martedì 22 marzo 2016

ESERCITAZIONI DI ECONOMIA MONETARIA: VON HAYEK E I BIT-COIN PER FESSI



http://image.slidesharecdn.com/2-crescitabatteristud-120423124715-phpapp01/95/2crescita-batteri-stud-16-728.jpg?cb=1335185308

Questo post di Bazaar non si limita a indicare come una moneta "senza Stato, né legge", nè intermediazione bancaria, né banche centrali, assomigli a uno schema Ponzi (frazionato su un numero indefinito di partecipanti che vi concorrono): ci dice pure il "perché" si abbia interesse a diffondere uno strumento del genere. La "quantità" di bitcoin matematicamente emettibili  è sempre un dato insito nel sistema e a un certo punto il suo valore può crollare, perché ce ne sono troppi e qualcuno si è illuso che la sua stabilità (o, in una prima fase, crescita) di valore fosse magicamente ottenibile con la mera adesione allo schema.
L'interesse è dunque abbastanza evidente: ricreare un gold standard senza l'oro, cioè intrinsecamente ancor più deflazionista
La crisi di liquidità è innescata in automatico; è strutturalmente insita nel sistema, e l'economia  legata a tale "moneta", inevitabilmente, rallenta paurosamente
Rammentiamo che sottostanno ad essa delle transazioni, cioè la moneta si acquisisce mediante il conferimento di un valore - cioè moneta in altra valuta, prestazioni personali e di merci- e che i relativi pagamenti devono comunque essere eseguiti e, al momento della indispensabile "correzione quantitativa" i "sistemisti" dell'ultima ora, vedranno in pratica svalutata la propria controprestazione in modo repentino e distruttivo. 
E con tale inevitabile correzione, all'interno di un similie sistema, transazioni, investimenti e soprattutto, occupazione (la realtà sottostante dei controvalori immessi nel sistema), crollano.
Ma non c'è neppure uno Stato con cui potersela prendere per politiche deflazioniste che risolvono il conflitto di classe a danno della gente comune. Non c'è alcuna reazione politica organizzabile: il meravigliso mondo di von Hayek (o di Elysium) dilaga senza più alcun anticorpo nell'organismo sociale.

"E voi che siete i paladini del bit coin, e siete certi che non sia uno schema di Ponzi, dite sinceramente, perché lo comprate? Perche vi aspettate che aumenti di valore, suppongo. 
Ovvero esattamente come in uno schema di Ponzi in cui si spera sempre che la catena, lo schema continui e tu guadagni sull'aumento di prezzo di quelli che vengono dopo di te... solo che ad un certo punto c'è sempre il solito problema: nessuno vuole più comprarlo, il mercato si satura e gli ultimi malcapitati iniziano a vendere.  E così il prezzo crolla. 
Vi ricorda qualcosa? A me ricorda tanto una delle ultime tre grandi bolle dell'ultimo anno. Solo che siccome il bit coin non è palesemente basato su una truffa come l'originario schema di Ponzi, mantiene sempre quel minimo di affidabilità che permette agli avventori più spregiudicati o ingenui di entrare di nuovo, fino alla nuova bolla.
In questa prospettiva le chiacchiere dal sapore molto "no global" antisistema sulla nuova moneta "libera e decentralizzata", sarebbero l'equivalente delle chiacchiere da imbonitore con l'unico scopo di far entrare nuova gente nello schema. 
E non si tratta di truffati, perché anche in uno schema di Ponzi ci sono quelli che si arricchiscono, anche se entrati a metá. Per questo semplice motivo io ho deciso di investire, perché spero di essere uno di quelli che entrano ed escono in attivo quando sono ancora in tempo. Ma non è detto che sia così. La bolla potrebbe continuare ad espandersi per mesi o per decenni o esplodere domani."
Ma ben si tratta di un esperimento, di una prova generale: di cui, come vedremo nel post (e come abbiamo visto), anche l'euro fa parte. 
La progressione inarrestabile verso la moneta privata senza Stato(brutto), e la deflazione come condizione strutturale dell'economia globalizzata e del capitalismo anarchico. L'acme dell'assetto oligarchico e della devastazione sociale...

Esercitazioni” di economia monetaria...  Friedrich August von Hayek e i Bitcoin per fessi.

«Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei»
Apocalisse 13:16-18
Come approfondimento riguardo alle riflessioni sull'istituzione monetaria,  si propone come caso di studio una particolare tipologia di moneta alternativa che occupa da anni le colonne dei giornali, fornendo una visibilità le cui conseguenze non sono così scontate e – soprattutto – non necessariamente auspicate da chi abbia interiorizzato il valore della democrazia: la democrazia fondata sull'impegno dello Stato-nazione ad emancipare le classi oppresse tramite la tutela del lavoro.
  
1 – Il caso di studio: non c'è niente di più oscuro di ciò che ci è familiare.

«I peggiori malfattori sono coloro che non ricordano, semplicemente perché non hanno mai pensato e – senza ricordi – niente e nessuno può trattenerli dal fare ciò che fanno. […] pensare a cose passate significa muoversi nella dimensione della profondità, mettere radici e acquisire stabilità, in modo tale da non essere travolti da quanto accade – dallo Zeitgest, dalla Storia, o semplicemente dalla tentazione. Il peggior male non è dunque il male radicale, ma è un male senza radici. » Hannah Arendt, “Alcune questioni di filosofia morale”, ET Saggi, pagg.54-55
Ci sono due attività che gran parte della popolazione occidentale svolge quotidianamente: pagare un qualsiasi bene di consumo, ed usare un calcolatore elettronico; [] immancabilmente ci si ritroverà a confrontarsi con torme di economisti monetari E amministratori di sistemi operativi. 

Insomma, esiste un forte rischio di assistere ad un trionfo di espertologia (al quadrato).

Prima di affrontare i possibili scenari strutturali a cui possono essere propedeutici certi fenomeni del costume e della tecnologia finanziaria, ci concentreremo su questo “caso di studio” perché porta  a riflessioni, tanto di carattere strutturale, quanto sovrastrutturale; ad iniziare dal fatto che ci troviamo di fronte ad un interessante fenomeno di modernismo[1], di cui si possono scorgere tanto determinate spinte (contro)rivoluzionarie caratterizzanti il neomalthusianesimodi Gaia”, quanto di quello che contraddistingue i  "visionari" di distopie alla Bertrand Russell.

Sia appassionati di tecnologia digitale, sia commentatori di fatti economici – direttamente o indirettamente – promuovono curiosità sul progetto, che – stando con i suoi creatori – è riassumibile in: “liberarsi dalle banche cattive tramite le crittomonete inventate degli hacker buoni”.

Bene: si proverà invece ad argomentare come la via della schiavitù[2] ci stia conducendo alla destinazione finale.

Che cosa sia di per sé il Bitcoin non interessa più di tanto: viene definito una “crittovaluta”; ovvero si usa quell'arma potente che è la crittografia - nata per tutelare integrità, confidenzialità  e disponibilità delle informazioni e delle comunicazioni – per produrre in modo decentralizzato “base monetaria” con una funzione che dipende da variabili esogene come lo stato della tecnologia (la potenza di calcolo di un processore commerciale, o il numero di nodi dedicati al calcolo parallelo, ad esempio) o endogene, come la difficoltà  implicita presente in un algoritmo nel risolvere problemi di calcolo complessi.

L'informazione da tutelare, in questo caso, consiste nel sistema di transazioni economiche che debbono essere registrate in una base di dati distribuita tramite protocolli che permettono di ridondare le informazioni su un numero indefinito di nodi (i nodi sono formati dai diversi calcolatori con i relativi programmi che compongono la rete Bitcoin).
Questa base dati è un libro mastro digitale in cui sono registrate le transazioni, e in cui il bitcoin viene usato come unità di conto

Chi consuma energia elettrica (!) per risolvere questi problemi complessi – la cui soluzione consiste in in un blocco di chiavi crittografiche che possono essere raffigurate come i “numeri seriali” delle “monete coniate” – viene remunerato con un compenso pari ad una frazione dell'unità di conto.

Si avrà quindi una simpatica “base monetaria” che si espanderà “asintoticamente” verso un limite prefissato che verrà raggiunto[3] entro una certa data (che, a differenza degli asintoti senza “virgolette”, non è “infinito”, ma è “tra circa centotrent'anni”). Cioè, il numero totale di unità di conto è limitato e determinabile in base ad una funzione che ha in ascisse il tempo e in ordinate la “quantità di moneta[4].
A quel punto il simpatico sistema continuerà a deflazionare ad libitum.

(Fare un bel respiro, e provare a continuar la lettura...)
Per poter gestire la contabilità, i moduli non si dovranno preoccupare di gestire molte cifre dopo la virgola, ma di quanti decimali gestire prima (per un limite di otto).  
Una moneta che deflaziona per natura.

(Quando lo hanno riferito a Krugman, gli è venuto uno s'ciopone[5]...)
Si può pensare, “bè, cosa vuoi che capiscano dei geek di economia e finanza...”.

La questione, però, è che chi ha trovato la soluzione matematica – in coincidenza con l'esplodere della crisi finanziaria – per risolvere svariati problema di natura tecnica e teorica, è anonimo,[6] e si hanno elementi per desumere che non fosse un hacker (ad iniziare dal fatto che pare sia difficile trovare un hacker che usi prodotti Microsoft...).

Inoltre, coloro che hanno iniziato da almeno metà anni novanta a studiare un sistema per creare crittovalute pare proprio fossero stati i Servizi statunitensi.
«Recentemente [2013, ndr] un report dell'NSA emerso [1996, ndr], ‘prevede’ una moneta critto-elettronica molto simile al Bitcoin. Così simile, che, conoscendo il loro principale obiettivo, il problema sorge nel comprendere se questo report è una previsione, o un progetto.»[7]

Questa storia per cui tutte le “previsioni” distopiche paiono avverarsi  è, quantomeno, un must della letteratura scientifica e divulgativa di chi appartiene alla classe che “prende le decisioni che contano”.
Magari, si può pensare, ci si trova di fronte ad un subdolo tentativo di creare un false flag da parte della totalitaristica intrusività dello spionaggio anglo-americano per bloccare un progetto di emancipazione, o, viceversa, si è di fronte ad una certa abilità in tecniche d'anonimato da parte dell'autore del paper.

D'altronde, gli scopi enunciati appaiono così nobili, così cool. O no?
Vediamo.

2 - Se la moneta è un'istituzione, che struttura sociale sottende la diffusione delle crittovalute?
«Una versione puramente peer-to-peer di denaro elettronico permetterebbe di inviare pagamenti tramite Internet direttamente da una parte all'altra senza passare attraverso un istituto finanziario», cit. dall'abstract del paper per implementare il sistema di pagamenti in crittovalute.

«Il problema principale con la moneta convenzionale è tutta la fiducia che è necessaria per farla funzionare. La banca centrale deve essere credibile per non indebolire la moneta, ma la storia delle valute fiat è piena di incrinature di questa fiducia. Le banche devono essere affidabili per tenere il nostro denaro e trasferirlo elettronicamente, ma queste lo prestano a ondate di bolle di credito con appena una frazione come riserva. Dobbiamo fidarci di loro per la nostra privacy, fidarci di loro affinché ladri di identità non vengano lasciati prosciugare i nostri conti. I loro enormi costi di struttura rendono impossibili i micropagamenti», dalla presentazione del paper.

Sul manuale del software del 2011, possiamo leggere: « [...] Il Bitcoin è una valuta digitale peer-to-peer. Peer-to-peer (P2P) significa che non c'è autorità centrale ad emettere nuova moneta o a tracciare le transazioni. Invece, queste operazioni sono gestite collettivamente dai nodi della rete.  Vantaggi:
- i Bitcoin  possono essere spediti facilmente tramite Internet, senza la necessità di affidarsi all'intermediario.  Le transazioni sono progettate per essere irreversibili. Stai al sicuro dall'instabilità causata dalla “riserva frazionaria” e dalle banche centrali. L'inflazione limitata causata dall'offerta di moneta del sistema Bitcoin, è distribuita imparzialmente (dalla potenza della CPU) tramite la rete, non monopolizzata dalle banche ».

Insomma, possiamo ragionevolmente identificare che la teoria economica dietro agli obiettivi dichiarati coincida con quella descritta dal celebre documentario entrato negli annali della produzione multimediale cospirazionista, Zeitgeist[8]: un bel miscuglio tra teoria quantitativa della moneta e allarmismo sul funzionamento di un'economia a moneta creditizia come nella tradizione della scuola austriaca di von Hayek, Rothbard e von Mises, a cui il creatore della crittovaluta espressamente si rifà.

E noi sappiamo che, storicamente, dove c'è "complottismo"[9] c'è complotto[10], e l'obiettivo politico della letteratura pseudoscientifica pare essere sistematicamente l'opposto di quello che certi valorosi eroi cognitivi propongono come soluzione a favore degli interessi generali.

Innanzitutto – come già dal 2011 fece notare Paul Krugmanil sistema Bitcoin è il ritorno del gold standard contro cui Keynes si battè strenuamente.

«In effetti, il Bitcoin ha ricreato nel suo mondo privato il gold standard, in cui l'erogazione di moneta è fissa invece che soggetta ad essere incrementata dallo stamparne altra.
Quello che noi vogliamo da un sistema monetario non è che le persone si arricchiscano tenendo la moneta; noi vogliamo che faciliti le transazioni e renda ricca l'intera economia. E non è assolutamente ciò che sta accadendo con i Bitcoin [...] L'economia dei Bitcoin ha subìto materialmente una forte deflazione. E, a causa di questo, ci sono incentivi a trattenere la moneta invece di spenderla. [...]
Così nella misura in cui l'esperimento non ci dice nulla sui regimi monetari, rinforza le ragioni contro qualsiasi cosa come un nuovo gold standard - perché mostra, appunto, quanto sia vulnerabile un sistema di questo tipo all'accumulare moneta, alla deflazione e alla depressione»

(Si presti attenzione al collegamento tra modernismo e reazione, imponendo la conservazione dell'ingiustizia sociale tramite scienza e tecnologia)

In pratica, quello che Keynes chiamava «relitto barbaro», viene riproposto restaurato, aggiornato alla “sovrastruttura 2.0”, e spacciato come soluzione ad ogni male finanziario.

Se l'idea keynesianamente assurda di dover estrarre oro per poter emettere moneta aveva almeno come contropartita l'accumulo di un metallo prezioso dotato di valore intrinseco, l'energia spesa per produrre bitcoin non permette nemmeno alla crittovaluta di essere in alcun modo una stabile “riserva di valore”.

Un blocco di bitcoin non è altro che un lingotto virtuale: infatti, la produzione di bitcoin viene chiamata mining, ovvero “estrazione”.

Abbiamo quindi un numerario che non è stabile riserva di valore e che, come mezzo di pagamento, viene tendenzialmente trattenuto perché alimenta l'aspettativa di crescere di valore con il tempo.

Bene: ma cosa dà valore a queste monete?
La struttura di diffusione è quella simile ad un marketing piramidale ma, stando con la World Bank, non avremmo a che fare con uno schema Ponzi[11]: per forza, dice, questo non è truffaldinamente “deliberato”, ovvero i Charles Ponzi sono tanti inconsapevoli e sono stati tutti i pionieri che hanno costruito e promosso il sistema, accumulando la moneta a costi irrisori rispetto a quando, magari, è stata venduta anni dopo: e gli ultimi arrivati?



Notare che i Bitcoin sono stati promossi prima della crisi bancaria di Cipro, con  questo effetto: una bella impennata prima di crollare rovinosamente.

Ma dopo Cipro, in quale altro Paese è stata promossa la valuta?

In Grecia....

E da chi?

Dal mitico Yanis Varoufakis!

(In Italia pare invece che il genitore “uno” potrà pagare gli alimenti al genitore “due” tramite crittovalute grazie a SEL...)

Ma non è finita: la World Bank è stata allertata da ricercatori della Boston University dei pericoli derivanti da questo prodotto di reazione modernista; in particolare evidenziano che (v. punto 10): il bitcoin è un attacco allo Stato sovrano, «minando il legame tra moneta e sovranità», creando gravissime situazioni di instabilità finanziaria.
Soprattutto, «chi ha creato l'algoritmo, il protocollo, e chi gestisce il libro mastro ed estrae le monete virtuali, diventerebbe il nuovo banchiere centrale, controllando una base monetaria. Un immenso potere e responsabilità».

Ovviamente, di queste crittomonete, ci sono già diversi progetti in concorrenza...
« [Come per la moneta unica...] dalla proposta di Hayek [di]: "togliere allo Stato il monopolio della moneta e sostituirlo con una competizione fra banche private che forniscono moneta esattamente come qualsiasi altra impresa fornitrice di beni o servizi. La sua proposta va quindi ben al di là di quanto avevano visto quasi tutti i Paesi occidentali sino alla fine dell'Ottocento, quando vi erano diversi istituti di emissione, perchè tali istituti stampavano comunque banconote denominate nella valuta nazionale, mentre Hayek propone di dissolvere completamente il concetto di banca centrale di emissione.», introduzione a F.A.Hayek, La denazionalizzazione della moneta”, nella traduzione italiana, ETAS, 2001


3 – Conclusioni
Alcune delle colonne portanti della struttura su cui pare si voglia edificare la nuova organizzazione sociale dell'ecumene globale, pare facciano capolino.
È interessante focalizzarsi sul processo.

Dialetticamente il coas è gravido di un nuovo ordine: magari all'anarchia finanziaria e monetaria verrà proposta come auspicata soluzione stabilizzatrice, chessò...  una moneta unica mondiale[12]?

Chiaramente, poiché pare che nei piani alti della City e di Wall Street (e dell'NSA...) studino con gran impegno Marx ed Hegel (essendo, nell'opinione dello scrivente, gran parte della letteratura liberale apparentemente inutile ed inservibile), il sistema sembra essere sempre lo stesso: la dialettica.
Possiamo schematizzarlo come segue:

a) la struttura, in ottica conflittualista, viene gestita marxianamente con la dialettica hegeliana;

1 – si sceglie una sintesi-obiettivo: “la conquista del mondo” (no, perché il livello è questo..)

2 – si sceglie una antitesi e la si chiama orwellianamente tesi: “lo Stato-nazione brutto porta alla guerra”, “le banche centrali sono lo strumento dei Rothschild con cui fanno er signoraggio e impongono la peggiore delle imposte, l'inflazione!, stampando i biglietti co' er torchio

3 – si promuove una tesi e la si inietta mainstream in modo capillare e bipartisan, chiamandola orwellianamente antitesi: “Il federalismo kantiano porta cosmopolita pace e fa felici grandi e piccini”, “la democrazia diretta dei Bitcoin ci fa tutti più anarcolibertari[13]

b) la sovrastruttura, in ottica funzionalista – ovvero statica e conservatrice –  viene gestita con la tecnica alchemica della “complementarità degli opposti”:

1 – la sintesi è per definizione nulla – ovvero non esiste –  cioè si produce stabilità politica nell'accezione di sedazione del conflitto tra classi;

2 –  non esiste contrapposizione dialettica su questioni sostanziali, ovvero strutturali (relative ai rapporti di produzione) – ma solo su questioni formali, ovvero il cui esito – facilmente manipolabile tramite i mezzi di comunicazione di massa –  incide esclusivamente sui fenomeni del costume e sulle sovrastrutture;

3 – l'energia “potenzialmente costruttiva” che proviene dall'aggressività sociale, ed utile nella lotta per l'emancipazione che coincide con la lotta per la difesa sovrana delle istituzioni democratiche, viene scaricata in forma di sterile livore in conflitti sub-sezionali: “giustizialisti vs garantisti”, “berlusconiani vs anti-berlusconiani”, “liberali per i diritti civili vs bacchetton-conservatori”, “terzomondisti vs xenofobi”, e via cosmetizzando il conflitto distributivo.

L'alimentare i conflitti sub-sezionali – come nella migliore tradizione federalista e liberale – produce quella politica del divide et impera necessaria a disgregare la coesione sociale, destrutturando l'identità nazionale e, in definitiva, la coscienza di classe. Ovvero il sotto-sistema (b) è un sistema di gatekeeping per la realizzazione del  sotto-sistema (a): questo non è altro che il processo di riforme strutturali volte alla pacificazione cartaginese del conflitto tra classi con l'obiettivo di vittoria sempiterna di una classe sulle altre: la fine della Storia.

(Mi ribello usando i bitcoin, 'cause I wanna be Anarchy!)



[1]      Cfr. con la citazione della Arendt all'inizio del paragrafo.
[2]      “The road to serfdom”, F.A. Hayek, 1943, dedicato dall'austriaco controrivoluzionario «ai socialisti di tutti i partiti».
[3]      Il limite massimo, nel caso del Bitcoin, sarà 21 milioni.
[4]      Si nota che in realtà la quantità di moneta in circolazione – risolto l'ultimo problema matematico – non sarà descrivibile da una retta parallela all'asse temporale, ma da una curva che tenderà a zero con t che tenderà ad infinito: se viene persa una moneta, (ovvero, “non hai fatto il backup del file che custodisce le tue preziose chiavi crittografiche, e ti si guasta il disco del pc di casa”), queste monete saranno definitivamente perse e non spendibili.
[5]      I non padani possono chiedere lumi lessicali al Poggio.
[6]      Il famoso pseudonimo è Satoshi Nakamoto, e, curiosa coincidenza o meno, ha una vicina assonanza con Tatsuaki Okamoto, ricercatore  nel campo della crittografia e coautore del report dell'NSA. 
[7]      Come antefatto, dobbiamo tenere a mente che le istituzioni finanziarie sono sempre state consapevoli del fatto che la deregolamentazione della finanza derivata fosse una scelta politica lievemente “rischiosa”.
[8]      Dopo averlo visto non ho dormito per diverse notti; un effetto peggiore sul mio stato onirico lo ha ottenuto solo “Alien”, ma ero fanciullo...
[9]      Il fatto che esistano le “teorie della cospirazione” - a maggior ragione se sono realistiche - non significa che queste siano funzionali a livello cognitivo: sono in qualsiasi caso utili a confondere intellettualmente e – soprattutto – emotivamente chi ricerca liberamente.
[10]    Ovvero convergenza di interessi oligopolistici: «People of the same trade seldom meet together, even for merriment and diversion, but the conversation ends in a conspiracy against the public, or in some contrivance to raise prices»; cioè «Persone che operano nel medesimo mercato raramente si incontrano –  anche solo per divertirsi e far festa – senza che la conversazione finisca in una cospirazione contro la collettività, o in qualche espediente per alzare i prezzi». Adam Smith, il padre dei liberisti, è notoriamente anche il padre dei complottisti: infatti, procede: «It is impossible indeed to prevent such meetings, by any law which either could be executed, or would be consistent with liberty and justice»; ovvero «È infatti impossibile evitare questo tipo di incontri per mezzo di atti aventi forza di legge che possano essere conformi ai principi di libertà e giustizia».  Insomma, il problema con i complotti - secondo il grande economista e filosofo morale – è che non ci possono non essere e non si possono evitare.
         
[11]    Si noti che gli austriaci non vanno mai e poi mai d'accordo l'uno con l'altro... che le basi epistemologiche siano lievemente “ballerine”?
[12]    Otto anni dopo, nel 2012: «La mia visione è semplice – dice Mundell – abbiamo bisogno di una valuta globale, o di quanto più vicino ci possa essere a una valuta globale. L'euro è un pilastro di questo nuovo ordine monetario insieme al dollaro e allo yuan. Oggi l'economia globale poggia ancora su un ordine monetario che fa punto di riferimento sul dollaro. Ma è chiaro che è un sistema che riflette il passato, oggi siamo in un equilibrio economico molto diverso con un peso specifico dell'America sull'economia globale già molto ridimensionato».  
Mundell dunque vede delle ragioni strutturali e politiche che vanno al di là dell'Europa per la sopravvivenza dell'euro. Ma lo stesso vale per l'Europa: «La scelta di creare l'euro fu una scelta politica. Non fu l'evoluzione naturale di un fenomeno economico. E le ragioni politiche e storiche prevalgono. L'Europa ha costruito il suo futuro sull'euro. Ci sono litigi e differenze per come ci si posizionerà guardando in avanti. Ma mi colpisce la miopia dei mercati, o di coloro che parlano di caduta dell'euro: qui non stiamo parlando di numeri o di statistiche, stiamo parlando di una visione politica [il Fogno al cubo, ndr]. Chi scommette contro l'euro lo fa a suo rischio e pericolo»
[13]    Video da guardare assolutamente per capire in che mani siamo. Sponsorizza Vivienne Westwood.

20 commenti:

  1. io credo che il bitcoin abbia senso in una ottico di tutelare parte dei propri risparmi da uno Stato che non viene più visto come una comunità solidale ma come l'esattore di Nottingham in Robin Hood, che ti ritiene colpevole fino a prova contraria (e puo' indagare nei tuoi movimenti bancari) che per esigenze della troika ti blocca il conto in banca etc.
    Un'arma di difesa per una piccola nicchia, poi sfruttato anche dalla criminalità , visti i vantaggi di anonimato che offre.Non sara mai per la massa

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    1. Sì, ma questo è un po' il mito hacker: Assange, in uno dei suoi ultimi libri, conclude con angoscia che il sistema orwelliano ha già posto le proprie fondamenta. Solo alcune "menti particolari" - quelle degli hackers - potranno «come topolini» in un mondo tipo "Elysium" riuscire a rubare qualche tocco di formaggio dal tavolo di ESSI.

      Sicuramente più pessimista che nella visione distopica di Matrix (e c'è da comprenderlo...).

      Ma ci sono delle riflessioni da fare:

      1 - il mondo della tecnologia, per quanto cosmopolita per definizione, risente di certe influenze anarcolibertarie americane: l'americano più progressista tendenzialmente crede che "democrazia" significhi "avere degli strumenti per difendersi dallo Stato": dalla Costituzione, al fucile, alla crittografia... (che in molti Paesi è illegale).

      In USA c'è questa dissociazione per cui - credendo di appartenere al popolo campione di libertà e democrazia - il cittadino, a qualsiasi livello, non riesce proprio a concepire un ordine in cui la democrazia possa essere definita come "socializzazione del potere".

      In una democrazia costituzionale, un cittadino non deve avere proprio la necessità né di portare armi, né di proteggere le proprie comunicazioni: il sistema dovrebbe essere sicuro "per costruzione", non per via "normativa".

      Poi, certo, ognuno si difende come può, ed è necessario istruirsi e, di converso, educare chi istruito non è: ma la lotta politica dovrebbe rimanere sempre la lotta prioritaria.

      (Anche tra "resistenti" sotto il fascismo si usava comunicare in "codice": ma l'obiettivo rimaneva sempre e solo l'istituzione di un ordine politico che facesse i propri interessi)

      2 - Il Bitcoin, come ho provato ad argomentare, non è un modo per proteggere i propri risparmi: è una trappola per i meno accorti.

      È vero che ho usato un po' di toni satirici, anche in conclusione: ma a me pare che questo progetto sia stato sviluppato proprio con lo scoppio della crisi finanziaria: strutturalmente è di fatto un progetto monetario reazionario, e - a livello "di costume" - sembra la solita solfa di reazione modernista a "cinque stelle", ovvero distogliere da una consapevole ed istruita cognizione dell'istituzione monetaria.

      Insomma, mi sembra "voluto" che i risparmiatori oppressi si buttino nelle "braccia robotiche" di questi esperimenti di ingegneria sociale.

      Inoltre, con i bitcoin non ci fai praticamente nulla nella "vita reale": devi passare comunque da exchange (di proprietà di chi? chi si piglia le commissioni?) che sono strettamente sorvegliati dalla "Guardia di finanza" e... dalla Troika.

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    2. In effetti, hai risposto (con grande pazienza) in termini simili a quelli con cui l'avrei fatto io stesso.

      Aggiungerei che, esclusa una reale efficacia del sistema per sottrarsi al fisco (cosa su cui non si riflette abbastanza, ritenendosi, chissà perché, che, se la moneta è virtuale, lo sia pure l'exchange fisico sottostante), se, come soluzione di massa, si volesse proteggere il proprio patrimonio mobiliare e liquido, si può, senza esporsi a rischi di bolla-Ponzi, aprire un contratto di deposito "regolare" con una normale cassetta di sicurezza e depositarvi oro fisico e eventuali altri valori "sicuri"

      Ciò invece di ricorrere al deposito irregolare ordinario (il c/c), che trasferisce alla banca un "potere d'acquisto" che questa ormai utilizza a rischio e pericolo del depositante irregolare, mediante la creazione di moneta-credito)

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  2. Baazar sei un mito .. le esplosioni odierne di Bruxelles fanno sorridere se la "gente" non avesse disimparato a .. leggere

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    1. Purtroppo è uscito uno humour nero assolutamente involontario...

      (Chi è umile, studia e prova a capire... qualcosa, magari, capisce e, più che "terrore", ha "orrore")

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    2. Si, corretto, orrore. Orrore per come si sacrifichino senza scrupoli delle vite umane per loschi fini. Chissà perchè è già uscita la rivendicazione Isis (dalla famosa Rita Katz) per queste oscene azioni. Una "cellula segreta", e l'idea dell'attacco partorita "in Siria". Si sa già tutto, mandanti, attori, tutto. Niente è lasciato al caso. Quasi... pianificato. Non l'ho vissuta al tempo, ma sembra la linea che lascio "Stay Behind" durante gli anni della "Strategia della tensione" in Italia. Sembra un film già visto. Con lo stesso orrore che si prova di fronte a delle vite umane spezzate in questo modo.

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    3. Stay Behind? Gladio?

      Ma figuriamoci....

      Come se esistessero veramente gli 007

      Dietrologia, futile complottologia.

      James Bond è finito con la dissoluzione dell'Impero Britannico: siamo in democrazia e lo scopo delle élite è la pace, il benessere e una vita libera e dignitosa per tutto il genere umano.

      E l'élite del pensiero e dello spirito supportano questo nobile progetto.

      (La propaganda neoliberista funziona con gli stessi metodi con cui si vendono gli aspirapolveri: «fate presto a firmare il contratto altrimenti perdete questa fantastica occasione!, mentre trattiamo il prezzo di questo elettrodomestico è meglio se c'è anche vostra moglie!, non se lo può forse permettere?, aiutateci ad ultimare il nostro progetto di carriera, siate solidali!... presto che è tardi!»

      Insomma, strategia della tensione)


      (Speriamo che qualcuno capisca che non esistono "stragi di Stato" ma solo "efficaci sistemi di fare profitti", e, soprattutto, mantenerli stabilmente in forma di rendita)

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    4. "If we define an American fascist as one who in case of conflict puts money and power ahead of human beings, then there are undoubtedly several million fascists in the United States.". Henry A. Wallace, 33rd Vice President of the United States disponibile qui...

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  3. - Bretton-Woods fallito
    - SME fallito
    - Euro-Zona un morto che cammina


    È Mundell vuole una moneta mondiale.

    Non credo che paesi con sovranità monetaria perteciperanno a questa pazzia.

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  4. A proposito del "mito hacker". Alcune brevi considerazioni.

    Ecco io mi domando se, in fondo, l'immagine della rete come regno libero e anarchico contrapposto al sistema non sia un mito illusorio. Internet, in fondo, è il figlio di un progetto militare degli Stati Uniti. E' davvero così "anarchico" e "incontrollabile"?

    Anche il c.d. "software libero" ti fa credere di essere "padrone" e non "utente" del tuo computer, salvo poi accorgersi che, qualora non si abbiano le capacità di compilare il codice sorgente, si dovrà comunque fare affidamento sulle competenze di altri (ossia rimanere utenti!).

    Anche il bitcoin si inserisce in questo sistema. L'illusione di evadere dalla povertà che ti viene imposta, attraverso quegli stessi schemi speculativi che sono all'origine di quella povertà. Non è come muoversi su un cerchio?

    Ma ancora più all'origine mi domando. Il mito hacker si inserisce comunque in un'ottica individualistica che attacca alla base il principio dell'affidamento, che è, in fondo, fondante per la società. Sembra quasi configurarsi come una sorta di "patentino informatico" di fatto, speculare al "patentino finanziario" di Alesina. Il principio è che se rimani fregato, la colpa risiede nel tuo esserti affidato alle competenze altrui.
    La vittoria dell'hacker nel rubare il pezzo di formaggio, è una vittoria sua come individuo, e nulla di più........

    Se ho capito bene, società=sistema e assenza di sistema=libertà. Questa è l'illusione. Ma è vera libertà? Io non credo.......

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    1. Ovviamente hai ragione, tutto è riflesso di una spiralizzazione dello stesso paradigma ("libertario" in quanto antistale, e cioè antidemocratico), in ogni sua proiezione tecnologia offerta come "nuova":

      "Il luogo comune che ha sempre accompagnato la nascita e la diffusione di Internet come canale di diffusione e propagazione dell’informazione è la sua intrinseca capacità di garantire una maggiore libertà di espressione. Web, blog, twitter, i contenuti viaggiano senza che nessuno possa realmente impedire che le voci vengano censurate.
      Ma la verità è che Internet diventa un grande normalizzatore di stili di vita ed è il più grande strumento per colonizzare il pensiero di una moltitudine di persone che risiedono nei luoghi più diversi del pianeta.
      Internet diviene infatti il "luogo" di legittimazione di una nuova "ufficialità", solo in apparenza estranea ai sistemi di formazione del dato-notizia propri dei media tradizionali
      In ogni momento di discontinuità tecnologica che ha accompagnato l’evoluzione dei media si è sempre determinato un ordine di potere economico più ampio del precedente.
      I padroni dell’industria mediatica sono oggi dei colossi che un tempo nessuno immaginava potessero esistere. Se da una parte i costi di accesso a internet rendono possibile a singoli e piccoli gruppi di portare la propria voce sulla rete è altresì vero che i capitali che possono garantire l’esercizio di un vero impero mediatico sono alla portata di pochissimi gruppi i quali tendono ad avere interessi plurimi in quella che è oggi diventata la comunicazione convergente video-dati-voce, declinata attraverso il controllo di più media, Internet-TV-Giornali."
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/informazione-tecnologia-e-monopoli.html

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    2. @Lorenzo

      Assange è una persona con una intelligenza fuori dalla norma e con un sistema di valori - purtroppo - anch'esso fuori dalla norma.

      È per certi versi un archetipo di hacker, un "Superman" virtuale di notte, ed un giornalista alla "Clark Kent" di giorno: non ci sono nella storia moderna progetti informativi con un impatto politico al pari di WikiLeaks.

      L'enormità della violenza usata contro un progetto di informazione di questo tipo non ha nemmeno pari - che io sappia - nella storia dell'Impero anglo-americano.

      La repressione internazionale è scattata quando sono stati toccati gli interessi militari e bancari (Bank of America) statunitensi.

      Ovvero la cultura hacker ha prodotto il più grande progetto di informazione democratica della Storia, e lo ha potuto fare grazie alla tecnologia di Internet, e alla crittografia.

      Niente di più lontano dall'individualismo, a cui questa cultura nata nei "bunker" degli scienziati degli anni '60, si opponeva.

      Quindi Assange, con l'esempio del "topolino", esprime una sua angoscia.

      Un altra questione è la "mitologia pop" che, come strumento di ingegneria sociale, vuole la retorica "a cinque stelle" di Internet svincolata da quel contesto multidisciplinare ed estremamente complesso che è l'analisi politica: se si sorvolano le "scienze politiche", si sorvola l'essenza del divenire sociale: la Politica.

      Per ovvi motivi, tutta la tecnologia "pop" diventa oggetto di consumo solo dopo che non è più parte del vantaggio competitivo del settore militare.

      Ma il punto è che non esiste un conflitto tra tecnologia e politica, mentre fa parte del conflitto politico far credere che la tenologia in se stessa sia parte della soluzione politica.

      Non è vero: questa è propaganda modernista a fini reazionari e regressivi.

      Certo, anche Snowden ha affermato che la famosissima distribuzione Debian è il sistema operativo dell'NSA: ma un conto è vivere in una stanza piena di cimici e sorvegliata a nostra insaputa, un altro alloggiare direttamente nelle patrie galere usando prodotti manifestamente confezionati per il controllo sociale.

      Ricordiamoci che scrivere sulla piattaforma "Blogspot", è già il riflesso di una forma raffinata di censura...

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    3. Ma vedi, un "leak" è per definizione una falla temporanea di un sistema.
      Un inconveniente operativo considerabile come esternalità negativa, in un percorso comunque inarrestabile e capace di autocorreggersi.
      E la correzione del "leak" mi pare ci sia stata abbondantemente (essendo avvenuta in un contesto di plurimi strumenti mediatici che le sono, attualmente, ancora complementari: ad es; in fondo a che serve, cosa cambia, la divulgazione operata su "Repubblica" o il FQ?).

      Ovvio che la mitologia tecnologica è uno strumento (formidabile) per accelerare un frame politico-culturale di controllo sociale. Non potrebbe essere altrimenti.

      Dunque, il fatto è che un "leak" procede per tentativi empirici competendo col sistema, ma all'interno della sua stessa logica: non può che perdere la partita, il che vuol dire che la sua efficacia "anti" non è ripetibile-riproducibile (esattamente nello stesso modo) e, specialmente, è frutto di break-through individuali, nascenti all'interno della stessa cultura che intende combattere.

      Forse blogspot è oggetto di "raffinata" censura: ma non può controllare ciò che è al di fuori della sua stessa logica di sistema.
      Cioè la descrizione critica dello stesso sistema e la riproposizione di un altro paradigma culturale (la democrazia), ove il fattore tecnologico non è ipostatizzato ma assunto all'interno dei meccanismi del mercato e, con esso, assunto criticamente.

      Tant'è vero che il sistema (almeno il web nella sua proiezione neo-tecnologica) non potrebbe censurare dei libri o della altre attività di comunicazione tradizionali oltre un certo limite: forse non gli interessa neppure, dato che, nella sua stessa logica, queste altre attività sono destinate a scomparire.
      Ne dò atto.

      Ma è certo che la "rivelazione" Wikilieaks, in assenza dei rationalia della cultura democratica (o cultura critica tout-court), è abbastanza facilmente riassorbibile: e senza che porti ad alcun scossa definitiva dell'indirizzo al cui interno si muove...

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    4. In effetti, quel "rispondi come:", ogni volta mi perplime: contribuisce al tracciamento delle mie opinioni da parte di Google. Alquanto inquietante...

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    5. @Giorgio

      Vero: ma come chiude altrettanto "raffinatamente" Quarantotto, è l'Idea stessa che si sviluppa all'interno del sistema "materiale" ma "ontologicamente" al di fuori del sistema, ad essere la più efficace.

      Usare le armi del sistema contro il sistema, prendendolo di petto, non può essere una soluzione: così come non è stata la lotta armata partigiana di per sé, se vogliamo osare tale metafora, la soluzione alla fine del fascismo.

      Certamente imprescindibile e fondamentale, proprio come un giornale strutturato come WikiLeaks, che, appunto, rimane "un giornale" che può vantare degli "scoops" (si chiamavano così, prima, i "leaks"...) incredibili perché tutela con potenti strumenti tecnologici le fonti.

      È fuori "materialmente" dal sistema ma ci rimane "logicamente" dentro; in una guerra che - da sola - non può vincere.

      Questo non è altro che - a mio avviso - il più importante contributo di Orwell: Winston Smith "perde" in quanto, alla fine, egli non è altro che lui stesso un "leak" del sistema.

      Infatti, la vera "battaglia" la perde quando si confronta con il suo torturatore e... scopre che "il suo pensiero era contenuto in quello del suo oppressore": ciò che l'ultimo uomo d'Europa aveva compreso, era "contenuto nel sistema di pensiero del Sistema stesso": e finirà, sul punto di morte, nell'amare il Grande Fratello, l'entità stessa che lo aveva sfruttato, torturato e ucciso.

      Un "pensiero" al di fuori del sistema, è "ontologicamente" incensurabile dal sistema stesso: per il semplice fatto che non lo comprende: nella totalità dei suoi significati.

      E, per questo motivo, può svilupparsi "materialmente" ovunque...

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  5. Risposte
    1. "Aiuti" o cupio dissolvi?
      "È concreta la possibilità che, quando la stella esploderà in supernova o ipernova, una grande quantità di radiazioni potenzialmente letali possa investire il nostro pianeta, ma è probabile che la biosfera non ne risentirà in maniera particolare grazie alla schermatura protettiva dell'atmosfera (per quanto riguarda soprattutto i raggi γ) e della magnetosfera. I danni eventualmente provocati dalle radiazioni riguarderebbero la parte più alta dell'atmosfera, l'ozonosfera, e le missioni astronautiche al di fuori dell'involucro atmosferico, tra cui anche i diversi satelliti artificiali; alcuni astrofisici ritengono però che i danni provocati all'ozonosfera dalle radiazioni della supernova potrebbero avere delle catastrofiche ripercussioni sulla stessa vita.

      Una supernova o ipernova generata da Eta Carinae potrebbe originare inoltre un gamma ray burst (GRB) da entrambi i poli, lungo l'asse di rotazione della stella. Secondo le stime l'energia trasferita da un simile fenomeno sull'atmosfera terrestre sarebbe l'equivalente di un chilotone di tritolo (4,2 × 1012 J) per ogni km2 di superficie dell'emisfero esposto all'evento, depositando una quantità di radiazioni ionizzanti pari a dieci volte la dose letale per ogni forma di vita".

      La vita è un concetto relativo alla forma cosciente che la osserva (il percettore che la descrive entro i propri limiti sintattici): a noi preme quella organica e non abbiamo scelta (in questa esistenza)...

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    2. No,no
      io alla vita biologica ci tengo ancora, mi riferivo ai sistemi che comunicano con 0 e 1; alla vulnerabilità dei sistemi informatici ad eventi elettromagnetici estremi con perdita globale e permanente di dati.

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  6. Meno male che qualcuno mi ha segnalato oggi 5 maggio 2016 questo articolo perchè mi sentivo come la famosa ed unica particella di Sodio in acqua Lete.
    In pratica un imbecille perchè a me ciò che viene detto qui sul BitCoin mi sono sempre sembrate ovvietà, in due parole: una inculata programmata.

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  7. Ciao Luciano.
    Sto cercando di visualizzare le fonti che hai linkato ( mi interessava la [4] ) ma tutte mi dicono che non ho i diritti di visualizzazione. Dove sbaglio?

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