti d'autore... dopo essersi ripreso quelli sociali)

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    3. Segui un format espositivo tuo :-)
      Originale come la tua elaborazione.

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  2. Ciao Quarantotto, io penso che (essi) siano grandi, perchè così li vede il popolo, non sono altro che esseri umani, soggetti come tutti noi alle leggi della fisica, non esistono grandi o piccoli, siamo tutti irrilevanti rispetto all'Assoluto.
    Il loro progetto è disfunzionale e folle. Ma come si può pensare di mantenere il primato tecnologico e nel contempo voler impoverire i propri cittadini? Se vuoi impoverire i tuoi cittadini devi impoverire l'intera società, devi distruggere capacità produttiva e tecnologica, ma a quale scopo? L'unico risultato è che subirai il dominio di qualcuno altro.
    Poi la follia di portare un intero continente alla durezza del vivere. Ma Tommaso Padoa Schioppa aveva almeno la pallidissima idea di cosa significa? Io credo di no, un adulto rimasto bambino, come penso la maggior parte di essi. Quarantotto, prova immaginare un prototipo di essere umano forgiato dalla durezza del vivere.
    a) Uno che non sente più il dolore fisico, in quanto il suo corpo si è abituato alle percosse fisiche.
    b) Uno che non ha paura di morire,in quanto la morte sarebbe solo una liberazione.
    c) Uno che ha un insopprimibile senso di libertà
    d) Uno che alle imposizione reagisce con brutale forza ferina
    e) Uno che grazie alla durezza del vivere non è più manipolabile, in quanto ha sviluppato quell'istinto di sopravvivenza che gli permette di capire subito di chi può fidarsi e di chi no.
    Se Uno diventa una moltitudine, auguri a chi se li trova contro, che alla fine sarebbero essi.

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    1. Dimentichi l'ipotesi Elisyum, in cui si separano fisicamente dalle masse (in aree della Terra o anche in un supersatellite come nel film) e le lasciano al loro destino darwiniano: ma sempre all'interno delle bolge infernali dello Stato ormai estinto.

      Credo che ESSI, in definitiva, abbiano costantemente questa carta di riserva e per TUTTI i continenti; quasi scontata, se tutto va secondo i "loro" piani di ingegneria sociale (si fa per dire)

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    2. L'ipotesi di "aree elette", protette da contactors e droni, ed in generale in possesso di un livello tecnologico militare talmente elevato da compensare l'inferiorità numerica con le "masse" (di disperati), può sembrare fantascienza (e/o fantapolitica).

      Tuttavia, qualche prodromo potrebbe intravedersi, ad esempio, nell'orientamento americano a puntare su mezzi senza pilota e su mezzi militari a contenuto tecnologico tale da creare un gap incolmabile con l'avversario a dispetto del loro basso numero. Esempi sono il caccia F-22 (il c.d. "air dominance fighter"), i nuovo cacciatorpediniere della classe Zumwalt (le navi "stealth" per intenderci), i bombardieri B-2 (ed il prossimo B-3), gli UCAV X.47 (per ora solo prototipi).

      Si intravede, sotto questo aspetto, un forte e significativo investimento in tecnologie d'avanguardia, il cui costo elevato consente un acquisto di mezzi limitato, ma giustificato dall'aspettativa che saranno talmente più evolute delle loro controparti da garantire una totale superiorità anche in numero ridotto.

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  3. per mia opinione se una parte d'italia non volesse più far parte dello stato italiano dovrebbe avere il diritto di andarsene. la formazione dello stato italiano è avvenuto attraverso un processo ancor meno democratico di europeo.
    inoltre l'Italia come l'UME sono due aree valutarie non ottimali, entrambe sono composte da popolazioni unite dall'alto con storie e identità solo parzialmente in comune (un'abitante del sudtirol e un siciliano hanno in comune tanto quanto un greco e un finlandese).

    Ritengo inoltre inutile aggrapparsi in questo caso alla norma costituzionale, la costituzione è un artificio mano e come tale può essere modificato.

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    1. Queste sono osservazioni che solo in parte colgono i molteplici aspetti della questione: la versione storica così riassunta è in realtà riferibile all'epilogo degli anni '60 dell'800.

      Ma negare l'esistenza e il valore della Nazione italiana è un azzeramento di oltre venti secoli di Storia, in virtù di qualche stilema creato negli ultimi 30 anni.
      E non per caso. Tanto peggio allo scopo di rimuovere il conflitto sociale a favore di chi ha ri-dichiarato un'implacabile lotta di classe.

      E non per caso al servizio di interessi che vogliono distruggere OGNI identità etnica e culturale di ogni popolo. Europeo e non.
      Peccato che in Italia non si sia minimamente in grado di capire il fenomeno Marie Le Pen. Almeno per ora...(e speriamo che non lo si capisca troppo tardi).

      Anzi, nel caso dell'Italia,una scissione nazional-territorial, sarebbe anche tecnicamente, dal punto di vista industriale, demografico e dello sviluppo "sano", una delle cose meno intelligenti che potremmo fare: per di più assecondando il potere mondialista, €uro-sovranazionale (delle macroregioni federate e ridotte a province maleodoranti del TTIP).

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    2. Marco, dal cognome immagino il tuo sentimento: perché è di sentimento che si tratta. (No, le AVO non c'entrano...)

      Il "lavoro" di cui accenna Quarantotto è strumentale ad affrontare le questione che poni: che - come si vedrà - è di per sé rispettabilissima.

      Si vedrà la questione identitaria anche da punto di vista dei costituenti americani: il bello del metodo scientifico è che permette di trovare modelli che descrivono la Storia senza piegarsi completamente alla soggettività.

      La questione dell'indipendentismo è complessa e necessita di qualche strumento teorico: senza un minimo di teoria (politica) non si hanno gli strumenti analitici per risolvere il problema radice di questa "emotività" (che, da un punto di vista politico, è "sofferenza sociale").

      Si spera di fornire qualche spunto di riflessione.

      Se la diagnosi è sbagliata, la cura potrebbe essere molto peggio della malattia.

      Ovvio? Sì... e no.

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  4. Nell'esposizione non comparirà, perché si sarebbe andati troppo nel dettaglio, ma metodologicamente, per una lettura "mirata" delle fonti (sia quelle che ho riportato che altre) relative alla storia giuridica americana, mi è stato indispensabile, quel grande classico della storiografia giuridica che è An Economic Interpretation of the Constitution of the United States di Charles Beard ("fondamentale", lo definisce Ferrara, nel suo La costituzione. Dal pensiero politico alla norma giuridica, Milano, Feltrinelli, 2006, pag. 246) del 1913.

    In un paese in cui il percorso verso la costituzione veniva descritto in questi termini: "the movement of the divine power which gives unity to the universe, and order and connection to events" (questa è The History of the Constitution of the United States (1882 ed.) di Bancroft) fognanti, è chiaro che un'interpetazione in chiave economica e conflittualista doveva sollevare scandalo. E scandalo sollevò (si fece sentire perfino il presidente Taft): volarono le accuse di marxismo. A cui Beard rispose così (An Economic Interpretation of the Constitution fo the United States, N.Y., MacMillan, 1962 [1935], pp. xii-xiii): "the germinal idea of class and group conflicts in history appeared in the writings of Aristotle, long before the Christian era, and was known to great writers on politics during the middle ages and modern times.  It was expounded by James Madison, in Number X of the Federalist, written in defence of the Constitution of the United States, long before Karl Marx was born. Marx seized upon the idea, applied it with rigour, and based predictions upon it, but *he did not originate it.*"

    Ovvero un'analisi delle istituzioni alla luce del conflitto sociale è vecchia...quanto la scienza politica e giuridica stessa; se mai è un suo abbandono (fino ad arrivare a quello che Massimo Luciani ha definito "costituzionalismo irenico") che dovrebbe insospettire. Questa è la mia piccolissima premessa di metodo.

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    1. Ehm...Temo che che ci sia una certa disomogeneità di...approccio scientifico (storico, economico,giuridico-istituzionale) rispetto alle "solide" (e radicate: ma non nel tempo...) convinzioni del nostro amico Frasson

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    2. «A me non appartiene né il merito di aver scoperto l'esistenza delle classi nella società moderna, né quello di aver scoperto la lotta tra di esse.»

      Karl Marx, da una lettera a Weydemeyer, 5 marzo 1852

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    3. @Arturo12 novembre 2015 19:32

      Grazie per il link.

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    4. @ Bazaar

      E vorrei vedere, esistono da...diciamo 8.000/6.000 anni?!

      Io non capisco bene una cosa: è stato Marx a immaginare una "gestione" della società a partire dalle classi inferiori?

      In sostanza, chiunque lo abbia fatto o era un pirlone, o un filone.
      Propendo per la prima se stava a "sinistra", per la seconda se stava a "destra" (poi dopo sin. e des. ci mettiamo le mezze stagioni e la pace nel mondo -- anche se l'ultima moda delle miss è una certa passione per le guerre nel mondo -- ...:-).

      Esattamente come si evince dal post, tutte le forze che stanno governando o che si apprestano a farlo in giro per il mondo, non hanno altra possibilità di farlo se non seguendo le "leggi del mercato" ( a meno di riuscire a far capire che continuare su questa china non porterebbe ad altro che la perdita di quei valori/diritti unici legati all'identità antropologica di un popolo, che nel nostro caso aderiscono alla nostra costituzione, e senza dimenticare che l'uguaglianza di base dei diritti non significa uguaglianza di reddito nel processo economico) ed omologandosi ad esse (esse = essi, potrebbe essere l'equazione economica) dato che in linea puramente teorica, essendo indipendenti, non vi è altra possibilità se non quella di aderirvi ( la famosissima TINA).

      In sostanza vorrei dire che è giusto che la lotta di classe venga riportata al centro del dibattito, ma non facciamone un totem (il TINATotem).

      So che mi correggerete :-)

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    5. @sandro ceccato

      «è stato Marx a immaginare una "gestione" della società a partire dalle classi inferiori?»

      No. È stata la Thatcher.

      @Quarantotto

      Se questò è il valore della Democrazia acquisita da chi dovrebbe aver studiato su Orizzonte48 (e Goofynomics), capisco sempre con più chiarezza come mai l'Internazionale non è riuscita ad impedire la I Guerra Mondiale e i Keynesiani non sono riusciti a impedire la seconda.

      No comment sulla terza

      «[...] gli esperti presenti hanno dichiarato tutti che la loro preoccupazione maggiore erano gli stati-nazione, non i gruppi terroristici. [...]»

      Aveva ragione il Grande Spirito: ogni epoca ha necessità di purificarsi da quella precedente.

      È proprio vero che ognuno è artefice del proprio destino.

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    6. No sai, è che pensano che "lotta di classe" significhi che devi cedere diritti (id est. TASSE!) a favore di chi ne merita meno di te, magari perchè è terrone o immigrato (a prescindere dalla sua posizione sociale: potresti avere che so', un Versace o una Belen nella categoria...o magari un investitore arabo).

      Mica si può distinguere tra Marxismo-leninismo e Keynes, o magari Mortati-Basso-Rawls e pensare, anche solo per un attimo, di NON aver ANCORA compreso la Costituzione. Su cui SI SPARA QUANDO SI TRATTA DI TASSE (comunista!), solidarietà e eguaglianza sostanziale e, invece, ci si attesta quando si parla dei governi eurofili e di "riforme" sulle geometrie istituzionali (di cui tutti sono esperti e discettano tecnicamente, salvo poi quando devono capire cosa dicono i lavori della Costituente: troppo complicati o robbbbbba antica...).

      Insomma, come dire che i diritti che non possono essere toccati sono quelli "fondamentali" (cioè i propri, ma proprio quelli personali e dei più stretti parenti e amici più cari).

      Per il resto:; che si faccia pure una bella guerra e si sfoltiscano i ranghi degli esseri naturalisticamente destinati ad avere meno diritti.
      Hayek, in fondo, era un simpaticone che "fa impressione" solo quando parla di governo sovranazionale dei mercati, (eurobrutto!).

      Dovesse la lotta di classe portare a...aspetta, com'era?...alla "eguaglianza dei redditi" (...???)!

      E appunto da ciò che capisci quanto lo studio su goofynomics - e NON su quanto qui detto (che vuoi, il diritto è filosofeggiare- e CHIUNQUE capisce e reinterpreta perfettamente la Costituzione, e ti spiega pure la Storia in dettaglio)- possa avere esiti molto, ma molto, molto, molto, differenziati.
      A seconda, a quanto pare, di quanto si sono auto-definiti brillanti i discenti: cioè da quanto GIA' sapevano prima e che l'economia, econometrica e macro, - chettelodicoaffa'?- non poteva che confermare.

      In nome dell'anti-euro, si è creata una maggioranza rumorosa di "L'AVEVOSEMPREDETTISTI"?

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    7. Mi spiacerebbe se a gran parte dei lettori fosse sfuggito il senso profondo dell'intelligenza emotiva, con il suo irrisolvibile legame con l'etica.

      Le scienze sociali sono il prodotto di episteme ed ethos: se manca il secondo è meglio non avere neanche il primo. Si fanno meno danni.

      O quanto meno non si agisce da utili idioti.

      L'effetto Dunning-Kruger ha la capacità di far sopravvivere il piddinismo e il livorosismo oltre la morte; con la resurrezione tramite "l'avevosempredettismo".

      Meglio non essere capiti che è essere capiti ad minkiam

      Ma laciamo perdere, per ora, la dialettica logos-pathos come anello di congiunzione tra scienza ed etica: si rischierebbe di comprendere perché la nostra Carta è faro nella tempesta e perché esiste un art.5. (Articolo in cui "vive" Cattaneo, cit. Calamandrei).

      Dedico ai thatcheriani-no-€, a quelli di "c'è liberismo e liberismo", e a quelli che "il conflitto distributivo non è un totem", una dotta citazione:

      «Il leone e il vitello giaceranno insieme, ma il vitello dormirà ben poco.»

      W. Allen.

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    8. @ Bazaar: in questi giorni vale la pena di lanciare un'occhiata anche alla risposta proveniente da Oriente:

      http://www.maurizioblondet.it/del-buon-uso-politico-delle-notizie-o-la-verita-con-data-di-scadenza/

      http://www.zerohedge.com/news/2015-11-12/did-russia-just-gently-threaten-usa

      @ Quarantotto: a mio modestissimo parere, hai proprio centrato il nocciolo della questione: effettuare con successo un'operazione di "cernita" e di "ricollocamento" delle nozioni pre-esistenti all'acquisizione delle nuove, più corrette, informazioni al fine di raggiungere una posizione di equilibrio psico-fisico funzionale al sopraggiunto cambiamento del punto di vista richiede, come riporta l'intestazione del post, motivazione pura, amore per la verità e - aggiungo io - fiducia nei proprio mezzi (quindi, ricollegandoci al concetto di libero arbitrio dibattuto in uno dei post precedenti, nella capacità di essere in grado di effettuare la scelta "giusta" date le opportune condizioni); se il soggetto in esame è sprovvisto anche solo di una di queste caratteristiche, è altamente probabile che introietterà il "nuovo" in esclusiva funzione del "vecchio" (per via del fenomeno della pre-comprensione), autoprecludendo inconsciamente la propria strada ad una evoluzione cosciente del proprio pensiero. Ergo, finirà con l'interpretare i nuovi concetti a cui è esposto in qualità di conferma dei convincimenti anteriori alla loro esposizione nei suoi confronti, anche nel caso in cui essi procedano in una direzione obiettivamente divergente rispetto alla posizione iniziale. In sostanza, si tratterà di un pensiero "statico", "regressivo" (nel senso che tende a tornare sempre al punto di partenza) o, come l'hai appena definito, "avevosempredettista".

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    9. @Winston Smith

      Dio benedica anche te....

      Se non conoscessi a fondo lo spirito russo non mi sarei commosso e divertito allo stesso tempo.

      Grazie per il link oltre che per la presenza di spirito.

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    10. @ Bazaar

      Per "gestione" intendo la dittatura del proletariato. Non mi pare fosse la Thatcher ad averla immaginata.

      Penso di non cogliere il nesso se ciò che avete scritto era riferito a me.

      Leggo cose che ben poco hanno a che fare con quello che ho scritto, ma dato che sono scritte dopo il mio commento devo pensare che si riferiscano a cio che ho scritto.

      Se ho capito bene IO non vorrei pagare le tasse e i diritti che tutelerei sarebbero solo i miei... A si?! e dove lo avrei scritto?
      Addirittura sarei contro i terroni... sempre io.
      E ho anche sparato sulla costituzione... e dove se posso?!

      A me pare di aver detto l'esatto contrario, e specificando che è proprio l'omologazione al pensiero del libero mercato che non lascia scampo nè alla costituzione nè a nessun altro cambiamento, compresa la moneta unica. E' proprio grazie a questo blog se ho imparato ad apprezzare la costituzione del diritto, così come grazie ad un'altro che ho capito cosa sia il libero mercato.

      Lezioni di storia?! Perché ho scritto che la lotta di classe esiste da millenni? A me pare più una considerazione antropologica.
      E che Marx dicesse cosa abbastanza scontate e tutto sommato sopravvalutate lo ha detto prima Keynes di me (anche se io me ne ero accorto, e sostenuto, prima di leggere Keynes, ).

      Addirittura sarei liberista, boia faus...e io che non me ne ero accorto.
      Ma davvero avete la convinzione che si dovrebbe guadagnare tutti in egual misura? Davvero davvero?!
      E sarei io quello che si autoprecluderebbe inconsciamente la propria strada ad una evoluzione cosciente del proprio pensiero.

      Probabilmente ho capito male io, ok.


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    11. "Ma davvero "AVETE" la convinzione che si dovrebbe guadagnare tutti in egual misura?"
      In entrambi i commenti questo è il punto su cui gravita il resto del discorso e fenomenologicamente questo è il messaggio che si voleva esprimere.

      Purtroppo, fatta due volte questa attribuzione di pensiero arbitraria e del tutto...inspiegabile, si hanno due conseguenze:
      a) introdurre un elemento polemico non desumibile da nessuna parte del discorso che si vuole criticare - nè nel post, nè nell'intero blog,- indica una forte pre-comprensione: credo alla buona fede, e quindi che non si tratti di una reiterata tecnica di provocazione stile talk politico. Ma rimane preoccupante;

      b) poichè i concetti di eguaglianza sostanziale e di redistribuzione (ex ante o ex post, che si voglia), così tante volte illustrati su questo blog, indicano che l'eguaglianza dei redditi NON è contemplata nè dalle norme della Costituzione, nè da interpretazioni ricavabili dai lavori preparatori, nè, tantomeno e a fortiori, dalle teorie di Rawls o di Basso, (e nemmeno sostanzialmente predicata dallo stesso Marx: ma prescindiamone), l'origine di questa precomprensione è un fatto soggettivo, di tipo psicologico, di chi la espone: e non c'è dunque ragione per proseguire a discuterne in questa sede.

      Posso capire che ce la si abbia col marxismo, per una ultrasecolare dialettica che lo ha reso a molti fortemente inviso (per quanto i giudizi storici siano soggetti ad alterne vicende, non tutte utili al benessere dell'umanità).

      Ma il riferimento da me fatto, nel corso del post, al "marxismo" di Bazaar - (tra l'altro, il suo pensiero è il SUO e il mio è il MIO: le attribuzioni sono facili, perchè ogni volta è indicata la fonte di un ragionamento-commento)-, ERA OGGETTIVAMENTE IRONICO (cioè implicava il suo contrario in termini).

      MI scuso con Bazaar per non aver scontato il livello di equivoco a cui tale ironia si sarebbe prestata: ho avuto troppa fiducia nelle capacità critiche di taluni lettori (dopo anni di divulgazione evidentemente non letta o non compresa).

      Speriamo non siano troppi...

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    12. Sparare sulla Costituzione, poi, è esattamente quando la si confina al "diritto" (e cosa sarebbe il diritto costituzionale?), laddove questo blog, se veramente fosse stato letto e compreso, parla proprio del "mercato" e della sua struttura, con analisi condotte solo in questa sede e non su altri blog, come principale causa del conflitto sociale.

      Ma quest'ultimo non provocato dal marxismo (come spiegato in un elevato numero di post che spaziano da Bentham e Ricardo a Hayek e Carli fino a Chang, e alla neo-macroeconomica classica), sebbene esattamente dall'assetto che la Costituzione è intesa a evitare e prevenire.

      Però, con una certa memoria "storica" di precedenti commenti, riaffiora che il commentatore non è nuovo a questo genere di opinioni.
      Il che fa ritenere inutile e "vano" dedicare ulteriore spazio a un versante del discorso per definizione OT, sottraendolo a approfondimenti pertinenti e costruttivi.

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    13. In effetti mi scuso perché il riferimento era Bazaar non di certo te Quarantotto.

      La frase "incriminata" è la sua, e dato che quando si cerca di capire cosa volesse dire Marx non c'è nessuno che lo sappia, ( senza che questa spiegazione contenga un certo grado di distopia ex post che schifi e sputi l'uomo così com'è oggi) bisogna riferirsi a ciò che scrivono.
      Dato che io normalmente mi relaziono con persone le cui ansie vanno comprese; se gli parlo di lotta di classe posso stare sicuro che tutto il resto del ragionamento andrà perso. Le cosa stanno in questi termini. Sicuramente tra intellettuali non lo è, ma tra Laggente si.
      Marx è uno spettro che si aggira per il mondo, se si riuscisse a tumularlo magari andremmo avanti ( e arriveremmo a Keynes ). Con questo non voglio dire che Bazaar sia marxista et simila, però è sempre lui che lo tira in ballo.

      In effetti comprendere ciò che viene spiegato su questo blog è oggettivamente molto difficile.

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    14. Guardi Ceccato, ha messo l'ultima sentenza alla fine, invece, credo sarebbe dovuta rimanere all'inizio: stampata nella sua coscienza.

      La discussione su questo blog è "obiettivamente difficile": perché è "obiettivamente difficile" la discussione politica. Bisogna studiare. L'analisi economica e giuridica è effettivamente complessa.

      Ma lei parla lo stesso; fa domande quando ha già dentro di lei - sbagliate - le risposte; e pare abbia pure velleità divulgative con coloro ai quali "si relaziona".

      Farò finta che non esista il secondo pricipio della termodidattica, e proverò a chiarire i dubbi che attanagliano la sua tensione intellettuale: Marx è un'autore fondamentale per il dibattito, sia per i noeuro democratici sia per i neurocons thatcheriani.

      (Ha visto gli interventi di Pescare? Un forzista ha citato Lenin, e Canfora ha ampiamente citato Marx e il manifesto comunista: Bagnai ha ribadito il concetto - sociologicamente fondamentale in democrazia - di lotta di classe: chissà come mai)

      Se Keynes sostituisce Marx a livello economicistico, non lo sostituisce a livello sociologico: per motivi storici e politici - che Keynes spiega! - l'economista britannico non milita nel partito laburista, ma in quello liberale: dall'opera di Keynes - per somma gioia del piccolo borghese che teme di essere espropriato dei suoi averi da qualche zozzo bolscevico tassatore - non emerge il tema sociologico del conflitto distributivo. (Che non toglie che Keynes lo avesse ben presente... tanto che lo risolve a livello di teoria economica).

      Al bar (e in altri blog) questi banali concetti non sono di dominio.

      Ma con chi sa di sapere, la battaglia è già persa: ieri sera mi sono sorbito tutta serata un caro amico che ha provato in tutti i modi a convincermi che il welfare è nato col fascismo e che con "Lui" si stava tanto bene. Mi ha mostrato montagne di dati a cui non volevo ottusamente credere e persino la testimonianza di sua zia.

      Anche all'assemblea condominiale qualche pensionato interviene con "non sono un avvocato MA...", "non sono un amministratore, MA...".

      MA... parla. Anzi, urla.

      Strilla facendo perdere tempo e pazienza a chi già fa degli sforzi per dare il proprio sporco contributo.

      Cosa posso dirle?

      Preghiamo che il livello di questo blog scenda e faccia in modo che qualsiasi imbecille possa trovar confermata la sua indiscutibile sapienza.

      Saluti.

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  5. Buona giornata a tutti, scusate se vado totalmente fuori tema, ma ho bisogno che condividiate la mia sofferenza. Ieri sera alla festa del diciottesimo anno di mio nipote, la sorella di mia cognata, manager in una notissima azienda d'abbigliamento, con marito funzionario in CGIL, sosteneva la necessità d'importare extra comunitari, perchè sono molto più flessibili dei nostri ragazzi, i quali sono disoccupati perchè non accettano lavori manuali e pretendono stipendi che le aziende non possono più permettersi. Alla mia domanda come mai abbiamo perso il 25% della produzione industriale, la risposta è stata lapidaria: Il mondo si è allargato, là gli stipendi sono bassi e flessibili e i nostri ragazzi non hanno voglia di fare nulla. A quel punto ho desistito per non rovinare la festa a mio nipote.

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    1. Come vedi, è una vulgata consolidata e che peraltro registra degli effetti che sono in buona parte veri (almeno per la parte dei giovani che proviene da situazioni di relativo benessere familiare e che tira avanti tra i-phone, tablets e birretta, andando lo stesso in giro con gli amici: lo so è una generalizzazione "settoriale", ma è un fenomeno cui si assiste abbastanza da essere utilizzabile come luogo comune, per i macroeconomisti empirico-aziendalisti).

      Insomma, bisognerà fare questo reddito di cittadinanza: finanziato a scapito del welfare oggi attribuito (e redistribuito) a livello familiare, archiviando lo Stato sociale: li costringerà a lavorare a quegli stipendi lì, per non perdere le cose a cui tengono (e le perderanno lo stesso).

      La globalizzazione istituzionalizzata, - e questo ci riporta in tema-post -, agisce meglio se ci sono le macroregioni, spezzando persino quel calcolo sulla perdita del 25% della produzione industriale: si sperderebbe infatti dentro la nuova area e non ci sarebbe più un termine di paragone omogeneo a cui far riferimento.

      Le best practices deflazioniste sarebbero direttamente accettate come l'unico modo per sopravvivere nella (o gravitando intorno alla) città globale che polarizzerà la governance della macroregione (multi-sovranazionale, ma solo in apparenza).
      L'hanno pensata bene, ammettiamolo.

      La manager potrebbe avere pure lei dei figli: inutile dire che, se tanto mi dà tanto, sarebbero destinati a studi e futuri professionali in paesi anglosassoni.
      Ma non tutti i calcoli tornano. Oggi meno che mai...

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    2. tablets, i-phone, birretta, ecc.. diciamo una risposta molto settoriale. Oggi un tablet, uno smartphone (non parlo di i-phone) e una birretta sono oggetti di consumo che anche un immigrato clandestino senegalese può permettersi con uno stipendio da fame. Non sono certo status symbol di un raggiunto benessere. Altra cosa sarebbe avere una casa, una bella macchina, un reddito certo da lavoro dipendente che possa garantirmi un futuro e una famiglia. Mettere una birretta come simbolo di benessere la prendo come una boutade. Diciamo che il bene di lusso adesso è diventato avere una famiglia e dei figli. Infatti la birretta e lo smartphone da 100 euri non si negano a nessuno, nemmeno ai "profughi" che vogliono telefonare a casa loro, ma più nessuno mette su famiglia e figli. E questo la dice lunga sul periodo di "benessere" che stiamo attraversando qui in Italia. I giovani, categoria in estinzione, devono contare sempre di più sul reddito dei pensionati perché il lavoro non esiste più e se esiste è pagato due euro e senza garanzie; ed è normale che, per occultare la situazione economica del paese si facciano diventare colpevoli le vittime. In altri paesi con lavori migliori che in Italia i giovani lo stesso hanno smarphone, tablets ecc. ma vanno a lavorare perché hanno più facilità di trovare lavoro migliore e maggiormente retribuito. Qui in Italia invece se non ti adatti a lavorare nei campi 12 ore al giorno per 400 euro al mese i mezzi di comunicazione di massa ti dicono che sei un "viziato". E' questo futuro africano per le nuove generazioni di italiani in via di estinzione che si sta progettando per il nostro paese sottoposto alla dittatura UE controllata dagli USA che vogliono il primato mondiale a scapito del resto del mondo tenuto in stato di arretratezza e sottosviluppo.

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    3. Argomenti già ampiamente affrontati su questo blog.
      Tra i tanti, in relazione all'andamento demografico, e quindi al "lusso" della creazione di una famiglia, in connessione alla €-filosofia della "durezza del vivere"

      http://orizzonte48.blogspot.it/2015/09/feltri-e-la-grecizzazione-italiana.html
      (in dettaglio p.7)

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    4. Naturalmente, poi, il punto (che mi pare sfuggito) è che questo manipolatorio status quo di sotto-consumismo sedativo, consente di prosperare a chi lancia il reddito di cittadinanza e non si cura di rivendicare il mercato del lavoro conforme a Costituzione, accettando la strutturazione degli effetti dell'eurismo e della globalizzazione.
      Senza aver chiaro questo, si fa sociologia da talk...

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    5. Non sono avezzo alle categorie moralistiche del consumo. Ti faccio un esempio. 30 anni fa c'era la televisione, la Vespa, le discoteche, le sale giochi con Pacman, ecc. ma la gente andava a lavorare e guadagnava dei bei soldini; e con questi bei soldini, guadagnati con un lavoro fisso, ben retribuito e garantito, poi si comprava, oltre alla Vespa, alla TV e agli sballi in discoteca, anche una macchina; poi magari metteva su famiglia, si comprava una casa, e se stava male aveva la sanità pubblica gratuita. Adesso io non vedo alcuna differenza in termini morali (o moralistici) tra i gadgets di 30 anni fa rispetto a quelli attuali; quello che è cambiato è solo il livello tecnologico. La situazione economica però adesso fa in modo che i giovani si possano permettere solo qualche gadget e non le cose "sostanziose" della vita, cioè una casa, dei figli, un lavoro, un futuro sereno una sanità pubblica, un welfare decente. E' chiaro che non è perchè ci sono i tablet o gli smartphone che i giovani non non vanno più a lavorare o non pensano al loro futuro. Questa è la sovrastruttura della comunicazione di massa moralista che vuole colpevolizzare i giovani di una situazione economica creata dalla dittatura UE che finanzia giornalisti come Michele Serra e Antonio Polito e i loro capolavori moralistici. 30 anni fa la gente cazzeggiava e anche di più ma non c'era questa sovrastruttura mediatica colpevolizzante, e i moralisti erano relegati alle solite chiacchere da bar o a quelle dei parenti invidiosi o bacchettoni.
      Sul reddito di cittadinanza sono perfettamente d'accordo; infatti per prolungare il periodo di sottosviluppo senza occupazione sarà prima o poi necessario implementarlo, anche perchè i nonni con la loro pensione prima o poi moriranno, quindi si dirotterà il dibattito dal "non c'è lavoro", "non c'è sviluppo" al non c'è reddito di cittadinanza, altro capolavoro di ingegneria sociale per tenerci nel sottosviluppo come quando erano i nonni prima a passarci tale reddito. Questo però è un altro lavaggio del cervello grillino che ci è stato confezionato per bene dalla dittatura UE sottosviluppista e decrescista (la propaganda che afferma quanto sia bello vivere come degli straccioni, con uno smartphone da 100 euri in mezzo alla strada a chiedere l'elemosina dopo che hai finito il tuo lavoro quotidiano di 12 ore a KM-ZERO nelle piantagioni di pomodori controllate dal caporale di quartiere)

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    6. Ma sì, siamo d'accordo. Nessuno fa categorizzazioni moralistiche del consumo, qui.
      Per questo avevo invitato a leggersi il blog con un po' di spirito di ricerca. Per non ripetere discussioni già fatte.

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    7. I miri complimenti Mauro. Io non avrei resistito.
      Essendo giovane questi sono discorsi che non tollero, dato che mi riguardano direttamente, e non possono passare senza conseguenze in mia presenza. Avrei rovinato la festa al posto tuo.
      Complimenti per il sangue freddo.

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