Questo post di Bazaar non si limita a indicare come una moneta "senza Stato, né legge", nè intermediazione bancaria, né banche centrali, assomigli a uno schema Ponzi (frazionato su un numero indefinito di partecipanti che vi concorrono): ci dice pure il "perché" si abbia interesse a diffondere uno strumento del genere. La "quantità" di bitcoin matematicamente emettibili è sempre un dato insito nel sistema e a un certo punto il suo valore può crollare, perché ce ne sono troppi e qualcuno si è illuso che la sua stabilità (o, in una prima fase, crescita) di valore fosse magicamente ottenibile con la mera adesione allo schema.
L'interesse è dunque abbastanza evidente: ricreare un gold standard senza l'oro, cioè intrinsecamente ancor più deflazionista.
La crisi di liquidità è innescata in automatico; è strutturalmente insita nel sistema, e l'economia legata a tale "moneta", inevitabilmente, rallenta paurosamente.
Rammentiamo che sottostanno ad essa delle transazioni, cioè la moneta si acquisisce mediante il conferimento di un valore - cioè moneta in altra valuta, prestazioni personali e di merci- e che i relativi pagamenti devono comunque essere eseguiti e, al momento della indispensabile "correzione quantitativa" i "sistemisti" dell'ultima ora, vedranno in pratica svalutata la propria controprestazione in modo repentino e distruttivo.
E con tale inevitabile correzione, all'interno di un similie sistema, transazioni, investimenti e soprattutto, occupazione (la realtà sottostante dei controvalori immessi nel sistema), crollano.
Ma non c'è neppure uno Stato con cui potersela prendere per politiche deflazioniste che risolvono il conflitto di classe a danno della gente comune. Non c'è alcuna reazione politica organizzabile: il meravigliso mondo di von Hayek (o di Elysium) dilaga senza più alcun anticorpo nell'organismo sociale.
"E voi che siete i paladini del bit coin, e siete certi che non sia uno
schema di Ponzi, dite sinceramente, perché lo comprate? Perche vi
aspettate che aumenti di valore, suppongo.
Ovvero esattamente come in
uno schema di Ponzi in cui si spera sempre che la catena, lo schema
continui e tu guadagni sull'aumento di prezzo di quelli che vengono dopo
di te... solo che ad un certo punto c'è sempre il solito problema:
nessuno vuole più comprarlo, il mercato si satura e gli ultimi
malcapitati iniziano a vendere. E così il prezzo crolla.
Vi ricorda
qualcosa? A me ricorda tanto una delle ultime tre grandi bolle dell'ultimo anno. Solo che siccome il bit coin non è palesemente basato su
una truffa come l'originario schema di Ponzi, mantiene sempre quel
minimo di affidabilità che permette agli avventori più spregiudicati o
ingenui di entrare di nuovo, fino alla nuova bolla.
In questa prospettiva le chiacchiere dal sapore molto "no global" antisistema sulla nuova moneta "libera e decentralizzata", sarebbero l'equivalente delle chiacchiere da imbonitore con l'unico scopo di far entrare nuova gente nello schema.
In questa prospettiva le chiacchiere dal sapore molto "no global" antisistema sulla nuova moneta "libera e decentralizzata", sarebbero l'equivalente delle chiacchiere da imbonitore con l'unico scopo di far entrare nuova gente nello schema.
E non si tratta di truffati, perché anche in uno schema di
Ponzi ci sono quelli che si arricchiscono, anche se entrati a metá. Per
questo semplice motivo io ho deciso di investire, perché spero di
essere uno di quelli che entrano ed escono in attivo quando sono ancora
in tempo. Ma non è detto che sia così. La bolla potrebbe continuare ad
espandersi per mesi o per decenni o esplodere domani."
Ma ben si tratta di un esperimento, di una prova generale: di cui, come vedremo nel post (e come abbiamo visto), anche l'euro fa parte.
La progressione inarrestabile verso la moneta privata senza Stato(brutto), e la deflazione come condizione strutturale dell'economia globalizzata e del capitalismo anarchico. L'acme dell'assetto oligarchico e della devastazione sociale...
“Esercitazioni”
di economia monetaria... Friedrich
August von Hayek e i Bitcoin per fessi.
«Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei»
Apocalisse 13:16-18
Come
approfondimento riguardo alle riflessioni sull'istituzione monetaria, si propone come caso di studio una
particolare tipologia di moneta alternativa che occupa da anni le colonne dei giornali, fornendo una visibilità le cui
conseguenze non sono così scontate e – soprattutto – non necessariamente
auspicate da chi abbia interiorizzato il valore della democrazia: la
democrazia fondata sull'impegno dello Stato-nazione ad emancipare le
classi oppresse tramite la tutela del lavoro.
1 – Il caso
di studio: non c'è niente di più oscuro di ciò che ci è familiare.
«I peggiori malfattori sono coloro che non ricordano, semplicemente perché non hanno mai pensato e – senza ricordi – niente e nessuno può trattenerli dal fare ciò che fanno. […] pensare a cose passate significa muoversi nella dimensione della profondità, mettere radici e acquisire stabilità, in modo tale da non essere travolti da quanto accade – dallo Zeitgest, dalla Storia, o semplicemente dalla tentazione. Il peggior male non è dunque il male radicale, ma è un male senza radici. » Hannah Arendt, “Alcune questioni di filosofia morale”, ET Saggi, pagg.54-55
Ci sono due
attività che gran parte della popolazione occidentale svolge quotidianamente:
pagare un qualsiasi bene di consumo, ed usare un calcolatore elettronico; [→]
immancabilmente ci si ritroverà a confrontarsi con torme di economisti monetari
E amministratori di sistemi operativi.
Insomma, esiste
un forte rischio di assistere ad un trionfo di espertologia (al quadrato).
Prima di
affrontare i possibili scenari strutturali a cui possono essere propedeutici
certi fenomeni del costume e della tecnologia finanziaria, ci concentreremo su
questo “caso di studio” perché porta a
riflessioni, tanto di carattere strutturale, quanto sovrastrutturale;
ad iniziare dal fatto che ci troviamo di fronte ad un interessante fenomeno di modernismo[1],
di cui si possono scorgere tanto determinate spinte (contro)rivoluzionarie
caratterizzanti il neomalthusianesimo “di Gaia”,
quanto di quello che contraddistingue i "visionari" di distopie alla Bertrand Russell.
Sia appassionati di tecnologia digitale, sia commentatori di fatti economici – direttamente o indirettamente –
promuovono curiosità sul progetto, che – stando con i suoi creatori – è
riassumibile in: “liberarsi dalle banche cattive tramite le crittomonete
inventate degli hacker buoni”.
Bene: si proverà
invece ad argomentare come la via della schiavitù[2]
ci stia conducendo alla destinazione finale.
Che cosa sia di
per sé il Bitcoin non interessa più di tanto: viene definito una
“crittovaluta”; ovvero si usa quell'arma potente che è la crittografia -
nata per tutelare integrità, confidenzialità e disponibilità delle informazioni e
delle comunicazioni – per produrre in modo decentralizzato “base
monetaria” con una funzione che dipende da variabili esogene come lo
stato della tecnologia (la potenza di calcolo di un processore commerciale, o
il numero di nodi dedicati al calcolo parallelo, ad esempio) o endogene,
come la difficoltà implicita presente in
un algoritmo nel risolvere problemi di calcolo complessi.
L'informazione
da tutelare, in questo caso, consiste nel sistema di transazioni economiche che
debbono essere registrate in una base di dati distribuita tramite protocolli
che permettono di ridondare le informazioni su un numero indefinito di nodi (i
nodi sono formati dai diversi calcolatori con i relativi programmi che
compongono la rete Bitcoin).
Questa base dati
è un libro mastro digitale in cui sono registrate le transazioni, e in
cui il bitcoin viene usato come unità di conto.
Chi consuma
energia elettrica (!) per risolvere questi problemi complessi – la cui
soluzione consiste in in un blocco di chiavi crittografiche che possono
essere raffigurate come i “numeri seriali” delle “monete coniate” – viene
remunerato con un compenso pari ad una frazione dell'unità di conto.
Si avrà quindi
una simpatica “base monetaria” che si espanderà “asintoticamente” verso un
limite prefissato che verrà raggiunto[3]
entro una certa data (che, a differenza degli asintoti senza “virgolette”, non è “infinito”, ma
è “tra circa centotrent'anni”). Cioè, il numero totale di unità di conto è
limitato e determinabile in base ad una funzione che ha in ascisse il tempo e
in ordinate la “quantità di moneta”[4].
A quel punto il
simpatico sistema continuerà a deflazionare ad libitum.
(Fare un bel respiro, e provare a continuar la lettura...)
Per poter
gestire la contabilità, i moduli non si dovranno preoccupare di gestire molte
cifre dopo la virgola, ma di quanti decimali gestire prima (per un limite di
otto).
Una moneta che
deflaziona per natura.
(Quando lo
hanno riferito a Krugman, gli è venuto uno s'ciopone[5]...)
Si può pensare,
“bè, cosa vuoi che capiscano dei geek di economia e finanza...”.
La questione,
però, è che chi ha trovato la soluzione matematica – in coincidenza con
l'esplodere della crisi finanziaria – per risolvere svariati problema di natura
tecnica e teorica, è anonimo,[6]
e si hanno elementi per desumere che non fosse un hacker (ad
iniziare dal fatto che pare sia difficile trovare un hacker che usi prodotti
Microsoft...).
Inoltre, coloro
che hanno iniziato da almeno metà anni novanta a studiare un sistema per creare
crittovalute pare proprio fossero stati i Servizi statunitensi.
«Recentemente [2013, ndr] un report dell'NSA
emerso [1996, ndr], ‘prevede’ una moneta critto-elettronica molto simile al
Bitcoin. Così simile, che, conoscendo il loro principale obiettivo, il problema
sorge nel comprendere se questo report è una previsione, o un progetto.»[7]
Questa storia
per cui tutte le “previsioni” distopiche paiono avverarsi è, quantomeno, un must della
letteratura scientifica e divulgativa di chi appartiene alla classe che
“prende le decisioni che contano”.
Magari, si può
pensare, ci si trova di fronte ad un subdolo tentativo di creare un false
flag da parte della totalitaristica intrusività dello spionaggio anglo-americano per bloccare un progetto di
emancipazione, o, viceversa, si è di fronte ad una certa abilità in tecniche
d'anonimato da parte dell'autore del paper.
D'altronde, gli
scopi enunciati appaiono così nobili, così cool. O no?
Vediamo.
2 - Se la moneta
è un'istituzione, che struttura sociale sottende la diffusione delle crittovalute?
«Una versione puramente peer-to-peer
di denaro elettronico permetterebbe di inviare pagamenti tramite Internet
direttamente da una parte all'altra senza passare attraverso un istituto
finanziario», cit. dall'abstract del paper per implementare il
sistema di pagamenti in crittovalute.
«Il problema
principale con la moneta convenzionale è tutta la fiducia che è
necessaria per farla funzionare. La banca centrale deve essere credibile
per non indebolire la moneta, ma la storia delle valute fiat è piena di
incrinature di questa fiducia. Le banche devono essere affidabili per
tenere il nostro denaro e trasferirlo elettronicamente, ma queste lo
prestano a ondate di bolle di credito con appena una frazione come riserva.
Dobbiamo fidarci di loro per la nostra privacy, fidarci di loro affinché ladri
di identità non vengano lasciati prosciugare i nostri conti. I loro enormi costi
di struttura rendono impossibili i micropagamenti», dalla presentazione del paper.
Sul manuale del
software del 2011, possiamo leggere: « [...] Il Bitcoin è una valuta
digitale peer-to-peer. Peer-to-peer (P2P) significa che non c'è autorità
centrale ad emettere nuova moneta o a tracciare le transazioni. Invece,
queste operazioni sono gestite collettivamente dai nodi della rete. Vantaggi:
- i
Bitcoin possono essere spediti
facilmente tramite Internet, senza la necessità di affidarsi
all'intermediario. Le transazioni sono
progettate per essere irreversibili. Stai al sicuro dall'instabilità causata
dalla “riserva frazionaria” e dalle banche centrali. L'inflazione limitata causata
dall'offerta di moneta del sistema Bitcoin, è distribuita imparzialmente
(dalla potenza della CPU) tramite la rete, non monopolizzata dalle banche ».
Insomma,
possiamo ragionevolmente identificare che la teoria economica dietro agli
obiettivi dichiarati coincida con quella descritta dal celebre documentario entrato negli annali della produzione
multimediale cospirazionista, Zeitgeist[8]: un bel miscuglio tra teoria
quantitativa della moneta e allarmismo sul funzionamento di un'economia a
moneta creditizia come nella tradizione della scuola austriaca di von Hayek, Rothbard e von Mises, a cui il creatore della crittovaluta
espressamente si rifà.
E noi sappiamo
che, storicamente, dove c'è "complottismo"[9]
c'è complotto[10], e l'obiettivo politico della
letteratura pseudoscientifica pare essere sistematicamente l'opposto di quello
che certi valorosi eroi cognitivi propongono come soluzione a favore degli
interessi generali.
Innanzitutto – come già dal 2011 fece notare Paul
Krugman – il sistema
Bitcoin è il ritorno del gold standard contro cui Keynes si battè strenuamente.
«In effetti, il Bitcoin ha ricreato nel suo mondo privato il gold
standard, in cui l'erogazione di moneta è
fissa invece che soggetta ad essere incrementata dallo stamparne altra.
Quello che noi vogliamo da
un sistema monetario non è che le persone si arricchiscano tenendo la moneta;
noi vogliamo che faciliti le transazioni e renda ricca l'intera economia. E non
è assolutamente ciò che sta accadendo con i Bitcoin [...]
L'economia dei Bitcoin ha subìto
materialmente una forte deflazione. E, a causa di questo, ci sono incentivi a
trattenere la moneta invece di spenderla. [...]
Così nella misura in cui
l'esperimento non ci dice nulla sui regimi monetari, rinforza le ragioni contro
qualsiasi cosa come un nuovo gold
standard - perché mostra, appunto, quanto
sia vulnerabile un sistema di questo tipo all'accumulare moneta, alla
deflazione e alla depressione»
(Si presti
attenzione al collegamento tra modernismo e reazione, imponendo
la conservazione dell'ingiustizia sociale tramite scienza e
tecnologia)
In pratica,
quello che Keynes chiamava «relitto barbaro», viene riproposto
restaurato, aggiornato alla “sovrastruttura 2.0”, e spacciato come
soluzione ad ogni male finanziario.
Se l'idea keynesianamente
assurda di dover estrarre oro per poter emettere moneta aveva almeno come contropartita l'accumulo di un metallo
prezioso dotato di valore intrinseco, l'energia spesa per produrre bitcoin
non permette nemmeno alla crittovaluta di essere in alcun modo una
stabile “riserva di valore”.
Un blocco di bitcoin
non è altro che un lingotto virtuale: infatti, la produzione di bitcoin
viene chiamata mining, ovvero “estrazione”.
Abbiamo quindi
un numerario che non è stabile riserva di valore e che, come mezzo di
pagamento, viene tendenzialmente trattenuto perché alimenta l'aspettativa di
crescere di valore con il tempo.
Bene: ma cosa dà
valore a queste monete?
La struttura di
diffusione è quella simile ad un marketing piramidale ma, stando con la World Bank, non avremmo a che fare con uno
schema Ponzi[11]: per forza, dice, questo non è
truffaldinamente “deliberato”, ovvero i Charles Ponzi sono tanti
inconsapevoli e sono stati tutti i pionieri che hanno costruito e promosso il
sistema, accumulando la moneta a costi irrisori rispetto a quando, magari, è
stata venduta anni dopo: e gli ultimi arrivati?
Notare che i Bitcoin
sono stati promossi prima della crisi bancaria di Cipro, con questo effetto: una bella impennata prima di crollare rovinosamente.
Ma dopo Cipro,
in quale altro Paese è stata promossa la valuta?
In Grecia....
E da chi?
Dal mitico Yanis Varoufakis!
(In Italia
pare invece che il genitore “uno” potrà pagare gli alimenti al genitore “due”
tramite crittovalute grazie a SEL...)
Ma non è finita:
la World Bank
è stata allertata da ricercatori della Boston University dei pericoli derivanti
da questo prodotto di reazione modernista; in particolare evidenziano
che (v. punto 10): il bitcoin è un attacco allo Stato
sovrano, «minando il legame tra moneta e sovranità», creando gravissime situazioni di
instabilità finanziaria.
Soprattutto, «chi ha creato l'algoritmo, il protocollo, e chi
gestisce il libro mastro ed estrae le monete virtuali, diventerebbe il nuovo
banchiere centrale, controllando una base monetaria. Un immenso potere e
responsabilità».
Ovviamente, di queste crittomonete, ci sono già diversi progetti in concorrenza...
« [Come
per la moneta unica...] dalla proposta di Hayek [di]: "togliere allo Stato il monopolio della moneta e sostituirlo con
una competizione fra banche private che forniscono moneta esattamente come
qualsiasi altra impresa fornitrice di beni o servizi. La sua proposta va
quindi ben al di là di quanto avevano visto quasi tutti i Paesi occidentali
sino alla fine dell'Ottocento, quando vi erano diversi istituti di emissione,
perchè tali istituti stampavano comunque banconote denominate nella valuta
nazionale, mentre Hayek propone di
dissolvere completamente il concetto di banca centrale di emissione.», introduzione
a F.A.Hayek, “La denazionalizzazione della moneta”, nella traduzione italiana, ETAS, 2001
3 –
Conclusioni
Alcune delle
colonne portanti della struttura su cui pare si voglia edificare la
nuova organizzazione sociale dell'ecumene globale, pare facciano capolino.
È interessante
focalizzarsi sul processo.
Dialetticamente
il coas è gravido di un nuovo ordine: magari all'anarchia
finanziaria e monetaria verrà proposta come auspicata soluzione
stabilizzatrice, chessò... una moneta unica mondiale[12]?
Chiaramente,
poiché pare che nei piani alti della City e di Wall Street (e dell'NSA...)
studino con gran impegno Marx ed Hegel (essendo, nell'opinione
dello scrivente, gran parte della letteratura liberale apparentemente inutile
ed inservibile), il sistema sembra essere sempre lo stesso: la dialettica.
Possiamo
schematizzarlo come segue:
a) la struttura, in ottica conflittualista,
viene gestita marxianamente con la dialettica hegeliana;
1 – si sceglie
una sintesi-obiettivo: “la conquista del mondo” (no, perché il
livello è questo..)
2 – si sceglie
una antitesi e la si chiama orwellianamente tesi: “lo
Stato-nazione brutto porta alla guerra”, “le banche centrali sono lo strumento
dei Rothschild con cui fanno er signoraggio e impongono la
peggiore delle imposte, l'inflazione!, stampando i biglietti co' er
torchio”
3 – si promuove
una tesi e la si inietta mainstream in modo capillare e bipartisan,
chiamandola orwellianamente antitesi: “Il federalismo kantiano porta
cosmopolita pace e fa felici grandi e piccini”, “la democrazia diretta
dei Bitcoin ci fa tutti più anarcolibertari[13]”
b) la sovrastruttura,
in ottica funzionalista – ovvero statica e conservatrice – viene gestita con la tecnica alchemica della “complementarità degli opposti”:
1 – la sintesi
è per definizione nulla – ovvero non esiste – cioè si produce stabilità politica
nell'accezione di sedazione del conflitto tra classi;
2 – non esiste contrapposizione dialettica su questioni
sostanziali, ovvero strutturali (relative ai rapporti di
produzione) – ma solo su questioni formali, ovvero il cui esito –
facilmente manipolabile tramite i mezzi di comunicazione di massa – incide esclusivamente sui fenomeni del
costume e sulle sovrastrutture;
3 – l'energia
“potenzialmente costruttiva” che proviene dall'aggressività sociale, ed utile
nella lotta per l'emancipazione che coincide con la lotta per la difesa sovrana
delle istituzioni democratiche, viene scaricata in forma di sterile livore in
conflitti sub-sezionali: “giustizialisti vs garantisti”, “berlusconiani vs
anti-berlusconiani”, “liberali per i diritti civili vs
bacchetton-conservatori”, “terzomondisti vs xenofobi”, e via cosmetizzando
il conflitto distributivo.
L'alimentare i
conflitti sub-sezionali – come nella migliore tradizione
federalista e liberale –
produce quella politica del divide et impera necessaria a disgregare la
coesione sociale, destrutturando l'identità nazionale e, in definitiva,
la coscienza di classe. Ovvero il sotto-sistema (b) è un
sistema di gatekeeping per la realizzazione del sotto-sistema (a): questo non è
altro che il processo di riforme strutturali volte alla pacificazione cartaginese
del conflitto tra classi con l'obiettivo di vittoria sempiterna di una classe
sulle altre: la fine della Storia.
(Mi ribello
usando i bitcoin, 'cause I wanna be Anarchy!)
[1] Cfr. con la citazione della Arendt
all'inizio del paragrafo.
[2] “The
road to serfdom”, F.A. Hayek, 1943, dedicato dall'austriaco controrivoluzionario
«ai socialisti di tutti i partiti».
[3] Il limite massimo, nel caso del Bitcoin,
sarà 21 milioni.
[4] Si nota che in realtà la quantità di
moneta in circolazione – risolto l'ultimo problema matematico – non sarà
descrivibile da una retta parallela all'asse temporale, ma da una curva che
tenderà a zero con t che tenderà ad infinito: se viene persa una moneta,
(ovvero, “non hai fatto il backup del file che custodisce le tue
preziose chiavi crittografiche, e ti si guasta il disco del pc di
casa”), queste monete saranno definitivamente perse e non spendibili.
[5] I non padani possono chiedere lumi
lessicali al Poggio.
[6] Il famoso pseudonimo è Satoshi Nakamoto,
e, curiosa coincidenza o meno, ha una vicina assonanza con Tatsuaki
Okamoto, ricercatore nel campo della crittografia e coautore
del report dell'NSA.
[7] Come antefatto, dobbiamo tenere a mente
che le istituzioni finanziarie
sono sempre state consapevoli del fatto che la deregolamentazione della finanza
derivata fosse una scelta politica lievemente “rischiosa”.
[8] Dopo averlo visto non ho dormito per
diverse notti; un effetto peggiore sul mio stato onirico lo ha ottenuto solo “Alien”,
ma ero fanciullo...
[9] Il fatto che esistano le “teorie della
cospirazione” - a
maggior ragione se sono realistiche - non significa che queste siano
funzionali a livello cognitivo: sono in qualsiasi caso utili a
confondere intellettualmente e – soprattutto – emotivamente chi ricerca
liberamente.
[10] Ovvero convergenza di interessi
oligopolistici: «People of the same trade seldom meet together, even for
merriment and diversion, but the conversation ends in a conspiracy against the
public, or in some contrivance to raise prices»; cioè «Persone che
operano nel medesimo mercato raramente si incontrano – anche solo per divertirsi e far festa – senza
che la conversazione finisca in una cospirazione contro la collettività, o in
qualche espediente per alzare i prezzi». Adam Smith, il padre dei
liberisti, è notoriamente anche il padre dei complottisti: infatti, procede: «It is impossible indeed to prevent such
meetings, by any law which either could be executed, or would be consistent
with liberty and justice»; ovvero «È infatti impossibile evitare
questo tipo di incontri per mezzo di atti aventi forza di legge che possano
essere conformi ai principi di libertà e giustizia». Insomma, il problema con i complotti -
secondo il grande economista e filosofo morale – è che non ci possono non
essere e non si possono evitare.
[11] Si noti che gli austriaci non vanno
mai e poi mai d'accordo l'uno con l'altro... che le basi epistemologiche siano
lievemente “ballerine”?
[12] Otto anni dopo, nel 2012: «La mia
visione è semplice – dice Mundell – abbiamo bisogno di una valuta globale,
o di quanto più vicino ci possa essere a una valuta globale. L'euro è un
pilastro di questo nuovo ordine monetario insieme al dollaro e allo
yuan. Oggi l'economia globale poggia ancora su un ordine monetario che fa
punto di riferimento sul dollaro. Ma è chiaro che è un sistema che riflette
il passato, oggi siamo in un equilibrio economico molto diverso con un peso
specifico dell'America sull'economia globale già molto ridimensionato».
Mundell
dunque vede delle ragioni strutturali e politiche che vanno al di là
dell'Europa per la sopravvivenza dell'euro. Ma lo stesso vale per l'Europa:
«La scelta di creare l'euro fu una scelta politica. Non fu l'evoluzione
naturale di un fenomeno economico. E le ragioni politiche e storiche
prevalgono. L'Europa ha costruito il suo futuro sull'euro. Ci sono litigi e
differenze per come ci si posizionerà guardando in avanti. Ma mi colpisce la
miopia dei mercati, o di coloro che parlano di caduta dell'euro: qui non
stiamo parlando di numeri o di statistiche, stiamo parlando di una visione
politica [il Fogno al cubo, ndr]. Chi scommette contro l'euro lo fa
a suo rischio e pericolo»
[13] Video da guardare assolutamente per capire
in che mani siamo. Sponsorizza Vivienne
Westwood.
io credo che il bitcoin abbia senso in una ottico di tutelare parte dei propri risparmi da uno Stato che non viene più visto come una comunità solidale ma come l'esattore di Nottingham in Robin Hood, che ti ritiene colpevole fino a prova contraria (e puo' indagare nei tuoi movimenti bancari) che per esigenze della troika ti blocca il conto in banca etc.
RispondiEliminaUn'arma di difesa per una piccola nicchia, poi sfruttato anche dalla criminalità , visti i vantaggi di anonimato che offre.Non sara mai per la massa
Sì, ma questo è un po' il mito hacker: Assange, in uno dei suoi ultimi libri, conclude con angoscia che il sistema orwelliano ha già posto le proprie fondamenta. Solo alcune "menti particolari" - quelle degli hackers - potranno «come topolini» in un mondo tipo "Elysium" riuscire a rubare qualche tocco di formaggio dal tavolo di ESSI.
EliminaSicuramente più pessimista che nella visione distopica di Matrix (e c'è da comprenderlo...).
Ma ci sono delle riflessioni da fare:
1 - il mondo della tecnologia, per quanto cosmopolita per definizione, risente di certe influenze anarcolibertarie americane: l'americano più progressista tendenzialmente crede che "democrazia" significhi "avere degli strumenti per difendersi dallo Stato": dalla Costituzione, al fucile, alla crittografia... (che in molti Paesi è illegale).
In USA c'è questa dissociazione per cui - credendo di appartenere al popolo campione di libertà e democrazia - il cittadino, a qualsiasi livello, non riesce proprio a concepire un ordine in cui la democrazia possa essere definita come "socializzazione del potere".
In una democrazia costituzionale, un cittadino non deve avere proprio la necessità né di portare armi, né di proteggere le proprie comunicazioni: il sistema dovrebbe essere sicuro "per costruzione", non per via "normativa".
Poi, certo, ognuno si difende come può, ed è necessario istruirsi e, di converso, educare chi istruito non è: ma la lotta politica dovrebbe rimanere sempre la lotta prioritaria.
(Anche tra "resistenti" sotto il fascismo si usava comunicare in "codice": ma l'obiettivo rimaneva sempre e solo l'istituzione di un ordine politico che facesse i propri interessi)
2 - Il Bitcoin, come ho provato ad argomentare, non è un modo per proteggere i propri risparmi: è una trappola per i meno accorti.
È vero che ho usato un po' di toni satirici, anche in conclusione: ma a me pare che questo progetto sia stato sviluppato proprio con lo scoppio della crisi finanziaria: strutturalmente è di fatto un progetto monetario reazionario, e - a livello "di costume" - sembra la solita solfa di reazione modernista a "cinque stelle", ovvero distogliere da una consapevole ed istruita cognizione dell'istituzione monetaria.
Insomma, mi sembra "voluto" che i risparmiatori oppressi si buttino nelle "braccia robotiche" di questi esperimenti di ingegneria sociale.
Inoltre, con i bitcoin non ci fai praticamente nulla nella "vita reale": devi passare comunque da exchange (di proprietà di chi? chi si piglia le commissioni?) che sono strettamente sorvegliati dalla "Guardia di finanza" e... dalla Troika.
In effetti, hai risposto (con grande pazienza) in termini simili a quelli con cui l'avrei fatto io stesso.
EliminaAggiungerei che, esclusa una reale efficacia del sistema per sottrarsi al fisco (cosa su cui non si riflette abbastanza, ritenendosi, chissà perché, che, se la moneta è virtuale, lo sia pure l'exchange fisico sottostante), se, come soluzione di massa, si volesse proteggere il proprio patrimonio mobiliare e liquido, si può, senza esporsi a rischi di bolla-Ponzi, aprire un contratto di deposito "regolare" con una normale cassetta di sicurezza e depositarvi oro fisico e eventuali altri valori "sicuri"
Ciò invece di ricorrere al deposito irregolare ordinario (il c/c), che trasferisce alla banca un "potere d'acquisto" che questa ormai utilizza a rischio e pericolo del depositante irregolare, mediante la creazione di moneta-credito)
Baazar sei un mito .. le esplosioni odierne di Bruxelles fanno sorridere se la "gente" non avesse disimparato a .. leggere
RispondiEliminaPurtroppo è uscito uno humour nero assolutamente involontario...
Elimina(Chi è umile, studia e prova a capire... qualcosa, magari, capisce e, più che "terrore", ha "orrore")
Si, corretto, orrore. Orrore per come si sacrifichino senza scrupoli delle vite umane per loschi fini. Chissà perchè è già uscita la rivendicazione Isis (dalla famosa Rita Katz) per queste oscene azioni. Una "cellula segreta", e l'idea dell'attacco partorita "in Siria". Si sa già tutto, mandanti, attori, tutto. Niente è lasciato al caso. Quasi... pianificato. Non l'ho vissuta al tempo, ma sembra la linea che lascio "Stay Behind" durante gli anni della "Strategia della tensione" in Italia. Sembra un film già visto. Con lo stesso orrore che si prova di fronte a delle vite umane spezzate in questo modo.
EliminaStay Behind? Gladio?
EliminaMa figuriamoci....
Come se esistessero veramente gli 007
Dietrologia, futile complottologia.
James Bond è finito con la dissoluzione dell'Impero Britannico: siamo in democrazia e lo scopo delle élite è la pace, il benessere e una vita libera e dignitosa per tutto il genere umano.
E l'élite del pensiero e dello spirito supportano questo nobile progetto.
(La propaganda neoliberista funziona con gli stessi metodi con cui si vendono gli aspirapolveri: «fate presto a firmare il contratto altrimenti perdete questa fantastica occasione!, mentre trattiamo il prezzo di questo elettrodomestico è meglio se c'è anche vostra moglie!, non se lo può forse permettere?, aiutateci ad ultimare il nostro progetto di carriera, siate solidali!... presto che è tardi!»
Insomma, strategia della tensione)
(Speriamo che qualcuno capisca che non esistono "stragi di Stato" ma solo "efficaci sistemi di fare profitti", e, soprattutto, mantenerli stabilmente in forma di rendita)
"If we define an American fascist as one who in case of conflict puts money and power ahead of human beings, then there are undoubtedly several million fascists in the United States.". Henry A. Wallace, 33rd Vice President of the United States disponibile qui...
Elimina- Bretton-Woods fallito
RispondiElimina- SME fallito
- Euro-Zona un morto che cammina
È Mundell vuole una moneta mondiale.
Non credo che paesi con sovranità monetaria perteciperanno a questa pazzia.
A proposito del "mito hacker". Alcune brevi considerazioni.
RispondiEliminaEcco io mi domando se, in fondo, l'immagine della rete come regno libero e anarchico contrapposto al sistema non sia un mito illusorio. Internet, in fondo, è il figlio di un progetto militare degli Stati Uniti. E' davvero così "anarchico" e "incontrollabile"?
Anche il c.d. "software libero" ti fa credere di essere "padrone" e non "utente" del tuo computer, salvo poi accorgersi che, qualora non si abbiano le capacità di compilare il codice sorgente, si dovrà comunque fare affidamento sulle competenze di altri (ossia rimanere utenti!).
Anche il bitcoin si inserisce in questo sistema. L'illusione di evadere dalla povertà che ti viene imposta, attraverso quegli stessi schemi speculativi che sono all'origine di quella povertà. Non è come muoversi su un cerchio?
Ma ancora più all'origine mi domando. Il mito hacker si inserisce comunque in un'ottica individualistica che attacca alla base il principio dell'affidamento, che è, in fondo, fondante per la società. Sembra quasi configurarsi come una sorta di "patentino informatico" di fatto, speculare al "patentino finanziario" di Alesina. Il principio è che se rimani fregato, la colpa risiede nel tuo esserti affidato alle competenze altrui.
La vittoria dell'hacker nel rubare il pezzo di formaggio, è una vittoria sua come individuo, e nulla di più........
Se ho capito bene, società=sistema e assenza di sistema=libertà. Questa è l'illusione. Ma è vera libertà? Io non credo.......
Ovviamente hai ragione, tutto è riflesso di una spiralizzazione dello stesso paradigma ("libertario" in quanto antistale, e cioè antidemocratico), in ogni sua proiezione tecnologia offerta come "nuova":
Elimina"Il luogo comune che ha sempre accompagnato la nascita e la diffusione di Internet come canale di diffusione e propagazione dell’informazione è la sua intrinseca capacità di garantire una maggiore libertà di espressione. Web, blog, twitter, i contenuti viaggiano senza che nessuno possa realmente impedire che le voci vengano censurate.
Ma la verità è che Internet diventa un grande normalizzatore di stili di vita ed è il più grande strumento per colonizzare il pensiero di una moltitudine di persone che risiedono nei luoghi più diversi del pianeta.
Internet diviene infatti il "luogo" di legittimazione di una nuova "ufficialità", solo in apparenza estranea ai sistemi di formazione del dato-notizia propri dei media tradizionali
In ogni momento di discontinuità tecnologica che ha accompagnato l’evoluzione dei media si è sempre determinato un ordine di potere economico più ampio del precedente.
I padroni dell’industria mediatica sono oggi dei colossi che un tempo nessuno immaginava potessero esistere. Se da una parte i costi di accesso a internet rendono possibile a singoli e piccoli gruppi di portare la propria voce sulla rete è altresì vero che i capitali che possono garantire l’esercizio di un vero impero mediatico sono alla portata di pochissimi gruppi i quali tendono ad avere interessi plurimi in quella che è oggi diventata la comunicazione convergente video-dati-voce, declinata attraverso il controllo di più media, Internet-TV-Giornali."
http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/informazione-tecnologia-e-monopoli.html
@Lorenzo
EliminaAssange è una persona con una intelligenza fuori dalla norma e con un sistema di valori - purtroppo - anch'esso fuori dalla norma.
È per certi versi un archetipo di hacker, un "Superman" virtuale di notte, ed un giornalista alla "Clark Kent" di giorno: non ci sono nella storia moderna progetti informativi con un impatto politico al pari di WikiLeaks.
L'enormità della violenza usata contro un progetto di informazione di questo tipo non ha nemmeno pari - che io sappia - nella storia dell'Impero anglo-americano.
La repressione internazionale è scattata quando sono stati toccati gli interessi militari e bancari (Bank of America) statunitensi.
Ovvero la cultura hacker ha prodotto il più grande progetto di informazione democratica della Storia, e lo ha potuto fare grazie alla tecnologia di Internet, e alla crittografia.
Niente di più lontano dall'individualismo, a cui questa cultura nata nei "bunker" degli scienziati degli anni '60, si opponeva.
Quindi Assange, con l'esempio del "topolino", esprime una sua angoscia.
Un altra questione è la "mitologia pop" che, come strumento di ingegneria sociale, vuole la retorica "a cinque stelle" di Internet svincolata da quel contesto multidisciplinare ed estremamente complesso che è l'analisi politica: se si sorvolano le "scienze politiche", si sorvola l'essenza del divenire sociale: la Politica.
Per ovvi motivi, tutta la tecnologia "pop" diventa oggetto di consumo solo dopo che non è più parte del vantaggio competitivo del settore militare.
Ma il punto è che non esiste un conflitto tra tecnologia e politica, mentre fa parte del conflitto politico far credere che la tenologia in se stessa sia parte della soluzione politica.
Non è vero: questa è propaganda modernista a fini reazionari e regressivi.
Certo, anche Snowden ha affermato che la famosissima distribuzione Debian è il sistema operativo dell'NSA: ma un conto è vivere in una stanza piena di cimici e sorvegliata a nostra insaputa, un altro alloggiare direttamente nelle patrie galere usando prodotti manifestamente confezionati per il controllo sociale.
Ricordiamoci che scrivere sulla piattaforma "Blogspot", è già il riflesso di una forma raffinata di censura...
Ma vedi, un "leak" è per definizione una falla temporanea di un sistema.
EliminaUn inconveniente operativo considerabile come esternalità negativa, in un percorso comunque inarrestabile e capace di autocorreggersi.
E la correzione del "leak" mi pare ci sia stata abbondantemente (essendo avvenuta in un contesto di plurimi strumenti mediatici che le sono, attualmente, ancora complementari: ad es; in fondo a che serve, cosa cambia, la divulgazione operata su "Repubblica" o il FQ?).
Ovvio che la mitologia tecnologica è uno strumento (formidabile) per accelerare un frame politico-culturale di controllo sociale. Non potrebbe essere altrimenti.
Dunque, il fatto è che un "leak" procede per tentativi empirici competendo col sistema, ma all'interno della sua stessa logica: non può che perdere la partita, il che vuol dire che la sua efficacia "anti" non è ripetibile-riproducibile (esattamente nello stesso modo) e, specialmente, è frutto di break-through individuali, nascenti all'interno della stessa cultura che intende combattere.
Forse blogspot è oggetto di "raffinata" censura: ma non può controllare ciò che è al di fuori della sua stessa logica di sistema.
Cioè la descrizione critica dello stesso sistema e la riproposizione di un altro paradigma culturale (la democrazia), ove il fattore tecnologico non è ipostatizzato ma assunto all'interno dei meccanismi del mercato e, con esso, assunto criticamente.
Tant'è vero che il sistema (almeno il web nella sua proiezione neo-tecnologica) non potrebbe censurare dei libri o della altre attività di comunicazione tradizionali oltre un certo limite: forse non gli interessa neppure, dato che, nella sua stessa logica, queste altre attività sono destinate a scomparire.
Ne dò atto.
Ma è certo che la "rivelazione" Wikilieaks, in assenza dei rationalia della cultura democratica (o cultura critica tout-court), è abbastanza facilmente riassorbibile: e senza che porti ad alcun scossa definitiva dell'indirizzo al cui interno si muove...
In effetti, quel "rispondi come:", ogni volta mi perplime: contribuisce al tracciamento delle mie opinioni da parte di Google. Alquanto inquietante...
Elimina@Giorgio
EliminaVero: ma come chiude altrettanto "raffinatamente" Quarantotto, è l'Idea stessa che si sviluppa all'interno del sistema "materiale" ma "ontologicamente" al di fuori del sistema, ad essere la più efficace.
Usare le armi del sistema contro il sistema, prendendolo di petto, non può essere una soluzione: così come non è stata la lotta armata partigiana di per sé, se vogliamo osare tale metafora, la soluzione alla fine del fascismo.
Certamente imprescindibile e fondamentale, proprio come un giornale strutturato come WikiLeaks, che, appunto, rimane "un giornale" che può vantare degli "scoops" (si chiamavano così, prima, i "leaks"...) incredibili perché tutela con potenti strumenti tecnologici le fonti.
È fuori "materialmente" dal sistema ma ci rimane "logicamente" dentro; in una guerra che - da sola - non può vincere.
Questo non è altro che - a mio avviso - il più importante contributo di Orwell: Winston Smith "perde" in quanto, alla fine, egli non è altro che lui stesso un "leak" del sistema.
Infatti, la vera "battaglia" la perde quando si confronta con il suo torturatore e... scopre che "il suo pensiero era contenuto in quello del suo oppressore": ciò che l'ultimo uomo d'Europa aveva compreso, era "contenuto nel sistema di pensiero del Sistema stesso": e finirà, sul punto di morte, nell'amare il Grande Fratello, l'entità stessa che lo aveva sfruttato, torturato e ucciso.
Un "pensiero" al di fuori del sistema, è "ontologicamente" incensurabile dal sistema stesso: per il semplice fatto che non lo comprende: nella totalità dei suoi significati.
E, per questo motivo, può svilupparsi "materialmente" ovunque...
Che Eta Carinae ci aiuti!
RispondiElimina"Aiuti" o cupio dissolvi?
Elimina"È concreta la possibilità che, quando la stella esploderà in supernova o ipernova, una grande quantità di radiazioni potenzialmente letali possa investire il nostro pianeta, ma è probabile che la biosfera non ne risentirà in maniera particolare grazie alla schermatura protettiva dell'atmosfera (per quanto riguarda soprattutto i raggi γ) e della magnetosfera. I danni eventualmente provocati dalle radiazioni riguarderebbero la parte più alta dell'atmosfera, l'ozonosfera, e le missioni astronautiche al di fuori dell'involucro atmosferico, tra cui anche i diversi satelliti artificiali; alcuni astrofisici ritengono però che i danni provocati all'ozonosfera dalle radiazioni della supernova potrebbero avere delle catastrofiche ripercussioni sulla stessa vita.
Una supernova o ipernova generata da Eta Carinae potrebbe originare inoltre un gamma ray burst (GRB) da entrambi i poli, lungo l'asse di rotazione della stella. Secondo le stime l'energia trasferita da un simile fenomeno sull'atmosfera terrestre sarebbe l'equivalente di un chilotone di tritolo (4,2 × 1012 J) per ogni km2 di superficie dell'emisfero esposto all'evento, depositando una quantità di radiazioni ionizzanti pari a dieci volte la dose letale per ogni forma di vita".
La vita è un concetto relativo alla forma cosciente che la osserva (il percettore che la descrive entro i propri limiti sintattici): a noi preme quella organica e non abbiamo scelta (in questa esistenza)...
No,no
Eliminaio alla vita biologica ci tengo ancora, mi riferivo ai sistemi che comunicano con 0 e 1; alla vulnerabilità dei sistemi informatici ad eventi elettromagnetici estremi con perdita globale e permanente di dati.
Meno male che qualcuno mi ha segnalato oggi 5 maggio 2016 questo articolo perchè mi sentivo come la famosa ed unica particella di Sodio in acqua Lete.
RispondiEliminaIn pratica un imbecille perchè a me ciò che viene detto qui sul BitCoin mi sono sempre sembrate ovvietà, in due parole: una inculata programmata.
Ciao Luciano.
RispondiEliminaSto cercando di visualizzare le fonti che hai linkato ( mi interessava la [4] ) ma tutte mi dicono che non ho i diritti di visualizzazione. Dove sbaglio?